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venerdì 29 luglio 2016

MARCO DELLA LUNA: "gli stati sono divenuti aziende private perché non dipendono più dalla volontà dei cittadini"


di Marco Della Luna 25.07.2016
Nel mirino magistrati, ufficiali giudiziari, ministri, e perfino la Merkel: contestata la sovranità degli Stati
E’ partita in Germania (ma anche dal Sud Tirolo) un’ondata di azioni legali risarcitorie promosse da cittadini, contro pubblici funzionari, magistrati, statisti, persino contro la cancelliera Merkel e il presidente Gauk, per milioni e milioni di dollari. Le ragioni sono vari tipi di sopruso che i cittadini ritengono di aver subito, in violazione dei diritti dell’Uomo e delle leggi nazionali e internazionali. Ne danno ampia notizia testate comeDer Spiegel, Huffington Post e altre:

lunedì 20 giugno 2016

MARCO DELLA LUNA::"Questo sistema si basa sul denaro, o meglio sui valori contabili, finanziari.I quali vengono creati mediante operazioni, registrazioni, puramente contabili, elettroniche.Chi ha il potere di fare queste operazioni, si impadronisce di tutta la ricchezza, anche se non produce alcuna ricchezza: la toglie agli altri."


BANCHIERI, USURA E MAGISTRATI

 di  Marco Della Luna 18.06.16

http://www.loggiagiordanobruno.com/wp-content/uploads/2013/05/giustizia-bilancia.jpg
Il 15 Giugno, ore 11, nel Park Hotel Laurin di Bolzano il giornalista meranese Thomas Sigmund ha tenuto, assieme all’avv. Biagio Riccio, una conferenza stampa in cui ha esposto i risultati di sue ricerche sui rapporti tra un’importante banca locale e magistrati del locale tribunale, che si occupano di cause in cui è parte la medesima banca. Ha presentato documenti da cui risulta che diversi di questi magistrati, o loro coniugi, sono legati alla detta banca da rapporti più o meno stretti: sono soci, mutuatari, correntisti, consiglieri di amministrazione, formatori retribuiti. Per ora Sigmund non ha indagato i rapporti dei magistrati con le altre banche altoatesine. Né le loro partecipazioni in società collegate a banche.

Alcuni di questi magistrati, per soddisfare un preteso credito di questa banca, nonostante 5 perizie indipendenti che provavano che il credito era “intriso di usura”, hanno recentemente venduto all’asta la casa di Sigmund, senza trasmettere gli atti al PM affinché accertasse e perseguisse il reato di usura che emergeva dagli atti. E senza sospendere l’esecuzione, malgrado gli elementi di delittuosità inficianti il credito della banca. Anzi, hanno scritto che sanno che, in simili casi, l’orientamento prevalente è di sospendere l’esecuzione, ma hanno aggiunto che essi non lo condividono. In questo suo caso personale, e in altri, Sigmund ha denunciato un conflitto di interessi tra i magistrati in questione e le “vittime” della banca in questione.

mercoledì 20 gennaio 2016

TOGLIAMO OCCHI ED ORECCHI DALLA TV E DOCUMENTIAMOCI SU QUANTO STA ACCADENDO



 di Marco Della Luna 19 gennaio 2016


“Fondi e trust stranieri hanno deciso di comprarsi ( tra qualche mese) il resto delle nostre banche e i loro immobili posti a garanzia dagli italiani, per quattro soldi…”

Dopo gli ultimi crolli in borsa, sulle rovine fumanti del Sistema bancario italiano, riempito di sofferenze, decotto, e grazie a ciò oramai interamente svenduto alla grande finanza imperialista, che ormai possiede al 95% anche la Banca d’Italia, ora Renzi può raccogliere il frutto dell’azione dei suoi predecessori filobancari da Veltroni in poi, e annunciare al suo patron americano il fatidico “Mission accomplished!” Con un grazie sonoro a tutto l’ampio mercenariato pseudo-intellettuale della sinistra (oggi liberal e filoamericano), nei media, nelle scuole, nella “giustizia”, nonché ai babbei della sua base elettorale, senza la cui fede non sarebbe stato possibile consegnare il Paese interamente e dal suo interno agli interessi privati stranieri, né omogeneizzarlo alla loro cultura e ai loro valori, strumentalmente congegnati, dissolvendone l’identità storica.

venerdì 25 settembre 2015

ERA IL LONTANO 2007 QUANDO LESSI IL SAGGIO "EUROSCHIAVI" DI MARCO DELLA LUNA E SCOPRII IL SIGNORAGGIO!



Euroschiavi - Dalla Truffa alla Tragedia - Libro

Signoraggio, debito pubblico, banche centrali. Nuova Edizione ampliata e aggiornata.

L’Italia è sempre più povera a causa di un debito pubblico in continuo aumento che comporta un’elevata pressione fiscale.
Il debito pubblico è un’invenzione costruita da politici e banchieri al fine di arricchire gli azionisti privati della Banca Centrale italiana e europea.

In passato, le banche che emettevano denaro lo garantivano con la copertura aurea, si impegnavano a convertire le banconote in oro e sostenevano un costo di emissione. Oggi, le monete non sono coperte da riserve di oro, non sono convertibili e il loro costo di emissione è praticamente zero, ma il guadagno di chi le emette, ossia il signoraggio, è del 100% del valore nominale.
Quando lo Stato domanda soldi alla Banca Centrale paga il costo del valore nominale (e non il solo costo tipografico) con titoli del debito pubblico, ossia impegnandosi a riscuotere crescenti tasse dai cittadini e dalle imprese. Tutto ciò avviene attraverso la Banca Centrale Europea, un mostro giuridico creato dal Trattato di Maastricht, esente da ogni controllo democratico come un vero e proprio Stato sovrano, posto al disopra delle parti.

Euroschiavi svela i segreti e i meccanismi di questo sistema di potere che si è eretto e mantenuto sul fatto di essere ignorato dalla gente, soprattutto dai lavoratori, dai risparmiatori e dai contribuenti, e indica come porre fine legalmente a questo saccheggio.

mercoledì 15 luglio 2015

GIOVANNI ZIBORDI MENO STORICO MA ASSAI TECNICO



  • di Giovanni Zibordi 15/07/15    
  • Non è tutto finito lunedì con il solito accordo di "salvataggio". Schäuble insiste stasera che è meglio che la Grecia esca dall'Euro:"Schäuble undermines Greek deal
    The German finance minister splits publicly with Chancellor Angela Merkel for the first time." 14/7/15, 5:39 PM. Questa volta è diverso perchè una fazione importante in Germania pensa che si debba far uscire la Grecia dall'Euro. Gli USA e la Francia hanno spinto Tsipras a cedere a tutti i costi alla Germania e questa ad accettare un altro 80 mld di "finanziamento" pur di non rompere l'Euro, ma in Germania sembra che la fazione di Schauble abbia deciso di andare oltre.

