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martedì 31 gennaio 2012

ALBERTO GOFFI CI PRESENTA " E'QUI L'ITALIA?"


UN CONVEGNO PUBBLICO

“rivolto agli onesti”

venerdi 10 febbraio 2012 - ore 18,00

Varese

Convitto De Filippi sala Montini

GIOVANNI ZIBORDI HA FATTO DUE CONTI SULLE TASSE DELLE MULTINAZIONALI E LE HA COMPARATE CON LE PICCOLE AZIENDE IN ITALIA....IL TROPPO STROPPIA VERO???


     


  • 31 Gennaio 2012 02:13 
    argomento: Fisco e Tasse 


    Monti sta affossando l'economia: "la fiducia dei consumatori cade al livello più basso dal 1996..", il Fondo Monetario ha appena abbassato la stima per l'Italia a -2.2% di PIL nel 2012, questo nonostante la stima per l'economia mondiale sia del +3% e se il FMI dice -2.2% probabilmente pensano ad un -3% di PIL come ha scritto un mese fa DeBenedetti. Il mio piccolo modello direbbe anche un -4% di PIL però, perchè gli ultimi dati sono che il credito nell'euro area e in particolare in Italia si sta riducendo del 2-3% (non è mai successo, per venti anni è sempre cresciuto dal 5 al 10% annuo). Il calcolo è semplice: lo stato con Monti aumenta le sue entrate rispetto alle spese di quasi un 4% di PIL, il deficit estero è un 2% di PIL e il credito cala di un altro 2-3% di PIL...Il deficit del settore privato può essere dell'8% del PIL. Lo si può compensare solo attingendo ai risparmi, ma questo per non più di un 2-3%, ergo il PIL italiano può crollare anche del -4% nel 2013. 

    L'elite parla solo del "deficit pubblico", hanno firmato oggi un Trattato Europeo che impegna a ridurre il deficit pubblico allo 0.5% di PIL follia allo stato puro. Intanto il settore privato in Italia avrà un deficit nel 2012 del 7-8% di PIL... questo è l'unico "deficit" che conta razza di idioti, perchè sono decine di migliaia di fallimenti in arrivo, aziende e attività che una volta che hanno chiuso poi le fanno riaprire Monti ed Equitalia ? 

    Mario Monti, Passera, Befera di Equitalia e il coro dei giornali e televisioni applaudono la caccia all'evasore, che con le aliquote e tasse attuali significa inchiodare un autonomo e un impresa in Italia a pagare dal 40 al 60% di tasse. Questa repressione ha un pesante impatto negativo sull'economia. 

    L'America va meglio invece ad esempio perchè le sue imprese evadono di più legalmente le tasse.Le grandi aziende multinazionali pagano in media il 28% di tasse ad esempio in America (in Italia non ho i dati), incluse le tasse locali e non perchè in America le aliquote siano tanto più basse che in Italia, ma piuttosto perchè hanno studi di avvocati, fiscalisti e lobbysti a disposizione. Nel 2010 su 1,100 miliardi di utili le società dell'S&P 500 hanno pagato solo 322 milioni di dollari di tasse (il 28%) 

    Se un commerciante, artigiano, professionista o piccola impresa in Italia riesce a pagare in Italia su 100 mila euro di entrate 28 mila euro di tasse, come fanno le multinaziionali americane, risulta un evasore e ora forse finisce anche sui giornali, additato come ladro dal presidente del Consiglio Monti. Invece General Electric, Yahoo, Amazon, Ebay, TimeWarner che hanno pagato ad esempio negli ultimi cinque anni meno del 10% di tasse sono esempi positivi del fatto che "all'estero invece si pagano le tasse" (secondo gli idioti che scrivono sui giornali). 

    Prima che sia troppo tardi le imprese e gli autonomi dovrebbero lanciare la rivolta fiscale, rifiutandosi di versare più del 28%. Lo slogan sarebbe : "paghiamo quanto le multinazionali, ma non di più.." 

