SCIE NATO: CANCRO ASSICURATO
Italia: irrorazioni NATO
di Gianni Lannes 01.02.2016
Per una volta hanno ragione gli sciacalli dei negazionisti (ovviamente senza offesa per gli animali). Non chiamatele scie chimiche, bensì con il loro nome e cognome: scie NATO, ovvero quelle striature che sistematicamente dal 2002, notte e giorno i velivoli sotto mentite spoglie dell'alleanza atlantica rilasciano a bassa quota (parecchio sotto gli 8 mila metri di altitudine) sull'Europa, con il beneplacito di governi locali telecomandati ed eterodiretti da Washington incluso l'ausilio omertoso delle forze armate nazionali, a partire dall'Aeronautica militare italidiota. Anche il web, oltre alla realtà straripa di prove inconfutabili, eppure si continua a fare finta di niente mentre scende la nebbia neurotossica e il respiro si fa un rantolo; peggio a tacciare di qualunquismo chi osa parlarne con riscontri alla mano.
Belgio: irrorazioni NATO
Se non vi fidate dei vostri occhi e dei vostri sensi, allora date un'occhiata ai documenti ufficiali come “La conquista del tempo entro il 2025” dell'US Air Force, o il progetto Teller del 1997, oppure esaminate le centinaia di brevetti depositati negli Stati Uniti d'America, nonché le decine di pubblicazioni di svariate università statunitensi. E che ne dite del tempo primaverile in Italia, addirittura in pieno inverno? C'è qualcosa che non va? L'aerosolchemioterapia bellica ha trasformato il vecchio continente in una gigantesca camera a gas, per uno dei soliti esperimenti segreti dello zio Sam? Chi sta surriscaldando il clima del pianeta Terra? E perché? La nocivitàambientale è una strategia del sistema di dominio.
E chissà perché dal 1978, almeno sulla carta, la convenzione ONU, denominata ENMOD, vieta la guerra ambientale.
I padroni di Washington hanno specificato che il MUOS in Sicilia serve a fare la guerra. Infatti, sul sito dell'ambasciata USA in Italia si legge che il Muos è proprio un dispositivo di guerra:
“Il MUOS è il programma di comunicazione satellitare a banda stretta di nuova generazione del Dipartimento della Difesa creato per sostenere le operazioni militari USA e NATO in tutto il mondo”.
Sono stati presentati sul caso ben 15 atti parlamentari e il governo Renzi non risponde. Il dubbio è il movente non solo della ricerca, ma della civiltà. Poi tacciare di complottismo" chi osa denunciare questo crimine contro l'umanità, è follia istituzionale allo stato brado, anche perché con la semantica non si bara: il complottista è colui che ordisce appunto i complotti, non chi li svela.
Non solo hanno fatto impazzire il clima e la natura non c'entra. C’è un nesso tra l’inquinamento provocato deliberatamente dagli aerei militari ma non solo, e le nuove diagnosi di neoplasie? La più frequente è quella del colon-retto, seguita da seno, polmoni, prostata e vescica. Ogni giorno sono mediamente mille le italiane e gli italiani malati di tumore, vale a dire circa 363 mila nel solo 2015, mentre i morti sono in media 180 mila l’anno. Lo attesta l’ultimo rapporto dell’Aiom-Airtum (“I numero del cancro in Italia 2015”). Gli ultimi dati ufficiali disponibili (Istat 2012) vedono ancora le neoplasie agli organi respiratori come seconda causa di morte dopo le malattie cardio-circolatorie, ossia il 29 per cento di tutti i decessi.
Che fare? Petizioni ai carnefici e denunce alla magistratura sono un buco nell'acqua. Oltre ad informare e sensibilizzare le persone, bisogna unire le energie sane ed esiliare quella malsane, occorre mettere in pratica iniziative pacifiche, intelligenti, astute, energiche e determinate. Non è con i "mi piace"del mouse che si arresta l'aggressione alla vita. Vale a dire? Tanto per cominciare: sciopero generale ad oltranza ed obiezione fiscale su larga scala. Ci vuole una risposta politica che parta dal basso. E lasciate perdere i gurettimodenesi e i cialtroni d’ogni risma che ingrassano su questo dramma. Lamentarsi e piagnucolare non serve a niente. Ci vuole una ribellione popolare. E’ in gioco la salute quotidiana e l'esistenza futura del genere umano. Si salvano tutti o nessuno. Non subire all'infinito ma reagire subito. Non siamo cavie: su la testa!
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