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giovedì 9 luglio 2015

NON CI SONO PAROLE!!!


SMASCHERATO IL DIABOLICO COMPROMESSO TRA LA CEI E RENZI PER APPROVARE LE UNIONI CIVILI
Nunzio Galantino, segretario della Conferenza Episcopale Italiana, spinge per l'approvazione del Ddl Cirinnà
di Riccardo Cascioli
tratto da www.bastabugie.it

Arriva oggi alla Camera il ddl sulla "Buona Scuola" approvato con la fiducia al Senato dieci giorni fa (vedi http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3814). E ci arriva con una novità. Ieri finalmente il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini ha diramato la circolare promessa ai senatori di Area popolare lo scorso 25 giugno in cambio del voto di fiducia alla "Buona Scuola". Partendo dal presupposto che il testo di legge non si può più toccare per evitare che ritorni tutto in discussione, la circolare spiega ai dirigenti scolastici di ogni ordine e grado essenzialmente due cose: che tutte le attività curricolari devono essere chiaramente spiegate nel Piano di Offerta Formativo (POF) e ci si deve assicurare che tutti i genitori ne siano informati; e che per le attività extracurricolari (attualmente è questo lo strumento principale con cui si introduce l'ideologia del gender a scuola) ci sia un esplicito consenso informato dei genitori.

martedì 9 luglio 2013

QUANDO I VESCOVI PERDONO LA BUSSOLA OVVIO CHE CRISTO AFFIDI IL SUO PROGETTO A "STRUMENTI" CHE GLI SI DEDICANO ANIMA E CORPO!

Il caso abruzzese 13.L'ubriacatura mediatica dei vescovi e il padrone in casa CEI

 da animamistica  09 Luglio 2013


Nei mesi che seguirono, mentre studiavo le materie del corso di formazione in comunicazione sociale della CEI, mi inoltravo alla scoperta dei percorsi mentali dei tecnici dell'istituzione ecclesiale, così lontani e oscuri per me che non ero avvezza alle logiche clericali e alle frequentazioni delle loro liturgie del potere, e mi facevo molte domande.

Della loro visione del mondo nuovo a venire e delle modalità della cosiddetta "nuova evangelizzazione", che i cristiani avrebbero dovuto attuare, prendevo conoscenza leggendo i documenti di questi percorsi di formazione interni all'istituzione, da loro progettati. E non riuscivo mai a capire fino in fondo. Percepivo sempre qualcosa di sfuggente; c'era sempre qualcosa che sembrava la cosa giusta, ma poi non si capiva in che modo si volesse concretizzarla.

Eppure dovevo capire, se volevo riuscire a trovare il modo di proporre ai vescovi il Sentiero.

martedì 28 maggio 2013

SI ALZA FORTE E CHIARA LA VOCE DEI CATTOLICI CONTRO IL CARD.BAGNASCO


(di Ariel S. Levi di Gualdo su Papalepapale.com)

La sfida dell’obbedienza nella fede: per un prete, proteggere un vescovo, vuol dire tutelare la continuità stessa del mistero sacramentale della Chiesa
Non nascondo disagio all’idea che Angelo Bagnasco sia il presidente di quei Vescovi d’Italia che a loro volta sono vescovi nostri. Rendendo però grazie ai doni dello Spirito Santo che molti sacerdoti hanno accolto veramente all’atto sacramentale della loro ordinazione, la nostra grazia di stato ci permette di separare l’uomo dall’ufficio apostolico che è chiamato a ricoprire, accettando e facendo nostra la sfida che spesso si pone dinanzi a noi: obbedire in coscienza e libertà anche le diverse mezze figure che popolano il collegio episcopale, nelle quali risiede il deposito della pienezza del sacerdozio apostolico e per questo meritevoli di sacro rispetto, non per ciò che umanamente sono, ma per ciò che rappresentano sul piano metafisico per l’ineffabile ministero sacerdotale istituito dal Signore Gesù. Ciò rende anche i vescovi più limitati e inadeguati dei legittimi continuatori della catena apostolica e come tali oggetto di dovuta venerazione, all’occorrenza anche di protezione; dovesse costare la nostra stessa vita, perché per un prete, proteggere un vescovo, vuol dire tutelare la continuità stessa del mistero sacramentale della Chiesa.

ANDREA GALLO: UNA PUBBLICA VERGOGNA DEL SACERDOZIO CHE HA SPOSATO TUTTO CIÒ CHE ERA IN CONFLITTO CON LA MORALE LA TEOLOGIA E LA DOTTRINA DELLA CHIESA

CHISSA' SE I VESCOVI AVRANNO ORECCHIE PER UDIRE ED OCCHI PER LEGGERE???


  da versolaluce 27 Maggio 2013


Mi ha colpito quello che ho letto oggi. Un quotato sito di informazione cattolica, una firma nota, e un post con un genere di riflessioni mai sentito finora tra quei cristiani che non sono avvezzi alle barricate, che non si sentono "adulti" a tutti i costi, che sono, insomma persone normali, credenti pacati e desiderosi soltanto di avere guide serie a cui affidarsi.

Riflessioni sulla predicazione incoerente e sui comportamenti incongruenti dei vertici della gerarchia ecclesiastica e dei loro strumenti di comunicazione e di governo, domande tanto ragionevoli, quanto scomode sulla predicazione pro-lesbo della radio del Papa, sull'appoggio della conferenza dei vescovi italiani (Cei) al governo Letta (targato Bilderberg), su Bagnasco il presidente e su Bertone il segretario di Stato vaticano, che parlano di don Gallo come di madre Teresa di Calcutta.

Ne riporto qualcosa qui, per rimeditarle.


