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giovedì 5 febbraio 2015

QUALE CROCE PER MARIO ADINOLFI?


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di Roberto de Mattei

Il 31 gennaio Sergio Mattarella è stato eletto dodicesimo presidente della Repubblica italiana. Tra i più entusiasti per l’evento, si è distinto il direttore de “La Croce”, Mario Adinolfi, che, sullo stesso giornale, il 3 gennaio, ne aveva vaticinato l’elezione. Tutti ormai sanno chi è Sergio Mattarella, ma pochi ancora conoscono Mario Adinolfi. Wikipedia lo presenta come un «giornalista, politico, giocatore di poker e blogger italiano».

lunedì 29 dicembre 2014

QUI EUROPA: LA SPACCATURA NELLA CHIESA

di Don Floriano Pellegrini e Sergio Basile Venerdì, Ottobre 24th/ 2014 

Dietro lo smacco dei cardinali Müller e Burke a Bergoglio:questioni di metodo e non solo…

Le esagerazioni di Papa Francesco 


Roma – La spaccatura nella Chiesa, amplificata da un anno a questa parte dagli atteggiamenti di papa Francesco, che in molti giudicano populistici, purtroppo c'è ed è forte, inutile negarlo. Probabilmente molti anti-cattolici troveranno conveniente e funzionale ai loro eterni scopi questa ondata di contrarietà e novità assieme: è senz'altro vero! Com'è vero che questa opposizione tra modernisti e tradizionalisti, o progressisti e custodi della tradizione cattolica originaria, crea attriti. Ma d'altronde questo è un fatto inevitabile, in quanto "rivoluzioni" non in linea con la millenaria storia della Chiesa Cattolica potrebbero incidere negativamente e non poco sulla fede di milioni di cattolici. Pertanto queste "anomalie" non possono lasciarci indifferenti, e come tali meritano di essere analizzate a fondo, entusiastiche ricostruzioni mediatiche a parte.

Il Caso - Müller e Burke non salutano Bergoglio 

Nelle ultime ore, in merito, segnaliamo un nuovo caso in seno alla nutrita sfilza "pluriennale" dei curiosi aneddoti non proprio ortodossi del personaggio "Bergoglio": azioni poco ortodosse che vanno dall'iscrizione in qualità di socio onorario al Rotary Club di Buenos Aires da cardinale, all'abbraccio fin troppo "spontanei" con rabbini ebrei e protestanti… con tanto di "scuse" papali ufficiali per gli "errori dei cattolici". Cosa è accaduto questa volta? Beh, al termine della liturgia eucaristica, concelebrata con tutti i cardinali, due di essi, Müller e Burke, finiti al centro delle cronache per la loro palese contrarietà ai lavori del sinodo straordinario sulla famiglia, non sono andati a porgere il proprio saluto a papa Bergoglio, il papa – ribadiamo – in un modo o nell'altro frequentemente fuori dagli "schemi".

Per i nemici della tradizione cattolica… 

giovedì 25 dicembre 2014

BELLA DOMANDA PONE FRANCO PREVITE


di Franco Previte

I cattolici dove andranno ?

L’avvenimento più ricorrente è il diffondersi dell’odio fratricida che sta avvenendo nel nostro disorientato Paese, “fenomeno erogato” dalla nascita di Nuove Formazioni Politiche, Partiti, Movimenti dovuti a scissioni, differenze d’opinione od “altro”, che non accendono i riflettori sulla buona politica.

La politica raggiunge, purtroppo, la soglia dell’intolleranza ideologica, per far scattare il meccanismo della “segmentazione”, della “divisione”, della “diminuzione” di pensiero, della diffusione di odio, in una parola, continuando con questa “sinfonia”, si arriva ad ingrossare gruppi politici di potere che vanno ad incidere le spese del Bilancio dello Stato, che vanno a danneggiare la governabilità, verso la continuazione della brutta politica, quando un bipolarismo puro sarebbe sufficiente a far “ partorire” solo due Aree Politiche !
Queste sono, parte, delle debolezze della n/s democrazia in cui sembrano essere in crisi la libertà e soprattutto quella dì espressione .

Mentre si discute di povertà, crisi economiche, diversioni politiche, non ci si ricorda della storia passata dove i Governi hanno subito interruzioni provocate da ingovernabilità e ora ci ricordano “una putredine verniciata ” ( Papa Francesco 11 novembre 2013 S. Marta).

Alla fine sono le famiglie che sono chiamate a sobbarcare e subire questa situazione economica, alquanto precaria, di nuova miseria, sostegno ai loro congiunti, soprattutto quando ciascun membro è in condizioni di marcata disabilità fisica, handicap mentale, cieco assoluto, sordomuto, lavoratore con drepanocitosi o talassemia major.

Ogni anno vengono ridefiniti, collegandoli agli indicatori dell’inflazione e del costo della vita, gli importi delle provvidenze ai disabili fisici, handicappati psichici, ciechi, sordi, sordomuti che in media, per il 2014 sono di euro 279,19 mensili, che col prossimo anno 2015 aumenteranno di qualche spicciolo di euro ! Una immensa vergogna rispetto a coloro che vivono con notevoli redditi !

Non si possono definire “fenomeni naturali” la insicurezza dei nostri ospedali, la scarsità di strutture sociali, gli stupri molto ricorrenti che non sono altro che mostruose azioni che danneggiano irrimediabilmente la dignità della donna, violenze tra adolescenti, aggressività tra consanguinei, omicidi di facile esecuzione per banali motivi, mentre si devono definire “fenomeni innaturali” la dispersione delle virtù naturali, dell’etica, delle ingiustizie, dell’odio che si va insinuando nella gente di quello che non è più una “battaglia”, ma è divenuta una guerra : una guerra fratricida !

Sono da considerare “priorità assoluta” i segnali sempre più forti di sofferenza ed insofferenza dell’opinione pubblica, spesso derivanti da menti non solo perverse ma psichicamente instabili, circostanze a volte drammatiche, che il Legislatore dovrebbe arginare prima che la situazione divenga esplosiva e pericolosa per l’ordine pubblico.

Oggi il mondo moderno non si lascia portare qua e là da venti di “dottrina”, qualunquismo, disfattismo, egocentrismo, ma si va profilando la legittimità di un relativismo mostruoso ed incomprensibile che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura l’egoismo .

Ma veramente non c’è futuro in questa Italia dove spesso ci sentiamo, o ci fanno sentire, stranieri nella nostra Patria ?

La politica molto impegnata in inutili litigiosità, l’odio che la società va assorbendo in maniera allarmante, le situazioni familiari drammatiche, persone allo sbando, Istituzioni disattente che non percepiscono e recepiscono le priorità sociali come il lavoro, la giustizia, il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione e non promuovono quelle necessarie iniziative tendenti ad ampliare la qualità della vita e la tutela giuridica dei cittadini, dei malati e dei familiari.

Ma è inconcepibile, inammissibile, incomprensibile che non si è ancora valutata e capita in appieno la patologia del disagio mentale ?

