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martedì 16 febbraio 2016

SE UN TEDESCO AFFERMA “Se io fossi un politico in Italia e messo davanti a un simile tipo di rischio d’insolvenza, vorrei tornare alla mia propria moneta al più presto possibile, perché questa è la sola via per evitare di finire in bancarotta”.COSA ASPETTANO I NOSTRI POLITICI????



Maurizio Blondet 16 febbraio 2016 2


Peter Bofinger (ultimo a sinistra),
Il tedesco è l’economista Peter Bofinger  uno dei cinque saggi del Consiglio Germanico dei consulenti economici. Ha scritto un rapporto di minoranza contro i quattro colleghi, i quali a loro volta hanno dato la loro autorevole manforte all’idea nuova di Weidman e di Schauble: le banche italiane dovranno essere obbligate per normativa europea a non detenere troppi Buoni del Tesoro, e dunque (s) venderli in fretta sui mercati. Il debito sovrano “non va più considerato interamente esente da rischio di default e completamente liquido”. Oggi, le banche possono mettere i titoli di Stato che detengono, proprio perché liquidi e sicuri, nella percentuale obbligatoria di riserve; li trattano insomma come contanti o attivi solidissimi. In tal modo, le banche danno una mano allo Stato che si indebita a meno, e dallo Stato ricevono liquidità a poco costo. E’ l’ultimo, estremo ricordo dell’antico “matrimonio” fra Bankitalia e Tesoro.

martedì 10 dicembre 2013

GIANNI LANNES ED IL SUO SEMPLICE PIANO IN 26 PUNTI....UNITI SI VINCE

di Gianni Lannes 10.12.2013

GIOVANE ITALIA - FOTO GIANNI LANNES (tutti i diritti riservati)
di Gianni Lannes
L’Italia è l’unica nazione al mondo dove i rifiuti si riciclano prevalentemente in politica. L'Italia, attualmente, non ha una classe dirigente a qualsiasi livello, in particolare etico. L’Italia, il nostro Paese, sembra privo di memoria, di slancio, di altruismo e di compassione. Per dirla con Carlo Levi: “Nessuno ha toccato questa terra se non come un conquistatore o un nemico o un visitatore incomprensivo”. 

Non c’è bisogno di eroi, però, e soprattutto di retorica o populismo, purtroppo di gran moda. Ma non siete stanchi dei furbi, dei ladri, dei moralizzatori d'accatto, dei traditori, dei raccomandati, dei soliti figli di papà con la carriera assicurata, dei riccastri e dei politicanti venduti?

Cosa si può fare? Intanto non restare indifferenti. Fare qualcosa insieme invece che contro. Chiamare a raccolta quelli che si riconoscono nell’essere a favore delle persone, per la verità e la giustizia. Non si può sempre vivere contro qualcuno o qualcosa.
La gente è nauseata da questa recita quotidiana della vita politica italidiota, coi soliti burattini e burattinai perennemente nei salotti tv. In Italia i palazzi del potere per conto straniero e i fantocci eterodiretti dall’estero che li animano sono un cancro da estirpare adesso. La mafia alberga nel cuore delle istituzioni.

giovedì 8 novembre 2012

FINLANDIA: LA MONETA EUROPEA VIENE MESSA IN DISCUSSIONE


2 novembre 2012 (MoviSol) - Il 23 ottobre un nostro team ha fatto una visita inaspettata alla sede dell'ESM a Lussemburgo. Questo fondo gigantesco (arriverà a gestire emissioni per 7 mila miliardi di euro) è ospitato in un ufficetto tanto modesto da far sorgere il dubbio che ci si voglia nascondere. Non ci aspettavamo di trovare un grattacielo (non avevano il tempo per costruirlo), ma almeno un palazzo o una villa, insomma una sede di rappresentanza. E invece, su un lato del vialone d'ingresso alla capitale lussemburghese, tra vetrine e uffici sotto il lungo colonnato di un palazzone, c'è una porta a vetri con alcune insegne, tra cui EFSF/ESM. Suoniamo a uno dei sei campanelli e diciamo: "Siamo giornalisti, vi abbiamo appena scoperto, possiamo entrare?" La segretaria, impreparata, ci chiede chi siamo e, inaspettatamente, ci fa entrare. Saliamo con l'ascensore e usciamo su un pianerottolo che dà su una vetrata, da cui si intravede il salottino dell'ufficio. Sembra di essere nello studio del dentista, se non fosse per la scritta sul muro: EFSF e ESM. L'addetto stampa, che ci accoglie sul pianerottolo, esige che spegniamo la telecamera e ci racconta che in quell'ufficetto lavorano sessanta persone!

Dopo un po' ci liquida con cortesia, ma ce ne andiamo insoddisfatti. Con tutte le vetrate, quello che manca è la trasparenza. Eppure, la massima trasparenza è richiesta in questa faccenda. Stride la sede ufficiale di questo contestatissimo fondo con il potere e il ruolo centrale che esso sta assumendo nel sistema UE.

Si vuole iniziare col basso profilo perché, nonostante la fanfara ufficiale, il successo è tutt'altro che assicurato? Durante le sue prime due settimane di vita, oltre la metà dei bonds emessi sono stati acquistati da investitori dell'Eurozona. Gli investitori asiatici hanno acquistato solo il 25%, gli americani il 6% e i britannici hanno espresso ancor meno interesse. Eppure, l'idea dietro l'ESM era che sarebbe stato attraente per gli investitori extraeuropei, i cui capitali, con l'effetto leva, avrebbero permesso di elargire oltre un trilione di euro.

Naturalmente il predecessore dell'ESM, l'EFSF, aveva lo stesso problema: nel corso del 2011 e nei primi nove mesi del 2012, esso è stato in grado di mobilitare solo 50 miliardi di euro.

La burocrazia dell'ESM desidererebbe sicuramente nascondere il fatto che, mentre l'attenzione è rivolta al crescente disastro in Grecia, e mentre i politici europei sostengono che l'Euro verrà preservato a tutti i costi, la moneta europea viene messa in discussione in Finlandia. Si dà il caso che questo paese nordico sia uno dei sei soli paesi dell'Eurozona che ancora godono della tripla A e quindi sono le fondamenta dell'ESM. Una sua defezione non lascerebbe l'ESM e l'euro incolumi.

Il direttore del Consiglio di Garanzia Municipale, un organo del ministero delle Finanze, Hhejkki Neimelainen, ha recentemente dichiarato: "Abbiamo iniziato a discutere apertamente il meccanismo di uscita dall'euro, anche se abbiamo fatto capire che non ne inizieremo il processo". Una ricerca della banca Nordea ha infatti suggerito che se la Finlandia introducesse una moneta nazionale parallela, questa salirebbe di valore attirando capitali esteri. "Vale la pena ricordare che la maggior parte dei finlandesi odia questi salvataggi della BCE", ha commentato il Financial Times del 26 ottobre. "E più si trascina la crisi dell'Eurozona, più diventa facile immaginare quello che una volta era inimmaginabile. Forse è ora che il presidente della BCE Mario Draghi visiti Helsinki; se non altro, il rapporto di Nordea ricorda che non sono solo Grecia e Spagna ad avere la capacità di sorprendere".

lunedì 5 novembre 2012

E' FORSE UNA BESTEMMIA INVOCARE L' USCITA DALL'EURO??? IL POST SI RIFERISCE ALLA SPAGNA MA PER L'ITALIA E' FORSE DIVERSA LA SITUAZIONE???

