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giovedì 14 agosto 2014

GUERRE: NON PENSIAMO DOVE STA DIO!!! DOMANDIAMOCI INVECE COSA SIAMO DIVENTATI



3.325 - 29 maggio 2010
Cari figli, l’umanità berrà il calice amaro della sofferenza. Il Giappone soffrirà e il dolore sarà grande per i miei poveri figli. L’umanità vivrà momenti di dolore per una grande guerra in Oriente. Il fuoco attraverserà il cielo e gli uomini saranno bruciati. Io sono vostra Madre e sono venuta dal cielo per condurvi a mio Figlio Gesù. Siete amati uno per uno dal Padre, nel Figlio, per mezzo dello Spirito Santo. Non restate con le mani in mano. Ciò che dovete fare non rimandatelo a domani. Non restate con le mani in mano. Dio ha fretta. Date a tutti il buon esempio e in ogni cosa imitate mio Figlio Gesù. Lui è il vostro unico e vero Salvatore e al di fuori di Lui l’umanità non troverà la pace. Io sono vostra Madre e vi amo. Se sapeste quanto vi amo, piangereste di gioia. Non tiratevi indietro. Pregate. Pregate. Pregate. Soffro per ciò che vi attende. Gli uomini cammineranno in direzione dell’immenso campo, ma troveranno la morte. Molti piangeranno e si lamenteranno. Coraggio. Grazie per essere qui. Grazie per essere venuti. Intercederò presso mio Figlio Gesù per voi. Avanti con coraggio e gioia. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

sabato 22 febbraio 2014

IN UCRAINA E' VERAMENTE FINITA?

20 febbraio 2014 (MoviSol)


20 febbraio 2014 (MoviSol) - Un memorandum intitolato "Salvare l'Ucraina", stilato da esperti dell'Izborsk Club, un influente gruppo intellettuale russo, è stato pubblicato dall'edizione del 12 febbraio del settimanale russo Zavtra. Il documento definisce il "golpe nazifascista strisciante in Ucraina" una minaccia strategica contro la Federazione Russa, e si auspica una diplomazia di emergenza tra Russia e America se necessario, rifacendosi al precedente della Crisi dei Missili di Cuba del 1962.

martedì 24 settembre 2013

DOBBIAMO TENERE IN BUONA CONSIDERAZIONE LA TESTIMONIANZA DI DOMENICO QUIRICO: "L'ISLAM MODERATO NON ESISTE, JIHADISMO HA DICHIARATO GUERRA ALL'OCCIDENTE"



da Tempi - Settembre 24, 2013 Leone Grotti


Intervista a Domenico Quirico: «La Primavera araba è stata scippata da un’internazionale islamica che ha come scopo quello di ritornare al Grande califfato del sesto secolo»

«Noi non vogliamo capire che l’islam moderato non esiste, che la Primavera araba è finita e che la sua nuova fase consiste nel progetto islamista e jihadista di costruire il Grande califfato islamico. Neanche a dirlo, il principale ostacolo alla sua costruzione siamo noi». Domenico Quirico, inviato della Stampa, rapito in Siria e rimasto nelle mani dei ribelli per cinque mesi, riassume in una grande «dichiarazione di guerra» dell’islam all’Occidente gli attentati in Siria, Pakistan, Nigeria, Egitto e Kenya a cui stiamo assistendo in questi giorni. Domani sera Quirico sarà a Milano per un incontro organizzato dal Cmc e a tempi.it racconta «quello che ci sfugge, perché ci fa comodo far finta di non vedere».

Cos’è che non vogliamo vedere?
Che esiste un jihadismo internazionale che ha dichiarato guerra all’Occidente, strutturato militarmente e con un progetto politico che viene sistematicamente messo in atto in diverse parti del globo.

lunedì 26 novembre 2012

SIRIA,LA GUERRA CON MENO INFORMAZIONI DIRETTE SULLE DUE PARTI IN CAMPO

 di Piero Gheddo  25 novembre 2012

Nella guerra civile in Siria, per l’opinione pubblica occidentale i protagonisti sono chiari: da un lato la sanguinaria dittatura di Assad, dall’altro il popolo oppresso che si ribella con una resistenza eroica contro il tiranno. La realtà è ben diversa da come ci è presentata e non è la prima volta che i mass media occidentali prendono solenni cantonate, di cui poi nessuno si pente. Pochi ricordano che nella lunga “guerra di Corea” (1950-1953), gli americani che aiutavano il Sud a non farsi travolgere dal Nord erano colonialisti e imperialisti, i cinesi che aiutavano il Nord erano eroici “volontari” in soccorso dei fratelli. Chi allora aveva ragione oggi si vede. Nella guerra civile di Cuba (1955-1959) i “barbudos” di Fidel Castro e Che Guevara erano i “partigiani” contro i “fascisti” del regime di Batista e nasce la più lunga dittatura del mondo moderno. Nella guerra del Vietnam (1963-1975) e della Cambogia (1968-1975), Vietcong e Khmer rossi erano i “liberatori” dei popoli in rivolta contro le dittature filo-americane. E potrei continuare ricordando altri casi, ad esempio quando l’Occidente osannava Khomeini al potere in Iran (1979) perché aveva sconfitto il “Satana americano” e liberato il suo popolo dal tirannico Scià Reza Pahlevi. Ma da Khomeini è nato “il martirio per l’islam” e la “jihad” (guerra santa) contro l’Occidente che hanno portato al crollo delle Due Torri nel 2011, e non solo.

In Siria si sta verificando lo stesso schema? Nessuno lo sa, ma certo il racconto della guerra che ne fanno i media internazionali è ormai “politicamente corretto” nel senso che i ruoli sono segnati e non è facile dire il contrario. Mondo e Missione pubblica (dicembre 2012) un articolo di Giorgio Bernardelli che può aiutare a fare luce su questa che è stata definita “la guerra con meno informazioni dirette sulle due parti in campo”. Protagonista è una suora carmelitana siriana (64 anni), superiora del monastero di San Giacomo di Qara (cittadina presso Damasco), la voce più conosciuta di denuncia delle violenze subite dai cristiani in Siria e fondatrice del movimento «Mussalaha» che lavora per la riconciliazione, approvato e sostenuto dal patriarca greco-melkita Gregorio III Laham. Agnese Maria della Croce non prende posizione fra le due parti in lotta, ma usa parole scomode lamentando che le violenze delle milizie islamiste contro i cristiani hanno dato un volto nuovo agli oppositori di Assad. Suor Maria Agnese (siriana di 64 anni), minacciata dai ribelli e ora fuggita in Francia, cita dati e fatti precisi: “Ci sono più di duemila gruppi che operano in Siria, la maggior parte sono legati ad “Al Qaeda”, ai Fratelli Musulmani e ai salafiti. Non sono venuti per instaurare la democrazia, ma la legge coranica in nome di Allah…. Conosciamo il regime e il suo aspetto dittatoriale, le sue azioni non ci sorprendono. Ma che un’opposizione ufficialmente presentata come promotrice dei diritti umani, della democrazia e della libertà, agisca con violenza ancor più sanguinosa rispetto al regime, è un fatto che sciocca”.

