BANCHIERI, USURA E MAGISTRATI
di Marco Della Luna 18.06.16
Alcuni di questi magistrati, per soddisfare un preteso credito di questa banca, nonostante 5 perizie indipendenti che provavano che il credito era “intriso di usura”, hanno recentemente venduto all’asta la casa di Sigmund, senza trasmettere gli atti al PM affinché accertasse e perseguisse il reato di usura che emergeva dagli atti. E senza sospendere l’esecuzione, malgrado gli elementi di delittuosità inficianti il credito della banca. Anzi, hanno scritto che sanno che, in simili casi, l’orientamento prevalente è di sospendere l’esecuzione, ma hanno aggiunto che essi non lo condividono. In questo suo caso personale, e in altri, Sigmund ha denunciato un conflitto di interessi tra i magistrati in questione e le “vittime” della banca in questione.
In un mio breve intervento in coda alla conferenza, ho fatto presente che bisognerebbe accertare se si tratti di casi individuali, oppure di accordi su scala di tribunali locali, oppure ancora se siamo in presenza di un accordo, di un’intesa su scala nazionale, tra lobby dei banchieri e una lobby di magistrati, come gruppo di interesse organizzato. A questo fine, bisognerebbe fare un controllo a tappeto dei rapporti bancari di ogni magistrato (e suoi familiari) e le banche – ovviamente, anche quelle all’estero, compresi i circuiti Euroclear e Clearstream, che sono segreti, quindi adatti a pagare tangenti. E’ abbastanza ovvio che banchieri che commettono abusi in modo sistematico cerchino in modo sistematico di comperarsi la protezione di magistrati.
Ma i tribunali e i pm, come organi di controllo, non sono gli unici a funzionare male quando si tratta di banchieri e di grandi interessi finanziari.
Il 13 Giugno il ministro Calenda ha chiesto le dimissioni del presidente della Consob Giuseppe Vegas perché questi diede a suo tempo disposizione di togliere le indicazioni di rischiosità dai prospetti informativi dei prodotti bancari per investimento e risparmio, disposizione che facilitò i banchieri nel collocare agli ignari risparmiatori prodotti ad alto rischio, che poi divennero carta straccia. L’intervento di Calenda è tardivo e non cambia il fatto che il premier e il ministro Boschi siano figli (e futuri eredi) di due banchieri coinvolti in gravi accusi per irregolarità bancarie, e che il loro governo si regga grazie al supporto di un banchiere gravemente inquisito, a nome Verdini.
In molti scandali e bancarotte di banche (MPS, Banca Etruria, etc.) è stato denunciato che le istituzioni di controllo, cioè BdI (Banca d’Italia) e Consob, hanno chiuso entrambi gli occhi su vistosi sintomi e segnali indicativi di operazioni irregolari, e non sono intervenute per fermare i managers bancari che stavano saccheggiando le banche da loro amministrate e defraudando i risparmiatori. BdI è posseduta da banchieri privati, italiani ed esteri (anche indirettamente), cioè dagli stessi soggetti che essa dovrebbe controllare e trattenere dal compiere abusi. I dipendenti di BdI hanno moltissimi privilegi e stipendi da favola.
Lo stesso presidente Mattarella è intervenuto contro la proposta di istituire una commissione di inchiesta sulle suddette omissioni di BdI.
Il governo e la sua maggioranza parlamentare hanno recentemente varato il bail-in, che scarica i danni delle frodi dei banchieri sui risparmiatori irresponsabili, mentre i banchieri responsabili non vengono mai puniti e non perdono i propri guadagni. Ora il medesimo governo si appresta a varare una legge che consentirà ai banchieri di vendere le case dei debitori (spesso vittime di usura) in proprio, in quattro e quattr’otto, senza nemmeno passare per i giudici, più o meno amici che siano.
Insomma, i banchieri sono tutelati a tutti i livelli, in tutti gli abusi e senza alcuna vergogna. Il problema è sistemico e interessa tutte le istituzioni, l’intero stato. L’onnipotente sistema bancario globale, la finanza globale, detta le politiche fiscali e finanziarie, dirige l’azione dei governi, cambia i premiers, tira i fili delle autorità di controllo e garanzia – e perché non anche quelli della giustizia, allora?
E‘ peraltro vero che i crediti deteriorati delle banche italiane sono circa il doppio di quelli dichiarati nei bilanci, e che se lo stato e i giudici impedissero alle banche di aggiustare i loro bilanci, di praticare sistemicamente l’usura e di rifilare titoli spazzatura ai risparmiatori per raccogliere denaro fresco, il sistema bancario salterebbe. Quindi non lo fanno. E‘ il modo non dichiarato in cui il debole Stato italiano può sostenere il traballante sistema bancario. Lo Stato tedesco, per contro, può aiutare le sue banche in crisi in modo scoperto, avendo la forza materiale di imporre i suoi interessi nazionali anche contro le norme europee.
