SALZANO (Venezia) — Prima di andarsene per sempre, ha preso carta e penna e ha scritto quattro lettere: una alla figlia, una a un amico, una alla sorella e l’ultima a un sacerdote, chiedendogli espressamente di leggerla al suo funerale. Appunti sparsi per spiegare le motivazioni di un gesto estremo: la donna, a quanto pare, era preoccupata per i debiti. Una «grave esposizione bancaria », come spiegano gli inquirenti. P.L., 53enne di Salzano, titolare di una agenzia di pratiche auto, la «Dauli» di via Roma a Spinea, si è uccisa nel bagno di casa ed è il primo caso di un’imprenditrice suicida in provincia.
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giovedì 17 ottobre 2013
venerdì 21 giugno 2013
PIANO ANTICRISI PER LE FAMIGLIE: C'E' QUELLO VARATO DA DIO, MA AL CLERO NON PIACE. TOGLIE A LORO PER DARE AL POPOLO
5.Trame all'ombra della cupola vaticana
da anima mistica
Il 15 dicembre siamo andati all'appuntamento che mons.Sgreccia ci aveva dato. Durante l'Adorazione, il Signore mi si è manifestato: mi ha confermato che, attraverso la preparazione spirituale delle famiglie sul sentiero della Stella del Mattino, Lui riorganizzerà il popolo cristiano, affidando ai coniugi l'amministrazione dei beni spirituali e materiali della chiesa, per la ripresa del sistema di produttività nella fede. Dopo l'Adorazione, ho parlato con mons.Sgreccia, consegnandogli la sintesi del sentiero e il disegno di vita e missione per le famiglie, e gli ho chiesto per me e per Nicola di poter confermare in una celebrazione eucaristica quella consacrazione a cui Gesù, per le mani di Maria, vuole condurre il suo popolo: il sì della famiglia al servizio della Chiesa domestica per poter compiere la missione dell'ultima fase dei tempi. Mons.Sgreccia si è preso del tempo per pensare e ci ha detto che ci avrebbe richiamati.
Intanto, nei giorni successivi, continuavo a riflettere su quanto lo Spirito mi aveva rivelato: il Vicario di Cristo riorganizzerà la Chiesa per permetterle di affrontare l'estrema persecuzione del cristianesimo e riconoscerà le famiglie degli Ultimi: essi saranno lo strumento che salverà il popolo di Dio dalla distruzione che incombe, ormai, sul mondo. Il 29 dicembre 2002, Festa della Sacra Famiglia, davanti al Santissimo Sacramento, vidi improvvisamente un raggio potente di Luce interiore, e nella Luce che si sprigionava attorno al Santissimo Sacramento, vidi una chiesa riedificata e splendente di gloria, in cui un popolo di consacrati si donava al servizio di Dio e delle anime per mezzo di una incessante liturgia e adorazione eucaristica. Gesù allora mi si manifestò e mi disse: “Siete voi ultimi. Voglio che sia così."
Sacerdozio pervertito. Il caso abruzzese
| 1.La premessa | 2.La nomina del prete pedofilo mandato per devastare |3.La richiesta beffarda dell'Arcivescovo | 4.La posta in gioco: il piano di Dio per aiutare le famiglie con i beni della chiesa | 5.Trame all'ombra della cupola vaticana |
mercoledì 12 giugno 2013
ICR: PICCOLA MEDIA IMPRESA CON UN MESSAGGIO MOLTO CHIARO!!!
Non abbiamo nessuna rivendicazione. Nulla. Non ci aspettiamo niente da voi. Fate quello che volete.
Ma state attenti: non produrremo più niente, quanto meno non in Italia. Non creeremo più imprese, non scriveremo più musica e non pubblicheremo più libri.
Non avrete più nulla da tassare, non un centesimo. Dovrete trovare un altra soluzione. Senza di noi.
Noi smetteremo di sfruttarvi, di vendervi dei prodotti, che apparentemente non desiderate.
Se volete un lavoro per poter riempire la vostra dispensa, chiedete allo Stato.
Se volete un tetto sotto il quale dormire, chiedete allo Stato.
Se volete dei vestiti per proteggervi dal freddo, chiedete allo Stato.
Dopo tutto non è questo che volete?
Noi smetteremo di guadagnare soldi. Noi vi lasciamo i vostri euro.
Prendeteveli tutti, fino all’ultimo e assicuratevi di non averne dimenticati.
Quando avrete fame, i nostri ristoranti saranno chiusi, potrete mangiarvi i vostri euro.
Quando i tetti crolleranno, potrete ripararvi sotto i vostri euro.
Quando i vostri figli si ammaleranno, date loro qualche euro.
Finalmente potrete vivere in un mondo che avete tanto sognato.
Un mondo senza di noi, senza sfruttatori, senza marketing, senza mercato, senza capitalismo, senza libertà.
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martedì 14 maggio 2013
mercoledì 24 aprile 2013
IDA MAGLI ENTRA NELLE PIEGHE DEL MOVIMENTO 5 STELLE E QUELLO CHE VEDE NON PIACE PER NULLA...
ItalianiLiberi | 21.04.2013
Le vicende degli ultimi giorni, conclusesi con la rielezione in extremis di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica, ci hanno confermato molte cose che già sapevamo sui detentori del potere politico, anche se forse non avevamo sospettato fino a che punto giungesse l’odio e lo spirito di vendetta che li animano. Ci hanno però confermato anche il fatto più grave: che esiste un sopra-potere, di cui non sappiamo nulla, e che guida tutto e tutti nascostamente verso mete preordinate. Ho studiato per diversi anni gli scopi e le tecniche di questo “Laboratorio” segreto e ho pubblicato nei due libri: La Dittatura europea e Dopo l’Occidente tutto quello che ero riuscita a sapere e a capire, giungendo alla conclusione che si tratta di una struttura molto intelligente e pluriforme che persegue, in vista del mondialismo, la distruzione degli Stati e della civiltà europea.
Sebbene dunque vi fossi preparata, non ho potuto fare a meno di ribellarmi, di piangere sull’Italia e sugli italiani, nel vederne con tal evidenza le orme in ciò che è accaduto in Italia dal momento in cui Napolitano ha fatto saltare le regole della democrazia chiamando al governo Mario Monti, fino alla disperata crisi attuale. Vittime ignare e indifese nelle mani di governanti etero diretti, che sanno e che non sanno, ma che in ogni caso sono talmente accecati dalla passione esclusiva del proprio potere da non avere neanche un pensiero per il popolo di cui sono responsabili, gli italiani non possono aspettarsi nulla dai politici, neanche dai nuovi, ultimi arrivati, i Grillini.
