Ospedali psichiatrici giudiziari : ancora una volta “gabbati” ?.
  
Nell’ultimo “atto” altalenante del teatrino della politica e della “recita” del Governo Monti, ricorre spesso la parola riforma, necessità dove lo Stato Sociale dovrebbe essere presente ed operante verso la moltitudine di sofferenti, specie i malati psichici racchiusi negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, oggi presenti nella “scena” del sistema legislativo.
Nell’ultimo “atto” altalenante del teatrino della politica e della “recita” del Governo Monti, ricorre spesso la parola riforma, necessità dove lo Stato Sociale dovrebbe essere presente ed operante verso la moltitudine di sofferenti, specie i malati psichici racchiusi negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, oggi presenti nella “scena” del sistema legislativo.
Alcuni personaggi politici oggi hanno rivolto, non si capisce bene se per “apparire”  negli schermi oppure per far “valere” la loro solidarietà ed il loro sguardo  alla "ri-scoperta"degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, altri alla “dura vita” nelle carceri  italiane.
Non  vi è nulla da eccepire, salvo quello di constatare da Paese libero, le varie e  libere scelte di espressione del n/s pensiero o del n/s modus  vivendi.
Il  decreto legge del Governo sul sovraffollamento delle carceri è passato al vaglio  del Senato della Repubblica con 226 voti, 40 contrari 8 astenuti, compreso la  chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Comunque  con 175 voti favorevoli, 66 contrari e 22 astenuti, il Senato della Repubblica  ha approvato l’emendamento della Commissione Giustizia per la chiusura dei 6  Ospedali Psichiatrici Giudiziari fissata al 31 marzo  2013.
Nel  Testo viene stabilito che ciascuna Regione deve stabilire un specifico accordo  con l’Amministrazione Penitenziaria per trovare una o più strutture sanitarie  atte al ricovero dei tutt’ora “degenti” negli Ospedali Psichiatrici  Giudiziari.
E  così per un "pugno di voti" il Legislatore si libera la coscienza da una  "dimenticanza" che dura da ben 34 anni. Bisogna sapere che la legge 180 e 833,  quelle leggi che hanno chiuso i manicomi, ne avevano inteso la totale chiusura  compreso quelli privati e gli OPG, tutti  in contrasto con l’'etica civile, in difformità con l’'art.32 della Costituzione e  per il mancato adeguamento alla normativa civile.
Fin  dal 7  ottobre 1998 con  la Petizione   ( di “Cristiani per servire” con l’Opera don Guanella e don Orione ) assegnata  col n.520 alla 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e con  il n. 714 alla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati avevamo  richiesto, tra “altri”, interventi di ristrutturazione edilizia degli edifici  OPG secondo linee moderne confacenti, onde neutralizzare i disagi che gli  “utenti” potevano subire o provocare con non più di 4 degenti per camera, in  difformità la totale chiusura degli stessi.
Debbo  ricordare che la  Petizione  è l’espressione della volontà dei cittadini che  esercitano il principio della sovranità popolare e permette a chiunque di  segnalare le necessità, le esigenze, le aspirazioni della gente ed aggiungo per  il bene comune. 
Purtroppo  l’ "appello" da noi lanciato alle Istituzioni ha sempre trovato un silenzio, che  reputo tutt’ora in itinere, che non piace alla logica dell’etica pubblica e che  ci induce a supporre che passeranno tanti 31 marzo 2013 quanti quelli trascorsi,  prima di concludere la totale chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari  !
Nel Rapporto del dr.Alvaro Gil Robles “Commissario  Europeo per i Diritti Umani”, nella suaa visita in Italia dal 27 ottobre al 6  novembre 1995 al cap. 122 si legge : “Dopo aver esposto le mie osservazioni al  Ministro della Giustizia e ai Direttori delle carceri nel corso della mia  visita, ho avuto il piacere di apprendere che una lettera indirizzata nel mese  di luglio ai direttori regionali dell’amministrazione penitenziaria li invitava  a sviluppare dei protocolli con le amministrazioni locali e regionali per  favorire il reinserimento nella società dei malati internati negli OPG. Tali  sforzi potranno agevolare e certamente accelereranno la liberazione di numerosi  malati, mantenuti in detenzione per ostacoli di natura amministrativa. Mi auguro  che saranno la prima tappa di una riflessione più globale sul sistema  psichiatrico e che permetteranno di offrire un numero maggiore di posti letto  negli istituti psichiatrici che possono ospitare in modo continuo (con ricovero  diurno e notturno) i malati cronici di lunga durata che non possono trovare una  soluzione di vita nel loro ambiente familiare o nelle strutture diurne”.  
Ma dove sono stati i politici fino a oggi ?  Forse a stabilire, volta per volta, se è il caso di diminuire le provvidenze  economiche di cui usufruiscono quali "rappresentanti del popolo", alla faccia  dei sacrifici che compie il popolo italiano, anche, nella crisi economica in  atto ?
Non è sufficiente mettersi dalla parte di chi soffre, o  far finta ed essere promotore di salute, di conclamare pseudo solidarietà, di  vane parole. 
Reputiamo essere una condizione di necessità la  mobilitazione delle coscienze, soprattutto di quella politica che ri-conosca la  “malattia”, dove curarla e dove costituire possibili piani d’intervento  terapeutici per aiutare, anche, le famiglie coinvolte e succubi in queste  difficoltà.
Interpretando  il pensiero dell’opinione pubblica auspico che quella "chiusura degli  OPG" avvenga alla data prefissata per non gabbare ancora una volta i  malati psichici detenuti ( o come tali! ), come pure in primis il  passaggio delle competenze dal Ministero di Grazia e Giustizia al Ministero  della Salute, in attesa di una normativa definitiva sugli Ospedali Psichiatrici  Giudiziari.
Previte

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