ABBANDONARE L'€URO



Vista l'enorme crisi finanziaria ed economica vigente in Spagna, ci sono tre alternative. Una è quella di continuare le politiche di austerità del governo del Partito popolare, seguendo le istruzioni del Consiglio europeo (dominato da conservatori e liberali), della Commissione Europea (di chiaro orientamento conservatore neoliberista) e della Banca Centrale Europea (sotto l'enorme influenza della Bundesbank, la banca centrale tedesca, che è stata definita ironicamente e con ragionevole certezza, come il Vaticano del neoliberismo), massima esponente del sistema bancario tedesco. Queste politiche conducono inevitabilmente ad una situazione di recessione, rasentando la depressione per molti anni. Il suo fulcro è un attacco frontale al mondo del lavoro, allo stato sociale e alla democrazia. 


L'evidenza di ciò è forte e sconvolgente. La sua massima espressione è ciò che sta accadendo in Grecia. Dietro questa strategia c'è il capitale finanziario (che oggi domina il comportamento, non solo finanziario, ma anche economico, nell'area dell'euro) e il capitale delle grandi aziende. Questa opzione è, senza dubbio la peggiore. Aspettarsi che le politiche di quella che viene chiamata "austerità espansiva" siano efficaci nello stimolare l'economia e uscire dalla recessione, appartiene all’ambito del dogma neoliberista, accettato per molto tempo dalle sinistre al governo che stanno portando la Spagna, l'Europa e il mondo al disastro.

Un'altra alternativa è quella di seguire politiche quasi opposte alle politiche di austerità. Questa alternativa sarebbe ispirata alle politiche espansive del New Deal del XX secolo negli Stati Uniti e anche alle politiche espansive degli anni Cinquanta e Sessanta che hanno seguito la maggior parte dei paesi in Europa, stimolati dal Piano Marshall. Tali politiche espansive, effettuate su entrambi i lati dell'Atlantico, hanno permesso agli Stati Uniti e all'Europa occidentale di uscire dalla Grande Depressione. L'applicazione di queste politiche in Spagna e nell'UE implicherebbe un forte aumento della spesa pubblica, che avrebbe lo scopo di creare posti di lavoro e, attraverso questi, aumentare la domanda interna e stimolare l'economia. Tali politiche avrebbero al centro della loro strategia, lo stimolo della crescita, sia per la Spagna, quanto per l’Unione Europea. Contrariamente a ciò che sostiene la saggezza convenzionale, questa strategia potrebbe essere sviluppata anche in Spagna, anche se la sua esecuzione sarebbe più semplice se tali politiche fossero effettuate anche a livello dell'Eurozona e dell'Unione Europea.

Mi si dirà che il governo francese ha già iniziato questo percorso. Ma, come ho scritto di recente, questo governo ha firmato il Patto Fiscale che impone agli Stati di avere bilanci in pareggio, senza mettere in discussione il Patto di Stabilità, che è quello che sta determinando i massicci tagli alla spesa pubblica che si stanno attuando nei paesi dell'Eurozona. Non possono sviluppare politiche di crescita senza mettere in discussione tali trattati. Il fatto che il governo socialista francese abbia proposto al Parlamento francese di approvare un simile patto fiscale, è un indicatore della scarsa probabilità che tale alternativa espansionista avvenga in quel paese.

Non escludo che le crescenti proteste popolari, guidate dai sindacati, e la crescita dei partiti più oltranzisti dei socialdemocratici al potere, muovano questi partiti verso posizioni più coerenti con il loro discorso a favore della crescita. Ma questa possibilità è campata in aria. Non la escludo (e sarebbe la mia preferita), ma sono scettico. I partiti socialdemocratici non hanno fatto l'autocritica che implicava il cambiamento notevole che avrebbero dovuto fare nelle loro politiche economiche. La socialdemocrazia spagnola e catalana ne sono un chiaro esempio. Le politiche economiche che stanno proponendo presumono che l'economia si riprenderà sulla base di un aumento delle esportazioni, senza rendersi conto che l'elemento chiave di tale recupero passa attraverso un aumento della domanda interna.

Questo ci porta alla terza alternativa, che non è la mia prima opzione, ma credo più che mai che sia l'unica opzione rimasta, dal momento che, come ho detto prima, la peggiore scelta è quella di continuare la situazione attuale. E la terza opzione è che la Spagna esca dall'euro. L'aver raggiunto questa conclusione deriva dalla mia consapevolezza del fatto che la Spagna non ha i mezzi e gli strumenti per uscire dalla crisi. Non è possibile svalutare la moneta per rendere più competitiva la Spagna, e lo stato non può proteggersi dalla speculazione finanziaria, non avendo una banca centrale che lo protegge. Questo è intollerabile. A meno che non si recuperino questi strumenti, la Spagna, nel quadro attuale della zona euro, non può riprendersi. In realtà, non è un caso che la Gran Bretagna e la Svezia stanno iniziando politiche espansive, in quanto entrambi i paesi hanno la loro moneta e la loro banca centrale.

Le argomentazioni che sono state addotte contro questa uscita dall'euro, nella maggior parte dei mezzi di comunicazione sono così di parte che peccano di credibilità. Vediamo. Uno di questi è che alla Spagna, con uscita dall'euro, si vedrebbe negata la possibilità di prendere in prestito denaro sui mercati finanziari. Lo stesso argomento è stato utilizzato, naturalmente, con molti paesi, tra cui Argentina (quando si separò dal dollaro), ma questo non è confermato dalla realtà dei fatti. Il sistema finanziario di oggi è multipolare, e non mancano nel mondo di oggi, né la liquidità né il credito. Al contrario. Oggi il mondo è inondato di denaro. Vi è un eccessivo accumulo di capitale finanziario. Il problema è la mancanza di domanda da parte la maggior parte delle popolazioni. Tale carenza è creata artificialmente in Spagna (e progettata fin dall'inizio dai creatori dell'euro e della BCE). Oggi la Spagna potrebbe ottenere credito ad interessi molto più bassi, se non aderisse all’unità monetaria. Svezia e Gran Bretagna, entrambe nell'UE, ma non nella zona euro, non hanno difficoltà di accesso al credito.

Un altro argomento che è stato usato è basato sull'ignoranza rispetto ad alcuni fatti. E' stato detto più volte che l'Argentina ha potuto recuperare molto presto (ha avuto bisogno di soli sei mesi per ricrescere dopo aver lasciato il dollaro) a causa della forte domanda di prodotti naturali in un'economia globale molto espansiva. Questo argomento non tiene conto del fatto che la ripresa argentina non era basata sull'incremento delle esportazioni, ma sulla crescita della domanda interna.

Un argomento che ha più validità, tuttavia, è il rischio di inflazione crescente, a causa dell'emissione di molta moneta da parte della banca centrale per supportare le politiche espansive. Questo rischio è reale. Ora, tra due mali minori, è preferibile un'inflazione elevata con basso tasso di disoccupazione e una crescita elevata, piuttosto che la situazione attuale con una bassa crescita, alta disoccupazione, e recessione.

