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venerdì 2 marzo 2012

LE FAMIGLIE ARCOBALENO ??? CONTRO LA LEGGE NATURALE !!!

A Milano si insegna l'omogenitorialità
piccolo uovo 

di Cecco Angiolieri
02-03-2012

La curiosità ce l’ha suscitata il settimanale femminile «D» del quotidiano «Repubblica» (4 febbraio 2012). In copertina il primo titolo proposto era 
«Mamme mie! Una coppia lesbica, i suoi 4 figli e un problema: come spiegare questa strana famiglia». Dentro, a pag. 68, grandi foto di una coppia felice con i bambini che giocano spensierati. Riassunto: «Come spiegare ai propri figli (e ai loro compagni di scuola) perché certe famiglie sono speciali? Fondando una casa editrice». Quest’ultima è «Lo Stampatello», al suo attivo quattro o cinque libri illustrati (il primo da Altan): raccontano che «non c’è un solo modello e che la ricchezza della vita sta nella varietà». 


Il libro che ha fatto conoscere la nuova casa editrice è Il piccolo uovo, che ha dato anche il titolo alla presentazione avvenuta il 29 febbraio u.s. presso la grande Libreria dei Ragazzi, nella milanese via Tadino. Siamo andati a sentire. L’incontro aveva, in verità, un titolo completo anche più intrigante: «Piccolo uovo e libri proibiti. Raccontare ai bambini l’omogenitorialità, attraverso le pagine dei libri». La sala delle presentazioni era gremita all’inverosimile, molti erano in piedi. Cento o centocinquanta persone, alcune con i bambini appresso (a occhio e croce una decina). 



Introduzione dell’anziano Roberto Denti, che racconta di tanti anni fa, quando la Libreria dei Ragazzi fu accusata per un certo libro (non ricordiamo quale) dalla Maggioranza Silenziosa e il suo leader, Massimo De Carolis, che poi però finì inquisito lui, «…non per niente era di destra». A queste parole la sala esplode in un’ovazione spontanea. Segue Anita Sonego, presidente della commissione pari opportunità del Consiglio comunale cittadino. La quale accenna a una sua sofferta scelta di vita (supponendo, forse, che tutti i presenti la debbano conoscere), poi  ricorda quanto detto da un esponente della Lega, «che veniva voglia di prendere a pedate», e si chiede che gente sia quella che vota persone del genere. Eh, c’è ancora un lavoro enorme da fare perché Milano entri nella civiltà e superi i suoi pregiudizi. Questo il leitmotiv di tutta la serata. 



Da certi riferimenti dei relatori par di capire che in sala ci sono anche insegnanti e che questi ultimi usano Il piccolo uovo nel loro lavoro. Marco Mori, presidente dell’Arcigay di Milano, dice che le famiglie arcobaleno e omogenitoriali sono una realtà e i libri devono raccontarla perché i bambini imparino come è veramente la vita; a questo dovrebbero servire i testi per l’infanzia, mica a narrare di miracoli o storie avvenute tanto tempo fa in posti lontani e che parlano di miracoli, tutta roba non dimostrata scientificamente. Boh, in duemila anni milioni di persone si sono fatte ammazzare per quei miracoli, i più grandi geni dell’umanità ci hanno creduto, milioni di persone ancora oggi vanno a Lourdes e a Medjugorje. E anche questa è realtà; anzi, e molto più grossa di quella degli omosessuali che tengono famiglia. Ma nella sala della Libreria dei Ragazzi il coro unanime è tutt’altro, e invoca libertà di stampa e diffusione ed educazione. 



A proposito di quest’ultima, un esponente dell’associazione Certi Diritti racconta della bella idea che gli è stata fornita da quel consigliere circoscrizionale che aveva chiesto di far togliere Il piccolo uovo dalla biblioteca pubblica. L’idea è stata quella di raccogliere i fondi (che sono arrivati abbondanti) per regalare il libro «proibito» a tutte le biblioteche pubbliche di Milano. Applausi. E poi parlano l’illustratrice, poi l’autrice dei testi, poi l’editrice (Francesca Pardi e Maria Luisa Fiengo), coordinate da Elasti alias Claudia De Lillo giornalista blogger. Che ha marito e figli e che è per la libertà di scelta. 



Tutta la serata è gaia e le ovazioni quasi continue. E’ la prima volta che – dice Denti - la sala è così piena, segno che il tema è molto sentito. Vengono presentati gli altri libri editi da Lo Stampatello, dopoché noi ce ne andiamo prima della conclusione. 
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