Ma il governo che cosa può fare davvero per evitare un addio quasi definitivo della Fiat all’Italia? Ben poco, occorre essere realisti.
A maggior ragione con un presidente del Consiglio che si è dichiarato più volte atarassico: i poteri pubblici non possono interferire con le libere decisioni di un gruppo privato e internazionale che stabilisce dove produrre la sua mercede, ha detto e fatto intendere senza giri di parole Mario Monti.
Con questa premessa, il capo azienda della Fiat, Sergio Marchionne, sa di poter contare su un alleato a Palazzo Chigi. Eppure l’annuncio di fine prematura, anzi di inizio abortito, del piano Fabbrica Italia con i relativi 20 miliardi di investimento nel nostro Paese, non può comunque lasciare insensibile un governo d’impronta liberista. Non solo perché le case automobilistiche estere che vendono in Italia chiedono un ripristino degli incentivi statali per l’acquisto di auto, a differenza della Fiat marchionniana che li snobba, anzi li considera una droga deleteria.LEGGI TUTTO
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int. a S. Cingolani
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