Una crisi preparata per tempo
“Era gia tutto previsto”, cantava Riccardo Cocciante qualche anno fa.
La stessa cosa potremmo dire di quanto è accaduto nelle ultime settimana nelle vicende italiane: che fosse già tutto previsto lo evidenziano fatti che inquietano. Il governo Berlusconi è stato fatto fuori, subito rimpiazzato da un esecutivo “tecnico”, con tempi e modalità a dir poco sorprendenti, che non riescono a farci pensare alla casualità.
Ecco i fatti: il 9 giugno si riuniscono (rigidamente a porte chiuse) i "fratelli" della Bilderberg a S. Moritz. Gli argomenti in discussione sono segreti, ma si vocifera che in queste “riunioni”, si discutano e si influenzino i destini del mondo. Di quei potenti fanno parte numerosi massoni ed alcune personalità italiane, tra cui Mario Monti.
Il 25 luglio, alla "Ca' dei sass" di Banca Intesa (ricostruzione dell’editorialista de “La Stampa”, Fabio Martini, al momento non smentita), si ritrovano (tra gli altri) Prodi, De Benedetti (proprietario di “La Repubblica” e de “L’Espresso”, oltreché tessera numero uno del Partito Democratico), Passera (amministratore di Banca Intesa S. Paolo), Bazoli (numero uno dello stesso gruppo bancario), Caloja (Ior), Monti (membro del gruppo Bilderberg, di Goldman Sachs, della Trilateral, solo per citarne alcuni…): in sostanza il gotha dei potentati economico-finanziari italiani. In quella riunione sarebbe stato chiesto a Monti di "occuparsi" del nuovo governo italiano, nell’eventualità che fosse caduto il governo Berlusconi. Simultaneamente, con l’aggravarsi della crisi finanziaria globale, la speculazione prende di mira l’Italia: proprio la banca d’affari americana Goldman Sachs (in cui hanno ricoperto ruoli rilevantissimi, oltre a Mario Monti, anche Draghi e Prodi…) dà il la alla vendita massiccia di titoli di debito pubblico italiano, il cui differenziale (spread) rispetto ai titoli tedeschi comincia pericolosamente ad allargarsi. Fatto sta ed è che alle prime vendite della Goldman Sachs si succedono quelle di altre banche americane, degli “hedge funds”, della Bundesbank tedesca.
La crisi finanziaria è globale, intendiamoci, ma appare sempre più determinata da una vergognosa speculazione internazionale che, sfruttando a proprio piacimento le debolezze dei vari sistemi economici, lucra profitti ai “soliti noti”, seminando il panico ed abbattendo quelli che sono i governi “non amici” (o meglio indisponibili a questi “appetiti”). L’eurozona appare vulnerabile agli attacchi, soprattutto perché si è introdotta una moneta unica (l’euro) che presenta una serie di debolezze preoccupanti: è l’unico caso nella storia di moneta unica tra Paesi che non sono uniti politicamente; è stata creata dalle solite lobbies massoniche-burocratiche (grazie Prodi!!!), con tassi di concambio assolutamente sbagliati (non si doveva superare la soglia delle millecinquecento lire per euro, tanto per intenderci – anche qui, grazie Prodi!!!); infine è una moneta che non viene nemmeno difesa da una banca centrale degna di questo nome. La Bce, infatti, non è prestatrice di ultima istanza e quindi non può agire come, ad esempio, la Federal Reserve americana o l’analoga giapponese. Alla luce di queste debolezze, non è un caso che gli speculatori si siano concentrati pesantemente sulla zona Euro, e in particolare sulla Grecia e sull’Italia.
Nonostante gli ottimi risultati raggiunti dal governo Berlusconi (il rapporto deficit-pil è tra i migliori dei Paesi Ocse, la disoccupazione è nettamente inferiore alla media europea, il pareggio di bilancio è anticipato al 2013, le esportazioni aumentano nel 2011 del 12. 3 per cento), la speculazione internazionale non fa calare lo spread; il governo eletto dagli italiani vede sfilacciarsi la sua maggioranza martedì 8 novembre, mentre Mario Monti, nominato senatore il giovedì 10, la domenica 13 riceve il mandato da Napolitano. Tempi strettissimi, come si vede, che destano i peggiori sospetti in buona parte dell’opinione pubblica, che si pone alcune domande. Perchè si affida l’incarico di governo proprio ad una personalità che compare nella lista della banca Goldman Sachs, la prima a speculare sui titoli del debito italiano? Perché in 17 Paesi dell’Eurozona sono già saltati sette governi? Perché il governo greco è ora affidato a Papademos, anch’egli di Goldman Sachs, così come risulta di Goldman Sachs anche il governatore della Bce, Mario Draghi? Come è possibile che ci salvino coloro che sono amici degli speculatori?
Non è che qualcuno abbia voluto gettare nel caos le nostre economie per poi comprarci a prezzo di saldo? Nel 1992, in coincidenza con la crisi del nostro Paese, capitarono fatti analoghi e sulla nave “Britannia” i “soliti noti”, con la complicità di Amato e Ciampi, decisero la spartizione di buona parte dell’economia italiana. “L’eterno ritorno del sempre uguale”! Ma il popolo si accorgerà di questi inganni? Reagirà una buona volta o continuerà a leggere la stampa dei “soliti noti” (dal “Corriere della Sera” a “La Repubblica”, da “La Stampa” a “L’Unità”)?
L’ultima considerazione è dedicata proprio ai (post) comunisti italiani: per 80 anni hanno demonizzato il mercato (l'odiato "capitalismo"), poi si sono convertiti mani e piedi ai peggiori aspetti di questo. Se parlate con questi “sapienti”, ora esiste solo il “dio mercato”, i banchieri e i finanzieri, con cui evidentemente si fanno buoni affari. La mia cultura (dottrina cattolica ed economia sociale di mercato) ha sempre apprezzato l'economia di mercato, mai facendone però un totem a cui immolare tutto, ed evidenziandone spesso i limiti e le insufficienze. Qual è il modello di Bersani? La Cina capital-comunista?
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