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    La Tassazione di una Srl
    di Lanci
    - 31/01/12

    Quanto Pagano di Tasse ?
    di Moderatore
    - 31/01/12

VOGLIAMO FARE IL GIOCO DI CHI VUOLE RIDURRE LA POPOLAZIONE MONDIALE? RECUPERO SPLINDER, QUESTO POST NON CI E' FINITO PER CASO SULLA HOME, E' STATO MESSO !!!

11 agosto 2010

LA VITA NEGATA

Aborto, ecatombe mondiale

  un figlio a tre mesi !!! NON UN FETO, UN FIGLIO !!!!!

Una ecatombe di dimensioni inimmaginabili. È questa la sensazione immediata – che si accompagna alla naturale difficoltà di reperire dati ufficiali, omogenei e recenti – quando l’intento è mettere assieme le statistiche sull’aborto volontario in tutto il mondo. Complessivamente, i dati mondiali parlano di una stima di ben oltre 30 aborti ogni 100 bambini nati: quasi una gravidanza su quattro interrotta volontariamente, per un totale di oltre quaranta milioni di aborti all’anno. 


Oltre ai numeri assoluti, molto significativo è il dato che va sotto il nome di rapporto di abortività, ovvero il numero di aborti ogni 100 nati vivi. Un numero che, Paese per Paese, fornisce l’immediata fotografia della tendenza al ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza. E mentre in Italia si conferma un lentissimo calo – ribadito dagli annuali dati ministeriali diffusi lunedì – esistono angoli del pianeta dove quella dell’aborto è una tragedia che, lungi dal rallentare, sostanzialmente fuori controllo.


Quanto alla situazione europea, le raccolte di dati più omogenee sono quelle fornita dall’Organizzazione mondiale della sanità e del Guttmacher Institute, organico alla stessa Oms. Le statistiche che immediatamente si impongono sono quelle dell’Est europeo che nel 2003 ha raggiunto un picco di 103 aborti ogni 100 bimbi nati vivi, a significare che più di una gravidanza su due è stata interrotta volontariamente. Nel dettaglio impressionano i numeri degli anni ’90, con picchi di Romania (oltre 300 aborti ogni 100 nati vivi), della Federazione Russaa (oltre 200), della Bielorussia e dell’Ucraina (intorno ai 150). La tendenza attuale è quella di un brusco calo, ma i numeri più recenti degli aborti ufficialmente censiti dall’Oms sono ancora altissimi: 95 aborti ogni 100 nati vivi in Russia, 45 in Ungheria e Bulgaria, 55 in Romania, 32 in Slovacchia, con solo Repubblica Ceca e Ucraina avviatesi verso la "normalità" (meno di 30 aborti ogni 100 nati vivi). Per quanto riguarda la penisola scandinava, è il dato della Svezia a risaltare: dal 1997 un rapporto di abortività che staziona attorno ai 35 aborti ogni 100 nascite, contro i 26 della Norvegia e i 18 della Finlandia. Nel resto d’Europa da segnalare l’inesorabile ascesa del rapporto di abortività in Spagna, più che raddoppiato – da 11 a 23 – negli ultimi 20 anni, e i numeri di Francia e Regno Unito, assestatisi ormai da anni ben al di sopra dei 25 aborti ogni 100 nascite.

Uscendo dai confini europei, è il Guttmacher Institute – un centro che si dedica allo studio e alla diffusione della salute sessuale e riproduttiva a livello mondiale – a fornire dati più omogenei e dettagliati. In una pubblicazione del 2007, che ha il pregio di aggregare una mole di numeri assai consistente, viene riportato un rapporto di abortività per gli Stati Uniti pari a 31 aborti ogni 100 nati vivi, in linea con quello del Canada, mentre per Cuba si raggiunge la stratosferica cifra di 109 (ovvero, sono più le gravidanze interrotte di quelle portate a termine).