    Nel frattempo in Grecia Syriza sta per spaccarsi perchè era impossibile tradire in modo più clamoroso tutte le promesse. C'è una fazione "nazionalista" anche in Tsiryza che dice "F-U-C-K the EU" e dentro non ci sono i demagoghi, ma anche persone razionali come Costas Lapavitsas che è un economista migliore di Varoufakis e sostiene l'unica cosa fattibile per la Grecia: prendere il controllo delle banche e creare liquidità ignorando le regole della BCE (vedi qui per una descrizione dettagliata)

    Se Syriza fosse un governo serio prenderebbe il controllo della Banca di Grecia, nazionalizerebbe le banche e ordinerebbe alla prima di finanziare le seconde, di fornire la famosa "liquidità" che la BCE non autorizza. Lo può fare perchè in realtà esistono "Euro-greci" ed Euro-tedeschi" o "Euro-italiani" dentro il sistema bancario europeo. 

sabato 25 ottobre 2014

MARCO DELLA LUNA CI DIPINGE IL "MUSEO DEGLI ORRORI" IN CUI CI HANNO PRECIPITATO


di Marco Della Luna 24/10/2014

Una serenata a Leopolda

Sempre più spesso si parla della possibilità od opportunità di una monetazione funzionale, ossia che lo Stato si metta a creare direttamente, o a far creare dalla banca centrale di emissione (assumendone il governo) tutto il denaro necessario a fare gli investimenti pubblici diretti che producano/inducano occupazione, domanda interna, adeguamento infrastrutturale, innovazione scientifico-tecnologica, assicurando al contempo l’impossibilità del default – cioè per fare quelle cose che appaiono indispensabili per uscire dall’attuale recessione-deflazione, dopo il fallimento ormai visibile delle ricette dell’austerità e del quantitative easing, difese oramai soltanto da soggetti in mala fede e per interesse.

Quando si parla di questa possibilità od opportunità di ricorrere all’uso funzionale della creazione monetaria, vengono sollevate obiezioni aventi il seguente concetto-base: “Non si può immettere moneta a piacimento nell’economia, perché ci deve essere un rapporto tra quantità di moneta e quantità di beni, altrimenti la moneta si svaluta e/o si generano bolle speculative mobiliari e/o immobiliari, e si è visto che ciò effettivamente accade.”

Alcune repliche sono ovvie e le ho già più volte formulate: 

domenica 1 giugno 2014

E CHI SI FIDA DI COSTORO???



tratto da tempi.it 25 Maggio 2014 di Rodolfo Casadei

I veri colpevoli della crisi europea? «La Merkel e le sue colf di Bruxelles», che scaricarono sui contribuenti i debiti accumulati dalle banche speculando sui paesi indebitati. Parla Philppe Legrain, ex analista al servizio della Commissione Ue


«La causa principale della crisi sono stati gli sconsiderati prestiti di banche tedesche e francesi al mercato immobiliare spagnolo e a quello irlandese, ai consumatori portoghesi e al governo greco. Ma insistendo che fossero i contribuenti greci, irlandesi, portoghesi e spagnoli a pagare interamente per gli errori di quelle banche, la cancelliera Angela Merkel e le sue colf a Bruxelles hanno sistematicamente privilegiato gli interessi delle banche tedesche e francesi al di sopra di quelli dei cittadini dell’eurozona». L’autore di questa frase, apparsa sul New York Times del 22 aprile scorso, è un ex consulente di Manuel Barroso: Philippe Legrain, economista britannico già autore di un fortunato libro sulla globalizzazione (Open World). Non un consulente qualsiasi: dal febbraio 2011 al febbraio 2014 è stato il principale consigliere e il capo del team di analisti del Bureau of European Policy Advisers al servizio del presidente della Commissione Europea. Alla fine Legrain se ne è andato perché i suoi consigli non venivano seguiti. Tempi lo ha raggiunto per un’intervista esclusiva.

venerdì 11 ottobre 2013

MARCO DELLA LUNA:"RIFLETTIAMO, PRODURRE DENARO COSTA? NO!!! VI SONO VINCOLI? NO!!! SI SCATENEREBBE INFLAZIONE MONETARIA? NO!!! IMPEDISCE LA CREAZIONE DEL DENARO IL DIRITTO ESCLUSIVO CHE E' APPANNAGGIO DEL SISTEMA BANCARIO"



VERSO IL GLOBAL MELTDOWN



Il governo USA minaccia di travolgere il mondo intero nel suo volontario default.

L’Italia e altri paesi affondano nella recessione e nella disoccupazione per mancanza di investimenti, aumento delle tasse, crollo della domanda, tagli del welfare.

Le velleità di riduzione del debito pubblico si scontrano col calo costante di pil e produttività (competitività).

Il debito pubblico di quasi tutti i grandi paesi è praticamente inestinguibile in quanto al capitale, e sempre meno sostenibile in quanto agli interessi.

La Banca dei Regolamenti internazionali lancia l’allarme sull’indebitamento mondiale e la bolla speculativa, che hanno prodotto condizioni ancora più esplosive di quelle del 2008.

lunedì 10 giugno 2013

QUANDO LE NOTIZIE VENGONO DALLA FONTE - UE - NON POSSONO ESSERE BUFALE. BRAVA NICOLETTA

di Nicoletta Forcheri
MONETA DELLO STATO ITALIANO



La definizione di reddito monetario o signoraggio da banconote e monete metalliche in questo documento ufficiale UE (cfr. http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/07/st05/st05068.en07.pdf ):



"3.5. Reddito monetario da banconote e monete metalliche La moneta circolante costituisce una fonte di reddito (generalmente chiamata reddito monetario o signoraggio) a vantaggio dell'ente emittente. Nel caso delle banconote in euro, tale reddito viene accentrato e poi distribuito tra le banche centrali dell'eurozona conformemente alla chiave specifica di ripartizione basata sul PIL e la popolazione di ogni Stato membro. La situazione è diversa per le monete metalliche in quanto il reddito (che corrisponde approssimativamente al valore facciale della moneta meno le spese di produzione e di messa in circolazione) è raccolto dallo Stato membro emittente. Tale impostazione dovrebbe essere egualmente soddisfacente a condizione che non ci siano flussi migratori "netti" di monete tra Stati membri (e flussi sistematici verso o da determinati Stati) poiché in tal caso sarà necessario prevedere taluni aggiustamenti (specifici o generali) al sistema presente."
In altro atto UE, e cioé la decisione della BCE del 6 dicembre 2001 (BCE/2001/16, cfr. http://www.ecb.int/ecb/legal/pdf/l_33720011220it00550061.pdf), all'articolo 3 "Metodo di calcolo del reddito monetario" si definisce, al comma 1 "Nel 2002, l'ammontare del reddito monetario di ciascuna BCN è determinato in conformità della seguente formula:
RM= BP*TR
dove:
RM= è l'importo del reddito monetario di ciascuna BCN da mettere in comune,
BP= è l'aggregato del passivo di ciascuna BCN,
TR= è il tasso di riferimento."
Tale decisione del 6 dicembre 2001, che reca la firma del compianto keynesiano Duisenberg, morto in circostanze misteriose il 31 luglio 2005, contiene la modifica della definizione stessa del reddito monetario in modo da intorbidire le acque. E infatti il capoverso 2 recita:
2. Dal 2003, l'ammontare del reddito di ciascuna BCN è determinato calcolando il reddito effettivo che deriva dagli attivi accantonabili registrati nei rispettivi libri contabili. Quale eccezione, si considera che l'oro non generi alcun reddito.

domenica 12 maggio 2013

MARCO DELLA LUNA, BANCHE E PRINCIPI CONTABILI, LE SORTI DEI RICAVI NON CONTABILIZZATI DOVREBBERO ESSERE INDAGATI.