In tutta la giornata di ieri, sabato 20 aprile 2013, impegnata nell’elezione del Presidente della Repubblica, i politici hanno votato, parlato, discusso ininterrottamente, seguiti minuto per minuto, passo per passo dai loro sacerdoti, i giornalisti, ma non una sola volta è stato evocato da nessuno il contemporaneo suicidio di un imprenditore del Nord-Est, Fermo Santarossa, che ha preferito uccidersi piuttosto che licenziare, costretto dalla crisi, cento dei suoi operai. È l’ultimo di una lunghissima serie di suicidi da quando, con il governo di Mario Monti, salvare la moneta “euro” è diventato il dovere supremo cui bisogna sacrificare ogni bene, compresa la vita. Rimanere nell’euro, infatti, è come la presa di Gerusalemme per i crociati: impossibile rinunciarvi. Siamo anche abituati ormai all’indifferente silenzio di Mario Monti e di Giorgio Napolitano su questi suicidi; ma non abbiamo potuto fare a meno di notare che, nelle accaloratissime discussioni sulla scelta dell’uno o dell’altro candidato alla presidenza, sul clamoroso affossamento di Marini o di Prodi, non si è mai parlato dell’Europa e dell’euro, come se non fossero questi i motivi fondamentali della crisi.
Avrebbero forse scelto qualcuno di costoro i cittadini? Di Marini nessuno si ricordava che esistesse talmente sbiadita e inutile era stata sempre la sua figura e la sua opera; di Prodi gli italiani sanno che devono a lui la tragedia dell’ingresso nella moneta unica e mai l’avrebbero voluto a rappresentarli. Gli altri nomi che comparivano e sparivano da un’ora all’altra: Amato, D’Alema erano tutti segnati dal ricordo delle “truffe” operate contro i cittadini per cui una cosa è apparsa assolutamente certa: venivano selezionati in funzione degli interessi del Laboratorio e del Potere. Fatti fuori a uno a uno dalle coltellate dei loro compari, nella gabbia dei leoni è rimasto il vuoto. In questo vuoto è spuntato il nome di Stefano Rodotà. Ossia ancora un’orma ben chiara del Laboratorio segreto.
La selezione “in rete” dei candidati alla presidenza della Repubblica fatta dai Grillini è stata davvero strana. Prima di tutto perché, se prima non sono gettati sul piatto dei nomi, è impossibile aggregare migliaia di persone: tanto varrebbe affidarsi all’elenco del telefono. Dunque qualcuno ha immesso determinati nomi, ma non è stato detto. Il secondo fatto è ancora più strano: diamo per scontato che possano essere stati frutto dell’anima dei Grillini il nome di Grillo, di Dario Fo, di Strada, forse anche (con la contraddizione di aver scelto un giornalista, gruppo detestato) di Milena Gabanelli. Ma i nomi di Prodi, di Bonino, di Rodotà da dove sono venuti? Gente che ha passato la vita nelle strutture del potere politico e che, secondo il proclama di Grillo, doveva “essere cacciato via”; Prodi e Bonino addirittura nelle strutture dell’Europa dei banchieri, sempre maledetta da Grillo. Personaggi poi che i Grillini non hanno mai conosciuto perché sono nati quando questi erano già fuori dal giro del potere: Prodi sperduto con molteplici pensioni di lusso in Africa, Bonino abbandonata con molteplici pensioni di lusso fuori dal Parlamento, Rodotà, sconosciuto ai più anche quando era in attività, ritiratosi in silenzio anch’egli grondante pensioni di gran lusso. Dunque, chi ha immesso nella lista questi nomi e perché? Non lo sappiamo; ma qualcosa abbiamo cominciato a capire quando abbiamo visto all’improvviso negli ultimi tre giorni i Grillini trasformarsi da semplici e ingenui “portavoce dei cittadini”, come si erano sempre definiti e che tali avevamo creduto che fossero, in focosi adepti di un profeta, quel tal Rodotà che doveva a tutti i costi essere votato perché “l’unico in grado di rappresentare tutti gli Italiani”. Poveri Grillini! (Poveri italiani- è sottinteso - sorpresissimi da questa affermazione, visto che per loro Rodotà è un perfetto sconosciuto). L’ha scelto la rete, è stato il ritornello ripetuto dai vari deputati e senatori grillini ai giornalisti, anch’essi sorpresi da simile entusiasmo. Fandonie, è ovvio. I nomi sono stati immessi in rete prima del voto e se, come è stato detto, i votanti erano 50.000, si tratta circa dello 0,08% dei sessanta milioni d’italiani. Nulla, meno che nulla.
Abbiamo soltanto un indizio da seguire, non conoscendo il retroscena del “Laboratorio” che guida il potere in Europa: Stefano Rodotà è stato garante della Privacy e forse quindi individuato come la persona giusta per garantire quei diritti che oggi sono all’ordine del giorno: quelli dei gay. Le prime e uniche proposte di legge fatte dai Grillini appena giunti in Parlamento sono appunto quelle che riguardano le nozze gay, l’omofobia, la transfobia. In un paese come l’Italia, dove non è sicuro che queste leggi vengano approvate, avere un Presidente della Repubblica che le condivide sarebbe stata la carta vincente. È naturale, perciò, che si sia unito ai Grillini nel votare Stefano Rodotà il gruppo di Vendola; ed è anche naturale che, come in ogni fenomenologia religiosa, i Grillini si siano trasformati (così ci è apparso il senatore Crimi mentre esortava la gente in piazza davanti a Montecitorio), da tranquilli portavoce in esaltati predicatori e fans assoluti del loro profeta.
Ida Magli
Roma, 21 Aprile 2013
QUANTI IMPRENDITORI SUICIDI L'ITALIA DOVRA' ANCORA PIANGERE? COME FANNO A DORMIRE LA NOTTE "QUELLI" CHE GESTISCONO LA COSA PUBBLICA?
