E’ il microcosmo delle aziende del Sud Italia a subire di più la congiuntura: qui le perdite sono, infatti, addirittura superiori alla media nazionale. Anche il Nord non si salva. Servono riforme, chiede il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello
Roma - Allarme rosso per l’industria italiana. Non c’è solo Fiat a scricchiolare in questi giorni, tentata sempre di più dall’ipotesi di spostare la sua produzione dal Lingotto appannaggio di Detroit, Oltreoceano. Sono centomila le aziende che si snodano lungo la Penisola che presentano bilanci in rosso. Questo succede da tre anni. Si tratta di società che non riescono a risalire la china.
Dal 2009 ad oggi per loro nulla sembra essere cambiato: erano in perdita e restano in perdita. La fotografia scattata da un’indagine realizzata da Infocamere preparato per Il Sole 24 Ore non lascia spazio a interpretazioni alternative. E’ il microcosmo delle aziende del Sud Italia, ossia Puglia, Calabria, Sardegna, Sicilia e Basilicata, a subire di più la congiuntura: qui le perdite sono, infatti, addirittura superiori alla media nazionale.LEGGI TUTTO
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