Soprattutto suor Maria Agnese cita i fatti di Homs (vicina al monastero di Qara), città in cui vivevano migliaia di cristiani fuggiti nelle campagne e all’estero, l’ultimo dei quali ucciso all’inizio di novembre, un anziano che era rimasto nella sua casa per accudire il figlio disabile. La verità della guerra siriana a poco a poco viene a galla. Senza alcun dubbio il regime di Bashar al-Asad è totalitario e non ammette opposizione di sorta. Ha reagito con violenza inaudita alle prime manifestazioni popolari nel marzo 2011, che nel quadro della Primavera araba chiedevano libertà, democrazie, sviluppo. Ma è altrettanto vero che, in un anno e mezzo di guerra civile, i fanatici dell’islam, a livello di base come di guida strategica e tattica della guerra, hanno già preso il potere fra gli oppositori di Assad. In un appello reso noto il 26 ottobre 2012, il capo di “Al Qaeda” successore di Bin Laden, Al Zawahiri, è tornato a incitare i musulmani “di tutto il mondo a sostenere i loro fratelli siriani in tutti i modi possibili”, auspicando la fine del regime di Assad.

I cristiani non sostengono affatto la dittatura di Assad, ma non vorrebbero nemmeno che in Siria nascesse un altro regime estremista dell’Islam. La piccola grande carmelitana Agnese Maria ha vissuto sulla sua pelle il dramma dei profughi palestinesi e della guerra in Libano e per questo ha fondato il “Movimento della Riconciliazione” (Mussahala) che aveva in Siria un certo seguito. Oggi è costretta ad essere la voce credibile dei cristiani siriani e di molti musulmani che condannano le violenze anti-cristiane. La mia denunzia, ci tiene a precisare, “non è un complotto pro-Assad, ma una via per superare la violenza e dare voce al popolo siriano. Per scegliere il suo futuro ha bisogno di un minimo di sicurezza e stabilità, dopo aver assicurato la coesione del suo tessuto sociale gravemente colpito da tentativi di settarie frammentazioni, alimentate da sanguinosi attacchi da entrambe le parti».

Piero Gheddo

lunedì 22 ottobre 2012

PERCHE' ANCHE IL LIBANO ?


Nell'attentato di ieri ad Ashrafieh è stato ucciso il gen. Wissam al-Hasan, capo dell'intelligence. Aveva sgominato cellule di spionaggio e terroriste siriane, israeliane e salafite. Manifestazioni di protesta in molte città del Libano. Politici e popolazione accusano Assad. L'inviato Onu tenta una tregua prima della fine del mese. Il cordoglio di tutto il mondo, anche del Vaticano. L'appello del patriarca Rai all'unità e alla coesistenza.


di Paul Dakiki

Beirut (AsiaNews) - I servizi di sicurezza del Libano sono aperti a tutte le ipotesi, comprese la pista siriana o israeliana, sui responsabili dell'attacco terrorista che ieri ha distrutto una parte del quartiere di Ashrafieh e ucciso otto persone, fra cui anche il capo dell'intelligence nelle forze di sicurezza, gen. Wissam al-Hasan.

Parlando oggi al giornale As-Safir, il capo delle forze di sicurezza, Ashraf Rifi, ha detto che "tutte le opzioni sono aperte, ma stiamo cercando delle prove tangibili". Egli ha ammesso che l'assassinio di al-Hasan può essere legato all'arresto dell'ex ministro Michel Samaha, in stretti legami con Damasco, ma ha anche fatto notare che l'atto terrorista può essere una risposta allo svelamento della rete di spionaggio israeliano presente in Libano, o alla caccia di cellule terroriste nel Paese.

Wissam al-Hasan (v. foto) è la vittima più in vista delle otto persone uccise in seguito a una potente esplosione (60-70kg di esplosivo) in una via adiacente alla piazza Sassine, che ha fatto 78 feriti e danni ingenti agli edifici.

Al-Hasan era ritornato in Libano il giorno prima e nessuno sapeva del suo arrivo. I suoi spostamenti erano sempre preceduti da comunicazioni di depistaggio. Brillante analista, e giovane (47 anni), al-Hasan doveva succedere a Rifi nel 2013. Sapendo di essere nel mirino, prendeva tutte le precauzioni. Per prudenza, sua moglie e i suoi due figli erano stati trasferiti a Parigi.

Il generale aveva al suo attivo lo smantellamento di cellule di spionaggio e terrorismo pro-israeliano, pro-siriano e salafite.

Ieri sera, il druso Walid Joumblatt e il sunnita Saad Hariri hanno subito puntato il dito contro la Siria, come mandante dell'attentato. La popolazione sunnita ha lanciato subito manifestazioni di protesta in diverse città del Libano: Beirut, Saida, la Bekaa, Tripoli, Kamed el-Loz, Biré.LEGGI TUTTO


SIRIA, CONTINUA LA STRAGE, I MORTI NON SI CONTANO PIU' ....


di REDAZIONE

Due autobomba in altrettanti quartieri cristiani di Damasco e Aleppo sono esplose oggi a due giorni dall’annunciato arrivo della delegazione vaticana e negli stessi istanti in cui l’inviato Onu Lakhdar Brahimi riceveva dal presidente Bashar al Assad l’assicurazione che la Siria accetterà la tregua di 72 ore, proposta dal diplomatico algerino solo dopo la cessazione degli “atti di terrorismo” compiuti da “bande armate sostenute dall’estero”. “Terrorismo del regime” è stato invece definito dai residenti di un quartiere di Aleppo il bombardamento di artiglieria compiuto dalle forze fedeli ad Assad su Masaken Hanano, rione nella parte orientale della citt… solidale con la rivolta. In tutto il Paese, secondo i Comitati di coordinamento locali – gruppi di cittadini comuni delle regioni colpite dalle violenze – si sono registrati finora 97 uccisi, di cui cinque minori e cinque donne.

