Si uccidono in tanti, in troppi. Si uccidono tutti. Imprenditori, artigiani, poveretti. Stamattina si è gettato dal terrazzo della Regione Emilia Romagna Maurizio Cevenini, uno dei politici più popolari e umani di Bologna, di tutto il territorio, uno di quelli che mai e poi mai avresti potuto presentarlo come uno della Casta e non lo scrivo adesso perchè non c'è più. Ha lasciato una lettera: nelle prossime ore capiremo il perchè, o cercheremo di capire il perche, di questa sua tragica scelta.
C'è qualcosa di orrendo che sta ruotando attorno a questo stillicidio di suicidi e non c'entra, non può c'entrare (purtroppo, ahimè) solo la crisi economica, solo la depressione, solo chissà cosa. Temo che siamo di fronte a una gigantesca crisi di valori. Non sappiamo più chi siamo, per cosa siamo fatti, cosa vogliamo, dove andremo e allora anche il suicidio, il togliersi la vira, diventa un'opzione quasi normale, una delle tante opzioni che la vita ti pone di fronte. E' terribile. Riflettiamoci. E proviamo a scendere in corsa da quest'auto impazzita che non so bene dove ci stia portando.
Cari Amici Miei,Facebook mi ha accompagnato e fatto ritrovare gente e amici che nella mia vita ho conosciuto di persona e che con alcuni di questi ho passato davvero delle belle giornate.
Oggi sono estremamente triste,deluso,incazzato e chi più ne ha più ne metta!!!!!!
Ho passato la mia vita di lavoratore,ballerino,compagno di vita,sempre onestamente e sempre dando il massimo.
Da quando mi sono trasferito in Toscana, nel lontano anno 2000,le uniche gioie che ho avuto sono state il mio Lorenzo, Sabrina e ovviamente tutta la famiglia che comprende anche Sara e i vari animali domestici in giro per casa.
Ora credo che sia arrivato il momento più basso da quando mi sono trasferito a Firenze.Non mi piace fare la vittima,ma ho la sensazione fortissima che da un momento all'altro precipiti tutto.
Altra cosa che non farò mai,è suicidarmi per i debiti o perchè non riesco a trovare un lavoro.Restare da Luglio 2011 ad oggi senza un'entrata di un solo Euro è una cosa che non auguro a nessuno,anzi forse a qualcuno si,così capirebbe come non è concesso a nessuno decidere della vita delle famiglie!!!!!
Troppo facile lasciare a casa persone con famiglia a carico,solo perchè non Toscane o perchè l'apprendista costa meno.
Ho anche constatato che è inutile andare dal Sindaco per ben 3 volte,non per farmi dare soldi (non li vorrei mai,se non guadagnati),ma solo per chiarire che non posso pagare le tasse.
Inutile anche avere dei mutui per la casa,e poi rinunciare a tutto il resto,come ad esempio andare a mangiare un gelato con Lorenzo.
Stiamo vivendo proprio male,ma quello che mi rattrista di più è che la mia famiglia non possa vivere discretamente,senza contere i centesimini alla mattina per comprare il pane.
Dico una cosa alle banche,volete la mia casa? Prendetevela,mi levate certamente un pensiero enorme.Poi per mangiare e dormire ci si penserà,come si stà facendo da molto,troppo tempo.
Se qualcuno avrà avuto voglia di leggere questo mio sfogo,dico Grazie.
Rosario
La depressione non è una mancanza di valori, ma della salute psichica, perché di ciò si tratta, il suicidio non può di certo considerarsi un'espressione del libero arbitrio.
Chi è affetto da simile affezione non è condannabile o criticabile perché non responsabile dell'incontrollabile istinto autolesionista che la "depressione maggiore" può provocare.
Chiaramente individui affetti da tali problemi, come antenne sensibili, risentono di tutto ciò che rappresenta turbamento o preoccupazione intorno a loro, ricavandone motivo di ulteriore sbandamento.
Per i suicidi vittime di questo orribile male, ci vuole solo pietà.
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