Ammetto che l'uscita dall'euro non sarebbe un processo facile. Ma questo argomento, - la difficoltà di abbandonare l'euro - deve essere considerata alla luce dei costi umani, sociali, economici rispetto alla permanenza nell’euro. Le proposte di uscire dalla crisi nell'euro, sulla base di un aumento delle esportazioni (così come proposto, non solo dai gruppi di lavoro economici del Partito Popolare, ma anche del PSOE e PSC), ignorano (ripeto quello che ho detto prima) che il più grande problema dell'economia spagnola è l'enorme paralisi della domanda interna. Come ho già sottolineato, il settore delle esportazioni è andato crescendo in Spagna, mentre l'economia continuava a collassare, anno dopo anno. La soluzione passa attraverso un aumento della domanda che non può essere risolto se non si rompe con le politiche imposte dalle autorità della zona euro e dal Fondo Monetario Internazionale. È interessante notare che i due stati di cui sopra, il britannico e lo svedese (entrambi governati da partiti conservatori) hanno convenuto che senza politiche espansive, di stimolo economico, non si riprenderanno dalla loro crisi. Ma, come ho detto prima, entrambi sono in grado di farlo perché hanno una propria banca centrale e una propria moneta. Quindi, anche se il debito britannico è superiore a quello spagnolo (che è relativamente basso), gli interessi sul debito pubblico sono molto più bassi, e nessuno dei due, né Gran Bretagna e né Svezia, hanno una forte inflazione. Il fatto che vi è un rischio di alta inflazione non basta per concludere che l'uscita dall'euro della Spagna porterebbe a un'inflazione elevata che colpirà l'efficienza dell'economia spagnola.

Un'ultima osservazione. E' una grande imperizia che nessuno dei due partiti maggiori, in grado di governare la Spagna abbiano minacciato di abbandonare l'euro. L'ultima cosa che vogliono la Germania e le sue banche è che la Spagna lasci l'euro. Lo Stato spagnolo dovrebbe usare questa minaccia come merce di scambio nelle sue trattative con la Troika. Il fatto è che non lo fa indica il suo grado di dipendenza.

Traduzione per TLAXCALA di Alba Canelli

*Vicenç Navarro è stato professore di Economia Applicata presso l'Università di Barcellona. Attualmente è professore di Scienze Politiche e Sociali all'Università Pompeu Fabra (Barcellona, Spagna). E' anche professore di Politiche Pubbliche alla Johns Hopkins University (Baltimora, USA), dove ha insegnato per 35 anni. Dirige il Programma in Politiche Pubbliche e Sociali promosso congiuntamente dalle università Pompeu Fabra e la Johns Hopkins. Dirige anche l'Osservatorio Sociale della Spagna.
Esule durante in franchismo, è stato consigliere delle Nazioni Unite e di vari governi sulle politiche sociali. E' l'autore di 24 libri tradotti in varie lingue.

martedì 9 ottobre 2012

MARCO DELLA LUNA: "IL MES ( ESM ) E GLI ALTRI APPARATI EUROPEI CUI SI STA CEDENDO SOVRANITA' E' IN CONFLITTO CON L'ART. 11 DELLA COSTITUZIONE"

RAPPRESENTANZA, CORRUZIONE E RIVOLUZIONE


di Marco Della Luna 08.10.2012

Scandalo dopo scandalo, si compone il quadro d’insieme di ciò che i politici e i partiti effettivamente fanno, perseguono, negoziano: la lottizzazione e l’intercettazione delle risorse pubbliche e delle prebende private, lecite e non.

Nessuno di loro può dire di essere diverso, di essere onesto, che si tratta di mele marce isolate o isolabili. Tutti sapevano di che vive il sistema politico-amministrativo, i partiti. Hanno scientemente accettato di far parte di esso, vi hanno trovato il loro posto, il loro reddito. Non mi risulta che qualcuno abbia solo sbirciato dentro, e poi si sia ritirato in disgusto e denunciando le mangerie. Nel  web
http://www.youtube.com/watch?v=ngWs2j_T6p0&feature=related

si trovano  accuse allo stesso Giorgio Napolitano, oggi fustigatore dell’immoralità politica, di essersi fatto rimborsare, come parlamentare europeo, il prezzo pieno dei biglietti aerei, € 900, quando invece viaggiava low cost a 90. La cosa suscitò scandalo in Germania nel 2004.

Soprattutto non possono non sapere i dirigenti, i segretari, i parlamentari, i membri del governo, i consiglieri e governatori regionali, etc. etc. Volete che i vertici dei rispettivi partiti non sapessero che cosa facevano Penati, Lusi, Fiorito? Avete dimenticato gli studi criminologici da cui risultavano le quote di spartizione tra DC, PSI, PSI, cioè 40-40-20%? Persino chi giurava guerra al sistema e strillava, si è di regola fatto assimilare.

Sono dunque tutti compartecipi, tutti politicamente e moralmente omologati, anche se non tutti penalmente colpevoli. Non è possibile risanare il sistema togliendo singoli elementi, le mele marce.

Non è possibile, perciò, risanare-rinnovare il sistema per via giudiziaria: i pm e i giudici trattano per legge esclusivamente casi singoli e limitatamente ai profili penali, mentre il male è dell’insieme e non limitato all’aspetto penale. Non è possibile nemmeno se i pm forzano la realtà ravvisando reati in comportamenti che reato non sono.

L’avv. Carlo Taormina ha ragione: il reato commesso da Fiorito non è il peculato – delitto grave, a danno della pubblica amministrazione e perseguibile d’ufficio, e che consiste nel prendersi beni o denari pubblici – bensì l’appropriazione indebita – reato lieve, che consiste nel prendere o trattenere beni o denari privati di cui si ha il possesso, e che non è perseguibile d’ufficio, ma solo a querela del privato danneggiato, ossia, nella fattispecie, del PDL o del gruppo consiliare. Anzi, siccome è chiaro che i partiti, nella realtà empirica, si fanno e si gestiscono proprio per procurare quei guadagni privati, e altri, così come una società imprenditoriale si fa per procurare guadagni ai soci, allora non c’è nemmeno l’appropriazione indebita. Fiorito ha riscosso dividendi sull’utile aziendale.

Ad essere franchi, ci troviamo al cospetto di un crimine più grave, ma non previsto e non punito ossia l’associazione per delinquere della classe politica, finalizzata a distrarre beni e denari pubblici per realizzare profitti privati, facendo transitare il grisbi attraverso rimborsi elettorali ai partiti, gruppi parlamentari, consiliari, giornali di partito, fondazioni, altre forme di spesa pubblica; transito realizzato attraverso atti legislativi e deliberativi di vari livelli.

I partiti e i politici sono legittimati ad esistere al fine dello svolgimento di due precise funzioni:

-rappresentare i cittadini, collegandoli alle istituzioni;

-gestire la cosa pubblica bene e nell’interesse generale.

Lo fanno?

No.

Non rappresentano i cittadini, ma gruppi di interesse particolari, compreso il proprio gruppo o casta; e gestiscono la cosa pubblica molto male e nell’interesse di quei gruppi particolari, nonché di interessi stranieri. Costano, nuocciono, non rappresentano, sono privi di legittimazione.

L’azione risanante a una simile degenerazione non può essere interna al sistema malato, perché per riuscire deve eliminarlo; non può venire dal palazzo, né dai tribunali, né dalle urne – e in effetti non è venuta, nonostante Mani Pulite, nonostante le riforme elettorali, nonostante i cambi di maggioranze, di moneta, di nome dei partiti… la matrice di mentalità, di prassi, di formazione è sempre quella, e non la si cambierà mettendo in pista un trentenne carino e un omosessuale dichiarato.