Sono cifre che è impossibile verificare in maniera indipendente e che non tengono sempre conto delle vittime militari governative e ribelli. Tra quelle civili, ben 55 si sono registrate a Damasco e dintorni. Dalla scorsa notte, nella capitale si sono avuti scontri tra ribelli e governativi e i suoi sobborghi orientali e nord-orientali sono stati ripetutamente colpiti dall’artiglieria e dall’aviazione. L’agenzia ufficiale Sana non dà conto dell’uso dell’aviazione e dell’artiglieria per sconfiggere quelli che chiama “terroristi”. La Sana parla anche oggi di numerosi terroristi uccisi e del ritrovamento di un loro covo a Harasta, sobborgo a nord di Damasco pesantemente colpito dalla repressione militare. Ma l’attenzione dei media ufficiali è stata oggi dedicata alle due esplosioni che hanno colpito rispettivamente la piazza di Bab Tuma, uno degli ingressi al quartiere cristiano della città vecchia di Damasco, e la via dell’ospedale francese nel quartiere siriaco di Aleppo, nella zona ancora controllata dai governativi. Nel primo attentato, eseguito con un ordigno posto sotto un’auto parcheggiata, sono morte – secondo il bilancio ufficiale impossibile da verificare in maniera indipendente – 13 persone e 29 sono rimaste ferite. Come di consueto, i media ufficiali non riferiscono le generalità delle vittime‚ non distinguono tra vittime civili, militari e di polizia. LEGGI TUTTO

*FONTE ANSA

SIRIA, IL PATRIARCA GREGORIOS III :"LA RICONCILIAZIONE NON E' UNA PARODIA,E' UNA PAROLA CHE VA AL DI LA' DELLA CRISI POLITICA"



L'augurio del patriarca Gregorios III Laham di Antiochia, sul viaggio della delegazione pontificia in Siria durante la conferenza organizzata da Aiuto alla Chiesa che Soffre

di H. Sergio Mora

ROMA, domenica, 21 ottobre 2012 (ZENIT.org) - “Sono il patriarca greco cattolico melchita con sede a Damasco e in tutto il mondo un arcivescovo; sono per così dire 'un piccolo Papa' in comunione con Roma”. Si è presentato così il Patriarca di Antiochia e tutto l'Oriente, Gregorios III Laham, nella conferenza organizzata dall’Associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), svoltasi ieri, sabato 20 ottobre, nell'Aula Pio IX nel palazzo San Calisto, a Trastevere.

Ponendo subito l’accento sulla riconciliazione, quale punto fondamentale per la Siria, il patriarca ha annunciato che una delegazione del Sinodo andrà a Siria per sensibilizzare la Chiesa intera.

In apertura della conferenza, il Presidente dell’assemblea della gerarchia cattolica in Siria si è fatto il segno della croce, spiegando: “lo faccio anche quando mi invitano i musulmani e loro gradiscono perché mi invitano in quanto cattolico”.

“Abbiamo una identità, non siamo con uno o contro l'altro”, ha aggiunto, sottolineando che “siamo arabi ma non musulmani, orientali ma non ortodossi, cattolici ma non latini. Siamo una Chiesa senza frontiera, nel cuore del mondo arabo, una Chiesa degli arabi”.

Riguardo alla delegazione sinodale che andrà in Siria – tra cui risultano i nomi dei cardinali Tauran, Mamberti, Dolan – Gregorios III Laham ha dichiarato: “E' bello vedere che questa visita si realizza in nome della diplomazia vaticana, ma anche a nome della Chiesa nel mondo intero, come dimostra il fatto che sia stata una proposta venuta proprio dai cardinali e dai vescovi.” “Spero – ha concluso – che questa delegazione sia una voce nel deserto di disinformazioni, bugie e ipocrisia”.

Il patriarca ha sottolineato poi che “la riconciliazione non è una parodia, è una parola che va al di là della crisi politica”, tanto che - ha spiegato - “il governo attuale ha un ministero per la riconciliazione: un punto che dimostra nella Siria maltratta da tanti una mente aperta”.

Negli interventi della Stampa, un giornalista ha affermato che la Siria “è un paese dove la guerra non ha una faccia, e per questo ha la più grande carica di bugia e ipocrisia”.

“Qualcuno – ha continuato - ha detto che l'estremismo islamico sposta la storia mille anni indietro. Noi siamo più liberi dei musulmani, il cristiano deve essere solo più cauto nel dire le cose”.

Sul tema della libertà religiosa, il giornalista ha affermato che essa “non è un regalo del regime”: “Abbiamo libertà religiosa, gioventù, processioni, tutto quello che voi avete e anche meglio, si può camminare da una chiesa all'altra, per la strada senza problemi” ha concluso.
È intervenuta poi Suor Mariam de la Croix, coordinatrice del movimento Musahala, (che in arabo significa “riconciliazione”), la quale ha lamentato che “nella sofferenza di questa guerra, la stampa non ha sottolineato il fatto che il popolo la rifiuta”.LEGGI TUTTO



mercoledì 3 ottobre 2012

TENSIONE ALTISSIMA TRA SIRIA E TURCHIA....

La Stampa 03/10/2012

In mattinata alcuni colpi di mortaio sparati dal lato siriano avevano raggiunto il territorio turco, uccidendo 5 persone

Cinque morti tra cui una donna e i suoi bimbi sotto i proiettili di Damasco conquistata dai ribelli.

Convocato un vertice Nato urgente

 ROMA Venti di guerra fra Siria e Turchia: Ankara ha risposto questa sera bombardando «obiettivi siriani» lungo il confine a un colpo di mortaio sparato dal territorio siriano - dove sono in corso combattimenti fra esercito e ribelli - caduto nella cittadina turca di Akcakale, causando nel pomeriggio cinque morti.LEGGI TUTTO

COME EVITARE LA GUERRA???


3 ottobre 2012 (MoviSol) - Nel corso di un'intervista concessa il 27 settembre al conduttore televisivo americano Charlie Rose, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha parlato della possibilità che gli avvenimenti attuali in Medio Oriente, in particolare il tentativo di provocare una guerra contro Siria e Iran, conducano alla guerra nucleare. Parlando metaforicamente, si è riferito all'escalation di violenze in tutto il Medio Oriente e il Nord Africa come un "autunno arabo", dicendo che spera che non verrà seguito da un "inverno nucleare", una battuta a doppio senso perché l'inverno segue l'autunno ma è anche un riferimento al ben noto effetto climatico di una guerra termonucleare.

