Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta goldman sachs. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta goldman sachs. Mostra tutti i post

martedì 5 febbraio 2013

MAGDI CRISTIANO ALLAM, UN UOMO A CUI LA TV E' OSTILE, DOMANDIAMOCI PERCHE'!!!





di Magdi Cristiano Allam tratto da Il Giornale del 04-02-2013
 
La legalizzazione del matrimonio omosessuale in Francia e in Gran Bretagna, una realtà già presente in Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Belgio, Spagna, Portogallo, Islanda, che è stata accreditata dall’Unione Europa e dal Consiglio d’Europa, evidenzia che in questa Europa è prevalso il relativismo valoriale che scardina le fondamenta della costruzione sociale incentrata sulla famiglia naturale.

Non si tratta solo della violazione di un «valore non negoziabile», secondo l’espressione cara a Benedetto XVI, ma innanzitutto di un venir meno alla ragione e al legittimo amor proprio. L’Europa è in assoluto l’area del mondo che ha il più basso tasso di natalità e, purtroppo, l’Italia è tra i Paesi europei che ha il più basso tasso di natalità. Ebbene, se noi – al fine di porre un argine a questo suicidio-omicidio demografico – usassimo la ragione e facessimo prevalere il sano amor proprio, dovremmo sostenere la centralità della famiglia naturale perché, piaccia o meno, è solo dall’unione tra un uomo e una donna che può generarsi la vita. Concretamente per favorire la natalità dovremmo sostenere la maternità, ciò che oggi si traduce nell’attribuzione di congrui sussidi per le madri che scelgono di dedicarsi a tempo pieno o anche a tempo parziale alla famiglia, ai figli e alla casa, riconoscendo la valenza economica del lavoro domestico.

Proprio recentemente in Francia da un’inchiesta pubblicata dal Figaro emerge che il lavoro domestico corrisponde a circa il 33% del Pil !
Invece questa Europa relativista non solo non sostiene la famiglia naturale, ma ha scelto di scardinarla dalle fondamenta sostenendo che la società non si basa più sul rapporto tra uomo e donna, ma che dobbiamo far riferimento a cinque parametri che corrispondono all’orientamento sessuale, dove l’essere eterosessuali, bisessuali, omosessuali, lesbiche e transessuali, deve essere considerato la piattaforma sociale a cui corrispondere assoluta parità sia per ciò che concerne il matrimonio sia per l’adozione dei figli.LEGGI TUTTO

giovedì 13 dicembre 2012

OGGI IN EUROPA HANNO OSANNATO MONTI, DOMANDIAMOCI A CHI GIOVA MONTI E CHE DIO CI SCAMPI E LIBERI DA UN MONTI BIS



Con uno splendido articolo pubblicato sull’HuffPost William Black dimostra l’assurdità di come i media “seri” trattano in modo reverenziale i tecnici come Mario Monti, ignorando il fatto che le loro politiche sono un fallimento totale.


Black, ex-regolatore bancario negli USA, prende come spunto i profili pubblicati dal New York Times di due capi di governo, entrambi economisti, ma con risultati molto diversi:Rafael Correa dell’Ecuador e appunto il professor Mario Monti.

Il primo viene definito dal NYT come un “economista di sinistra” che si batte contro il libero mercato, mentre il secondo è un tecnico che fa le riforme coraggiose. Black ci mette poco a dimostrare che il programma ideologico portato avanti da Monti ha fatto bene solo alle grandi banche, mentre l’economia in generale sta crollando sotto le misure di austerità – esito facilmente prevedibile per chi non è annebbiato dal miraggio dei mercati.



Troviamo utile l’articolo di Black perché sottolinea un punto caro a NoBigBanks: le varie facce del liberismo finanziario –austerità, privatizzazioni e deregulation – non rappresentano il nuovo. Tutto questo parlare di “riforme”, l’economia moderna, la necessità di innovare il sistema, sono in realtà una ricetta ormai decotta.

Sono più di vent’anni che si va in questa direzione, a colpi di governi tecnici, decrescita produttiva e trasferimento di sovranità verso i centri di potere finanziario a livello sovranazionale.

Il tentativo di salvare l’economia attraverso i tagli al bilancio non funziona proprio. Anche laddove ci sono tanti sprechi e soldi spesi male la semplice riduzione dell’intervento pubblico non porta ad un miglioramento.
I problemi di inefficienza non possono essere affrontati con l’accetta, e soprattutto senza il lancio simultaneo di un programma di investimenti produttivi che funga da volano anche per l’economia privata.

Chi pensa che le ricette della BCE e del FMI rappresentino le tecniche consolidate per risanare l’economia dovrebbe andare in America Latina, Africa o Asia e chiedere a quei Paesi che si sono visti depauperare da quelle stesse politiche.
Applicarle in Europa, quelle ricette, solo perché vengono richieste a gran voce dal mondo della finanza non cambierà il risultato: si mantiene in vita un sistema speculativo utilizzato per esercitare il potere, mentre la popolazione viene costretta a pagare in continuazione, finché non sparirà la classe media e si andrà verso un’esplosione sociale – un film già visto che sarebbe meglio evitare.

La via d’uscita passa per il ripristino della dignità del Paese, attraverso misure immediate per riformare la finanza (separazione bancaria, credito agevolato per le famiglie e le attività produttive). La crisi politica che si apre con le imminenti dimissioni di Monti – su cui torneremo nei prossimi giorni – sta già portando ad un’intensificazione ulteriore delle pressioni sul Paese.

Cosa sceglieranno gli italiani? Di sottomettersi ancora una volta alle forze che ingannano la popolazione da decenni? Oppure abbiamo il coraggio di rompere con le politiche fallite del passato, mentre ci rimane ancora qualcosa con cui ripartire?

Riformiamo la finanza, salviamo la gente.