L’azione realmente riformante può essere solo esogena al sistema: la rivoluzione popolare, che spazza via tutti, o la conquista straniera. Si sta realizzando la seconda, attraverso lo spread, il debito, le cessioni di sovranità. Una conquista capitalistica. Senza che nessun politico rilevi che la formalizzazione della subalternità della posizione italiana entro il MES e gli altri apparati europei cui si sta cedendo la sovranità è in conflitto con l’art. 11 della Costituzione, che consente la limitazione della sovranità nazionale solo sulla base della parità. Il take-over del capitalismo straniero, segnatamente tedesco, è oramai tanto avanzato e difficilmente reversibile, che il regime italiano (o europeo? eurotedesco?) può permettersi, per recuperare consenso popolare mentre porta a compimento l’operazione, di sforbiciare – magari per ora solo sulla carta – qualche mangeria dei livelli inferiori della politica, per qualche centinaia di milioni: Ovviamente non può colpire quelle dei livelli alti, per centinaia di miliardi. E soprattutto alleggerendo, dietro l’ostentazione di controlli fiscali teatrali quanto stupidi, i controlli seri sui principali evasori fiscali, ossia banche e assicurazioni, come risulta dal seguente comunicato:

“Dall’indagine è emerso che, in Italia, i principali evasori sono gli industriali (32,7%) seguiti da bancari e assicurativi (32,2%), commercianti (10,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%). … “Per combattere l’evasione fiscale bisogna privilegiare i controlli sostanziali sui grandi contribuenti anziché quelli formali fatti sui lavoratori dipendenti/ autonomi – ha affermato Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – E’ necessario riformare il fisco italiano e la riscossione dei tributi, istituendo Lo Sportello del Contribuente presso tutti gli organi diretti ed indiretti della pubblica amministrazione, seguendo ciò che avviene nei principali paesi europei. I grandi contribuenti sono diventati maestri nell’evasione fiscale e la stanno esportando anche negli altri paesi europei. “.> CONTRIBUENTI.IT – ASSOCIAZIONE CONTRIBUENTI ITALIANI >staff@contribuenti.it

E allora, realisticamente, meglio seguire le indicazioni del Prof. Claudio Pioli, già deputato nella “legislatura breve”, e propugnatore dei principi di F. von Mises:

In una situazione in cui molte variabili hanno comportamenti rigidi o anelastici che dir si voglia, quali i consumi di base in gran parte “primari” della popolazione, non resta che avere il coraggio richiesto ad altri paesi in altre sedi: cancellare la metà del debito pubblico per ritornare nei parametri di Maastricht (60% del PIL).

Sappiamo infatti che la vera lotta all’evasione che conta non verrà mai fatta, per cui è meglio ridimensionare il debito, che non si rimborserà mai a tassi “liberi” di mercato (in quanto il tasso d’interesse deve misurare, tra l’altro, il rischio d’insolvenza dell’emittente…), sia cancellandone una parte del valore nominale (sostituzione dei titoli di credito o cancellazione delle scritture informatiche, quando non esiste la sostanza, diciamo così, cartolare del credito), sia realizzando in cinque anni 500 miliardi di introiti dalla vendita di beni pubblici.

Ma per riuscire a venderli, bisogna che il mercato torni a tirare, che i soldi girino, quindi bisogna dar crediti ragionevoli alle imprese produttive, abbattere le tasse sugli immobili e sul lavoro, e rilanciare gli investimenti infrastrutturali di lungo termine.


08.10.12 Marco Della Luna

venerdì 7 settembre 2012

DA CHICAGO BLOG, GERARDO COCO IN UN ARTICOLO CHE CI CHIARISCE IN QUALE ASSURDITA' SIAMO !!!



Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.
Quando la BCE tra il mese di luglio 2011 e il mese di febbraio 2012 ha immesso nel sistema bancario europeo 1,3 trilioni di euro (in soli nove mesi!) per soccorrere il sistema bancario (espandendo così il suo bilancio a tre trilioni, una cifra ben superiore al PIL tedesco) avrebbe dovuto essere chiaro che l’estrema gravità della crisi europea non solo era di molto superiore a quella di cui i leader europei parlavano, ma che fino ad allora avevano mentito sulla reale esposizione dei paesi membri che ha reso la crisi irreversibile. Non è l’euro ad essere irreversibile come dice il governatore della BCE, ma la sua crisi.
Ancora oggi la reale ampiezza della voragine che si è spalancata nell’eurozona ci è ignota e solo la “liquidazione” del sistema potrebbe fare emergere la verità.
Si consideri ad esempio la crisi della Grecia iniziata nel 2010 e dopo ben due anni rimasta irrisolta. Questo paese rappresenta appena il 2% dell’economia europea e si sta facendo di tutto per ritardarne l’uscita dalla eurozona. Il vero motivo? Per gli analisti che hanno ben scavato nei bilanci, la reale esposizione greca verso i paesi membri, è di oltre 1 trilione. Ecco il motivo per cui l’Europa continua a erogarle denaro nonostante sia in bancarotta completa e non abbia ottemperato a nessuna delle misure fiscali richieste. Si temono le ripercussioni della sua uscita su un sistema bancario già barcollante.
Nel 2012 è poi esplosa la crisi della Spagna che ha riguardato contemporaneamente il sistema bancario e il debito sovrano. Nel giro di appena un week end si è cercato di tamponare la falla, ma poi ci si è accorti che era un’altra voragine che faceva anche di questo paese un problema europeo: Tutto il sistema bancario è seduto infatti su una polveriera: il mercato del debito spagnolo, pari a €2.1 trilioni. L’Europa funziona così: quando i paesi emettono debito questo viene immediatamente acquistato dal sistema bancario e parcheggiato nei bilanci come “senior asset”, cioè come attivo a basso rischio (!). Le banche quindi concedono prestiti a terzi e fanno colossali operazioni di investimento a fronte di questo attivo. In caso di default della Spagna gli attivi a copertura del portafoglio investimenti andrebbero quindi immediatamente in fumo e i tassi di interesse salirebbero alle stelle facendo crollare tutto il sistema europeo. E accenniamo solo di sfuggita a ciò che accadrebbe al mercato dei derivati basati sui tassi di interesse preesistenti. Molto probabilmente Wall Street verrebbe chiusa per qualche tempo. Insomma la Spagna, come la Grecia, rimane un grave problema irrisolto.
Se l’Italia naviga in difficoltà non godono buona salute neppure Francia e Germania il cui debito rispetto al PIL è ormai al 90%, un livello che di solito fa scattare il declassamento di un paese da parte delle agenzie di rating.
Eppure, nonostante questa realtà, il governatore della Banca Centrale, Mario Draghi, ostenta sicurezza facendo intendere di avere sotto controllo la situazione e di poter risolvere tutti i problemi. Noi, invece, crediamo che l’euro sia in coma irreversibile e che quindi the game is over. In altri termini non esiste nessuna strategia politica e finanziaria credibile che possa salvare l’eurozona.
Proviamo infatti ad analizzare le opzioni di salvataggio e la loro plausibilità concentrandoci soprattutto sulle due entità portanti dell’eurozona la BCE e la Germania a fronte dei meccanismi di salvataggio come l’EFSF, l’EMS e il FMI.