Telecamere hanno ripreso gli ultimi minuti di vita di Santarossa Previsti un centinaio di licenziamenti, fabbriche chiuse per lutto
di Romano Zaghet
PORDENONE - Un centinaio di dipendenti da mandare a casa, magari anche l’anziano operaio con il quale era solito scambiare quattro chiacchiere o quello che aveva visto crescere in un paese dove ci si conosce tutti. Un pensiero fisso che era diventato un fardello troppo pesante da portare, soprattutto per un imprenditore "vecchio stampo" come Fermo (Firmino) Santarossa.
Ha deciso di togliersi la vita gettandosi nel laghetto del grande giardino che circonda la villa di via Oderzo a Prata di Pordenone. Senza testimoni, senza lasciare un biglietto, senza disturbare nessuno. A trovare il corpo ormai senza vita è stata la moglie Graziella Bianchin, che si era addormentata col marito accanto. Dalle telecamere esterne della villa sono state registrate le immagini dell’imprenditore di 73 anni che esce di casa dal balcone della camera intorno alle 4 del mattino per dirigersi verso il laghetto, recintato con una rete alta un’ottantina di centimetri.
Il dolore che non trova parole, la telefonata ai carabinieri di Prata e la notizia che si diffonde in un batter d’occhio nel paese dove dagli anni Settanta Firmino Santarossa, assieme al fratello Mario, ha mosso i primi passi nel mondo dell’imprenditoria per poi dare vita a un colosso che dà lavoro a circa seicento persone, che con l’indotto arrivano a mille.
La morte arriva anche in fabbrica e ferma tutto: chiudono per lutto gli stabilimenti del gruppo Santarossa a Prata, Caneva e Mansuè, in provincia di Treviso che producono cucine, soggiorni, camere da letto, antine e arredamenti per navi. Un gruppo che, come tanti altri in questo momento difficile, sta accusando qualche problema. Proprio queste difficoltà da tempo preoccupavano molto Firmino. LEGGI TUTTO
lunedì 15 aprile 2013
A TORINO L'ULTIMO SUICIDIO DI UN PICCOLO IMPRENDITORE! CONDOGLIANZE ALLA FAMIGLIA!
TORINO – Ci sarebbe anche un debito con il fisco, decine di migliaia di euro, dietro il suicidio di L.M., 62 anni, titolare di una piccola azienda ortofrutticola che si è tolto la vita nella sua casa di Torino. ”Diceva che non ce la faceva più, che voleva farla finita”, ha raccontato la compagna alla polizia, intervenuta sul posto. Il suicidio a poche ore dal grido dall’allarme lanciato da Confindustria proprio a Torino. La tragedia poco lontano dal luogo della convention, in via Montevideo 8.
La polizia sta ora cercando di effettuare accertamenti sull’esatto ammontare dei debiti dell’uomo, che si è tolto la vita sparandosi con uno dei suoi cinque fucili da caccia, tutti regolarmente denunciati. Dall’inizio di aprile quello di Torino è già il sesto suicidio provocato dalla crisi economica. Il più clamoroso a Civitanova Marche, dove due coniugi che non riescono ad andare avanti decidono di togliersi la vita. Poche ore dopo il fratello della donna, appresa la notizia, si uccide gettandosi in mare.
Stessa tragica fine, qualche giorno dopo, per un imprenditore sardo, che si è impiccato in un capannone. LEGGI TUTTO
Un altro suicidio da crisi. Troppi debiti, si spara non lontano dal convegno Pmi
È successo a Torino. Vittima un imprenditore dell’ortofrutta di 61 anni
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Le forze dell’ordine di fronte alla casa di Torino dove s’è tolto la vita Luigi Melillo |
Lasciava suonare il telefono a vuoto. Sul display compariva quel prefisso di una città del Centro Sud, sede di una finanziaria a cui si era rivolto pochi mesi fa per tentare di salvare la sua azienda. Uno squillo continuo, angosciante, che si spegneva per poi riprendere insistente. Giorno dopo giorno. Mentre i conti non tornavano più, con le cartelle di Equitalia, recapitate con martellante precisione. E il rapporto con le banche, diventato inutile.LEGGI TUTTO
LUIGI MELILLO, SOPRAFFATTO DALLA CRISI.......DIRE CHE MI DISPIACE E' DIRE POCO.... QUEL CAFFE' NON CONDIVISO OGGI E' MOLTO AMARO!!!!
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IL CAAT SPOGLIO |
In questi anni sono molte le persone che si sono tolte la vita ... ma quando le conosci, e bene, ti senti devastato.
Il primo collega la vigilia di Natale, il secondo ieri, sabato.
Luigi, così si chiama ... chiamava. Lo conoscevo molto bene; un mesetto fa l'ho rivisto dopo parecchio tempo. Ero di fretta, come sempre, ma lui non lo sapeva e mi ha detto "vieni ... ti offro un caffè ...". Ed io "...grazie Luigi, ma sarà per la prossima volta ... siamo di corsa ..."
Quella prossima volta non ci sarà. Ed ora mi sento "in colpa".
Questi due amici, come tutti gli altri UCCISI DA QUESTO STATO, fanno parte di noi, sono persone che hanno contribuito a far crescere l'Italia ... hanno lavorato, prodotto. Hanno fatto il loro dovere ...
Vorrei riuscire a sfogare il mio SCHIFO, la mia INDIGNAZIONE, la mia RABBIA...
ma sono troppo triste per farlo.
Mi chiedo solamente com'è possibile tutto questo ?...
Quand'è che gli italiani si sveglieranno???
METTETEVI IN SALVO FINCHE' SIETE IN TEMPO ... SIAMO IN GUERRA E DOBBIAMO PENSARE A METTERE IN SALVO NOI STESSI E I NOSTRI CARI.
lunedì 24 dicembre 2012
LA MORTE DI UN COLLEGA CHE CI SCONVOLGE ALLA VIGILIA DI NATALE
La notizia ci è giunta via e-mail solo oggi, vigilia di Natale.
Dire che siamo sconvolti è dire poco!
Della serie di suicidi di imprenditori, che negli ultimi anni si sono susseguiti, questo è il primo del nostro settore.
Bruno Di Lenardo, un operoso imprenditore veneto con cui abbiamo operato negli anni passati, non ha retto alla distruzione degli impianti necessari alla sua attività!
La mente va agli incontri avuti, salgono alla memoria la sua gentilezza, la sua cordialità, il suo amore per il lavoro.
Già, il lavoro..... per l'imprenditore il lavoro è tutto, il capannone, gli impianti sono tutto....
