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martedì 29 giugno 2010

PAPA:"L'UMANITA' E' A UN BIVIO,POSSIEDE STRUMENTI PER FARE DI QUESTO MONDO UN GIARDINO O RIDURLO AD UN AMMASSO DI MACERIE"

28 giugno 2010

Il Disastro BP e la Fine della Vita Come la Conosciamo

di John Doty Jr.



Questo è quanto. È finita. Preparatevi per l'anno più folle della vostra vita. 5 anni. 10 anni. Un giorno vi volterete a guardare la vita che facevate e penserete a come fosse facile, innocente. Siamo prossimi ad un collasso totale, sul bordo dell'abisso.
Se siete come la maggior parte delle persone probabilmente avrete già deciso che sto esagerando, senza nemmeno chiedervi perché sia giunto a queste conclusioni. Beh lasciatemi chiarire che anche io vorrei stare esagerando. Io non commercio mezzi di salvataggio o oro. Il mio lavoro non è a prova di recessione. Ho una famiglia.
Non è che mi sia svegliato oggi e fresco fresco mi sia detto in modo casuale che questa è la fine della vita come la conosciamo. Ho fatto molte ricerche, sforzandomi di prendere in considerazione solo fonti del tutto attendibili. Ebbene, le informazioni che sono emerse negli ultimi giorni non fanno che confermare i timori che quello che stiamo vivendo è in realtà un "Armageddon." E quando lo dico sono del tutto serio.

Ricapitoliamo. Il petrolio vomitato a 20.000 a 70.000 psi ha eroso altre pareti della stessa vena, in diversi settori. Questo significa che ormai abbiamo a che fare con un pozzo petrolifero letteralmente incontenibile, che sparge petrolio su tutti i fondali del Golfo. La copertura ha fallito. La tecnologia umana non può contenere un liquido espulso ad una pressione così enorme, soprattutto a tali profondità oceaniche. Semplicemente non possiedono una tecnologia appropriata alla risoluzione del problema.


I pozzi di soccorso sono essenzialmente inutili, dal momento che l'originale non può essere connesso ai nuovi, e continuerà a scaricare petrolio indipendentemente dal numero di altri pozzi scavati. Avevano bisogno di entrare nel tubo, riempire la vecchia vena di fango e cemento e poi dirottare il petrolio verso i nuovi pozzi. Mapoiché le pareti della vena crescono ogni giorno di diametro a causa della erosione, non c'è nulla da riempire. Questo perché ciò che resta del pozzo si sta disgregando, e giorno dopo giorno il petrolio trova nuove vie di fuga. Thad Allen, capo della Guardia Costiera, ha detto che il petrolio ormai non scorre più solo attraverso i canali perforati, ma è giunto "in comunicazione" con il fondo marino ed il fondale roccioso circostante.

 
Eh Già, questo è un bel problemone, ma purtroppo è solo la parte meno spaventosa. Solfuro di idrogeno, benzene, cloruro di metilene, e altri gas tossici stanno disperdendosi insieme al petrolio, in concentrazioni centinaia e migliaia di volte superiori rispetto a ciò che è considerato "sicuro" per l'uomo. Livelli letali. Presto gli uragani assorbiranno queste acque tossiche per poi restituirle sotto forma di pioggia. Letteralmente pioggia tossica. Fammi indovinare, la pioggia tossica non ti impressiona. La più grande minaccia tuttavia è già entrata in moto con le sostanze chimiche assorbite dalla atmosfera e portate in giro dal vento.
"La copertura mediatica del disastro BP fino ad oggi ha parlato di effetti deleteri principalmente per la fauna selvatica, ma l'ultima valutazione dei dati di monitoraggio dell'aria mostra una grave minaccia per la salute umana, messa a rischio dalle sostanze chimiche gassose disperse dal pozzo petrolifero." Istituto per gli Studi sul Sud,10 maggio.
Già prese singolarmente queste sostanze chimiche in queste concentrazioni sarebbero letali. Mescolate tra loro è veramente impensabile quali effetti potrebbero produrre.
La fragile economia statunitense, nel bel mezzo di un timido accenno di ripresa, stressata dalla guerra e da una spesa pubblica fuori controllo, non è attrezzata per gestire una catastrofe di tale portata. Nessun paese al mondo può farlo. Ricordate in che modo sono riusciti a gestire l'emergenza Katrina? Ebbene Katrina rispetto alla catastrofe in corso è una esercitazione antincendio.
Mi chiedo come faranno stavolta che dovranno gestire evacuazioni di massa di città e interi stati. Leggiquesto e questo. Quando incominceranno ad evacuare, i mercati ne risentiranno, e con essi la economia globale. Ciò causerà una crisi di fiducia del dollaro. I cittadini si ribelleranno, consapevoli di non avere più alcuna speranza di vivere una vita decente. Sarà poi dichiarata la legge marziale.
Non hanno alcuna possibilità di fermare quanto sta accadendo, in giro vi è solo una teoria circa la implosione della vena petrolifera. Eh, già, stiamo parlando didetonazioni nucleari della crosta terrestre sotto l'oceano.