La famiglia, in cui insiste il “malato” e dai dati statistici del Censis il 15% delle stesse ha componenti con problemi mentali che si aggravano sempre più : questo è il vero ed unico “soggetto” sul quale grava la responsabilità di ogni intervento e quando la famiglia si “ammala” di fronte alla scarsità ed al fallimento degli interventi dell’Ente Pubblico, allora resta sola !

A seguito della legge 180 e 833, che hanno “ordinato” la chiusura degli Ospedali Psichiatrici, i Centri per la cura delle patologie mentali sono molto scarsi accentuando la pericolosità per la sicurezza dei cittadini, come le impietose cronache quasi quotidiane ci fanno conoscere.

Le Istituzioni inconsapevolmente o scientemente hanno in parte fallito nell’impressa e parafrasando quanto Lucrezio celebre poeta latino suggeriva ai medici per convincere pazienti riluttanti a bere una medicina amara cospargendo l’orlo del calice con miele in maniera che il malato imbevesse il farmaco che restituisce la salute, così è avvenuto in Italia dove il malato avuta la dignità, con la chiusura degli Ospedali Psichiatrici, è rimasto solo !

Hanno lasciato incompiuta una Riforma e non è valsa a nulla l’ondata emotiva dopo che un cantante al Festival della Canzone di S. Remo del 2007 ha portato alla ribalta una canzone, “Ti regalerò una rosa”, che “parla” di malattia mentale.

Anche se l’intenzione è stata quella di voler essere uno strumento per mettere in contato il mondo dei “ santi silenziosi” dei “residui manicomiali” dei “siamo stati sempre spazzatura” con quello dei “normali”, una parte della società o meglio le Istituzioni non hanno voluto guardare in faccia la realtà.

Non si può solo “denunciare” questo disagio sociale senza far niente : sono proprio queste le scelte prioritarie che emergono e che devono essere tenute nella massima considerazione, come i Vescovi e Papa Francesco più e più volte hanno richiamato la comunità civile ed ecclesiale nazionale ed internazionale alla circostanza “che il disagio mentale costituisce una vera e propria emergenza socio-sanitaria” (“Giornata Mondiale della Salute Mentale” 2005).

Le conclusioni dell’Indagine Conoscitiva a cui è giunta la Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica al punto II° ha testualmente scritto : “ La definizione di salute mentale è ancora lontana dall’essere universalmente condivisa, ciononostante, non si può negare che la logica basagliana si è rilevata essenzialmente fallimentare e quindi intrinsecamente debole” ( Atti Parlamentari 14°Legislatura Resoconto Sommario n.312 del 1 febbraio 2006, Senato della Repubblica). Ad un piano di attività concrete, al posto di inutili parole, serve un piano legislativo capace di iniziare un percorso condivisibile.

Non si può non rilevare, questo l’opinione pubblica ne ha capito l’entità, come le varie Finanziarie ed i dispositivi legislativi non sono a difesa dei cittadini italiani colpiti da forme di depressione, da grave schizofrenia o da disabilità fisiche che impediscono la “vita”, mentre si cercano motivazioni per “donare” diversioni politiche, per immergere la n/s Italia nel profondo disorientamento e disordine, “dimenticando” le n/s famiglie, i n/s disoccupati, i n/s malati, i n/s senza tetto a causa delle alluvioni, i n/s morti sul lavoro e le decine di “imbarazzanti” situazioni sociali, che vengono ancora una volta “gabbati” da qualunque Governo o parte politica !

Questo Paese lo vogliamo vedere più moderno, in libertà con la propria dignità, libero di azione, proposizione, giustizia, di connivenza civile che costituiscono il senso della vita, di rispetto della dignità umana in questa civiltà dell’individualismo, del cinismo e dell’indifferenza.

Ricordo una tipica affermazione di Marinetti, il fondatore del Futurismo “ Abbiate fiducia nel progresso, che ha sempre ragione anche quando ha torto”.

Con le parole del Santo Giovanni Paolo II° : “Andiamo avanti con speranza ! 
Buon Natale e felice Anno Nuovo a tutti !

martedì 5 agosto 2014

DELLA SERIE, PREDICARE BENE RAZZOLARE MALE, QUANDO UN FRATELLO VA CONTRO IL FRATELLO??? COSA VUOLE DIMOSTRARE IL PRIORE DI BOSE?


di Riccardo Cascioli 05-08-2014

«Scrivo in nome e per conto di Enzo Bianchi, priore del monastero di Bose…». Comincia così una lettera inviata nei giorni scorsi al sottoscritto dall’avvocato Andrea Castelnuovo di Torino. Come avrete già capito non si tratta di una lettera di saluti o di auguri di buone vacanze, ma di una diffida, tendenza querela: l’avvocato infatti rileva che nel sito de La Nuova Bussola Quotidiana ci sarebbero «numerosi articoli diffamatori nei confronti del priore, della comunità e del monastero di Bose». In più ci viene rimproverato l’uso di fotografie di Enzo Bianchi «senza autorizzazione» e «con l’aggravante dell’uso in senso dispregiativo».

martedì 28 maggio 2013

ERA ORA!!! I CATTOLICI NON ACCETTANO PIU' L'IPOCRISIA E LO SCANDALO CHE VIENE DALLA GERARCHIA ECCLESIASTICA....BENE!!!!!


(di Massimo Viglione e Corrado Gnerre su Il Giudizio Cattolico)


Dinanzi alla scelta compiuta dall’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, di celebrare la Santa Messa funebre per don Gallo e di lodare tale sacerdote nella omelia e soprattutto di offrire la Santa Comunione a pubblici peccatori, in primis Vladimir Luxuria, non si può più tacere e far finta di non indignarsi. Non licet.

L’amore per Cristo Eucaristia, l’amore per la Chiesa e per l’ordine del creato voluto da Dio, l’amore per la verità e il giusto, ci impongono il doloroso quanto scomodo compito di denunciare pubblicamente uno scandalo indegno e intollerabile, perpetrato senza remora alcuna.

Don Gallo è stato per tutta la vita un eretico pubblico e un sovversivo. Ha predicato l’odio di classe, la ribellione sociale, il sovvertimento della morale cattolica e naturale, di fatto il superamento della gerarchia ecclesiastica; si è schierato pubblicamente per decenni con i nemici di Dio e della Chiesa, della Fede e della Verità cristiane. Sotto l’usuale maschera del pacifismo e della preoccupazione per i poveri, don Gallo ha predicato il comunismo e l’egualitarismo sovversivo e gnostico, rinnegando ripetutamente non solo la sana dottrina della Chiesa ma anche Dio stesso, così come Lo conosciamo e Lo adoriamo.

giovedì 6 dicembre 2012

DOPO LE PRIMARIE,OPINIONI A CONFRONTO....




tratto da http://www.loccidentale.it/ 
di Assuntina Morresi 3 Dicembre 2012

Difficile non condividere le preoccupazioni di Stefano Fontana su "La nuova bussola quotidiana" di venerdì scorso, considerati anche i risultati delle primarie del Pd. Gli italiani che hanno come riferimento i valori non negoziabili rischiano di non avere più rappresentanti nel prossimo parlamento.