*** ***

“Il sistema speculativo della finanza costringe la popolazione a pagare in continuazione, finché non si andrà verso un’esplosione sociale” è anche per te la trama di un film già visto?
Bene, chiedete al vostro politico di fiducia Pillole di Glass-Steagall, anche in dvd!

E’ in corso la raccolta firme per Glass-Steagall, diffondetela tra i vostri contatti:

Chiedete l’amicizia su Facebook al Comitato Nobigbanks

domenica 2 dicembre 2012

BURATTINI E BURATTINAI.....



.ed ora ci manca solo Prodi al Quirinale

Con l’annuncio a sorpresa della nomina del canadese Mark Carney a Governatore della Bank of England, Goldman Sachs completa il proprio dominio, virtualmente su tutte le principali economie europee.

La nomina di Carney è stata una sorpresa solo per coloro che si aspettavano che l’incarico fosse affidato a Paul Tucker, attuale Governatore deputato della Bank of England; ma non per noi, dato che già ad aprile scorso avevamo previsto che Carney sarebbe stato scelto per tale incarico.

Carney ha un curriculum di 13 anni passati in Goldmam Sachs e puòvantare di aver preso parte alla crisi finanziaria russa del 1998, esasperata dalla Goldman Sachs che metteva in guardia la Russia mentre, contemporaneamente, giocava contro la capacità del Paese di ripagare il proprio debito.

La nomina di Carney giunge dopo 6 mesi dalla sua partecipazione alla riunione Bilderberg del 2012 a Chantilly – Virginia, USA – annuale ritiro riservato ad congrega di un centinaio dei più potenti ricconi al mondo che d’abitudine mostrano in tale occasione il loro potere regale.

Il Guardian riferisce che Carney è «decisamente sconosciuto fuori dai ristretti circoli dei banchieri centrali e dei regolatori finanziari, ed è per questo motivo che la sua nomina ha colto molti di sorpresa – Malcolm Barr della JP Morgan incluso – che consideravano Paul Tucker il sicuro vincitore».

Il fatto che Carney sia canadese è stata certo una sorpresa per molti, ma rimane comunque persona sottoposta alla Regina d’Inghilterra, che ne ha confermato l’incarico, dopo esserle stato raccomandato dal Primo Ministro David Cameron.

La presenza di Carney alla riunione Bilderberg di quest’anno lo ha senza dubbio aiutato ha raccogliere i favori dell’élite globalizzatrice e ad assicurargli la nomina a Governatore della BoE, così come ha già aiutato altri luminari a salire ad alti incarichi. È il caso di Herman Van Rompuy,scelto come Presidente dell’Unione Europea esattamente alcuni giorni dopo aver partecipato alla cena Bilderberg.

L’ascesa di Carney a capo della BoE è anche l’ultimo tassello del grande puzzle della scalata Goldman Sachs per il controllo virtuale di tutte le grandi economie del continente europeo.

Lo scorso anno, l’ex commissario europeo Mario Monti è stato scelto per rimpiazzare Silvio Berlusconi, il Primo Ministro italiano democraticamente eletto. Monti è consulente internazionale della Goldman Sachs, Presidente Europeo della Commissione Trilaterale – creatura di David Rockefeller – e membro emerito del Bilderberg Group.

Alessandro Sallusti , direttore del quotidiano italiano Il Giornale, commentava così: «Questa è proprio la banda di criminali che ci ha portato al disastro finanziario». [noi italiani sappiamo che fine gli stanno facendo fare per questo genere di dichiarazioni, ndt]

Analogamente, quando il Primo Ministro greco George Papandreou ha osato suggerire che il popolo greco potesse esprimere il proprio parere tramite referendum, si è ritrovato sostituito in pochi giorni da Lucas Papademos, ex vice-Presidente BCE, visiting Professor ad Harvard, ed ex-economista senior alla Boston Federal Reserve.

Papademos dirigeva la Banca Centrale greca proprio mentre supervisionava all’affare sui derivati concluso dal governo greco con la Goldman Sachs, affare che ha permesso alla Grecia di nascondere la vera dimensione del proprio colossale debito, conducendo quindi all’attuale crisi europea del debito.

Papademos e Monti sono stati piazzati con lo status di capi non eletti proprio perché, in questo modo – come ha fatto notare Stephen Faris sul Time Magazine – non sono direttamente responsabili verso il popolo. Una volta di più ecco quali sono le fondamenta dittatoriali ed anti-democratiche dell’Unione Europea. (Poco dopo, anche Mario Draghi – ex vice Presidente Goldman Sachs International – veniva nominato Presidente della Banca Centrale Europea).

All’inizio del crollo finanziario 2008, il Segretario del tesoro USA era un tale Hank Paulson – ex CEO della Goldman Sachs. Quando Paulson fu rimpiazzato da Tim Geithner, venne nominato consigliere capo Mark Patterson, lobbista per Goldman Sachs. L’attuale CEO Goldman Sachs Lloyd Blankfein ha visitato la Casa Bianca almeno 10 volte. La Goldman Sachs è stata il maggior finanziatore della campagna elettorale di Obama nel 2008.

Zero Hedge – che ha anch’esso aveva ben previsto la nomina di Carney alla BoE – fa osservare che: «È necessario comprendere una cosa soltanto: è Goldman Sachs che guida i giochi. Tutto il resto è secondario».

Come mostrato nell’immagine, le economie di Francia, Irlanda, Germania e Belgio sono anch’esse controllate da persone che hanno un legame diretto con la Goldman Sachs.


Il gigante bancario internazionale, noto per la sua corruzione e l’insider trading, esercita (ora più che mai) una massiccia influenza praticamente su tutte le principali economie occidentali del pianeta.

Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Massimo Frulla, revisione di Lorenzo de Vita

Fonte > Infowars


lunedì 10 settembre 2012

D'AGOSTINO SOLITAMENTE E' BENE INFORMATO, AVRA' VISTO GIUSTO ANCHE QUESTA VOLTA?



draghi mario


Condizionalità" merkeliana a parte (ma niente viene dal niente per gli amministrati dai mercati), Mario Draghi ha battuto un colpo che toglie molte castagne dal fuoco a tutti e dà anche, per la prima volta in modo incisivo, un ruolo alla Banca Centrale europea.

Certo, esattamente un anno fa lo spread ballava quasi allo stesso livello di oggi e a tutti, commentatori blasonati o normali cittadini, sembrava l'anticamera della fine. Oggi appare quasi un porto ben riparato, visti i picchi a cui ci eravamo abituati e la sostanziale ininfluenza dei governi nazionali, a partire da quello tecnico italiano, a modificarne gli andamenti.

Ma il punto vero è un altro: i grandi decisori internazionali, quelli che dicono di muovere i mercati e che hanno sostenuto l'avvento di Mario Monti a Palazzo Chigi e altri fatterelli non di poco conto in giro per l'Europa, quelli che si materializzano alla Trilateral, alla Bildelberg e talvolta anche alla Goldman Sachs e che mandano qualche esponente minore a Cernobbio, hanno stabilito anche una serie di cosine che ci riguardano e che ci verranno comunicate a tempo debito come se fossero casuali. Anzi, come se le avessimo decise noi da bravi cittadini, sia pure con l'aiuto illuminato dei media locali.

Ecco le principali:

Uno. Mario Draghi, avendo fatto bene il suo lavoro a Francoforte raffreddando gli spread quel tanto che basta, tornerà in Italia come Presidente della Repubblica. Nella tarda primavera il posto si libera, il palazzo è bello e a pochi passi da Palazzo Koch caso mai servisse dare una mano a Bankitalia a ubbidire ai mercati, i vecchi politici (anche quelli che si sentono giovani ed europei) sono impresentabili, fosse solo perché appartengono ad altre epoche geologiche degli stessi mercati, cioè quasi tutti risalenti a quando c'era il "serpente" monetario.

Due. La Banca Centrale europea diventa finalmente a guida tedesca, dopo una controfigura olandese, un alleato francese e un italiano atipico. Punto importantissimo: per essere rieletta la Merkel ha bisogno di un tedesco in vetta alla Bce prima delle elezioni politiche tedesche dell'autunno 2013.


Avrà gli stessi poteri che ha avuto Draghi ma verra' usata soltanto la "condizionalita": si dovranno i fare durissimi compiti a casa e soltanto dopo si potranno comprare bond tedeschi ad un prezzo superiore a quello praticato ai cittadini nati in Germania. Di fatto, Equitalia dipenderà da Francoforte anche se la Bce non ha competenze fiscali.

Tre. Mario Monti resterà a Palazzo Chigi anche dopo le elezioni, ma soltanto sino al 2014 quando diventerà presidente del Consiglio europeo al posto di Van Rompuy. Un punto importante: Monti dovrà restare esterno a tutti quelli che dicono che vogliono fare il partito di Monti altrimenti si schiera e l'incantesimo finisce. Non solo: Supermario avrà poteri maggiori rispetto al suo predecessore Van Rompuy perché i reggitori dei mercati sanno che potrebbero aver bisogno di un discreto esecutore anche in Europa, magari ci fosse bisogno di tasse improvvise.

Quattro. Ma allora a che servono le elezioni italiane, per fare le quali stiamo addirittura cambiando per l'ennesima volta la legge elettorale? A niente, peggio che in Spagna (che pure c'era parsa un esempio di democrazia funzionante quando le aveva coraggiosamente indette). Al massimo serviranno a decidere chi saranno i vicepresidenti del Consiglio tra i capi dei partiti che, avendolo sostenuto in campagna elettorale, affiancheranno Monti fino al 2014.

Insomma, una spesa inutile che i reggitori dei mercati tollerano ancora perché le elezioni sono state la grande novità del Novecento e pare brutto deludere chi tra il popolo continua a crederci. Tra l'altro, sarebbe meglio semmai farle nel 2014 quando Monti lascerà, ma i grandi reggitori dei mercati ancora non hanno deciso chi sarà il nuovo fiduciario. Del resto, nelle nostre condizioni non possiamo chiedere troppo.

Ricapitolando. Draghi al Quirinale (Casini presidente del Senato, se sarà vitale per Monti), la Bce ai tedeschi, Monti a Palazzo Chigi e poi al posto di Van Rompuy. Il resto sono briciole, dovessero pure chiamarsi presidenze di Camera e Senato. I Grandi Decisori dei Mercati lo stabilirono nell'estate del 2012, questo sito disgraziato lo riporta oggi a futura memoria.

Aggiungendo soltanto che un ex leader italiano molto scorbutico ma stimato dai Grandi Decisori nonostante non abbia mai lavorato in Goldman Sachs che avrebbe potuto avere delle possibilità, riparte da zero: trattasi di Giulio Tremonti che nel primo fine settimana di ottobre riunisce la sezione emiliana del suo movimento a Riccione per organizzare la partecipazione alle elezioni del 2013. I Grandi Decisori apprezzano la sua (possibile) ritrovata umiltà e valuteranno benevolmente i risultati.

venerdì 17 agosto 2012

COLLASSERA' PRIMA L'AMERICA O L'EUROPA?