Stai acquistando la merda prodotta da BP? I comunicati stampa fasulli minimizzano? Stanno mentendo attraverso la censura dei media e la distruzione delle prove. Se vi fidate di loro, avete qualche problema.
Traduzione a cura di Anticorpi.info
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Pubblicato da Alba kan. a 16:19 



APPROFONDIRE  QUI 



Giovanni Paolo II non ha mai nascosto questa sua preoccupazione per le sorti del nostro pianeta quando affermò nel solenne Atto di affidamento del nuovo millennio alla Beata Vergine Maria del 2000: «Oggi come mai nel passato l'umanità è ad un bivio; possiede strumenti che può fare di questo mondo un giardino, o ridurlo ad un ammasso di macerie». 



MESSAGGI DI NOSTRA SIGNORA DI ANGUERA BA (BRASIL)



Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace n°3337

26.06.2010


Amati figli, Sono la vostra Madre dolorosa e soffro per quello che viene per voi. Pregate. Non vi allontanate dalla preghiera. Ecco il tempo dei dolori per l'umanità. La morte passerà per la Costa del Golfo causando grande distruzione. Simile sofferenza accadrà nel vostro Brasile. Abbiate coraggio, fede e speranza. Conosco ciascuno di voi per nome e chiederà al Mio Gesù per voi. Non perdetevi d'animo. Avete ancora un lungo e spinoso cammino da percorrere. Cercate forze in Gesù. Accogliete e testimoniate il Vangelo del Mio Gesù. L'umanità ha bisogno della vostra coraggiosa testimonianza. Aprite i vostri cuori al Signore e sarete vittoriosi. Avanti. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per vermi permesso riunirvi quì ancora una volta. Io vi benedico, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Restate in pace.

Fonte: 
http://www.escatologia.it/APPELLIURGENTI_2010.htm

lunedì 21 giugno 2010

EUGENIO BENETAZZO E' DA MO CHE LO DICE A DESTRA E MANCA !! ORA CI SONO ARRIVATI ANCHE I POLITICI !!! MEGLIO TARDI CHE MAI !!!

GUARDATE PREGO, I VOLTI STUPITI DEI POLITICI PRESENTI!!!!

Fonte: http://www.asca.it/news-MANOVRA__PDL__PROSTITUZIONE_LEGALE_IN_CASE_CHIUSE_E_OBBLIGO_PROFILATTICO-925324-BRK-.html



 QUI LE PROPOSTE DI EUGENIO BENETAZZO FIN DAL LUGLIO 2009, IL PROF.MARIO SEGNI CHIEDE AD EUGENIO COSA PROPONE........GLI CONVENIVA LEGGERLO SIN DAL 2008..........

LEON ZINGALES ALIAS IL CIGNO NERO: FEDE,SPERANZA,CARITA', LA GOSPA E CRISTO...... ECCO CHI SALVERA' QUESTA UMANITA'!!!

