AL POSTO DEI PESCI, DELLE TIGRI, DEL LEONE......AVREI VOLUTO VEDERE IN TUTTA LA SUA MAGNIFICENZA IL CRISTO MISERICORDIOSO DI SANTA FAUSTINA ACCOMPAGNATO DA MARIA IMMACOLATA
09-12-2015
PROVIAMO UN PO A VERIFICARE SE NON E' GIOVATO A QUALCUNO???
mercoledì 3 giugno 2009
IL RISCALDAMENTO DEL PIANETA TUTTA UNA BUFALA ??? PARE PROPRIO DI SI!!!
CLIMA. E' COME AI TEMPI DELLE CROCIATE
di Cara Ronza inserito il: 6-5-2009
Mille anni fa nell'area mediterranea faceva caldo più o meno come adesso. Ciò non impedì all'Europa di inaugurare proprio allora una delle sue stagioni più fulgide, segnata da incremento demografico, espansione agraria, diffusione dei rapporti commerciali, ripresa urbana, riconquista – grazie alle crociate – del dominio sul Mediterraneo. La cosiddetta "rinascita dell'Occidente" avvenne al culmine delle temperature che porta, ogni mille anni, il cambiamento ciclico del clima.
Come spiegano con argomenti autorevoli Franco Ortolani e Silvana Pagliuca in un articolo pubblicato su Geoitalia lo scorso marzo (Gengis Khan, le Crociate e il cambiamento climatico di 1000 anni fa, p.19), il cambiamento climatico è un fenomeno naturale, essenzialmente legato all'attività delle macchie solari. Certamente, spiegano gli studiosi, l'inquinamento atmosferico contribuisce ad accentuarlo, ma se anche l’inquinamento di origine antropica fosse totalmente annullato, il cambiamento climatico si verificherebbe egualmente.
Questo non significa che la lotta all'inquinamento di origine umana non serva o che vada interrotta. La cura dell'ambiente è un dovere fondamentale e ogni sforzo impiegato a questo scopo è importantissimo, ma anche nel caso della buona battaglia per la salvaguardia del Creato bisogna individuare bene il nemico. Chi non lo fa, spreca tempo e risorse.
La scienza, tra l'altro, oggi ci aiuta a leggere più precisamente anche i dati della storia. Grazie ai più recenti risultati acquisiti con ricerche di geoarcheologia ambientale, non solo si conosce il percorso ciclico del clima, ma si può anche prevedere con una buona approssimazione quanto durerà ognuna delle sue fasi. La storia dell’uomo – scrivono Ortolani e Pagliuca – si è sviluppata in un ambiente per lo più caratterizzato da condizioni climatiche favorevoli, simili a quelle note dal 1750 ad oggi, ma "tali condizioni, ogni 500 anni, sono state bruscamente interrotte da periodi della durata di 150-200 anni nei quali hanno prevalso alternativamente condizioni più fredde e più piovose e condizioni più calde e più aride".
È proprio a questo punto che diventa di vitale importanza sfatare l'equivoco secondo cui il cambiamento climatico si combatte intervenendo esclusivamente sull'inquinamento atmosferico. Le conseguenze del riscaldamento ciclico cui stiamo andando incontro (diminuzione dell'acqua disponibile, diminuzione della produzione agricola, conflitti sociali tra chi avrà accesso all'acqua e chi no, conflitti bellici nelle aree del vicino oriente per il controllo della risorsa, ecc...) evidentemente non si risolvono riducendo le polveri sottili.
Il fatto è che le grandi lobbies hanno i loro interessi e "che si sono da tempo preparate a speculare sul prossimo cambiamento climatico, sponsorizzando e finanziando prima e pubblicizzando poi ricerche (come quelle dell'IPCC, il Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici delle Nazioni Unite) mirate a dimostrare che la causa della variazione del clima è esclusivamente rappresentata dalle emissioni ad effetto serra causate dalle attività umane".
Hanno convinto non solo il grande pubblico, ma anche uomini di governo a tutti i livelli, che tutto si risolverà incentivando la ricerca e la produzione di tecnologie e mezzi meno inquinanti. Tali interventi, evidentemente, riguardano soltanto il mondo industrializzato e mettono ancora una volta in un angolo non solo i paesi poveri (serbatoi di biomasse da acquistare a basso costo), ma anche i paesi delle aree che realmente saranno interessate negativamente dal cambiamento climatico, come l’area mediterranea.
La palma della minor lungimiranza, poi, va all'Europa, che docilmente si è accodata a questa politica e che oggi, mentre avvia misure che avvantaggiano le attività del centro e del nord (tra l'altro favoriti da un clima che nel loro caso sarà migliore del solito), non solo sta per "applicare misure neocoloniali anche tra i suoi paesi membri" (le qualificate produzioni agricole mediterranee rischiano di perdere il posto in seguito a un'acritica promozione e facilitazione della produzione di biomassa), ma continua anche a ignorare l'urgenza di quelle misure ambientali che sarebbero necessarie per contrastare i danni causati dal riscaldamento e in particolare la desertificazione in avvicinamento.
"Vanno bene gli aiuti alle industrie che producono autoveicoli per ridurre le emissioni gassose al fine di non inquinare ulteriormente (troppo) l’atmosfera; ma accanto a queste misure antinquinamento devono essere attuati interventi per preparare l’ambiente mediterraneo, in particolare, a sopportare per circa 100-150 anni gli effetti del riscaldamento globale naturale e ciclico, mitigando effetti come l’erosione delle spiagge, la diversa distribuzione delle risorse idriche, i dissesti idrogeologici connessi alle modificazioni delle precipitazioni piovose e al riscaldamento delle aree alpine".
