di Marco Deriu
31-05-2011
Non è facile dedicare una prima serata televisiva a un fenomeno popolare e misterioso qual è quello generato dalle apparizioni della Madonna a Medjugorje senza cadere nel sensazionalismo o nella retorica. Gli autori dello speciale “Viaggio a Medjugorje” (Rete 4) ci sono riusciti, proponendo un itinerario articolato e intenso attraverso il mistero di fede che avvolge la località della Bosnia Erzegovina diventata famosa da quando, 30 anni fa, la Madonna apparve per la prima volta a sei ragazzi del luogo.
A fare da guida nel ripercorrere questa straordinaria vicenda è stato Paolo Brosio, insieme al giornalista e scrittore Antonio Socci e all’attrice Claudia Koll. Al pubblico televisivo sono state presentate le dichiarazioni dei protagonisti, dei testimoni e dei credenti che dal pellegrinaggio in questo paesino hanno tratto un beneficio spirituale prima ancora che materiale.
Le veggenti Vicka e Miriaja hanno cercato di spiegare il contenuto delle apparizioni e dei messaggi della Vergine; la prima ha parlato del diario che la Madonna le avrebbe dettato, mentre la seconda ha aperto una finestra sui “segreti” di Medjugorje, che in realtà rimandano alla purezza e all’essenzialità della fede. È stato mostrato anche il Podbrdo, ovvero la collina su cui i primi giorni i veggenti videro la Madre Celeste, e il Monte Krizevac, insieme alla chiesa di San Giacomo, dove i ragazzi si rifugiavano negli anni della persecuzione del regime comunista per poter continuare a vivere il loro incontro con la Madonna.
Ma le voci più sorprendenti sono state quelle dei pellegrini – che a centinaia di migliaia in questi trent’anni si sono recati sul luogo in cui la Madonna appare dal 24 giugno 1981 – e le testimonianze di chi ha semplicemente voluto raccontare la sua avventura spirituale culminata in una guarigione, in una conversione, in una nuova consapevolezza del dono della vita.
Il racconto si è sviluppato con toni quasi sommessi, senza cadere in inutili agiografie, senza cercare soluzioni a effetto, senza scivolare in cedimenti patetici, nemmeno quando è stata proposta la testimonianza di una ragazza che proprio a Medjugorje ha ricominciato a camminare; né quando sono state raccolte le parole di un’altra giovane che improvvisamente ha recuperato la vista o le dichiarazioni di chi è improvvisamente guarito dalla forma tumorale da cui era affetto.
Si è puntato sulla storia di un evento e sulle migliaia di storie che questo ha generato nella vita e nel cuore delle molte persone che in un modo o nell’altro lo hanno attraversato, restandone segnate irreversibilmente. Una di queste è proprio Paolo Brosio, volto televisivo noto da vent’anni, quando era un inviato del telegiornale di Emilio Fede e fu reso famoso dai “maltrattamenti” che quest’ultimo gli riservava in diretta. Diventato personaggio, Brosio è apparso sul piccolo schermo in diversi ruoli, fino a presentarsi nei tempi più recenti con l’immagine di un uomo che, nel momento più buio della sua esistenza, all’apice del successo professionale ma con una vita frammentata negli affetti e disordinata nei comportamenti, si è lasciato interpellare da un mistero e ha risposto con un “sì”. Questo lo ha portato a vestire i panni del conduttore in questo viaggio, ripercorso all’insegna di uno sguardo non più furbo e smaliziato ma genuino e quasi infantile sulla realtà del mondo.
La trasmissione ha rispettato la profonda fede di chi crede alle apparizioni e ai miracoli attribuiti alla Madonna di Medjugorie, la posizione prudenziale della Chiesa, lo scetticismo di chi ha qualche resistenza nei confronti del soprannaturale. Comunque la si pensi, è un dato di fatto che nella cittadina della ex Jugoslavia sia nato e cresciuto un movimento di fede e di preghiera dalle proporzioni consistenti.
L’argomento si sarebbe prestato a speculazioni di ogni genere, ma il programma è riuscito a evitare ingiustificate derive stilistiche. Si è scelto di presentare i fatti e dare parola ai testimoni senza forzature, lasciando allo spettatore la libertà di formarsi una propria opinione a partire da una migliore conoscenza storica di quanto è successo. Nella televisione dell’eccesso e della continua speculazione emotiva su tutto ciò che non è immediatamente spiegabile con gli strumenti della scienza e della ragione, lo speciale andato in onda su Rete 4 ha costituito una piacevole eccezione.
Gli ascolti hanno premiato questa scelta. La produzione più seguita è stata la fiction “Fratelli Detective” in onda su Canale 5 con il 14,12% di share, mentre su RaiUno la “Partita del cuore” ha fatto registrare il 12,65%. Subito dopo queste due proposte di grande richiamo, si è collocato “Viaggio a Medjugorje”, seguito dal 12,11% degli spettatori. Molto più di quanto totalizzato da “Plastik – Ultrabellezza” (Italia 1), “Voyager” (RaiDue), “La morsa del ragno” (RaiTre) e “L’infedele” (La7).
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