Da effedieffe.com
Cinque delle più grosse banche americane – Bank of America e Goldman Sachs Group Inc. incluse – hanno ricevuto da fonti ufficiali alcune direttive per mettere a punto dei piani volti ad evitare il fallimento qualora si trovassero in seri guai, tenendo conto che non potranno contare sull’aiuto del governo

Si tratta di un piano vecchio di due anni, tenuto segreto fino ad oggi, ed è una aggiunta alle «ultime volontà» definite dalle banche per aiutare gli organi di controllo a smantellarle qualora dovessero fallire. Questo programma e queste direttive mostrano quanto i vari enti regolatori stiano lavorando con impegno per garantire che le banche abbiano dei piani adeguati ai peggiori scenari, piani con i quali possano …LEGGI TUTTO

lunedì 18 giugno 2012

QUESTO ARTICOLO DI BLONDET, LEGGIAMO CON ATTENZIONE E....MANDIAMOLO IN MEMORIA!!!


Maurizio Blondet 15 Giugno 2012


Draghi, il tecnocrate di altissimo valore, l’indiscutibile banchiere venerato da tutti i grandi media, era un dirigente-chiave di Goldman nel periodo in cui la Grecia riuscì ad entrare nell’euro nonostante i suoi conti dissestati, senza mai risponderne. Decisioni prese sulla testa dei popoli, decidendo dei loro destini. È questa la «Europa Federale» prossima ventura: un’istanza insindacabile. Ecco a chi cediamo le ultime briciole della nostra sovranità. 

(.....) Per qualche misterioso motivo, ovviamente coltivato dai media ufficiosi, vige l’idea che il governo «tecnico» sia meglio del governo politico. Non solo a livello interno, ma europeo: chi dice «ora federalismo», «più Europa», o caldeggia la cessione della sovranità nazionale alla Commissione o alla BCE, riecheggia questa «idea ricevuta» (così i francesi dicono il luogo comune: idée reçue).

Il ragionamento fila più o meno così: i politici che noi abbiamo eletto si sono dimostrati così incompetenti, irresponsabili e corrotti, che è venuto il momento di demandare il potere ai tecnocrati non-eletti. Inutile negarlo, la democrazia ha fallito, i nostri rappresentanti hanno tradito il mandato. Cedere la sovranità all’ente sovrannazionale è la soluzione.


giovedì 3 maggio 2012

USCITA DALL'EURO ???DISEGNO DI LIQUIDAZIONE DEL BEL PAESE???




di  Marco Della Luna

  PREAVVISO DI USCITA DALL’EURO – EURO BREAK UP WARNING
Il FMI ha ultimamente pubblicato numeri che danno la certezza matematica che l’Italia non può essere risanata e portata nei parametri dell’Eurosistema: è vero che dal 2008 al 2017 sarà leader nell’avanzo primario, ma questo conta ben poco rispetto al fatto che il suo pil, in quel periodo, calerà dell’1,7%, mentre quello USA aumenterà del 20,3, quello francese del 10, quello tedesco dell’8,8, quello cinese del 116. Il rapporto debito/pil italiano peggiora del 13,2%.
Ciò basta a porre l’Italia fuori del circolo dei paesi del Primo Mondo (già nella precedente fase di crescita era rimasta indietro di molti punti dall’Eurozona e dall’America) e ad escludere che possa rispettare il Fiscal Compact (riduzione del 20% all’anno della quota di debito pubblico eccedente il 60% del pil). Quindi, a breve termine, l’Italia sarà o fuori dall’Euro, oppure governata direttamente dai finanzieri del Meccanismo Europeo di Stabilità, cioè di Berlino, con costi, reazioni sociali, controreazioni repressive, potenzialmente estremi. Anche in Spagna e Grecia le ricette “europee” (cioè quelle dettate dalla Germania a tutela del suo c.d. “modello economico renano”), stanno portando l’economia al disastro. E continuano a venire imposte.
Le richieste di tasse e sacrifici da parte di un governo sono legittime se il governo dimostra che sono necessarie e idonee a un programma realistico e utile al paese. Quelle del governo Monti non sono necessarie, perché il governo dovrebbe prima tagliare spese pubbliche parassitarie e gonfiate, e non lo fa; non sono idonee, perché, conti alla mano, non risolvono la crisi ma paiono aggravarla con l’avvitamento fiscale; inoltre non rientrano in un programma di interesse nazionale, anzi non si capisce nemmeno che fine stia perseguendo il governo, date le grandezze sopra riportate.
I tagli previsti alla spesa pubblica indebita per beni e servizi sono di 4,2 miliardi su un totale di 147, quindi è chiaro che non si liberano risorse per investimenti produttivi né per alleggerimenti fiscali, ma rimane intatto il sistema di produzione di consenso e profitto partitico e mafioso mediante scialo e appalti gonfiati. Item per le opere pubbliche, sistematicamente gonfiate. E per la spesa per un personale elefantiaco e poco efficiente. Tagliare la spesa pubblica parassitaria significherebbe peraltro eliminare quel sistema e i suoi titolari, e ciò è impossibile per un governo che dipenda dai partiti.
Dato quanto sopra, ciò a cui sta lavorando il governo e chi lo appoggia, con tanti tagli e tante tasse, non è, non può essere, un piano di risanamento e rilancio del paese, che essi sanno benissimo essere irrealizzabile; dunque è un piano con un fine diverso.  
Probabilmente è un piano di liquidazione del paese (ossia di raccolta e distribuzione tra potentati esterni ed esterni dei valori in esso presenti: risparmio, proprietà private e pubbliche) e al contempo di sua collocazione, in posizione subalterna, entro una nuova architettura “europea” di poteri reali e formali, con un ampio haircut dei diritti e delle garanzie civili, politici, fiscali, sindacali; e con forte compressione fiscale e bancaria delle piccole imprese italiana, onde far posto nel mercato italiano ad imprese straniere.
Remunerando l’appoggio parlamentare dei partiti politici con la conservazione dei loro privilegi e feudi, si tiene insieme il paese per il tempo necessario a liquidare i suoi assets e a completare  il lavoro di ingegneria sociale. Poi, quando il paese salta, lo si fa cadere in una gabbia appositamente predisposta. Questo mi pare lo scenario più verosimile, anche se spero di sbagliarmi.
In tale scenario, è ovvio che i cittadini ritengano che le tasse siano non solo eccessive, ma anche contrarie agli interessi della nazione, perché esse vanno a sostenere un’operazione di quel tipo. Se uscire dall’Eurosistema è inevitabile, tanto vale uscire al più presto, prima che il processo di demolizione dell’economia nazionale produca ulteriori danni, e con ancora qualche soldo in tasca. Se ci lasciamo portar via le ultime risorse, dopo saremo in balia del capitale dominante sostanzialmente tedesco, mentre anticipando i tempi potremmo ripartire i danni con i paesi amici. Il popolo e le imprese hanno quindi interesse ad attivarsi per sventare il disegno di liquidazione del paese, rovesciando il tavolo. E a ricordare alla Germania che il Nazismo e la II GM sono conseguenza dell’austerità imposta ad essa stessa per il pagamento dei suoi debiti.  
In ogni caso, conviene prepararsi a un cambiamento valutario, quindi alla probabilità che i depositi bancari e gli altri crediti denominati in Euro siano convertiti in Lire o altra valuta, con una forte svalutazione rispetto all’Euro e con una perdita di potere d’acquisto. Contromisure preventive, oltre all’emigrazione, sono a)spostare i depositi in un idoneo paese estero (Svizzera, per esempio); b)convertire i depositi da Euro a valute forti, con scarso debito pubblico; c)investire in valori sganciati dalla valuta italiana.