Molti esperti queste cose le sanno. Alcuni le dicono. Ci sono governi pronti ad ascoltarle?
martedì 2 giugno 2009
CHE CI RACCONTANO QUELLI DEL WWF??? .... UTILIZZANO IL CATASTROFISMO.....PERCHE??
LA CURIOSA MORALE DI FULCO PRATESI
di Maurizio Morabito inserito il: 15-5-2009
E dire che ci eravamo preoccupati così tanto a lungo di sottolineare il carattere ineluttabilmente catastrofista di un certo tipo di ambientalismo, che sembra quasi nutrirsi di cattive notizie, e finanche di buone notizie ma comunque e sempre viste sotto una cattiva luce. Nella nostra ingenuitâ, pensavamo addirittura di avere come interlocutori persone, i catastrofisti appunto, che avrebbero invece cercato di dimostrare le loro mirabolanti dichiarazioni come pacate e quasi insipide, nonostante descrivano disastri prossimi venturi, disastri evitabili (ovviamente!) ma solo se ci decidessimo tutti ad assoggettarsi a questa o quella proibizione di turno (non viaggiare in aereoplano, non mangiare carne, non fare figli, non emettere CO2 che poi potrebbe anche voler dire ‘non respirare’, e così via).E invece cosa ti va a fare Fulco Pratesi, pluripremiato fondatore del WWF Italia, candidato ‘Santo Subito’ dell’ecologismo italiano e ambientalista extraordinaire? Va a Radio24, il caro Pratesi, ospite di Giuliano Ferrara nella trasmissione ‘Parliamo conL’Elefante’ del 29 Aprile scorso, e dichiara (parole praticamente testuali): “…Di fronte a un problema che esiste e che nessuno può negare se non veramente in malafede, mi sembra [che] combattere anche con i mezzi molte volte del catastrofismo, chiamiamolo così, è indispensabile...”
Tombola! Allora non ci dobbiamo più meravigliare quando Pratesi e il WWF (Italia, ma non solo) diffondono, aiutano a diffondere o sostengono notizie che si rivelano poi essere verità solo parziali, se non clamorose bufale. Che ci vogliamo fare? Di fronte a un problema (come vedremo, non importa quale) per loro molto grande e molto evidente, si sentono moralmente giustificati a procedere con il catastrofismo, con l’ingigantimento del negativo, con i roboanti mantra della scomparsa di questo o quello nel nostro futuro, se non della scomparsa del nostro futuro stesso.
Tombola! Allora non ci dobbiamo più meravigliare quando Pratesi e il WWF (Italia, ma non solo) diffondono, aiutano a diffondere o sostengono notizie che si rivelano poi essere verità solo parziali, se non clamorose bufale. Che ci vogliamo fare? Di fronte a un problema (come vedremo, non importa quale) per loro molto grande e molto evidente, si sentono moralmente giustificati a procedere con il catastrofismo, con l’ingigantimento del negativo, con i roboanti mantra della scomparsa di questo o quello nel nostro futuro, se non della scomparsa del nostro futuro stesso.
A questo punto l’obiezione di rito: è una citazione fuori dal contesto. Diamole allora il suo contesto. La puntata dell’Elefante in questione (per il link vedi sopra) si occupa di clima e scetticismo (dopotutto, è condotta da Giuliano Ferrara) all’indomani della visita del Principe Carlo a Roma, in cui Sua Altezza ha dichiarato che mancano 99 mesi all’Apocalisse (o qualcosa del genere). Ospiti con Pratesi (presentato come fondatore e presidente onorario del WWF Italia che ha proclamato quest’anno come l’anno del clima), il prof. Franco Prodi, fratello di Romano e descritto come grande climatologo, geofisico, Ordinario di Fisica dell’Atmosfera all’Universitâ di Ferrara ed ex Direttore dell’Istituto di Scienza dell’Atmosfera e del Clima del CNR; e Piero Vietti, giornalista del Foglio che si occupa di questioni ambientali. Gli scambi fra Pratesi e Ferrara (autodefinitosi “antiambientalista”) sono stati un pò vivaci ma niente di cui informare i periodici scandalistici. Si arriva dunque al 26mo minuto più o meno della trasmissione, eFerrara dice rivolto a Pratesi: “Sono non certo, certissimo della Sua totale buona fede e del Suo fervore. E del fatto che questo fervore e questa cultura sono poi un contributo alla vita dell’uomo contemporaneo. Se noi non ci preoccupassimo del degrado ambientale e non ci occupassimo del clima saremmo più poveri dal punto di vista della ricerca e della conoscenza. Ma quando Lei e il Suo WWF dite ‘Questo deve essere l'anno del clima’, ‘Bisogna fare la lotta al riscaldamento globale facendo questo, questo e quest’altro’, quando agitate le bandiere, firmate i manifesti, e costruite le vostre idee con un’ossatura di certezza, Lei non ha mai paura dentro di sé di fare un’azione ideologica, cioè di falsa coscienza della realtà? Di dire troppo? Diilludere?”Ecco la risposta di Pratesi: “Sarei fortemente in crisi se non seguissi questa strada. Se noi di fronte a una minaccia che bene o male lo stesso professor Prodi ha riconosciuto in tutti i sensi, inquinamento dei mari, riduzione delle calotte artiche, distruzione delle foreste tropicali, di fronte a un problema che esiste e che nessuno puo' negare se non veramente in malafede, mi sembra che combattere anche con i mezzi molte volte del catastrofismo, chiamiamolo così, è indispensabile. Mi sentirei veramente un verme se i miei figli e i miei nipoti potessero, dovessero, poi rinfacciare il fatto, ‘Cosa avete fatto voi di fronte a quanto stava succedendo?’ “
Che tristezza infinita insomma... Secondo Pratesi, saremmo davvero a un punto per cui sarebbe diventato ‘indispensabile’ esagerare di qua e di lâ, dipingendo il mondo a tinte fosche (importante: più fosche di quelle reali!) e rimuovendo pezzo a pezzo ogni speranza. E magari proprio rimuovendo ogni speranza dai nostri figli. E il tutto per ‘combattere’ contro una ‘minaccia’.
