MARCO TOSATTI
Qualche giorno fa, grazie al coraggioso scrittore Danilo Quinto abbiamo diffuso la notizia che Emma Bonino avrebbe parlato in una Chiesa di Biella su invito del parroco, e, pare,con l’avallo del vescovo diocesano. Emma Bonino parlerà di immigrazione. Emma Bonino è una persona che ha, oggettivamente, sulla coscienza una quantità straordinaria di aborti. Praticati personalmente – famosa la sua foto con la pompa da bicicletta – e indirettamente; si è spesa per l’aborto (e per una serie di altre cause etiche contrarie a ciò che la Chiesa sostiene e difende) come poche altre persone in questo Paese. Non ha mai dato il benché minimo segno di pentimento, o di dubbio su tutto questo.
Invitarla a parlare in una chiesa, anche se di un altro tema (peraltro collegato al primo: il famoso “bisogno” di migranti sbandierato da alcuni, lei compresa, deriva anche dal vuoto lasciato dai sei milioni di bambini soppressi negli ultimi decenni) è al minimo un’imprudenza. Il Papa ha definito l’aborto “un crimine orrendo”. E si invita a parlare in Chiesa, anche se di altro, uno che lo ha praticato e lo difende? Ma esistono ancora logica, buon senso e un minimo di coerenza nella Chiesa?