BCE. Molti credono che la soluzione sia una banca centrale europea che operari come l’omologa statunitense acquistando su larga scala i titoli di debito pubblico in cambio di denaro di nuova creazione. Ma si sbagliano di grosso se credono alla percorribilità concreta di questa opzione. Primo, Mario Draghi ha detto con chiarezza che la banca centrale potrebbe intervenire solo in caso che i paesi bisognosi rispettino le misure di austerità, mandino ad effetto le riforme strutturali e cedano sovranità (quanta?) al governo di Bruxelles. Se queste sono le condizioni poste dal Governatore, pensiamo che non si realizzeranno mai, soprattutto l’ultima (terrificante): la cessione di sovranità al governo di Bruxelles. Ergo la BCE non acquisterà direttamente titoli di debito dai paesi membri. E se anche lo volesse fare avrebbe il veto della Germania che vede in questa operazione il rischio di una iperinflazione.
Secondo. Non bisogna dimenticare che la crisi europea non è di liquidità ma di insolvenza, aka di capitale. Nel primo caso l’acquisto di bond in cambio di denaro fresco (cash for trash) potrebbe temporaneamente alleviare le difficoltà del sistema bancario che, ufficialmente, ha una leva finanziaria di 26 a 1. Ciò significa che ogni 26 euro del suo attivo (prestiti erogati a terzi) sono garantiti da appena 1 euro di capitale. Quindi, con una leva così alta, basterebbe un ribasso dell’attivo di appena il 3,8% (ad es. per perdite su crediti o diminuzione delle quotazioni dei titoli) per azzerare il loro capitale. In realtà la precarietà del sistema è ancora più acuta se si pensa che la leva finanziaria è in molti casi è superiore, cioè di 30 a 1, di 50 a 1 o addirittura di 100 a 1 come nel caso delle banche francesi (quando la Lehman Brothers è fallita aveva una leva finanziaria di 30,7 a 1). In una situazione di scarsa liquidità sostituire titoli con contante alle banche farebbe comodo. Tuttavia poiché la crisi di liquidità deriva dalla crisi di insolvenza, l’operazione cash for trash sarebbe controproducente perché rimuoverebbe dall’attivo delle banche i titoli che, come abbiamo accennato più sopra, rappresentano il collaterale per ottenere prestiti e per effettuare investimenti. E le banche hanno bisogno disperato di “attivo”. Terzo. Tecnicamente la BCE potrebbe acquistare, come nel passato, direttamente titoli sul mercato, ma questa iniziativa è stata abbandonata da quattro mesi appunto perché la Germania (e la Bundesbank) si è opposta e continua ad opporvisi. E’ chiaro che la BCE non può muoversi in autonomia ma deve aver l’assenso della Germania perché senza questo paese l’euro cesserebbe di esistere. Inoltre non ci si dimentichi che quando nel 2011 la BCE acquistò debito sovrano non risolse alcun problema e perse il controllo del mercato del debito. Infine, oltre il 25% del suo bilancio è già costituito dal debito dei PIIGS e aumentare questo attivo (aka spazzatura) metterebbe a rischio la sua stessa solvibilità.
Allora la BCE potrebbe acquistare il debito di concerto con l’EFSF e l’ESM. Ma anche questa opzione è problematica. L’EFSF dopo il primo salvataggio spagnolo (100 miliardi) è rimasto con una debolissima potenza di fuoco, appena 65 miliardi di euro. Quanto al nuovo fondo ESM di 700 miliardi non è stato ancora ratificato. Che sia ratificato o meno il 12 settembre prossimo dalla corte costituzionale tedesca ha poca importanza sostanziale; la ratifica potrà solo protrarre lo stato comatoso della moneta unica. Infatti, se il fondo fosse approvato Spagna ed Italia dovrebbero contribuirvi al 30% per…salvare se stesse! Il che sarebbe veramente grottesco. Ma supponiamo che questi paesi siano esentati dal contribuirvi. In tal caso il peso del finanziamento (il 66%) del fondo ricadrebbe su Francia e Germania. Ma entrambe non hanno questa disponibilità finanziaria. E anche se l’avessero, mettendola a disposizione dei paesi periferici verrebbero immediatamente declassate dalle agenzie di rating. Il problema potrebbe essere superato facendo acquistare dall’ESM i bond. Ma anche questa opzione è impossibile: il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble è stato chiaro: L’ESM non sarà mai autorizzato ad acquistarli.
Allora quali altre misure resterebbero alla BCE per sostenere l’euro? Potrebbe lanciare il terzo LTRO (il quantitative easing in versione europea) cioè prestare direttamente un altro trilione (o altri due?) al sistema bancario perché acquisti il debito che la banca centrale non può acquistare direttamente. Ma l’effetto di questa operazione sarebbe lo stesso dei LTRO 1 e 2 precedenti: abbassare il valore dei bond, ridurre il valore dell’attivo delle banche, fare aumentare i rendimenti, cioè i tassi di interesse e rendere così ancora più costoso l’indebitamento nell’eurozona. Tutte le opzioni in mano alla BCE portano ad un circolo vizioso ritorcendosi sempre contro l’euro.
Conclusione: la BCE non può migliorare la situazione ma peggiorarla. La crisi infatti, lo ripetiamo, non è finanziaria ma economica e di insolvenza e acquisti di bond e monetizzazione del debito non possono nulla a fronte di un economia che non produce correnti di reddito sufficienti (la vera fonte del credito e della potenza di fuoco finanziaria) per ripianare perdite e debiti esponenziali.

Germania. E’, insieme alla BCE l’elemento chiave dell’eurozona. Ma come abbiamo già accennato il peso del suo debito sul PIL sta raggiungendo livelli preoccupanti (90%) e in corrispondenza dei quali la solvibilità di una nazione può venir messa in discussione. Inoltre bisogna ricordare che ha un’esposizione verso la UE di un trilione di euro pari al 30% del suo PIL erogato attraverso i vari meccanismi di salvataggio dei PIIGS. La Germania ha ormai esaurito le sue cartucce. Escludendo ormai completamente la soluzione degli eurobond a cui la Merkel ha opposto un irrevocabile nein, potenzialmente la Germania potrebbe salvare l’eurozona con l’aiuto della BCE accettando, in una forma o nell’altra, di monetizzare tutto il debito. Ma abbiamo già visto che questo è impossibile. Il prossimo anno il cancelliere tedesco deve affrontare l’elezioni e sa che la monetizzazione del debito potrebbe scatenare un’inflazione e danneggiare l’economia tedesca sulla quale l’agenzia Moody non fa rosee previsioni. Se la Germania perdesse lo status di tripla A sarebbe la fine immediata dell’eurozona, senza esitazioni. Il popolo tedesco già contrario ai salvataggi europei non tollererebbe mai un downgrade del merito del credito per il proprio paese. La Merkel impossibilitata ad aiutare i suoi partner europei può solo aggrapparsi alla speranza che i programmi di austerità e di riforme in corso negli altri paesi inneschino una ripresa e che l’export del suo paese non rallenti. Ma anche questa è un’ illusione. Le misure di austerità in atto nei paesi partner (per il modo in cui sono intese e realizzate) danneggeranno anche il suo paese. La Germania comunque insieme ad altri paesi come la Finlandia ha un piano di emergenza per l’eventuale uscita dall’euro.
Per quanto riguarda, infine il Fondo Monetario Internazionale rimarrà passivo per qualche tempo. Anche negli USA le elezioni sono imminenti ed Obama non si accollerà il rischio di un intervento che comporterebbe più tasse a carico dei contribuenti americani.
Game is over. Quattro mesi scrivemmo (Breve Profilo del Caos) che l’eurozona era un morto vivente e anticipavamo l’analisi che abbiamo qui solo dettagliato un po’ di più. Nulla è cambiato da allora e non è emersa alcuna opzione concreta che possa migliorare la situazione. I piani finanziari passati e quelli da attuare in prospettiva sono da Fannie Mae e Freddie Mac: disastrosi. La fine dell’esperimento dell’euro può non essere imminente. Ma è inevitabile. Non sarà assolutamente la fine dell’Europa che deve restare area di libero scambio, ma la fine di un sistema che non rende possibile la crescita economica e crea irresponsabilità, apatia e dipendenza dei paesi deboli dai paesi forti. La fine sarà dolorosa ma molto meno di quanto si pensi. Il suo mantenimento in stato di coma sarà altresì doloroso ma molto peggio di quanto si creda.