Per Cina e Giappone si registrano rapporti di abortività rispettivamente di 41 e 28. A proposito di Stati Uniti e Cina, impressionano i numeri assoluti: rispettivamente ben oltre il milione e addirittura i sette milioni di aborti l’anno. È ancora il Guttmacher Institute a parlare di un rapporto di abortività di circa 17 su 100 nati vivi per l’Africa, con punte di 24 nella parte meridionale del continente. 34 gli aborti ogni 100 nascite in Asia, con picchi di 51 per la zona orientale. America Latina e Caraibi si attestano intorno a una rapporto di abortività pari a 35, media tra i numeri più bassi dell’America centrale e quelli altissimi di regione caraibica (42) e Sud America (38). E c’è chi si batte a livello internazionale per estendere il «diritto all’aborto»...

RUSSIA, PRIMA LA CARRIERA: COME IN OCCIDENTE

Russia l’aborto è consentito entro la 28ª settimana quando per la madre si configura il rischio di vita, per preservare la salute fisica e mentale della donna, per ragioni socio-economiche e nel caso in cui il feto sia malformato. I dati del 2006 resi disponibili dall’Oms riportano un rapporto di abortività in continuo calo, ma ancora su livelli altissimi: 950 aborti ogni 1000 nati vivi contro i 1500 di inizio millennio. Statistiche ancor più recenti calcolavano 670 aborti ogni 1000 nascite, con oltre due milioni di aborti ogni anno. Nonostante l’aumento continuo del numero di nascite, i demografi considerano ancora la situazione allarmante. Sergei Zakharov, vicedirettore dell’Istituto di demografia dell’Università di Mosca, ha affermato che sono solo l’8% gli aborti praticati per ragioni economiche. Con l’avvento dei valori occidentali in Russia, sempre secondo Zakharov, oggi la maggioranza delle donne sceglie di abortire perché antepone carriera e realizzazione personale ai valori della famiglia.

ROMANIA, UN FENOMENO FUORI CONTROLLO

Romania l’aborto si può praticare nelle prime quattordici settimane se esistono problemi psico-fisici. Oltre quel limite temporale l’interruzione di gravidanza è legale solo per ragioni terapeutiche. Il numero riportato dall’Oms è di 128 mila aborti nel 2008, un’enormità se rapportato ai 22 milioni di abitanti. Nel giugno del 2008 destò scalpore la notizia del via libera all’aborto per una bimba di 11 anni la cui gravidanza era frutto di una violenza subìta dallo zio. La bimba era alla 21ª settimana, ma fu dato il permesso per preservare la sua salute mentale. Prendendo spunto dalla vicenda, Marie Stopes International – organizzazione attiva nell’ambito della «pianificazione familiare» – chiese una revisione in termini più permissivi della legge. Nel 2007, il film «4 mesi 3 settimane e 2 giorni» del regista rumeno Cristian Mungiu ridestò il dibattito sull’aborto clandestino nell’era Ceausescu. E vinse il Festival di Cannes.

SVEZIA, NUMERI RECORD DA 20 ANNI E SELEZIONE IN BASE AL SESSO

Svezia l’aborto si può praticare entro le 18 settimane di gravidanza su richiesta della donna, quando si configurino rischi per la salute psico-fisica o malformazioni del feto. È richiesto un colloquio con un assistente sociale, mentre oltre le 18 settimane il via libera per l’interruzione di gravidanza deve essere fornito dal Consiglio nazionale della sanità e del welfare. La sezione europea dell’Oms fornisce dati che per la Svezia mostrano un rapporto di abortività che dalla fine degli anni ’90 è assestato costantemente tra i 340 e i 350 aborti ogni 1000 bambini nati. Proprio il Consiglio nazionale della sanità nel maggio dell’anno scorso ha aperto le porte all’aborto per la selezione del sesso del nascituro. La richiesta proveniva dall’ospedale di Mälaren, dove i medici si erano trovati di fronte alla richiesta di una donna di abortire i due figli che stava aspettando proprio perché non erano del sesso desiderato. L’istanza della donna fu considerata legittima poiché avanzata entro le 18 settimane di gestazione: l’aborto non si può negare anche se i figli sono sani.

