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mercoledì 2 luglio 2014

BERLUSCONI A FAVORE DELLA LEGGE SULLE COPPIE GAY ?!?! MA NON SA PIU' A CHE COSA ATTACCARSI???

di Massimo Viglione 2 luglio 2014


Il leader del centro destra italiano è divenuto ufficialmente pro-omosessualisti, spinto a tal deriva da donne che lo hanno rovinato, anzitutto nell’intelligenza, come spesso accade a chi vive nella sfrenatezza dei sensi.

Ormai è vecchio: oltre la sua età anagrafica. Non capisce più, non sa mai cosa deve fare, fa proclami in continuazione per poi farne seguire altri che affermano il contrario di quanto aveva appena detto; fa dichiarazioni di cui poi deve sempre scusarsi con qualcuno, smentire. Non fa altro che ripetere che occorrono giovani nuovi, come se il problema suo e dell’Italia fosse anagrafico. Finora avrà politicamente consumato decine di giovani, alla ricerca di una soluzione al nulla che lo sovrasta. Ha perso il senso della società italiana, ed è diventato il maggiordomo di un giovinetto fiorentino.

Che pena di vecchiaia. Miliardario senza limiti, ancora potente, ma sempre sull’orlo della galera. Certo, di questo hanno responsabilità anzitutto magistrati comunisti militanti, che usano la giustizia a scopo politico. Ma rimane un uomo senza idee, senza futuro, senza più lucidità. Che ha messo a comandare il suo vacillante e devastato partito una donna sconosciuta fino a un anno fa, i cui meriti politici sono evidenti a tutti.

domenica 11 maggio 2014

NON ABBIAMO ANCORA VISTO TUTTO!!!!.......

http://secondonatura.blogspot.it/


Di solito non accetto foto di pederasti, lesbiche, trans, ma oggi devo fare un eccezione, per mostrarvi lo schifo di questa drag queen che ha vinto l' Urofestival (da urologo..):
Conchita Wurst (el ?). 
Ma se io avessi un figlio piccolo, che je dico ?


martedì 25 marzo 2014

ELEZIONI FRANCESI.... I BUROCRATI DI BRUXELLES, DISTRUTTORI DELLA FAMIGLIA, AVRANNO CAPITO CHE NE ABBIAMO LE TASCHE PIENE DI LORO E DI QUESTA EUROPA?




di Gianni Lannes


Interrogazioni parlamentari 
20 dicembre 2011 
E-012149/2011 
Interrogazione con richiesta di risposta scritta 
alla Commissione 
Articolo 117 del regolamento 
Konrad Szymański (ECR) 



Oggetto: Finanziamento della Commissione per l'associazione internazionale di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali ed intersessuali 



Risposta(e)

"Ad oggi, la Commissione è stata uno dei principali finanziatori dell'associazione internazionale di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali ed intersessuali (ILGA) per alcuni anni. Dal 2007 al 2010 detta associazione ha ricevuto dalla Commissione una cifra complessiva pari a 4.107.457,12 euro, vale a dire oltre un milione di euro l'anno. La maggior parte di tale importo proviene da un programma di finanziamenti della DG EMPL chiamato PROGRESS, da cui l'ILGA ottiene una sovvenzione operativa che copre fino all'80 % dei propri costi di gestione.

L'attività fondamentale dell'ILGA consiste nell'influire sulla legislazione al fine di assicurare diritti alle persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali ed intersessuali, specificamente nell'ambito dei matrimoni e degli istituti sostitutivi del matrimonio.

martedì 21 gennaio 2014

SIAMO PROSSIMI AI TEMPI INDICATI NELLA BIBBIA???


tratto da versolaluce


Come nella Bibbia si trova il progetto del un nuovo ordine mondiale, perseguito dalla fratellanza muratoria dei costruttori guidati dal tiranno Nimrod e uniti dalla sua iniziazione sodomita, così è scritto nero su bianco da millenni che quando sulla terra l'umanità si sarebbe trovata a vivere in un'epoca di avidità e perversione sfrenate sotto il governo di un tiranno globale, allora sarebbe arrivato anche un uomo in grado di raccogliere intorno a sè schiere di valorosi, simili a lui, per sconfiggerlo. Un uomo preceduto e seguito da schiere di persone che, ricevendo la sua ispirazione universale, avrebbero raccolto altri e preparato il campo per un vittorioso scontro finale contro il male universale.