DOMENICA 20 GIUGNO 2010



IL PIFFERAIO MAGICO

Il principe di questo mondo è menzognero ed omicida fin dalle origini. Tramite le bugie seminate dai suoi servi ha raccolto la propria messe di pesci inebetiti con l’inganno: ora sta alzando le reti per una pesca che si promette essere copiosa.

L’uomo, completamente asservito al denaro e con la coscienza assopita, prima è stato addormentato e poi ubriacato. Il veleno è stato coperto da una capsula di miele, ma il gusto di mandorla si avverte sempre di più.
Strumenti di distruzione di massa sono stati creati di proposito: derivati, prodotti strutturati, banche d’affari. Come piovre, con i propri forti tentacoli, hanno stritolato l’economia reale fino a renderla esangue. Il cappio è stato stretto con crudele cattiveria, ma ormai l’ultimo respiro si avvicina: il pugnale è pronto ad essere addentrato per annullare ogni timida resistenza.

Gli uomini grigi, fedeli accoliti del grande impostore, in un’orgia di piacere e di sfrenate ambizioni, si stanno prodigando, con crescente ferocia, in speculazioni che, come putridi miasmi, diffondono povertà e demoliscono l’umanità.

Tutto quanto coperto e giustificato da accademici, tristi omuncoli asserviti a teorie della dissoluzione. Con la medesima arroganza con la quale hanno seminato la zizzania, stanno raccogliendo con vanitosa soddisfazione il propagarsi della distruzione. I marinai della barca delle impurità hanno raggiunto tutti i posti di potere: la scimmia sulfurea ha sempre distribuito onori e glorie terrene ai suoi seguaci. Farebbe ben altro per strappare le anime a Colui che ha versato il proprio sangue per la Redenzione.

Il pifferaio magico ha suonato la danza della morte: tramite la menzogna ha trasformato l’orribile canto in un suadente e soave suono incantatore che ha pervertito i sensi. Gli uomini, trasformati in animali e guidati dagli istinti di potere, in moltitudini hanno seguito il canto delle sirene: ora il burrone è vicino e le prime fila iniziano già a precipitare tra grida di dolore ed urla di disperazione.

Evitate di pensare alla salvaguardia dei vostri risparmi: si avvicinano tempi in cui qualcosa di molto più importante è in gioco. Non ci si può nascondere per la salvaguardia del quieto vivere, non è il tempo delle talpe: i figli della verità si scontrano con i figli della menzogna. Gli schieramenti si stanno spiegando: la battaglia cruciale si avvicina.

I figli della luce non abbiano alcuna paura. Nel cielo vi è una stella che brilla squarciando l’oscurità della notte dello spirito: basta preservare Fede, Speranza e Carità rivolgendo lo sguardo orante verso le colline di Medjugorje. Le armi della Regina della Pace sono invincibili: umiltà, digiuno e preghiera.


P.S. Il post è nato discutendo, in perfetto accordo di idee, con Pasquale Pizzimenti (anch’ egli Docente di ruolo di Matematica e Fisica) che frequenta con me il Dottorato di Ricerca in Matematica presso l’Università di Messina.
Medjougorje: Mirjana parla dalla sua casa ai pllegrini italiani. Domande e

venerdì 11 giugno 2010

COSA E' LA TRANSUSTANZIAZIONE? E' IL MISTERO DELLA FEDE CRISTIANA, MA DOMANDIAMOCI: SENZA DIO DOVE SIAMO ARRIVATI? ALLO SFASCIO!!




La parola “transustanziazione” è quasi scomparsa dal vocabolario cristiano. Eppure c’è una festa cattolica, quella del “Corpus Domini” di pochi giorni fa, che nasce proprio da lì, dalle controversie attorno alla “presenza reale” di Gesù nel pane e nel vino eucaristici, dai dubbi di un sacerdote boemo mentre celebrava la messa a Bolsena, dal miracolo che l’ha riportato alla fede, da quell’altro miracolo che fu il duomo di Orvieto costruito per custodire il corporale insanguinato dall’ostia.