AFRICA, NEL CONTINENTE NERO DAL VETO AL PERMISSIVISMO

Le varie legislazioni africane sull’aborto presentano sensibili difformità: si va dal divieto totale in Paesi come Angola, Egitto e Somalia a leggi estremamente permissive come quelle di Sud Africa e Tunisia, passando per Libia, Nigeria e Uganda, dove l’unica condizione è il pericolo di vita della madre. Per quanto riguarda l’Africa, i dati relativi alle interruzioni volontarie di gravidanza sono forniti dal Guttmacher Institute come stime, con particolare attenzione dedicata alla sicurezza della pratica abortiva nell’intero continente. Un tema che determina un impegno costante di moltissimi soggetti tra organismi internazionali e organizzazioni non governative nell’ambito della cosiddetta «salute riproduttiva» e della pianificazione familiare, con campagne per la diffusione massiccia di anticoncezionali e aborto farmacologico. Il numero assoluto di aborti eseguiti nel continente africano viene stimato superiore ai 5 milioni e mezzo, di cui oltre due milioni riguardano l’Africa Orientale. Ai 300mila aborti stimati nella parte sud del continente, corrisponde il rapporto di abortività più alto, con 24 aborti ogni 100 nascite.

CINA, SISTEMA AL COLLASSO: IL FIGLIO UNICO NON PAGA

Cina il tema dell’aborto è inscindibilmente legato alla politica del figlio unico, che fa impennare le cifre riguardanti le interruzioni volontarie di gravidanza. I numeri sono esorbitanti: oltre sette milioni gli aborti praticati, per un rapporto di abortività di 41 su 100 nati, secondo le statistiche presentate dal Guttmacher Institute. A cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 i numeri assoluti hanno raggiunto i quattordici milioni, con rapporti di abortività fino a 69 aborti ogni 100 nascite. Queste cifre si portano appresso il problema legato agli squilibri demografici, col rapporto tra maschi e femmine che nel Paese ha raggiunto valori allarmanti. Preoccupazione hanno recentemente destato anche studi socio-economici e demografici che mostrano come la Cina si stia avviando verso un insostenibile divario tra la popolazione in età produttiva e quella in età avanzata e dunque verso un collasso del sistema economico. Per questo il governo cinese, sin dall’anno scorso, pare stia valutando attentamente una revisione della sua tragica politica del figlio unico.

VIETNAM, GIOVANISSIME IN FORTE CRESCITA

Vietnam le condizioni per interrompere la gravidanza sono connesse ai rischi per la salute della donna e alle eventuali malformazioni del feto, oltre che alle condizioni economiche della madre. Il Guttmacher Insitute inserisce il Vietnam tra quei Paesi per i quali le statistiche sono incomplete o incerte, ma il quadro che ne viene dipinto indica un rapporto di abortività che oscilla dai 78 aborti ogni 100 nati vivi del 1996 (un milione e mezzo di interruzioni di gravidanza) ai 33 del 2003 (oltre mezzo milione). Anche numeri più recenti fanno impressione: nel 2006 si è calcolato che a fronte di 17 bimbi nati ogni 1000 donne in età fertile si registravano 83 aborti, e che mediamente una donna vietnamita subiva nell’arco della propria vita 2,5 aborti. Nel maggio scorso il Vietnam è entrato nella classifica dei dieci Stati con la più alta diffusione dell’aborto, con particolare riferimento alle interruzioni di gravidanza in donne con meno di 19 anni.

CUBA, REGIME ALL'ERTA: SUPERATE LE NASCITE

Le condizioni per l’aborto legale a Cuba riguardano i rischi per la vita e per lo stato di salute della donna, oltre alle motivazioni legate alle malformazioni del feto e alle condizioni socio-economiche della madre. Cuba è uno degli Stati dove il numero di gravidanze interrotte è maggiore rispetto a quelle portate a terminine. Nel 2008 fu il quotidiano del regime comunista Granma a dar voce alla preoccupazione di membri del governo a proposito dell’elevato numero di aborti. Ciò non può far dimenticare la condizione di prigionia di alcuni dissidenti rei di aver denunciato le politiche pro-aborto della dittatura castrista. Oscar Elias Biscet, un medico incarcerato dal 2003, aveva portato alla luce le pratiche abortive spesso barbare e le preoccupanti cifre tra le giovanissime. La cifra assoluta, secondo le statistiche delle Nazioni Unite, oscilla intorno alle 65 mila interruzioni di gravidanza, dopo aver raggiunto picchi di 80 mila alla fine degli anni ’90.