Una repubblica (res publica, cosa del pubblico, del popolo) non è più una repubblica, se, anziché fare gli interessi pubblici, serve interessi di una categoria imprenditoriale, ossia dei banchieri e dei finanzieri. Uno stato non è più uno stato se subisce una direzione dall’esterno. E‘ un‘agenzia. Questo vale anche per l’UE, naturalmente.
Molte persone percepiscono che non si possono più fidare di questo “stato”, di questa “repubblica” (non mi riferisco solo all’Italia, ovviamente). Da qui comportamenti di massa come l’assenteismo elettorale, le scelte politiche antisistema, il c.d. populismo, il c.d. complottismo, il rifiuto delle vaccinazioni prescritte dalle autorità. Molte persone intuiscono che lo stato è divenuto il front office di interessi privati ed esterni. Che quindi non le rispetta e non le rappresenta. Rappresenta altri soggetti; obbedisce, risponde ad altri soggetti. E ad essi deve rendere i conti.
Questi soggetti sono i monopolisti della creazione del capitale finanziario, il cartello dei banchieri. Il mondo odierno, anche i Brics, anche la Cina, condivide un unico sistema economico e politico: il capitalismo finanziario. Chi possiede il capitale finanziario, o meglio gli strumenti per produrlo, si prende la parte maggiore, e sempre crescente, del reddito e della ricchezza, togliendola ai lavoratori e ai proprietari delle risorse materiali. Questo sistema si basa sul denaro, o meglio sui valori contabili, finanziari. Non sul capitale materiale, sulla produzione di beni, sull’economia reale, sul lavoro, bensì sulla produzione e sulla quotazione di valori finanziari. I quali vengono creati mediante operazioni, registrazioni, puramente contabili, elettroniche. Chi ha il potere di fare queste operazioni, si impadronisce di tutta la ricchezza, anche se non produce alcuna ricchezza: la toglie agli altri. Questa è l’essenza del sistema. E chi dice che la politica ha il compito e la capacità di regolamentare i mercati e la finanza, o è un bugiardo, o è un babbeo. La finanza si compra i regolatori e i legislatori, o li ricatta col rating o con altri mezzi.
La principale di queste operazioni creative è la creazione di credito, ossia di moneta contabile, che è quella che le banche prestano alla clientela, e che costituisce circa il 92% di tutto ciò che si usa come moneta nel mondo. Solo l‘8% circa è moneta legale, ossia cartamoneta emessa dalle banche centrali.
Orbene, queste operazioni di creazione di moneta contabile, e di altri valori finanziari, sono monopolio del cartello delle banche, o meglio dei banchieri, di coloro che gestiscono le banche, e sono la fonte del loro potere sulla politica e sulla giustizia.
Al di là e al di sopra del problema dell’usura, quando una banca concede ed eroga un mutuo, lo fa non prendendo banconote dai suoi forzieri, e nemmeno attingendo dalle sue riserve virtuali, ma semplicemente scrivendo l’importo, digitandolo, sul conto corrente di disponibilità, cioè creando dal nulla ciò che presta.
Il che pone due problemi giuridici fondamentali:
a)questa creazione di valori monetari e finanziari non viene contabilizzata come una entrata di cassa, quindi non viene tassata: si realizza una gigantesca evasione fiscale;
b)la creazione monetaria, per legge, è riservata alla BCE; quindi quella che le banche creano nel prestare , e che contabilizzano come „Euro“ o „Dollari“, legalmente, non è e non può essere moneta vera; dunque quello che prestano non è moneta, ma un’altra cosa – qui manca il tempo per approfondire che cosa è realmente: l’ho fatto in altri articoli e nei saggi Cimiteuro, Euroschiavi, Traditori al governo, Sbankitalia, I signori della catastrofe.
Concludo dicendo che, in tribunale, in varie cause, ho sottoposto queste eccezioni a una dozzina di giudici, invitandoli formalmente a prendere posizione su questa falsa moneta e sulle sue conseguenze giuridiche, dato che si tratta appunto di problema di legalità di questa attività di creazione monetaria, che tra l´altro non rientra tra le attività bancarie autorizzate dalla legge; e tutti, dico tutti, hanno eluso il problema, hanno persino evitato di parlarne, benché mettessi davanti a loro le prove di questa prassi illegittima. Mi sembra di essere Galileo Galilei alle prese coi cardinali, quando metteva davanti a loro il telescopio e li invitava a guardarci dentro, per verificare che le sue affermazioni astronomiche erano vere, ma i cardinali, per non mettere in dubbio le false teorie astronomiche della Chiesa, rifiutavano di guardare: rifiutavano per convenienza.
Però quando il telescopio si diffuse tra gli scienziati, e con esso l’evidenza di come stanno le cose, anche i cardinali dovettero accettare la realtà “eretica” per non apparire bugiardi e ridicoli: la Terra gira veramente intorno al Sole. Ma, in fatto di realtà monetaria, per ora il clero giudiziario non si smuove, difende i dogmi della banca. Solo un giudice, ultimamente, ha ammesso che un cosiffatto sistema monetario-creditizio possa essere incostituzionale…
18.06.16 Marco Della Luna
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