Francesco Arzillo, magistrato amministrativo di Roma molto ferrato in filosofia e teologia, ci invia questa sua riflessione sul concetto di “sostanza” applicato all’eucaristia:

LA “SOSTANZA” DEL MISTERO

di Francesco Arzillo

La ricorrenza della solennità del Corpus Domini sollecita una breve riflessione sulla necessità di una corretta presentazione di quello che è il culmine della divina economia della grazia: culmine che non si può comprendere solamente come evento, come atto salvifico, perché si perpetua nella stabile presenza presso di noi della sostanza di Cristo sotto le specie del pane e del vino.

Questo linguaggio appare oggi meno diffuso, perché l’enfasi corrente sul dipanarsi storico del Mistero tende a far passare in secondo piano l’impiego della categoria di “sostanza” sia nel discorso trinitario sia in quello eucaristico.

La sostanza, vertice “individuo” della densità del reale da Aristotele in poi, suona oggi come qualcosa di fissisticamente opposto alla vita: si tende a pensare la vita come entità totale, come una sorta di flusso al quale tutti parteciperemmo (col rischio di cadere nelle varie forme – più o meno orientaleggianti – di panteismo).

Ma la vita non esiste come totalità. Non è la vita che vive, sono i singoli enti (le singole sostanze) che sussistono e che vivono. E quindi, pur con le necessarie cautele di un linguaggio analogico, anche la categoria di sostanza si applica bene alla teologia e alla predicazione.

Dio non è la totalità della natura. E Cristo non è una sorta di inglobante cosmico (come potrebbe far pensare un’errata immaginazione applicata alla dottrina paolina della ricapitolazione in Cristo): la sua presenza nell’ostia è sostanziale e perciò diversa dalle altre forme di presenza reale nella Chiesa e nel mondo.

Cristo è presente nell’ostia (e solo nell’ostia) come lo è in cielo, in una maniera ontologicamente unica.

È significativo rilevare come uno dei maestri della spiritualità del Novecento, Divo Barsotti, che come pochi altri ha penetrato il Mistero nel suo dispiegarsi storico e liturgico, abbia recisamente affermato che l’aspetto fondamentale del mistero eucaristico è proprio quello della presenza reale.

Ora, questa presenza è veramente e radicalmente reale perché sostanziale. Il ricorso alla nozione di transustanziazione è quindi imprescindibile: ogni altra spiegazione rimane al di qua della radicalità del dono.

Il linguaggio ontologico non contraddice quello economico-salvifico: lo rivela e ne custodisce appieno la pregnanza.

Il confronto con i fratelli separati dell’Oriente cristiano, poi, non esclude affatto questo tipo di impostazione: anche se tra loro è diffuso il più generico termine “metabolè” (cambiamento), una maggioranza di teologi (da Gennadio Scholarios a Pietro Moghila, fino ad Androutsos nel Novecento) fa riferimento alla “metousìosis”: termine che corrisponde alla transustanziazione cattolica e che ricorre negli atti del Concilio di Costantinopoli del 1691, recepiti anche dalla Chiesa ortodossa russa (utili informazioni sul tema si rinvengono in Pier Giorgio Gianazza, “Temi di teologia orientale. 1″, Bologna, EDB, 2010; Karl Christian Felmy, “La teologia ortodossa contemporanea”, Brescia, Queriniana, 1999).

Una sospetta forma di reverenza, unita a un malinteso personalismo filosofico, sembrerebbe voler evitare il rischio di una quasi-cosificazione del Mistero: rischio che peraltro non sussiste se la dottrina della transustanziazione viene compresa nel suo retto significato ontologico (“sostanze” non sono solamente le cose, ma anche le persone).

Rimane, è vero, lo stupefacente nascondimento del Signore sotto le specie del pane e del vino. Nascondimento che tuttavia rivela fino in fondo l’abbassamento condiscendente del Dio cristiano, rivolto alla piena salvezza dell’uomo.

Proprio in questa linea si può comprendere come un dono che fosse meno che sostanziale non sarebbe assoluto e totale, come invece è il dono dell’amore di Dio per noi, nel quale ultimamente consiste l’eucaristia: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).