ALLA RICERCA DELLA LIQUIDITA’ PERDUTA


di Marco Della Luna 12 maggio 2013
Il sistema-paese soffre di arretratezza tecnologica e infrastrutturale, di inefficienza e dispendiosità della macchina amministrativa, di lentezza e corruzione di quella giudiziaria, di costi elevati di una politica e di una burocrazia ampiamente parassitarie, per non parlare dell’influenza istituzionale della criminalità organizzata e, ovviamente, della insostenibile pressione fiscale.
Il male di fondo, che toglie i mezzi anche per affrontare gli altri mali, e da cui direttamente dipendono insolvenze, fallimenti, licenziamenti, crollo di speranza, investimenti e consumi, è però un altro, ossia la carenza di mezzi monetari, il costo eccessivo (rispetto ai paesi competitori) del denaro, le difficoltà ad ottenere credito. Una carenza crescente, sempre crescente, che, attraverso la deflazione, rende sempre più oneroso, difficile o impossibile, il pagamento degli interessi e dei debiti. E delle imposte. E dei contributi. Non dimenticate che la Corte dei Conti ha rilevato che molti enti pubblici sono morosi di decine di miliardi di versamenti contributivi all’Inpdap-Inps. Pare che questa mina esploderà presto.
Immaginiamo una pozza in cui l’acqua stia calando lentamente progressivamente. I pesci rossi, gialli e verdi boccheggiano. Perché cala l’acqua nella pozza? In parte evapora, in parte defluisce seguendo rigagnoli, in parte – la parte maggiore – si raccoglie in una cavità nascosta sotto il fondo dello stagno.
I pesci non hanno più lo strumento della creazione di liquido e non possono usarlo per compensare l’acqua che se ne va. Hanno ancora lo strumento fiscale, con cui possono distribuire l’acqua diversamente tra pesci rossi, gialli, verdi – ossia, tra settore pubblico e privato, tra nord e sud – ma non possono trattenerla né rabboccarla. Anzi, le misure fiscali tendono a far aumentare la fuga dei liquidi e scoraggiano gli investimenti stranieri. La gente comune non ha ben chiaro che i soldi che lo Stato prende con imposte e con la lotta all’evasione sono soldi che semplicemente si spostano all’interno della pozza, ma non aumentano la quantità di liquidi disponibile, quindi non alzano il livello dell’acqua nella pozza, ma semmai accelerano il suo deflusso.
L’acqua che evapora sono quei capitali – miliardi di Euro – che si spostano all’estero e vengono investiti in modi tali da sottrarsi al fisco nazionale (vedi scandalo Offshore-Leaks: 32.000 miliardi di dollari scoperti sinora, ovviamente in ambito globale). L’acqua che defluisce nei rigagnoli sono i liquidi che vanno all’estero come pagamenti di interessi e capitali (disavanzo commerciale), come rimesse degli immigrati (pensiamo particolarmente ai cinesi), come trasferimenti netti a favore di UE, MES, etc.
Su queste perdite di liquidi si può intervenire, ma solo marginalmente e non certo risolutivamente, anche perché per attrarre liquidità dall’estero mediante saldi attivi della bilancia commerciale, turismo e investimenti, dovremmo svalutare rispetto ai partners, ma questa opzione è preclusa dall’Euro, dalla cessione del controllo sui cambi. Il calo del livello dell’acqua continuerà inevitabilmente e mortalmente. Possiamo ritardare il calo, guadagnare qualche mese, ma non fermarlo, non cambiare l’esito, e l’esito è che i pesci moriranno uno dopo l’altro, sempre più velocemente. Lo stanno già facendo.
Diversamente dai pesci della pozza USA e della pozza del Sol Levante, noi non possiamo creare acqua per ristabilire il livello vitale, poiché anche questo potere l’abbiamo trasferito alla BCE, la quale, per statuto, non può fare interventi di questo tipo, che invece fanno la Fed con Obama e la BoJ con Shinzo Abe. La BCE e altri istituti internazionali ed esteri intervengono abbassando i tassi e dando denaro fresco alle banche e al settore finanziario, però questa liquidità non arriva, sostanzialmente alla pozza, ai pesci, all’economia reale – rimane dei circuiti finanziari, in impieghi che non pagano tasse nel Paese, perché le banche usano quei soldi non per prestiti all’economia reale, ma per chiudere buchi di bilancio (contenzioso sommerso) e per investimenti speculativi, più redditizi e sicuri in un’epoca di depressione con outlook sfavorevole. Anche i tassi rimangono alti e handicappanti nella competizione internazionale.
In conclusione, le possibilità di intervento sono scarse, marginali e nessuna è idonea a risanare la situazione e a rilanciare l’economia. Il dibattito attuale è quindi improduttivo.
Rimane l’acqua nascosta nella caverna sotto il fondo dello stagno. E la falla attraverso cui quell’acqua è finita nella caverna. E’ una falla causata da principi contabili errati, cioè non corrispondenti alla realtà economica, in materia monetaria e creditizia. Il concetto è estremamente semplice – così semplice, da risultare sfuggente, ma è oggettivo e verificabile. Si tratta di riuscire a riflettere sull’ovvio. Se si chiude la falla, migliorano drasticamente i bilanci delle banche commerciali, sia come conto economico, sia come stato patrimoniale; inoltre la erogazione dei crediti diventa molto più leggera patrimonialmente. Do per scontato che a tutti sia noto che il sistema bancario opera attraverso un moltiplicatore, che gli consente di prestare un multiplo della raccolta – le banche non sono soltanto intermediari del credito, non si limitano a prestare la raccolta applicando una forbice sui tassi, ma creano liquidità – ecco perché il credit crunch è anche un liquidity crunch.
La falla consiste nel mancato rilevamento contabile, in conto di ricavo della banca, di una realtà economica oggettiva e fondamentale, ossia dell’acquisizione di potere d’acquisto (valore) da parte dei mezzi monetari – denaro primario e denaro creditizio, come assegni circolari, bonifici, lettere di credito, saldi attivi di conti correnti. I mezzi monetari non hanno un valore intrinseco non essendo fatti di metalli pregiati, né sono convertibili in metalli pregiati. Il loro valore, cioè il potere d’acquisto, non è prodotto dalla banca, ovviamente, la quale non produce beni reali; esso deriva dalla loro accettazione da parte del mercato, dal fatto che il mercato è disponibile a dare beni o servizi reali in cambio di essi, sebbene essi non siano beni reali. Essi quindi, nel momento in cui la banca li emette sotto forma di erogazione di credito o di acquisto diretto di titoli finanziari, assorbono o ricevono dall’ esterno il valore, il potere di acquisto, e cessano di essere meri pezzi di carta o impulsi elettronici per divenire moneta. La banca preleva dal mercato, dalla generalità dei soggetti, un potere d’acquisto che essa non crea, e lo presta a un soggetto determinato, percependo da questo soggetto un interesse.
Orbene, questa trasformazione, questa acquisizione di valore, è un fatto economico reale, esattamente un ricavo della banca che emette la moneta primaria o quella creditizia. Un ricavo che, con i principi contabili vigenti, non viene contabilizzato. Conseguentemente abbiamo che la banca, quando eroga 100, dovrebbe, nel conto economico, registrare, a scalare:
ricavo da acquisizione di potere d’acquisto: + 100
costo da erogazione di potere d’acquisto: – 100
ricavo da acquisizione di credito: + 100
SALDO OPERAZIONE: + 100
Sotto gli attuali principi contabili, la prima registrazione non avviene, quindi il ricavo di 100 “sparisce” nella caverna sotterranea, non viene tassato, non si traduce in attivo patrimoniale, in possibilità di credito. Le sorti di questi ricavi non contabilizzati dovrebbero essere indagati. Probabilmente prendono la via di paradisi fiscali, dove riaffiorano, carsicamente, e sono impiegabili in operazioni speculative o in vantaggiosi investimenti reali.
Con questo concludo, ritenendo di aver perlomeno indicato in linee generali dove bisogna metter mano, se non si vuole sprofondare domani o fra una settimana nel buco nero dell’indebitamento. E di aver anche dimostrato la sostanziale impotenza, o il valore meramente dilatorio, delle altre opzioni sul tavolo.
Un’ultima osservazione: nel mondo l’aggregato del debito soggetto a interesse è di almeno 2 milioni di miliardi di Dollari, e l’aggregato degli interessi da pagare sicuramente supera i 100.000 miliardi, mentre il prodotto lordo globale arriva a 74.000 miliardi. Il servizio del debito esistente viene quindi pagato contraendo nuovo debito. Il mondo è un grande schema Ponzi, e non vedo altre vie che la riforma contabile suddetta, per prevenire che lo schema Ponzi scoppi in un global meltdown.