Lavrov ha risposto così alle insistenti domande di Charlie Rose sul rifiuto della Russia di appoggiare un intervento militare esterno per rovesciare il Presidente siriano Bashar al-Assad, come è stato fatto in Libia nel 2011.

Il giorno dopo, durante il suo intervento all'Assemblea Generale dell'ONU, Lavrov ha ripetuto gli avvertimenti su un intervento militare esterno contro Siria ed Iran, puntando il dito contro la cosiddetta dottrina della "responsabilità di proteggere" e definendola una minaccia diretta all'intero ordine mondiale. Sia Lavrov che il Presidente russo Putin hanno ammonito più volte, nelle ultime settimane, che un'escalation nell'area avrebbe conseguenze incalcolabili. E sia il capo di Stato Maggiore dell'Esercito russo Generale Makarov che il Primo ministro Medvedev hanno sottolineato il pericolo di una guerra nucleare.

Anche dagli Stati Uniti continuano a giungere avvertimenti. Il 28 settembre la rivista Foreign Policy ha pubblicato un lungo articolo dello storico Mark Perry che denuncia i piani israeliani per condurre un raid in stile Entebbe contro gli impianti per l'arricchimento nucleare a Fordow, in Iran. Perry aveva ricevuto informazioni dettagliate su studi appena completati dal Comando Centrale.

Il Generale Martin Dempsey, capo degli Stati Maggiori riuniti, ha ammonito ripetutamente Israele dal lanciare tale attacco unilaterale contro l'Iran, sostenendo che danneggerebbe in modo minimo l'Iran, ma convincerebbe definitivamente Teheran a procedere con i piani per sviluppare un'arma nucleare, piani che in questo momento non sta perseguendo. Provocherebbe inoltre una rappresaglia asimmetrica contro le forze militari americane stazionate nel Golfo Persico ed in Afghanistan, e potrebbe degenerare in una guerra generale tra Stati Uniti, Russia e Cina.

Sempre il 28 settembre, un articolo del New York Times cita l'ex direttore della CIA Gen. Michael Hayden, che avverte che un attacco israeliano contro l'Iran potrebbe indurre gli iraniani a sviluppare la bomba nucleare. L'articolo era provocatoriamente intitolato "Come aiutare l'Iran a sviluppare la bomba".

Tutti gli interventi recenti su come evitare la guerra riflettono la preoccupazione crescente tra un vasto gruppo di esperti di sicurezza nazionale, che il Premier israeliano Benjamin Netanyahu sia capace di ordinare un attacco all'Iran in qualsiasi momento, e che il Presidente Obama non sia stato capace finora di mandare un avvertimento a Israele sufficientemente chiaro, in modo da ridurre il rischio di un attacco da "breakaway ally", ovvero da alleato che agisce per conto proprio.

Nel suo intervento all'Assemblea Generale dell'ONU il 28 settembre, Netanyahu ha mostrato il disegno di una bomba in stile fumetto, tracciando una linea rossa ad indicare la soglia prevista da Israele per un attacco, soglia che l'Iran avrebbe già superato; il che ha indotto un rinomato giornalista israeliano ad ammonire che Netanyahu non è più mentalmente adatto a fare il primo ministro, e che ha già il dito sul grilletto.

Non è adatto neanche Obama, che ha tuonato all'Assemblea Generale, nel suo tono tipicamente imperiale: "Non commettiamo un errore: un Iran dotato di arma nucleare non è una minaccia che può essere contenuta". E perché no, si chiedono in molti? Forse perché non è nell'interesse dell'Impero Britannico?

lunedì 1 ottobre 2012

SIRIA, LA QUESTIONE SI FA SEMPRE PIU' SERIA....


Asianews 01/10/2012 16:11
Un kamikaze si fa esplodere a Qamishili. Il bilancio è di quattro morti e decine di feriti. La città era fra le ultime ancora in mano alle forze di sicurezza del regime. Il ministro degli Esteri turco ventila l'ipotesi di una zona cuscinetto con il confine siriano e non esclude un intervento militare a scopo "umanitario". I ribelli incendiano il quartiere storico di Aleppo patrimonio dell'Unesco. 


Damasco (AsiaNews/ Agenzie) - La guerra fra regime e ribelli colpisce anche la città di Qamishili, nel Kurdistan siriano. Ieri, un kamikaze a bordo di un auto imbottita di esplosivo si è fatto esplodere vicino al quartier generale delle forze di sicurezza kurde uccidendo quattro persone. Ma secondo fonti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani vi sarebbero almeno otto morti e decine di feriti. L'attacco non è stato ancora rivendicato, ma la tv del regime accusa i ribelli. Questo è il primo attentato che coinvolge Qamishili dall'inizio della guerra contro Assad. Situata a confine con la Turchia, la città a maggioranza kurda è sempre stata sotto il controllo delle forze di sicurezza siriane appoggiate dalla popolazione. Un filmato pubblicato su Youtube da alcuni attivisti mostra le immagini devastanti dell'esplosione. Testimoni parlano di centinaia di scesa per le strade e feriti che trasportati nel locale ospedale.LEGGI TUTTO

martedì 25 settembre 2012

SIRIA : 280 CIVILI CRISTIANI IN OSTAGGIO DI BANDE ARMATE.


Homs (Agenzia Fides) – Il rastrellamento dei fedeli cristiani nell’area del villaggio di Rableh, situato al confine con il Libano, nella Siria occidentale, si allarga: dopo il maxi sequestro avvenuto ieri, di 150 persone (vedi altro articolo Fides del 25/9), oggi altri 130 civili sono stati fermati e rapiti nella zona da bande armate, in un rastrellamento che è giunto a creare un gruppo di ben 280 ostaggi. Come riferiscono fonti locali di Fides, gli ostaggi sono stati ammassati in una scuola nella località di Gousseh, mentre i sequestratori hanno rilasciato le donne fermate in precedenza. I rapitori armati hanno reso noto che intendono aspettare il loro capo e poi trattare un eventuale riscatto.
Nella comunità cristiana di Rableh c’è molta paura in quanto ieri tre cristiani, che erano stati sequestrati nel villaggio di Said Naya nei giorni scorsi, sono stati ritrovati uccisi sul bordo di una strada.LEGGI TUTTO

lunedì 24 settembre 2012

SIRIA: ASSAD NON E' INTERESSATO A RIFORME E PRESENTA LA GUERRA CIVILE COME UN COMPLOTTO STRANIERO.