Scritto lunedì, 7 giugno, 2010 alle 16:53 nella categoria General. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti sono momentaneamente chiusi, puoi comunque fare untrackback dal tuo sito.
One Response to ““Transustanziazione”. Quando la teologia si fa assalire dalla realtà”



[...] “Transustanziazione”. Quando la teologia si fa assalire dalla realtà [...]


lunedì 7 giugno 2010

ASSUNTINA MORRESI : IL LIVORE E' UN CATTIVO CONSIGLIERE ( A PROPOSITO DI RU486)




 3 Giugno 2010

Da Avvenire (inserto È vita)

Flamigni & Melega, la figuraccia che ti aspetti

di Assuntina Morresi



copertina RU486_2.jpg
Il livore è un cattivo consigliere: confonde le idee, e spesso fa dire cose imbarazzanti. Di solito spunta fuori quando non si hanno argomenti a sostegno delle proprie tesi, ma non lo si vuole ammettere. E allora ci si arrabbia, e per denigrare coloro ai quali non si riesce a controbattere si usano mezzucci, che però spesso si ritorcono contro chi li attua. È quello che è successo a Carlo Flamigni e Corrado Melega, che in un recente libro sulla Ru486 (Non tutte le streghe sono state bruciate, edizioni L’Asino d’oro) invece di rispondere alle domande ancora aperte sull’aborto farmacologico, tentano di delegittimare chi in questi anni ne ha denunciato le ombre e i pericoli.

Illustrare questi mezzucci retorici è un po’ patetico, ma credo vada fatto, per capire a quali livelli si arriva pur di evitare di ribattere portando argomenti e documentazione, con il necessario rispetto per l’interlocutore.



Per esempio, i due autori, ogni volta che citano Eugenia Roccella e chi scrive, in particolare come autrici del libro La favola dell’aborto facile, miti e realtà della pillola abortiva Ru486 (edito da Franco Angeli), parlano di «due signore», fingendo di dimenticare i rispettivi incarichi professionali. Insomma: la «signora Morresi», e non una docente universitaria di chimica fisica; «la signora Roccella», e non il sottosegretario alla Salute. Il riferimento è così insistito da risultare ridicolo, ma l’intenzione è chiara: due«signore» vuol dire, nel lessico maschilista degli autori, due donne sfaccendate senza alcuna competenza. Il povero Flamigni, in realtà, è già incappato in una figuraccia a causa del suo velato classismo: in un vecchio articolo sull’Unità spiegò che Roccella & Morresi non sapevano fare i conti, e per dimostrarlo utilizzò un esempio basato su cameriere che rubano (citazione letterale: «Se si hanno cento cameriere, e si sa che solo il 4% di loro è onesto...»). Figuraccia doppia, perché i suoi esempi di calcolo erano clamorosamente sbagliati, come dimostrò con facilità un divertente articolo sul Foglio.



Tornando alla Ru486, i risultati delle sperimentazioni sulle donne dei Paesi terzi, le diverse stime di efficacia del metodo e la lotta di tante donne contro la pillola abortiva, a partire dagli scritti di femministe americane, docenti universitarie – ma forse anche loro solo «signore» – come Renate Klein, Janice Raymond, e Lynette Dumble, sono solo alcuni dei temi affrontati nel citato libro sulla «favola dell’aborto facile». Temi che però non vengono mai menzionati da Flamigni e Melega, i quali preferiscono ignorare le obiezioni e si dedicano a commentare la morte delle donne a seguito di farmaci abortivi con molte censure e imprecisioni. Qualche esempio. Parlando della mortalità per aborto chimico, e sostenendo che «non è più elevata di quella da aborto chirurgico», si omette di citare il fondamentale articolo apparso sul New England Journal of Medicine nel dicembre 2005, in cui si chiarisce che, confrontando correttamente i metodi, la mortalità per aborto medico è dieci volte superiore a quella per aborto chirurgico. 



Vorrei ricordare che in ambito scientifico chi contesta un dato non lo ignora: lo cita e cerca di spiegare perché non lo considera valido.