"... Però, e qui sta il punto, una tale premura pastorale sarebbe dovuta anche al resto del popolo di Dio, verso cui il primo compito sarebbe quello di indicare con chiarezza la Verità, la strada giusta..."

"... Un peccatore, consapevole di esserlo, ha bisogno di un Dio misericordioso non di un Dio complice: abbiamo bisogno di un Dio che è più grande di ogni peccato possiamo commettere, e ci dice “Và, sei perdonato, non peccare più, un’altra vita è possibile”. A cosa ci può servire un Dio che ci dice “Ma sì, non fa niente, continua così che ti voglio bene lo stesso”? ..."

"... Il silenzio, addirittura la benedizione di un certo cammino, portano solo confusione e altre persone che si metteranno sulla strada sbagliata..."

"... per Radio Vaticana – che si autodefinisce “la voce del Papa e della Chiesa” – non c’è assolutamente alcun problema, nulla di strano nel fatto che una ragazza si apra all’amore con un’altra ragazza: eterosessuale o omosessuale non fa alcuna differenza, l’importante è l’amore, l’importante è provare. Sicuramente un bel messaggio per gli adolescenti: se anche la radio del Papa si piega all’ideologia omosessualista, cos’altro dobbiamo aspettarci? ..."

"... Prosegue Radio Vaticana, affermando che il film è “interpretato da due attrici formidabili (Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos), messo in scena con una fluidità che non fa avvertire lo scorrere del tempo, ricco di scene indimenticabili di esplosione dei sentimenti”. Esplosione di sentimenti? ..."

"... Non è un problema di moralismo, ma di giudizio: un frutto avvelenato può essere presentato benissimo, nel modo più accattivante possibile, ma resta sempre un frutto avvelenato. E questo va detto con chiarezza, ma ormai il giudizio sembra essere merce rara, anche lì dove ci si aspetterebbe di trovare l’ultimo appiglio, l’ultima resistenza alla mentalità mondana..."

"... Ed eccoci all’ultimo fatto: assemblea generale dei vescovi italiani, aperta lunedì scorso dalla prolusione del presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana), cardinale Bagnasco. Come sempre, tanti i temi toccati, ma su tutti fanno notizia due messaggi che partono chiari: guai a chi minaccia il governo di larghe intese (l’Italia ha bisogno di stabilità politica) e preoccupazione per la disoccupazione (il lavoro è la prima emergenza del paese). Per carità, nulla da dire su questi argomenti: del resto, chi prenderebbe la parola per sostenere la necessità di aumentare la disoccupazione? Perciò, plauso generale..."

"... Solo che a noi era sembrato che ultimamente ci fosse qualche altro problemino per cui magari i cattolici dovessero preoccuparsi: ad esempio, su La Nuova BQ abbiamo parlato nei giorni scorsi della Strategia nazionale per la prevenzione dell’omofobia varata dal Dipartimento delle Pari Opportunità, un documento agghiacciante che vedrà presto luoghi di lavoro e, soprattutto, scuole trasformate in “campi di rieducazione” gestiti da gay e trans per convincere che maschio e femmina non esistono, esiste solo quello che in quel momento immaginiamo di essere. E’ l’ideologia di genere, quella che Benedetto XVI aveva pochi mesi fa definito come una delle più gravi sfide che la Chiesa ha davanti, perché è un attacco diretto al piano di Dio, alla Creazione.Cos’altro dovrebbe starci a cuore più di questo? Ma per la Cei non pare un problema, tanto che anche il quotidiano dei vescovi – pur avendo avuto quel documento in mano prima che fosse reso pubblico – ha deliberatamente scelto di non parlarne. Avranno senz’altro delle buone ragioni, ma che almeno ce le spieghino, così ci tranquillizziamo pure noi. 

(La Chiesa del silenzio, di Riccardo Cascioli, La Nuova Bussola Quotidiana 27.5.2013)

mercoledì 20 febbraio 2013

NESSUNA BENEDIZIONE DEI VESCOVI ALLA COALIZIONE MONTI-FINI-CASINI !!!







L’operazione capeggiata da Mario Monti è stata una delle nuove offerte politiche di questa campagna elettorale. Ma nuovo è stato anche il modo con cui il premier uscente si è collegato con la Chiesa. Nuovo e strano.

La novità sta nel fatto che proprio mentre la gerarchia della Chiesa si ritraeva dalla mischia politica e rinunciava a scommettere sull’uno o sull’altro dei partiti in lizza, lui, Monti, si è mosso nella direzione contraria. Non solo in poco più di un anno è riuscito a incontrare il papa ben otto volte, l’ultima sabato scorso, polverizzando ogni record. Soprattutto ha voluto accanto a sé come ispiratore, stratega e selezionatore di candidati il fondatore e leader di un’associazione religiosa di primissimo piano, Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio, con i suoi fedelissimi in Vaticano e fuori. “È il mio polo magnetico”, ha detto di lui qualche giorno fa a Napoli, mentre si faceva accompagnare in visita pastorale nella “Casa di Tonia” e in altre opere assistenziali promosse dalla Comunità.

La stranezza sta nel fatto che se il calcolo di Monti era di attrarre la Chiesa dalla sua parte e con la Chiesa i grandi numeri del voto cattolico, l’effetto è parso essere opposto. Il momento magico di fine dicembre, quando “L’Osservatore Romano” uscì con un articolo del suo notista politico Marco Bellizi inneggiante a Monti, alla sua “politica alta” e al “successo” che gli si prevedeva, ha lasciato rapidamente il passo al ritiro di qualsiasi benedizione vera o immaginaria alla sua lista, da parte della gerarchia.LEGGI TUTTO

mercoledì 2 gennaio 2013

MERCATO LIBERO VUOLE PARLARE DELLA CHIESA E DEL VATICANO, DELL’APPOGGIO DEI VESCOVI A MARIO MONTI. BENE, ACCETTIAMO LA PROVOCAZIONE E DICIAMO A PAOLO : OK! PARLIANOME!

