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martedì 4 febbraio 2014

A CHI GIOVA SBATTERE IN TITOLONI DI PRIMA PAGINA LA CORRUZIONE IN ITALIA ? E POI VIENE FUORI CHE E' UNA BUFALA!?!?



http://www.tempi.it/ Febbraio 4, 2014 Redazione

Il Corriere titola in prima pagina dando credito a una bufala. Però in un’intervista rivela che nemmeno i siriani si fidano di noi. Perché prendiamo bustarelle? No, perché abbiamo una burocrazia labirintica e una magistratura inaffidabile


Va dato atto al sito ilpost.it, e a Libero che rilancia la notizia, di aver smascherato l’euroballa sulla corruzione che oggi appare come titolo di apertura del Corriere della Sera (e ieri era la prima notizia sui siti dei maggiori quotidiani). “Corruzione, peso da 60 miliardi”, titola il quotidiano di via Solferino. E poi, sempre in prima pagina: «Rapporto della Commissione Europea: la corruzione in Italia vale 60 miliardi, la metà del totale della Ue. Penalizzate 4 aziende su 20».
Il lettore che abbia avuto l’accortezza di non fermarsi ai lanci di prima pagina, ma sia andato poi a leggere il testo degli articoli, scopre che è lo stesso Corriere a smentire un particolare non irrilevante di quanto afferma in prima pagina. Si legge, in una parentesi, a pagina 2: «Un portavoce di Bruxelles avverte che “si tratta di studi basati su parametri diversi e non comparabili tra di loro, quindi non è possibile concludere che l’impatto italiano equivale alla metà di quello europeo”». 
Quindi, a pagina 1, il Corriere scrive che «la corruzione in Italia vale 60 miliardi, la metà del totale della Ue». A pagina 2 scrive che è una balla. Ma non è l’unica.

venerdì 28 giugno 2013

LA CACCIA ALL'EVASORE PER DISTOGLIERE LA NOSTRA ATTENZIONE DAI VERI PROBLEMI CREATI DALL'AZIONE NEFASTA DI QUESTO SISTEMA FINANZIARIO

Conti correnti, gli accorgimenti per evitare i controlli

da WSI di Veronica Benigno  26 giugno 2013

Dopo l'entrata in vigore del Sid, il sistema di controllo in stile Grande Fratello sui conti correnti, ecco un promemoria per evitare che scattino gli accertamenti. Di Super Money

Il palazzo della Cassa Depositi e Prestiti.
ROMA (WSI) - Lo hanno già chiamato Grande Fratello dei conti correnti ed è attivo da lunedì. Stiamo parlando del Sid, il Sistema Interscambio Dati, creato per effettuare i controlli incrociati fra più banche dati e stanare gli evasori fiscali. 

Tutti gli intermediari bancari e finanziari dovranno fornire le informazioni circa le movimentazioni su conti online (come quelli aperti presso Ing Direct, Iw Bank e altri istituti diretti, ndr) e tradizionali, oltre che sui profili di risparmio postali, su assicurazioni e così via, al fine di individuare discrepanze sospette fra quanto dichiarato al fisco e il reale tenore di vita dei contribuenti.

Il Fisco ha già reso noto che solo le anomalie più rilevanti si tradurranno nella creazione di liste di "sorvegliati speciali", in particolare quelle in cui la differenza tra spese effettive e dichiarazione dei redditi sarà superiore al 20%. A quel punto, i singoli contribuenti potranno essere oggetto di accertamenti più approfonditi.

martedì 29 gennaio 2013

E' PASSATO UN ANNO, LE SOLITE INCOMBENZE, L'INDIGNAZIONE CRESCE E LA VOGLIA DI FAR FAGOTTO E ANDARSENE DALL'ITALIA CRESCE ANCHE DI PIU' .....


venerdì 27 gennaio 2012


QUALE DOVREBBE ESSERE LA FUNZIONE DELLE CAMERE DI COMMERCIO ???