I due spiegano che «sembra ormai certo» che le morti da Clostridium Sordelli – il batterio letale associato all’azione della Ru486 – «siano collegate con la somministrazione endovaginale delle prostaglandine»: evidentemente non hanno letto, nella letteratura scientifica, che l’ultima donna morta per questo tipo di infezione aveva preso la prostaglandina per bocca, e dunque la correlazione non può essere affatto data per certa. È bene ricordare che le morti dopo i farmaci abortivi sono state rese pubbliche dopo anni di complesse ricerche, grazie anche al nostro libro, e dopo che il Ministero del Welfare ha espressamente chiesto i dati alla ditta produttrice della pillola abortiva: sarebbe interessante sapere se e quando Flamigni e Melega si siano occupati dell’argomento prima di allora. 



La coppia di autori afferma che la descrizione delle morti del nostro libro«ricorda in modo ammirevole i romanzi di Liala», e che «la stampa cattolica ha chiamato a testimoniare gli afflitti genitori delle ragazze scomparse...». Qualcuno dovrebbe spiegare ai due che l’ironia in questo caso è davvero fuori luogo: dovrebbero avere il coraggio di scrivere queste cose ai genitori di Holly Patterson (18 anni), alla madre di Rebecca Tell Berg (16 anni) e a tutti gli altri familiari che hanno denunciato pubblicamente quelle morti, non certo su suggerimento della stampa cattolica italiana ma cercando un ascolto che troppo spesso veniva loro negato.



Lo stile del nostro libro non deve essere poi tanto simile a quello rosa di Liala, se gli autori aggiungono che «le signore Roccella e Morresi fanno qualche riferimento – un po’ gran-guignolesco, a dire il vero – allo sgomento che coglie un gran numero di donne che, abortendo nella fredda desolazione del proprio bagno, scoprono che quello che è stato appena espulso dalla loro vagina è il loro bambino, proprio lui, il cadavere di colui che hanno tradito e ucciso: portano, a riprova di ciò, persino dati della letteratura medica. E lasciano capire che quel piccolo cadavere è loro familiare, forse assomiglia addirittura un po’ al loro papà, cosa che fa sempre molta tenerezza». Frasi che si commentano da sole. Bisogna però considerare che a scrivere così è anche il presidente della Commissione regionale Percorso nascita dell’Emilia Romagna, cioè Melega, il che non fa onore alla sanità emiliano-romagnola. Invito comunque i due autori a indicare i passi del libro che risentono di accenti «gran-guignoleschi». Avrei voluto riferirmi anch’io ai due autori come ai «signori» Flamigni e Melega, ma ho resistito alla banale tentazione. Piuttosto, chiedo loro un dialogo pubblico sulla pillola abortiva e sui rispettivi libri. Proviamo a fare davvero un confronto tra signori.



Fonte: 
http://www.stranocristiano.it/2010/06/il-livore-e-un-cattivo-consigliere-a-proposito-di-ru486/

sabato 5 giugno 2010

SOCCI CI RAMMENTA CHE ABBIAMO ANCORA "LA MEGLIO GIOVENTU' " TRASPARE LA FEDE DELL'UOMO NELLA SOFFERENZA PER LA FIGLIA CATERINA