DIRITTO ALLA VITA CALPESTATO IN EUROPA !!!! RECUPERO DA SPLINDER, SE E' FINITO IN DATA ODIERNA VUOL DIRE CHE CI DEVE RIMANERE!!!

L'Europa “aiuta” a uccidere i figli indesiderati

di Luca Volontè

Tratto da 
Il Sussidiario.net il 6 luglio 2011
C’è voluto tempo per avviare una discussione su uno dei temi più caldi in Europa e nell’Occidente: l’aborto.
E solo qualche settimana fa ben due documenti ufficiali delle Nazioni Unite hanno voluto ribadire la propria “ossessione favorevole” sul drammatico tema. Eppure nessuno nega che il primo diritto umano, in ogni dichiarazione universale o in ogni convenzione internazionale, rimanga il diritto alla vita. Troppo spesso negli ultimi decenni è stato dato per scontato questo diritto generativo di altri diritti fondamentali, è stato considerato talmente ovvio da evitare ogni discussione puntuale sulla vita del concepito e si è passati così direttamente al diritto della donna ad abortire.
Un altro punto di vista sull’aborto è approdato alla discussione del Consiglio d’Europa; abbiamo deciso di partire da una comune ingiustizia e tragedia: la selezione sessuale (eugenetica) tramite l’aborto. Il 10 maggio del 2010 ho firmato con altri 21 colleghi una Mozione per Risoluzione e Raccomandazione e nell’ottobre prossimo si discuteranno nella Pleanaria di Strasburgo sia il Rapporto, sia le Risoluzioni (impegni per i Parlamenti nazionali) che le Raccomandazioni (impegni che si chiedono ai Governi dei 47 Paesi Membri).
L’iniziativa che ho proposto ai colleghi nasceva dall’analoga decisione all’unanimità che l’intero Parlamento italiano aveva approvato, chiedendo al Governo di intervenire in sede Onu per vietare la selezione sessuale abortiva. Sono noti i drammatici esiti e le conseguenze devastanti che si produrranno in Cina e in India per questa pratica tremenda che aggiunge alla tragedia della morte di un bimbo anche la perfidia dell’eugenetica.
Come mai ci è voluto tanto tempo? Nell’ottobre scorso, alla prima sessione Plenaria dopo la consegna della Mozione, la Commissione pari opportunità ha indicato un Relatore (Mrs. Doris Stump dei Socialisti Svizzeri) la quale ha preparato una prima bozza, discusso nella stessa commissione e infine approvato l’intero impianto del Rapporto, comprensivo di Risoluzioni e Raccomandazioni. L’Aula di Strasburgo quindi la discuterà e approverà nella Sessione dell’ottobre prossimo.
Nell’attuale proposta di Risoluzione, da un lato si mette in evidenza l’ampia possibilità di analisi e “determinazione prenatale” che le nuove tecniche posso mettere a disposizione dei genitori, ma anche la nuova e terribile propensione a un nuovo “trend globale degli aborti selettivi”. Una tendenza che sposta la preferenza a favore dei maschi è “presente anche in alcuni Paesi europei”. Considerando le possibili conseguenze di questa “discriminazione sessuale”, il documento afferma che questo “squilibrio di genere costituisce una grave minaccia per la sicurezza globale. La selezione pre-natale, l’uccisione di femmine porterà nel prossimo futuro a un ulteriore calo radicale dei tassi di natalità, che potrebbe pericolosamente compromettere la sostenibilità di intere economie nazionali”.
La Risoluzione cita anche le conseguenze negative di un futuro maschilista di popolazioni dove gli uomini non sono in grado di trovare moglie e una famiglia. La Raccomandazione chiede che l’uso di diagnosi prenatale debba essere strettamente limitato “per identificare le condizioni mediche e le malattie che possono essere trattate durante la gravidanza” e “non per il sesso e la pratica degli aborti selettivi”.
Un riconoscimento di questa tendenza emergente si trova anche nel fatto che cinque agenzie delle Nazioni Unite si sono unite per rilasciare nel giugno scorso una dichiarazione interdipartimentale su “Prevenire la selezione del sesso”. La dichiarazione, sulla base di un ampio rapporto, fa richiesta di “rinnovare gli sforzi concertati [... ] per affrontare la discriminazione di genere profondamente radicati contro donne e ragazze che si trova al centro della selezione del sesso”.
Questo fenomeno non è limitato al sud del mondo, all’Asia orientale e centrale. In Svezia, ad esempio, gli aborti selettivi non sono illegali. Secondo una sentenza del Consiglio nazionale svedese della sanità, le donne possono abortire in base al sesso del bambino. Ciò ha portato alcune donne nella vicina Norvegia, dove gli aborti selettivi sono illegali, a viaggiare in Svezia per abortire i figli indesiderati.
Questa è l’ennesima dimostrazione di come la crisi culturale porta a quella demografico-sociale e infine a quella economica. A ottobre ci sarà un dibattito importante su un tema cruciale e urgente. Un primo passo per tornare, nell’interesse di tutti, a riflettere su quel diritto umano sorgente: la vita.