La situazione, in effetti, è drammatica. La vittoria indiscutibile di Bersani alle primarie del Pd significa un'ulteriore spinta a sinistra del partito, e il contributo di Vendola è stato decisivo. Le forze più estremiste di quell'area, attualmente in SEL, rientreranno agevolmente in parlamento, dopo la cocente sconfitta del 2008 che aveva cancellato Rifondazione Comunista: le conseguenze nel programma politico del partito che si prepara a vincere le prossime elezioni, il Pd, sono evidenti.

In luogo dei valori non negoziabili avremo i diritti individuali insaziabili, i quali, essendo a costo zero ma ad elevatissimo impatto mediatico - dalle unioni gay al fine vita - saranno fra i primi provvedimenti ad essere varati da una eventuale futura compagine governativa targata Partito Democratico dove i cattolici presenti, già poco significativi per il fatto di essere "adulti", rischiano di non arrivare neppure, "rottamati" anche dal segretario Bersani, che sicuramente utilizzerà la sua vittoria per rinnovare la classe dirigente e liberarsi di tanti condizionamenti.LEGGI TUTTO

tratto da http://www.corriere.it/ 
di Massimo Mucchetti 
L'intellettualità liberista italiana aveva eletto Matteo Renzi a proprio campione. E ora si dice delusa perché il Pd e, più in generale, il centro-sinistra non ne hanno accolto le suggestioni alle primarie. Ma ha senso una simile delusione? Credo di no. Sui diritti politici e sull'architettura istituzionale la convergenza delle diverse culture politiche è possibile e utile. L'ha dimostrato la Costituzione, elaborata dopo la Seconda guerra mondiale. Lo hanno poi confermato le leggi sui diritti civili, sulle quali si sono formati consensi trasversali, basati su scelte di coscienza. È invece sull'economia e sul finanziamento delle politiche sociali che si articola l'opposizione tra le tesi socialdemocratiche e socialcristiane, tipiche del Pd in Italia e dei partiti socialisti in Europa, e le tesi liberiste, tradizionalmente coltivate dalla destra. Perché mai questo duello, che costituisce il sale delle democrazie occidentali, dovrebbe risolversi all'interno di una sola area politica, il centro-sinistra, o meglio di un solo partito, il Pd?LEGGI TUTTO

tratto da http://nobigbanks.it/
Elizabeth Warren sembra avercela fatta, farà parte della Commissione Bancaria del Senato USA.
La Warren rappresenta un temibile avversario per Wall Street, che aveva per l’appunto deciso di finanziare in maniera decisa il Sen. repubblicano Scott Brown del Massachusetts perché prevalesse sulla Professoressa che insegna ad Harvard.

video: Elezioni 2012 con Elizabeth Warren. Parlammo della Warren in questo posthttp://nobigbanks.it/2012/11/09/obama-2-0-nel-mirino-di-chi-vuole-riformare-il-sistema-finanziario/
In Italia invece con le Primarie del centrosinistra c’è stato il riavvicinamento di parte dell’elettorato alla politica, ma la qualità del dibattito non è stata all’altezza dei problemi che dovrà affrontare il prossimo Governo.LEGGI TUTTO

martedì 4 dicembre 2012

OGGI SE CERCHIAMO UN PRETE COME FACCIAMO A RICONOSCERLO???


tratto da http://www.avvenire.it
Quella tonaca nera svolazzante sulla rue Canabière, tra una folla più maghrebina che francese, ti fa voltare. Toh, un prete, e vestito come una volta, per le strade di Marsiglia. Un uomo bruno, sorridente, eppure con un che di riservato, di monacale. E che storia, alle spalle: cantava nei locali notturni di Parigi, solo otto anni fa è stato ordinato e da allora è parroco qui, a Saint-Vincent-de-Paul. Ma la storia in realtà è anche più complicata: Michel-Marie Zanotti-Sorkine, 53 anni, discende da un nonno ebreo russo, immigrato in Francia, che prima della guerra fece battezzare le figlie. Una di queste figlie, scampate all’Olocausto, ha messo al mondo padre Michel-Marie, che per parte paterna è invece mezzo corso e mezzo italiano. (Che bizzarro incrocio, pensi: e guardi con stupore la sua faccia – cercando di capire com’è un uomo, con dietro un tale nodo di radici). Ma se una domenica entri nella sua chiesa gremita, e ascolti come parla di Cristo con semplici quotidiane parole; e se osservi la religiosa lentezza dell’elevazione, in un silenzio assoluto, ti domandi chi sia questo prete, e cosa in lui affascini, e faccia ritornare chi è lontano.

Infine ce l’hai davanti, nella sua canonica bianca, claustrale. Sembra più giovane dei suoi anni; non ha, noti, quelle rughe di amarezza che marchiano col tempo la faccia di un uomo. Una pace addosso, una letizia che stupisce. Ma lei chi è?, vorresti chiedergli immediatamente. Davanti a un pasto frugale, cenni di una vita intera. Due splendidi genitori. La madre, battezzata ma solo formalmente cattolica, lascia che il figlio frequenti la Chiesa. La fede gli è contagiata «da un vecchio prete, un salesiano in talare nera, uomo di fede generosa e smisurata». Il desiderio, a otto anni, di essere sacerdote. A tredici perde la madre: «Il dolore mi ha devastato. E però non ho mai dubitato di Dio». L’adolescenza, la musica, e quella bella voce. I piano bar di Parigi potranno sembrare poco adatti a discernere una vocazione religiosa. Eppure, intanto che la scelta lentamente matura, i padri spirituali di Michel-Marie gli dicono di restare nelle notti parigine: perché anche lì c’è bisogno di un segno. La vocazione infine preme. Nel 1999, a 40 anni, si avvera il desiderio infantile: sacerdote, e in talare, come quel vecchio salesiano.

Perché la talare? «Per me – sorride – è una divisa da lavoro. Vuole essere un segno per chi mi incontra, e soprattutto per chi non crede. Così sono riconoscibile come sacerdote, sempre. Così per strada sfrutto ogni occasione per fare amicizia. Padre, mi chiede uno, dov’è la posta? Venga, l’accompagno, rispondo io, e intanto si parla, e scopro che i figli di quell’uomo non sono battezzati. Me li porti, dico alla fine; e spesso quei bambini, poi, li battezzo. Cerco in ogni modo di mostrare con la mia faccia un’umanità buona. L’altro giorno addirittura – ride – in un bar un vecchio mi ha chiesto su quali cavalli puntare. Io gli ho dato i cavalli. Ho chiesto scusa alla Madonna, fra me: ma sai, le ho detto, è per fare amicizia con quest’uomo. Come diceva un prete, che è stato mio maestro, a chi gli chiedeva come convertire i marxisti: "Occorre diventare loro amici", rispondeva».LEGGI TUTTO

L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA:


Santità i clown sono nella chiesa e non al circo!


