di Marco Della Luna 19 gennaio 2016
“Fondi e trust stranieri hanno deciso di comprarsi ( tra qualche mese) il resto delle nostre banche e i loro immobili posti a garanzia dagli italiani, per quattro soldi…”
Dopo gli ultimi crolli in borsa, sulle rovine fumanti del Sistema bancario italiano, riempito di sofferenze, decotto, e grazie a ciò oramai interamente svenduto alla grande finanza imperialista, che ormai possiede al 95% anche la Banca d’Italia, ora Renzi può raccogliere il frutto dell’azione dei suoi predecessori filobancari da Veltroni in poi, e annunciare al suo patron americano il fatidico “Mission accomplished!” Con un grazie sonoro a tutto l’ampio mercenariato pseudo-intellettuale della sinistra (oggi liberal e filoamericano), nei media, nelle scuole, nella “giustizia”, nonché ai babbei della sua base elettorale, senza la cui fede non sarebbe stato possibile consegnare il Paese interamente e dal suo interno agli interessi privati stranieri, né omogeneizzarlo alla loro cultura e ai loro valori, strumentalmente congegnati, dissolvendone l’identità storica.
Il take-over delle non molte banche italiane tuttora italiane è annunciato da Wall Street Italia nell’articolo attaccato qui sotto. Renzi è così sul punto di portare a compimento la lunga road map di riforme bancarie e finanziarie commissionata alla sinistra italiana, da Andreatta in poi, che, iniziata nel 1981 col rendere la Banca d’Italia indipendente da governo e parlamento, e col privatizzare il finanziamento del debito pubblico, ha rapidamente raddoppiato il medesimo, creando ad arte una situazione di cronica emergenza, sulla cui onda la sinistra (spesso con l’appoggio dei filoamericani del centro) ha poi eseguito le successive riforme, sopra tutte l’abolizione del Glass Steagall Act (omologo italiano), l’autorizzazione della creazione bancaria di moneta elettronica per i prestiti, l’autorizzazione al massiccio uso truffaldino dei derivati finanziari, l’ingresso nel Sistema Europeo delle Banche Centrali, la riforma della Banca d’Italia nel 2006, la sua definitiva privatizzazione-esterizzazione nel 2014, l’adesione agli accordi privati di Basilea I, II, III, che erano studiati per lasciare senza credito le imprese italiane in favore delle grandi imprese nordeuropee, l’introduzione del fiscal compact e del bail-in, e la sistematica negligenza dei controlli sul deterioramento dei crediti delle banche (sofferenze arrivate a oltre 300 miliardi) e sulla concessione di prestiti compiacenti agli amici e ai raccomandati – che poi non pagano.
Era tutto preordinato a due obiettivi:
-sul lato esterno, per consegnare il sistema bancario italiano, compresa la Banca d’Italia, quindi il potere economico-politico sul Paese, ai finanzieri stranieri, trasformando l’Italia in una loro dipendenza, quale è ora, e le sue istituzioni in altrettante marionette, senza alcuna libertà di scelta politica;
-sul lato interno, per consentire ai finanzieri nazionali e ai loro affiliati politici di mantenere i loro privilegi e continuare a saccheggiare il risparmio e i beni reali degli Italiani senza mai pagare il fio.
La riforma della Costituzione della legge elettorale che Renzi sta completando, è il perfezionamento di questo disegno, in quanto consentirà ai suoi mandanti della grande finanza di governare un paese immiserito e lacerato, vanificando ogni possibile opposizione, pilotando un unico uomo che controlla partito, parlamento, Quirinale, CSM, commissioni di controllo. E al contempo consentirà alla partitocrazia di impedire alla parte non allineata della magistratura e dei mass media di scoprire e far conoscere i traffici criminali della medesima partitocrazia: casi quali Mafia Capitale e Banca Etruria non potranno più venire alla luce, dopo la conferma referendiaria della riforma costituzionale – conferma comperata da Renzi con la riforma della riscossione del canone Rai, che porterà ai dirigenti Rai circa 300 milioni in più, così da fidelizzarli al PD e da renderli leali sostenitori della sua linea.
I fatti stanno confermando, insomma, che la politica italiana si regge ormai strutturalmente sull’alleanza tra la partitocrazia interna e le lobby finanziarie esterne, alleanza per spartirsi le risorse del Paese.
19.01.16 Marco Della Luna
articolo da Wall Street Italia
Banche italiane sotto attacco, bagno di sangue su Mps: -15%
18 gennaio 2016, di Laura Naka Antonelli
ROMA (WSI) – Bagno di sangue sui titoli bancari italiani, ormai sotto attacco dall’inizio del 2016. Mps sorvegliato speciale: le quotazioni della banca senese crollano oltre -16%, vengono sospese per eccesso di ribasso e aggiornano il minimo storico, scivolando fino a quota 0,75 euro.
La banca in Borsa vale solo 2,2 miliardi di euro, al di sotto dei tre miliardi dell’aumento di capitale lanciato lo scorso anno.