domenica 26 febbraio 2012

I FRUTTI SONO PESSIMI E "QUELL'ALBERO" VA TAGLIATO ...GIA' ....I CATTOLICI ORA SANNO CHE IL GOV.MONTI NON FA I LORO INTERESSI!!!


Antonio Socci 26 febbraio 2012
Appena fu dato l’incarico a Monti io, da queste colonne, gli detti fiducia. Non avevo pregiudizi. Ma mi ricredetti quasi subito. E avvertii che per molti la luna di miele con i “tecnici”  sarebbe diventata una luna di fiele (come già mostrano i fischi a Napolitano).
In effetti a cento giorni dalla sua nascita tutti i sostenitori del governo (a partire da PD e PDL) si accorgono di aver ottenuto l’opposto esatto di quanto avevano sempre voluto o promesso agli italiani.  
Comincio dai cattolici che si fecero usare, col convegno di Todi, per instaurare il nuovo potere: ora si beccano la reintroduzione dell’Imu, forse perfino per asili e scuole (“è il tracollo dell’istruzione cattolica”, dicono i salesiani).
Eppure il giornale della Cei, “Avvenire”, che è stato il più entusiasta nel sostenere Monti, aveva sempre negato che vi fossero motivi per rivedere le norme (la Chiesa già pagava dove non c’erano attività di culto o assistenziali).
Adesso il governo allarga i casi di tassazione con la scusa di dover eliminare gli “aiuti di stato”. L’asilo parrocchiale deve pagare l’Imu altrimenti è aiuto di stato.
Però non sono ritenuti “aiuto di stato” quelli di cui hanno scritto Alesina e Giavazzi, “i circa 30 miliardi di sussidi pubblici alle imprese” (Corriere della sera, 11 dicembre 2011).
Perché – chiedono i due economisti – tutti quei miliardi “sono intoccabili” e nessuno ne parla?
Ancor più curiosa è stata, venerdì 24 febbraio, la nota furbesca della Presidenza del Consiglio con cui si annunciava che le maggiori entrate dall’Imu della Chiesa sarebbero state destinate ad alleggerire la pressione fiscale. Promessa odiosetta perché alimenta lo sciocco sospetto che se siamo tartassati è colpa della Chiesa.
La trovata serviva a coprire la vera notizia di quelle ore: infatti il governo si stava rimangiando la promessa di abbassare le tasse col gettito recuperato dalla lotta all’evasione. Quindi per la Chiesa c’è un doppio danno e la beffa.
Ma a parte l’Imu e le scuole cattoliche c’è molto altro nelle politiche di questo governo che va contro i cattolici. C’è il bombardamento delle famiglie (con la reintroduzione dell’Imu sulla prima casa, l’aumento di Iva, affitti, tasse e benzina) e c’è l’insensibilità verso gli ultimi e la solidarietà dimostrata fra l’altro dalla cancellazione dell’Agenzia per il terzo settore, dall’inserimento delle donazioni alle onlus nel redditometro e dalla politica verso i disabili (lo slogan della loro manifestazione del 21 febbraio era: “no allo sterminio dei nostri diritti”).
La scure che si abbatte sulla solidarietà e l’assistenza ai più poveri e bisognosi, lascia invece indisturbato, in gran parte, l’enorme spreco dell’acquisto dei cacciabombardieri F35 a cui la Chiesa è contraria.
Il bilancio insomma per i cattolici è disastroso. Oltretutto per loro, che si fecero usare a Todi come  liquidatori del governo di centrodestra, è finito il dialogo privilegiato con quest’area sui temi eticamente sensibili: ne sono un segno il blocco della legge sulle dat e il varo alla Camera del divorzio breve.
E già, certe dichiarazioni ministeriali sui cosiddetti “diritti civili”, hanno fatto suonare un campanello di allarme sui media cattolici.
Anche il Pd è rimasto “fregato” dal governo Monti. Per anni – in odio a Berlusconi – hanno invocato “una destra normale, europea, moderna”.
Eccoli accontentati: una vera destra moderna, di banchieri e tecnocrati che se ne infischiano sia degli elettori che dei lavoratori e dei sindacati, che spazzano via le “intoccabili” pensioni di anzianità, alzano l’età della pensione e diminuiscono i soldi.
Tecnocrati che vogliono spazzar via il “sacro” articolo 18 sui licenziamenti e perfino sostituire la cassa integrazione straordinaria con un temporaneo sussidio di disoccupazione.
Bastava uno solo di questi provvedimenti, fino a ottobre, per scatenare la rivolta di piazza. E oggi la sinistra non solo deve digerirli, ma perfino votarli e applaudirli. Con un governo che irride la speranza del posto fisso dei giovani precari.
Addirittura Draghi – uno dei sostenitori, con Napolitano, del governo Monti – annuncia trionfante la morte del “modello sociale europeo”. Ecco “la destra” che volevano.
E’ arrivata e sta spazzando via il famoso “stato sociale”, con trent’anni di conquiste sociali. Grazie ai voti del centrosinistra.
Dieci anni fa gli apprendisti stregoni – dagli Usa all’Europa – spalancarono le porte del commercio mondiale alla Cina, fregandosene della concorrenza sleale di quel sistema semischiavistico: dicevano che così avrebbero “occidentalizzato” la Cina, invece hanno “cinesizzato” l’Occidente e ora tutti rischiamo di diventare sudditi senza diritti.

