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giovedì 12 novembre 2009

RIDATECI L'EUROPA CHE VOGLIAMO

PETIZIONE/ Ridateci l’Europa che vogliamo

Renato Farina

giovedì 12 novembre 2009

 

 

 

La petizione qui pubblicata va stampata, diffusa, propagandata, firmata, spedita.

Amata, soprattutto amata. C’è dentro il respiro dell’Europa così com’è stata pensata dai suoi fondatori: un respiro oggi soffocato da un’istanza europea che fa torto proprio alla sua origine, come un figlio che uccida la madre. Senza quella croce non ci sarebbero né diritti umani, né Europa.

 

La petizione allora rappresenta il modo più semplice, chiaro, forte per far valere le ragioni della nostra libera volontà. Qualche volta il popolo ha diritto di ribellarsi, fa parte anche questo dei diritti umani. E la petizione è il modo più civile, ma non si sottovaluti alla lunga questo primato dato alle burocrazie rispetto alla volontà della gente.

 

Quando ci si ribella persino alle Alte Corti? Accade quando si sente conculcata la propria anima da un potere sentito come estraneo. È il nostro caso. La citata decisione della Corte europea dei diritti umani, che ha multato l’Italia perché espone i crocifissi sulle pareti delle aule scolastiche, pretende di estirpare dal petto la fotografia di chi ci è caro, il più caro di tutti. E lo fa in nome della giustizia, come nel nome della giustizia quel Tale fu messo in croce.

Un’assurdità che pretende di avere il sigillo della legalità più alta.

 

Per questo Cristiana Muscardini e Mario Mauro, del Pdl, e David Sassoli, del Pd, lanciano la petizione popolare perché sia restituito al popolo il diritto di essere se stesso, di poter scegliere i simboli in cui riconosce se stesso e la propria storia. I due eurodeputati hanno preso questa iniziativa dal luogo decisivo dell’Europa unita, là dove l’ideale europeo di democrazia ha i suoi rappresentanti eletti dai cittadini dei 27 Paesi. Non c’è bisogno di disquisizioni sottili. La petizione ha una eloquenza che non va addolcita o interpretata.

 

 

Di certo i diritti umani non possono più essere esclusiva prerogativa di magistrati che ragionano sulla base della loro ideologia, dove la libertà è intesa come appartenente al singolo individuo al quale viene assegnato il diritto di veto sui simboli di una società. Sarà interessante quando ci sarà qualcuno che si sentirà offeso dalla croce che dà forma e consistenza alle bandiere di molti Paesi europei, come la Svezia, la Danimarca. Tra i 47 Paesi del Consiglio d’Europa, su cui ha giurisdizione la Corte di Strasburgo, c’è la Svizzera che ha la croce in cielo, sulle ali degli aerei. Che si fa, li si abbatte?

 

E solo una piccolissima minoranza può sentirsi in realtà offesa da quella visione, ma lo fa perché odia la nostra stessa essenza europea. “Europa, ricordati il tuo battesimo”, ammoniva Giovanni Paolo II. Per questo chiedeva nella Costituzione la citazione delle radici cristiane, non per vuoto nominalismo, ma per lealtà verso noi stessi, e come garanzia perché non ce le strappino con le tenaglie dei falsi diritti umani, che da quel simbolo tra l’altro non possono prescindere.

 

Per rispettare il senso di fastidio di chi odia il nostro stesso cuore, va spogliata la nostra vita dall’icona di Cristo, lavare le nostre pareti dalla memoria? Bisognerebbe allora per coerenza purificare il panorama dalle croci, ripulire i quadri dei musei, i libri di arte, strappare dal petto le medagliette dei bambini e dei vecchi. 

Questo fa capire che razza di mondo assurdo, senza fremiti, senza passione e amore, si figurino come culla dei diritti questi magistrati la cui bilancia deve avergli schiacciato il cuore e la testa quand’erano piccoli.

 

Intanto mandiamo la petizione. Facciamoci sentire.


 

CROCIFISSO/ Il testo della petizione popolare al presidente del Parlamento europeo

Redazione
giovedì 12 novembre 2009

PETIZIONE POPOLARE AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

Il crocifisso va rispettato

Signor Presidente,

la recente sentenza della Corte europea dei diritti umani turba, inquieta e disturba la nostra coscienza di cittadini europei. Se l’Europa, con una sentenza del potere giudiziario, elimina il crocifisso, immagine dell’uomo-Dio in cui credono milioni di cittadini, dalle scuole, il nostro essere europei riceve un colpo mortale. Non potremmo più riconoscerci in un’Europa che cancella per via giudiziaria i valori ed i simboli che hanno contribuito a fare dei nostri Paesi ciò che essi hanno rappresentato per la civiltà universale.

Non siamo contro i valori rappresentati da altre visioni del mondo, ma desideriamo che la nostra cultura e le nostre tradizioni vengano rispettate e tutelate. Non possiamo accettare, come cittadini europei, che l’Unione mortifichi ed annulli le differenze. La nostra “differenza” va convintamene salvaguardata e l’iconografia che tradizionalmente esprime i nostri valori va assolutamente rispettata.

Il Parlamento europeo, che è l’espressione della volontà popolare, deve garantire il rispetto della nostra tradizione, altrimenti l’Europa sarebbe percepita soltanto come una organizzazione mercantile, senza anima e vuota di senso. Non erano queste le ragioni e le finalità che hanno spinto i Padri fondatori a dar vita alle Comunità europee.

Essendo un diritto umano anche quello che pretende il rispetto di sé, della propria storia, della propria cultura e della propria tradizione, facciamo appello alla sua autorità perché questo nostro diritto non venga così volgarmente calpestato.

Primo Firmatario : Cristiana Muscardini

Mario Mauro

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