di Marco Della Luna 25.07.2016
Nel mirino magistrati, ufficiali giudiziari, ministri, e perfino la Merkel: contestata la sovranità degli Stati
E’ partita in Germania (ma anche dal Sud Tirolo) un’ondata di azioni legali risarcitorie promosse da cittadini, contro pubblici funzionari, magistrati, statisti, persino contro la cancelliera Merkel e il presidente Gauk, per milioni e milioni di dollari. Le ragioni sono vari tipi di sopruso che i cittadini ritengono di aver subito, in violazione dei diritti dell’Uomo e delle leggi nazionali e internazionali. Ne danno ampia notizia testate comeDer Spiegel, Huffington Post e altre:
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Ecco l’iter:
1)Il cittadino comunica e registra il suo diritto risarcitorio assieme al fondamento di questo diritto (cioè alla descrizione del torto subito), nel registro statunitense dei debiti UCC (Uniform Commerce Code), seguendo le sue regole, e dando alla controparte un termine per opporsi replicando (il Ministero della “giustizia” tedesco ha dichiarato di aver già ottenuto, per la Merkel e per Gauk, la cancellazione delle registrazioni dei debiti);
2)Se la controparte non si oppone, la registrazione del debito è considerata come definitiva e il cittadino cita la controparte davanti alla Corte di Giustizia di Malta, ritenuta avere competenza in questa materia, richiedendo l’accertamento del torto subito e del diritto al risarcimento, nonché la conseguente condanna;
3)Il cittadino cede il credito risarcitorio a una società finanziaria che cura il recupero del credito avviando un procedimento esecutivo (pignoramento) contro la controparte, e paga il cittadino.
Qualcosa di simile è stato avviato anche da miei clienti contro avvocati, magistrati, ufficiali giudiziari che hanno avuto un ruolo in procedimenti esecutivi promossi da banche in base a contratti usurari, ma adendo la Corte di Kuala Lumpur, quella che ha messo sotto processo Bush e Blair per i crimini contro l’umanità commessi simulando prove di armi di distruzione di massa etc. per giustificare l’invasione dell’Iraq. In effetti, molti sono i magistrati che, per esempio, pur in presenza di usura bancaria matematicamente dimostrata, ingiustificatamente mandano avanti il pignoramento e le aste nell’interesse della banca usuraia. E non indagano il reato di usura. Il che significa che o hanno paura ad andare contro l’interesse dei banchieri (quantunque illecito); oppure hanno un accordo con le banche, individuale o collettivo, in base al quale ricevono vantaggi in cambio di copertura dell’usura. In ambedue le ipotesi, il cittadino percepisce che non può più fidarsi delle istituzioni nazionali e cerca tutele alternative, esterne allo Stato.
In diversi casi, le iniziative contro i soprusi hanno bloccato, più o meno permanentemente, l’azione ritenuta illegittima, nel senso che i pubblici ufficiali citati in giudizio hanno desistito dalle loro azioni contro i cittadini che si sono attivati con la suddetta procedura. Corre voce, ma ancora non ho potuto verificare, che un certo giudice svizzero, condannato dalla Corte maltese, abbia già subito il pignoramento della propria casa. In ogni caso, già il fatto di sentirsi richiedere milioni di dollari di risarcimento per azioni od omissioni che spesso sono effettivamente illegittime, basta a mettere in ansia questi signori.
Va ancora precisato che i cittadini tedeschi che hanno avviato queste pratiche si definiscono “Reichsbürger”, cioè “cittadini del Reich” – intendendo non il Terzo Reich, quello di Hitler, ma il Secondo Reich, quello fondato nel 1871, e che giuridicamente non è mai stato sciolto, nemmeno dalla costituzione della Repubblica Federale Tedesca dopo la II GM – Repubblica di cui i Reichsbürger negano la legittimità giuridica e la natura di Stato, essendo essa, secondo loro, un’entità esogena, una sorta di agenzia, o azienda, costituita dalle potenze occupanti per gestire la Germania. Sarebbe quindi ancora in vigore, secondo il diritto internazionale, la Costituzione di Weimar – una costituzione particolarmente democratica e garantista. Il Reich, così riattivato dai Reichsbürger, sta emettendo suoi documenti, come passaporti e patenti di guida, e stranamente questi documenti, almeno talvolta, vengono accettati dalle autorità della Repubblica Federale di Germania.
