2 giugno 2009
EUROPA: LA MACCHINA ANTIDEMOCRATICA
di Raf Jespers
Fonte: http://www.ptb.be/hebdomadaire/article/elections-europeennes-3-leurope-cette-machine-antidemocratique.html
Traduzione del Centro di Cultura e Documentazione Popolare perwww.resistenze.org
L’Unione Europea che pretende di essere uno spazio «di libertà, sicurezza e diritti», un paradiso democratico per circa 500 milioni di cittadini, è piuttosto vista da questi stessi cittadini come un organo burocratico lontano, da qualche parte «a Bruxelles» dove tutte le decisioni sono prese senza essere concordate. Inoltre, l’Europa è impegnata a introdurre con discrezione pericolose agenzie di Stato nei settori della polizia e della giustizia.
Organizzazioni di difesa dei diritti dell’uomo, giuristi e avvocati mettono in guardia sulle pratiche dell’Unione Europea che potrebbero mettere in pericolo i diritti e le libertà dei cittadini, oltre che minare lo stato di diritto. Queste pericolose evoluzioni antidemocratiche sono appena conosciute e ancor meno sono oggetto di dibattito. A torto.
Come ristabilire maggior democrazia?
La Costituzione Europea non è passata perché il 54,8% della popolazione in Francia e il 61,6% nei Paesi Bassi hanno votato contro al referendum. Due anni più tardi, questa Costituzione è stata oggetto di una revisione come Trattato di Lisbona. Un nome diverso ma quasi lo stesso contenuto. Solo gli irlandesi hanno potuto pronunciarsi in un referendum, gli altri 26 paesi membri dell’Unione non hanno assunto il rischio di consultare i loro cittadini. Il Trattato è stato respinto dal 53,4% degli irlandesi. Ma l’Unione Europea non si rassegna entro il prossimo autunno farà mandare giù agli irlandesi un nuovo referendum e saranno obbligati a votare sì.
Il Trattato di Lisbona è in realtà una sorta di Costituzione che stabilisce una politica neoliberale, antisociale, antidemocratica e belligerante. Pone le basi per una politica europea che, nel corso dei prossimi venti anni, influenzerà considerevolmente la vita di tutti i cittadini europei. Ciascun europeo dovrebbe avere il diritto di esprimere la propria opinione con un referendum. È necessario porre termine al processo di ratifica. Il ricatto esercitato verso il popolo irlandese deve finire.
Dal 70% all’80% delle leggi adottate in Belgio e negli altri Stati membri sono decise dall’Unione Europea. Il potere dei parlamenti nazionali è di conseguenza notevolmente minato. Ma anche il potere del Parlamento Europeo è limitato. Infatti non può prendere nessuna iniziativa sui progetti di legge, solo la Commissione Europea può farlo. Le proposte di legge sono alle volte dettate alla Commissione dai lobbisti di Bruxelles (circa 20.000). Un Parlamento che non è autorizzato a proporre leggi non è un Parlamento democratico. Inoltre, il PE non può emanare una legge se non viene approvata anche dal Consiglio dei Ministri, questo processo è chiamato «procedura di codecisione». Il Consiglio che ha potere esecutivo assume in questo modo potere legislativo.
La separazione dei poteri?
Dimenticatela. In un insieme di materie (fiscalità, affari esteri…), il Parlamento Europeo non dispone di nessuna competenza.
Se è vero che il Trattato di Lisbona assegna maggiori competenze al PE e ai parlamenti nazionali, non apporta alcuna modifica ai meccanismi antidemocratici di base che reggono il processo decisionale. Se il Trattato verrà votato, l’Europa non sarà quindi più democratica. Perché sia veramente democratica,sarebbe necessario che il Parlamento europeo esercitasse autonomamente il potere legislativo in Europa (e che non lo condivida con il Consiglio), che sia competente in tutte le materie europee e che possa presentare proposte di legge. Questo perché il Parlamento Europeo è, in fin dei conti, l’unica istituzione dell’Unione Europea a essere direttamente eletta dai cittadini.
Nel 2007, la Corte di Giustizia Europea, per quanto riguarda i processi Laval e Viking (*), ha decretato che il diritto allo sciopero e il diritto alla parità di salario per i lavoratori stranieri sottostanno alle quattro libertà di mercato: libera circolazione di beni, di capitali, di persone e di servizi. La Corte Europea appoggia quindi la concorrenza sfrenata e gli attacchi dell’UE contro i diritti dei lavoratori.
I diritti sociali (diritto al lavoro, diritto a un salario decente) e i diritti sindacali (diritto allo sciopero, diritto alla libertà di espressione) devono essere prioritari rispetto alle libertà di mercato. Nessun tribunale, anche europeo, non può non cambiare questi principi. Le conquiste sociali devono essere rispettate all’interno degli Stati membri dell’UE ed estese anche ai lavoratori stranieri.