venerdì 27 gennaio 2012

FORSE CONVIENE VEDERE LA MERCE, PAGARLA E PORTARSELA A CASA


CronacaCuneo

Truffe on line. Nella Rete un imprenditore e una casalinga di Alba


Sempre più frequenti i raggiri e le truffe on line. Negli ultimi giorni due hacker sono finiti nei guai per i reati di truffa, frode informatica e sostituzione di persona. Il primo indagato è un 30enne pregiudicato di Torino che aveva messo in vendita, in rete, sul sito di compravendite e bay, una stufa a pellet di grandi dimensioni ad un prezzo  conveniente. Vista la convenienza dell’acquisto, un ignaro acquirente, commerciante albese, ha pagato l’articolo mediante un vaglia postale telegrafico da mille euro, ma la stufa non è mai giunta a destinazione.Dopo alcune settimane il commerciante ha denunciato i fatti. Avviate le indagini i militari hanno scoperto che il venditore aveva fornito false generalità e che il telefono cellulare usato per contattare l’acquirente era intestato ad un extracomunitario, probabilmente un “prestanome” ed era stato disattivato subito dopo aver incassato il vaglia postale presso un ufficio di Torino da una terza persona che, in realtà, è risultato essere l’hacker, autore della truffa.LEGGI TUTTO


OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI, PREVISTA LA CHIUSURA IL 31 MARZO 2013

Ospedali psichiatrici giudiziari : ancora una volta “gabbati” ?.


Nell’ultimo “atto” altalenante del teatrino della politica e della “recita” del Governo Monti, ricorre spesso la parola riforma, necessità dove lo Stato Sociale dovrebbe essere presente ed operante verso la moltitudine di sofferenti, specie i malati  psichici racchiusi negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, oggi presenti nella “scena” del sistema legislativo.

Alcuni personaggi politici oggi hanno rivolto, non si capisce bene se per “apparire” negli schermi oppure per far “valere” la loro solidarietà ed il loro sguardo alla "ri-scoperta"degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, altri alla “dura vita” nelle carceri italiane.

Non vi è nulla da eccepire, salvo quello di constatare da Paese libero, le varie e libere scelte di espressione del n/s pensiero o del n/s modus vivendi.

Il decreto legge del Governo sul sovraffollamento delle carceri è passato al vaglio del Senato della Repubblica con 226 voti, 40 contrari 8 astenuti, compreso la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Comunque con 175 voti favorevoli, 66 contrari e 22 astenuti, il Senato della Repubblica ha approvato l’emendamento della Commissione Giustizia per la chiusura dei 6 Ospedali Psichiatrici Giudiziari fissata al 31 marzo 2013.