Coloro che riescono a capire in tempo utile che invece il lavoro non è tutto, sono dei "fortunati"
Un papà che viene a mancare è una tragedia, che ciò avvenga legato ad un disastro dell'azienda di famiglia è una tragedia nella tragedia, che tutto questo avvenga a Natale è molto, molto triste.
Siamo col pensiero vicini alla famiglia a cui porgiamo le nostre più sentite condoglianze.
Ciao Bruno
Imprenditore suicida dopo l'incendio della sua azienda: aveva 52 anni ed era padre di due figli. Il ritratto di colleghi e amici sconvolti. Il presidente dei grossisti: «Lo avevo sentito poco prima. L’impresa era tutto»
www.mattinopadova.it
PADOVA. Un gentiluomo. Una persona perbene. Nella lavoro e nella vita quotidiana. Negli affari, come in occasione di una partita di tennis o di calcio. Ecco il ritratto di Bruno Di Lenardo tracciato dalle parole, commosse e affettuose, dei colleghi di lavoro e degli amici. Parole senza retorica pronunciate con il groppo in gola perché nessuno si sarebbe mai aspettato una tragedia nella tragedia. E tanto meno che il protagonista fosse un uomo come Bruno Di Lenardo, imprenditore di talento e per vocazione familiare. Un uomo che seguiva sempre in prima linea l’andamento dell’azienda, pronto a lavorare dall’alba fino a notte. Perché la “Di Lenardo spa” era la sua vita. E la vita della sua famiglia. Forse, di fronte al rogo che aveva ingoiato tutto, Bruno Di Lenardo aveva avvertito lo smarrimento che ti prende quando senti crollare addosso il mondo. C’erano i contratti da onorare, le commesse da garantire, gli stipendi da pagare. Ma, sotto i piedi, rimanevano solo i resti bruciati di un magazzino per lo stoccaggio dell’ortofrutta da 10 mila metri quadrati con impianti ad alta tecnologia per un valore di milioni di euro.
È sconvolto Giancarlo Daniele, presidente dei grossisti nonché amministratore delegato del Maap (Mercato agroalimentare di Padova): «Ci eravamo sentiti venerdì... L’avevo richiamato stamane (ieri, per chi legge)... Non era ancora andato a letto. Per tutta la notte aveva seguito l’operato dei vigili del fuoco... Era successo un disastro, non c’era più nulla se non lo scheletro del capannone. Ho cercato di dargli conforto... Gli dissi di non preoccuparsi se aveva bisogno di altri magazzini per lo stoccaggio. Mi ha ringraziato». Non ce la fa a continuare e il pianto si mescola alle parole: «È successa una cosa grande, una cosa brutta. Ma perché?... Perché? Lo conoscevo fin da bambino» ripete Daniele, «L’ho sentito confuso. E forse quando si è reso conto di quel che è successo,... quando ha visto che era andata in fumo l’impresa di famiglia, non ce l’ha più fatta... No, non doveva succedere... È un uomo che ha fatto crescere la nostra economia, onorando Padova nel mondo».LEGGI TUTTO
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Suicidio Di Lenardo, la moglie: «Ecco il testamento di mio marito»
La lettera di Buno Di Lenardo al Corriere della Sera
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lunedì 17 dicembre 2012
IDA MAGLI: "CHE FAREMO SE I POLITICI CONTINUERANNO AD INSEGUIRE I PROPRI IDEALI SENZA TENER CONTO DELLA REALTA'?"
di Ida Magli ItalianiLiberi 16.12.2012
Nella nostra Costituzione non è previsto che cosa si debba fare se i governanti perdono la testa. Eppure qualcosa dovremo pur fare di fronte ad una situazione politica in cui ogni dato della realtà è in contraddizione con ciò che i governanti perseguono sfruttando senza remore il proprio potere. Questo è, infatti, “perdere la testa”: agire al di fuori della realtà. La realtà di una democrazia dovrebbe essere quella in cui i parlamentari “rappresentano” e mettono in atto la volontà dei cittadini nel perseguimento del bene comune. Se guardiamo però a quanto viene detto e fatto dai vari esponenti della vita politica italiana, ci rendiamo conto facilmente che nulla più corrisponde a questo presupposto. I sondaggi dicono che sette italiani su dieci non vogliono un nuovo governo Monti, ma Berlusconi (e insieme a lui la platea quasi al completo dei politici e dei giornalisti che contano in Italia e in Europa) lo vuole tanto da affermare: io rinuncio purché si faccia avanti lui.
I dati dicono che il “debito” dello Stato, per abbassare il quale era stato chiamato l’uomo della provvidenza e molti italiani si sono suicidati, ha superato la vetta dei duemila miliardi, e tuttavia Berlusconi, imprenditore che elimina immediatamente dalle sue emittenti un programma in rosso di ascolti, vuole che Monti continui a governare e ad accumulare debito sulle spalle degli italiani. I dati dicono che la disoccupazione è cresciuta, che le industrie sono ferme, che il mercato delle abitazioni è crollato, che gli italiani hanno venduto anelli e collanine per pagare le tasse di fine anno, ma Berlusconi ritiene che l’unica vera disgrazia sia per l’Italia l’eventuale vittoria della Sinistra alle prossime elezioni e che deve essere Monti a salvarci da tale disgrazia. Sarà necessario dunque spiegargli che è l’Europa la “Sinistra”. Come ha affermato diversi anni fa l’esule russo Bukowski, l’Unione europea è come l’Unione sovietica. Infatti persegue l’internazionalizzazione mondiale eliminando gli Stati nazionali e ha basato l’Unione sul trattato di Maastricht, ossia sul primato delle strutture economiche, attraverso le quali si ottiene la soggezione e il controllo di ogni comportamento dei cittadini.
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venerdì 5 ottobre 2012
ORAMAI NON SI CONTANO PIU' .....
da www.lindipendenza.com 04.10.2012
Quando ha saputo che la banca non gli rinnovava il fido, non ha retto: ha atteso che la famiglia fosse addormentata e ha tentato di farla finita. Se non fosse che la moglie, svegliatasi per bere un bicchiere d’acqua, l’ha trovato in tempo, ci sarebbe stato un nome in più nella lista degli imprenditori suicidatisi per problemi economici. Una storia, purtroppo, tipica ormai: un imprenditore che non viene pagato dai clienti, una banca che chiude i rubinetti, Equitalia che bussa alla porta, le bollette che si ammassano insolute.