Nella Bibbia è scritta la profezia di tutto il corso storico della creazione, perché l'umanità sperimenta interiormente da sempre il contatto con la luce vitale immateriale e con l'ispirazione universale della sua potenza liberatrice, che la conduce a conoscere la verità tutta intera sul suo destino.

Se l'ispirazione globale del pensiero unico ci viene inoculata artificialmente dall'esterno con i mass-media e con le tecnologie satellitari di condizionamento mentale a distanza, dobbiamo rientrare in noi stessi, dove abbiamo il collegamento naturale con l'ispirazione universale che ci salverà. Si tratta dell'ispirazione vitale superiore che fluisce da sempre nella struttura naturale universale, di quella ispirazione di vita che ha dato origine a tutto l'esistente e che perennemente rinnova la sua potenza vitale, attraverso le generazioni di famiglie che operano in sintonia con la sua forza.

Come il disegno del nuovo ordine mondiale della fratellanza muratoria dei pervertiti e il loro atteso Tiranno Globale è scritto nella Bibbia, così anche la venuta e il programma del Grande Liberatore sono scritti in quel codice millenario. Sta a noi crederci. E quando ne avremo veramente abbastanza, allora saremo disposti anche a crederci. E a giocarci anche quest'ultima carta: quella vincente.

martedì 14 gennaio 2014

LE COPPIE "ETERO" NON NE VOGLIONO PIU' SAPERE DEL MATRIMONIO....QUELLE "OMO" LO VOGLIONO A TUTTI I COSTI !!! SE IL REATO D'OPINIONE CI PORTERA' IN GALERA SARA' MEGLIO CHE PROVVEDANO A COSTRUIRNE MOLTE!


Un rischio dittatura gravissimo -

Gentile Amico,fra pochi giorni se passa la legge Scalfarotto potremo essere messi in prigione con stupratori, assassini e drogati perché abbiamo manifestato in favore dell'unico matrimonio possibile, quello fra uomo e donna !

Gli incubi di Orwell, Solov’ëv e Benson sono realtà! - La situazione da fine del mondo descritta con tinte fosche da Benson e Solov’ëv è ormai una realtà concreta per molti fratelli cristiani in Gran Bretagna e nord Europa messi in prigione, multati, cacciati dal lavoro per la loro fede cristiana e per la ripulsa per l'orrido peccato della sodomia, che oggi vogliono imporre alla società per arrivare a corrompere i nostri figli. Le persecuzioni terribili fondate su menzogne su scala industriale profetizzate da Orwell sono ormai il nostro cibo quotidiano coi giornali, la scuola, internet, la TV.

Cosa dobbiamo fare? - 

martedì 17 dicembre 2013

ABBIAMO BISOGNO DI CLASSIFICAZIONI SCIENTIFICHE PER STABILIRE CHE IL SESSO TRA BAMBINI E ADULTI E' UN ABOMINIO????

 da http://www.lanuovabq.it/di Gianfranco Amato 16-12-2013

E’ ormai considerato un punto di arrivo ineludibile. Dopo lo sdoganamento culturale, politico e giuridico dell’omosessualità, ora tocca alla pedofilia. Diversi sono, purtroppo, i segnali che da tempo fanno apparire sempre più verosimile questo scenario agghiacciante. 

Certo non aiuta la notizia della recente pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, di cui parliamo a parte riportando anche la sentenza: con essa è stata sollecitata l'applicazione dell’attenuante del «caso di minore gravità» di cui all'art. 609-quater, quinto comma, del Codice Penale, per un’ipotesi di plurimi rapporti sessuali completi tra un sessantenne ed una bimba di undici anni, sulla considerazione che tra autore del reato e vittima vi era un “rapporto amoroso”, e che la vittima era innamorata dell’adulto. Il punto è che tale pronuncia, inaccettabile sotto il profilo giuridico, ammettendo la possibilità di una relazione amorosa tra un uomo di sessant’anni ed una undicenne, rischia di offrire il destro a quella preoccupante deriva ideologica che tende a fare riconoscere la pedofilia non quale grave e depravata patologia, ma come semplice orientamento sessuale.

