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martedì 20 ottobre 2009

FINI ED URSO CI DEVONO SPIEGARE DA CHE PARTE STANNO,SE CON LE NOSTRE RADICI CRISTIANE O CON QUELLE ISLAMICHE.............

Attualità

A scuola arriva l'ora di Islam?



Favorevoli e contrari della proposta del viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso che ha scatenato una vera e propria bufera nel mondo politico e religioso


Foto A scuola arriva l'ora di Islam?

Ad agitare le acque del già fervente panorama politico e religioso nostrano è questa volta una proposta di Adolfo Urso, viceministro allo Sviluppo economico di An. Si tratta di introdurre nelle scuole, sia pubbliche che private, un'ora di religione islamica facoltativa ed alternativa a quella cattolica.

Secondo il Dossier sull'immigrazione redatto nel 2002 dalla Caritas in base ai dati del Ministero dell'Istruzione e dell'Interno, il numero di minori immigrati iscritti nelle scuole è sensibilmente aumentato negli ultimi 10 anni. Se agli inizi degli anni '90 erano 25.756 alunni, nel 2000 sono passati a 147.406 (con una crescita annuale di 28mila studenti). Secondo le cifre del Cei, nell'anno scolastico 2007/2008, il 91% degli studenti iscritti alle scuole statali, dalla materna alla superiori, ha scelto l'insegnamento della religione cattolica. Tuttavia si tratta di un dato in continuo calo. Sempre più studenti preferiscono infatti rinunciare all'ora di religione: in quindici anni, l'aumento è stato del 2,4%, un valore particolarmente alto al Nord, dove ha rinunciato il 14,5%, seguito dal Centro, con il 9,7% e dal Sud con solo l'1,7%. A detenere il record di assenti all'ora di religione è la Toscana, con il 17,8%; mentre in Campania si arriva ad appena l'1,3%.

Favorevoli

“L'ipotesi di introdurre l'ora di religione islamica è esplicitamente prevista dalla legge di attuazione del Concordato del 1929 e confermata dalla revisione del 1984. Ed è ciò che propose sua Santità già tre anni fa per le scuole tedesche. Il problema – spiega Adolfo Urso, promotore dell'iniziativa, - non è combattere l'Islam ma il fondamentalismo prima che esso abbia la meglio sulla nostra società”. Nel mondo politico riconoscimenti trasversali arrivano da Gianfranco Fini e Massimo D'Alema. A favore anche l'Italia dei Valori e l'esponente del Partito Democratico Vincenzo Vita, che ritiene la proposta “ragionevole”, così come il deputato del Pdl Benedetto Della Vedova.

Possibilista anche una parte del Vaticano. Il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio per la giustizia e la pace, aveva già in passato accarezzato l'idea di un'ora di Corano a scuola come mezzo per evitare il radicalismo. “Se c’è questo pericolo e se l’ora di religione musulmana è inserita in un sistema con tutti i controlli necessari - spiega - penso sia meglio che non andare a finire nel radicalismo”. Anche Monsignor Domenico Mogavero, presidente della Commissione Affari giuridici della Cei non cestina la proposta. Secondo il cardinale Georges Cottier, teologo emerito della Casa pontificia, “per milioni di immigrati la conoscenza è antidoto al fondamentalismo”, e dunque la Santa Sede “non ha nulla in contrario a riconoscere agli studenti musulmani il diritto a approfondire la loro religione”.

Contrari

Un secco “no” arriva dal senatore Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che definisce la proposta come “un altro muro oltre a quelli già eretti dalle comunità islamiche”. Ma ci sono anche altri motivi: “Quali insegnanti? Quale islam fare entrare nelle scuole: sciita, sunnita o halawita?… Con quale criterio scegliere?”. E ancora: “Perché i musulmani e non i buddisti? Si dovrebbe dare diritto d'accesso nella scuola pubblica a insegnanti di tutte le religioni. Una scelta controproducente per i processi di integrazione”.

Nettamente contraria anche la Lega. “Mentre l'ora di religione cattolica - ha spiegato Maroni - rappresenta un'entità, la Chiesa, che ha una gerarchia, dei valori precisi che si possono trasmettere, l'imam interpreta il Corano liberamente, non c'è una serie di dogmi, non c'è un messaggio chiaro da trasmettere”. Roberto Castelli, senatore della Lega e viceministro alle Infrastrutture, parla di “provocazione”: “Una proposta strumentale che arriva pochi giorni dopo l'attentato alla caserma di Milano per seminare zizzania”. Il collega di partito e ministro dell'Agricoltura, Luca Zaia, rilancia invece un'idea opposta: introdurre l'ora di religione cattolica obbligatoria per tutti gli studenti islamici. Critico anche Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori del Pdl: “L'integrazione si ottiene promuovendo la nostra specifica identità”.

“La proposta Urso non merita nemmeno considerazione... dove c'è una moschea ci deve essere una chiesa”, afferma Mario Baccini, leader dei Cristiano popolari Pdl. Anche il leader dell'Udc boccia la proposta chiedendo che “le istituzioni pubbliche, a partire dalla scuola nell'ora di religione, valorizzino l'identità cristiana del nostro Paese”. Dal mondo cattolico tuona contro la proposta il cardinale Ersilio Tonini che definisce l'idea “impraticabile”.

L'ora di religione cattolica, nelle scuole di Stato, si giustifica in base all'articolo 9 del Concordato, in quanto essa è parte integrante della nostra storia e della nostra cultura”, spiega il cardinal Bagnasco in un'intervista al Corriere della Sera. Dubbi provengono persino dai diretti interessati. Mario Scialoja, membro del Cda del Centro culturale islamico italiano dichiara infatti: “Rappresenterebbe un problema costituzionale di uguaglianza con le altre religioni presenti nel nostro Paese... Bisognerebbe fare lo stesso con tutte le altre religioni”.

Laura De Santis

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