Per ora non sono in grado di valutare pienamente il fondamento giuridico di tutto quanto sopra esposto, né delle azioni giudiziarie cui ho accennato (mi chiedo soprattutto come possano essere recepite ed eseguite dalle autorità tedesche le decisioni di Malta o della Malaisia) , ma faccio notare un dato significativo: tutte queste azioni contro l’apparato statuale e contro i suoi funzionari, politici e magistrati, così come le azioni di rifiuto delle vaccinazioni prescritte dalle autorità e le azioni di contestazione della stessa sovranità degli Stati, così come anche l’astensionismo elettorale, sono la conseguenza del fatto che gli Stati hanno delegittimato sé stessi e hanno tradito i loro popoli col cedere la propria sovranità e iniziativa politica ed economica ad organismi autoreferenziali, perlopiù privati in quanto a interessi e gestione, anche se in parte aventi formale veste pubblica – come le banche centrali compresa la BCE, il FMI, il WTO, la Commissione UE – o addirittura, impersonalmente, ai “mercati (finanziari)”. E queste cessioni di sovranità non hanno portato maggiore ricchezza e stabilità, come esse promettevano per farsi accettare, ma al contrario, continue crisi e spietata insicurezza, assieme a maggiore sorveglianza e minore libertà. Hanno portato ricchezza solo ai padroni della finanza.
Per conseguenza, ormai, i cittadini diffusamente sfiduciano le istituzioni (e le istituzioni sfiduciate dal popolo possono conservare il potere materiale, ma hanno perso l’autorevolezza), e gli apparati statuali e le organizzazioni sovra-nazionali vengono ormai percepiti come apparati, anzi aziende, al servizio di interessi elitari privati, esterni e avversi a quelli dei popoli, interessi che controllano gli Stati stessi. Gli Stati di oggi, o ciò che ne rimane, sono agenzie che rispondono alla grande finanza e non ai popoli, non rappresentano più la gente, gli interessi del popolo, quindi non hanno più legittimazione politica né giuridica, tantomeno morale.
Gli Stati sono divenuti aziende private perché non dipendono più dalla volontà dei cittadini, bensì dipendono da finanzieri privati internazionali per la sopravvivenza finanziaria. Questi finanzieri, disponendo di diversi strumenti di ricatto irresistibili, dettano regole a cui “non c’è alternativa”, cioè regole contro cui la volontà dei cittadini non ha forza. Cambiano anche i governi eletti. La politica sono loro, i popoli sono esclusi.
Questo spiega il fatto che migliaia di cittadini stanno spedendo ai loro governi dichiarazioni (spesso tecnicamente pasticciate e illogiche) in cui disconoscono la sovranità dello “Stato (azienda)”, rivendicano la propria sovranità, si dichiarano indipendenti.
Sul piano teorico-razionale, essendo venuto meno lo Stato come res-publica, ossia cosa pubblica, si è aperto uno spazio politico e costituzionale in cui i cittadini possono mettersi insieme e fondare, dichiarandolo, una repubblica degli uomini e delle comunità in sostituzione degli ex-Stati ormai privatizzati, e indipendente da questi. Perché avere una res publica, costituirsi in un vero Stato, in cui essere partecipe e attivo, è un diritto fondamentale dell’Uomo, che oggi è negato, e che l’Uomo può riprendersi, disconoscendo gli ex-Stati e rifiutando loro ogni obbedienza e collaborazione, trattandoli come aziende private del capitalismo finanziario privato, quali essi sono.
Dunque, altro che “complottismo”, altro che “populismo”, come etichettano questo fenomeno i media convenzionali, nella loro usuale ottusità sociologica, che fa il paio con quella dei politici e dei magistrati tedeschi che invocano il varo di norme penali per reprimere le iniziative sopra descritte. Se il potere reagisce alla sfiducia che sale del basso con nuove mistificazioni e con misure di repressione, non potrà che aggiungere legna sotto la caldaia già in pressione.
19.07.16 Marco Della Luna
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