8 Marzo 2012 “Giornata della Donna”. Centoquattro anni “legati” alla condizione femminile.
Non sono bene accertate le origini della “Festa dell’8 marzo”!
Forse la più attendibile è quella che risale al marzo 1908 quando le operaie dell’industria tessile Cotton di New York scioperarono per contestare le condizioni in cui erano costrette a lavorare.
Quel giorno il proprietario Mr. Johnson bloccò le porte della fabbrica, ma subito scoppiò un incendio e le 129 operaie, tra cui molte italiane, persero la vita mentre cercavano di difendere il loro diritto di lavoro, per un minimo di tutela e rispetto della loro dignità di persone umane e di lavoratrici.
Assumendo una importanza mondiale divenne, in seguito, denominata la “Giornata della Donna”, ulteriore occasione per far conoscere all’opinione pubblica ed alle Istituzioni i problemi della donna.
In Italia la celebrazione ufficiale della “Giornata della donna”, decisa dal Governo Andreotti nel 1979, è avvenuta a Roma al Palazzetto Venezia con il tema “Le donne nell’Europa per una uguaglianza reale” dalla genovese Onorevole Ines Boffardi Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM)“per la condizione femminile” (ex-Ministero per le Pari Opportunità), con l’incarico specifico di coordinare il servizio, è stato l’inizio della valorizzazione del cambiamento in continua evoluzione della nostra società, che passa attraverso il superare ruoli tradizionali, differenziati e specifici per i due sessi.
Mi rincresce dover dire, ma la verità è d’obbligo (ero Direttore di Sezione PCM e capo della segreteria), che nessun riferimento e da nessun Esecutivo sia stata ricordata l’Onorevole Ines Boffardi, la quale per prima ufficialmente in Italia ha iniziato con appassionata e responsabile dedizione quel lavoro importante e necessario teso a valorizzare anche istituzionalmente la donna, quale persona nella società e nelle Istituzioni.
Dati i tempi dell’epoca molto turbolenti del “femminismo” dove veniva “proclamato” che solo la donna doveva amministrare il “momento” della sua fertilità, maternità ed “uso” del proprio corpo, l’iniziativa governativa era finalizzata al precipuo ed incondizionato obiettivo del riconoscimento dei diritti della condizione femminile e della difesa etica della dignità della donna per quella che era considerata dimenticanza, emarginazione, abuso ed insensibilità.
Ma qual è la vocazione innata nella donna e quale è il ruolo in seno alla comunità umana non del tutto efficace ed efficiente nel mondo?
In ogni tempo essa ha contribuito ad una equilibrata crescita e conformazione dell’umana connivenza costituendo una ricchezza non solo nel focolare domestico, ma nell’intera società, restando pur sempre protagonista privilegiata del cambiamento in continua evoluzione della n/s società, dove si tenta ancora, oggi 2012, di distruggere il principio fondamentale della famiglia che è la cellula primaria e prioritaria della n/s società.
Bisogna ricordare donne con distinzioni manageriali molto bene operanti nel sistema economico, donne che devono affrontare problematiche intese con congiunti disabili fisici, handicappati psichici, in stato vegetativo, donne ancora oggi che si trovano senza adeguati specifici provvedimenti legislativi finalizzati ad alleviare le sofferenze dei loro cari fino alla fine della vita.
Anche il Santo Padre Benedetto XVI per il mese di marzo 2012 chiede ai fedeli di pregare per il riconoscimento del ruolo delle donne nella società (Intenzione - Lettera Pontificia all’Apostolato della preghiera).
Purtroppo si va instaurando un sconnesso relativismo del proprio io, una immoralità dannosa per le giovani generazioni, una cultura di delirio ed idolatria verso gli animali (che rispettiamo in quanto creature di Dio), ma che costituisce una nuova moralità che supera il centralismo dell’uomo e lo relega al di sotto del genere umano, il tutto in un petulante diverbio politico e tale da “scomodare” anche un ex Ministro della Repubblica Italiana “amica nella difesa degli animali”, “dimentica” dell’umanità, del rispetto, dell’individuo-persona, del mondo della sofferenza nella civile e cristiana Italia! Ogni amico dice “anch’io sono amico, ma c’è chi è amico solo di nome” (Bibbia – Libro del Siracide 37,1)
Desidero ancora ricordare l’On. Boffardi che ho sempre ammirato per la instancabile pazienza nella Sua azione, cattolicissima verso ogni persona, coraggiosa ferma decisa nella difesa e nella certezza del diritto naturale della donna, diventata non solo il simbolo del ricordo, ma anche quello della “rinascita” sociale.