giovedì 17 novembre 2011

INDIGNADOS E VOCI AUTOREVOLI, TUTTE CONVERGONO SULLA STESSA AFFERMAZIONE: GOLPE DEI BANCHIERI, QUINDI "VOX POPULI VOX DEI" !!!



Il golpe dei banchieri, nuovi lanzichenecchi, nuovi brenni che non vedono l'ora di comprarsi l'Italia



La sarabanda di sabato scorso organizzata dalla sinistra contro il nemico-tiranno Berlusconi, quando stava per arrendersi, e gettare la spugna, andando a rassegnare le dimissioni al Quirinale,per un attimo mi ha ricordato la scena delle Cronache di Narnia, quando il re Aslan, si consegnava tra gli scherni agli sgherri della perfida Strega Bianca Jadis, per poi essere immolato sulla Tavola Bianca. Certo Berlusconi non è Aslan come lo intendeva il grande romanziere inglese C. S. Lewis, lo ho anche scritto, il mio ideale capo di Stato è il beato Carlo d'Asburgo, però tra Vendola e Berlusconi, so chi devo scegliere senza esitazioni. Per la Sinistra, il Terzo Polo, Casini, Fini e Co e forse anche per tutti quei deputati di prima nomina che devono salvare il proprio vitalizio fino alla fine legislatura, un governo Monti fa comodo, ma è importante in questo momento ricordare alcune cose, per comprendere meglio cosa sta succedendo. E come altre volte occorre un po' di pazienza per seguirmi.
"Una volta i Golpe li facevano, o li tentavano, i militari. Oggi li fanno i banchieri", scrive Gaiani su labussolaquotidiana. it. In tutto questo caos l'unico elemento chiaro è che stiamo assistendo al crollo della democrazia, cioè della legittimità dei governi eletti dai popoli di guidare alcuni Paesi. E questo sembra più chiaro proprio in questi giorni."L'obiettivo di mesi e mesi di feroci attacchi mediatici alla "casta" politica. Intendiamoci. La classe politica è indifendibile e non brilla per parsimonia, capacità e competenza ma benché i suoi difetti siano noti da tempo solo recentemente attaccarla è diventato lo sport nazionale più diffuso. Le ragioni di questo assedio alla legittimità dei (pur spesso impresentabili) rappresentanti del popolo sembrano più chiare oggi alla luce di quanto sta accadendo in Grecia e in Italia dove governi di espressione politica diversa (Centrodestra a Roma, Centrosinistra ad Atene) vengono fatti crollare e rimpiazzati dal direttorio politico-economico franco-tedesco composto da esponenti della grande finanza e della burocrazia dell'Unione Europea".
Tra l'altro è paradossale che a "sostenere questa espropriazione del popolo - scrive Riccardo Cascioli - siano proprio quelli che in questi anni si sono battuti per il ritorno delle preferenze nel sistema elettorale. A cosa serve dare la preferenza se poi tanto la legittimità di un governo sarà decisa altrove?"
La classe politica italiana ha gravi colpe, soprattutto l'opposizione, non solo ha consentito questa nuova forma d'invasione straniera ma, forse, di esserne in qualche modo complice. Le opposizioni e parte della stessa ex maggioranza non hanno fatto altro che ripetere che l'Europa (parola pronunciata sempre con tono solenne, come faceva Romano Prodi quando ci fece entrare nell'euro a suon di tasse) voleva le dimissioni di Silvio Berlusconi. Nessuno che abbia avuto il coraggio di rispondere che i governi italiani vengono fatti cadere dagli elettori italiani, non dalle banche, dagli speculatori e dai burocrati di Bruxelles. Invece sono tutti in ginocchio davanti a loro, divinità supreme capaci di cooptare le massime istituzioni del Paese, leader politici e opinionisti. Nella migliore tradizione italiana, già nei secoli scorsi ci siamo divisi nel sostenere gli interessi stranieri in casa nostra fedeli al motto "Franza o Spagna purché se magna". (Gianandrea Gaiani, Il Golpe dei banchieri, 11. 11. 11 Labussolaquotidiana. it).
In questo momento è importante ricordare che "chi ci impone regole, governi e programmi economici non brilla per competenza e autorevolezza. Però pretende che il governo italiano cada e si svenda tutto perché "lo vuole l'Europa, lo vogliono i mercati"Entità sovranazionali, quasi mistiche sull'altare delle quali dovremmo sacrificare la nostra certo imperfetta democrazia? Giova ricordare che la costruzione dell'Europa non ha mai avuto molto a che fare con il consenso popolare. Nessuno ha mai chiesto agli italiani e a molti altri popoli del Vecchio continente se volessero o meno l'adesione all'Unione o all'euro. La Ue non è riuscita neppure ad avere uno straccio di Costituzione poiché quella messa a punto è stara bocciata negli unici due referendum indetti in Olanda e Francia. Poco amate dagli elettori europei (che eleggono i parlamentari nazionali da inviare a Strasburgo ma non i membri della Commissione) le elefantiache e costosissime caste che guidano la Ue e la Bce detestano referendum e suffragi popolari".(Ibidem)
Infatti appena la Grecia ha "osato" proporre un referendum per chiedere ai cittadini se volevano i sacrifici per restare nell'euro o se preferivano lasciare l'allegra combriccola."È stato "fucilato" simbolicamente da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, quest'ultimo lo ha anche insultato in un fuori onda forse casuale o forse no. Pochi giorni dopo il premier greco è stato costretto a dimettersi dalla defezione (casuale?) di quattro deputati del suo partito e a guidare il nuovo governo (ovviamente tecnico) è stato chiamato un banchiere, Lucas Demetrios Papademos, ex governatore della Banca Centrale greca ed ex numero due della Bce. Dovrà gestire un programma di austerity nel quale ai tagli sociali si affiancheranno privatizzazioni, vendita di imprese e persino di isole. Merce in saldo con le borse (e i debiti pubblici) di oggi. Ottimi affari in vista per la grande finanza, i grandi investitori, gli speculatori e i grandi gruppi internazionali, soprattutto quelli franco-tedeschi perché le banche di Parigi e Berlino detengono buona parte del debito greco".
E l'Italia? Nonostante rappresenti l'ottava potenza economica mondiale non viene trattata meglio. Anche Berlusconi ha avuto i suoi "traditori" e i suoi "avvertimenti". Come l'attacco borsistico a Mediaset (meno 12% in un sol giorno) che ha "consigliato" il premier di ritirare l'idea di posticipare le dimissioni e ad appoggiare la candidatura di Monti, nominato poche ore dopo senatore a vita dal Quirinale.
Ma perchè questo accanimento contro l'Italia? Per colpa di Berlusconi? No. Noi per l'alta finanza siamo un boccone più appetibile di quello ellenico. "I francesi forse non sono riusciti a prendersi i nostri ricchi contratti in Libia per ottenere i quali hanno scatenato la guerra più stupida della storia ma contano ora di potersi comprare a prezzi di saldo le nostre migliori aziende. Il governo tecnico dovrà privatizzare in tempi rapidi i beni dello Stato, cioè svendere i "gioielli di famiglia" ai nuovi lanzichenecchi e ai Brenno del XXI secolo. Che non vedono l'ora di acquistare per un tozzo di pane quote e società di Eni, Finmeccanica, banche e altri gruppi fino a oggi temibili concorrenti per quei Paesi che solo chi è in affari con loro può continuare a chiamare partner".
Hanno detto che andare alle elezioni ora sarebbe stato disastroso, ma in tutta Europa si è votato, ha detto Ferrara a Radio Londra. "E se per caso"queste condizioni"si ripetessero alla fine naturale della legislatura, cosa si farebbe, si sospenderebbero le elezioni fino a nuovo ordine?"