Quando ha saputo che la banca non gli rinnovava il fido, non ha retto: ha atteso che la famiglia fosse addormentata e ha tentato di farla finita. Se non fosse che la moglie, svegliatasi per bere un bicchiere d’acqua, l’ha trovato in tempo, ci sarebbe stato un nome in più nella lista degli imprenditori suicidatisi per problemi economici. Una storia, purtroppo, tipica ormai: un imprenditore che non viene pagato dai clienti, una banca che chiude i rubinetti, Equitalia che bussa alla porta, le bollette che si ammassano insolute.
(.......)«Equitalia e le banche dimostrano con questa famiglia il modo tipico che hanno di comportarsi, affossando invece di sostenere gli imprenditori» interviene l’avvocato Federico Alati, che alcuni mesi fa ha organizzato ad Albignasego una serata sui metodi usati da Equitalia. E mette a disposizione la sua mail (federico.alati[at]gmail.com) in caso qualcuno offrisse un lavoro alla signora.
Fonte: il mattino di Padova
martedì 25 settembre 2012
QUESTO GOVERNO HA TOLTO LA SPERANZA ALLE P.M.I.....CURIOSO CHE DALLA PRIMAVERA SCORSA IN TV NON SI PARLI PIU' DI SUICIDI....QUANTE IMPRESE SOPRAVVIVERANNO PER RAGGIUNGERE I DIECI ANNI INDICATI DA MONTI???
Il 47enne si è sparato un colpo di fucile in un capannone a Campagna Lupia, vicino alla sua abitazione

Venezia, 25 set. (TMNews) - Un imprenditore edile di 47 anni si è ucciso ieri sera a Campagna Lupia, in provincia di Venezia, sparandosi con un colpo di fucile.
L'uomo versava in difficoltà economiche e aveva anche perso la casa in cui abitava, per la quale non aveva potuto onorare il debito. L'uomo si è sparato in un capannone vicino alla propria abitazione dopo avere saturato di gas la villetta.
APPROFONDISCI:
Monti: con le nostre riforme, Pil Italia +4% in dieci annisabato 26 maggio 2012
COME FERMARE QUESTA STRAGE QUOTIDIANA???

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(ANSA) - ROMA, 25 MAG - Un artigiano del settore edile, Francesco Gioffrè, di 61 anni, si è suicidato la scorsa notte in un cantiere a Champdepraz, nella bassa Valle d'Aosta. L'uomo, residente a a Saint-Vincent (Aosta), si è impiccato a un tubo in un' area gestita da una ditta per cui la vittima aveva lavorato in passato. Il gesto sembra legato a ragioni economiche: l'artigiano aveva 10 mila euro di debiti con Equitalia e nei giorni scorsi aveva ricevuto l'ingiunzione di pagamento.
mercoledì 23 maggio 2012
COME FERMARE LA CORSA AL SUICIDIO DEI PICCOLI IMPRENDITORI???
21:53 23 MAG 2012
(AGI) - Genova, 23 mag. - Ennesima tragedia della disperazione.
Un artigiano di 64 anni si e' tolto la vita impiccandosi all'interno dell'abitazione che gli era stata pignorata a seguito dell'eccessivo indebitamento. Il fatto e' avvenuto a Genova, nel ponente della citta'. Il cadavere dell'uomo e' stato trovato dal figlio insieme a una lunga lettera in cui spiega le motivazioni del folle gesto. L'uomo, che doveva 30mila euro al fisco, aveva subito, secondo quanto si apprende, il pignoramento della casa da parte di Equitalia. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Sampierdarena. La salma e' stata trasferita all'Istituto di medicina legale del San Martino e messa a disposizione dell'autorita' giudiziaria.
(AGI) .
sabato 19 maggio 2012
SON PASSATI DUE ANNI, I MORTI CI SONO STATI. MOLTI,TROPPI!!!
Ieri sera a "l'ultima parola" di Paragone, Luca Peotta ha annunciato l'incontro a Roma con Attilio Befera per prendere in considerazione le posizioni di coloro che evasori non sono, che hanno "dichiarato" ma che non sono in grado di pagare.
Vogliamo crederci, anche se conoscendo gli intrecci sottostanti specie in Equitalia Nomos Piemonte, siamo molto scettici sull'esito dell'incontro.
Inoltre, son passati 4 anni in cui migliaia di imprenditori, i loro collaboratori e quindi le famiglie degli stessi hanno pagato a causa dell'avidità delle persone e della voracità del sistema fiscale italiano ed alcuni hanno scelto di farla finita,purtroppo!!!
Rivediamoci la manifestazione di ICR a Torino il luglio 2010, le istituzioni hanno avuto tempo due anni ma....... domandiamoci, cosa hanno fatto???
GOFFI CI PARLA DI EQUITALIA.....ANNESSI E CONNESSI
PEOTTA CI ILLUSTRA LA SITUAZIONE E DOMANDA "CI VUOLE IL MORTO PER ESSERE ASCOLTATO???"
sabato 12 maggio 2012
ALLE OCCHIAIE DI OGGI AGGIUNGEREI LA MIOPIA DI IERI.....
Voleva trasformare gli italiani, senza sapere che sarebbero stati gli italiani a estenuare lui
di Annalena Benini
Tratto da Il Foglio del 10 maggio 2012
Ci siamo abituati quasi subito alla mania dei presidenti per la giovinezza: i ritocchi di Silvio Berlusconi, le palpebre alleggerite di Nicolas Sarkozy, i capelli molto neri di François Hollande, l’imbellimento continuo di Barack Obama, i muscoli di Vladimir Putin. Deve avere a che fare con l’ottimismo: bisogna mostrarsi sempre smaglianti, o comunque avvolti da una speciale brillantezza, talvolta un po’ ridicola, che provi la superiore capacità anche fisica di reggere giornate infinite e grosse decisioni con grosse conseguenze senza borse sotto gli occhi. A Mario Monti, invece, ora la fatica si legge in faccia: in questi mesi di governo qualcosa è cambiato, e la parodia fondata sul robotismo dispotico del premier-preside, incantatorio e identico a qualunque ora del giorno e della notte (con le conferenze stampa sempre in seconda serata, quasi senza sbattere le ciglia, senza sbagliare una sillaba e senza perdere l’occasione di riprendere gli errori dei suoi ministri) è superata. Bisogna guardare le ultime apparizioni di Mario Monti per notare il cedimento al periodaccio, una diversa postura, un nuovo (più stanco) modo di difendere le posizioni del governo, di rinunciare alle battute secche e cattive.