Nel Testo viene stabilito che ciascuna Regione deve stabilire un specifico accordo con l’Amministrazione Penitenziaria per trovare una o più strutture sanitarie atte al ricovero dei tutt’ora “degenti” negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

E così per un "pugno di voti" il Legislatore si libera la coscienza da una "dimenticanza" che dura da ben 34 anni. Bisogna sapere che la legge 180 e 833, quelle leggi che hanno chiuso i manicomi, ne avevano inteso la totale chiusura compreso quelli privati e gli OPG, tutti in contrasto con l’'etica civile, in difformità con l’'art.32 della Costituzione e per il mancato adeguamento alla normativa civile.

Fin dal 7 ottobre 1998 con la Petizione ( di “Cristiani per servire” con l’Opera don Guanella e don Orione ) assegnata col n.520 alla 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e con il n. 714 alla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati avevamo richiesto, tra “altri”, interventi di ristrutturazione edilizia degli edifici OPG secondo linee moderne confacenti, onde neutralizzare i disagi che gli “utenti” potevano subire o provocare con non più di 4 degenti per camera, in difformità la totale chiusura degli stessi.

Debbo ricordare che la Petizione è l’espressione della volontà dei cittadini che esercitano il principio della sovranità popolare e permette a chiunque di segnalare le necessità, le esigenze, le aspirazioni della gente ed aggiungo per il bene comune.

Purtroppo l’ "appello" da noi lanciato alle Istituzioni ha sempre trovato un silenzio, che reputo tutt’ora in itinere, che non piace alla logica dell’etica pubblica e che ci induce a supporre che passeranno tanti 31 marzo 2013 quanti quelli trascorsi, prima di concludere la totale chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari !

Nel Rapporto del dr.Alvaro Gil Robles “Commissario Europeo per i Diritti Umani”, nella suaa visita in Italia dal 27 ottobre al 6 novembre 1995 al cap. 122 si legge : “Dopo aver esposto le mie osservazioni al Ministro della Giustizia e ai Direttori delle carceri nel corso della mia visita, ho avuto il piacere di apprendere che una lettera indirizzata nel mese di luglio ai direttori regionali dell’amministrazione penitenziaria li invitava a sviluppare dei protocolli con le amministrazioni locali e regionali per favorire il reinserimento nella società dei malati internati negli OPG. Tali sforzi potranno agevolare e certamente accelereranno la liberazione di numerosi malati, mantenuti in detenzione per ostacoli di natura amministrativa. Mi auguro che saranno la prima tappa di una riflessione più globale sul sistema psichiatrico e che permetteranno di offrire un numero maggiore di posti letto negli istituti psichiatrici che possono ospitare in modo continuo (con ricovero diurno e notturno) i malati cronici di lunga durata che non possono trovare una soluzione di vita nel loro ambiente familiare o nelle strutture diurne”.

Ma dove sono stati i politici fino a oggi ? Forse a stabilire, volta per volta, se è il caso di diminuire le provvidenze economiche di cui usufruiscono quali "rappresentanti del popolo", alla faccia dei sacrifici che compie il popolo italiano, anche, nella crisi economica in atto ?

Non è sufficiente mettersi dalla parte di chi soffre, o far finta ed essere promotore di salute, di conclamare pseudo solidarietà, di vane parole.

Reputiamo essere una condizione di necessità la mobilitazione delle coscienze, soprattutto di quella politica che ri-conosca la “malattia”, dove curarla e dove costituire possibili piani d’intervento terapeutici per aiutare, anche, le famiglie coinvolte e succubi in queste difficoltà.

Interpretando il pensiero dell’opinione pubblica auspico che quella "chiusura degli OPG" avvenga alla data prefissata per non gabbare ancora una volta i malati psichici detenuti ( o come tali! ), come pure in primis il passaggio delle competenze dal Ministero di Grazia e Giustizia al Ministero della Salute, in attesa di una normativa definitiva sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Previte