Nella rete non è sicuramente passata inosservata l'aggressione di Mercato Libero al Papa, alla chiesa, ai vescovi e ai cardinali. Coloro che hanno letto i post di Paolo e non lo conoscono bene potrebbero pensarlo come il peggior anticlericale oppure potrebbero pensare che gli sia preso un coccolone, tranquilli non è così! Io credo che Paolo sia molto amareggiato della posizione che la chiesa (il minuscolo non è a caso) ha preso a favore di Monti.


Paolo è uomo che annusa la puzza di bruciato molto prima degli altri, è un dono che il Creatore gli ha fatto per cui dovrebbe ringraziare Dio di possedere questo acume. 


Affrontare l’atteggiamento e lo schieramento da parte della CEI e del Card. Bagnasco a favore di Monti era necessario , farlo con linguaggio colorito, molto colorito per la verità, poteva essere evitato. Questa è un'osservazione che mi sento in dovere di fare a Paolo!

Dicevamo che Paolo ha un sesto senso per quanto ci accade attorno, ma in questo caso gli mancano alcuni tasselli che vorrei qui evidenziare. 

Si può tranquillamente affermare che Papa Benedetto XVI° non è più il Card.Ratzinger, meglio spiegare il concetto però: gli scritti del Cardinale e le sue affermazioni erano frutto del suo pensiero, mentre oggi possiamo riconoscere il Cardinal Ratzinger forse ancora un poco nei suoi libri, ma non lo riconosciamo assolutamente quando come Papa in alcune omelie e/o discorsi fa delle affermazioni che possono essere interpretate come si vuole. I suoi discorsi sono scritti in maniera da poter significare più cose contemporaneamente, in maniera che ognuno poi ci possa vedere e possa ricamarci sopra ciò che preferisce. 

Gli scritti di Ratzinger prima di diventare Papa erano una cosa e se si paragonano a quelli attuali si vede tutta la differenza tra quelli di prima - chiarissimi e densi di significato in ogni parola- e quelli di adesso che invece esprimono una mentalità da burocrazia, che non gli somiglia affatto.... 

Noi popolo di Dio,  quando diciamo Papa pensiamo alla persona del Vicario di Cristo e pensiamo che sia lui in persona a guidare la chiesa, invece il Vicario di Cristo nell'istituzione terrena è soltanto un’ autorevole persona che è parte di un centro di organizzazione del potere per cui Egli non può dire e fare ciò che personalmente pensa.
Confrontando il papato col Vicario di Cristo comprendiamo come sia una cosa diversa.
Purtroppo questa è una di quelle amare verità che non si possono  dire perché troppo difficili da accettare per chi non ha voglia di porsi troppi problemi.... 


Pochi giorni addietro ho letto (non in rete) questa affermazione:”Ratzinger è un santo in mezzo alle serpi....e c’è da essere strabiliati della sua capacità di resistenza e abilità di guida nella tempesta....” Chi ha scritto queste righe ha motivo di affermare ciò ed è persona degna di fiducia.
Credo che non ci sia cattolico attento che non abbia avuto un moto di stizza nel sentire ciò che il card.Bagnasco ha detto a proposito di Monti.
Io stessa mi sono sentita offesa profondamente nel mio credo più profondo: il Vangelo di Cristo nulla ha da spartire con ciò che Monti ha fatto nei  13 mesi   passati e l'agenda Monti, per il futuro, di cattolico ha proprio nulla.
Quello che più fa male è il pensare ad una moltitudine di cattolici che verranno presi in giro e penseranno che un uomo sobrio come Monti non possa che fare bene e fare l'interesse dell'Italia.ILLUSI!!!

Il Monti di oggi non da assolutamente garanzie che ciò avvenga ma.....le vie del Signore sono infinite, anche se non si vede una Damasco sulla strada che sta percorrendo  Monti. 

La chiesa è nella tempesta, ma la Chiesa di Cristo non soccomberà, nonostante si diano molto da fare vescovi e cardinali per scardinare la "Chiesa Sposa di Cristo" .
Si, perchè questa chiesa con tutte la sue pochezze non identifica la Chiesa istituita da Gesù Cristo e ricordiamo comunque che sta scritto "non praevalebunt" (.....)Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa
Matteo 16,17-19

Amici credenti e non credenti o che credete di non credere, aprite occhi ed orecchi e state attenti a raccogliere i segni dei tempi che stiamo vivendo, c'è una nutrita letteratura sui tempi attuali, basta cercarla......

APPROFONDITE:
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Le parole come quelle di Papa Paolo VI, che vedeva essere penetrato nella chiesa "il fumo di satana", quando dopo il Concilio Vaticano II, scese il buio sulla chiesa:
"Nella Chiesa regna questo stato di incertezza. Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio. Ci distacchiamo sempre di più dagli altri. Cerchiamo di scavare abissi invece di colmarli. Come è avvenuto questo? Il Papa confida ai presenti un suo pensiero: che ci sia stato l’intervento di un potere avverso. Il suo nome è il diavolo, questo misterioso essere cui si fa allusione anche nella Lettera di S. Pietro. Tante volte, d’altra parte, nel Vangelo, sulle labbra stesse di Cristo, ritorna la menzione di questo nemico degli uomini. «Crediamo - osserva il Santo Padre - in qualcosa di preternaturale venuto nel mondo proprio per turbare, per soffocare i frutti del Concilio Ecumenico, e per impedire che la Chiesa prorompesse nell’inno della gioia di aver riavuto in pienezza la coscienza di sé."

