(di Emanuela Di Pasqua su Il Corriere della Sera del 21-10-2012)
Una teenager in coma dopo un incidente si è svegliata quando i medici erano sul punto di dichiararla cerebralmente morta e pronta all’espianto degli organi
«Le attuali procedure diagnostiche consentono di escludere categoricamente ogni possibile confusione tra morte cerebrale e coma»: la legge sulla donazione degli organi è chiara, ma la storia di Carina Melchior, la ragazza che non voleva morire (come hanno già titolato i giornali), è di quelle che fanno tremare lì per lì, anche se poi rileggendola assume contorni ben diversi.
ERRORE O CATTIVA COMUNICAZIONE – Secondo la famiglia si è trattato di un errore diagnostico e la ragazzina era già avviata verso l’espianto degli organi, dopo un terribile incidente automobilistico, quando improvvisamente si è svegliata e ha sorriso. Secondo i medici dell’Aarhus Hospital danese si è trattato invece di cattiva comunicazione, di un malinteso comprensibile e umano da parte dei famigliari, forse di una pressione psicologica eccessiva e inadeguata. La morte encefalica e una conseguente osservazione di sei ore sono la conditio sine qua non per procedere a espiantare gli organi e quando Carina si è svegliata tutti erano pronti a questa realtà. Così per fortuna non è stato, ma ora la bella notizia lascia il posto alle polemiche, sulla scia di precedenti storie misteriose o improbabili di persone tornate inspiegabilmente alla vita dopo una morte apparente.
DOPO LA GIOIA LA RABBIA – I medici stavano preparando la famiglia Melchior alla sofferta ma nobile decisione di espianto degli organi. Poi Carina, tra la commozione e lo stupore generale, ha aperto gli occhi e ha mosso le gambe. E nei famigliari, già pronti alla dolorosa realtà, è subentrata la rabbia per l’atteggiamento dei medici. La giustizia accerterà gli eventi, anche se al momento pare che lo staff ospedaliero stesse semplicemente (e ragionevolmente) preparando i genitori all’eventualità. Carina Melchior è l’ultimo caso controverso di persona che si ribella a un coma che sembra non dare alcuna speranza e decide di vivere, ma l’iter previsto dalla legge sugli accertamenti clinici necessari alla dichiarazione di morte encefalica non si era ancora concluso. Di lì a poco, dopo averne constatato la totale assenza di qualsiasi funzione cerebrale, i dottori avrebbero potuto procedere all’espianto degli organi, regalando all’umanità e ai famigliari quantomeno la consolazione di un’altra vita salvata. Grazie a Carina. Ma Carina si è svegliata, ed è già pronta per montare la sua adorata cavalla, Mathilde.
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