martedì 5 novembre 2013

ORRORE,ORRORE,ORRORE: A NESSUNO INTERESSA LA SORTE DEI NOSTRI BAMBINI?PER QUESTI BUROCRATI ESISTE SOLO IL SESSO?GENITORI, ALZIAMO LA TESTA, LA ROVINA FINANZIARIA CE L'HANNO GIA' PROPINATA, IMPEDIAMO LORO DI DISTRUGGERE I NOSTRI PICCOLI E LE NOSTRE FAMIGLIE!!!


di Gianni Lannes 5.11.13

 Henry Kissinger e David Rockefeller

Una civiltà umana può dirsi tale solo se tutela realmente i bambini. Dopo la legalizzazione della pedofilia in Europa ramificata nei parlamenti (alla voce Bruxelles), nei governi, nelle forze armate, nei servizi segreti, nelle magistrature e nelle multinazionali, ecco ora cosa accade. 






L’OMS detta legge: i piccoli corpi sono merce sessuale dalla più tenera età. Detto e fatto: corsi di masturbazione per bambini fino ai 4 anni, al bando la religione cattolica, ovvero le radici cristiane: è l’Oms a ordinarlo. Infatti è in fase di diffusione un vademecum in cui si tracciano le linee guida per la cosiddetta educazione sessuale ai giovani. Secondo il documento, sin dalla culla ora bisognerà insegnare ai bambini a vivere con serenità la propria sessualità, anche attraverso la masturbazione. 

venerdì 7 giugno 2013

GAY PRIDE, PRESENTI LAURA BOLDRINI E JOSEFA IDEM? CONSIGLIO LORO UNA FOTO RICORDO NEL BEL MEZZO DELLA "SOLITA BOLGIA OSCENA" DA PRODURRE AI LORO FIGLI AL RITORNO A CASA.


di Maurizio Blondet 06 Giugno 2013


Finalmente il governo sovviene alla crisi per le categorie di cui le alte autorità si occupano, perché stanno tanto soffrendo. 
Boldrini & Farabutti Politici sono gli ovvi esecutori delle direttive massoniche della gran macchina dell’ONU e OGN varie che vanno di pari passo con la demolizione degli Stati nazionali e della loro sovranità.



Mentre Indesit annuncia il licenziamento di 1425 lavoratori; mentre 40 mila posti sono messi in pericolo dalla crisi dell’Ilva provocata dai giudici; mentre oltre 550 mila posti di lavoro sono persi dal 2007; mentre il 15% del potenziale industriale del Paese è stato distrutto e non sarà più ricostituito; mentre il credito s’è completamente prosciugato per famiglie e aziende; mentre il tracollo della società italiana accelera in implosione e buco nero... qual è il bisogno più urgente per il Paese, quale la categoria in pericolo cui occorre dimostrare appoggio e solidarietà?
Laura Boldrini presidente della Camera e per la ministra delle pari opportunità Josefa Idem non hanno dubbi: partecipare al gay pride nazionale che si terrà a Palermo il 14 giugno:

«È necessario un forte impegno nazionale e europeo per garantire parità di …

(L’articolo è disponibile solo per gli abbonamenti attivi)

giovedì 6 giugno 2013

EVIDENTE LA VOLONTA' DI SMANTELLARE LA FAMIGLIA, CHE OGGI SALVA MIGLIAIA DI GIOVANI SENZA LAVORO, DOMANI COL "POLIAMORE" CHI SI OCCUPERA' DI LORO? SI TIRERANNO I DADI PER DECIDERE CHI SI DOVRA' OCCUPARE DEI FIGLI IN DIFFICOLTA'? MA DICO IO, ESISTE SOLO IL SESSO?



da Corrispondenza Romana di Davide Greco

 Mentre il dibattito sulle unioni civili omosessuali sbarca di peso anche in Italia, si apre un nuovo fronte dai contorni sfumati. Si chiama “poliamore” ed è completamente opposto al rapporto monogamico: è la pratica di intrattenere più relazioni intime contemporaneamente. Secondo un articolo del “Newsweek Magazine Online” del luglio 2009, le relazioni di questo tipo sarebbero 500mila negli Stati Uniti.