               

Orbene, la loro funzione dovrebbe essere quella di servire commercianti, artigiani, industriali, agricoltori, se si ricorda bene è per questo servizio che sono nate.
Oggi agli sportelli delle Camere non si viene più serviti di tutto quello che occorre, servizio che manca ai  piccoli commercianti ed artigiani.
Oggi si deve, per qualsiasi pratica, avere un computer e saperlo usare in tutti i software creati per la comunicazione e la presentazione delle pratiche alla CCIAA.
Altrimenti si deve avere assolutamente un commercialista che  sbrighi tutte le pratiche anche le più banali.
E’ stata “inventata”  COMUNICA ma per usarla si deve passare tramite FEDRA e per spedire si ha bisogno di TELEMACO  ma ci si deve dotare prima di una firma digitale e di una chiave che permetta di interagire con la Camera di Commercio.
Bene, supponiamo che un imprenditore abbia diligentemente adempiuto a tutte le varie fasi per poter colloquiare con la Camera attraverso il web.
Che succede a quel diligente imprenditore?
Deve ricaricare la carta Telemaco per poter evadere le pratiche via web e pagare i diritti di segreteria.
Per poter accedere a Telemaco ovviamente occorre la Userid e la Password , la prima la possiede la seconda non se la ricorda e non trova più il documento su cui l’aveva salvata.
Prova a comunicare a Telemaco il proprio indirizzo mail ma Telemaco risponde di non riconoscere la mail e quindi non riesce a riottenere la password via mail.
Decide quindi di chiamare Telemaco al 199502010, ok è un numero a pagamento e si è costretti a sentire tutto il bla-bla-bla che avverte dei  costi che saranno addebitati, poi si deve prestare attenzione massima per individuare quale numero digitare, digitato il numero si viene informati che si è 5° nella coda, passano i minuti, si è 4°, passano i minuti si è 3° e finalmente si è informati che si è il primo, ma che succede? Non ti risponde nessuno, non c’è verso hanno chiuso la linea. 
Si torna a chiamare Telemaco al 199502010 e dinuovo  si è costretti a sentire il bla-bla-bla- dei costi: da rete fissa € 0,144 al minuto, da cellulare € 0,424 al minuto + € 0,156 alla risposta, e passano i minuti …..la prima chiamata andata a vuoto ha registrato 11 minuti, la seconda ringraziando andata a buon fine, nel senso che dopo 10 minuti si è riusciti a parlare con un operatore per richiedere la nuova password e nel frattempo domandare se si può ricaricare Telemaco a mezzo bonifico bancario.
LA RISPOSTA: SI LO SI PUO’ FARE MA SI DEVONO VERSARE MINIMO  5.000,00 EURO.
Eccoti servito piccolo commerciante o artigiano devi dotarti di carta di credito se vuoi pagare solo quanto pensi di dover spendere per diritti di segreteria e bolli altrimenti devi andare dal tuo commercialista.
L’operatrice, forse per un risveglio di coscienza all’indignazione dell’imprenditore,  aggiunge 
“Aspetti, forse  c’è una soluzione ma deve essere correntista UNICREDIT ……"
A questa affermazione quel diligente imprenditore non ci ha più visto ed ha deciso di postare sul web la sua esperienza e pone ai lettori queste domande:
1°perché è stata tolta la possibilità ai piccoli imprenditori di essere serviti agli sportelli delle CCIAA?
2°perché “colloquiare” con le CCIAA attraverso il WEB è così denso di passaggi e problematiche?
3°perché  la ricarica Telemaco di piccoli importi attraverso bonifici è preclusa ?
4°perché cercando di riottenere la password attraverso comunicazione mail il sistema Telemaco risponde di non riconoscere la mail e per risolvere il problema  si è costretti a passare attraverso un servizio telefonico a pagamento?
perché i correntisti UNICREDIT risultano essere privilegiati  per i rapporti contabili-amministrativi con Telemaco?
 Il piccolo imprenditore una risposta se l’è data : Il piccolo commercio reale oggi è moribondo per non dire morto, quelle istituzioni che i nostri vecchi avevano creato perché fossero al servizio di tutti gli imprenditori piccoli e grandi sono diventati parte del sistema che ci sta divorando  tutti
Buona giornata e impariamo a diffondere la nostra indignazione piccola o grande che sia......

sabato 19 maggio 2012

IL CONFLITTO DELLA MANAGER EQUITALIA. LA SUA SOCIETA’ COMPRA CASE IPOTECATE – UNA VERGOGNA DA FARE SAPERE A TUTTI!!!