Syrian President Bashar al-Assad is presenting the country’s civil war as a foreign conspiracy and is not interested in reforms, UN envoy Lakhdar Brahimi (pictured) told the UN Security Council Monday.

By Nathan KING correspondent in New York 

The new international envoy working to end Syria’s civil war told members of the U.N. Security Council on Monday that President Bashar Assad will not institute reforms which would end his family’s 40-year dictatorship and continues to blame the country’s uprising on a foreign conspiracy.

Lakhdar Brahimi, who took on the post in September, offered a bleak account as he briefed diplomats for the first time in a closed-door meeting on his recent talks in Damascus with Assad, and discussions with other leaders in the region.

According to a diplomat inside the briefing, who demanded anonymity because he was not authorized to publicly to reveal details, Brahimi said he believed that Assad’s goal was to return the country to “the old Syria,” in which he and his father had ruled as dictators for four decades.LEGGI TUTTO

mercoledì 19 settembre 2012

SIRIA, I CRISTIANI DEVONO IMBRACCIARE LE ARMI PER DIFENDERSI

MISNA - Settembre 19, 2012 - 15:24 SIRIA

“La situazione si sta complicando. Man mano che le speranze di uscire in tempi brevi da questa crisi si affievoliscono, cresce la rabbia, la disperazione”: commenta così monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, le notizie in circolazione riguardo gruppi di cittadini cristiani che, da Homs ad Aleppo e in altre città del paese, avrebbero imbracciato le armi e cominciato a pattugliare i rispettivi quartieri per autodifesa.

Al loro fianco, riferiscono fonti della MISNA, anche cittadini armeni, le cui comunità vivono porta a porta con i cristiani nei centri storici delle principali città del paese. “Sono i segnali negativi, la mancanza di una svolta in tempi brevi – dice monsignor Zenari – ad alimentare paure di ritorsioni” ricordando che fino ad ora i cittadini cristiani non sono mai stati bersaglio “in quanto cristiani” delle violenze in corso.LEGGI TUTTO

martedì 18 settembre 2012

CONTRADDIZIONI SIRIANE

Alla RAI-TV Hanno Scoperto l'Acqua Calda.
*
Tempismo perfetto da altera parte dei Giornalisti RAI-TV, in SINCRONIA con le giornate della Memoria del 11/9, la provocazione cinematografica del nuovo "inverno arabo" (Guarda Caso regia e Registi Tutti Americani e sionisti: se la scrivono, se la suonano e se la cantano ...), l'assassinio dell'Ambasciatore USA a Bengasi per mano di quegli Stessi alqaedisti that have been sin'ora Armati da NATO-USA, ed Ora Tutti a stracciarsi le Vesti, Politici e Religiosi, in Previsione di "Interventi umanitari "imminenti (navi da guerra e militari Americani Gia pronti ...).

UN' ANALISI DI ZERO HEDGE CHE FA RABBRIVIDIRE


Un mondo sull'orlo della guerra?

Zero Hedge 17 Set 2012

Ecco una sintesi in cui il mondo si trova: -


- Non è possibile raggiungere un compromesso durante il fine settimana, il Sud Africa è ora in sciopero, tutti fuori, con la polizia che ancora una volta spara proiettili di gomma in minatori con escalation letale garantita




- Tornati dalle vacanze, i cittadini, ancora una volta senza un soldo in Spagna ,Grecia e Portogallo hanno ripreso austerità, protestano

- Ambasciate Usa attaccate, in molti casi con numerose vittime, in Egitto, Libia , Tunisia, Marocco, Sudan, Libano ,India, Balgadesh, Indonesia , ed altri.
- Giappone "appropriarsi" isole Cina- provocano una tempesta di rappresaglia tra cui richieste di " guerra con il Giappone "
- L'ambasciatore giapponese in Cina muore misteriosamente
- Dice Netanyahu, Meet the Press, Iran avrà una bomba atomica in sei-sette mesi e deve essere fermato prima
- Navi da guerra da più di 25 paesi, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, il lancio di una esercitazione militare nella Stretto di Hormuz
- Un terzo aereo degli Stati Uniti - la CVN-74 Stennis - vettore è in rotta verso l'Iran con un ETA di circa 10 giorni
- E, infine, un catalizzatore potenziale alla luce tutto questo casino di fuoco, Guardia Rivoluzionaria iraniana annuncia che le sue truppe sono ora sul terreno in Siria.

Da Reuters :