Ma nella sessione odierna, vengono congelati al ribasso anche altri titoli bancari scambiati sul listino benchmark Ftse Mib di Borsa Italiana: il panic selling non risparmia le banche popolari, che entrano anch’esse in asta di volatilità.
Numeri da bollettino di guerra, che portano l’indice di settore delle banche italiane a estendere le perdite del 2016 a oltre -16%. E per i broker non sarebbe finita. L’indice settoriale ha ceduto fino al -5% nella sessione di oggi, contro il -2% circa del sottoindice che monitora la performance dei titoli bancari europei.
Stando a quanto riporta un articolo di Reuters, aumenta il nervosismo degli investitori su come gli istituti riusciranno a far fronte a un contesto caratterizzato da bassi tassi di interesse – ostacolo alla loro redditività – e alla montagna di 200 miliardi di euro di crediti deteriorati che è improbabile verrà rimborsata dai debitori.
JP Morgan lo ha detto chiaramente: i titoli delle banche italiane devono essere evitati, in quanto i bassi tassi di interesse metteranno sotto pressione i ricavi più che nei casi di altre banche di altri paesi. La divisione di ricerca della banca Usa favorisce le banche spagnole, anche perchè a suo avviso i titoli vengono scambiati a premio rispetto alla possibilità di operazioni di M&A, che sarebbero state invece già in parte scontate dal settore bancario italiano.
I motivi del crollo
Gli interrogativi e i dubbi prendono di mira soprattutto il titolo Mps, che ha disperatamente bisogno di un partner con cui avviare una operazione di fusione, di una sorta di banca salvatrice che possa garantire la sua sopravvivenza. Ma il cavaliere bianco non si vede all’orizzonte.
La banca è uscita indebolita dagli ultimi aumenti di capitale e gli investitori hanno paura che se come sembra resterà fuori dal risiko del settore delle popolari subirà gravi conseguenze. Il progetto per la creazione di una bad bank in cui parcheggiare i crediti deteriorati, inoltre, è ancora in alto mare.
L’attenzione è sempre di più su una fusione tra BPM e BP. Pop Milano è anche nelle mire di Ubi Banca. E certo, in tutto questo, non si può dimenticare l’effetto che il decreto salva banche ha avuto sulla fiducia dei correntisti verso gli istituti italiani.
Secondo Affari & Finanza di Repubblica, gli advisor Ubs e Citi in sei mesi non sono riusciti a catalizzare l’interesse concreto di un partner. Versando in una condizione di intrinseca fragilità, Mps finisce così nel vortice del panic selling, con le vendite degli speculatori che si auto alimentano.
Le azioni Monte dei Paschi di Siena hanno azzerato nell’ultimo mese il 20% del proprio valore, cedendo ben il -50% negli ultimi 6 mesi.
Commenta il dr Alessandro Govoni, consulente (tra l’altro) di alcuni dei pochi magistrati che capiscono e contrastano le manovre politico-finanziarie di colonizzazione dell’Italia:
ore 8.15 di ieri lunedi 18/1, gli italiani vanno al lavoro tranquilli…hanno appena letto dai sottotitoli che compaiono su tg com 24 e su rainew che piazza affari ed addirittura i titoli bancari, (poi crollati a partire dalle 9.30, in un ora , del 16% -si era scritto sabato che sarebbero crollati del 3/4 % per 3/4 giorni , ci si era sbagliati sono crollati in un giorno solo-) , sono in aumento.
Ma cosa trasmettono Rainews e tgcom 24? Trasmettono coi sottotitoli notizie Ansa.
Ma chi è l’Ansa ? Dal libro Colonia Italia edizione chiarelettere appena pubblicato si legge che da un file desecretato nel 2015 forse per errore da un archivio periferico di Stato del Regno Unito, l’ ANSA è controllata dalla Reuters, la Reuters è l’agenzia di stampa della Corona inglese . quindi a noi giungono notizie filtrate o dettate dalla Corona inglese..
Ma cosa è successo ieri Lunedi 18 gennaio 2016?
Sabato 16/1 scadevano a livello mondiale le opzioni . Cosa hanno fatto allora i fondi e trust stranieri?
Mesi prima avevano pompato la borsa, come ?
Si spiega la tecnica con parole semplici , come il sito di Borsa Italiana , di Bankitalia spa, wikipedia , della Consob o la Treccani (presidente della treccani è stato fino al 2014 giuliano amato), mai vi spiegherebbero
Come avevano fatto fondi e trust stranieri a pompare la borsa italiana mesi prima ? acquistando titoli allo scoperto ossia acquistandoli senza in realtà comprarli, titoli il cui valore nominale supponiamo era 100 euro per azione , li hanno comprati per esempio a 80 euro quando la loro quotazione era bassa , ma questi in sostanza ordinativi di acquisto hanno l’effetto che in gergo è detto pump , di pompare verso l’alto la quotazione reale dei titoli. A scadenza dell’opzione , appunto Sabato 16 Gennaio 2016 fondi e trust stranieri hanno venduto , sempre senza possedere i titoli , incassando 120 euro perchè nel frattempo i loro ordinativi precedenti avevano fatto aumentare la quotazione reale dei titoli .