Ma è il momento delle puntualizzazioni di rito. Fulco Pratesi è stato ed è un insostituibile protagonista della lotta contro l’inquinamento. Della ripulitura di quello che Franco Prodi chiama ‘ambiente planetario’, ma del quale il professore porta come esempio non certo la ‘riduzione delle calotte artiche’ ma la ‘Asian Brown Cloud’, la nuvola di polvere e fuliggine marrone che periodicamente impesta le regioni meridionali dell’Asia.
C’è da essere certissimi che quasi tutti sottoscriverebbero le parole di Ferrara sulla buona fede di Pratesi, ma questo non vuol dire far ipocritamente finta di non aver tante domande per il Pratesi stesso e per la sua scelta catastrofista. Non è certo lesa maestâ chiedergli conto di come faccia a definire il discorso di Carlo corretto, concreto ed equilibrato quando basta una rapida scorsa su Internet per scoprire che l’anno scorso Sua Altezza parlava di 18 mesi e non 99; che dietro il magico numero c’è un’organizzazione lobbystica che ha semplicemente scoperto come si faccia effetto sui media; e che basta fare i due conti per sapere che se quei lobbysti hanno ragione, i mesi rimasti sono 91, e non 99. Sbagliato, fumoso e privo di equilibrio, l’esimio Principe, altro che!
Per Pratesi quelle sono forse esagerazioni, ma come si fa a pensare che le cose non vadano in senso negativo nei confronti del nostro sviluppo? Perché visto lo sconsiderato abuso delle sostanze fossili (vale a dire petrolio e carbone), allora è ‘difficile pensare a nessuna reazione da parte dell’atmosfera a questo afflusso di sostanze da milioni di anni nel sottosuolo’. Un’osservazione che potrebbe essere interessante, se non fosse subito dopo accompagnata da una richiesta di Pratesi affinché tutti praticamente spengano il cervello. A una domanda sullo scetticismo ecco infatti come risponde: “Lo scetticismo è importante ma la posta in gioco è così alta, il pianeta. Ci penserei due volte prima di essere scettico e fare dichiarazioni in contrasto con migliaia e migliaia di scienziati. Può essere interessante avere una posizione controcorrente ma [è in pericolo] il futuro dell’umanità e del pianeta”.
E qui ci sarebbe da fare un’altra domanda. Perché non si capisce se il catastrofismo sia un mezzo per sottolineare i problemi ambientali, oppure i problemi ambientali vadano distorti comunque nell’ottica del catastrofismo. Da che parte stanno insomma i ‘contenuti’? Ci preoccupiamo di indagare e capire il reale (‘come reagirà l’atmosfera al nostro uso di combustibili fossili?’) oppure saltiamo direttamente oltre la siepe della ragionevolezza, agitando lo spauracchio più orribile che riusciamo a immaginare (‘qualcosa minaccia il futuro dell’umanità e del pianeta!’?
E a che ‘minaccia’ si riferisce, Pratesi? A ‘inquinamento dei mari, riduzione delle calotte artiche, distruzione delle foreste tropicali’, una bella insalatona mista di paura e preoccupazione. Non occorre che ci sia un legame (che c’entra l’inquinamento dei mari quando si parla di clima?), l‘essenziale sembra essere infilare quanto più catastrofismo possibile. E’ bene fermarsi qui, anche perché adesso che Fulco Pratesi in persona ci ha dato la chiave di lettura delle sue recenti dichiarazioni (‘forse esagerazioni e catastrofismo, chiamiamolo così', dette per non farlo sentire ’veramente un verme’, ma pur sempre nelle parole di Giuliano Ferrara ‘un’azione ideologica cioè di falsa coscienza della realtà’) possiamo facilmente capire come proprio quelle dichiarazioni siano da valutare molto attentamente prima di farne dipendere decisioni, leggi e regolamenti seri.
Rimane un'ultima considerazione sulle riflessioni di Pratesi: è ormai chiaro che esiste un rischio molto grande nel disseminare l’idea che il pianeta va a rotoli e l’umanità ne è colpevole. Perché quante più persone ne saranno convinte, e soprattutto quanti più giovani ne saranno convinti, tanto più alta sarà la probabilità che un gruppo, vuoi troppo idealista, vuoi troppo frustrato, vuoi troppo fuori di testa, decida di arrivare alla Soluzione Finale della Questione Ambientale: l’eliminazione della razza umana, novella ‘parassita globale’, aliena e foriera di disastri per l’Ambiente, colpevole in maniera collettiva, e totalmente ‘cattiva’ per natura. Se Pratesi ha a cuore il futuro dell’umanità, rifletta anche su questo.
Che tristezza infinita insomma... Secondo Pratesi, saremmo davvero a un punto per cui sarebbe diventato ‘indispensabile’ esagerare di qua e di lâ, dipingendo il mondo a tinte fosche (importante: più fosche di quelle reali!) e rimuovendo pezzo a pezzo ogni speranza. E magari proprio rimuovendo ogni speranza dai nostri figli. E il tutto per ‘combattere’ contro una ‘minaccia’.