(di Francesco Colafemmina su fides et forma del 03-12-2012) E’ una incredibile coincidenza, ma solo poche ore dopo aver postato il video della vestizione di un Archimandrita ortodosso, vengo a conoscenza dell’episodio raccontato qui di seguito per immagini. A proposito dunque di decoro sacerdotale nella celebrazione liturgica, ecco questa indecente e ridicola degenerazione operata da Mons. Bregantini. Si tratta della festa del CIAO tenutasi il 2 dicembre a Bojano. E da Bojano – manco a dirlo – non potevano venir fuori se non delle grosse bojateLEGGI TUTTO

martedì 30 ottobre 2012

HALLOWEEN, FESTA ANTICRISTIANA

30/10/2012 - Lo dice l'arcivescovo polacco Andrzej Dziega


La chiesa polacca si pone di traverso contro Halloween, la notte dei fantasmi che verrà celebrata tra poco più di ventiquattro ore in quanto si pone in contrasto con gli insegnamenti della Chiesa e della Cristianità.

INSEGNAMENTO SBAGLIATO - La Bbc riporta le parole di un arcivescovo, Andrzej Dziega, per il quale la celebrazione del 31 ottobre inculca nelle giovani menti un’idea di paganesimo lontana dai dettami della Chiesa. Anzi, per il religioso Halloween non è altro che un qualcosa che propugna la cultura della morte. “Tentare i bambini con caramelle -ha scritto l’arcivescovo in un documento che anticipa il suo sermone della prossima domenica- rappresenta un insegnamento sbagliato perché capace di distruggere la vita spirituale dei piccoli”.


TRA EUROPA ED USA - “Tale festa anti-cristiana -continua il religioso- porta i ragazzi a vivere in un mondo fatto di demoni, vampiri e diavoli. Il tutto in nome del divertimento”. Le parole dell’arcivescovo hanno avuto una grossa eco in tutta la Polonia, dove il primo novembre, così come tutto il resto d’Europa, è dedicato alla commemorazione dei defunti con ritorno nelle località di origine per riunirsi in famiglia. Esattamente il contrario di quanto succede negli Usa dove la notte tra il 31 ed il 1 novembre è destinata a riprodurre l’occulto. (Photocredit Lapresse)

lunedì 15 ottobre 2012

LA CRISTIANOFOBIA NEL MONDO CAUSA OGNI ANNO OLTRE 105.000 NUOVI MARTIRI!!!




ioamolitalia.it Parigi - Cari fratelli e sorelle, oggi i cristiani sono i più perseguitati al mondo. Su 100 persone che subiscono la violazione del diritto alla libertà religiosa nel mondo, 75 sono cristiani. Si stima che complessivamente nel corso della Storia 70 milioni di cristiani sono stati martirizzati per la loro fede, di cui 45 milioni nel Ventesimo secolo. Ogni anno ci sono 105.000 nuovi martiri cristiani, un martire al minuto.

Nel Settimo secolo i cristiani erano oltre il 95% della popolazione della sponda settentrionale e meridionale del Mediterraneo. Fino al 1948 rappresentavano circa il 20% . Oggi, con 12 milioni di fedeli, i cristiani sono precipitati a meno del 6% e si prevede che nel 2020 si dimezzeranno ancora. Dalla Seconda guerra mondiale circa 10 milioni di cristiani sono stati costretti a emigrare dai Paesi arabi.

I cristiani vengono perseguitati nei Paesi arabi ed islamici, in aggiunta ai Paesi comunisti quali la Cina, il Vietnam e la Corea del Nord, e nell'India induista. Ma è solo nei Paesi arabi ed islamici che i cristiani vengono perseguitati nel nome di una religione, l'islam, per la volontà del dio islamico Allah e seguendo l'esempio del loro profeta Maometto.

In Nigeria i terroristi legati ad Al Qaeda, che dal 2009 hanno massacrato circa un migliaio di cristiani, si chiamano Boko Haram che significa “la cultura occidentale è proibita”. Considerano “haram”, proibito, la democrazia, votare alle elezioni, i diritti fondamentali della persona quale la pari dignità tra uomo e donna, così come condannano a morte gli ebrei, i cristiani, gli infedeli e gli apostati. Il loro nome completo è Jamáatu Ahlis Sunna Liddáawati wal-Jihad, ovvero “Comunità fedele agli insegnamenti del profeta e al Jihad”.LEGGI TUTTO


domenica 7 ottobre 2012

IN UN MONDO SPORCO, CHE OGNI GIORNO CI FA INDIGNARE, NON VERGOGNIAMOCI DI PIANGERE PER "UNA VITA" VERAMENTE CRISTIANA.



di Antonio Socci 6 OTTOBRE 2012 

Ricordate quel milione di giovani, per l’anno santo del 2000, a Roma, attorno a papa Wojtyla? Cantavano “Jesus Christ, you are my life”. I giornali laici li sbeffeggiarono dicendo che in realtà quella era una fede di facciata, superficiale.

Era vero? Che ne è di loro?

Chiara Corbella è la risposta.LEGGI TUTTO







martedì 25 settembre 2012

DIMMI CON CHI VAI E TI DIRO' CHI SEI...IMPARIAMO A RICONOSCERE DOVE STA LA VERITA'

Il Cortile dei gentili del card. Ravasi a Stoccolma


(di Fabrizio Cannone 25 settembre 2012) «Due giornate indimenticabili di rispettoso dialogo tra credenti e non credenti. Con queste parole potrebbe sintetizzarsi l’incontro del Cortile dei gentili che si è tenuto a Stoccolma il 13 e il 14 settembre, grazie alla collaborazione tra Pontificio Consiglio della Cultura, Ambasciata di Svezia presso la Santa Sede e due istituzioni locali, l’Accademia Reale delle Scienze e l’organizzazione giovanile Fryshuset»: così inizia l’ampia presentazione, curata dal gesuita Ulf Jonsson, della discutibile iniziativa “ecumenica” e “interculturale” (cfr. “Osservatore Romano”, 19 settembre 2012, p. 5).

Facendo seguito ad una pericope biblica, usata a suo tempo da Benedetto XVI, il cardinal Gianfranco Ravasi ha dato vita ad una sorta di istituzione stabile, il Cortile dei gentili appunto, quasi un nuovo coordinamento per il rilancio dell’ecumenismo, il quale ha già radunato i membri delle varie religioni ad Assisi, con l’insolita aggiunta, rispetto alle tradizionali assemblee ecumeniche, di esponenti dell’ateismo e del relativismo etico. “Sette rappresentanti molto noti della vita scientifica e culturale svedese hanno incontrato il cardinale Ravasi”: prolusioni di tendenza antropocentrica e laica, dibattiti sui diritti umani, sul rapporto tra religioni e violenza, etc. etc.

Certo nel mondo di oggi è importante per ogni cattolico discutere e confrontarsi con i milioni di cittadini che professano o l’ateismo esplicito o ancor più spesso lo scetticismo comune circa i valori fondanti della vita (famiglia, educazione, sessualità, moralità, etc.). Ma quale può essere il risultato pratico di questi incontri interculturali, se non la ricerca di ciò che unisce (atei e cristiani) a danno di ciò che divide (la fede, la morale, etc.) ? E se questo ne è il senso ultimo, ricercato da entrambe le parti, anche della parte cattolica, come può essere giustificato alla luce del mandato evangelico di «ammaestrare tutte le genti» ? Non si rischia forse nell’ambito di questi dialoghi di mettere tra parentesi la fede e la verità, nel tentativo di non dispiacere alla controparte? Ed è possibile amare il prossimo (non credente) escludendo a priori, come avviene in riunioni siffatte, la volontà di guidarlo verso l’unica via della salvezza?