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A La Salette (riconosciuta dalla chiesa) raccontò Melania: "Era come se fosse il sole caduto in quel luogo". Nella luce abbagliante aveva visto una donna seduta, con i gomiti sulle ginocchia ed il viso nascosto tra le mani. La Signora era vestita in maniera molto semplice, e indossava gli abiti delle donne del luogo. Pur nella sua apparente semplicità, la Signora è risplendente di luce e la sua testa è adorna di un diadema di raggi e di rose. Ella nasconde le mani nelle maniche del vestito. Con lacrime copiose, prende a parlare a due bambini. Il colloquio avviene prima in francese poi in dialetto, ed infine ancora in francese.

Ecco cosa dice dei sacerdoti, in perfetta assonanza con la Sacra Bibbia, quella signora nel 1846 a Melania, la quale poi riferirà ai sacerdoti stessi: "I sacerdoti, i ministri di mio Figlio, i sacerdoti, con la loro vita cattiva, con le loro irriverenze e le loro empietà nel celebrare i santi Misteri, con l'amore per il denaro, l'amore per gli onori ed i piaceri, i sacerdoti sono diventati cloache di impurità. Sì, i preti provocano la vendetta, e vendetta pende sulle loro teste. Siano maledetti i preti e le persone consacrate a Dio che, con la loro infedeltà e la loro vita cattiva, crocifiggono di nuovo mio Figlio! I peccati delle persone consacrate a Dio gridano al Cielo e richiamano vendetta, ed ora ecco la vendetta alle loro porte, giacché non si trova più alcuno che invochi misericordia e perdono per la gente non ci sono più anime generose; ora non c'è più nessuno degno di offrire la Vittima Immacolata all'Eterno in favore del mondo. I capi, i condottieri del popolo di Dio, hanno dimenticato la preghiera e la penitenza, e il demonio ha ottenebrato le loro menti; essi sono divenuti quelle stelle erranti che l'antico diavolo con la sua coda trascinerà alla rovina. La società è alla vigilia dei più terribili flagelli e dei più grandi eventi.”


domenica 1 gennaio 2012

IL GOVERNO MONTI DIVIDE I CATTOLICI....UN PO' DI STORIA E TANTE PALESI VERITA'