I membri islamici dell'Iran, Corpo delle Guardie Rivoluzionarie (IRGC) stanno fornendo assistenza non militare in Siria e Iran può partecipare militarmente se il suo più stretto alleato è sotto attacco, ha detto Domenica il comandante in capo Mohammad Ali Jafari 
Dichiarazione Jafari: è il riconoscimento ufficiale prima che l'Iran abbia una presenza militare sul terreno in Siria, dove da più di 18-mesi la rivolta ha lasciato decine di migliaia di morti.
Paesi occidentali e gruppi di opposizione siriani hanno a lungo sospettato che l'Iran ha truppe in Siria. L'Iran ha negato questo.
"Un certo numero di membri della forza Qods sono presenti in Siria, ma non si tratta di una presenza militare", l'agenzia di stampa iraniana Isna Jafari ha citato in una conferenza stampa.
Qods è un'unità IRGC istituita per esportare l'ideologia dell'Iran. E 'stato accusato di aver pianificato attentati in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein.
Jafari non ha indicato quanti membri dell'IRGC erano in Siria, ma si sono detti di fornire "aiuto intellettuale e di consulenza".
La Repubblica islamica ha sostenuto il presidente siriano Bashar al-Assad dall'inizio della crisi e per quanto guarda al suo governo come una parte fondamentale del suo asse di resistenza contro Israele e gli Stati arabi sunniti.
Jafari ha anche detto che l'Iran avrebbe cambiato la sua politica e di offrire sostegno militare se la Siria è stata attaccata.
"Io dico esplicitamente che se la Siria sarà sotto attacco militare, l'Iran potrebbe anche dare un sostegno militare, ma ... dipende totalmente dalle circostanze", ha detto.
Next up: foto satellitari da qualche parte "confermano" al di là di ogni ragionevole dubbio che le armi di distruzione di massa sono in fase di preparazione per l'uso, e una guerra preventiva è l'unico modo non solo per preservare la pace, ma per l'assegnazione del premio Nobel a tale attività.
Cosa che è perfettamente evidente a chiunque, ma il più esigente e di parte, è che l'Occidente userà qualsiasi possibilità in escalation del conflitto che a sua volta porterà i prezzi alle stelle di greggio e gas, per iniziare, il lancio della versione Strategic Petroleum Reserve, probabilmente solo al momento giusto per spingere verso il basso i prezzi del gas, che, come abbiamo mostrato il Venerdì sono mai stata così alta in questo giorno nella storia. "Momento giusto", perché ogni versione SPR avrà il beneficio a breve termine di incrementare ancora di più possibilità di rielezione di Obama , anche se questo significa l'impennata dei prezzi del gas dopo le elezioni.
La realtà, naturalmente, è che la maggior parte della pressione a testa in su materie prime (greggio e gas) è il risultato della Fed per la recente espansione monetaria-Q3- BCE e lo tsunami di liquidità fa il solito: lenisce i sintomi per un paio di settimane, schiaccia volatilità e dà l'impressione che tutto vada bene ....se non altro per portare a un altro risultato molto più grave. E poiché non vi è ora ufficialmente nessun debito limite la Fed monetizzarà molto, non vi è quindi alcun limite a come i prezzi elevati delle materie prime andranno.
Così, mentre in realtà, qualsiasi guerra, presumibilmente una che è " regionale "e" contenuta "sarà solo una cortina fumogena per le banche centrali, ufficialmente presa in consegna della proprietà del mondo sviluppato insolvente, il rischio è che una guerra non sarà né" regionale " , né " contenuta " , come entrambi i paesi che costituiscono l'asse di un futuro hard-backed valuta, la Cina e la Russia, hanno già detto chiaramente che qualsiasi intervento da parte degli Stati Uniti in regioni che si considerano strategiche, come ad esempio le isole Senkaku, Siria e / o in Iran, si tradurrà in rappresaglia.
E ritorsioni da parte di una o più superpotenze in aumento a un altra superpotenza porterà inevitabilmente a un'altra guerra mondiale.
Inutile dire che nessuno poteva prevedere la guerra come il risultato della depressione globale, di certo non lo storico di Princeton che , più di chiunque altro, ne assumerà la responsabilità.