Proprio ieri rigor Montis ha pubblicamente elogiato i funzionari pubblici per il lavoro svolto. Queste notizie dimostrano una volta di più, come se ce ne fosse ancora bisogno, che il solo scopo di questo sistema è sfruttare a più non posso il popolo. Quando si dirà basta a questo sistema fondato sui Lusi, i Bossi, le aziende tangentiste, i privilegi, l’usura praticata sulla moneta, sarà sempre troppo tardi. Quando un popolo è oppresso ha il sacrosanto diritto di ribellarsi.  Claudio Marconi
IL CONFLITTO DELLA MANAGER EQUITALIA. LA SUA SOCIETA’ COMPRA CASE IPOTECATE – UNA VERGOGNA DA FARE SAPERE A TUTTI!!!
La strana situazione di Torino. Ma nelle sedici società satellite dell’agenzia che curano le riscossioni in sede locale, ci sono diversi ex politici. Anche il deputato pdl Marco Milanese, imputato nella storia della P4, vi ha sistemato alcuni suoi amici



Come racconta l’avvocato Alberto Goffi (l’udc piemontese che da tempo denuncia gli abusi dell’agenzia), l’implacabile macchina da guerra Equitalia porta dentro di sé diversi conflitti d’interesse.La presidente di Equitalia Nomos (la struttura sovrintende Torino e provincia, in attesa di essere inglobata in Equitalia Nord) è Matilde Carla Panzeri. Già funzionario della Banca d’Italia, oggi la Panzeri è presidente di una società pubblica che cura il recupero dei crediti dello Stato e degli enti locali. Ha quindi possibilità di accesso alle informazioni sullo stato patrimoniale dei torinesi, sulla solvibilità degli imprenditori della provincia e – tra l’altro – negli ultimi quattro anni la Panzeri attraverso i suoi dirigenti ha firmato 43mila ipoteche sulle case di Torino e il suo hinterland. La manager, però, dal 2008 è anche presidente di una società privata, la Npl spa (sede a Milano), che cura per statuto l’acquisizione di immobili, la riscossione di crediti in sofferenza, il finanziamento terzi, ed è leader nella cartolarizzazione dei crediti bancari. Solo la disponibilità dei dati pubblici, si comprende, è un chiaro vantaggio per una società privata, in questo caso la sua Npl (Non Performing Loans).

Alcune inchieste giornalistiche e di magistratura hanno già messo in evidenza come spesso nei consigli di amministrazione delle sedici società satellite di Equitalia (oggi in via di scioglimento) vi siano ex politici che controllano come nel collegio di riferimento i controlli fiscali non siano troppo serrati. L’inchiesta della Procura di Napoli sulla P4, poi, sta rivelando come il braccio destro di Giulio Tremonti, il deputato pdl Marco Milanese LEGGI TUTTO ASSOLUTAMENTE TUTTO

martedì 15 maggio 2012

MARCO DELLA LUNA:"QUESTO SISTEMA NON DA ALCUNA RAPPRESENTANZA AI CITTADINI"




“NOI CONTINUEREMO A MANGIARE SULLA SPESA PUBBLICA, PERCIO’ VOI DOVETE PAGARE SEMPRE PIU’ TASSE, ANCHE OLTRE IL LIVELLO ATTUALE (CA. 70% SULL’EMERSO, 50% SUL TOTALE)”.

Questo è il messaggio che la politica lancia al popolo con la beffarda spending review di 2,2 miliardi su circa 300 tra spesa per acquisti di beni e servizi e spesa per opere pubbliche – una spesa che è gonfiata grosso modo del 50%, ossia della quale politici e burocrati mangiano circa la metà. Che il gonfiaggio sia di quest’ordine lo dimostrano molti elementi: dalla pratica di moltiplicare il corrispettivo degli appalti in corso d’opera, a quella di moltiplicare il costo delle forniture ospedaliere di molte volte da Milano a Palermo). La politica non rinuncia a rubare e a sprecare perché quello è il suo guadagno e la sua fonte di mezzi per comprare consensi. Perciò parla di pagare le tasse come di un dovere assoluto, metafisico, indipendentemente dall’uso che la politica ne fa:

“DOVETE PAGARE LE TASSE ANCHE SE NOI LE USIAMO MALISSIMO E SE LE RUBIAMO”.

Se si andasse a sindacare come le spendono, altroché pagargli le tasse, li si toglierebbe in blocco dalle spese.