La Chiesa non compia l'errore di sostenere i banchieri



di Martino Mora http://www.miradouro.it/node/54684

La Chiesa cattolica ha storicamente denunciato come pratica immorale e peccaminosa l'"usura", non intesa come oggi quale prestito ad interesse troppo elevato, ma come prestito a qualsiasi interesse.
Tralasciando le chiarissime condanne evangeliche e paoline dell'accumulo delle ricchezze, possiamo almeno soffermarci sulla più specifica condanna dell'usura e degli usurai, che non era affatto nuova anche nel mondo pagano, dove era quasi ovunque vietata per legge.
I Padri della Chiesa, a partire da Clemente Alessandrino e dagli apologisti, condannano fermamente la pratica del prestito ad interesse. S. Ambrogio, S. Agostino, S. Girolamo, S. Basilio, S. Gregiorio Nisseno, S. Gregorio Nazianzeno e molto più tardi S. Tommaso d'Aquino (che la definì "torpitudo"riprendendo il giudizio aristotelico sulla "crematistica"): tutti o quasi i principali intelletti della Chiesa cattolica, e molti dei santi più grandi, denunciano come illecito e immorale qualsiasi prestito ad interesse. E questo basandosi principalmente sulla Scrittura, ma anche sul sostegno delle grandi opere della filosofia classica, da Platone ad Aristotele.
Dopo la prima condanna ufficiale del Concilio di Elvira (300-306), il primo Concilio di Nicea (325) definisce illecita l'usura, e la vieta ai religiosi.
San Leone I Magno (440-461), il papa passato alla leggenda per avere fermato Attila, definisce l'usura come "la morte dell'anima". E' proprio Leone Magno, nel 440, a vietare tale pratica anche ai laici, divieto confermato dal Concilio di Clichy (627).
Carlo Magno con il capitolare di Nimega (806) trasforma la proibizione morale della Chiesa. in legge dell'Impero. La pratica dell'usura viene tollerata solo per gli ebrei, che ne diventano protagonisti.
Dal XII secolo però, con l'espansione delle attività mercantili, la Chiesa sente il bisogno di riaffermare la condanna dell'usura in modo ancora più fermo. Con Alessandro III (1159-1181) - il papa che sostiene i comuni della Lega Lombarda contro il Barbarossa, e che umilia Enrico III di Inghilterra dopo che questi ha fatto uccidere il vescovo Tommaso Becket - la Chiesa commina, con il terzo Concilio del Laterano (1173), la scomunica e il divieto di sepoltura per chi presta ad interesse. Condanna ribadita dallo stesso pontefice con il canone "Ex eo de usuris".
Il Concilio di Vienne (1311) stabilisce che deve essere considerato eretico anche chi afferma la non peccaminosità dell'usura. Siamo però in un periodo difficile per la Chiesa, costretta dai re di Francia alla "cattività avignonese"(1309-1377) e fortemente indebolita.
Proprio nel XIV secolo, con l'ascesa ulteriore del ceto dei mercanti, l'usura diviene un fenomeno talmente forte e diffuso da contribuire alla crisi della Chiesa, che viene, per così dire, lentamente espugnata dall'interno.
Già nella seconda metà del secolo, prima e durante lo Scisma d'Occidente (1378-1417), i papi si esprimono raramente sull'immoralità dell'usura e dei grandi mercanti usurai, dai quali cominciano ad essere finanziati. E' in questo periodo che in Italia nascono le prime banche della storia, quali quelle dei Bardi e dei Peruzzi. Il pontificato di Bonifacio IX (1389-1404) già si caratterizza per la ricerca di continui finanziamenti.
Dalla seconda metà del XV secolo, con Paolo II (1464-1471) inizia la lunga serie di papi mecenati dell'arte, spesso dissoluti e paganeggianti, tra i quali tutti ricordano i celeberrimi Alessandro VI Borgia e Giulio II della Rovere, al quale succede Leone X (1513-1521), al secolo Giovanni de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico. Per la prima volta il rampollo di una famiglia di banchieri diventa papa. I mercanti sono entrati nel tempio.
Il padre gli fa prendere i voti a sette anni e il papa lo fa cardinale a tredici. Divenuto papa, nel 1513, da figlio e nipote di banchieri non esita a fare mercato delle cose sacre, in particolare delle "indulgenze", lettere di perdono che condonano parzialmente i peccati da scontare in Purgatorio.
Già il megalomane Sisto IV (1471-1484) aveva iniziato la vendita delle indulgenze, ma solo con Leone X questo sistema raggiunge la più capillare estensione. Come ben sa chi conosce un po' di storia, questa scelta dissennata contribuisce a far scoppiare in Germania, per opera di Martin Lutero e dei principi che lo sostengono, la più grande rivolta contro l'autorità della Chiesa, che avendo successo sarà solo la prima delle divisioni nella cristianità occidentale.
Dopo la breve parentesi riformatrice di Adriano VI (1522-1523), viene eletto papa Clemente VII (1523-1534), al secolo Giulio de' Medici, cugino di Giovanni e figlio naturale di Giuliano, ucciso giovanissimo nella congiura dei Pazzi. Cresciuto con lo zio Lorenzo il Magnifico, divenuto papa si comporta senz'altro meglio del cugino. Ciò nonostante è anch'egli un papa piuttosto sfortunato, perché deve assistere allo scisma anglicano di Enrico VIII (Atto di Supremazia, 1534) e prima ancora al sacco di Roma (1527) ad opera dei lanzichenecchi dell'imperatore Carlo V. Si può quindi dire che i papi banchieri della famiglia Medici alla Chiesa non abbiamo portato fortuna, per usare un eufemismo.
Col Concilio di Trento (1545-1563) la Chiesa cattolica si riforma e ritrova se stessa. Il mondo moderno invece no, perché l'ascesa della classe borghese dei mercanti e dei banchieri continua trionfale, nonostante la Chiesa condanni ancora l'usura prima con Gregorio XIII (1572-1585), che scrive il "Decreto in risposta a Guglielmo duca di Baviera", e poi con Benedetto XIV (1740-1758). Nonostante la pressione di dotti settecenteschi come Scipione Maffei, che vorrebbero che la Chiesa si adeguasse ai protestanti nel riconoscere il ruolo positivo delle banche nello sviluppo capitalistico, Benedetto XIV ribadisce con la "Vix pervenit"(1745) la condanna morale per chi presta ad interesse.
