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lunedì 20 agosto 2012

AVETE SENTITO PARLARE DELLA "COSA BIANCA" ? PARE CHE DI BIANCO ABBIANO BEN POCO!




















18 Agosto 2012

di Assuntina Morresi


Che cosa hanno in comune Fini, Casini e Passera?

Un paio di cosette. La prima: sarebbero i “pilastri” della “nuova” area di centro, quelli della “Cosa Bianca” che si vorrebbero proporre come gli autentici seguaci politici del governo Monti, i veri rappresentanti dell’anima moderata italiana, e soprattutto il nuovo riferimento dei cattolici in politica.

La seconda cosa in comune: oltrepassati i cinquanta, tutti e tre hanno lasciato la rispettiva consorte e hanno scelto una seconda compagna, almeno vent’anni di meno, giovane e piacente, con cui si sono riprodotti due volte cadauno. Il tutto in linea con la personale abilità di ciascuno.

Fini, il più malmesso politicamente, si è accontentato di Tulliani & Famiglia, economicamente saldi grazie alla precedente relazione con Gaucci della signora, un clan familiare che tante soddisfazioni ci ha dato con la casa di Montecarlo qualche estate fa.

Casini, il Pierfurby, ha puntato a una posizione più importante, utile pure per il Quirinale (il suo sogno), e in un colpo solo ha sistemato finanze e comunicazione.

Passera invece, ricco di suo, non ha guardato al soldo ma ha lasciato la moglie per una sconosciuta poco più che segretaria ma di gran bella presenza, e proprio ieri la foto della famiglia felice – Passera, ex segretaria e prole in riva al mare, belli e sorridenti, il capello al vento di lei che ondeggia accanto alla pelata pensosa di lui – campeggiava in copertina di un settimanale molto popolare.

All’interno un’intervista così zuccherosa da proibire ai diabetici.

“Monti mi chiamò di prima mattina mentre mi facevo la barba. Svegliai Giovanna per dirle la novità". Un commovente quadretto di normalità familiare, confermato dalla notizia della telefonata quotidiana del Passera alla madre ultranovantenne “cascasse il mondo la chiamo ogni sera”, ma soprattutto dalla totale, spergiurata devozione alla famiglia. Alla domanda “Come se la cava coi salotti romani?” il padre ideale risponde “Nel modo più semplice: non li conosco e non ci vado. Né io né Giovanna amiamo la mondanità, e ogni minuto libero lo dedico alla famiglia”. E quando l’intervistatore chiede chi si alza la notte, per i due figli piccoli, il Passera coniugato risponde che “quando è stato necessario ci siamo alzati entrambi. Cerco di arrivare a casa in tempo per metterli a letto. Con Luce è iniziata la fase delle favole, che con Sofia e Luigi, i più grandi, era stata bellissima di comunicazione profonda”. Ma a commuovere, il trionfo dell’amore. Alla domanda “Quanto conta per lei sua moglie Giovanna?” il principe azzurro della politica risponde “Incontrarla, metterci insieme, sposarci, è stato come ricominciare la vita in un momento per me molto difficile. E’ un grandissimo amore. Una straordinaria avventura di vita insieme”. Certo, avesse risposto: “ho tradito la mia prima moglie, l’ho lasciata e ho divorziato dalla madre dei miei due primi figli per una bella addetta stampa di venti anni meno di me, che mi sono deciso a sposare quando era già incinta del nostro secondo figlio”, avrebbe fatto tutto un altro effetto, ma nell’intervista del suo divorzio non si fa neanche un minimo cenno.

Insomma: uno la campagna elettorale se la fa come vuole, e Passera ha deciso di puntare sulla famiglia felice. La seconda famiglia. Ma uno che punta a essere il riferimento dei cattolici, dico io, ma come fa a non capire neanche che una presentazione del genere è quanto di meno cattolico poteva proporre?

Io ho sostenuto Berlusconi infischiandomene della sua vita privata, e giudicandolo in base ai fatti, alle sue scelte politiche sui temi dei valori non negoziabili (non dimentichiamo Eluana). Ma lui è stato letteralmente massacrato per la sua vita privata, che tanti cattolici hanno giudicato inaccettabile. Io non condivido questa posizione, e penso che se facessimo intercettazioni a tappeto, come quelle fatte a Berlusconi, anche su tanti irreprensibili personaggi faremmo scoperte sorprendenti.

Ma se in un momento come questo si chiede, anche da parte cattolica, un rinnovamento totale della classe politica, allora cerco di seguire il ragionamento e mi chiedo: un rinnovamento rispetto a che?

I criteri sono due: i fatti, e cioè la politica sui valori non negoziabili, e i comportamenti personali (questi ultimi non secondo me, ma a grande richiesta della maggioranza). 

Sui primi, i fatti, Casini e Passera non si sono mai distinti per alcunché, mentre Fini lo ha fatto per le sue posizioni di destra laicista. 
Sui comportamenti personali, lo abbiamo appena visto. 
E vediamo addirittura che Passera della sua famiglia sfasciata e ricomposta ne fa vanto, raccontando la sua grande storia d’amore, trionfante su tutto, primo matrimonio compreso.
Storia della quale non me ne potrebbe fregare di meno – che sia ben chiaro – se lui non si ponesse come riferimento del “nuovo” dei cattolici in politica. Uno che non capisce neanche questo, dico io, che l’amore che sfascia i matrimoni di cattolico ha ben poco, e che quindi almeno non va sbandierato come un vanto personale, ma con che faccia si propone come riferimento dei cattolici? 
Perché le possibilità sono due: se Passera si era sposato in chiesa, la prima volta (come sembra dalla sua biografia), allora il grande amore trionfante ha violato un sacramento, e se così fosse, Passera ne pare inconsapevole. Se invece si era sposato solo civilmente, allora è uno come tanti altri e non può rivendicare una testimonianza di vita cattolica.
Ma qualcuno che gliele spiega queste cose, ce le ha?
A questo punto preferisco direttamente Monti, che non ha mai preteso di essere paladino dei cattolici e che va regolarmente a messa con la sua prima e unica moglie, con discrezione e senza tante esibizioni.
Insomma: se dopo tante storie sulla nuova generazione di cattolici in politica, sul rinnovamento, sulla coerenza personale che sarebbe importante come i valori non negoziabili, mi devo vedere Fini, Casini e Passera a guidare l’area di riferimento dei cattolici….ecco, penso proprio che quella luce in fondo al tunnel che pensiamo di vedere è quella del treno che ci sta venendo addosso.

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