Dopo la due giorni, il padre Jonsson ha voluto ringraziare l’ambasciatrice svedese presso la Santa Sede, Ulla Gudmundson, «per il successo avuto dall’iniziativa». Il successo, in un ambito come questo, dovrebbe consistere non nell’aver «parlato assieme», ma nell’aver detto le stesse cose, perché la verità è una. Ma quale successo ravvisare dal fatto per esempio che Ulf Danielsson, docente di astrofisica e Ingemar Ernberg, docente di biologia, entrambi dichiaratamente atei, hanno ammesso di non avere «la minima idea del perché le cose esistono» ? Ciò che è un puro rigetto della Parola di Dio (cfr.Gen. 1). E che dire dello scrittore P.C. Jersil «ateo impegnato» (!) il quale ha detto che «la mancanza di conoscenza scientifica non implica che vi sia spazio per le risposte religiose»?

giovedì 20 settembre 2012

PADRE GHEDDO: "LE VIOLENZE NEI PAESI ISLAMICI VENGONO DA RADICI STORICHE"


tratto da armagheddo  20 settembre 2012

Ormai da giorni e giorni giornali e telegiornali portano alla ribalta le proteste del mondo arabo-islamico contro gli Stati Uniti per un filmaccio offensivo del profeta Maometto prodotto in America. E’ solo un aspetto minimo della rabbia feroce che coinvolge i popoli islamici contro l’Occidente cristiano. Al Quaida ha dato l’ordine di attaccare le Ambasciate americane in tutto il mondo e uccidere gli ambasciatori. Notizie assurde quando pensiamo alle speranze suscitate dalla “primavera araba” sbocciata nel gennaio-febbraio 2011 a sud del Mediterraneo. Tre punti di riflessione:

1) La grande novità positiva oggi è questa: in Nord Africa e Medio Oriente i governi eletti in modo democratico si sono diffusi dall’Iraq alla Tunisia, all’Egitto e Libia e ben presto anche in Yemen e Siria. I capi politici di questi paesi devono ascoltare le piazze. Prima della “primavera araba” potevano liberamente arrestare, torturare, uccidere gli oppositori che davano fastidio. Oggi non più o sempre meno. Finalmente l’opinione pubblica conta anche nel mondo islamico. E’ senza dubbio un fatto positivo per l’evoluzione del miliardo e 300 milioni di musulmani in tutto il mondo. Non possiamo pensare che la democrazia e la libertà di stampa e di pensiero siano positive solo per noi cristiani.

2) Oggi però l’Occidente assiste attonito e impotente all’emergere dell’ideologia islamico-salafita nelle masse popolari, che travolge tutti i “moderati” filo-occidentali e i giovani illusi che hanno dato origine alla primavera araba. Questo ci scandalizza, ma ci costringe a formarci un’immagine più realistica del mondo musulmano e della sua storia. In estrema sintesi, l’islam ha avuto una storia gloriosa, che le masse islamiche ricordano e ne sono spesso richiamate dalla scuola, dai media e dall’istituzione religiosa (moschee, madrasse, università). Per un millennio (dal 600 al 1600 dopo Cristo) l’islam ha trionfato nel mondo allora conosciuto. La religione di Maometto si diffondeva con la spada ma anche dando origine ad una civiltà di grande splendore, ammirata anche da saggi e viaggiatori cristiani. Questa espansione violenta venne bloccata a Lepanto (1571) e a Vienna (1683) dalle forze cristiane unite dai Papi di quei tempi.

Poi l’Occidente si evolve, mentre l’islam rimane bloccato sotto il dominio dell’Impero ottomano, che era un’autorità religioso-politica. L’invasione dell’Egitto da parte di Napoleone (1798-1801) pone fine all’epoca gloriosa dell’islam e dà inizio al trionfo dei paesi cristiani. Infatti seguono l’occupazione di Algeria, Marocco e Tunisia da parte della Francia (1849-1871), della Libia da parte dell’Italia (1911-1912); e poi, dopo la prima guerra mondiale, l’Occidente interviene nell’Impero ottomano e ne distrugge il mito religioso-politico con il “protettorato” imposto a varie nazioni che si stavano formando: Siria, Egitto, Iraq, Libano, Giordania e Terrasanta; fin che nel 1923 il generale Kemal Ataturk manda in esilio il Califfo e fonda la moderna Turchia su principi laici. I musulmani rimangono senza guida e l’islam stesso, unica forza identitaria che unisce molti popoli, rischia di esserne travolto. Con la fondazione dei Fratelli Musulmani nel 1928 in Egitto, nasce la reazione: l’Occidente è all’origine della decadenza islamica e va combattuto. Dopo la seconda guerra mondiale, con la fondazione di Israele nelle terre dell’islam (1947) e la istituzione del “martirio per l’islam” da parte di Khomeini, salito al potere in Iran (1979) dopo la rivolta vittoriosa del popolo contro lo Scià Reza Pahevi (che tentava di occidentalizzare il paese), si compie la parabola che prepara l’attualità.

3) Le violenze endemiche e l’instabilità dei paesi islamici vengono da queste radici storiche, che non bisogna mai dimenticare. Noi siamo nel 2000 dopo Cristo, l’islam vive ancora, come cultura, religione e culto del suo passato, nel 1400 dopo Maometto. Non si è ancora adattato alla modernità. I popoli islamici ne sono attratti, le autorità politiche e religiose tentano in ogni modo di strumentalizzare l’islam per salvare il loro potere.

Non solo, ma ci sono difficoltà oggettive per salvare nel mondo moderno il molto di buono che c’è nell’islam: la lettura storico-critica del Corano che lo renderebbe contestuale all’oggi non è ammessa perché è parola di Dio in senso letterale; nell’islam non c’è nessuna autorità paragonabile al Papa e ai Vescovi, ciascuna moschea o madrassa va per conto suo; nel diritto islamico manca il concetto dell’assoluta dignità di ogni uomo e donna, che rende tutte le creature eguali nei loro diritti; infine manca la distinzione fra religione e politica.

Le parole chiave del coraggioso e provvidenziale viaggio in Libano di Benedetto XVI sono state: dialogo, comunione e perdono. Il Papa ha parlato ai cristiani del Medio Oriente, ma anche a noi dell’Occidente cristianizzato. Il senso di questa visita deve far riflettere. E’ importante anche, oltre alla preghiera, il nostro atteggiamento di fondo per creare in Italia e in Occidente un’atmosfera contraria ad un’opinione pubblica che si augura interventi militari occidentali, come si è verificato in Afghanistan e in Iraq. Il mondo islamico senza dubbio evolverà, ma dovrebbe trovasi di fronte una civiltà animata dalla fede religiosa e non popoli praticamente atei e senz’anima come purtroppo loro ci vedono.