LE FOLLIE DELLE BANCHE CENTRALI!!!!



10 maggio 2013 (MoviSol) - Cinque anni dopo l'inizio della crisi finanziaria globale, tutte le politiche portate avanti dalle banche centrali sono fallite. L'economia è in discesa libera, i governi sono in bancarotta e che fa la BCE? Annuncia la creazione di una nuova bolla dei derivati!

Alla conferenza stampa mensile della BCE il 2 maggio, Mario Draghi ha annunciato che l'istituto di Francoforte sta esplorando la possibilità di resuscitare il mercato delle cartolarizzazioni ABS (Asset-Backed Securities) che, ha affermato, "è morto da tempo". Alla richiesta di dettagli, Draghi ha risposto spiegando che la BCE è alla ricerca di titoli da acquistare dalle banche, "ma non c'è tanta roba in giro che possiamo acquistare". Gli piacerebbe volare con "l'helicopter money", come Bernanke, ma ciò non è possibile a causa delle differenze tra i sistemi americano ed europeo. Con i tassi tagliati allo 0,50 per cento, quelli per i prestiti marginali all'1 per cento e il rinnovo delle MRO (Main Refinancing Operations) almeno di un anno, fino al luglio 2014, la BCE è arrivata alla fine del palo. L'opzione successiva sono i tassi negativi. Dopo aver offerto quantità illimitate di liquidità, ora la BCE pensa di pompare direttamente il mercato dei derivati, ricostruendo la bolla che è esplosa nel 2007!

Attualmente le banche non prestano alle imprese e alle famiglie. Poiché l'austerità ha prodotto disoccupazione, distrutto reddito e consumi, le imprese non hanno domanda e le famiglie non hanno reddito. Difficile per una banca prestare soldi a imprese senza ordinazioni e famiglie senza reddito. Ma invece di lanciare programmi di investimento in modo da agire su domanda e offerta, la BCE suggerisce che le banche prestino comunque denaro, trasferendo il rischio con la cartolarizzazione dei prestiti, seguendo proprio il modello OTC (originate to distribute) che ha causato la crisi.

Ben diversamente dalla ripresa annunciata dalla BCE per la metà del 2013 (adesso), l'economia europea si trova in una recessione crescente, e la ripresa è stata rinviata all'anno prossimo. Anche l'economia americana è in discesa, nonostante la propaganda governativa che parla di aumento dell'occupazione. I fatti dicono che l'occupazione ufficiale, con 135,5 milioni, è meno del livello dello scorso novembre (135,6 milioni). Negli anni recenti, fatta eccezione per il 2008, l'occupazione è sempre tornata in aprile al livello pre-natalizio. Stavolta ha mancato l'obiettivo di centomila occupati.

Non si può certo parlare di successo del Quantitative Easing. E che fa la Fed? Dall'ultima riunione del Federal Open Market Committee è emerso il messaggio che la Fed è pronta ad aumentare il QE3, dopo che alla scorsa riunione aveva invece suggerito che avrebbe gradualmente ridotto gli acquisti fino a sospenderli prima del gennaio prossimo.

L'azione della Fed è ovviamente coordinata con la BCE. Non si può descrivere quest'accelerazione di espansione della liquidità con altre parole se non folle. Le autorità finanziarie si sono imballate su una rotta iperinflazionistica perché si rifiutano istericamente di adottare l'unica riforma finanziaria che funzionerebbe: Glass-Steagall.

Un articolo sul quotidiano finanziario svizzero Neue Zuericher Zeitung del 4 maggio lo ha fatto capire bene. Sotto il titolo "Risanamento e Risoluzione di Banche Sistemicamente Rilevanti", l'articolo spiega la nuova legge di salvataggio bancario svizzera, basata sul "bail-in", o modello cipriota. La Svizzera ha anticipato la legge che tra poco sarà adottata anche nell'UE.

Nell'articolo Patrick Raaflaub e Mark Branson, due funzionari della Consob svizzera (Finma), affermano tra le altre cose che la legge serve a impedire la separazione e la protezione di settori della banca all'estero. Pur non riferendosi a una separazione stretta, alla Glass-Steagall, ma solo alla versione Ring-fencing, il messaggio è chiaro: "Solo con una strategia per sanare e liquidare istituti finanziari attivi globalmente che sia efficace, credibile e riconosciuta internazionalmente, la Svizzera può impedire una separazione preventiva di parti singole dell'impresa, comunemente chiamata 'ring-fencing', in altre giurisdizioni".

Questo schema sarà presto approvato al Parlamento Europeo e al Consiglio Europeo, e a partire dall'anno prossimo, nessun deposito sarà al sicuro nell'UE – posto che la politica della BCE non faccia saltare il sistema prima di quella data.


venerdì 5 aprile 2013

SE ANCORA NON AVETE CAPITO PERCHE' SIAMO TUTTI ALLA CANNA DEL GAS, LEGGETE ASSOLUTAMENTE QUESTI QUATTRO ARTICOLI TRATTI DA COBRAF

Migliori Post del Forum di Cobraf


  • di GZ
  •  - 04/04/13
  • Qui in Italia si discute se si possano rimborsare 20 miliardi alle imprese di crediti verso lo stato (su 70 o 80 dovuti) perchè "non si riescono a trovare i soldi" e c'è chi propone di tagliare dei costi dello stato e chi di anticipare l'irpef per trovare questi mitici soldi introvabili e poi la UE ricorda che non si può eccedere il limite di deficit pubblico del 3% che sono circa 40 miliardi l'anno. E intanto le imprese falliscono e quelle che ancora buone vengono comprate ora dagli stranieri

    In Giappone, paese super-tecnologico, sono più avanti e i soldi li trovano senza problemi, perchè li creano e oggi annunciano di aver trovato Yen per una cifra pari a 1.400 miliardi di dollari (1.100 mld di euro) ! "Allentamento monetario: La Banca del Giappone apre i rubinetti"

    Invece di discutere di stupidaggini i vari Renzi, Bersani, Berlusconi, Monti e Grillo dovrebbero farsi prestare guesta tecnologia giapponese (su licenza americana, perchè il brevetto è di Bernanke) per creare questa moneta

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  • Tra le centinaia di commenti che si sentono in giro sui mercati segnalo questo di un pezzo grosso di NewEdge (il mega broker creato dalle banche francesi) "Greece-Like Risk’ for Financials: McDonald" dove dice che già da tre settimanei Credit Default Swap delle banche hanno cominciato a salire di prezzo (indicando maggiore rischio incrementale di default...) e allo stesso tempo la posizione short sull'indice delle banche Banche USA ETF (grafico) ha toccato il livello massimo degli ultimi due anni. Secondo questo McDonald le ultime due volte che questi due indicatori hanno toccato questi livelli poi le banche sono franate

    Consiglia short sui finanziari, tipo Banche USA ETF (grafico)JpMorgan (grafico),Citigroup (grafico)Bank of America (grafico)Goldman Sachs (grafico)

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  • di Moderatore
  •  - 04/04/13
  • Non è che è tutto arbitrario e non c'è relazione dimensionale per una Banca, è chiaro che impieghi, depositi e capitale hanno una relazione tra loro, perchè ogni banca al mondo deve aver guadagnato dei profitti e averli messi da parte come "capitale" e in base a questi profitti poi può espandersi o meno, come qualunque altra impresa. E' ovvio che se una banca eroga prestiti e perde soldi su questi prestiti deve ridurre l'attività ad esempio. Il vincolo alla dimensione di una banca è guadagnare coi soldi che presta. Più guadagni e più ti espandi.

