(di Alfredo De Matteo) come mai l’establishment politico e culturale sponsorizza i matrimoni gay quando l’istituto stesso del matrimonio viene sistematicamente attaccato
L’istituto del matrimonio sta attraversando una crisi profonda: sempre con minor frequenza le coppie convolano a giuste nozze mentre aumentano sempre più i divorzi e le separazioni. Soprattutto i giovani non riconoscono il valore intrinseco del matrimonio e tendono ad equipararlo alla convivenza. In più, l’attuale crisi economica generale fa propendere le giovani coppie a scegliere la via più breve e meno costosa, magari rimandando il matrimonio a tempi migliori e più favorevoli, proprio come si fa per un viaggio in crociera o per una settimana bianca nelle migliori mete turistiche invernali.
D’altra parte, quasi tutte le legislazioni del mondo, soprattutto europee, tendono a svilire l’istituto matrimoniale, facilitando enormemente le pratiche di divorzio (il cosiddetto divorzio breve) e favorendo in tutti i modi possibili le unioni fuori dal matrimonio (coppie di fatto). Dunque, il matrimonio viene presentato come una bella ma sostanzialmente inutile, se non dannosa, pratica, retaggio di una cultura ormai sorpassata.LEGGI TUTTO
Autore: Mangiarotti, Don Gabriele Curatore: Saro, Luisella
Fonte: CulturaCattolica.it
venerdì 23 marzo 2012
Smettiamola di usare la Chiesa per fare i propri comodi (una volta si diceva «porci comodi», ma non sembra più politically correct). E smettiamola anche di usare porporati anziani, definiti «massime autorità spirituali del nostro tempo», perché in qualche modo (qualsiasi modo!) diano l’imprimatur alle proprie convinzioni, facendole così passare come le uniche accettabili, in linea coi tempi, rispettose dei desideri degli uomini e delle donne d’oggi (ma soprattutto degli omosessuali, che di questi tempi sembrano essere l’unica categoria di persone degne di attenzione e di rispetto).
Quando si affrontano questioni delicate, forse sarebbe auspicabile un po’ di precisione, una capacità di inquadrare i problemi, una esposizione non apodittica. Così si permetterebbe al lettore di farsi una idea propria. Ma evidentemente è proprio questo ciò che nel mondo dei mass-media oggi non si vuole affatto, perché la logica imperante è la logica del potere e l’obiettivo è l’omologazione. Chi dissente stia zitto: non ha diritti. E se osa fare presenti le proprie ragioni (il caso Freccero docet) può solo essere brutalmente attaccato, offeso e svergognato (fino a usare epiteti, come culattone - che da titolo onorifico diventa la massima espressione del disprezzo - efascista, offesa buona per tutte le stagioni).
Nell’articolo del Corriere della Sera che riporta il capitolo del dialogo tra il Card. Martini e l’on. Ignazio Marino a proposito della omosessualità LEGGI TUTTO
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