La situazione italiana è ormai patologica. Governanti e politici non possiedono più la capacità psichica indispensabile per fermarsi sulla strada intrapresa perché l’affermazione della moneta unica (“l’euro è irreversibile”) è diventata la scommessa in cui è in gioco la superiorità del loro Io. Si tratta di una patologia che ogni psichiatra è in grado di diagnosticare, sapendo bene che è quasi impossibile curarla e che può portare a gesti estremi di distruttività. Quando però tale morbo aggredisce gli esponenti del massimo potere quale il governo di Stati e di Popoli, la storia, anche recente, ci prova che nessuno si azzarda a indicare la presenza di una patologia psichica se non dopo l’estrema rovina, quando è ormai troppo tardi. Vogliamo provare almeno una volta a guardare in faccia questa realtà?
La creazione dell’euro è stata un gesto irrazionale, dettato dalla volontà di potenza dei banchieri che, convinti che fosse ormai possibile per loro diventare i padroni d’Europa sottomettendo qualsiasi altro potere, hanno assolutizzato il proprio strumento - la moneta - trasformandolo nell’unica arma di governo e di dominio. L’euro è nato così, privo di tutto: senza uno Stato, senza un Popolo, senza una Storia, senza un Politica, senza un Futuro. Insomma: privo di realtà. Il che significa frutto di delirio, di allucinazione o, se si vuole, del Super-Io dei banchieri.
Anche se nessuno ha accennato in questi anni a una patologia, sono state molte però le voci di economisti e di banchieri che hanno indicato l’impossibilità di vita dell’euro a causa del suo difetto d’origine: la mancanza di sovranità. Questa è, infatti, l’assurda situazione nella quale ci siamo trovati fino dall’inizio e che è andata fatalmente aggravandosi con il passare del tempo: l’euro non è una moneta “sovrana” perché è fabbricata e messa in circolazione da una banca (la Bce) che non appartiene a nessuno Stato. I debiti degli Stati, a loro volta, non sono debiti “sovrani” perché gli Stati, non battendo più moneta, non sono più “sovrani”. Il potere fondamentale della macroeconomia di uno Stato, infatti, è l’Ability to pay, la capacità di onorare sempre il proprio debito emettendo la propria moneta sovrana. Si è creato, dunque, un circolo vizioso dal quale è impossibile uscire e che fa aumentare il debito all’infinito quali che siano le misure di austerità, di risparmio, di privazioni che i banchieri d’Europa incitano a prendere e che i governi mettono in atto.
Né si pensi di poter proseguire sulla strada dei “rattoppi”, togliendo ulteriori pezzi di sovranità agli Stati. Si tratta di decisioni autoritarie e illegittime (si vuol forse sostenere che, come recita l’articolo 11 della Costituzione, servono a non farsi la guerra?) e che pertanto aumentano la debolezza democratica degli Stati, esponendoli ancora di più all’aggressività dei mercati, come appare ben chiaro dalla situazione quotidiana dell’Italia. Sono decisioni che non incidono minimamente sulla mancanza di sovranità dell’euro perché, come è evidente, non esiste nessuna possibilità di realizzare davvero, a forza di “rattoppi” e senza le finzioni messe in atto fino ad oggi, uno Stato unico europeo. E comunque per l’Italia non c’è tempo; la situazione finanziaria è troppo grave. Il Parlamento si scuota dalla patologia, si renda conto di avere ancora nelle mani il destino dell’Italia e di coloro che l’hanno eletto e torni subito a un governo politico normale che prepari l'abbandono dell'euro.
Ida Magli
16 luglio 2012
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