    Ma le banche sono diverse dalle imprese perchè il loro prodotto è distribuire del denaro, che è un prodotto che quasi tutti accettano, o sbaglio ? e che ha un "costo di produzione" di circa zero, a differenza delle patate, dei laminati di alluminio o degli shampoo, sei d'accordo ? E il cui costo di base, il tasso di interesse è manipolato dal governo (la banca centrale), giusto ?

    IL PRODOTTO CHE LE BANCHE VENDONO E' LA MONETA che è un bene particolare. Oggi è quasi tutta elettronica, quindi a costo di produzione zero, è solo un entrata contabile in pratica e dipende dal governo/banca centrale. Questo loro particolare "prodotto" le rende completamente diverse dalle aziende, le quali appunto hanno un certo capitale, costituito da moneta CHE NON POSSONO CREARE, sulla base del quale investono e crescono ecc..

    1) esiste un margine di discrezione enorme da parte delle autorità di controllo (Banca Centrale e governo diciamo) nel determinare quanto debba essere il vincolo di capitale verso gli impieghi per una data banca, perchè dipende da regole contabili estremamente intricate (vedi "Cosa C'è Dentro le Banche Americane ?") molto più opache, complicate e arbitrarie di quelle di una società che fa traduzioni o scarpe o microchips

    2) esiste un margine di discrezione di ogni banca a livello contabile specie con l'uso di derivati e veicoli extra-bilancio nell'allargare a fisarmonica il proprio bilancio (vedi il crac di Lehman, Bear Sterns, Merril Lynch, Northern Rock, MontePaschi e altre 20 banche dal 2008 ad oggi nel caso tu abbia passato gli ultimi cinque anni a leggere la Gazzetta dello Sport). Questo margine di discrezione non esiste per la contabilità delle aziende normali

    3) non esiste un vincolo materiale in termini di "quantità di denaro" depositata da qualche parte per una banca, come accade invece per un impresa che produca beni e servizi e non prestiti e mutui. Un impresa se rimane senza cassa, perchè la banca appunto non le rinnova l'affidamento e non riesce a pagare i fornitori, deve o ricapitalizzare o portare i libri in tribunale e basta. Una banca no perchè i suoi "fornitori" sono i depositi dei clienti che fino a 100mila sono garantiti in qualche modo dallo stato e dei finanziamenti che arrivano dalla Banca centrale come l'"ELA". Il suo stesso debito senior ad esempio è ora garantito dallao stato. In generale a fronte dei suoi impieghi all'attivo (prestiti, mutui...) che sono i suoi ricavi in pratica la banca segna una passività alla quale deve corrispondere solo una "riserva di capitale" presso la banca centrale (diciamo 1/10 ad es).

    Semplificando molto un impresa normale quando le banche non le rinnovano i crediti si ferma o chiude. Le banche i crediti li ottengono, sotto certe condizioni, dalla Banca Centrale la quale è come Dio, non ha nessuno che sta sopra di lei e può creare denaro senza limiti.

    'azzo, ma lo hai sentito dire che le banche centrali hanno creato SETTEMILA MILIARDI dal 2008 e li hanno dati in pratica alle banche ? Se le banche centrali creano moneta per il 30% circa del PIL e la usano per comprare gli asset delle banche non vuole dire che è tutto arbitrario in pratica nei loro bilanci ?
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  • di Moderatore
  •  - 04/04/13
  • Oggi la notizia di prima pagina del Financial Times e di vari siti finanziari è che la Bundesbank ha avviato un'indagine sull'occultamento di perdite per 12 miliardi di dollari su derivati da parte di Deutsche bank nel 2008. Ma se leggi sembra che Deutsche bank avesse o abbia oggi un buco di bilancio di 12 miliardi. In realtà queste perdite sono sparite quasi subito, appena i mercati sono rimbalzati. Se però le avessero rilevate Deutsche nel 2008 sarebbe stata forse in stato di default tecnico e quindi avrebbe dovuto riempire il buco prendendo soldi dagli obbligazionisti o dallo stato (e gli azionisti avrebbero rischiato l'azzeramento). Paradossalmente però, dal punto di vista nazionale e per come funzionano realmente le banche, ha fatto forse bene Deutsche a tenerle nascoste, come spiego meglio ora.

    Quello che è scandaloso è invece che a Cipro questo mese, per un problema in qualche modo simile, invece di consentirgli appunto di fare finta di niente e recuperare i soldi (persi su bonds greci) in un paio d'anni si sia strangolata l'intera economia

    Ma ci vengono in aiuto proprio oggi i due "top economisti" che affliggono la stampa italiana, Alberto Allesina e Giavazzi, che incuranti degli alberi che hanno dovuto abbattere in Amazzonia causa loro utilizzano della carta del Corriere della Sera per spiegare ("D'ora in poi il sistema bancario non sarà piú lo stesso") le conseguenze di Cipro sulle banche e perchè non creano abbastanza credito in Italia.

    Nel post precedente "Come Mai ogni tanto le Banche Falliscono di Colpo ?" si è spiegato più estesamente come funziona veramente la creazione del credito da parte delle banche, insistendo che il credito viene appunto "creato", cioè che i soldi non vengono prestati prendendoli dai depositi, ma di fatto creati da parte delle banche con il sostegno della Banca centrale. Questa è la singola cosa più importante da capire in economia oggi, ma dato che è ignorata praticamente ovunque nei libri pubblicati, nei giornali e nei commenti anche su internet occorre martellarla bene con esempi freschi. Altrimenti corri il rischio di credere a Alberto Alesina e Francesco Giavazzi che dicono che: "... oggi nel breve termine forse il maggiore ostacolo alla crescita è la scarsità di capitale di cui dispongono le banche. Il motivo principale per cui esse lesinano il credito è che hanno troppo poco capitale..."

    Come noto Cipro è stata di punto in bianco strangolata perchè risultava che le sue due banche principali avevano un "buco" in termini di capitale di circa 5 miliardi di euro, cioè avevano depositi per 80 miliardi e rotti a fronte dei quali avrebbero dovuto avere, per le leggi e regolamenti dell'eurozona, circa 3 miliardi e rotti di capitale e invece erano al momento a -2 miliardi di capitale. Orrore ! Per questi cinque miliardi e rotti che mancavano la Troika ha congelato e confiscato i depositi sopra i 100mila euro, messo controlli ai capitali e paralizzato mezza economia del paese. Nel caso di Deutsche bank del 2008 che è venuto alla luce ora invece, si è fatto finta di niente. Giustamente.

    Quello che non ti dicono Allesina&Giavazzi è che il famoso "capitale" di riserva delle banche è largamente una convenzione contabile, varia nel tempo e da paese a paese ed è soggetto a convenzioni contabili su come misurare sia gli asset rischiosi rispetto ai quali va calcolato che cosa rientra nel capitale. Entrambe le voci al numeratore ("capitale") e denominatore ("asset della banca") sono poi fluttuanti con i valori di mercato, ad esempio dei BTP e altri investimenti a bilancio delle banche che ora dal 2002 vengono calcolati "marked to market") e anche con la valutazione in qualche modo soggettiva del valore corrente di impieghi non quotati sul mercato (come i prestiti a costruttori). Questo per dire che il "capitale" di una banca è una grandezza che varia in larga parte in base alle convenzioni contabili e i governi li modificano di continuo e le banche oggi tramite derivati, veicoli fuori bilancio e altri artifici (vedi Deutsche oggi) li possono giostrare parecchio

    Ma direte voi, alla fine, anche a parte le convenzioni contabili e la valutazione degli asset e impieghi della banca che oscillano sul mercato, che sono anche valutati in modo spesso soggettivo ecc... ci sarà un "capitale" vero e proprio minimo, dei soldi che sono necessari alla banca per funzionare ? 