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mercoledì 12 settembre 2012

DON CURZIO NITOGLIA CI CHIARISCE LE IDEE SULLA SIRIA E SULLA GUERRA


*LA SIRIA DEGLI ASSAD E GLI ALAWITI
Introduzione:
●Abbiamo già parlato di Waabiti e Salafiti su questo stesso sito, ma per capire ancor meglio ciò che succede oggi a Damasco occorre studiare la questione degli Alawiti, diffusi in Siria e che ultimamente si sono convertiti all’Islam sunnita.
● Gli Alawiti sono radicalmente opposti ai Waabiti o Sauditi, mentre sono molto più vicini ai Salafiti. Il Salafismo va inteso come “Riformismo, Liberalismo o Modernismo islamico” aperto al pensiero europeo. Il Movimento salafita è anti-occidentale più che anti-europeoe se può sembrare apparentemente tradizionalista, in realtà è un Movimento di modernizzazione dell’Islam.
Il Wahabismo, o Movimento “fondamentalista“, è marcatamente caratterizzato dal fondamentalismo moralistico farisaico, specialmente esteriormente affettato ma non sempre vissuto, impegnato contro i malesseri sociali e i “vizi” importati dal moderno Salafismo non ostile alla cultura europea classica (alcolismo e prostituzione), dalla condanna radicale dello scimmiottamento dell’Occidente e del suo femminismo decadente, dall’ostracismo totale nei confronti delle Missioni cristiane e delle loro attività di proselitismo. È questa la ragione per cui il Regno della Famiglia Saud, costituzionalmente legittimato dalla sua missione spirituale tipicamente “farisaica” negli affari interni e prodigiosamente arricchito dal petrolio, giuoca un ruolo molto importante nella politica Medio Orientale, alleato, alla maniera degli antichi “Sadducei”, con gli Usa negli affari esteri.
●In base a ciò la Monarchia saudita si è sempre sentita legittimata a proporre un Regime di tipo tradizionale, teocratico e fondamentalista quanto ad assetti politici interni e a costumi (rigida separazione dei sessi). Tuttavia la Famiglia reale saudita, in politica estera, ha mantenuto peraltro un costante orientamento filo-occidentale. Per questo è tacciata di rigorismo morale ‘farisaico’ interno e di doppiezza politica ‘machiavellica’ esterna: si rigetta all’interno del Paese ed esteriormente ogni costume non-musulmano, ma si è alleati in politica estera con l’Occidente americanista teoconservatore (più che con la “Vecchia Europa”), il quale è il maggior esportatore dei costumi corrotti[1], che il Wahabismo dice di voler combattere all’interno, mentre in realtà si serve e vive di essi, anche economicamente e militarmente, in politica estera.
●Gli Alauiti, o Alawiti (arabo ʿAlawiyya) sono un gruppo religioso mediorientale diffuso principalmente in Siria. Alauita è Bashār al-Asad, presidente siriano, così, come prima di lui, suo padre Hafiz al-Asad († 2000). Gli alauiti si fanno chiamare ʿAlawī. Il termine ʿAlawī serve per mostrare la loro reverenza ad ʿAlī, cugino e genero del profeta Maometto.
Storia dell’Alawismo
●L’origine degli alauiti è oggetto di discussione. Secondo alcune fonti essi erano in origine dei Nusayri, una setta che spezzò i legami con gli sciiti duodecimani nel IX secolo. Oggi gli alauiti, pur essendo appena il 20% dell’intera popolazione siriana, costituiscono una minoranza religiosa assai potente dal punto di vista politico.
●Gli alauiti vennero fondati nel X secolo, durante la dinastia hamdanide di Aleppo, ma vennero scacciati quando la dinastia cadde nel 1004. Nel 1097 i Crociati inizialmente li attaccarono, ma in seguito si allearono con loro contro gli ismailiti. Nel 1120 gli alauiti vennero sconfitti dagli ismailiti e dai Curdi, ma tre anni dopo combatterono con successo questi ultimi. Nel 1297 ismailiti e alauiti cercarono di negoziare una fusione, senza però giungere a niente.
Gli alauiti vennero perseguitati attivamente durante il dominio mamelucco, dal 1260 in avanti. Quando l’Impero Ottomano prese il controllo della Siria nel 1516, si dice che i Turchi uccisero oltre 900.000 alauiti. In seguito, gli alauiti vennero trattati come reietti e l’Impero Ottomano inviò dei Turchi a colonizzare le loro terre. Apparentemente alcuni dei Turchi si convertirono e divennero alauiti. Dopo che gli alauiti attaccarono il villaggio ismailita di Masyaf, nel 1832, il Pascià di Damasco inviò delle truppe contro di loro.
Siria e Alawismo
●Dopo la caduta dell’Impero Ottomano (1917), Siria e Libano vennero poste sotto mandato francese. I Francesi diedero autonomia agli alauiti e ad altri gruppi di minoranza ed accettarono gli alauiti nelle loro truppe coloniali. Durante il mandato, molti capi tribù alauiti sposarono il concetto di una nazione alauita separata e cercarono di convertire la loro autonomia in indipendenza.
Nel 1939 una parte della Siria nord-occidentale, il sangiaccato di Alessandretta, l’odierna Hatay, che conteneva un gran numero di alauiti, venne ceduto alla Turchia dai Francesi, facendo infuriare la comunità alauita e i Siriani in generale. ZAKĪ AL-ARSŪZĪ – il giovane capo alauita di Antiochia, a Iskandariyya (in seguito chiamata Hatay dai Turchi), che guidò la resistenza all’annessione della sua provincia da parte dei Turchi – divenne in seguito un fondatore del Partito Baʿth assieme a MICHEL AFLAQ. Dopo la seconda guerra mondiale, quando le province alauite vennero unite con la Siria, i seguaci alauiti di Sulaymān al-Murshid cercarono di resistere all’integrazione. Egli venne catturato ed impiccato dal governo siriano, di recente indipendenza, a Damasco nel 1946.
●La Siria divenne indipendente il 16 aprile 1946. A seguito della guerra arabo-israeliana del 1948 per il controllo della Palestina, la Siria passò attraverso una serie di colpi di stato militari nel 1949, l’ascesa del Partito Baʿth, e l’unificazione della nazione con l’Egitto nella Repubblica Araba Unita nel 1958. La ‘RAU’ durò per tre anni e si dissolse nel 1961, quando un comitato militare segreto, che includeva diversi ufficiali alauiti insoddisfatti, tra cui Ḥāfiẓ al-Asad e Ṣalāḥ Jadīd, aiutò il Partito Baʿth a prendere il potere nel 1963. Nel 1966, gli ufficiali dell’esercito di orientamento alauita si ribellarono ed espulsero il vecchio Baʿth che aveva guardato a Michel ʿAflaq e Ṣalāḥ al-Dīn al-Bītār per la sua leadership. Questi promossero ZAKĪ AL-ARSŪZĪ come il “Socrate” del loro ricostituito Partito Baʿth.
Gli Assad e l’Alawismo-baathista
Nel 1970, l’allora colonnello dell’Aeronautica Militare Ḥāfiẓ al-Asad prese il potere ed incitò un “movimento correzionista” nel Partito Baʿth. Nel 1971 al-Asad divenne presidente della Siria. Lo status degli alauiti venne migliorato significativamente e nel 1974 l’Imam Musa al-Sadr, capo degli sciiti duodecimani del Libano, proclamò l’accettazione degli alauiti come veri musulmaniFino a quel momento le autorità musulmane – sia sunnite sia sciite – si erano rifiutate di riconoscerli come veri musulmani e, di fatto, la massima parte del mondo sunnita e sciita rifiuta ancor oggi di riconoscere come musulmani gli alauiti. Gli Asad sono stati vigili nel promuovere la tolleranza religiosa.
●La maggioranza sunnita dei siriani non apprezzò il potere alauita e i Fratelli Musulmani cercarono di assassinare al-Asad il 25 giugno 1980 prendendo a pretesto l’eliminazione dalla Costituzione dell’articolo secondo il quale l’Islam era la “religione di Stato” e che il Presidente della Repubblica doveva essere musulmano. Asad rispose inviando nel 1982 le sue truppe migliori, al comando di suo fratello Rifāʿa, contro la roccaforte sunnita di Ḥamā.L’esercito siriano eliminò i simpatizzanti dei Fratelli Musulmani nel “massacro di Ḥamā”, durante il quale tra le 20000 e le 30000 persone vennero uccise. Dalla rivolta di Ḥamā, con la conseguente repressione, la Siria non ha più manifestato forme violente di opposizione al regime.