Lo Stato è l’azienda della partitocrazia, che attraverso di esso realizza i suoi profitti. Dal punto di vista dei politici, il conto dei profitti e delle perdite di questa loro azienda si presenta così:

A- RICAVI

Tributi

Sanzioni pecuniarie

Proventi da cessione di beni e servizi pubblici

[altri]

+ TOTALE RICAVI

B- COSTI PUBBLICI

Oneri finanziari

Costi legittimi: investimenti, spese sociali, spese nell’interesse del paese – per il personale, per acquisti di beni e servizi, per appalti

[altri]

C- COSTI POLITICI

Costi illegittimi: spese clientelari per comperare i consensi – investimenti, spese sociali, spese nell’interesse del paese – per il personale, per acquisti di beni e servizi, per appalti



A – B – C = UTILE INTASCABILE DAI POLITICI

+ Finanziamento pubblico dei partiti e dei loro organi di stampa

+ Proventi da corruzione

+ Regalie lecite

- Sopravvenienze giudiziarie (parcelle legali, pene pecuniarie, risarcimenti passivi)

TOTALE PROFITTI DEI POLITICI 
____________

E’ chiaro, dunque, che i partiti hanno interesse ad aumentare continuamente le tasse e le multe, mentre hanno interesse a diminuire la spesa utile per il paese, onde avere più soldi per comperare i consensi e più soldi da intascarsi personalmente. Il rischio di una condanna penale, per il politico, è semplicemente il rischio di impresa, il suo rischio professionale.

Come naturale, i partiti avversari si uniscono tra di loro nella difesa del loro reddito e potere. Niente è servito a cambiare le cose: non le riforme elettorali, non i cambi di maggioranza, non le indagini giudiziarie, non i partiti di protesta.

Ovviamente, questo sistema non dà alcuna rappresentanza ai cittadini. Quindi lo Stato che abbiamo, con le sue regole, le sue tasse, il suo esattore Equitalia è completamente illegittimo rispetto ai principi costituzionali.

Al contempo, lo spreco di circa 150 miliardi l’anno solo per i due capitoli di spesa suddetti impedisce di fare investimenti e di ridurre il debito pubblico, che esso stesso ha generato. La partitocrazia non rinuncerà mai a rubare, e neppure si lascia sostituire, quindi il paese è condannato.

La soluzione, in astratto, sarebbe una rivoluzione violenta che eliminasse fisicamente la partitocrazia assieme a tutti i suoi ausiliari, e creasse le condizioni sia per la democrazia che per la legalità e per lo sviluppo. Un terzo della popolazione dichiara di sperare nella rivoluzione.

La rivoluzione però non è possibile a causa dei caratteri della società italiana: mancano la fiducia sociale e la lealtà sociale necessarie per fare una rivoluzione, per costituire un movimento rivoluzionario. Per non parlare della mancanza di coraggio fisico e dell’inclinazione al servilismo infedele – altri due tipici tratti nazionali. E anche perché il ceto politico italiano è espressione della mentalità della popolazione generale.

Quindi, anche considerando i rapporti col contesto europeo e mondiale, l’Italia continuerà il suo declino più o meno rapido e più o meno sussultorio, e che i capitali stranieri potranno rilevarne i pezzi utili con gli avanzi commerciali accumulati, approfittando della crisi finanziaria irreversibile del paese.

La linea sostanziale della governance italiana, da molto tempo, è quindi quella di cavalcare questo processo e predisporne l’esito, nell’interesse del capitale straniero (soprattutto tedesco) che deve fare questo take-over dell’Italia, coniugando i suoi interessi con le forze reali italiane: partitocrazia, burocrazia, finanza, mafie.

Oggettivamente, sono gli interessi stranieri e quelli di queste forze a venire tutelati e promossi dalle scelte politiche, soprattutto degli ultimi anni: agevolazioni alle acquisizioni di aziende e servizi strategici da parte di capitali stranieri, aumento dei soldi per spesa partitocratica e burocratica (incluse le pensioni d’oro), politiche creditizie che soffocano la piccola imprenditoria italiana normale facendo largo a quella straniera e a quella mafiosa e alla grande distribuzione perlopiù straniera. Questi sono solo alcuni esempi generici, ovviamente.

Nel breve termine, queste politiche “europee” vanno a dissolvere il risparmio, il reddito e la piccola impresa nazionale, concentrando il denaro nelle mani di banche, assicurazioni, partitocrazia, mafie, così che questi soggetti potranno partecipare, assieme ai capitali stranieri, al take over del paese dopo il suo ormai non lontano collasso terminale.

Ecco spiegata la logica, perfettamente realistica, di politiche economiche altrimenti assurde e inspiegabili, portate tenacemente avanti, dal centro destra come dal centro sinistra, anche dopo il loro fallimento rispetto ai loro scopi dichiarati.

venerdì 27 gennaio 2012

QUALE DOVREBBE ESSERE LA FUNZIONE DELLE CAMERE DI COMMERCIO ???