lunedì 27 agosto 2012

FAR AVANZARE L'INTEGRAZIONE EUROPEA???


INT.Bruno Nascimbene lunedì 27 agosto 2012

Foto: InfoPhoto


La cancelliera tedesca Angela Merkel vuole un nuovo Trattato per l'Unione europea. A sostenerlo è il settimanale Spiegel, in uscita lunedì, secondo cui "il governo federale ha intenzione di far avanzare l'integrazione europea". Viene inoltre rivelato che la Merkel vorrebbe al più presto "un incontro tra i capi di stato e di governo dell'Ue per porre nuove basi giuridiche" e che la data potrebbe essere fissata nel vertice del Consiglio europeo che si terrà a metà dicembre. Impresa non certo semplice per la cancelliera che, secondo quanto riporta ancora il settimanale tedesco, avrebbe già incassato il no di molti Paesi membri della Ue. IlSussidiario.net commenta la notizia con Bruno Nascimbene, avvocato e docente di Diritto dell’Unione europea nell’Università degli Studi di Milano.
 
Professore, secondo lei si nasconde qualcosa dietro la volontà della Merkel? 
La mia impressione è che dietro la volontà della Merkel di arrivare a un nuovo Trattato vi siano diverse preoccupazioni: innanzitutto legate alla politica interna, ma anche all’esito del giudizio pendente davanti alla Corte costituzionale che si pronuncerà il prossimo 12 settembre. Proprio per tentare di anticipare l’esito di questo giudizio, con cui molto probabilmente la Corte metterà dei paletti sulla ratifica tedesca del fondo salva-stati Esm, la Merkel sta tentando di proporre ai Paesi membri dell’Unione europea di riformulare il Trattato, includendo modifiche che riguardano in particolar modo il rispetto dei criteri di bilancio.LEGGI TUTTO

giovedì 2 agosto 2012

E ALLA FINE MONTI AMMETTE CHE L'ITALIA POTREBBE AVER BISOGNO DELLO "SCUDO"



Premier: 'Credo arriverà licenza bancaria Esm'. 'Tutti rispettino l'indipendenza dell'Eurotower'

ANSA.it > Economia > News01 agosto, 23:24 dall'inviato Federico Garimberti
(.......) Il capo del governo ammette che l'Italia, che pure non ha bisogno di un "salvataggio" stile Grecia, potrebbe aver bisogno dello scudo qualora i mercati continuassero ad ignorare i progressi compiuti. La speranza, ovviamente, è di non dover arrivare a quel punto. Anche perché nonostante il Vertice di fine giugno abbia attenuato le condizioni imposte al Paese virtuoso che chiede l'attivazione dello 'scudo', l'Italia dovrebbe pur sempre firmare un memorandum d'intesa. Magari non con la temuta troika (anche se lo statuto dell'Esm prevede ancora che "ove possibile" è richiesto anche il parere del Fmi), ma pur sempre con Commissione e Bce. E ciò non esclude del tutto l'arrivo di nuovi 'compiti a casa'.
Nel breve periodo l'intervento di Mario Draghi potrebbe allentare la tensione sugli spread. Anche per questo, con un implicito riferimento ai ripetuti 'nein' della Bundesbank, Monti ammonisce sulla necessità che tutti, banchieri centrali compresi, rispettino l'indipendenza dell'Eurotower. Ma anche se riuscisse a superare le resistenze della Buba, l'azione di Draghi non potrebbe durare in eterno. Prima o poi si dovrà ricorrere allo scudo, e cioé - dando per scontato il superamento dello scoglio dei giudici costituzionali tedeschi - dell'Esm.
La speranza di Monti, però, è che il Fondo ottenga la licenza bancaria in modo da trasformarsi in quel bazooka che, anche senza premere il grilletto, raffredderebbe lo spread, aiutando "de facto" l'Italia. Draghi sarebbe favorevole, ma Berlino ancora no LEGGI TUTTO

domenica 29 luglio 2012

IL 19 LUGLIO, ALLA FACCIA DEGLI ITALIANI CONSAPEVOLI E NON , IL NOSTRO PARLAMENTO HA APPROVATO IL FISCAL COMPACT ED IL M.E.S.



DI MAGDI CRISTIANO ALLAM
Se tutti i giorni i Merkel, Monti, Barroso, Draghi scendono in campo per rassicurarci che “l’euro è irreversibile” (non un Grillo qualsiasi che dopo aver lungamente sbraitato contro la moneta unica ora si professa sincero europeista), vuol dire che stiamo assistendo a un rito scaramantico per allungare il più possibile la vita del moribondo. Tutti gli indicatori dell’economia reale attestano in modo inequivocabile che giorno dopo giorno siamo prossimi al funerale. Dell’euro? Dei padroni dell’euro? No, il nostro funerale! La recessione sempre più profonda, l’indebitamento pubblico che cresce, il Pil che si riduce, la produzione, le esportazioni e i consumi in calo, le tasse più alte al mondo e nella storia, le imprese strangolate che chiudono, i disoccupati e i poveri che aumentano, i giovani senza prospettive, i figli che non si fanno più, la democrazia svuotata di contenuti, i partiti e il parlamento che si sono auto-commissariati svendendo l’Italia alla triplice dittatura finanziaria, relativista e mediatica, gli italiani sempre più ingannati, traditi, rassegnati, frustrati, disorientati. 