    Qui i nostri governi da Lehman in poi qua ci scassano a tutti i maroni di continuo dicendo che ..."le banche non possono prestare soldi perchè non hanno capitale", Allesina e Giavazzi lo ripetono dalle pagine del Corriere, non se lo inventeranno mica...

    Ehh...in realtà, in Inghilterra, Svezia e Canada ad esempio, alle banche non si richiede di avere un capitale minimo liquido, cash, a fronte dei prestiti e investimenti che fanno. Perchè, come spiegato nei post precedenti, le banche erogano credito sulla base della moneta che mette loro a disposizione la Banca Centrale... la quale a sua volta ha la facolta di creare moneta...

    Questa sotto è una tabella che mostra quanto denaro "cash", liquido, le banche debbano tenere sottomano per legge. Non è il capitale richiesto di cui si parla, ma ti da un idea di come di denaro vero, di "cash", non ne giri, siano tutti accrediti e addebiti contabili dall'inizio o meglio alla base ci siano solo accrediti dalla banca centrale alle banche quando necessario per farle funzionare...

    Non ci credete, perchè comunque sapete che esiste un "capitale" delle banche minimo necessario ecc... Ma non ricordate più cosa è successo a Bank of America, Citigroup e JP Morgan nel marzo 2009 quando sembravano tutte avviate ad azzerarsi in borsa perchè si diceva che andavano fallite ? Stavano andando tutte a zero ve lo ricordate ai primi di marzo 2009 ?... 

    Ma in America sono più scafati perchè hanno dietro due millenni di tradizione per i giochi finanziari (intendo gli ebrei alla FED, Wall Street e al Tesoro... da Alan Greenspan a Ben Bernanke a Larry Summers... non è mica un offesa... è un complimento notarlo...). E cosa successe di colpo ? Paf!... in un mese il governo cambiò di colpo le regole contabili per il "marked to market" e simultaneamente prestò alle banche del "capitale" (con accredito della FED per cui non spese una lira dei contribuenti). E Bank of America (grafico) da 3 dollari schizzò a 18 dollari... il "capitale" che il governo aveva iniettato alle banche poi man mano lo hanno ripagato con degli interessi... tanto sono tutti fatti contabili che il governo e la FED si inventano come vogliono....per cui nessuno ci ha rimesso e l'economia è tornata su...
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martedì 2 aprile 2013

MARCO DELLA LUNA IN UN POST DEL 13 AGOSTO 2011 "L’ALTERNATIVA AI SACRIFICI INUTILI ESISTE"


L’ALTERNATIVA AI SACRIFICI INUTILI ESISTE

Il decreto legge risanatore del 12 Agosto è un palliativo strutturalmente errato e impotente, depressivo, socialmente dirompente. La forte e compatta opposizione che esso giustamente suscita può costringere il governo Tremonti a far qualcosa all’altezza dell’intelligenza del suo capo. Per riuscirci, però, ha necessità di costringerlo a confrontarsi con la causa vera dei mali finanziari in cui ci dibattiamo.

I disastri della borsa e dell’economia reale, e i fallimenti delle ricette di risanamento e rilancio, i declassamenti, il debito pubblico a 1.900 miliardi, il crollo del 12,5% del gettito tributario a giugno, ancora non sono bastati: ancora si finge di non vedere il problema di fondo, ossia che il mondo vive in un regime di monopolio (cartello bancario) della moneta (del money supply), comprendente anche le banche centrali (Fed, BCE etc.), e che questo, come tutti i monopoli dei beni necessari, tende a ottenere, in cambio del proprio prodotto, il massimo dal mercato del prodotto stesso, cioè tutto il reddito prodotto nel mondo. E persegue questo scopo mediante il farsi pagare il denaro, l’indebitare, il raccogliere interessi. Il punto di equilibrio di tale sistema è quando ogni reddito è destinato al servizio del debito e ogni asset alla garanzia del servizio. Con governi e legislatori come ostaggi-garanti-esecutori di questa destinazione, sotto permanente minaccia di downgrading da parte delle agenzie di rating del medesimo cartello monopolista, e di rifiuto di acquistare i loro titoli. Quindi è ovvio che la BCE, in questa fase, arrivi a commissariare Grecia, Italia e altri paesi. Era tutto prevedibile e scontato.

Ovvio e inevitabile, dunque

a) che il denaro prodotto dal monopolista (a costo zero: fiat money, monrta fiduciaria, nessuna copertura o convertibilità in valore) sia un denaro (come meglio vedremo) che genera un debito infinitamente ed esponenzialmente crescente a carico di tutta la società: il debito costituisce ulteriore bisogno-domanda del bene prodotto dal monopolista, quindi aumenta il valore di questo bene rispetto a tutti gli altri beni, ne rende più pressante il bisogno, sicché la gente, le imprese, gli stati, sono sempre più dipendenti, oramai anche per la sopravvivenza quotidiana, dal monopolio monetario-creditizio, e fanno, danno, subiscono e promettono oramai qualsiasi cosa pur di ottenerne quanto basta per l’immediato – si sono abituati a vivere con l’acqua alla gola;

b) che l’esponenzialmente crescente peso di questo indebitamento progressivamente ed inarrestabilmente erode tutti i redditi e tutti i patrimoni, costringendo a crescenti trasferimenti degli uni e degli altri, anche via tassazione, a favore del settore finanziario-speculativo che esercita la sovranità monetaria; questo trasferimento è costante da decenni e porta con se riforme delle norme sul lavoro, sul bilancio, sul welfare;

c) che nessuna misura di tassazione o di risparmio o di efficientizzazione dell’economia o della pubblica amministrazione può conseguire più di un sollievo sempre più breve dal peso dell’indebitamento e delle devastazioni che esso comporta: ciò che i governi vanno da anni deliberando, comprese le manovre agostane di Tremonti, è semplicemente ingiusto e sterile, perché niente sortisce effetto stabile se non si comincia con l’eliminazione del monopolio.

Il fine connaturale del cartello monopolista della moneta, oltre ovviamente a preservare (con mezzi accademici, politici, militari) il proprio monopolio della creazione, distruzione e fissazione del tasso d’interesse della moneta, è quello – ribadisco – di ottenere, in cambio del proprio prodotto (o in pagamento degli interessi e del debito) tutto il valore disponibile prodotto da ogni altro soggetto economico – il che comporta anche l’acquisizione di potere politico, come oggi palesano gli atti con cui i banchieri centrali prescrivono la politica a governi e parlamenti, e coi quali riformulano l’ordinamento sociale in funzione di tale fine. Se ciò che osserviamo oggi sono semplicemente gli sviluppi avanzati della tendenza intrinseca del monopolio, la novità del 2012 è che adesso il cartello monopolista è venuto allo scoperto, ossia viene divulgato il fatto che esso impartisce direttive ai governi in difficoltà finanziarie – i c.d. commissariamenti. Quindi per la prima volta il cartello monopolista, attraverso BCE e FMI, assume, davanti all’opinione pubblica, la responsabilità politica, sostanzialmente, di essere un super-governo tecnico. Si espone al biasimo e alle conseguenze e alle possibili reazioni politiche di ciò che potrà conseguire all’adozione delle sue ricette. Questa è la novità di oggi: il padrone ci mette la faccia, a costo di far capire che governi e parlamenti sono solo teste di legno. E che il Trattato di Maastricht è una farsa, laddove stabilisce che la BCE non debba dare direttive alle istituzioni politiche. La BCE sta facendo l’unità politica dell’Europa intorno al fine di trasferire stabilmente molto reddito al settore finanziario (stabilmente, nel senso di non fare default e mettere in crisi il sistema internazionale di questi trasferimenti).