Ma cosa hanno fondi e trust stranieri il giorno prima della scadenza dell’opzione del 16/1/2016? Il giorno prima , venerdi 15 Gennaio 2016 quando i telegiornali hanno trasmesso la notizia “bruciati 830 miliardi di dollari ” fondi e trust stranieri hanno venduto per davvero tutti i titoli bancari che avevano nel portafoglio , sono riusciti a vendere perche la borsa era ancora alta in quanto l’avevano pompata loro in modo artificioso con l’operazione descritta prima di acquisto allo scoperto.
Ma possibile che questi movimenti allo scoperto che possono avvenire anche a borsa chiusa e che si possono seguire in tempo reale sul sito it.investing.com/indices/future i nostri organi di vigilanza non li abbiano visti e non abbiano pensato bene di chiudere Piazza Affari lunedi 18/1/2016 come hanno fatto gli americani?
Non pensate che certe feste (marthin luther king day) non cadano e quindi certe chiusure della borsa USA non cadano apposta .
Piazza Affari è gestita da Borsa Italiana, Borsa italiana è di proprietà della London Stock Exchange di Londra , la stessa che controlla Wall Strett e la borsa di Londra, di proprietà tutte degli stessi fondi e trust anglo -americani ed arabi.
Questi fautori del libero mercato , hanno creato in sostanza un mercato che non è affatto libero.
Se Piazza Affari fosse rimasta chiusa ieri Lunedi 18 gennaio 2016, vedendo tutti i movimenti che stavano per compiersi e che si erano compiuti tra Sabato e Domenica fuori borsa sulle opzioni , non sarebbe stato permesso lo scempio che è accaduto ieri sulle nostre banche .
Ma da quale parte stanno i nostri vigilanti?
fondi e trust stranieri vogliono proprio comprare le nostre banche ed immobili connessi dal fallimento delle stesse a meno di 1 euro per azione ? Si spera che lo stato italiano, intendendo per Stato italiano esclusivamente la Magistratura ed i cittadini, non lo permettano e che sia lo Stato italiano ossia il Tesoro, come è avvenuto nell’Ottobre del 2008 negli Stati Uniti e nel Regno Unito, a comprasi le azioni a 1 euro per azione dal probabile fallimento di alcune, speriamo non tutte, nostre banche.
Il Tesoro del Regno Unito comprò,anzi sequestrò, nell’ottobre del 2008, le quote di The Royal Bank of Scotland, prima banca del Regno Unito e quinta banca al mondo , nazionalizzò una cinquantina di banche e di assicurazioni fallite , il Tesoro degli Stati Uniti ha nazionalizzato sempre nell’ottobre del 2008, AIG la piu grande compagnia di assicurazione al mondo, nazionalizzando in sostanza la raccolta del risparmio, ha nazionalizzato Fanny e Mac, leader dei mutui ipotecari , ha lasciato fallire Lehman , quarta banca d’affari degli Usa, per poi pretendere dagli acquirenti dal fallimento, anche di Bear stars , terza banca d’affari , una partecipazione agli utili .
La Magistratura statunitense non ha mai smesso di comminare multe da ottobre 2008 a questi banchieri privati: 13 miliardi di dollari a Jp Morgan, 17 a bank of America che non è la banca dell’america, ma una banca privata, 7 miliardi a Deutsche Bank, e l’altro giorno a Goldman Sachs 5 miliardi di dollari di multa, attenzione sono solo un paio di Procure statunitensi che stanno procedendo per conto di alcuni Stati confederati, immaginiamoci quando arriveranno anche gli altri . I legislatori statunitensi ed inglesi hanno promulgato nel 2012 e nel 2011 rispettivamente la Volker Rule e la Vickers Reform che ripristina la separazione tra banche di prestito e banche speculative e che inibisce in sostanza questa ignobile creazione elettronica dei prestiti cd politici, a politici e compagnia bella, raccomandati, clienterali, milioni , miliardi di euro con a garanzia solo un campo di margherite od un orto di 20 mq, mentre a famiglie, imprese ed enti locali italiani che ne hanno veramente bisogno, garanzie impossibili e tassi usurai , derivati truffaldini e quant’altro.
Dietro le nostre banche con maggioranze azionarie schiaccianti attraverso delegati persone fisiche abbiamo visto, ci sono sempre loro, fondi e trust stranieri, che incassano dagli italiani i proventi dei tassi usurai , delle perdite su derivati , che incassano le rate dei prestiti divenute, anche le quote capitali, oltretutto eluse al fisco, tutto guadagno per loro in Italia dal 1992 per effetto del d.lgs n. 481 del 14 dicembre 1992 , rischiando il banchiere, di suo, dal 1992 in italia solo l’8% del prestito concesso alla clientela…
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