MONTI STA USANDO LA SCURE E POCHISSIMI HANNO BATTUTO CIGLIO ORA C'E' IL RISVEGLIO DALLA SICILIA ALLE ALPI




Qualche settimana fa in un editoriale del quotidiano online labussolaquotidiana, Stefano Fontana lamentava una completa e generalizzata afasia della politica che sembra come ipnotizzata o in apnea e ricordava, per chi magari si fosse dimenticato, che abbiamo un governo di non eletti, di nominati. Infatti, "Il Parlamento ha dato la fiducia al governo sulla fiducia: nessuno conosceva niente del programma. L'opinione pubblica, tutta presa dalla paura dell'aumento delle spread, ha docilmente acconsentito ai necessari sacrifici. I principali giornali erano consenzienti. Una specie di torpore aveva colpito l'aria che si respirava. Mentre Spagna e Grecia votavano, da noi si diceva che non c'era il tempo per farlo. In realtà siamo arrivati a fine gennaio, il tempo è passato lo stesso e lo spread tedesco è ancora a 530". (Stefano Fontana, Se la politica cade sotto ipnosi, 13. 1. 12 Labussolaquotidiana. it).

Ma nel torpore non era caduta solo la classe politica, ma anche la cosiddetta società civile, "Monti sta usando la ramazza e la scure e pochissimi battono ciglio. Se la riforma delle pensioni che ha fatto l'attuale presidente l'avesse fatta Berlusconi ci sarebbero le barricate per le strade, la Camusso avrebbe già proclamato venti giorni di sciopero generale e Giovanni Sartori avrebbe scritto un editoriale sul Corriere della Sera in cui denunciava il colpo di Stato". Tranne qualche scaramuccia della Lega e dell'Italia dei Valori, tutti sono d'accordo con Monti.LEGGI TUTTO

LUCA PEOTTA ED I PICCOLI IMPRENDITORI QUESTA SERA A L'ULTIMA PAROLA ORE 23,40 SU RAI DUE!!!


27/01/12


I PICCOLI, SANI, ONESTI IMPRENDITORI ITALIANI CHIAMANO ... CHI E' CHE RISPONDE? LA TATA C'E' E VOI? CI SIETE O CI FATE? DIAMOCI UNA MOSSA ... PLEASE!


APPUNTAMENTO TV: RAI2 VENERDI’ 27 GENNAIO


Pubblicato da ICR su gennaio 25, 2012

SIETE TUTTI INVITATI A RAGGIUNGERE LA LAMAR SRL

VIA 1° MAGGIO A SAN VITTORE OLONA (MILANO)
Uscire dall’autostrada A8 Milano-Laghi a Legnano
Trasmissione: “L’ULTIMA PAROLA
SI REGISTRA DALLE ORE 19.00, SI TERMINERA’ LA REGISTRAZIONE ALLE ore 22.00 CIRCA …..
DOBBIAMO ESSERE IN TANTISSIMI!!!!
LA REGISTRAZIONE DELLA PUNTATA ANDRA’ IN ONDA SUBITO DOPO, ALLE 23.40




I nostri piemontesi dell’anno



Traendo spunto dalla classifica di piemontesi dell’anno redatta dal Quotidiano Piemontese, noi dell’Ora libera(le) abbiamo redatto* un nostro “controelenco”: sono i personaggi pubblici della nostra Regione che, nell’anno da poco concluso, si sono a nostro avviso maggiormente distinti per aver in un modo o nell’altro promosso, con le loro attività, le idee in cui crediamo.
Ecco l’elenco dei nostri piemontesi dell’anno 2011:
Giuseppe Arena
Mario Barbuto
Daniele Ferrero
Pietro Ferrero, la sua famiglia, la Ferrero Spa e tutta la città di Alba
Oscar Giannino
Paola Mastrocola
F.lli Carlo e Gianpaolo Messina
Carmelo Miragliotta
Luca Peotta
Luca Ricolfi
(*) Dalla rosa di nomi eccellenti presi in considerazione per stilare questa classifica, il galateo ed il buon senso ci hanno portati ad escludere il pur meritevole Bruno Babando, “colpevole” di pubblicare gli articoli di Riccardo de Caria sul giornale on lineLo Spiffero. Proprio per Lo Spiffero, possiamo leggere un commento alla nostra classifica a firma del citato de Caria.