Ma è il momento delle puntualizzazioni di rito. Fulco Pratesi è stato ed è un insostituibile protagonista della lotta contro l’inquinamento. Della ripulitura di quello che Franco Prodi chiama ‘ambiente planetario’, ma del quale il professore porta come esempio non certo la ‘riduzione delle calotte artiche’ ma la ‘Asian Brown Cloud’, la nuvola di polvere e fuliggine marrone che periodicamente impesta le regioni meridionali dell’Asia.
C’è da essere certissimi che quasi tutti sottoscriverebbero le parole di Ferrara sulla buona fede di Pratesi, ma questo non vuol dire far ipocritamente finta di non aver tante domande per il Pratesi stesso e per la sua scelta catastrofista. Non è certo lesa maestâ chiedergli conto di come faccia a definire il discorso di Carlo corretto, concreto ed equilibrato quando basta una rapida scorsa su Internet per scoprire che l’anno scorso Sua Altezza parlava di 18 mesi e non 99; che dietro il magico numero c’è un’organizzazione lobbystica che ha semplicemente scoperto come si faccia effetto sui media; e che basta fare i due conti per sapere che se quei lobbysti hanno ragione, i mesi rimasti sono 91, e non 99. Sbagliato, fumoso e privo di equilibrio, l’esimio Principe, altro che!
Per Pratesi quelle sono forse esagerazioni, ma come si fa a pensare che le cose non vadano in senso negativo nei confronti del nostro sviluppo? Perché visto lo sconsiderato abuso delle sostanze fossili (vale a dire petrolio e carbone), allora è ‘difficile pensare a nessuna reazione da parte dell’atmosfera a questo afflusso di sostanze da milioni di anni nel sottosuolo’. Un’osservazione che potrebbe essere interessante, se non fosse subito dopo accompagnata da una richiesta di Pratesi affinché tutti praticamente spengano il cervello. A una domanda sullo scetticismo ecco infatti come risponde: “Lo scetticismo è importante ma la posta in gioco è così alta, il pianeta. Ci penserei due volte prima di essere scettico e fare dichiarazioni in contrasto con migliaia e migliaia di scienziati. Può essere interessante avere una posizione controcorrente ma [è in pericolo] il futuro dell’umanità e del pianeta”.
E qui ci sarebbe da fare un’altra domanda. Perché non si capisce se il catastrofismo sia un mezzo per sottolineare i problemi ambientali, oppure i problemi ambientali vadano distorti comunque nell’ottica del catastrofismo. Da che parte stanno insomma i ‘contenuti’? Ci preoccupiamo di indagare e capire il reale (‘come reagirà l’atmosfera al nostro uso di combustibili fossili?’) oppure saltiamo direttamente oltre la siepe della ragionevolezza, agitando lo spauracchio più orribile che riusciamo a immaginare (‘qualcosa minaccia il futuro dell’umanità e del pianeta!’?
E a che ‘minaccia’ si riferisce, Pratesi? A ‘inquinamento dei mari, riduzione delle calotte artiche, distruzione delle foreste tropicali’, una bella insalatona mista di paura e preoccupazione. Non occorre che ci sia un legame (che c’entra l’inquinamento dei mari quando si parla di clima?), l‘essenziale sembra essere infilare quanto più catastrofismo possibile. E’ bene fermarsi qui, anche perché adesso che Fulco Pratesi in persona ci ha dato la chiave di lettura delle sue recenti dichiarazioni (‘forse esagerazioni e catastrofismo, chiamiamolo così', dette per non farlo sentire ’veramente un verme’, ma pur sempre nelle parole di Giuliano Ferrara ‘un’azione ideologica cioè di falsa coscienza della realtà’) possiamo facilmente capire come proprio quelle dichiarazioni siano da valutare molto attentamente prima di farne dipendere decisioni, leggi e regolamenti seri.
Rimane un'ultima considerazione sulle riflessioni di Pratesi: è ormai chiaro che esiste un rischio molto grande nel disseminare l’idea che il pianeta va a rotoli e l’umanità ne è colpevole. Perché quante più persone ne saranno convinte, e soprattutto quanti più giovani ne saranno convinti, tanto più alta sarà la probabilità che un gruppo, vuoi troppo idealista, vuoi troppo frustrato, vuoi troppo fuori di testa, decida di arrivare alla Soluzione Finale della Questione Ambientale: l’eliminazione della razza umana, novella ‘parassita globale’, aliena e foriera di disastri per l’Ambiente, colpevole in maniera collettiva, e totalmente ‘cattiva’ per natura. Se Pratesi ha a cuore il futuro dell’umanità, rifletta anche su questo.
_______________________________
mercoledì 3 giugno 2009
650 SCIENZIATI CONTESTANO CHE IL RISCALDAMENTO GLOBALE ESISTA E SIA CAUSATO DALL'UOMO
Cari amici,
fare ricerca ed ogni giorno scoprire che qualche menzogna in più ci viene propinata..... fa veramente riflettere......
A che scopo ci mentono?? Vengono diffuse notizie che poi si rivelano non attendibili.
I "poteri forti" hanno bisogno di avere una popolazione che non ragioni, che si senta una volta più insicura, che abbia necessità ogni giorno di più di fare uso di psicofarmaci per dormire?
Pensiamo un po' perchè insinuano nella gente una miriade di timori ??
Forse che una popolazione timorosa sarà più docile a tutto quello che "l'elite" ha programmato di propinarci?