Mentre il presidente del Consiglio spiegava sommessamente, seduto alla Commissione europea che alcune “conseguenze umane” non sono imputabili a chi sta cercando di fare uscire l’economia da questa crisi ma a chi questa crisi ha provocato (tutti hanno pensato ai suicidi, anche se Monti ha precisato che non intendeva affatto i suicidi, e subito si scatenava la guerra orribile delle accuse sui suicidi), era già un’altra persona, con gli occhi più infossati dietro gli occhiali, le pieghe intorno alla bocca più profonde: se non fosse una parola inutilizzabile e offensiva bisognerebbe dire che era più anziano. Invecchiato dalle responsabilità, diverse da quelle di un professore con il gusto per la bocciatura, logorato dalle necessità di smentire, precisare, difendersi dai falchi, guardarsi da chi sogna segretamente di liberarsi più in fretta di lui, ora che le elezioni amministrative hanno offerto nuove speranze.
Mario Monti porta in faccia il segno delle difficoltà, del caos che gli sta intorno, dei giornali che la mattina non gonfiano più, compatti, la sua autostima. Quando disse al Time che voleva “trasformare gli italiani” non sapeva che gli italiani molto più facilmente avrebbero trasformato lui. L’avrebbero stremato, almeno. Monti non è più il robot di Crozza, non è più un preside sentenzioso, è anche un po’ meno Margaret Thatcher nelle movenze (e non corre il rischio di cominciare a correre sul tapis roulant, ma questo dall’inizio). Quando disse “se il paese non si sente pronto per quello che noi riteniamo un buon lavoro potremmo anche non restare” era nel pieno dell’entusiasmo, della convinzione di fare le cose giuste ed esprimeva un senso sincero di superiorità. Adesso che l’umanizzazione è completata, forse è meno rasserenante ma più credibile l’immagine di un uomo preoccupato, provato dal compito che gli è stato affidato, segnato dalle cose che accadono e che fanno continuo riferimento alle sue decisioni. Se è vera la frase che l’ipercinetico, instancabile, caricato a molla Nicolas Sarkozy avrebbe pronunciato fra intimi, quella sul sottile piacere di lasciare tutte le grane a un altro e di rituffarsi nella vita vera, ci si chiede come possano, gli altri euforici potentissimi, avere anche la forza di stare tutto quel tempo davanti allo specchio a coprirsi le occhiaie.LEGGI TUTTO
MASSIMO PANDOLFI INTRAVEDE UNA CRISI DI VALORI NEI TANTI SUICIDI DI QUESTI GIORNI, ROSARIO (ANONIMO) INVOCA LA PIETA'
Si uccidono in tanti, in troppi. Si uccidono tutti. Imprenditori, artigiani, poveretti. Stamattina si è gettato dal terrazzo della Regione Emilia Romagna Maurizio Cevenini, uno dei politici più popolari e umani di Bologna, di tutto il territorio, uno di quelli che mai e poi mai avresti potuto presentarlo come uno della Casta e non lo scrivo adesso perchè non c'è più. Ha lasciato una lettera: nelle prossime ore capiremo il perchè, o cercheremo di capire il perche, di questa sua tragica scelta.
C'è qualcosa di orrendo che sta ruotando attorno a questo stillicidio di suicidi e non c'entra, non può c'entrare (purtroppo, ahimè) solo la crisi economica, solo la depressione, solo chissà cosa. Temo che siamo di fronte a una gigantesca crisi di valori. Non sappiamo più chi siamo, per cosa siamo fatti, cosa vogliamo, dove andremo e allora anche il suicidio, il togliersi la vira, diventa un'opzione quasi normale, una delle tante opzioni che la vita ti pone di fronte. E' terribile. Riflettiamoci. E proviamo a scendere in corsa da quest'auto impazzita che non so bene dove ci stia portando.
Cari Amici Miei,Facebook mi ha accompagnato e fatto ritrovare gente e amici che nella mia vita ho conosciuto di persona e che con alcuni di questi ho passato davvero delle belle giornate.
Oggi sono estremamente triste,deluso,incazzato e chi più ne ha più ne metta!!!!!!
Ho passato la mia vita di lavoratore,ballerino,compagno di vita,sempre onestamente e sempre dando il massimo.
Da quando mi sono trasferito in Toscana, nel lontano anno 2000,le uniche gioie che ho avuto sono state il mio Lorenzo, Sabrina e ovviamente tutta la famiglia che comprende anche Sara e i vari animali domestici in giro per casa.
Ora credo che sia arrivato il momento più basso da quando mi sono trasferito a Firenze.Non mi piace fare la vittima,ma ho la sensazione fortissima che da un momento all'altro precipiti tutto.
Altra cosa che non farò mai,è suicidarmi per i debiti o perchè non riesco a trovare un lavoro.Restare da Luglio 2011 ad oggi senza un'entrata di un solo Euro è una cosa che non auguro a nessuno,anzi forse a qualcuno si,così capirebbe come non è concesso a nessuno decidere della vita delle famiglie!!!!!
Troppo facile lasciare a casa persone con famiglia a carico,solo perchè non Toscane o perchè l'apprendista costa meno.
Ho anche constatato che è inutile andare dal Sindaco per ben 3 volte,non per farmi dare soldi (non li vorrei mai,se non guadagnati),ma solo per chiarire che non posso pagare le tasse.
Inutile anche avere dei mutui per la casa,e poi rinunciare a tutto il resto,come ad esempio andare a mangiare un gelato con Lorenzo.
Stiamo vivendo proprio male,ma quello che mi rattrista di più è che la mia famiglia non possa vivere discretamente,senza contere i centesimini alla mattina per comprare il pane.
Dico una cosa alle banche,volete la mia casa? Prendetevela,mi levate certamente un pensiero enorme.Poi per mangiare e dormire ci si penserà,come si stà facendo da molto,troppo tempo.
Se qualcuno avrà avuto voglia di leggere questo mio sfogo,dico Grazie.
Rosario
La depressione non è una mancanza di valori, ma della salute psichica, perché di ciò si tratta, il suicidio non può di certo considerarsi un'espressione del libero arbitrio.