●Dopo la morte di Ḥāfiẓ al-Asad nel 2000, il figlio Bashār al-Asad ha mantenuto le linee guida del regime di suo padre. Anche se gli Alauiti dominano all’interno dei vertici militarie dei servizi segreti, il governo civile e l’economia nazionale sono ampiamente guidate dai Sunniti. Il regime di Asad è attento a permettere a tutte le sette religiose di condividere il potere e l’influenza nel governo.
Religione: Sciiti, Sunniti e Alawiti
●Teologicamente, gli alauiti odierni sostengono di essere sciiti duodecimani, ma tradizionalmente sono stati indicati come “estremisti” (ghulāt) e al di fuori dell’Islam dalla corrente principale dei musulmani, a causa della loro deificazione di ʿAlī b. Abī Ṭālib. La religione alauita ha molte similitudini con l’Ismailismo e un certo cristianesimo eterodosso.Come gli sciiti ismailiti, gli alauiti credono in un sistema di incarnazione divina, così come ad una lettura esoterica del Corano. Contrariamente agli ismailiti, gli alauiti considerano ‘Alī come incarnazione della divinità della triade divina. Come tale, ʿAlī è il Significato“;Maometto, che ʿAlī creò con la sua luce, è il Nome“; e Salmān al-Fārisī il Cancello“.
La religione alauita è segreta e gli alauiti non accettano convertiti, né la pubblicazione dei loro testi sacri. La gran parte degli alauiti conosce ben poco dei contenuti dei suoi testi sacri o della sua teologia, che è custodita gelosamente da una ristretta cerchia di iniziati maschi. All’età di 15 o 16 anni tutti gli uomini alauiti ricevono poche ore di corso di iniziazione ma da quel momento sta a loro decidere se vogliono diventare studenti di religione, associarsi ad uno Shaykh e cominciare il lungo processo di iniziazione e il corso di studi della religione.
●La religione alauita sembra basarsi sullo gnosticismo e sul neoplatonismo. Secondo la fede alauita, tutte le persone erano in origine delle stelle nel mondo della luce, ma caddero dal firmamento a causa della disobbedienza. Il mondo materiale è un luogo pieno di pericoli, nemici e impurità. Il male essenziale di questa esistenza presente può essere evitato con l’aiuto del divino creatore. Ogni alauita ha nella sua anima una parte della luce del divino creatore, cui si può accedere e che porta alla retta via e alla salvezza. I fedeli alauiti credono che si dovranno trasformare o rinascere sette volte prima di tornare ad avere un posto tra le stelle, dove Alì è il principe. Se meritevoli di biasimo, essi rinascono talvolta come cristiani o giudei, tra i quali rimarranno fino a quando l’espiazione sarà completa. Gli infedeli rinascono come animali.
●A causa della natura altamente sincretistica della religione, gli studiosi hanno sostenuto che l’alauismo è correlato al Cristianesimo gnosticheggiante e neoplatonizzante perché gli alauiti hanno una Trinitàbevono vino come possibile forma di comunione e riconoscono il Natale. Diverse fonti sostengono che i loro riti comprendono resti dei rituali sacrificali fenici.
●Anche se gli alauiti riconoscono i cinque pilastri dell’Islam, essi li considerano doveri simbolici e pochi li seguono, motivo questo perché la massima parte dei musulmani(sunniti e sciiti)considerino eretici gli alauitiGli sforzi di Hafiz al-Asad nel portare il suo popolo nella corrente principale dell’Islam compresero la costruzione di moschee nelle principali città alauite. Dei chierici riformatori hanno incoraggiato i seguaci alauiti a pregare regolarmente e a seguire i principi base dell’Islam. Bashār ha seguito il padre nello spingere la sua comunità a disfarsi della teologia e dei rituali intolleranti.
●L’insistenza sul conformismo ha portato a ricche ricompense politiche – gli alauiti godono di tutti i diritti dei musulmani in Siria e possono reggere l’incarico di Presidente della Repubblica, che deve essere ricoperto da un musulmano secondo la costituzione. Cionondimeno, gli alauiti hanno pagato un duro prezzo per il successo politico, negando la loro distintiva tradizione religiosa. In essenza, hanno rinunciato alla loro religione, o più precisamente, si sono convertiti all’Islam sunnita, per una partecipazione al potere politico e in ottemperanza al principio dell’uguaglianza all’interno della nazione.
●Tutte queste cose sono la prova per i sunniti che gli alauiti cercano tenacemente di essere parte dell’Islam e di essere esattamente come loro. Oggi gran parte degli alauiti conosce solo i principi dell’Islam sunnita perché vengono loro insegnati nelle lezioni obbligatorie di religione durante la scuola dell’obbligo. I testi scolastici siriani non fanno menzione della parola “alauita” né fanno riferimento alla diversità di credo e di pratica religiosa islamica. L’introduzione del sistema scolastico statale nella regione alauita, durante gli ultimi 50 anni, ha trasformato l’identità religiosa degli alauiti. Anche se sanno di essere differenti dai sunniti, non sanno esattamente in che modo lo sono.
Gli Asad si impegnano molto per assicurarsi che le differenti tribù siano rappresentate equamente nei posti di vertice dell’esercito, allo stesso modo in cui cercano di spartire gli incarichi governativi tra i vari gruppi etnici e religiosi della Siria.
Conclusione
Come si vede la Siria odierna è marcata profondamente dall’Alawismo, dal Baathismo riformato, dalla rivalità con il Waabismo saudita e con la Turchia. Essa ha cercato un’integrazione con i Sunniti e in un primo tempo anche gli Sciiti hanno concordato con l’Alawismo.
In secondo luogo anche gli Assad hanno costruito la Siria sulle basi dell’Alawismo, del Baathismo riformato e dell’integrazione soprattutto con i Sunniti ed anche con gli Sciiti. Il Cristianesimo è molto ben tollerato dal sistema neo-alawita siriano e dagli Assad.
Non è difficile capire perché (oltre il gas che si trova in Siria e l’alleanza tra quest’ultima con l’Iran) la Siria sia l’oggetto delle attenzioni degli Usa e d’Israele. Un sistema politico sociale ben funzionante che elimini la povertà nel Paese, inoltre nazionalmente e patriotticamente forte, unito ad un’economia fiorente e senza debito pubblico, ad una integrazione tra islam e cristianesimo, un governo “autoritario” (nel senso sano del termine) che rifiuta l’illuminismo e la decadenza rivoluzionaria dell’occidente, dà fastidio ai succhiatori di sangue che vogliono, come gli usurai, spingere le Nazioni prospere ad indebitarsi, a cadere nel caos della Sovversione rivoluzionaria e a diventare, così, loro schiave.
●Come andrà a finire questa ennesima “guerra dell’oro contro il sangue”? Dio solo lo sa, ma la Siria non è la Libia, essa è ben armata in sé ed in più è difesa dall’Iran, dagli Hezbollah, dalla Russia e dalla Cina.  Aspettiamo gli eventi, che non tarderanno a venire.
d. Curzio Nitoglia
22 agosto 2012
[1] Si veda, per esempio, la  condanna inflitta da Vladìmir Putin, per oltraggio alla religione, ad un anno e sei mesi di lavori forzati ad alcune cantanti rock, che in Russia avevano inneggiato dentro una chiesa canzoni blasfeme ed oscene. Ebbene gli Usa, l’Italia, la Francia, la Spagna e l’Inghilterra hanno condannato Putin e difeso le rockettare. Questa è la prova provata (“contra factum non valet argumentum”) di come l’occidente americanista, dopo aver corrotto la vecchia Europa, si volga a sovvertire le forze che – malgrado tutti i loro difetti – si oppongono ancora ai frutti avvelenati dell’Illuminismo liberale, libertario e libertino come la Russia di Putin, (che non è quella di Lenin-Stalin-Eltsin) ed una parte del Medio Oriente, il quale evita il fariseismo integralista dei Waabiti sauditi e cerca di portare avanti una politica sociale e nazionale forte, unita ad una ricerca di convivenza negli affari temporali tra cristianesimo e islam (alawita e salafita), come avviene in Siria, tramite il Partito Baath e come avveniva in Iraq, in Libia, ed in Tunisia.