Riflettiamo !
Aggiornamento mercoledi 9 dicembre 2015
Sono trascorsi più di sei anni e con amarezza scopriamo che Papa Francesco ha "sposato" in pieno una causa che definire discutibile è dire poco, prima con la sua enciclica "Laudato sì" , ieri sera con l'utilizzo della Basilica di San Pietro quale "sponsor" .
Siamo ancora in tempo per limitarci a riflettere?
RISCALDAMENTO GLOBALE, 650 SCIENZIATI "DISSIDENTI"
di Riccardo Cascioli inserito il: 2-1-2009
Erano 400 alla fine del 2007, sono diventati 650 alla fine del 2008. Stiamo parlando degli scienziati di fama internazionale citati in un Rapporto depositato presso il Senato americano, che contestano apertamente la “dottrina” del riscaldamento globale antropogenico (ovvero causato dall’uomo). Vale a dire la base scientifica che sta dietro il Protocollo di Kyoto e le scelte di politica ambientale dell’Unione Europea, tra cui il recente e tanto discusso pacchetto clima-energia.
Quindi nel corso del 2008 altri 250 scienziati si sono ribellati al pensiero unico scientifico e, cosa ancora più rilevante, molti di loro sono collaboratori presenti e passati dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’organismo creato all’interno del sistema ONU per monitorare gli studi sui cambiamenti climatici e tra i principali responsabili dei ricorrenti allarmi sul clima.
Il rapporto del Senato Americano, depositato l’11 dicembre scorso, mette in evidenza che il tanto sbandierato consenso scientifico riguardo ai cambiamenti climatici è una clamorosa menzogna. Nelle 231 pagine, infatti, il rapporto elenca tutti gli scienziati “dissidenti”, con le loro biografie, gli studi compiuti e i saggi scientifici sui cambiamenti climatici che possono quindi essere consultati da chi vuole approfondire le posizioni. Gli scienziati citati in questo nuovo rapporto sono esperti in diversi campi legati alla climatologia: geologia, biologia, glaciologia, biogeografia, meteorologia, oceanografia, economia, chimica, matematica, scienze ambientali, astrofisica, ingegneria, fisica, paleoclimatologia. Alcuni di loro sono premi Nobel nei loro rispettivi campi scientifici e altri hanno condiviso una “fetta” del Premio Nobel per la Pace 2007 assegnato all’IPCC e ad Al Gore.
Fra di loro sono cvitati anche quattro scienziati italiani: il ben noto fisico Antonino Zichichi, presidente della Federazione Mondiale degli Scienziati; il professor Renato Angelo Ricci, presidente onorario della Società Italiana di Fisica, il professor Franco Battaglia, docente di Chimica ambientale all'Università di Modena (Ricci e Battaglia sono anche tra i fondatori dell'associazione scientifica Galileo 2001); e il tenente colonnello Guido Guidi, del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica (CNMCA) di Pratica di Mare (Roma), creatore dell'interessantissimo blog Climate Monitor.
Quindi nel corso del 2008 altri 250 scienziati si sono ribellati al pensiero unico scientifico e, cosa ancora più rilevante, molti di loro sono collaboratori presenti e passati dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’organismo creato all’interno del sistema ONU per monitorare gli studi sui cambiamenti climatici e tra i principali responsabili dei ricorrenti allarmi sul clima.
Il rapporto del Senato Americano, depositato l’11 dicembre scorso, mette in evidenza che il tanto sbandierato consenso scientifico riguardo ai cambiamenti climatici è una clamorosa menzogna. Nelle 231 pagine, infatti, il rapporto elenca tutti gli scienziati “dissidenti”, con le loro biografie, gli studi compiuti e i saggi scientifici sui cambiamenti climatici che possono quindi essere consultati da chi vuole approfondire le posizioni. Gli scienziati citati in questo nuovo rapporto sono esperti in diversi campi legati alla climatologia: geologia, biologia, glaciologia, biogeografia, meteorologia, oceanografia, economia, chimica, matematica, scienze ambientali, astrofisica, ingegneria, fisica, paleoclimatologia. Alcuni di loro sono premi Nobel nei loro rispettivi campi scientifici e altri hanno condiviso una “fetta” del Premio Nobel per la Pace 2007 assegnato all’IPCC e ad Al Gore.
Fra di loro sono cvitati anche quattro scienziati italiani: il ben noto fisico Antonino Zichichi, presidente della Federazione Mondiale degli Scienziati; il professor Renato Angelo Ricci, presidente onorario della Società Italiana di Fisica, il professor Franco Battaglia, docente di Chimica ambientale all'Università di Modena (Ricci e Battaglia sono anche tra i fondatori dell'associazione scientifica Galileo 2001); e il tenente colonnello Guido Guidi, del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica (CNMCA) di Pratica di Mare (Roma), creatore dell'interessantissimo blog Climate Monitor.
A beneficio di chi non ha intenzione di leggersi tutto il rapporto, ecco alcune delle citazioni contenute:
“Sono scettico… Il riscaldamento globale è diventato una nuova religione”
Ivar Giaevar, premio Nobel per la Fisica
“Siccome non sono più affiliato ad alcuna organizzazione né ricevo alcun finanziamento, posso parlare sinceramente… Come scienziato resto scettico… Il fondamento della tesi secondo cui le emissioni umane di gas serra sono la causa del riscaldamento è quasi del tutto basato sui modelli climatici. Ora, tutti noi conosciamo la fragilità dei modelli riguardanti il sistema aria-superficie”
Joanne Simpson, scienziata dell’atmosfera, prima donna al mondo a ottenere un PhD in meteorologia; autrice di oltre 190 studi, definita “tra i più importanti scienziati degli ultimi 100 anni”.