               

Orbene, la loro funzione dovrebbe essere quella di servire commercianti, artigiani,industriali,agricoltori, se si ricorda bene è per questo servizio che sono nate.
Oggi agli sportelli delle Camere non si viene più serviti di tutto quello che occorre, servizio che manca ai  piccoli commercianti ed artigiani.
Oggi si deve, per qualsiasi pratica, avere un computer e saperlo usare in tutti i software creati per la comunicazione e la presentazione delle pratiche alla CCIAA.
Altrimenti si deve avere assolutamente un commercialista che  sbrighi tutte le pratiche anche le più banali.
E’ stata “inventata”  COMUNICA ma per usarla si deve passare tramite FEDRA e per spedire si ha bisogno di TELEMACO  ma si deve essere dotati prima di una firma digitale e di una chiave che permetta di interagire con la Camera di Commercio.
Bene, supponiamo che un imprenditore abbia diligentemente adempiuto a tutte le varie fasi per poter colloquiare con la Camera attraverso il web.
Che succede a quel diligente imprenditore?
Deve ricaricare la carta Telemaco per poter evadere le pratiche via web e pagare i diritti di segreteria.
Per poter accedere a Telemaco ovviamente occorre la Userid e la Password , la prima la possiede la seconda non se la ricorda e non trova più il documento su cui l’aveva salvata.
Prova a comunicare a Telemaco il proprio indirizzo mail ma Telemaco risponde di non riconoscere la mail e quindi non riesce a riottenere la password via mail.
Decide quindi di chiamare Telemaco al 199502010, ok è un numero a pagamento e si è costretti a sentire tutto il bla-bla-bla che avverte dei  costi che saranno addebitati, poi si deve prestare attenzione massima per individuare quale numero digitare, digitato il numero si viene informati che si è 5° nella coda, passano i minuti, si è 4°, passano i minuti si è 3° e finalmente si è informati che si è il primo, ma che succede? Non ti risponde nessuno, non c’è verso hanno chiuso la linea. 
Si torna a chiamare Telemaco al 199502010 e dinuovo  si è costretti a sentire il bla-bla-bla- dei costi: da rete fissa € 0,144 al minuto, da cellulare € 0,424 al minuto + € 0,156 alla risposta, e passano i minuti …..la prima chiamata andata a vuoto ha registrato 11 minuti, la seconda ringraziando andata a buon fine, nel senso che dopo 10 minuti si è riusciti a parlare con un operatore per richiedere la nuova password e nel frattempo domandare se si può ricaricare Telemaco a mezzo bonifico bancario.
LA RISPOSTA: SI LO SI PUO’ FARE MA SI DEVONO VERSARE MINIMO  5.000,00 EURO.
Eccoti servito piccolo commerciante o artigiano devi dotarti di carta di credito se vuoi pagare solo quanto pensi di dover spendere per diritti di segreteria e bolli altrimenti devi andare dal tuo commercialista.
L’operatrice, forse per un risveglio di coscienza all’indignazione dell’imprenditore,  aggiunge 
“Aspetti, forse  c’è una soluzione ma deve essere correntista UNICREDIT ……"
A questa affermazione quel diligente imprenditore non ci ha più visto ed ha deciso di postare sul web la sua esperienza e pone ai lettori queste domande:
1°perché è stata tolta la possibilità ai piccoli imprenditori di essere serviti agli sportelli delle CCIAA?
2°perché “colloquiare” con le CCIAA attraverso il WEB è così denso di passaggi e problematiche?
3°perché  la ricarica Telemaco di piccoli importi attraverso bonifici è preclusa ?
4°perché cercando di riottenere la password attraverso comunicazione mail il sistema Telemaco risponde di non riconoscere la mail e per risolvere il problema  si è costretti a passare attraverso un servizio telefonico a pagamento?
perché i correntisti UNICREDIT risultano essere privilegiati  per i rapporti contabili-amministrativi con Telemaco?
 Il piccolo imprenditore una risposta se l’è data : Il piccolo commercio reale oggi è moribondo per non dire morto, quelle istituzioni che i nostri vecchi avevano creato perché fossero al servizio di tutti gli imprenditori piccoli e grandi sono diventati parte del sistema che ci sta divorando  tutti
Buona giornata e impariamo a diffondere la nostra indignazione piccola o grande che sia......