In nome della lotta contro il terrorismo e il radicalismo, la UE ha introdotto nel corso degli ultimi anni delle leggi penali molto pericolose. Così, chiunque «si oppone a una decisione delle autorità» o «vuole cambiare la struttura della società» può essere etichettato come terrorista. Le opinioni radicali sono passibili di pena. Con la direttiva «sulla conservazione dei dati», la UE intende mettere il traffico di Internet e le e-mail di tutti i cittadini sotto il controllo dei servizi di polizia e sicurezza. Con Europol, Eurojust, Cepol (centro di formazione della polizia), i capi della Task Force della polizia, la Gendarmeria europea, Frontex (controllo delle frontiere) e le decine di banche dati (SIS, VIS, Eurodac), la UE sta realizzando un apparato di polizia e di repressione totalmente incontrollato per il quale ciascun cittadino diviene sospetto e deve essere controllato.
È necessario porre fine allo stato di emergenza dichiarato dopo l’11 settembre. Certo, bisogna proteggere le persone dal terrorismo, ma questo non deve diventare un pretesto per minare i loro diritti e le loro libertà. Lo Stato può limitare le libertà solo dei cittadini che commettono delitti o sui quali pesano seri sospetti. Niente giustifica un controllo di tutti i cittadini senza distinzione.In uno Stato democratico sono i cittadini che controllano lo Stato e non il contrario. Sono indispensabili misure urgenti che garantiscano un maggiore controllo democratico sui servizi di polizia e di sicurezza europei, un controllo che potrebbe essere esercitato dai membri eletti del Parlamento europeo, per esempio.
Organizzazioni di difesa dei diritti dell’uomo, giuristi e avvocati mettono in guardia sulle pratiche dell’Unione Europea che potrebbero mettere in pericolo i diritti e le libertà dei cittadini, oltre che minare lo stato di diritto. Queste pericolose evoluzioni antidemocratiche sono appena conosciute e ancor meno sono oggetto di dibattito. A torto.
Come ristabilire maggior democrazia?
Il Trattato di Lisbona imposto a 500 milioni di cittadini europei…
La Costituzione Europea non è passata perché il 54,8% della popolazione in Francia e il 61,6% nei Paesi Bassi hanno votato contro al referendum. Due anni più tardi, questa Costituzione è stata oggetto di una revisione come Trattato di Lisbona. Un nome diverso ma quasi lo stesso contenuto. Solo gli irlandesi hanno potuto pronunciarsi in un referendum, gli altri 26 paesi membri dell’Unione non hanno assunto il rischio di consultare i loro cittadini. Il Trattato è stato respinto dal 53,4% degli irlandesi. Ma l’Unione Europea non si rassegna entro il prossimo autunno farà mandare giù agli irlandesi un nuovo referendum e saranno obbligati a votare sì.
…stop al Trattato di Lisbona
Il Trattato di Lisbona è in realtà una sorta di Costituzione che stabilisce una politica neoliberale, antisociale, antidemocratica e belligerante. Pone le basi per una politica europea che, nel corso dei prossimi venti anni, influenzerà considerevolmente la vita di tutti i cittadini europei. Ciascun europeo dovrebbe avere il diritto di esprimere la propria opinione con un referendum. È necessario porre termine al processo di ratifica. Il ricatto esercitato verso il popolo irlandese deve finire.
Un Parlamento Europeo (PE) con potere limitato…
Dal 70% all’80% delle leggi adottate in Belgio e negli altri Stati membri sono decise dall’Unione Europea. Il potere dei parlamenti nazionali è di conseguenza notevolmente minato. Ma anche il potere del Parlamento Europeo è limitato. Infatti non può prendere nessuna iniziativa sui progetti di legge, solo la Commissione Europea può farlo. Le proposte di legge sono alle volte dettate alla Commissione dai lobbisti di Bruxelles (circa 20.000). Un Parlamento che non è autorizzato a proporre leggi non è un Parlamento democratico. Inoltre, il PE non può emanare una legge se non viene approvata anche dal Consiglio dei Ministri, questo processo è chiamato «procedura di codecisione». Il Consiglio che ha potere esecutivo assume in questo modo potere legislativo.
La separazione dei poteri?
Dimenticatela. In un insieme di materie (fiscalità, affari esteri…), il Parlamento Europeo non dispone di nessuna competenza.
… il potere legislativo unicamente al Parlamento europeo
Se è vero che il Trattato di Lisbona assegna maggiori competenze al PE e ai parlamenti nazionali, non apporta alcuna modifica ai meccanismi antidemocratici di base che reggono il processo decisionale. Se il Trattato verrà votato, l’Europa non sarà quindi più democratica. Perché sia veramente democratica,sarebbe necessario che il Parlamento europeo esercitasse autonomamente il potere legislativo in Europa (e che non lo condivida con il Consiglio), che sia competente in tutte le materie europee e che possa presentare proposte di legge. Questo perché il Parlamento Europeo è, in fin dei conti, l’unica istituzione dell’Unione Europea a essere direttamente eletta dai cittadini.