Caterina a Loreto…

di Antonio Socci





la Santa Casa di Loreto



5 GIUGNO 2010 
La meglio gioventù è in cammino nella notte del nostro tempo. Sabato andrà a Loreto, verso la piccola e povera casa di Maria di Nazaret dove – con l’Annunciazione – sorse il sole che squarciò le tenebre delle nostre vite.
E’ uno spettacolo da non perdersi e i nostri media sicuramente lo perderanno.
La bella gioventù, migliaia di bei volti – l’anno scorso erano 60 mila (ripeto: sessantamila!) – in silenzio o in preghiera, sfileranno veloci nella notte fra il 12 e il 13 giugno nelle dolci campagne marchigiane verso l’abbraccio di colei che è eternamente giovane ed eternamente bella e che li aspetta, tutti, uno ad uno.
Sono le campagne di Giacomo Leopardi (Recanati e lì) e tutti questi giovani hanno nel cuore le grandi domande della sua poesia e quella sua nostalgia dell’Infinito. Che si è fatto Uomo.
Mia figlia Caterina ogni anno andava dalla Madre di Cristo, percorrendo nella notte i 32 chilometri che separano Macerata da Loreto, con i suoi amici universitari di Comunione e liberazione.
Quest’anno per la prima volta non ci sarà. Dal 12 settembre – quando il suo cuore si fermò – sta attraversando un’altra notte, ma siamo certi che anche questo cammino finirà in un bel mattino, fra le braccia della Madonna, dove tutti i destini e tutte le strade trovano la loro meta.
Lei che è la grande soccorritrice, la “Salus infirmorum” e che già ha protetto la vita di Caterina, quel 12 settembre, facendo di nuovo battere il suo cuore, la risolleverà.
Il caso vuole, peraltro, che il pellegrinaggio quest’anno si svolga proprio il 12 giugno, a nove mesi esatti dal dramma di Caterina. E che sia un sabato (giorno di Maria), come il 12 settembre, che il pellegrinaggio cominci a quella stessa ora in cui Caterina cadde “morta” in terra, le 20.30 e che sia la festa del Cuore Immacolato di Maria, al quale Caterina era affidata e al quale il Papa ha consacrato la Chiesa e l’intera umanità.
La consacrazione a Cristo
Quante volte, alla fine del lungo cammino, Caterina, a Loreto ha recitato, insieme a migliaia di amici, l’Atto di consacrazione che chiude il pellegrinaggio: l’ “Atto di Consacrazione della nostra vita a Cristo attraverso Maria, perché la Chiesa diventi sorgente di vita nuova per tutti i popoli”.
Ecco la preghiera che viene recitata dai 60 mila giovani:
“Maria, tu sei la Madre di Cristo, Madre della Comunione che Tuo Figlio ci dà, come dono sempre nuovo e potente, che è un gusto di vita nuova. Attraverso di Te noi perciò consacriamo tutto noi stessi, tutte le gioie e le sofferenze che Tuo Figlio sceglie per noi e la nostra stessa vita, affinché Tu diventi la Madre della Vita e Cristo doni a tutti gli uomini lo stesso gusto di vita nuova che ha donato a noi, Amen”.
Come non pensare che attraverso l’offerta delle loro sofferenze il Signore della storia salvi il mondo e riversi un fiume di benedizioni e di grazia sull’umanità smarrita?
E’ stato il Papa, in una sua enciclica, a ricordare che “è grazie a pochi sconosciuti che il mondo vive” e a Fatima – parlando di Giacinta e Francesco – ci ha indicato nella loro offerta di sé e della propria vita, la potentissima arma con cui Dio fa vincere l’amore sul Male che è scatenato nel mondo.
Così, anche se quest’anno a Loreto Caterina non ci sarà fisicamente, sarà portata nel cuore e nelle preghiere da tanti suoi amici che chiederanno alla Vergine di guarirla per farla tornare l’anno prossimo.
E arrivando si accorgeranno che Caterina (come ogni sofferente) c’è, misteriosamente, anche quest’anno, lì fra le braccia della Madonna, con la testa appoggiata al suo cuore….
In tanti ogni anno sono commossi da questo lungo fiume di giovinezza, da questo popolo in cammino.
E tanti, per vie sconosciute a noi, saranno colpiti, vedranno sorgere l’aurora della loro buia vita, grazie al sacrificio di chi si consacra a Cristo attraverso Maria e si offre per la salvezza del mondo. Perché è come offrirsi in riscatto per dei prigionieri, per liberare degli schiavi.
Oasi