“I timori per il riscaldamento sono il pegior scandalo scientifico della storia… Quando la gente capirà la verità, si sentirà ingannata dalla scienza e dagli scienziati”.
Itoh Kiminori, giapponese, collaboratore dell’IPCC, PhD in chimica e fisica dell’ambiente
“L’IPCC è ormai diventato un circuito chiuso; non ascolta gli altri. Non ha una mente aperta… Sono veramente sconcertato che il Premio Nobel per la Pace sia stato dato sulla base di conclusioni non corrette tratte da persone che non sono geologi”.
Arun D. Ahluwalia, geologo dell’Università del Punjab e membro del Consiglio di amministrazione dell’Anno Internazionale del Pianeta (sostenuto dall’ONU)
“Finora, non ci sono dati reali che diano modo di preoccuparsi di un futuro riscaldamento catastrofico”
Jarl R. Ahlbeck, ingegnere chimico all’Università Abo Akademi in Finlandia, autore di 200 pubblicazioni scientifiche ed ex membro di Greenpeace.
“Chiunque affermi che il dibattito è finito e che le conclusioni sono chiare ha un approccio chiaramente non scientifico a uno dei più importanti temi del momento”.
Pal Brekke, fisico solare, consigliere del Norwegian Space Centre di Oslo. Ha pubblicato oltre 40 articoli scientifici “peer-reviewed” sull’interazione del Sole con la Terra.
“I modelli e le previsioni dell’IPCC non sono corretti perché sono basati soltanto su modelli matematici e su scenari che non includono, per esempio, l’attività solare”.
Victor Manuel Velasco Herrera, ricercatore all’Istituto di geofisica dell’Università Nazionale del Messico.
“Sono scettico… Il riscaldamento globale è diventato una nuova religione”
Ivar Giaevar, premio Nobel per la Fisica
“Siccome non sono più affiliato ad alcuna organizzazione né ricevo alcun finanziamento, posso parlare sinceramente… Come scienziato resto scettico… Il fondamento della tesi secondo cui le emissioni umane di gas serra sono la causa del riscaldamento è quasi del tutto basato sui modelli climatici. Ora, tutti noi conosciamo la fragilità dei modelli riguardanti il sistema aria-superficie”
Joanne Simpson, scienziata dell’atmosfera, prima donna al mondo a ottenere un PhD in meteorologia; autrice di oltre 190 studi, definita “tra i più importanti scienziati degli ultimi 100 anni”.
“I timori per il riscaldamento sono il pegior scandalo scientifico della storia… Quando la gente capirà la verità, si sentirà ingannata dalla scienza e dagli scienziati”.
Itoh Kiminori, giapponese, collaboratore dell’IPCC, PhD in chimica e fisica dell’ambiente
“L’IPCC è ormai diventato un circuito chiuso; non ascolta gli altri. Non ha una mente aperta… Sono veramente sconcertato che il Premio Nobel per la Pace sia stato dato sulla base di conclusioni non corrette tratte da persone che non sono geologi”.
Arun D. Ahluwalia, geologo dell’Università del Punjab e membro del Consiglio di amministrazione dell’Anno Internazionale del Pianeta (sostenuto dall’ONU)
“Finora, non ci sono dati reali che diano modo di preoccuparsi di un futuro riscaldamento catastrofico”
Jarl R. Ahlbeck, ingegnere chimico all’Università Abo Akademi in Finlandia, autore di 200 pubblicazioni scientifiche ed ex membro di Greenpeace.
“Chiunque affermi che il dibattito è finito e che le conclusioni sono chiare ha un approccio chiaramente non scientifico a uno dei più importanti temi del momento”.
Pal Brekke, fisico solare, consigliere del Norwegian Space Centre di Oslo. Ha pubblicato oltre 40 articoli scientifici “peer-reviewed” sull’interazione del Sole con la Terra.
“I modelli e le previsioni dell’IPCC non sono corretti perché sono basati soltanto su modelli matematici e su scenari che non includono, per esempio, l’attività solare”.
Victor Manuel Velasco Herrera, ricercatore all’Istituto di geofisica dell’Università Nazionale del Messico.
“E’ una clamorosa bugia portata avanti sui media che fa sembrare che esista soltanto un piccolo gruppo di scienziati che non si accodano alla teoria del riscaldamento globale antropogenico”.
Stanley B. Goldenberg, scienziato dell’atmosfera all’Hurricane Research Division del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration).
“Anche raddoppiare o triplicare le emission di biossido di carbonio avrà un impatto limitato, visto che sono il vapore acqueo e l’acqua condensata in particelle come nuvole dominano la scena mondiale e sempre lo faranno”.
Geoffrey G. Duffy, docente al Dipartimento di Ingegneria chimica e dei materiali all’Università di Auckland, Nuova Zelanda
“Dopo aver letto il commento asinino di Pachauri (presidente dell’IPCC) che paragona gli ‘scettici del clima’ a quelli che credono che la terra sia piatta, è difficile restare calmi”.
William M. Briggs, statistico del clima, specializzato in statistica delle previsioni meteo, membro della Commissione statistica della Società Metorologica Americana e condirettore della Monthly Weather Review.
“I teorici di Kyoto hanno messo il carro davanti ai buoi. E’ il riscaldamento globale che provoca aumenti di biossido di carbonio nell’atmosfera, e non il contrario… Molti documenti critici presentati alla Conferenza Onu di Madrid del 1995 sono spariti senza lasciare tracce. Come conseguenza, la discussione è diventata unilaterale e pesantemente distorta, e l’ONU ha dichiarato che il riscaldamento globale è un fatto scientifico”.
