La Chiesa, saggia e illuminata, è più avanti di tutti in politica. Ha corretto e congelato i convegnisti di Todi e chiama i partiti a ritrovare un’identità e una dignità, li invita a capire che, in pochi mesi, si è capovolto il mondo e che occorre arginare lo strapotere della speculazione finanzaria sui popoli e sulla politica democratica.
Ma dal ring di quei pugili intronati, che oggi sono i partiti italiani, nessuno risponde. Tutti a tappeto, incapaci di elaborare un pensiero su quello che sta accadendo in Italia, in Europa e nel mondo.
Sembrano ormai privi di una politica e perfino orfani di un’identità e di una “mission”. Vediamo nel dettaglio quello che sta accadendo.
CONFUSIONE DA TODI
Al convegno di Todi dello scorso settembre si sono contrapposte due posizioni. Quella della relazione (bellissima) del cardinale Bagnasco, in continuità con il cammino della Chiesa italiana di Ruini e dei pontificati di Wojtyla e Ratzinger.
E quella impersonata dagli ambiziosi Riccardi e Bonanni, patrocinata dal Corriere della sera che pretendeva una rottura col passato.
Sui media è apparsa quasi soltanto questa seconda linea.
Così il convegno di Todi è stato usato per “liquidare” a nome dei cattolici il precedente governo (in realtà già in disarmo da solo) e per fare da trampolino di lancio del governo Monti-Napolitano, anche aprendo la strada all’ingresso in politica del banchiere Corrado Passera (oltreché di Riccardi).
L’interprete entusiasta di questa presunta “investitura cattolica” al nuovo assetto di potere è stato il quotidiano “Avvenire” che per tre mesi, ha celebrato il premier Monti, il suo governo e Napolitano con tonnellate di incenso.
Nelle ultime settimane la correzione di rotta di “Avvenire”, autorevolmente “suggerita” dall’alto, si è fatta molto evidente per chi segue il giornale dei vescovi e sa interpretare il linguaggio del mondo curiale.
Basti dire che due giorni fa, nella pagina delle lettere (quella usata dal giornale della Cei per mandare certi “segnali”), è uscita addirittura una lettera critica con Napolitano, cosa che sarebbe stata impensabile fino a qualche settimana fa.
Oltretutto l’argomento è di quelli più scottanti, le foibe, e il titolo era inequivocabilmente polemico col Quirinale: “Infoibati dal comunismo non da ‘derive nazionalistiche’ ”.
La lettera iniziava così:
“Caro direttore, come profugo istriano sono rimasto colpito dal messaggio del presidente Napolitano: gli eccidi e l’esodo sono stati causati dalle derive nazionalistiche europee. Ero bambino, all’epoca, ma me la sento di dichiarare che gli eccidi e l’esodo sono stati causati dalle ideologie: a finire nelle foibe è stata particolarmente la borghesia, vittima del comunismo più deteriore. A Pola, a Fiume, a Gorizia, a Zara, a Trieste vennero deportati dai comunisti titini anche membri del Comitato Nazionale di liberazione, colpevoli solo di avere altre ideologie; e i titini sono stati aiutati in questo da comunisti italiani, che credevano nel ‘paradiso’ sovietico”.
Questa dura stoccata a Napolitano è il segnale di una correzione di rotta per il quotidiano dei vescovi che nei mesi scorsi sembrava quasi aver sostituito il Papa con il presidente della Repubblica. Ovviamente non si tratta solo di una lettera, seppur significativa. Sul giornale è evidente anche un certo “raffreddamento” del precedente, eccessivo entusiasmo per il governo.
CORREZIONE
Nel frattempo – con una riunione alla sede della Cei, il 16 gennaio, e poi un’altra il 9 febbraio – i bollori politici dei promotori di Todi sono stati messi un po’ nel congelatore.
Pur essendo perlopiù caporali senza truppe, nell’autunno scorso avevano annunciato grandi iniziative: incontri in ogni città (a cominciare da Napoli con il duo Riccardi/Bonanni), un roboante “Manifesto per il bene comune” e addirittura una raccolta di firme per una nuova legge elettorale. Ma ora tutto è stato stoppato.
Anche perché alcune associazioni avrebbero l’ambizione di fare un passo avanti nell’agone politico, ma in questo momento la cosa non è gradita nemmeno da chi – come il premier Monti – guida un esecutivo sostenuto da un precario equilibrio politico (a Palazzo Chigi non piace certo l’ingresso diretto di ministri in nuovi partiti o movimenti politici che potrebbero produrre una reazione destabilizzante nel Pd, nel Pdl e nell’Udc).
Peraltro è anche difficile capire quali contenuti tipicamente cattolici possano proporre queste associazioni, visto il loro sostanziale appiattimento sul “governo dei tecnocrati”.
CACCIABOMBARDIERI
Emblematica è stata l’imbarazzante intervista televisiva del ministro Andrea Riccardi, da Fabio Fazio, sabato scorso. Davanti alla domanda sull’enorme spesa (15 miliardi di euro) per l’acquisto dei cacciabombardieri F35, nel momento in cui si fa economia su malati, vecchi e disabili, il ministro, cattolico e terzomondista, non è stato capace di dissociarsi e ha cambiato discorso. LEGGI TUTTO
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