Soprattutto di non vedere cadere taluni fondamentali valori etici e sociali che possono produrre un profondo divario tra situazioni legislative nel “problema donna” che resta, pur sempre, protagonista privilegiata del cambiamento in continua evoluzione della nostra società, dove si tenta, ancora oggi, di distruggere l’opera di questo “angelo della casa”, principio fondamentale della famiglia cellula prioritaria della n/s società.
Anche se si assiste ad una fragilità della famiglia, ad una comunità civile “bersagliata” da nuovi disagi sociali, la donna, la madre, la sposa compartecipi di responsabilità, sono sempre in grado di rispondere alle debolezze dell’etica rispettosa delle situazioni del quotidiano tendenti alla diminuzione del valore e delle modalità educative dirette alle giovani generazioni.
E’ opportuno ricordare madri, sorelle, giovani adolescenti vittime indifese quasi quotidianamente di violenze d’ogni genere, specialmente di stupri ricorrenti anche di gruppo, che lasciano nella “vittima” profondi solchi di natura psichica : comunque la famiglia ancora “tiene” e la donna merita il rispetto che sa dare al “focolare domestico”.
I popoli, specie quelli europei, vogliono restare un Continente aperto alla cultura, al sapere, al progresso sociale, alla famiglia, certezze che nella “Giornata della Donna” restano sempre la piattaforma propositiva di democrazia che non disattenda mai quei valori etici di pari opportunità, di rispetto e garanzia futura.
La Costituzione Europea, mi permetto ricordare, allontana le inquietudini e nel contempo traduce i dubbi e le attese dei cittadini, rafforzando la lotta contro l’esclusione sociale garantendo la protezione della famiglia nel Titolo 4°artt.93-94-95, il rispetto della persona e della salute umana di tutti ed in qualsiasi situazione, salvaguardando la non discriminazione di cui al Titolo 3° art .II-81,Parte 3° art. III-118,Capo 5° Parte 3° art. III-278.
Ma non si deve ignorare che esistono altre famiglie, e sono tantissime, dove insiste un malato in stato vegetativo, un malato psichico in cerca di una giustizia legislativa (da ben 34 anni), un disabile fisico che trova ancora “intralci architettonici” nelle strade delle n/s città e dei n/s paesi e dove tutti questi diversamente-abili “vivono” (mediamente) con euro 267,57 al mese, dove scarseggiano provvedimenti legislativi finalizzati ad alleviare le sofferenze anche quelle del fine vita.
L’8 marzo lo si deve festeggiare nella consapevolezza e nell’auspicio di una nuova società che attribuisca più valori umani ed etici nel “viaggio della vita” per un apporto profondo e ricco di solidarietà fra il genere umano.
Questo il vero significativo ricordo della “Giornata della Donna”, nella consapevolezza e nell’augurio di un rinnovamento continuo della società verso valori umani e per il bene comune, certamente sempre auspicato.
1 commento:
"Quel giorno il proprietario Mr. Johnson bloccò le porte della fabbrica, ma subito scoppiò un incendio e le 129 operaie, tra cui molte italiane, persero la vita mentre cercavano di difendere il loro diritto di lavoro, per un minimo di tutela e rispetto della loro dignità di persone umane e di lavoratrici."
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Questo è falso. Se vai su Google e cerchi "falso festa della donna" troverai che la storia del 8 Marzo 1908 è un falso storico. L'8 Marzo 1908 non ci fu alcun incendio in nessuna fabbrica a NY. Qui trovi ulteriori dettagli:
http://ilvolodidedalo.blogspot.com/2009/03/l8-marzo-e-la-chiesa.html
Vedi i commenti soprattutto. E leggi anche questo:
http://miaplacidusedaltriracconti.blogspot.com/2008/03/la-storia-dell-della-festa-della-donna.html
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