tratto da la NuovaBussola di Riccardo Cascioli 27-12-2012
A giudicare dagli ultimi sviluppi si può ragionevolmente avere il sospetto che la presenza politica dei cattolici in Italia sia finita. Non che impegnati in politica non ci siano politici qualificati come “cattolici” o rappresentanti di settori impegnati del cattolicesimo: anzi, ce ne sono fin troppi, forse non ce ne sono mai stati così tanti prima. Il problema è che non si capisce per quale motivo ci siano, cosa ci sia di originale in questa presenza.
Basti vedere il modo in cui è scattato l’amore per Monti da parte di tante sigle e personalità del mondo cattolico, con tanto di pressioni per scendere in campo da parte del presidente della Conferenza episcopale, cardinale Angelo Bagnasco, cosa che mi pare senza precedenti. Così come senza precedenti è l’anomalia di un movimento ecclesiale – la Comunità di Sant’Egidio – che fa anche politica attiva (forse qualche ecclesiastico dovrebbe chiarire questa situazione).
Tutti sul treno di Monti, dunque - insieme a Casini, Fini e Montezemolo – perché ha salvato l’Italia dal disastro, è serio e responsabile, è apprezzato all’estero (siamo probabilmente l’unico popolo che nelle scelte politiche si preoccupa di cosa pensino gli altri) e così via. LEGGI TUTTO
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