L’Economia e il focolare domestico
Economia significa “governo della famiglia o del focolare domestico” (dal greco “òikos,casa” e “némein, governare”). La famiglia – secondo Aristotele (Polit., A, 3, 1253b, 8-14) e San Tommaso (S. Th., II-II, q. 47, aa. 11-12; ivi, q. 50, aa. 1-3) - è la cellula che forma lo Stato, il quale è un insieme di più famiglie.
L’Economia innanzitutto è la virtù del buon ordinamento familiare; quindi essa si occupa delle relazioni tra i membri di una famiglia o della convivenza nell’ambito del focolare domestico, cioè tra moglie e marito, genitori e figli, padroni e servitù (la pace e l’armonia interna alla famiglia).
In secondo luogo l’Economia si occupa di tutto ciò che può essere posseduto e governato dalla famiglia, ossia delle relazioni, che derivano dalle condizioni di sussistenza della famiglia, cioè le relazioni tra le persone in ciò che concerne i loro bisogni di beni esterni o ricchezze reali (benessere comune temporale familiare).
La ricchezza o il benessere materiale ha rapporto con la prudenza economica non come Fine ultimo, ma come causa strumentale, in ordine al raggiungimento del Fine ultimo, ossia la ricchezza è un mezzo di cui la famiglia si serve per vivere virtuosamente e unirsi a Dio (S. Th., II-II, q. 50, a. 3, ad 1; ivi, q. 47, a. 12). Sempre per l’Angelico è del tutto lecito avere una ordinata sollecitudine per procurare il necessario per sé e per la propria famiglia ed anche in previsione delle necessità future (S. Th., II-II, q. 55, a. 6, ad 2; ivi, a. 7). Solo la preoccupazione disordinata dei beni materiali è riprovevole poiché antepone i beni terreni a quelli ultraterreni.
L’Economia classica studia prima la famiglia in sé considerata e poi il benessere comune materiale di essa (cfr. S. Th., II-II, q. 47, a. 11; ivi, q. 50, a. 3; Commento all’Etica di Aristotele, lez. 1). Il suo rovesciamento è l’Affaristica moderna, che è l’arte di arricchirsi come Fine ultimo dell’uomo e delle famiglie. Se alla sana Economia familiare segue l’ordine sociale o la Politica tradizionale, che si fonda sul Diritto naturale, all’Affaristica segue la Plutocrazia, che è il governo della Finanza su questo mondo in vista dei beni di questo mondo et non plus ultra.LEGGI TUTTO
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I banchieri ed i finanzieri sono i soggetti e non i dirigenti dello Stato. Oggi (specialmente in Italia) assistiamo al ribaltamento completo dell’ordine che dovrebbe regnare tra Economia, Politica ed Affaristica. Infatti sono i banchieri ed i finanzieri apolidi (Mario Monti e Mario Draghi) che governano apertamente, mentre sino a ieri lo facevano almeno con un po’ di pudore indirettamente o da dietro le quinte; la “dietrologia” è oramai sorpassata, si gioca a carte scoperte. Essi governano non per il bene comune della Società e delle famiglie che la compongono, ma per ammassare ricchezze illimitate nelle mani dei plutocrati apolidi impoverendo gli individui, le famiglie (specialmente i/le più deboli) e dissolvendo lo Stato e la Patria a favore della Banca e dell’alta Finanza mondiale. “Sopra la Banca la Patria campa, sotto la Banca la Patria crepa!”.
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Nella concezione affaristica moderna è il sigillo del Governo o peggio della Banca che rende un pezzo di metallo o di carta accettabile come moneta o mezzo di scambio di beni naturali o reali, come misura non più stabile del valore dei beni di natura. Si pensi alla costante svalutazione prima della lira e poi dell’euro, privi di una riserva di ricchezza aurea reale pari al valore cartaceo o simbolico. Non è più la materia di cui è fatta la moneta a conferirle valore di scambio, ma il sigillo o il timbro del Governo, che dipende dall’arbitrio dei Governatori, il quale è assai variabile e molto poco stabile. Il Governo o la Banca può quindi “creare” ricchezza rappresentativa, simbolica o artificiale dal poco mediante un suo semplice attestato al quale non corrisponde una ricchezza reale.
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Lo Stato deve vigilare affinché la Finanziaria non si impadronisca del controllo del Governo. Infatti la moneta, come misura stabile del valore dei beni di natura, è uno strumento al servizio della famiglia e dalla polis e non è la padrona di esse. Se lo Stato non riesce ad obbligare la Finanziaria a praticare ed osservare la giustizia sociale, che ha per oggetto il bene comune e non l’arricchimento del finanziere, la Nazione ne soffrirà grandemente divenendo la schiava della Finanziaria e non garantendo più il benessere comune sociale. L’instabilità della moneta, la precarietà del lavoro, la disoccupazione costante, la svalutazione crescente sono le conseguenze ultime della Crematistica che ha sovvertito la sana Economia. Da questo disordine finanziario alla Rivoluzione sociale il passo è breve.
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La sana Economia aiuta la stabilità della Società civile
Dove regna l’ordine e l’unione tra gli uomini (Monastica) e le famiglie (Economia), regna la stabilità anche nella vita sociale (Politica).
La proprietà privata è un mezzo assai utile per il buon andamento della vita economica e sociale del Paese. Essa aiuta l’uomo ad usare dei beni materiali in maniera ordinata al benessere comune familiare e sociale.
Leone XIII nell’Enciclica Rerum novarum del 1891 spiega che la proprietà privata non solo deve essere garantita, ma moltiplicata affinché il maggior numero possibile degli uomini possa avere una piccola proprietà ed un’abitazione propria. Il Papa spiega che lo Stato non deve tassare eccessivamente, specialmente la piccola proprietà privata. Ciò porterebbe alla chiusura specialmente delle piccole imprese private e priverebbe i più deboli della protezione di una piccola proprietà e di una casa propria per renderli schiavi degli speculatori e dei finanzieri senza scrupoli. Il governo Monti-Draghi-Napolitano è la fotografia di questo stato anormale di cose, in cui si tartassa la classe media e minima e non si fa pagare l’Ici alle Banche poiché sarebbero enti di beneficienza.LEGGI TUTTO
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