E’ stupefacente che vi siano luoghi al mondo dove dei giovani sono educati a questo slancio verso l’infinito, dove si innamorano della Bellezza e della Purezza abbracciandoli con la scelta di una vita eroica (l’umile vita quotidiana).
Il pellegrinaggio della tradizione cristiana da secoli esprime questa sapienza antica. Ci fa capire che la vita non è un girovagare senza meta, dove quindi i passi non hanno senso e non hanno valore e la vita è inutile.
No, la vita non è un vagare annoiato nella notte, ma è un camminare lieto e certo, assieme a dei fratelli, verso una casa, verso Casa. E’ un camminare nella notte verso l’alba di un abbraccio di Madre che ti aspetta.
Tradizione che rinasce
Questo pellegrinaggio cominciò nel 1978, anno dell’elezione di Giovanni Paolo II, su proposta di don Giancarlo Vecerrica, insegnante di religione, ai suoi studenti.
Don Giancarlo, che era il sacerdote di CL a Macerata, lo propose come gesto di ringraziamento alla Madonna alla fine dell’anno scolastico. Era un’antica tradizione che si era persa nel tempo, soprattutto in quegli anni Settanta.
La prima volta parteciparono in trecento, perlopiù di Macerata. Sembravano già tantissimi. Oggi superano sessantamila, da tutta Italia. E il 19 giugno 1993 il pellegrinaggio ha avuto addirittura la visita di Giovanni Paolo II che, alla partenza del cammino notturno, consegnando la Croce, lasciò ai pellegrini questo compito:
“Ora affido a voi, cari giovani, la Croce che vi farà da guida al vostro Pellegrinaggio al santuario di Loreto. Imparate dall’esperienza di questa notte a seguire, anche sulle strade del vostro quotidiano cammino, la Croce di Cristo, nella quale è salvezza, vita e resurrezione”.
Da quel giorno quella stessa Croce ogni anno sta in cima al pellegrinaggio che si conclude in un’atmosfera davvero commovente. L’anno scorso Caterina stava proprio dietro la Croce.
Il pellegrinaggio alla casa di Maria, fra i poveri mattoni dove lei ricevette l’annuncio dell’Angelo, dove il Verbo si fece carne e venne ad abitare fra noi, è antichissimo.
Nella parte della casa di Maria rimasta a Nazaret sono stati trovati antichi graffiti di pellegrini dei primi secoli, uno dei quali, sotto il disegno di una barchetta, recita: “Siamo venuti dalla Bella Ragazza”.
In effetti tutti coloro che, nelle apparizioni moderne, da Lourdes a Medjugorje, hanno visto Maria faccia a faccia, concordano nel testimoniare che si tratta di una bellezza sconvolgente, che non ha eguali sulla terra e che perfino le più famose bellezze celebrate dai mass media sembrano misere al confronto.
La bellezza della Vergine e la sua eterna giovinezza (nelle apparizioni è sempre una ragazza sui 18 anni) non ha un significato semplicemente estetico.
Lei, unica con Gesù a essere nella gloria col suo stesso corpo di carne, preannuncia così a noi l’eterna giovinezza a cui siamo destinati con la resurrezione.
Dicevo delle due parti di quella casa di Maria perché a Nazaret c’è ancora la grotta scavata nella roccia che costituiva una parte (è contenuta nella Basilica dell’Annunciazione).
Ma appoggiata alla pietra stava un piccolo locale in muratura che è quello che dal 1294 (dopo che i crociati furono sconfitti e cacciati) si venera a Loreto.
Scienza e miracoli
La tradizione dice che fu portata in Italia dagli angeli e si è pensato finora che sotto la leggenda vi fosse in realtà la potente famiglia Angeli – o De Angelis – che avrebbe organizzato il trafugamento e il trasporto della casupola.
Tuttavia gli studi tecnici sulla struttura e i materiali della casa, che confermano la compatibilità con una provenienza mediorientale e con l’epoca di Gesù, ultimamente hanno evidenziato che la casetta, che non ha fondamenta ed è appoggiata su una pubblica via, sopra un arbusto, mai sarebbe stata smontata e rimontata e alcuni dettagli della sua comparsa in quel luogo non sono compatibili con un trasporto umano per nave.
In fondo gli angeli esistono…
Quel che conta è che lì, fra poverissime mura, cambiò la storia dell’umanità e la vita di tutti. E lì sorge il sole.