Piero Gheddo

mercoledì 19 settembre 2012

SIRIA, I CRISTIANI DEVONO IMBRACCIARE LE ARMI PER DIFENDERSI

MISNA - Settembre 19, 2012 - 15:24 SIRIA

“La situazione si sta complicando. Man mano che le speranze di uscire in tempi brevi da questa crisi si affievoliscono, cresce la rabbia, la disperazione”: commenta così monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, le notizie in circolazione riguardo gruppi di cittadini cristiani che, da Homs ad Aleppo e in altre città del paese, avrebbero imbracciato le armi e cominciato a pattugliare i rispettivi quartieri per autodifesa.

Al loro fianco, riferiscono fonti della MISNA, anche cittadini armeni, le cui comunità vivono porta a porta con i cristiani nei centri storici delle principali città del paese. “Sono i segnali negativi, la mancanza di una svolta in tempi brevi – dice monsignor Zenari – ad alimentare paure di ritorsioni” ricordando che fino ad ora i cittadini cristiani non sono mai stati bersaglio “in quanto cristiani” delle violenze in corso.LEGGI TUTTO

martedì 18 settembre 2012

ENNESIMO ATTACCO AI CRISTIANI , A ZINDER IN NIGER BRUCIATA UNA CHIESA


Chiesa e Missione MISNA 

[Riceviamo e volentieri pubblichiamo parte di una testimonianza inviata alla MISNA da padre Mauro Armanino, in Niger con la Società missioni africane (Sma). Il testo è stato scritto dopo le violenze che si sono verificate venerdì e nel fine-settimana anche nella città di Zinder a seguito della diffusione di un video anti-islamico offensivo nei confronti del profeta Maometto]

La prima volta di Zinder

Era venerdì 14 settembre quando la chiesa di Zinder è stata parzialmente bruciata. Sono le seconde ceneri del paese. Le prime risalgono a quando il palazzo del Ministero di Giustizia era stato incendiato l’anno scorso. Gli archivi e i dossier degli indagati per corruzione erano finiti in cenere.

Esattamente come la giustizia con mandanti ed esecutori. O allora si è trattato di un banale corto circuito. Lo stesso che è imputato per la serie di incendi che hanno devastato i mercati della capitale. E nel contesto delle ceneri altri incendi si sono sviluppati. Quelli industriali della raffineria di petrolio inaugurata nel mese di novembre scorso. Quelli con i copertoni delle macchine e dei camion in città. E quelli in seguito all’uccisione di tre persone durante le manifestazioni di strada dell’anno scorso. Zinder è stata la prima capitale del territorio coloniale francese nel 1922. L’amministrazione fu poi trasferita a Niamey, l’attuale capitale del Niger che si trova a 650 kilometri da Zinder. Adesso, per la prima volta, l’incendio in una chiesa [...].

Erano le nove quando un gruppo di persone ha iniziato l’opera di distruzione dell’edificio religioso di Zinder. Anche la statua di Maria e la scuola adiacente sono state saccheggiate. Unitamente al clima di tollerata fiducia che finora aveva condotto la convivenza civile in questo paese. Per la prima volta si contano le macerie di quanto era stato pazientemente intessuto in decennali rapporti di convivenza. Non appare casuale e forse neppure causale. Sono le frustrazioni accumulate e depositate come i serbatoi di greggio che hanno seminato illusioni petrolifere poi fallite. Frustrazione per l’uranio che appare come la più pericolosa chimera che il Niger abbia mai subito. Frustrazione per una classe politica che bada a non scompaginare i propri interessi che coincidono con quelli dei potentati sino-francesi. Ai primi hanno persino dato le medaglie della legione al merito. Ai poveri non è mai stato dato nulla se non la cenere della democrazia.

Zinder si trova a 150 chilometri da Kano in Nigeria. Non è difficile organizzare spedizioni e neppure pagare che la rabbia dei giovani diventi il prezzo di un improbabile riscatto. Non si può continuare a pensare che rimangano impunite le conquiste neocoloniali del mercato unico. Si vende e svende la vita di migliaia di giovani con e per i quali l’unica prospettiva accettabile è l’esodo. Per ora quasi completamente bloccato per la Libia, in Costa d’Avorio e paesi adiacenti. La prima volta di Zinder coincide con la protesta che si arma e viene manipolata per confiscare il vuoto. Zinder è la prima volta che si specchia nel possibile accadimento delle geopolitiche nascoste.

Il Consiglio islamico del Niger ha ricordato ieri che non è dell’Islam distruggere chiese o altri edifici religiosi. Non si possono uccidere persone che non hanno nulla in comune con quanto accaduto altrove. Che proprio dell’Islam è invece la pace e la tolleranza. A Zinder erano un centinaio di giovani nel cortile. Dopo aver abbattuto la porta della chiesa hanno bruciato fino alla grotta. La statua di Maria è andata in frantumi come una madre. Come le certezze di quanti pensavano che il futuro potesse tornare a declinarsi al quotidiano. Hamani scrive che la sua casa è andata distrutta con le recenti inondazioni nel paese. Dice che non ha un luogo dove posare il capo e chiede alcune stuoie di paglia per lui e la sua famiglia. Ha bisogno anche di alcuni pali di legno per appenderle. Per la prima volta come una speranza.

(Vedi anche notizia delle 8.45)

martedì 11 settembre 2012

E' PROPRIO IL CASO DI DIRE:"NON C'E' PIU' RELIGIONE"




(di Alessandro Gnocchi – Mario Palmaro) 
La notizia non è freschissima perché, a cercare bene, la si sarebbe trovata a pagina 3 del numero del 24 agosto del settimanale “Il Ticino”, organo della diocesi di Pavia. Non sarà freschissima, ma siccome nessuno l’ha portata in luce risulta nuova fiammante e, a voler rendere onore a quel mestieraccio che è il giornalismo, è anche enorme e può venire riassunta così: il vescovo di Pavia, monsignor Giovanni Giudici, è in comunione di fede con i musulmani. Parola sua.

Perché non si tratta di una malevola interpretazione di un testo redatto in stile ambiguo che si presta a più letture e a più ermeneutiche. No, qui è tutto chiarissimo e precisissimo e di ermeneutica ce ne può essere una sola. Il messaggio che monsignor Giudici ha inviato alla “Guida della Comunità musulmana di Pavia” in occasione della fine del Ramadan finisce proprio così: «grati della Vostra testimonianza, si sentiamo in comunione di fede e di preghiera». Purtroppo, questo gran finale, diciamo così iperecumenico, non si può neanche definire un colpo di scena poiché il testo del messaggio lo lascia presagire fin dall’inizio e durante tutto lo svolgimento.LEGGI TUTTO

lunedì 3 settembre 2012

QUELLO CHE CI SEMBRA ACQUISITO QUANDO PERDE "LA RADICE" COMINCIA A TREMARE




Chiesadomestica.net (Avvenire, 27.11.2008) - Sappiamo bene che le civiltà antiche eliminavano i figli imperfetti, abbandonavano inguaribili e deformi, come zavorra che un’umanità efficiente non poteva portare con sé. Era questa, la norma fra gli uomini: vive il sano, il più forte, vive chi si può difendere. L’evento storico che capovolge lo sguardo sui sofferenti è il cristianesimo. È il Me­dioevo cristiano che inaugura in Occidente gli ospedali. Con una battaglia oscuramente simmetrica, il crocifisso, emblema della sofferenza del Dio fattosi uomo, e il volto di Eluana Englaro, icona della sofferenza degli uomini: casualmente si combatte perché l’uno e l’altra spariscano.