A chi conosce un po' di storia, fa quindi oggi una certa impressione osservare l'entusiasmo di gran parte del mondo cattolico per il governo di Mario Monti. L'esponente della Commissione Trilaterale e del Bildelberg club, nonché consulente di Goldmann-Sachs e di Coca Cola company, sembra essere riuscito dove Silvio Berlusconi, che fu iscritto alla ben più modesta Loggia massonica P2, aveva fallito: riunire quasi tutte le anime del mondo cattolico in un sostegno incondizionato alla propria persona.
Dai catto-comunisti delle Acli e "Famiglia cristiana"ai berlusconiani di Comunione e Liberazione, dagli ex democristiani all'Azione Cattolica, passando per gli ex sessantottini di Sant'Egidio (premiati con un ministero ad Andrea Riccardi) è arrivato un convinto sostegno al governo Monti. Anche l'"Osservatore Romano"e il quotidiano dei vescovi italiani, "Avvenire", si sono uniti, nel coro osannante Mario Monti, ai giornali del grande capitale ("Corriere della sera", "La Repubblica", "La Stampa"). Gli unici a scuotere il capo sono i fedeli più legati alla Tradizione, che però in televisione e sulla grande stampa non compaiono mai.
Il governo dei banchieri, imposto dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale Europea, sembra quindi piacere, e molto, anche ai cattolici. Gerarchie comprese.
Al mondo cattolico sembrano quindi sfuggire alcuni aspetti essenziali, etici e politici insieme.
Mario Monti è un banchiere, seppure non in senso stretto. Non è cioè un capitalista della finanza, proprietario di una banca. E' un tecnico dell'economia che gestisce i capitali finanziari e che è strettamente legato ai principali centri mondiali della finanza e delle multinazionali, anche quelli occulti, come testimoniano i suoi ruoli di dirigenza nella Commissione Trilaterale e la sua presenza costante agli incontri del Bildelberg. E' un uomo del grande capitale, che senz'altro condivide il progetto di un unico governo mondiale dell'economia, il quale favorirebbe l'espansione totale, quasi dirigistica, del capitalismo dei consumi e del capitalismo finanziario a tutto il globo, cioè il trionfo completo della globalizzazione.
Ciò renderebbe più rapida la tendenza alla massificazione completa dell'umanità, la distruzione sistematica di tutte le differenze, le tradizioni culturali e le identità collettive, l'omologazione dell'uomo in tutti i punti della terra, lo sradicamento da ogni appartenenza che non sia quella del denaro e della merce. Naturalmente si tratta di un piano folle, perché si bassa sull'implicita convinzione che vi possa essere una crescita infinita in un mondo finito, e questo, con buona pace del grande capitale e dei suoi servi stolti, non è possibile. Quando i cinesi e gli indiani consumeranno come gli occidentali di trenta anni or sono, la partita sarà finita. Ammesso che non finisca prima, data la crisi attuale del capitalismo.
Eppure oggi, dicevamo, la gerarchia ecclesiastica si avvicina pericolosamente ai banchieri, come testimonia il sostegno al governo Monti. La storia sembra ripetersi, seppure su altre basi rispetto all'epoca del Rinascimento. Non sono stavolta il mecenatismo e la grandeur dei papi a propiziare questo legame contro natura, ma l'adesione all'idea di un unico centro di potere mondiale. L'utopia dello Stato mondiale sembra unire le aspirazioni dei banchieri e delle multinazionali a quelle della gerarchia ecclesiastica.
Giovanni XXIII è stato il primo pontefice a profilare la necessità e l'auspicabilità di un unico governo mondiale nell'enciclica "Pacem in terris"(1963). Vi affermava la la necessità di "un'autoritàpolitica con competenze universali ", "in cui il potere, la costituzione e i mezzi d'azione abbiano essistessi dimensioni mondiali, e che possa esercitare la sua azione su tutta la terra ". Nella stessa enclica Giovanni XXIII sposava l'ideologia dei diritti umani, fino ad allora contestata dalla Chiesa come individualista ed antropocentrica:
"Un atto della più alta importanza compiuto dalle Nazioni Unite è la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo approvata in assemblea generale il 10 dicembre 1948... Su qualche punto particolare della dichiarazione sono state sollevate obiezioni e fondate riserve. Non è dubbio però che il documento segni un passo importante nel cammino verso l'organizzazione giuridico-politica della comunità mondiale".
E' quindi per la sua tendenza al mondialismo che la "Dichiarazione dei diritti dell'uomo"viene accetta, seppure con qualche riserva. Su questi temi, Giovanni XXIII potrebbe essere stato influenzato dal suo amico francese Yves Marsaudon, affiliato alla massoneria di rito scozzese e membro della Gran Loggia Nazionale di Francia. La massoneria ha infatti sempre sostenuto con forza l'ideologia dei diritti umani e dell'unificazione politica del mondo. Successivamente, Paolo VI si recò all'ONU il 4 ottobre 1965, per tornarvi nel 1978, pochi mesi prima della morte. Anche Giovanni Paolo II vi si recò due volte, nel 1979 e nel 1995; Benedetto XVI nel 2008.
Si potrebbe discutere se l'ecumenismo spinto (cristiano e interreligioso) di Giovanni Paolo II non abbia prefigurato, nel calderone ecumenico e nelle sue ricadute immigrazioniste, il progetto mondialista. E però nella "Caritas in veritate"(2009) che l'idea dello Stato mondiale viene espressa con altrettanta chiarezza e maggiore approfondimento che nell'enciclica giovannea del 1963. Scrive infatti Benedetto XVI :
"In una società in via di globalizzazione, il bene comune e l'impegno per esso non possono non assumere le dimensioni dell'intera famiglia umana... così da dare forma di unità e pace alla città dell'uomo, e renderla in qualche misura anticipazione prefiguratrice della città senza barriere di Dio". E più avanti : "Urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale, quale è già stata tratteggiata dal mio predecessore, il beato Giovanni XXIII... Lo sviluppo integrale dei popoli e la collaborazione internazionale esigono che venga istituito un grado superiore di ordinamento internazionale di tipo sussidiario per il governo della globalizzazione e che si dia finalmente attuazione a un ordine sociale conforme all'ordine morale e a quel raccordo tra sfera morale e sociale, tra politica e sfera economica e civile che è già prospettato nello Statuto delle nazioni Unite".
