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I GRANDI POTERI INTERNAZIONALI, QUELLI CHE DICONO DI MUOVERE I MERCATI E CHE HANNO SOSTENUTO L’AVVENTO DI GOLDMAN MONTI A PALAZZO CHIGI,
Condizionalità" merkeliana a parte (ma niente viene dal niente per gli amministrati dai mercati), Mario Draghi ha battuto un colpo che toglie molte castagne dal fuoco a tutti e dà anche, per la prima volta in modo incisivo, un ruolo alla Banca Centrale europea.
Certo, esattamente un anno fa lo spread ballava quasi allo stesso livello di oggi e a tutti, commentatori blasonati o normali cittadini, sembrava l'anticamera della fine. Oggi appare quasi un porto ben riparato, visti i picchi a cui ci eravamo abituati e la sostanziale ininfluenza dei governi nazionali, a partire da quello tecnico italiano, a modificarne gli andamenti.
Ma il punto vero è un altro: i grandi decisori internazionali, quelli che dicono di muovere i mercati e che hanno sostenuto l'avvento di Mario Monti a Palazzo Chigi e altri fatterelli non di poco conto in giro per l'Europa, quelli che si materializzano alla Trilateral, alla Bildelberg e talvolta anche alla Goldman Sachs e che mandano qualche esponente minore a Cernobbio, hanno stabilito anche una serie di cosine che ci riguardano e che ci verranno comunicate a tempo debito come se fossero casuali. Anzi, come se le avessimo decise noi da bravi cittadini, sia pure con l'aiuto illuminato dei media locali.
Ecco le principali:
Uno. Mario Draghi, avendo fatto bene il suo lavoro a Francoforte raffreddando gli spread quel tanto che basta, tornerà in Italia come Presidente della Repubblica. Nella tarda primavera il posto si libera, il palazzo è bello e a pochi passi da Palazzo Koch caso mai servisse dare una mano a Bankitalia a ubbidire ai mercati, i vecchi politici (anche quelli che si sentono giovani ed europei) sono impresentabili, fosse solo perché appartengono ad altre epoche geologiche degli stessi mercati, cioè quasi tutti risalenti a quando c'era il "serpente" monetario.
Due. La Banca Centrale europea diventa finalmente a guida tedesca, dopo una controfigura olandese, un alleato francese e un italiano atipico. Punto importantissimo: per essere rieletta la Merkel ha bisogno di un tedesco in vetta alla Bce prima delle elezioni politiche tedesche dell'autunno 2013.
Avrà gli stessi poteri che ha avuto Draghi ma verra' usata soltanto la "condizionalita": si dovranno i fare durissimi compiti a casa e soltanto dopo si potranno comprare bond tedeschi ad un prezzo superiore a quello praticato ai cittadini nati in Germania. Di fatto, Equitalia dipenderà da Francoforte anche se la Bce non ha competenze fiscali.
Tre. Mario Monti resterà a Palazzo Chigi anche dopo le elezioni, ma soltanto sino al 2014 quando diventerà presidente del Consiglio europeo al posto di Van Rompuy. Un punto importante: Monti dovrà restare esterno a tutti quelli che dicono che vogliono fare il partito di Monti altrimenti si schiera e l'incantesimo finisce. Non solo: Supermario avrà poteri maggiori rispetto al suo predecessore Van Rompuy perché i reggitori dei mercati sanno che potrebbero aver bisogno di un discreto esecutore anche in Europa, magari ci fosse bisogno di tasse improvvise.
Quattro. Ma allora a che servono le elezioni italiane, per fare le quali stiamo addirittura cambiando per l'ennesima volta la legge elettorale? A niente, peggio che in Spagna (che pure c'era parsa un esempio di democrazia funzionante quando le aveva coraggiosamente indette). Al massimo serviranno a decidere chi saranno i vicepresidenti del Consiglio tra i capi dei partiti che, avendolo sostenuto in campagna elettorale, affiancheranno Monti fino al 2014.
Insomma, una spesa inutile che i reggitori dei mercati tollerano ancora perché le elezioni sono state la grande novità del Novecento e pare brutto deludere chi tra il popolo continua a crederci. Tra l'altro, sarebbe meglio semmai farle nel 2014 quando Monti lascerà, ma i grandi reggitori dei mercati ancora non hanno deciso chi sarà il nuovo fiduciario. Del resto, nelle nostre condizioni non possiamo chiedere troppo.
Ricapitolando. Draghi al Quirinale (Casini presidente del Senato, se sarà vitale per Monti), la Bce ai tedeschi, Monti a Palazzo Chigi e poi al posto di Van Rompuy. Il resto sono briciole, dovessero pure chiamarsi presidenze di Camera e Senato. I Grandi Decisori dei Mercati lo stabilirono nell'estate del 2012, questo sito disgraziato lo riporta oggi a futura memoria.
Aggiungendo soltanto che un ex leader italiano molto scorbutico ma stimato dai Grandi Decisori nonostante non abbia mai lavorato in Goldman Sachs che avrebbe potuto avere delle possibilità, riparte da zero: trattasi di Giulio Tremonti che nel primo fine settimana di ottobre riunisce la sezione emiliana del suo movimento a Riccione per organizzare la partecipazione alle elezioni del 2013. I Grandi Decisori apprezzano la sua (possibile) ritrovata umiltà e valuteranno benevolmente i risultati.
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