SE PERDE LA RADICE TUTTO PUÒ COMINCIARE A TREMARE - di MARINA CORRADI

Di fronte all’ansia, che trapela o­gni tanto in questo o quel Paese d’Europa, di eliminare il crocifisso dai luoghi pubblici – idea subito accolta da qualche intellettuale italiano con compiacimento, quasi fosse urgente liberare aule e ospedali da quelle mu­te effigi di un Uomo straziato – ci vie­ne da fare una domanda, da avanza­re un dubbio, diciamo, un po’ in­quieto. Forse anche perché da giorni tv e stampa non parlano che di quel­la ragazza in stato vegetativo, e del fatto che si vuole staccare la sonda che la nutre e disseta.

Come una battaglia oscuramente simmetrica: il crocifisso è l’emblema della sofferenza del Dio fattosi uomo; il volto di Eluana Englaro, invisibile ma incombente nel dialogo di questi giorni, è un’icona della sofferenza de­gli uomini. Il crocifisso, e la donna immobile e inerme: come casual­mente si combatte in due Paesi di for­te tradizione cattolica perché l’uno, e l’altra, spariscano.

Ma dicevamo di un dubbio. Sappia­mo bene che le civiltà antiche, non solo primitive ma anche progredite, eliminavano i figli imperfetti, e la­sciavano moribondi e appestati al lo­ro destino. Era questa, la norma fra gli uomini: vive il sano, il più forte, vi­ve chi si può difendere. L’evento sto­rico che capovolge lo sguardo sui sof­ferenti è il cristianesimo. È il Me­dioevo cristiano che inaugura in Oc­cidente gli ospedali, e per primi quel­li per i diseredati, per gli ' incurabili', nome che ancora adesso portano nel­le nostre città alcuni istituti.

La domanda allora è: procedendo nella espulsione ideale di Cristo dal­la nostra forma mentale, espulsione di cui la lotta al crocifisso è un sim­bolo, è prevedibile, oppure no, che anche lo sguardo verso i malati subi­sca una lenta ma inesorabile trasfor­mazione? Madre Teresa a chi le chie­deva perché si portava a casa i mori­bondi di Calcutta rispondeva che e­ra semplicemente perché in ognuno di loro riconosceva il volto di Cristo.

L’origine della carità cristiana è que­sta: non buonismo, non un alato al­truismo, ma il riconoscere, nella fac­cia dell’altro sofferente, Cristo. Ma, se questo nesso si affievolisce nella me­moria, se addirittura quel silenzioso simbolo sui muri suscita insofferen­za e ribellione, viene da chiedersi se la buona volontà, i ' valori', la uma­na solidarietà davvero basterebbero per continuare a praticare la carità ' inventata' dai cristiani. Se baste­rebbero, queste pur buone intenzio­ni, staccate dalla loro storica radice, a continuare a trattare come uomini anche i più vecchi, i dementi, i disa­bili storpiati da malattie inguaribili.

O forse invece il naturale istinto u­mano davanti alla sofferenza senza rimedio è quello del rifiuto, del non volere vedere, dell’eliminare ' per pietà'? Le civiltà antiche lasciavano indietro inguaribili e deformi, come zavorra che un’umanità efficiente non poteva portare con sé. Il cristia­nesimo ha introdotto un altro sguar­do. È realistico pensare che il porta­to del cristianesimo possa sopravvi­vere ' senza' Cristo? Sappiamo che schiere di laici ottimisti diranno che certamente, che diamine, che i con­divisi ' valori' di quel Dio ucciso non hanno alcun bisogno.

Quanto a noi, ricordiamo inquieti un verso di Eliot dei Cori da la Rocca:
«Avete bisogno che vi si dica che persino modeste cognizioni
che vi permettono d’essere orgogliosi di una società educata
difficilmente sopravvivranno alla Fede cui devono il loro significato?»

Quel dubbio, già negli anni Trenta, come la percezione di una possibile alienata deriva. La profezia di un grande poeta avvertiva che tutto ciò che ci sembra acquisito, se perde la radice, può cominciare a tremare.


mercoledì 1 agosto 2012

"L'INIZIO DEL CAMBIAMENTO E' LA COMMOZIONE"



Appunti di Carolina di Sante non rivisti dall’autore

di Antonio Socci 31 luglio 2012



Don Giacomo, morto prematuramente nell’aprile scorso, è stato uno dei più geniali e commoventi fra i figli di don Giussani. Molto gli dobbiamo. Personalmente gli devo moltissimo.

Rileggere oggi questi semplici appunti di una sua conversazione – come sentirlo parlare – è tirare un grande respiro dalla vetta di una montagna. E’ come sentirsi liberati da un peso.

A chi vi dice che la fede cristiana significa fare questo o fare quello, sforzarsi o impegnarsi di qua o di là, dite: amico, rilassati, è già venuto il Salvatore. Guardalo. Lasciati stupire e commuovere.

A chi vi dice che per capire la positività della realtà, per non franare davanti ai colpi della vita o per stare nella realtà, per non essere in balia delle circostanze o con la paura del nulla, bisogna “impegnarsi in un lavoro che ci faccia recuperare il nostro umano autentico”, personalmente direi che non ha capito niente (e molto altro), ma siccome bisogna essere caritatevoli propongo semplciemente di leggere queste parole di don Giacomo.

Che dicono tutt’altro. Che sono letteralmente un altro mondo. Che ci ridicono, commuovendoci, quello che veramente don Giussani ci ha insegnato, infiammando i nostri cuori.

Qui sta la libertà, qui fiorisce l’umanità. Questo è il cristianesimo.

Antonio Socci

domenica 15 luglio 2012

LE APPARIZIONI DI MEDJUGORJE RISPETTANO TUTTI E QUATTRO I CRITERI STABILITI DALLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE




Se ne è discusso durante un convegno promosso dal Centro Russia Ecumenica

di Luca Marcolivio

ROMA, sabato, 23 giugno 2012 (ZENIT.org) – Il fenomeno Medjugorje, a 31 anni esatti dalla prima apparizione, fa sempre molto discutere ed è diventato oggetto di dibattiti interdisciplinari. Medjugorje: un dialogo tra cielo e terra è il titolo della tavola rotonda tenutasi ieri pomeriggio presso il centro Russia Ecumenica, a Borgo Pio, a due passi dalle mura vaticane.

Sacerdoti, evangelizzatori, psicologi e pellegrini si sono confrontati sulla base di una convinzione comune: nessuno dei messaggi che la Gospa, la Vergine Maria ha trasmesso al mondo intero, mediante i sei veggenti, è in contraddizione con la fede cristiana, né con il Magistero.