Il celebre storico Yves Chiron vi ha constatato la scelta politica del mondialismo a causa di una "visione ottimistica ed evoluzionistica del futuro dell'umanità". Pelagiana, potremmo tradurre in teologia. Anche il grande pensatore cattolico Thomas Molnar, pochi mesi prima di morire constatava amaro: "La Chiesa in questo momento si sta allineando al mondialismo"
Meno di un mese fa, il Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, presieduto dal cardinale Renato Martino (noto alle cronache per aver proposto, qualche anno fa, l'istituzione dell'ora di religione islamica nella scuola italiana), ha ancora ripreso l'idea di un'unica autorità planetaria che possa regolare l'economia mondiale. Mario Monti naturalmente, come il Bildelberg club e la Commisione Trilaterale di cui è dirigente, è su questa stessa linea. Negli ultimi anni è stato più volte in Vaticano e si è detto in sintonia con la "Caritas in veritate", che ha definito "un documento guida tecnico della società". Ha anche dichiarato: "Non vi è antitesi tra economia ed etica, anzi si basano su principi comuni, su uno stesso sistema di valori". Agghiacciante. Qualche cardinale avrebbe fatto bene a ricordare a Monti le parole di Cristo: "Nessuno può servire due padroni, o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire due padroni: a Dio e a Mammona. "(Lc16, 13).
Le verità del Vangelo sono aspre per il mondo, tanto più per un mondo dominato dalla merce e dal denaro, dal consumismo, dall'usura e dai mercati quale è il nostro. Più il cattolicesimo si "mondanizza e più difficile diventa ricordarle. Nessuno in compenso può ricordare una sola parola del "cattolico"Mario Monti nei dieci anni in cui è stato commissario europeo (1994-2004) sull' omosessualismo e l'abortismo sponsorizzati dalla UE. Anche questo strano cattolico praticante è un Ponzio Pilato alla Romano Prodi, il "cattolico adulto"che si è sempre svestito della sua fede ogni volta che presiedeva la Commissione europea? Del resto Monti e Prodi hanno diverse cose in comune: sono entrambi tecnici dell'economia, appartengono entrambi alla Commissione Trilaterale e al cub Bildelberg, e sono entrambi consulenti di Goldmann-Sachs. Esattamente come il terzo tecnocrate italiano di rilevo internazionale, quel Mario Draghi che su indicazione del governo Berlusconi ora presiede la Banca Centrale Europea. Anche per Draghi le stesse amicizie e gli stessi legami internazionali: Commissione Trilaterale, Bildelberg, Goldmann-Sachs.
Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa San Paolo, il principale gruppo bancario del Paese, ha lasciato la sua stanza dei bottoni alla Cà de sass di Milano per scendere a Roma come ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture. Ebbene, anche Passera, per il quale i giornali prevedono un brillante futuro politico, è un esponente del gruppo Bildelberg, come è attestato dalla sua presenza alle riunioni degli ultimi anni.
E' evidente che per questi signori a contare è soltanto l'economia. Il loro regno è quello delle banche, delle Borse, dei mercati e della agenzie di rating. Nel mondo che sognano (e che in parte si è già realizzato) non vi è posto per il cristianesimo, se non nel ruolo subalterno di assistenza sociale ai "perdenti"del sistema: barboni, tossicomani, handicappati, extracomunitari senza lavoro. Qualora la Chiesa ricominci a predicare contro Mammona, le verrà tolto il microfono. La stessa cosa vale per la sinistra politica e gli intellettuali laicisti: la Chiesa va bene se concepita come assistenza sociale e agenzia di collocamento dei più sfortunati, va ancora meglio se sponsorizza l'immigrazione, le moschee e i minareti, ma qualora dicesse cose non funzionali all'utopia Benetton del bazar multietnico e multicolor modello Sodoma, la vorrebbero ricacciare nelle catacombe. La Chiesa va bene, purché sia sempre culturalmente subalterna al mondo moderno. Cioè alla destra del denaro, e alla sinistra dell'individualismo assoluto e della pornocrazia egualitaria.
I cattolici non devono essere culturalmente subalterni, ma "il sale della terra". Non si lascino sedurre dai seguaci di Mammona e dell'usura. E' vero che Berlusconi ha senz'altro dato il suo contributo alla scristianizzazione dell'Italia (che qualcuno ama chiamare "modernizzazione") con la martellante proposizione, tramite le sue televisioni, di un' "american way of life"edonista e consumista, di un volgare americanismo senza America che dal 1980 in poi, con la nascita di Canale 5, molto ha influito sullo stile di vita della gente comune. Eppure Monti, nonostante la lodevole sobrietà e serietà di vita privata, può essere oggi più pericoloso del grande puttaniere (che comunque, detto per inciso, ha ostacolato leggi contrarie all'etica, come i simil-matrimoni omosessuali). E forse Monti può essere anche peggio della sinistra nichilista, che pure lo appoggia.
Infatti Berlusconi è sempre rimasto escluso dai "salotti buoni"dell'economia e della finanza, e quando Gianni e Umberto Agnelli facevano parte del Bildelberg e della Commissione Trilaterale (nel silenzio assordante del servile giornalismo italiano), Berlusconi doveva accontentarsi della più modesta Loggia massonica P2. Gli Agnelli si consigliavano con Rockfeller e Kissinger, mentre Berlusconi doveva accontentarsi di Licio Gelli e Bettino Craxi.. La stessa cosa vale oggi con Monti, Draghi, Passera ed altri. Questi tecnici e manager rispondono a degli interessi che vanno ben oltre quelli di un'azienda di proprietà come Mediaset. E tanto più vanno oltre a quelli di una sinistra italiana ed europea che è ormai completamente sottomessa alla Nato e al Fondo monetario internazionale (vero, presidente Napolitano?).
La Chiesa (intesa come gerarchia) rifiuti il mondialismo e ricordi la storia: dai papi del Rinascimento a Calvi e Marcinkus, la vicinanza ai banchieri le porta male. Molto male.