Chi è affetto da simile affezione non è condannabile o criticabile perché non responsabile dell'incontrollabile istinto autolesionista che la "depressione maggiore" può provocare.
Chiaramente individui affetti da tali problemi, come antenne sensibili, risentono di tutto ciò che rappresenta turbamento o preoccupazione intorno a loro, ricavandone motivo di ulteriore sbandamento.
Per i suicidi vittime di questo orribile male, ci vuole solo pietà.
mercoledì 9 maggio 2012
OSCAR GIANNINO: "...METTER MANO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI PER PAGARE 100 MILIARDI CHE LO STATO DEVE ALLE IMPRESE..."
Oscar Giannino 9 maggio 2012
Il primo turno delle amministrative italiane mi ha reso assolutamente felice. Ripeto as-so-lu-ta-men-te. Anche se i numeri economici da cui nasce mi rendono preoccupato e triste. Non capire che cosa esprimano quei numeri, e dunque restare stupiti dalle urne, è il segno che i vecchi partiti sono dei cadaveri. Dei tanti pensosi commenti preoccupati dell’antipolitica e del successo dei grillini, come di chi lo nega si chiami Napolitano o Ferrara, me ne rido e penso sia giusto farlo. Sarò urticante per i signori dei partiti attuali, ma chi mi legge qua credo non se ne stupisca, perché da moltissimo tempo ho spiegato come vedessi finito il vecchio centrodestra come il vecchio centrosinistra. Questa tornata amministrativa lo dichiara ufficialmente. La Seconda Repubblica è finita. Finalmente, dico io. Il motivo è francamente tanto oggettivo che sta nelle vite di noi tutti, qualunque sia il partito che in passato abbiamo votato o non votato.
Sta nel fatto che gli italiani negli ultimi sei mesi sono stati dolorosamente costretti – dopo aver tenacemente tenuto gli occhi chiusi per troppi anni facendosi convincere da politici irresponsabili – ad aprire gli occhi sulla realtà. Dopo aver tremato per sei mesi all’idea, dal giugno a novembre 2011, l’Italia potesse essere lei con la sua esplosione il detonatore dell’euro, oggi gli italiani si avviano a una perdita del Pil procapite del 2% e un calo dei consumi reali procapite del 3%, dopo anni di consumi zero seguiti all’altra botta del 2008-2009. Siamo a 22 punti di produzione industriale in meno rispetto ai picchi di metà 2007. Gli investimenti scendono dalla bassa media 2001-2007, pari a 21% di Pil ogni anno, verso quota 18% in questo 2012. La disoccupazione torna a due cifre, come all’inizio del 2001 prima del pacchetto Treu, ma con la differenza che oggi coi contratti atipici ci siamo giocati una generazione. La pressione fiscale sale di 5 punti di Pil rispetto a un decennio fa, e non è al 45% come dicono le statistiche ufficiali ma al 54% detraendo dal Pil ufficiale l’Italia in nero che le tasse non le paga, mentre la spesa pubblica sul Pil legale è al 60%.
A differenza del 2008-2009 quando la crisi colpì duramente le imprese che esportavano, oggi a essere in ginocchio, in preda a una moria che abbatte decine di migliaia di aziende, è il tessuto della piccola e piccolissima impresa che lavora per il mercato domestico: stremata dalle esose pretese fiscali di uno Stato ladro che non paga i suoi debiti commerciali e non compensa i crediti fiscali per oltre 100 miliardi di euro; dal credit crunch di banche che stanno a propria volta a redditività zero e con cinque mesi di depositi negativi; e dal fatto che tutti sono diventati cattivi pagatori. Di qui lo stillicidio quotidiano di piccoli imprenditori che s’impiccano e si sparano. Nel silenzio generale di politica e governo, che dovrebbero entrambi vergognarsi. Perché la responsabilità è di vent’anni di politica sbagliata – destra e sinistra – facendo sempre salire insieme spesa pubblica e tasse - ma anche oggi dell’algido governo tecnico in carica, che non riesce a capire che occorre immediatamente cambiare linea, metter mano a Cassa Depositi e Prestiti per pagare i 100 miliardi che lo Stato deve da anni alle imprese, e abbattere il debito pubblico privatizzando i mattoni di Stato, non continuano a pestare di tasse gli italiani, imposte dirette con le addizionali locali, imposte indirette con l’aumento dell’Iva, imposte patrimoniali con l’IMU e sui conti titoli.
Forse che non basta un bilancio così amaro e disastroso, per comprendere come e perché centrodestra e centrosinistra vengano giustamente fatti a pezzi nelle urne?
Naturalmente, le crisi dei diversi ceppi politici non sono eguali.
Ma chi può davvero stupirsi, che la Lega venga bastonata dopo quello che è successo intorno a Bossi, e che a salvarsi sia solo il bravo Tosi a Verona, che pure due mesi fa rischiava l’espulsione?
E che il Pdl di fatto non esista più sul territorio, perché semplicemente nessuno dei suoi vertici riesce ancora a dire che la lunga epoca di Silvio Berlusconi è fi-ni-ta, e se nel Pdl resta chi dice il contrario allora bisogna semplicemente andarsene, per cercare facce e idee com-ple-ta-men-te nuove?
Il Pd naturalmente dice che lui vince e la destra perde. Per carità, i suoi resti di consensi e dirigenze territoriali hanno una resilienza incomparabilmente maggiore alla volatilità evaporata del fenomeno berlusconiano. Ma Bersani e D’Alema si illudono, se pensano di essere gli Hollande nostrani. A Genova come a Palermo oggi, come a Milano e Napoli e Cagliari ieri, vincono sindaci che hanno fatto a pezzi i candidati Pd alle primarie. E che vengono scelti e stravotati proprio per questo. E tutti indicano al vecchio partito dal nome finto-nuovo alleanze e politiche diverse da quelle sin qui praticate e dichiarate da Bersani, analoghe a quelle della sinistra antagonista che ha fatto perdere 30 punti al Pasok in Grecia.
Il successo del movimento cinque stelle nasce di qui. Per conto mio non è solo più che comprensibile, ma anche benedetto. E’ l’unico – insieme ai radicali – che sul contributo pubblico ai partiti pratica un coerentissimo rifiuto e restituisce i soldi allo Stato. Il trio A-B-C è riuscito a non capire neanche che la vicenda Lusi e quella Belsito, mentre gli italiani sono in ginocchio per le pretese dello Stato, imponevano una drastica legittimazione morale e la rinuncia di almeno metà del contributo, visto che in 18 anni le cifre rendicontate sono di poco superiori a un quarto dei miliardi incassati.