La leva di comando del monopolio sui governi è semplice: “se non fai le cose che ti dico, ti abbasso il rating con le mie agenzie di rating e non ti compero più i titoli del debito pubblico con la mia banca centrale (BCE)quindi ti faccio saltare.” Ciò che rimane implicito è che il debito pubblico, con la sua spinta al rialzo, deriva dal fatto che il monopolio esercita il potere politico e sovrano di creare denaro a costo zero dal nulla, impadronendosi del potere d’acquisto corrispondente, e lo presta agli stati a interesse, creando così in capo agli stati il bisogno di ulteriori prestiti per pagare gli interessi, all’infinito. Quindi il monopolio crea il bisogno e la crisi a proprio beneficio, e poi lo sfrutta per assumere la guida politica degli stati.

In questo regime monopolista sovrannazionale e non-regolato dalla politica, ma regolante sulle istituzioni pubbliche, la funzione del denaro e del credito, ovviamente, non è la piena attivazione dei fattori di produzione, non è la produzione di ricchezza, non è nemmeno la massimizzazione del profitto, né la stabilità dei prezzi, ma è il potere, il dominio economico, politico e sociale, nonché quello scientifico/culturale. Il monopolio si concentra soprattutto sugli obbiettivi di irrigidire ed esasperare la domanda di liquidità/credito (massimizzare il bisogno, la mancanza, la scarsità) e di impedire che qualche stato si sottragga alla dipendenza dal monopolio. Perché la dipendenza rigida e stringente di tutti verso il fornitore-creditore monopolista conferisce a questi il potere assoluto, ma anche l’impunità e il diritto di “fare la morale” alle istituzioni. Quindi il monopolio ha bisogno che i popoli, finanziariamente ed economicamente, stiano con l’acqua alla gola, che siano in crisi, in difficoltà – in un’emergenza permanente, seppur mutevole nelle espressioni.

Ricordiamo che la medesima comunità bancaria mondiale che, da un lato, produce e sfrutta le bolle-truffe finanziarie, dei derivati, dei mutui subprime, dei falsi bilanci greci, dall’altro lato esprime i vertici e forgia la politica delle banche centrali che fanno le analisi, prescrivono le ricette, commissionano i governi, dettano le politiche ai parlamenti, fanno direttamente le politiche economiche avendo ricevuto la sovranità finanziaria e monetaria (Maastricht), e minacciano di far saltare gli stati che non obbediscono declassando i loro bonds mediante le agenzie di rating da essa posseduta e non comperandoli più.

Quanti fallimenti di manovre e riforme finanziarie ci vorranno ancora, quanti crolli di borsa e sacrifici sociali, quanti default e quanti commissariamenti di governi, prima che si capisca che è sbagliata, non corrispondendo alla realtà, la concezione di fondo della moneta, del debito, della finanza, dell’economia? Che le analisi, le ricette, gli interventi, i sacrifici falliscono perché non tengono conto dell’esistenza e della logica del monopolio monetario privato-irresponsabile (consacrata dal Trattato di Maastricht, dallo statuto di BCE, Fed, Bis) e si basano su una concezione errata della realtà, quindi è inevitabile che falliscano e non risolvano i problemi? Che bisogna riconsiderare il fondo delle cose senza preconcetti scolastici?

Alcuni paesi – ovviamente – hanno problemi propri, peculiari, di inefficienza, corruzione, ma il problema mondiale è il debito, pubblico e privato, che comporta alte tasse e alti interessi passivi, e sottrae liquidità all’economia, inducendo così insolvenze, defaults, disinvestimenti, disoccupazione, cali della domanda interna, rincari generalizzati.

E questo debito, pubblico e privato, con i suoi effetti suddetti, cresce inarrestabilmente, nonostante i sempre più frequenti interventi di contenimento e risanamento: è dagli anni ’80 che sento fare manovre di risanamento del debito pubblico, e che esso continua a crescere, anzi si è impennato proprio da quanto, col fine dichiarato di contenerlo, è stata fatta la riforma che l’ha moltiplicato, ossia il divorzio Tesoro-Bankitalia.

E non cresce linearmente, ma esponenzialmente, perché i mezzi monetari vengono tutti creati mediante operazioni di addebitamento – cioè in pratica vengono tutti dati a prestito, gravati di un debito ad interesse composto, che fa sì che il totale del debito sia più alto, e divenga sempre più alto, con andamento esponenziale, rispetto alla totalità del money supply, drenando quindi dall’economia una esponenzialmente crescente quota del reddito per il pagamento degli interessi.

L’indebitamento è oramai fuori controllo, come dimostrano i fallimenti di ogni tentativo di arrestarlo, o meglio come dimostra il fatto che i vari tentativi falliscono sempre prima. E le bolle mobiliari e immobiliari non sono accidenti, bensì sono prodotto inevitabile dell’uso del denaro-debito (della necessità di distruggere l’eccedenza del credito-debito sul money supply), tuttavia, pur succedendosi molto velocemente, non riescono più a mantenere il funzionamento del sistema.

Bisogna insomma rivedere il fondo delle cose per capire il rapporto tra moneta e debito.

(In Italia, bisognerebbe inoltre aprire un dibattito sul divorzio BdI-Tesoro, causa principale dell’impennata incontenibile del pubblico indebitamento, assieme alla spesa assistenzialistica finalizzata a prevenire la saldatura, negli anni di piombo, tra protesta operaia del Nord e protesta dei diseredati del Sud. Il Giappone, che ha un debito pubblico più che doppio del pil, non subisce attacchi speculativi ai suoi t-bonds, perché la sua banca centrale compera i titoli invenduti. In Italia (e in altri paesi) bisognerebbe ripristinare i vincoli di portafoglio che aveva un tempo la BdI.)

Le ricette anticrisi, che falliscono ma arricchiscono sempre determinati livelli, producendo una concentrazione della ricchezza e dei redditi in tutto il mondo, e l’immiserimento dei ceti medi, vengono da un soggetto interessato, dal settore bancario mondiale, dalle sue scuole di economia e dai suoi ingegneri finanziari. Arrivano attraverso le banche centrali, come Fed, BCE, BoE, BoJ. E attraverso la banca centrale delle banche centrali, la BIS. E’ stupido presentare siffatte analisi, critiche, richieste, ricette, come l’espressione dell’”Europa”. Sono l’espressione di un soggetto interessato. Precisamente, controinteressato, rispetto al resto della società globale, e soprattutto verso i produttori di ricchezza, i risparmiatori, i pensionati, i giovani.

La liquidità in assoluto è troppa, è un multiplo di quanto dovrebbe essere, ma si concentra nel settore speculativo: non investe e non consuma. Ma è insipiente dire che il mercato sia drogato da troppa liquidità. La ricorrente ricetta del monopolio bancario, comprendente le banche centrali, di curare la crisi mobiliare e la recessione con iniezioni di moneta, il c.d. quantitative easing, produce brevi fiammate di borsa, seguite da profondi e persistenti cali o crolli. E da nessun beneficio per l’economia reale. Infatti, tali immissioni vengono fatte dalle banche centrali, a controllo e (spesso anche, come la Fed) a proprietà privata (di finanzieri) in favore degli speculatori (cioè delle stesse banche che esprimono la direzione delle banche centrali). E il settore speculativo dà rendimenti più elevati e rapidi del settore produttivo, soprattutto ai grandi soggetti che sono in grado di influenzare i mercati finanziari dall’esterno (con l’insider trading, l’aggiotaggio, il vantaggio conoscitivo, il condizionamento sui governi). Il settore speculativo fa così concorrenza, da decenni oramai, al settore produttivo, e lo sta de-monetizzando e costringendo a competere sulla redditività di breve, mediante politiche di disinvestimenti, licenziamenti, tagli della qualità, della formazione, della ricerca, della produzione, per perseguire la massimizzazione non del profitto totale, ma del saggio di profitto.