martedì 6 dicembre 2011

ANTONIO SOCCI SOLLECITA L'INTERVENTO DELLA CHIESA, PERCHE' QUESTO ASSORDANTE SILENZIO DEI VESCOVI???


Non tacere più, Madre Chiesa, ma grida forte e difendi i tuoi figli.


di Antonio Socci
C’è qualcosa di sorprendente – per me, cattolico – nel silenzio della Chiesa di fronte a quello che sta accadendo in Italia e in Europa (come di fronte alla sanguinosa guerra alla Libia o ai tamburi di guerra che arrivano dal Medio Oriente attorno alle armi nucleari iraniane).
I vescovi e la Santa Sede ci hanno abituato a un grande interventismo (per molti perfino esagerato).
E’ dunque strano che da settimane non si sia sentita una parola su una crisi che rischia di travolgere l’Europa e il mondo intero e che ha come epicentro l’Italia.
Eppure è la più grave crisi dalla seconda guerra mondiale (nemmeno l’invito – che mi ero permesso di fare – a un’iniziativa di preghiera per l’Italia è stata raccolta).
LA MAZZATA
Lo scenario è cupissimo. Personalmente ho visto di buon occhio la nascita di questo governo, sperando in una grande pacificazione nazionale e nel risanamento economico (sono stato fra i pochi, su questo giornale, a sostenerlo).
Mi auguro ancora che riesca.
Ma devo riconoscere che ormai la delusione è grande non solo per le cadute di stile, l’arroganza o i tempi sbagliati. Soprattutto perché si annunciano provvedimenti disastrosi per gli italiani e per l’economia in generale.
Le famiglie del nostro Paese stanno per essere colpite da una mazzata di dimensioni inaudite da parte dello Stato e i vescovi italiani – che continuamente e giustamente alzavano la loro voce fino a un mese fa chiedendo il “quoziente familiare” e “la crescita” – non proferiscono parola.
Sembrano intimiditi dai professori. Ma spennare così i contribuenti con irpef e ici non sembra una performance da “luminari”: sarebbe stato capace qualsiasi politicante.
Da “scienziati” tanto celebrati ci si aspettava che finalmente tagliassero gli sprechi, non la sanità (che è già al lumicino). Dovevano andare a tassare i conti correnti in Svizzera (come hanno fatto Germania e Francia) e non dissanguare ancor più i contribuenti onesti che già sono messi in ginocchio dal fisco.
Avrebbero dovuto finalmente mettere a reddito (magari a garanzia del debito) l’enorme patrimonio pubblico, non affamare le famiglie e colpire i malati, deprimendo ancora di più l’economia.
D’altra parte se questi “professori” fossero economisti così bravi non sarebbero stati a suo tempo così entusiasti dell’euro magnificandolo come la via del paradiso. Quando invece è stata la via dell’inferno.
Adesso sono stati chiamati a sistemare le cose. Ma il timore è che costoro non siano i medici, bensì la malattia. Anche perché è il rigore monetarista che ha creato il problema, non può essere dunque la soluzione.
FINE DELLA LIBERTA’ ?
La nascita del governo dei tecnici è già stato un colpo alla democrazia (a proposito: dove sono coloro che hanno strillato finora contro il “porcellum” e il parlamento dei nominati? Com’è che si fanno piacere un governo di non eletti da nessuno?).
Ma ora vi si aggiunge un colpo pure alla libertà civile ed economica, perché l’ulteriore vessazione fiscale (oltretutto con misure poliziesche) porta a una drastica riduzione della libertà.
Lo Stato è sempre più padrone delle nostre vite, dei nostri beni, del nostro lavoro e questo è drammatico.
Dov’è la Marcegaglia che strillava contro la pressione fiscale e che ogni giorno protestava per la “crescita”? E’ in corso un formidabile passaggio di ricchezza dalle famiglie (dai loro risparmi) verso altre destinazioni. E gli italiani sono indifesi.
Tutte le polemiche sulla casta (concentrate solo sulla politica) hanno portato a questo: nessuna riduzione dei privilegi e in più una nuova casta tecnobancaria che domina con una democrazia sospesa. Pure il Pdl tace e acconsente.
In questa generale mancanza di dibattito, di posizioni critiche, il silenzio dei vescovi italiani si nota poco. Ma c’è e pesa.
Io non condivido naturalmente il malizioso sospetto di chi insinua che la Cei starebbe coperta per evitare che il governo apra il dossier “ici degli enti ecclesiastici” e “otto per mille”.
Ma proprio perché non credo a queste insinuazioni mi aspetto che i vescovi facciano sentire fragorosamente la loro voce.
Non è “Avvenire” che ha celebrato il presunto “ritorno” dei cattolici alla politica grazie al convegno di Todi? Non è a Todi che è stato abbattuto il precedente governo?
LA BEFFA DI TODI
Ebbene, ieri, proprio il protagonista di Todi, cioè il leader della Cisl Bonanni – che fu arbitrariamente considerato per l’occasione la voce ufficiale del mondo cattolico – è apparso deluso dal governo tecnico che se ne infischia di lui e della Cisl.
Quelli di Todi sono stati cattolici “usa e getta”. Oggi non servono più.
Il “Corriere della sera”, che con “Repubblica” considerò la dichiarazione di Bonanni come il colpo di grazia della Chiesa sul governo Berlusconi, ieri ricordava “crudelmente” che col governo di centrodestra Bonanni aveva il filo diretto: praticamente la Cisl pesava enormemente.
Oggi meno del due di briscola. E questa è la “vittoria” di Todi.
Fra le pochissime voci critiche c’è quella di Giuseppe de Rita, con il Rapporto Censis.
Ha denunciato che la crisi viene dal “non governo della finanza globalizzata”, che siamo ormai “etero diretti, vista la propensione degli uffici europei a dettarci l’agenda” e che la politica è “prigioniera del primato dei poteri finanziari”.
In sostanza i cittadini non contano più nulla: “in basso il primato del mercato, in alto il primato degli organismi apicali del potere finanziario”. Così muore la democrazia e anche l’economia perché “la finanza certo non fa sviluppo”.
Sembra una denuncia pesantissima, ma è stata pressoché ignorata. Pure in casa cattolica benché De Rita sia da sempre il sociologo di riferimento della Chiesa italiana (anno scorso c’è stato perfino qualche movimento ecclesiale che ha fatto, del precedente Rapporto Censis – che nel 2010 era grigio e astruso – un argomento di riflessione pubblica: oggi nulla di nulla).
Impressiona pure che l’insieme dei vescovi europei e la Santa Sede che così fortemente hanno chiesto il richiamo alle “radici cristiane” nella Costituzione europea assistano oggi in totale silenzio al possibile disfacimento dell’Europa stessa.


scritto da: FRUIMEX alle ore 21:11 | link | commenti
categorie: chiesa, antonio socci, vescovi, cei