(....)Per capire le ragioni profonde della crisi strutturale della finanza e dell’economia internazionale, bisogna iniziare dall’a, b, c della scienza monetaria. La moneta è solo un mezzo di scambio della vera ricchezza che sono beni e servizi prodotti. Il suo valore è convenzionale e lo conferisce chi lo accetta non chi la stampa. Il signoraggio è la differenza tra il costo reale e il valore nominale della moneta. Oggi la Bce stampa la banconota da 100 euro al costo di 3 centesimi e la vende alle banche commerciali a 100 euro più l’1% di interesse in cambio di titoli di garanzia. Le banche rivendono la banconota allo Stato a un tasso superiore in cambio di Buoni del Tesoro che sono titoli di debito. Lo Stato ripaga questi interessi facendoli gravare sulle tasse imposte ai cittadini. Quindi tutto il denaro in circolazione è gravato da interessi percepiti dalle banche e da tasse che gravano sulle nostre spalle. E’ così che noi siamo indebitati dal momento in cui nasciamo, a prescindere da qualsiasi responsabilità oggettiva! 
E’ il sistema che di fatto corrisponde ad una “fabbrica del debito”. 
Chi è il responsabile? A differenza di quanto si tenderebbe a pensare, la Bce, al pari della Banca Centrale d’Italia, è un’istituzione che svolge una funzione pubblica ma è di proprietà privata, detenuta da banche private, comprese quelle dei Paesi europei che non aderiscono all’euro. Ha la struttura di una società per azione e gode di autonomia assoluta dalla politica pur condizionando pesantemente la politica. 
Questa “fabbrica del debito” si è arricchita grazie a due nuovi trattati, il Fiscal Compact o Patto di stabilità, e il Mes o Fondo Salva-Stati, approvati a larghissima maggioranza il 19 luglio dal nostro parlamento senza né un’adeguata informazione né la consapevolezza da parte degli italiani che ci siamo ormai auto-condannati ad essere indebitati a vita.


APPROFONDISCI:

UN PIEMONTESE,GUIDO CROSETTO HA VOTATO -NO- PUR AVENDO CONTRO L'INTERO PARLAMENTO!!! CHAPEAU!!



lunedì 23 luglio 2012

INTERESSANTE INTERVISTA - APPELLO DI IDA MAGLI

Il miliardo di crediti della Regione Sicilia - Ida Magli


Lo Stato italiano vuole commissariare la Sicilia che vanta un miliardo di crediti dallo Stato. Il creditore minacciato di fallimento dal debitore. Uno spasso. La Regione Sicilia dovrebbe rivedere completamente la sua spesa pubblica, nel frattempo lo Stato dovrebbe saldare i suoi debiti con le amministrazioni locali e con le imprese. Come nella migliore tradizione italiana nessuno farà nulla.


21 Luglio 2012   Intervento di Ida Magli, antropologa e scrittrice
"Sono Ida Magli, sono una persona che ama la propria patria e che si occupa da molti anni della situazione dell' Unione Europea. 
Ho avuto sempre un' idea contraria all' unificazione, perché ero convinta che fosse un progetto assolutamente improbabile e che oggi mi appare del tutto patologico e delirante. 
La conduzione dei banchieri al posto dei politici ha firmato in un certo senso la fase finale del delirio. 
Questa è la mia impressione.
Mi pare che ogni giorno questa situazione confermi che non si può andare avanti in questo modo. 
La borsa, a cui siamo tutti costretti a guardare come se fosse l'unico strumento della nostra vita, ieri perdeva oltre il 5% e il differenziale del cambio con i titoli tedeschi era di oltre 500 punti
Il che significa che il Trattato che è stato ratificato ieri dal Parlamento italiano come una grande conquista, cioè quello del patto fiscale fra gli Stati europei e il meccanismo di stabilità (fiscal compact) sono stati visti dai mercati, come di fatto sono, un segnale di debolezza e non di forza. 
I mercati hanno visto come debolezza i due trattati perché sono stati rattificati senza che i cittadini siano stati informati, tanto è vero che non lo fanno sapere agli italiani, perché sicuramente direbbero di no, di dover dipendere, di dover essere succubi alla Germania. 
L'Unione Europea non può essere un unico Stato, è diventato soltanto un insieme di Stati deboli sottomessi alla Germania. 
I mercati valutano questo come un fatto che non portrà andare avanti per molto, perché si tratta di una situazione patologica, anomala.
Per quanto riguarda la conduzione politica in questo momento della nazione Italia, uno dei punti di maggior debolezza è quello delle regioni che sappiamo sono dei centri di spesa enormi incontrollati e incontrollabili. 
Perché chiunque si metta a capo di una Regione, di un posto importantissimo dal punto di vista del bilancio, perde il controllo sulla realtà, io di questo sono sicura. 
I poteri di cui sono investiti sono poteri che non sono in grado di reggere persone che non hanno un'etica forte, una personalità forte. 
Per quanto riguarda il rapporto tra il Governo e la Regione Sicilia, che proprio in questi giorni ha avuto una crisi, è evidentemente un rapporto non di collaborazione, ma di scontro. 
Fra l'altro lo Stato si è accorto, soltanto dopo aver annunciato al mondo che la Sicilia stava per fallire, che aveva invece un miliardo di euro di debito nei confronti della Regione. 
Per cui la Regione a sua volta ha potuto dire che se falliva, falliva perché lo Stato non gli aveva versato il denaro che aveva promesso. 
Sono situazioni così drammatiche e così perverse, diciamo la verità, che possono soltanto segnalare lo stato di malattia di patologia del potere. 
Per questo io credo che sia importantissimo che l'Italia decida di uscire dall' euro. 
Che i pochi amici che abbiamo che vogliono bene all' Italia spingano i politici che sono ormai delle specie di ombra, degli spettri nel Parlamento a uscire dall'euro." 
Ida Magli

sabato 21 luglio 2012

UN PIEMONTESE CHE COMINCIA A PIACERMI....STIAMO A VEDERE!!!



Pubblicato in data 19/lug/2012 da 
Votazione del 19/07/2012 alla Camera dei deputati sul Fiscal Compact. Il video è stato scaricato dal sito della camera e non è stato modificato

giovedì 19 luglio 2012

ECCOCI SERVITI!!!!

PoliticaPercorso:ANSA.it > Politica > News

Per il primo 368 sì, il secondo registra 325 sì19 luglio, 15:04
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Guarda la foto1 di 1
(ANSA) - ROMA, 19 LUG - Si' definitivo della Camera a fiscal compact e ESM (Meccanismo europeo di stabilita'). Il fiscal compact e' passato con 368 si', 65 no e 65 astensioni. Nel Pdl si sono registrati alcuni interventi a titolo personale, tra cui quelli di Antonio Martino, Guido Crosetto e Sabrina De Camillis, che hanno votato contro in dissenso dal gruppo. L'istituzione dell'Esm (Meccanismo europeo di stabilita') e' passata, a sua volta, con 325 si', 53 no e 36 astenuti.

sabato 12 maggio 2012

MES O ESM , OGNI ITALIANO/A DOVREBBE SAPERE CHE COS'E!!!

12/05/12

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MES ESM trattato ratifica Fondo salva-stati Lidia Undiemi Claudio Messora Byolu Byoblu.com

Lidia Undiemi intervistata da Claudio Messora. Cos'è il MES (Esm in inglese) e perché bisogna agire subito.

Il MES (Esm in inglese) è il Meccanismo di Stabilità Europea. Il cosiddetto fondo salva-stati. Sembra una cosa buona, ma con il MES ci stiamo per indebitare di 125 miliardi di euro. 15 dovremo darli subito, e siccome non li abbiamo, dovremo fare nuovi debiti. Nuovi debiti significa nuovi interessi. Per cosa? Per essere “salvati”, nella malaugurata ipotesi dovessimo fallire. Ma come verremo salvati? Ci daranno semplicemente i soldi, un po’ come farebbe un’assicurazione a fronte del pagamento di un premio, al verificarsi di un sinistro? No, ce li presteranno. Nuovi debiti. Paghiamo 125 miliardi per avere la possibilità di farci prestare dei soldi a interessi elevati. Ve l’hanno mai raccontata così? Anzi: ve l’hanno mai raccontata in un qualsiasi modo?