La Corte di Giustizia Europea, il cane da guardia di un’Europa neoliberale…
Nel 2007, la Corte di Giustizia Europea, per quanto riguarda i processi Laval e Viking (*), ha decretato che il diritto allo sciopero e il diritto alla parità di salario per i lavoratori stranieri sottostanno alle quattro libertà di mercato: libera circolazione di beni, di capitali, di persone e di servizi. La Corte Europea appoggia quindi la concorrenza sfrenata e gli attacchi dell’UE contro i diritti dei lavoratori.
…stop agli attacchi contro i diritti sociali e sindacali
I diritti sociali (diritto al lavoro, diritto a un salario decente) e i diritti sindacali (diritto allo sciopero, diritto alla libertà di espressione) devono essere prioritari rispetto alle libertà di mercato. Nessun tribunale, anche europeo, non può non cambiare questi principi. Le conquiste sociali devono essere rispettate all’interno degli Stati membri dell’UE ed estese anche ai lavoratori stranieri.
L’Europa prepara uno Stato-poliziotto autoritario …
In nome della lotta contro il terrorismo e il radicalismo, la UE ha introdotto nel corso degli ultimi anni delle leggi penali molto pericolose. Così, chiunque «si oppone a una decisione delle autorità» o «vuole cambiare la struttura della società» può essere etichettato come terrorista. Le opinioni radicali sono passibili di pena. Con la direttiva «sulla conservazione dei dati», la UE intende mettere il traffico di Internet e le e-mail di tutti i cittadini sotto il controllo dei servizi di polizia e sicurezza. Con Europol, Eurojust, Cepol (centro di formazione della polizia), i capi della Task Force della polizia, la Gendarmeria europea, Frontex (controllo delle frontiere) e le decine di banche dati (SIS, VIS, Eurodac), la UE sta realizzando un apparato di polizia e di repressione totalmente incontrollato per il quale ciascun cittadino diviene sospetto e deve essere controllato.
…rispetto dei diritti e delle libertà dei cittadini
È necessario porre fine allo stato di emergenza dichiarato dopo l’11 settembre. Certo, bisogna proteggere le persone dal terrorismo, ma questo non deve diventare un pretesto per minare i loro diritti e le loro libertà. Lo Stato può limitare le libertà solo dei cittadini che commettono delitti o sui quali pesano seri sospetti. Niente giustifica un controllo di tutti i cittadini senza distinzione.In uno Stato democratico sono i cittadini che controllano lo Stato e non il contrario. Sono indispensabili misure urgenti che garantiscano un maggiore controllo democratico sui servizi di polizia e di sicurezza europei, un controllo che potrebbe essere esercitato dai membri eletti del Parlamento europeo, per esempio.
Fonte: http://www.ptb.be/hebdomadaire/article/elections-europeennes-3-leurope-cette-machine-antidemocratique.html
Traduzione del Centro di Cultura e Documentazione Popolare perwww.resistenze.org
2 commenti:
alina ha detto...
Il pericolo per l'Unine Europea non è solo, secondo me, nel famigerato Trattato di Lisbona che potrebbe già essere abbastanza ma, anche nella sua stessa struttura giuridica.Questa "codecisione", che è la procedura per l'approvazione della legislatura dell'UE,è parziale poichè il Consiglio delibera da solo per campi d'intervento quali: agricoltura, politica economica, visti ed immigrazione ed il Parlamento lo consulta solo (scusa se è poco!). Il ruolo del Consiglio è preponderante :nomina il Presidente della Commissione che a sua volta nomina gli altri commissari. La Commissione è politicamente responsabile davanti al Parlamento che può destituirla ma, ogni singolo membro è tenuto a dimettersi su richiesta del Presidente, a condizione che ci sia l'approvazione degli altri commissari.Per quanto riguarda il controllo del Parlamento sul Consiglio: i deputati sottopongono interrogazioni al Consiglio ed il Presidente del Consiglio assiste alle sedute plenarie del PE.
Che potere ha un Parlamento così braccato? Correggimi se ho detto cose non vere. Ti ringrazio per lo spazio concessomi e....sempre i miei complimenti per gli articoli.
Alba kan. ha detto...
hai ragione, la situazione è già tragica adesso...il parlamento non ha poteri legislativi, non c'è una separazione dei poteri, bisognerebbe che il Parlamento Europeo esercitasse il potere legislativo in autonomia, senza condividerlo con il Consiglio...il Trattato di Lisbona (il mio chiodo fisso) serve a ricordarci che tutto questo...potrebbe anche peggiorare....e di molto!
Grazie Alina per la tua attenzione.
Un caro saluto.