Andrei Kapitsa, geografo russo e ricercatore sui ghiacci antartici
Stanley B. Goldenberg, scienziato dell’atmosfera all’Hurricane Research Division del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration).
“Anche raddoppiare o triplicare le emission di biossido di carbonio avrà un impatto limitato, visto che sono il vapore acqueo e l’acqua condensata in particelle come nuvole dominano la scena mondiale e sempre lo faranno”.
Geoffrey G. Duffy, docente al Dipartimento di Ingegneria chimica e dei materiali all’Università di Auckland, Nuova Zelanda
“Dopo aver letto il commento asinino di Pachauri (presidente dell’IPCC) che paragona gli ‘scettici del clima’ a quelli che credono che la terra sia piatta, è difficile restare calmi”.
William M. Briggs, statistico del clima, specializzato in statistica delle previsioni meteo, membro della Commissione statistica della Società Metorologica Americana e condirettore della Monthly Weather Review.
“I teorici di Kyoto hanno messo il carro davanti ai buoi. E’ il riscaldamento globale che provoca aumenti di biossido di carbonio nell’atmosfera, e non il contrario… Molti documenti critici presentati alla Conferenza Onu di Madrid del 1995 sono spariti senza lasciare tracce. Come conseguenza, la discussione è diventata unilaterale e pesantemente distorta, e l’ONU ha dichiarato che il riscaldamento globale è un fatto scientifico”.
Andrei Kapitsa, geografo russo e ricercatore sui ghiacci antartici
“Sono convinto che l’attuale allarme sul biossido di carbonio sia un errore… Le paure sul riscaldamento globale causato dall’uomo sono infondate e non si basano su una scienza corretta”.
Will Happer, docente al Dipartimento di Fisica dell’Univerità di Princeton, ex direttore della Ricerca energetica al Dipartimento dell’Energia degli USA. Autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche, membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze.
“Strumento regolatore della natura è il vapore acqueo: più biossido di carbonio porta minore umidità nell’aria, mantenendo il totale dei gas serra in accordo alle condizioni necessarie di equilibrio”.
Miklos Zagony, fisico ungherese, ricercatore sull’ambiente. Ha cambiato posizione dopo essere stato un grande sostenitore della teoria del riscaldamento globale e in Ungheria è stato un pubblico sostenitore del Protocollo di Kyoto.
“Per quanti anni il pianeta dovrà raffreddarsi prima che si cominci a capire che non si sta scaldando? Per quanti anni il raffreddamento dovrà andare avanti?”.
David Gee, geologo, docente all’Università di Uppsala (Svezia), segretario della commissione scientifica del Congresso Geologico Internazionale 2008 che ha autorizzato la pubblicazione di 130 studi “peer-reviewed”.
“Gore mi ha provocato a iniziare a investigare di nuovo nella scienza e mi sono rapidamente e solidamente trovato nel campo degli ‘scettici’… I modelli climatici al massimo possono essere utili per spiegare i cambiamenti climatici dopo che sono avvenuti”.
Hajo Smith, meteorologo, Olanda, ex membro della commissione olandese dell’IPCC, ex sostenitore della tesi del riscaldamento globale antropico.
“La quantità di Co2 che produciamo è insignificante in termini di circolazione naturale tra aria, acqua e suolo… Sto preparando un dettagliato studio sui rapporti dell’IPCC e dei Sommari per i Politici, per spiegare in che modo i Sommari hanno distorto la scienza”.
Philip Lloyd, fisico nucleare e ingegnere chimico, Sudafrica, coordinatore degli autori dell’IPCC.
Will Happer, docente al Dipartimento di Fisica dell’Univerità di Princeton, ex direttore della Ricerca energetica al Dipartimento dell’Energia degli USA. Autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche, membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze.
“Strumento regolatore della natura è il vapore acqueo: più biossido di carbonio porta minore umidità nell’aria, mantenendo il totale dei gas serra in accordo alle condizioni necessarie di equilibrio”.
Miklos Zagony, fisico ungherese, ricercatore sull’ambiente. Ha cambiato posizione dopo essere stato un grande sostenitore della teoria del riscaldamento globale e in Ungheria è stato un pubblico sostenitore del Protocollo di Kyoto.
“Per quanti anni il pianeta dovrà raffreddarsi prima che si cominci a capire che non si sta scaldando? Per quanti anni il raffreddamento dovrà andare avanti?”.
David Gee, geologo, docente all’Università di Uppsala (Svezia), segretario della commissione scientifica del Congresso Geologico Internazionale 2008 che ha autorizzato la pubblicazione di 130 studi “peer-reviewed”.
“Gore mi ha provocato a iniziare a investigare di nuovo nella scienza e mi sono rapidamente e solidamente trovato nel campo degli ‘scettici’… I modelli climatici al massimo possono essere utili per spiegare i cambiamenti climatici dopo che sono avvenuti”.
Hajo Smith, meteorologo, Olanda, ex membro della commissione olandese dell’IPCC, ex sostenitore della tesi del riscaldamento globale antropico.
“La quantità di Co2 che produciamo è insignificante in termini di circolazione naturale tra aria, acqua e suolo… Sto preparando un dettagliato studio sui rapporti dell’IPCC e dei Sommari per i Politici, per spiegare in che modo i Sommari hanno distorto la scienza”.
Philip Lloyd, fisico nucleare e ingegnere chimico, Sudafrica, coordinatore degli autori dell’IPCC.