Lo ha evidenziato in primo luogo don Sergio Mercanzin, direttore del Centro Russia Ecumenica e moderatore del convegno. “Quelle di Medjugorje – ha osservato il sacerdote – sono apparizioni che rispettano tutti e quattro i criteri stabiliti dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1978: 
1) certezza morale del fatto; 
2) credibilità e specchiata moralità dei veggenti; 
3) coerenza con la dottrina teologia cristiana; 
4) abbondanti e costanti frutti spirituali (conversioni, ecc.)”.

Il filosofo e scrittore Diego Manetti – noto per i suoi saggi su Medjugorje, realizzati a quattro mani con padre Livio Fanzaga – ha ricordato che le apparizioni mariane nella località balcanica sono un “segno di speranza” e che le ermeneutiche catastrofiste sul medesimo fenomeno sono tutte da rigettare.

Se nel mondo il Male appare così egemone, è perché il demonio lo ha diffuso e gli uomini lo hanno seguito. E la Madonna, amando profondamente i propri figli, li ammonisce amorevolmente dei rischi che corrono.

“Ci si chiede perché da 31 anni le apparizioni siano quotidiane – ha detto Manetti -. Ciò succede perché il momento della prova dei Dieci Segreti è vicino. Ai miei alunni del V liceo, ricordo sin dal primo giorno di scuola che dovranno sostenere l’esame di maturità. Da maggio, però, inizio a dirlo loro tutti i giorni…”.

Il padre francescano Francesco Rizzi ha spiegato come la Vergine Maria, secondo il Concilio Vaticano II, abbia una quadruplice dimensione. In primo luogo vi è una dimensione biblica(CV, 55-59) che parte dalla descrizione della Donna che schiaccia la testa del serpente (Gen3,15) e che partorirà il figlio, chiamato l’Emmanuele (Is 7,14), fino alla sua esplicitazione nella figura di Maria di Nazareth nell’Antico Testamento e nei misteri del Rosario.

C’è poi una dimensione funzionale (CV 60-62), che insiste sul ruolo di Maria quale corredentrice dell’umanità con suo Figlio, una dimensione ecclesiologica (CV 63-65) che la consacra Vergine e Madre di Cristo e della Chiesa, ed infine una dimensione cultuale (CV 66-69) che coincide con la sua venerazione ed intercessione (mentre l’adorazione spetta solo a Dio).

Ciò che si può toccare con mano a Medjugorje, è proprio la “dimensione cristocentrica” del luogo, con la Madonna che non mette al centro se stessa ma suo Figlio, “l’Eucarestia, come fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”, ha aggiunto il francescano.

Convertitosi proprio a Medjugorje verso la fine degli anni’80, padre Rizzi ha poi dato vita all’associazione Apostoli della divina misericordia con Maria Regina della Pace.

È poi seguita una testimonianza di conversione, quella del 27enne salernitano Luca Del Vecchio. Intorno ai suoi 20 anni, Luca, giovane assai brillante e comunicativo, nel suo piccolo era un ragazzo “di successo”: pr in discoteca, bella presenza, molte ragazze intorno, una famiglia benestante che non gli aveva mai fatto mancare nulla.

Luca ha però raccontato come, proprio nel cuore dei suoi vent’anni, sia stato assalito da una profonda inquietudine interiore. “Una notte, tornato dall’ennesima festa in discoteca – ha raccontato - mi ritrovai a letto in lacrime: mi ero accorto di sentirmi fondamentalmente solo e io avevo il terrore della solitudine”.

Per Luca la prima via di fuga sono le droghe – ecstasy e cocaina in particolare - che “mi aiutavano a rinforzare la mia maschera, l’immagine di persona sempre allegra e di successo”, quindi un palliativo alla costante minaccia della solitudine.

È proprio nel momento di massima contraddizione e disperazione che Luca inizia a cambiare attitudine ed abbigliamento, assumendo un’immagine dark.

Un giorno, una zia, intuito lo stato di prostrazione interiore di Luca, invita il nipote a una veglia di preghiera e poi a un pellegrinaggio a Medjugorje. “Come normalmente faccio, presi quella proposta come una sfida e andai, coinvolgendo un bel gruppo di amici”, ha raccontato il giovane.

Una volta a Medjugorje, Luca inizia un digiuno e chiede a Dio un segno della sua presenza che presto arriva: al termine di una lunga coda per la confessione, si imbatte in un giovane sacerdote. È don Davide Banzato che lo introduce a Nuovi Orizzonti, il movimento fondato da Chiara Amirante.

Inizia così, nell’estate 2007, la seconda vita di Luca, oggi responsabile della Nuova Evangelizzazione per Nuovi Orizzonti nel Lazio.

Il punto di vista della psicologia è stato affrontato da Laura Cantarella, psicoterapeuta e membro dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici. Secondo la dott.ssa Cantarella, principale ideatrice e promotrice del convegno, è evidente l’esistenza di una relazione tra dimensione psicologica e dimensione spirituale che gli analisti non devono mai sottovalutare, pur rispettando sempre l’eventuale miscredenza del paziente.

Lo psicoterapeuta, quindi, con i linguaggi pertinenti e l’opportuna delicatezza, può e deve risvegliare le risorse spirituali della persona in analisi. Del resto “il peccato porta conseguenze nella psiche – ha spiegato la psicologa – ad esempio, quando non si riesce a perdonare un torto. Chi sa perdonare, invece, affronta meglio anche il cammino psicoterapico”.

Umberto Sales da anni svolge l’attività di accompagnatore di pellegrini a Medjugurje. Durante la tavola rotonda presso il Centro Russia Ecumenica, il signor Sales ha raccontato come questa attività affondi le radici in una guarigione miracolosa da un misterioso malessere che lo aveva afflitto 25 anni fa.

A distanza di un quarto di secolo, Sales, che presta volontariato anche durante le adorazioni perpetue presso la Basilica romana di Santa Anastasia, definisce una “grazia” l’essere stato scelto da Dio per mettersi a servizio di altri pellegrini e che fare la guida non vuol dire ergersi a “maestro” ma è una sfida a conservare sempre lo spirito dell’umile pellegrino.

Ha chiuso il ciclo di interventi lo psichiatra Alessandro Meluzzi, spiegando come la devozione mariana sia essenziale nel percorso di fede, in quanto conferisce una dimensione “materna” e “mediatrice” a un rapporto con Dio che, in linea teorica, potrebbe essere già determinato dall’adesione alle verità cristiane, a partire dalla presenza viva di Cristo nell’Eucaristia.

“Tutti siamo chiamati ad essere santi - ha affermato il prof. Meluzzi – ma non tutti siamo chiamati ad essere teologi ed intellettuali della fede”. E Maria segna sempre indelebilmente il cammino dei santi di ogni tempo. Così avviene con l’apostolo Giovanni che, ai piedi della Croce, assiste alla consegna del Maestro morente: “Questa è tua madre” (Gv 19,27). Lo stesso San Giovanni sarà poi ispirato da Maria in tutta la sua stesura del IV Vangelo e dell’Apocalisse.

Anche nella storia dei concili, ha osservato lo psichiatra, è significativo che Efeso (431) con la proclamazione del dogma di Maria madre di Cristo, quindi madre di Dio (Theotokos), preceda Calcedonia (451), che sancì il dogma di Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.