Naturalmente, sono ragionevolmente certo che centrodestra e centrosinistra non tireranno affatto dal voto le conseguenze che sembrano inevitabili a me. Strattoneranno invece il governo Monti, facendo ballare ancor di più l’Italia mentre l’Europa impazzirà nel forte rischio che la Grecia esca dall’euro e i francesi respingano il fiscal compact, le banche spagnole esplodano e l’Italia a ruota. Nel Pdl i coraggiosi non abbondano, e troppi s’illudono di esser comunque salvati dalla scelta di chi considerano ancora leader, cioè Berlusconi. Il Pd dirà pensosamente che l’Italia e l’Europa vanno finalmente a sinistra, mentre invece il serio rischio è che entrambe vadano a ramengo. E brinderà naturalmente alla fine dell’età neoliberista, che in Italia non è sem-pli-ce-men-te mai esistita, visto che destra e sinistra hanno entrambe alzato spesa e tasse. Non abbiamo mai avuto né un Blair a sinistra né un Cameron a destra, in questo Paese.
Solo se Grillo andrà ancor più su nei sondaggi nazionali, forse qualcuno uscirà dal vecchio schema dei 18 anni alle nostre spalle. Altrimenti, ne sarà fatta giustizia elettorale dal basso, qualunque sia la data delle prossime politiche. Alle quali bisogna andare non con una legge proporzionale, ma semplicemente con partiti e alleanze diverse.
Per i liberali liberisti personalisti e sussidiaristi come me, c’è da gioire, e insieme non c’è molto da sperare. Tranne esser pronti a un’offerta politica diversa che ci consenta di testimoniare che l’Italia può crescere – e dico a cominciare dalla componente demografica, abbattuta per l’umiliazione della famiglia da parte del leviathano statuale tassicodipendente- solo con uno Stato radicalmente diverso. A governare saranno naturalmente con ogni probabilità altri, statalisti vecchi e nuovi. Ma chi non pensa che debba essere amaro e pieno di fatica, il cammino della redenzione e della rilegittimazione liberal-liberista dopo 17 anni di promesse vergognosamente tradite dal centrodestra berlusconiano, secondo me si illude della grossa.
OSCAR GIANNINO: "E' UN QUADRO TERRIBILE....."
Monti su imprenditori suicidi: in-com-men-ta-bi-le!
Morire Di Tasse - OSCAR GIANNINO DA NON PERDERE! DA NON PERDERE!!!!
Mi risulta incommentabile, il giudizio odierno espresso dal premier Monti sui suicidi ormai quotidiani, e più che quotidiani, tra piccoli imprenditori, commercianti, artigiani e partite IVA. Incommentabile perché su casi così dolorosi non voglio pronunciare parole aspre, come quelle che mi sono venute d’istinto dal profondo del cuore. Da due settimane animo su radio24 una campagna d’informazione sul tema, abbiamo aperto un indirizzo disperatimai@radio24.it, abbiamo ricevuto e riceviamo migliaia di lettere disperate per davvero, che descrivono non incalliti evasori, ma imprenditori travolti da pretesa fiscale in aumento verticale, banche che chiedono di rientrare sui fidi, Stato che non paga i suoi debiti e non compensa i crediti fiscali dopo aver preteso l’anticipo su Iva e Ires quando fatturi ma non incassi. E’ un quadro terribile, quello della frattura di continuità in atto nel capitalismo molecolare italiano. Mi e ci è sembrato giusto dare voce e orecchio a questo grido di dolore che resta senza risposta. E sono andato letteralmente fuori dai gangheri vedendo che non una sola parola dai vertici istituzionali del Paese è venuta venerdì, una parola di comprensione e sostegno al corteo silenzioso delle vedove e dei parenti dei suicidi, a Bologna. Ora Monti afferma che ai suicidi deve pensare chi non ha risanato il Paese. E’ pura polemica politica, da incallito uomo di livorosa fazione politica, non mi pare degna di un premier tecnico chiamato a risolvere l’emergenza. Berlusconi e il centrodestra hanno sicuramente tutta la pesantissima responsabilità di non aver fatto quel che si doveva, come destra e sinistra hanno condiviso la crescita verticale di spesa e tasse. Ma è chi rappresenta le istituzioni oggi, a non pronunciare una sola parola di solidarietà, e a non capire che i 100 miliardi di debito commerciale e di compensazioni fiscali che lo Stato deve alle imprese – 100 miliardi! – si possono saldare con titoli pubblici e anticipi bancari ricorrendo in garanzia prosoluto a CDP, che non fa deficit e debito pubblico aggiuntivo secondo i criteri europei. Questo è quanto occorrerebbe: su-bi-to!. Io ci aggiungerei anche un’idea simbolica, un memoriale italiano dedicato insimee agli impenditori suicidi, come a tutti i dipendenti che fanno la stessa cosa trovatisi senza lavoro, come a tutte le vittime da incidenti sul lavoro. Non capire che in gioco sono la solidarietà umana e la coesione sociale e nazionale, e limitarsi a dire che la colpa è di Berlusconi, è qualcosa che non mi sarei aspettato neanche dal più incattivito partitante in servizio permanente effettivo.
lunedì 7 maggio 2012
OGNI GIORNO E' COME UN BOLLETTINO DI GUERRA! SI, UNA GUERRA ECONOMICA CHE CI COINVOLGE TUTTI!!!
Agente immobiliare suicida a Vicenza
Nel lecchese imprenditore tenta suicidio per debiti
07 maggio, 11:45
(ANSA) - ROMA, 7 MAG - Ancora vittime della crisi. Il proprietario di un'agenzia immobiliare si è suicidato impiccandosi in un parco del centro di Vicenza; secondo le prime indiscrezioni, l'uomo stava attraversando un periodo di difficoltà anche di natura economica. Un imprenditore di Calolziocorte (Lecco), al culmine della disperazione per i debiti e per le cartelle esattoriali, ha tentato di impiccarsi in giardino. A salvarlo è stata la figlia, di 15 anni, che lo ha tenuto sollevato fino all'arrivo della madre.
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