Ma non finisce mica qui: chi deciderà quanti soldi dovremo versare e quando? Diciassette uomini: i diciassette ministri dell’economia di diciassette stati membri (quelli che ratificheranno il trattato). Il diciassette porta sfiga. Infatti, secondo il trattato, nessuno di questi 17 uomini potrà essere chiamato in giudizio per una qualsiasi delle decisioni che prenderà nell’ambito del MES. E neppure avremo la possibilità di visionare i documenti che al MES verranno prodotti. Una super organizzazione opaca pagata con i soldi dei cittadini, che deciderà se e quale stato avrà il diritto di indebitarsi ulteriormente, a suo insindacabile piacimento, e per quale ammontare, senza essere sottoposta a nessun procedimento di verifica e di controllo democratico. A che scopo tanta segretezza? A che scopo tutta questa impunità? E che senso ha farsi un’assicurazione solo per avere il permesso di farsi riempire di debiti?

Quando accendi un finanziamento sai quante rate dovrai pagare e quando scadrà l’ultima. Con il MES diamo un libretto degli assegni infinito e completamente in bianco. Il board dei governatori potrà infatti decidere in qualsiasi momento un aumento di capitale, che partirà con 800 miliardi, e gli stati membri dovranno corrispondere la loro quota parte secondo i tempi e le modalità stabilite di volta in volta, senza potersi opporre in alcun modo. Come non c’è modo di uscirne: se ratifichi il trattato, è per sempre.

Non solo, ma siccome non c’è limite al peggio, il MES potrà rastrellare i soldi necessari, all’occorrenza, presso la grande finanza internazionale. Per esempio la Cina o le grandi banche d’affari. In questo caso, il finanziatore esterno avrà il diritto di commissariare lo stato sovrano che beneficerà del prestito (cui, è bene ripeterlo, saranno applicati interessi elevati), che si ritroverà la Goldman Sachs o Hu Jintao in Parlamento ad approvare o respingere ogni decisione. E una clausola specifica prevede che nessun Governo successivo a quello che ha ratificato il trattato potrà disimpegnarsi, adottando una eventuale decisione di uscita. Stiamo per consegnare le chiavi di casa alla grande speculazione internazionale e per abdicare a qualsiasi principio democratico conquistato nel tempo. Per ogni generazione a venire, nei secoli dei secoli, amen.

Cosa dite, vale la pena di condividere questo post?

martedì 1 maggio 2012

IRLANDA AL REFERENDUM SU " E S M" ...ALL'ITALIA LA SOLA POSSIBILITA' DI MOZIONE PROPOSTA DA LIDIA UNDIEMI





27 aprile 2012 (MoviSol) - Il 31 maggio si terrà in Irlanda un referendum sul nuovo trattato fiscale dell'Unione Europea, formalmente noto come Stability, Coordination and Governance in the Economic and Monetary Union Treaty (trattato di stabilità, coordinamento e governance nell'Unione Economica e Monetaria). La campagna per il "no" è stata affiancata da un'azione legale contro il trattato e il Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) intrapresa dal parlamentare indipendente irlandese Thomas Pringle (TD).
Pringle chiede che la Corte esamini la legalità dell'emendamento all'Articolo 136 (la clausola del "no bailout") del Trattato Europeo da adottare secondo la cosiddetta procedura di revisione semplificata. Pringle ritiene infatti che questo cambiamento sia così fondamentale da dover essere sottoposto ad un referendum.
Nella dichiarazione con cui annuncia l'azione legale, Pringle spiega che sotto l'ESM al governo irlandese potrà essere chiesto di varare una finanziaria "equivalente a quasi un terzo del gettito fiscale del 2011. Questa cifra potrà essere aumentata su semplice richiesta dell'ESM in qualsiasi momento e il trattato non fissa alcun limite a quanto possa essere preteso dagli stati membri in futuro. Infatti, l'ESM può ordinare allo Stato di aumentare il debito sovrano, dare all'ESM i soldi così raccolti e può decidere dove, quando e se spenderli".
L'iniziativa è chiaramente collegata al referendum sul trattato fiscale, che detta una clausola sul pareggio di bilancio alle rispettive normative nazionali. La campagna per il "no" è guidata da Sinn Fein, il Partito Socialista e gli indipendenti. In un discorso al Parlamento, il presidente di Sinn Fein Gerry Adams ha accusato il governo di cercare di "intimidire e di ricattare i cittadini per farli votare sì". L'austerità ha fallito, ha aggiunto, in Irlanda e nel resto dell'Europa dove "aumenta la disoccupazione e l'unica crescita è quella della povertà e della miseria". Le gravi conseguenze sociali "si vedono in tutte le famiglie che lottano per pagare il mutuo e le bollette; in tutte le strade in cui chiudono gli esercizi; in tutto gli ospedali e scuole in cui la riduzione delle risorse colpisce gli infermi e i più giovani".
I limiti di debito e deficit imposti dal trattato, ha dichiarato Adams, "sono draconiani. Se verrà approvato questo Trattato ci saranno decenni di austerità imposta alla gente che ha bisogno invece di investimenti nei posti di lavoro e nella crescita. Significa che i cittadini continueranno a pagare per l'ingordigia dei banchieri e per la pessima politica dell'ex governo Fianna Fail/Verdi. Questo è sbagliato".
Un recente sondaggio promosso dall'Irish Times indica che il livello di consenso per Sinn Fein è aumentato al 21%, mettendolo al secondo posto, e che è aumentato anche il sostegno per gli Indipendenti ed altri partiti più piccoli che sono contro i salvataggi bancari e l'austerità. Di contro, il consenso al governo è sceso di 14 punti al 23% dall'ultimo sondaggio in ottobre.

domenica 29 aprile 2012

EUROPA: IL COLLASSO NELLA DOMANDA DEI PRESTITI

GEOFINANZA/ La crisi giapponese minaccia l’Europa (e l'Italia)
Infophoto



Mauro Bottarelli venerdì 27 aprile 2012

Della serie, siamo in buone mani: «Dobbiamo vedere cosa succederà nei prossimi mesi per capire se il nostro scenario è davvero in pericolo». Lo ha detto il vicepresidente della Bce, Vitor Constancio, riferendosi all’indebolimento della crescita economica europea. Capito cari amici, il numero due dell’Eurotower ci ha detto chiaro e tondo che tra qualche mese, se saremo con la palta fino alle orecchie, lui se ne accorgerà e lo dichiarerà ufficialmente. Che meraviglia!

In compenso, sempre la Bce, insieme ai paesi dell’eurozona, starebbe lavorando “ad alti livelli” per permettere alle banche in difficoltà un accesso diretto al Meccanismo di stabilità europeo, l’Esm, nonostante le forti resistenze della Germania. Lo scriveva ieri la Sueddeutsche Zeitung, a detta della quale «un gruppo di lavoro dei paesi dell’euro già nelle prossime settimane verificherà» come si possa arrivare a concessioni di credito dirette dall’Esm. «Motivo della fretta è la crisi in Spagna - si aggiungeva nell’articolo - e la paura che possa avvenire un contagio ad altri paesi dell’Eurozona». Ma vah?!LEGGI TUTTO