LEGGI TUTTO
Rozzano MI, 14 novembre 2011 Domenico Bonvegna


Pagine correlate: 

mercoledì 4 novembre 2009

CRISTO "USATO" DAI BANCHIERI ED IL SUO SIMBOLO, IL CROCIFISSO, VIETATO NELLE AULE SCOLASTICHE !!!


  •  






  •   Ama il Prossimo tuo anche se è un Trader 


  •  






  • 04 Novembre 2009  19:07 



  • argomento: Goldman Sac






  • La pressione nella pentola continua a salire ed è solo tempo prima che scoppi, ormai nelle radio e TV americane li chiamano ladri tutti i giorni



    Barclays, Lazard e Goldman Sachs questa settimana hanno quindi mandato nelle chiese di Londra dei top managers a spiegare che i loro profitti "non sono satanici" e "....non sono in contraddizione con il cristianesimo... ". 



    "... il comandamento di amare gli altri come se stessi di Gesù..." dice il chairman di Goldman Sachs ".. va visto come un indicazione a favore di perseguire il proprio interesse" e "....un certo livello di ineguaglianza va tollerato..."



    Ok, qua ci sarebbe una battuta ma la lascio perdere. 



    Comunque si vede proprio che ci si ricorda che del cristianesimo solo quando si è in difficoltà



