da Corrispondenza Romana 18 settembre 2012
(di Davide Demichelis su Vatican Insider del 16-09-2012)
Il Papa a Beirut parla di pace e di dialogo, ma nel Sudan del nord i pochi cristiani sono costretti al silenzio dopo gli attacchi dei fondamentalisti alle ambasciate tedesca, inglese e americana
Bocche cucite a Khartoum. I cristiani preferiscono non fare commenti, non esporsi a ritorsioni da parte del governo. Esprimere valutazioni sugli attacchi alle ambasciate tedesca, inglese e americana, avventurarsi in congetture sui mandanti e gli esecutori, può irritare la suscettibilità di politici e funzionari pubblici. E così, anche fra i missionari, la parola d’ordine è: silenzio.
I cristiani ed i loro luoghi di culto negli ultimi anni sono stati rispettati dalla popolazione, che al 95 per cento è di religione islamica. “I manifestanti hanno attaccato le ambasciate, non le chiese”, commenta un missionario, che chiede di non essere citato. “Ancora una volta, secondo me, la religione è stata strumentalizzata. Io da anni giro per le strade con il crocifisso al collo, eppure mai nessuno mi ha insultato né attaccato”.LEGGI TUTTO
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