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mercoledì 12 settembre 2012

NON E' STATO SOLO IL FILM BLASFEMO A SCATENARE LA VIOLENZA IN LIBIA

mercoledì 12 settembre 2012
Epilogo della manifestazione furibonda che si è scatenata a Bengasi, in Liba, per protestare contro un film ritenuto blasfemo su Maometto, è stata la morte dell’ambasciatore americano e di tre funzionari dell’ambasciata. Chris Stevens ha così perso la vita, morendo asfissiato per il fuoco che si è propagato nell’edificio delle rappresentanza diplomatica in seguito, pare, al lancio di alcuni razzi. Sono ancora da chiarire, in ogni caso, la circostanze in cui si è sviluppata la vicenda. Sembra che la protesta non sia stata il vero motivo, non l’unico, almeno, per colpire l’ambasciata. Non a caso, dai siti di Al Qaeda si è levata la rivendicazione dell’assalto. Si tratterebbe di una reazione della milizia Ansar Al-Sharia alla conferma della morte di Abu al-Libi, numero due della rete terroristica. Gabriele Iacovino, responsabile Cesi (Centro Studi Internazionali) del desk Nord Africa e Medio Oriente, ci spiega come stanno le cose. 

Secondo lei, qual è stata la dinamica esatta dell’attentato? 

Non parlerei, anzitutto, di un attentato, quanto di un attacco vero e proprio ad un edificio di rappresentanza americana. Ci sono state delle manifestazioni popolari, certo, ma su di esse si è innestata una vera e propria azione militare preorganizzata.
Da parte di chi? 
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