  •  http://www.cobraf.com/forum/topic.php?topic_id=4624&reply_id=197721






  • Profit `Not Satanic,’ Barclays Says, After Goldman Invokes Jesus









  • John Varley
    By Simon Clark and Caroline Binham
    Nov. 4 (Bloomberg) -- Barclays Plc Chief Executive Officer John Varley stood at the wooden lectern in St. Martin-in-the- Fields on London’s Trafalgar Square last night and told the packed pews of the church that “profit is not satanic.”
    The 53-year-old head of Britain’s second-biggest bank said banks are the “backbone” of the economy. Rewarding high- performing bankers with more pay doesn’t conflict with Christian values, he said. Varley was paid 1.08 million pounds ($1.77 million) and no bonus in 2008.
    “Talent is highly mobile,” Varley, a Catholic, said. “If we fail to pay or are constrained from paying competitive rates then that talent will move to another employer.”
    “Is Christianity and banking compatible? Yes,” he said in an interview after the speech in the 283-year-old church. “And is Christianity and fair reward compatible? Yes.”
    Varley joins Goldman Sachs International adviser Brian Griffiths and Lazard International Chairman Ken Costa as London bankers who’ve gone into London churches in recent weeks and invoked Christianity to defend a banking system that critics say has created wealth and inequality in the U.K.
    “The injunction of Jesus to love others as ourselves is an endorsement of self-interest,” Goldman’s Griffiths said Oct. 20, his voice echoing around the gold-mosaic walls of St. Paul’s Cathedral, whose 365-feet-high dome towers over the City, London’s financial district. “We have to tolerate the inequality as a way to achieving greater prosperity and opportunity for all.”
    Bonuses to Rise
    City bonuses may rise by 50 percent to 6 billion pounds this year, according to the Centre for Economics & Business Research Ltd., even after the U.K. economy contracted for six consecutive quarters, driving unemployment to a 14-year high of 7.9 percent. The gap between rich and poor in the U.K. reached its widest in five decades last year, according to the Institute for Fiscal Studies, a non-partisan research group.
    “The levels of inequality in London are just mind- boggling,” said Nicholas Sagovsky, canon theologian at the 764- year-old Westminster Abbey, where British monarchs are crowned and Queen Elizabeth I and Queen Mary I are buried.
    Bankers are trying to defuse public anger at a financial crisis that triggered a state bailout of lenders including Lloyds Banking Group Plc and Royal Bank of Scotland Group Plc. The two banks yesterday got 31.3 billion pounds more from the government, after receiving 37 billion pounds last year.
    “It’s terrible to say things like that in a church,” Neil Jameson, executive director of London Citizens, a non-profit that campaigns on issues from low pay to crime, said of Goldman’s Griffiths. “He should be condemned,” Jameson said.
    ‘Leper Colony’
    Politicians from the ruling Labour party and the opposition Conservatives and Liberal Democrats are preparing for a general election that must be called by June. All three parties have criticized bankers, who have been cast as “pariahs” who work in a “leper colony,” London Mayor Boris Johnson has said.
    “People are very, very angry at the gross iniquity of rewards in society,” Liberal Democrat lawmaker Vince Cable said in the St. Paul’s debate with Griffiths, 67.
    Bankers need to convince the public of their usefulness to preserve their pay, jobs and the City, said Adair Turner, chairman of U.K. regulator the Financial Services Authority.
    “What good does the City do?” Turner said in the debate at the 299-year-old St. Paul’s. “Trading firms have to understand that if their activities grow to an economically useless, or indeed in some cases positively harmful scale, lack of comprehension will turn to fury.”
    ‘Moral Issue’
    Bankers became too obsessed with short-term gains in a financial crisis that is a “profoundly moral issue,” Lazard’s Costa said in the church of St. Katherine Cree on Oct. 15.
    “These are long-term commitments,” Costa, 60, said of banking careers in a sermon at the church, one of a few to escape the great fire of London in 1666. “They are not one- night financial stands,” he said. “Impatience is no recipe for a healthy economy or society.”
    Banking’s core business of moving money around to fund people, companies and countries lifted millions out of poverty, Varley said last night.
    “There’s no conflict between doing business in an ethical and responsible way and making money,” Varley said. “We make our biggest contribution to society by being good at what we do.”
    Barclays “objective is to pay the minimum compensation consistent with competitiveness,” Varley said.
    Free Market
    He didn’t convince everyone in the audience.
    “If we leave pay to the free market we give up responsibility because no one takes responsibility for the free market,” said Will Campbell-Clause, who works for an environmental non-profit in London.
    Wherever capitalism caused innovation and job creation the City played a role -- from China to the renewable energy revolution, said Goldman’s Griffiths, who was an adviser to former Prime Minister Margaret Thatcher and sits in Parliament’s upper chamber, the House of Lords.
    “These to me are evidence of the good things the City does,” he said.
    Economic growth alone can’t solve inequality, Westminster Abbey’s Sagovsky said.
    “The discrepancy between the wage that cleaners of banks like Goldman earn and the bankers’ compensation is enormous,” the canon said in an interview.
    Goldman spokesman Paul Kafka said his bank “expects” suppliers to pay staff the recommended London minimum wage of 7.60 pounds an hour. Goldman set aside $16.7 billion for compensation of its staff in the first three quarters of 2009, enough to pay each employee $527,192 for the period.
    ‘Walk the Talk’
    “It seems like the bankers aren’t listening to society,” said Jacob Needleman, a professor of philosophy at San Francisco State University and author of “Money and the Meaning of Life.” Needleman said Griffiths should make “an immediate donation of some several million pounds to a beautiful charity” to show he can “walk the talk.”
    For Richard Chartres, the bishop of London, Varley, Griffiths and Costa are men of “high moral integrity and they know what a danger it is” to speak about banking in church.
    “One of the great problems about our civilization is the divorce between public and private life, between fact and value, between the privatization of faith and a public life which sometimes seems can only be organized on the basis of number- based observations,” Chartres said in an interview. The three bankers are “reflecting on the fact that there has been this divorce.”
    Profit Versus Society
    Varley, whose lecture was organized by the Christian Association of Business Executives, said there was no need to separate investment banking from retail banking because banks are responsible for the propriety of their own business models.
    “The pursuit of profit must not come at the expense of society,” Varley said. “We have an obligation to behave as a responsible employer.”
    Chartres, the bishop of St. Paul’s, said he welcomed bankers to debate in church, even though Jesus had thrown money changers out of the temple in Jerusalem, according to the Bible.
    “The money changers were actually selling sacrifices,” Chartres said in an Oct. 27 interview in St. Paul’s. “It is the idea that you can buy off God.”
    The bishop pulled on his coat and hat and strode toward the cathedral exit from beneath the great dome.
    “They have a duty to be extravagantly generous,” Chartres said of the bankers, “because to those to whom much has been given much will be required.”
    To contact the reporters on this story: Simon Clark in London atsclark4@bloomberg.netCaroline Binham in London atcbinham@bloomberg.net
    Last Updated: November 3, 2009 20:01 EST 
    Fonte:http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601109&sid=aySZ9TS.aODA&pos=11