Le politiche fiscali possono essere utili, quindi, solo se abbassano la redditività del settore speculativo rispetto a quello produttivo. Ma per riuscire in questo necessitano di essere globali (perché la piazza speculativa è delocalizzata, apolide) e da esser precedute da una revisione delle regole di contabilità bancaria, che consentono massicci occultamenti di ricavi e utili realizzati nell’erogazione del credito, nel senso più volte indicato negli scritti miei e di altri (v. Euroschiavi e La Moneta Copernicana), le cui analisi e previsioni stanno ricevendo la più dura delle conferme. Però anche questo sarà insufficiente, se si continuerà a consentire che una moneta fiduciaria, prodotta a costo zero e senza garanzia/convertibilità, in regime di monopolio privato non regolato, venga trattata come merce. Qualsiasi passo in questa direzione presuppone che si interrompa l’azione finanziaria e politica dei monopolisti (grandi famiglie finanziarie e bancarie, direttori delle banche centrali) ossia che i governi (via G8 e servizi di sicurezza) dispongano il loro arresto e la segregazione in un regime del tipo di Guantanamo, per prevenire che essi si oppongano in qualsiasi modo, e che abbiano contatti con l’esterno. Non si può pensare che l’orso consegni la sua pelle su garbata richiesta, foss’anche con voto popolare. Si tratta di riforme possibili solamente se, prima, si abbatte il potere del monopolio. E questo orso è molto più pericoloso e organizzato dei terroristi islamici, veri o supposti. Quindi le mezze misure non servirebbero.

Ma come riorganizzare il sistema monetario e bancario, dopo l’eliminazione del monopolio? Ne La Moneta Copernicana (Nexus 2008), scritto assieme a Nino Galloni, ho delineato l’alternativa all’attuale sistema basato sulla distruttiva moneta-debito e sul monopolio privato della funzione monetaria:

“Avremo lo Stato che, attraverso un suo organo di regolazione del money supply – organo costituzionale, tecnico-economico, meglio configurabile come quarto potere dello Stato, e per quanto possibile super partes e indipendente monitorerà in continuo la situazione monetaria ed economica nazionale e internazionale, accertando di quanta liquidità abbisogni il paese per impiegare o sviluppare al meglio i propri fattori produttivi (sui criteri per stabilire questo ‘meglio’ ritorneremo presto), e vigilerà soprattutto affinché non si producano situazioni di demonetazione, ossia di insufficienza della moneta disponibile rispetto al fabbisogno, che causerebbe un rischio di deflazione e recessione.

Quest’organo darà conseguenti disposizioni a un dipartimento del Ministero del Tesoro di creare ed immettere nel mercato la quantità di moneta ritenuta opportuna, o di ritirare quella che risulti in eccedenza (mediante prelievi fiscali, vendite di beni pubblici comprese riserve auree, vendite di valute estere, etc.).

Verrà così creata tutta la moneta, ossia tutto il money supply: sia quell’8% che oggi è costituito da moneta legale (cartamoneta e monetine), sia quel 92% che oggi è costituito da moneta scritturale delle banche; il money supply consisterà tutto di moneta legale, la quale sarà affiancata solo da moneta complementare, essendo alle banche proibita la creazione di liquidità. Il Ministero del Tesoro emetterà la moneta, per una parte, sotto forma di monete metalliche, per una parte sotto forma di cartamoneta, per il resto sotto forma di annotazioni contabili (informatiche o anche su supporto cartaceo). Registrerà l’importo di ogni emissione tra le entrate tributarie.

Per disposizione costituzionale, vincolerà in bilancio la spesa del valore delle emissioni a impieghi produttivi (investimenti, infrastrutture, etc.) – ossia tali da generare un aumento di ricchezza reale a copertura dell’importo dell’emissione, onde prevenire tensioni inflative.

Le uscite diverse dagli investimenti produttivi saranno coperte da entrate non derivanti dall’emissione di moneta.

L’immissione della nuova moneta avverrà attraverso:

-investimenti diretti

-erogazioni di mutui a banche di credito e altri soggetti.

-sovvenzioni alla produzione.

In tal modo, lo Stato eserciterà la funzione sovrana e politica di creare denaro prelevando potere d’acquisto dalla nazione e spendendo e investendo nell’interesse di essa senza indebitarla né tassarla; e le banche non creeranno più moneta contabile (e debito infinito), non preleveranno più tasse occulte dai cittadini e dalle imprese, ma svolgeranno la funzione loropropria di intermediari del credito: raccoglieranno il denaro prendendolo a prestito dai risparmiatori e dallo Stato, pagando loro un tasso di interesse che sarà stabilito dal mercato, e lo presteranno ai loro clienti a tassi e condizioni che saranno stabiliti, a loro volta, dal mercato. Guadagneranno sullo spread, sulla ‘forbice’. Le banche presteranno quindi solo il denaro che esse effettivamente hanno in proprietà o hanno ricevuto in prestito (mutuo) dai depositanti; di conseguenza, non vi sarà più riserva frazionaria, ma riserva totale. Certamente, in un simile sistema sussiste il rischio che la sovranità bancaria,tolta formalmente alle banche e trasferita allo Stato, venga nuovamente privatizzata, nel senso che lo Stato stesso è ‘privatizzato’, ossia oggetto di possesso e lottizzazione partitocratica o a corporate takeover. Ma a questo rischio si opporrebbe la chiarezza oramai fatta, la conoscenza diffusa, circa i meccanismi fondamentali della moneta e il loro impatto su economia e società. Diverrebbe, cioè, impossibile continuare a ingannare e a governare con l’inganno il mercato, gli operatori economici, i contribuenti, come lo si sta facendo ora.” (pag. 127 ss).

41 Werner, 2005, 258.

142 Zarlenga, 663 ss., propone una riforma analoga.

139 Così raccomanda Anche Zarlenga, 657

140 La principale obiezione di merito alla creazione del denaro da parte dello Stato in funzione di pagare le proprie spese, è che essa si tradurrebbe, per ragioni di demagogia, in un’espansione monetaria incontrollata e inflazionistica. A questa obiezione, oltre a richiamare quanto già detto, si può replicare:

-in primo luogo, che il sistema attuale è in ogni caso peggiore, perché lascia a un sistema bancario privato la possibilità di compiere un’espansione dei mezzi monetari incontrollata, destabilizzante, e destinata ad attività speculative delle banche stesse;

-in secondo luogo, che una creazione eccessiva di liquidità da parte dello Stato può essere prevenuta con vincoli costituzionali e con l’affidamento della regolazione a un organo indipendente dai partiti politici; e, ancor più, con la divulgazione della conoscenza di quello che oggi rimane, per quasi tutti, il segreto della moneta.

Raccomando al governo Tremonti, prima di lasciarsi sconfiggere, marginalizzare o rottamare dagli eventi e dai poteri forti, di spiegare alla gente, e soprattutto al serttore produttivo, come stanno veramente le cose, quale è la causa dei mali in cui ci dibattiamo – ossia il monopolio privato irresponsabile di credito e moneta. Il momento è giusto perché molti si interessino, capiscano, e si muovono in modo tale da consentire una riforma decente anzichè il proseguire di un processo distruttivo che porta solo alla disperazione.

13.08.11 Marco Della Luna