“Molti scienziati stanno cercando un modo per tornare indietro silenziosamente (dal promuovere le paure del riscaldamento) senza vedere rovinate le proprie carriere professionali”.
James A. Peden, Fisico dell’atmosfera, ex membro del centro di Ricerca Spaziale di Pittsburgh.
James A. Peden, Fisico dell’atmosfera, ex membro del centro di Ricerca Spaziale di Pittsburgh.
“Tutti quelli che premono per azioni per fermare il riscaldamento globale hanno bisogno di togliersi i paraocchi e cominciare a pensare cosa dovremmo fare se invece ci troviamo ad affrontare un raffreddamento globale”.
Phil Chapman, Geofisico, ingegnere spaziale ed ex astronauta della NASA.
“Creare un’ideologia legata al biossido di carbonio è un nonsenso pericoloso… L’attuale allarme sui cambiamenti climatici è uno strumento di controllo sociale, un pretesto per grossi affari e battaglie politiche”.
Delgado Domingos, Scienziato dell’Ambiente, Portogallo, fondatore del gruppo Numerical Weather Forecast, ha pubblicato oltre 150 articoli scientifici.
“Le emissioni di Co2 non fanno assolutamente differenza in un modo o nell’altro… Qualsiasi scienziato sa questo, ma dirlo non paga…. Il riscaldamento globale, come veicolo politico, mantiene gli europei al posto di guida e i Paesi in via di sviluppo a camminare a piedi scalzi”.
Takeda Kunihiko, vice-cancelliere dell’Institute of Science and Techonology Research all’Università di Chubu (Giappone).
“L’allarmismo sul riscaldamento globale ha la sua giustificazione nel fatto che è qualcosa che genera fondi”.
Eduardo Tonni, paleontologo, capo del Dipartimento di Paleonotologia all’Università di La Plata (Argentina) e membro della Commissione per la Ricerca Scientifica di Buenos Aires.
Phil Chapman, Geofisico, ingegnere spaziale ed ex astronauta della NASA.
“Creare un’ideologia legata al biossido di carbonio è un nonsenso pericoloso… L’attuale allarme sui cambiamenti climatici è uno strumento di controllo sociale, un pretesto per grossi affari e battaglie politiche”.
Delgado Domingos, Scienziato dell’Ambiente, Portogallo, fondatore del gruppo Numerical Weather Forecast, ha pubblicato oltre 150 articoli scientifici.
“Le emissioni di Co2 non fanno assolutamente differenza in un modo o nell’altro… Qualsiasi scienziato sa questo, ma dirlo non paga…. Il riscaldamento globale, come veicolo politico, mantiene gli europei al posto di guida e i Paesi in via di sviluppo a camminare a piedi scalzi”.
Takeda Kunihiko, vice-cancelliere dell’Institute of Science and Techonology Research all’Università di Chubu (Giappone).
“L’allarmismo sul riscaldamento globale ha la sua giustificazione nel fatto che è qualcosa che genera fondi”.
Eduardo Tonni, paleontologo, capo del Dipartimento di Paleonotologia all’Università di La Plata (Argentina) e membro della Commissione per la Ricerca Scientifica di Buenos Aires.
“Qualsiasi sia il tempo, esso non è causato dal riscaldamento globale. Al limite, il clima potrebbe essere all’inizio di un periodo di raffreddamento”.
Art V. Douglas, Scienziato dell’atmosfera, ex direttore del Dipartimento di Scienze Atmosferiche della Creighton University di Omaha, Nebraska (USA), autore di numerose pubblicazioni scientifiche “peer-reviewed”.
Art V. Douglas, Scienziato dell’atmosfera, ex direttore del Dipartimento di Scienze Atmosferiche della Creighton University di Omaha, Nebraska (USA), autore di numerose pubblicazioni scientifiche “peer-reviewed”.
“Non c’è una qualsivoglia base scientifica falsificabile per affermare che il riscaldamento è causato dai gas serra prodotti dall’uomo perché l’attuale teoria fisica è troppo inadeguata per poter indicare una qualsiasi causa”.
Patrick Frank, chimico.
Patrick Frank, chimico.
“La ‘paura del riscaldamento globale’ viene usata come arma politica per aumentare il controllo del governo sulla vita degli americani, sui loro redditi e sulle loro decisioni”.
Jack Schmitt, geologo e astronauta della NASA, arrivato sulla Luna con la missione Apollo 17 ed ex consulente del Norwegian Geological Survey e dell’US Geological Survey.
“La Terra si sta raffreddando dal 1998 malgrado le previsioni dell’IPCC… La temperatura globale per il 2007 è stata la più fredda del decennio e la più fredda del millennio… Questo spiega perché il ‘riscaldamento globale’ adesso si chiama ‘cambiamento climatico’ “.
Richard Keen, climatologo del Dipartimento di Scienze Atmosferiche e Oceaniche dell’Università del Colorado.
Jack Schmitt, geologo e astronauta della NASA, arrivato sulla Luna con la missione Apollo 17 ed ex consulente del Norwegian Geological Survey e dell’US Geological Survey.
“La Terra si sta raffreddando dal 1998 malgrado le previsioni dell’IPCC… La temperatura globale per il 2007 è stata la più fredda del decennio e la più fredda del millennio… Questo spiega perché il ‘riscaldamento globale’ adesso si chiama ‘cambiamento climatico’ “.
Richard Keen, climatologo del Dipartimento di Scienze Atmosferiche e Oceaniche dell’Università del Colorado.
Nessun commento:
Posta un commento