Il sito italiano, invece, è stato inaugurato il 18 aprile 2012. Per il “Dazed Digital” è un qualcosa nell’aria. Non è ancora diffusa, ma si diffonderà nel giro di cinque anni, mentre le persone “mentalmente aperte” la accetteranno nell’arco di dieci. Il poliamore (polyamory) si propone come la nuova allargata monogamia, nella quale si possono amare più persone alla volta. Tutte consenzienti, felici e (ovvio) mentalmente aperte.

Quei poveracci che continueranno a credere che il rapporto di coppia sia da intendersi solo fra due persone, meglio se sposate, e solo fra maschio e femmina saranno destinati a fare pessime figure in tutti i contesti pubblici. Secondo un canovaccio già sperimentato e molto molto funzionante, verranno definite mentalmente chiuse, razziste, anti-democratiche, ignoranti e contro la libertà. Appena proveranno a dire qualcosa su questo tipo di relazioni, subito verranno dipinti come mostri: «Perché vuoi impedire alle persone di amarsi?». E parlare di questo sarà ancora più difficile.

lunedì 20 maggio 2013

DOMANDIAMOCI: PERCHE' MAI L'OFFESA AI DANNI DELL'OMOSESSUALE DOVREBBE GIURIDICAMENTE VALERE DI PIU' DELL'OFFESA AD UN ETEROSESSUALE???


tratto da http://www.lanuovabq.it
di Tommaso Scandroglio 20-05-2013

Presidenzialismo gay. Quando il presidente della Corte Costituzionale, il presidente della Camera, il presidente del Senato e il presidente della Repubblica parlano a favore dell’omosessualità quasi contemporaneamente e con gli stessi toni siamo nel bel mezzo di un presidenzialismo gay. Il 17 maggio scorso si è celebrata la Giornata contro la cosiddetta “omofobia e transfobia”, istituita per volontà dell’Unione Europea nel 2007. In tale occasione i presidenti delle Camere e Giorgio Napolitano non solo hanno parlato di omofobia, ma si sono spinti più in là. Nei loro interventi possiamo individuare tre obiettivi che l’ideologia gay vuole far propri il prima possibile.

Il primo: il reato di omofobia o la previsione di un’aggravante specifica. A tal proposito Napolitano ha rivolto un “pensiero particolare a quei giovani che per questo hanno subìto odiosi atti di bullismo che, oltre ad aggravare le manifestazioni di discriminazione, alimentano pregiudizi e dannosi stereotipi”. Pietro Grasso, presidente del Senato, invece ricorda che sul tavolo del Parlamento già ci sono proposte di legge ad hoc ed aggiunge che “obiettivo fondamentale di tali proposte è quello di intervenire sulle norme esistenti per prevenire e reprimere in modo specifico anche chi commette o chi istiga a commettere atti di discriminazione per motivi fondati sull'omofobia e sulla transfobia”. Gli fa eco il presidente della Camera, Laura Boldrini, la quale afferma: “Auspico che il Parlamento riprenda questo lavoro [relativo alla decisione di punire l’omofobia n.d.a] e lo porti finalmente a compimento”. 

Il reato di omofobia o l’aggravante specifica in realtà non servono perché già il nostro codice penale prevede il reato di ingiuria che sanziona chi lede l’onore e il decoro di una persona (art 594), la diffamazione (art 595), la diffamazione per mezzo stampa (art. 596 bis) e l’aggravante comune per aver agito per motivi abietti o futili (art. 61). Volendo c’è anche la Legge Mancino del ‘93 che offre strumenti sanzionatori per i cosiddetti crimini d’odio. Inoltre non si comprende il perché l’offesa rivolta ai danni dell’omosessuale deve giuridicamente valere di più dell’offesa ad un eterosessuale, dato che si istituirà un illecito ad hoc. E poi così si aprirà la strada ad un’infinità di altri reati per altrettante classi di minoranze sociali particolarmente deboli: da qui l’anziano-fobia, l’handiccapato-fobia, la catto-fobia e via delirando. Ovviamente l’intento è quello che nessuno più, dai sacerdoti ai giornalisti, possa parlare male non tanto degli omosessuali – cosa ovviamente non condivisibile – bensì dell’omosessualità in quanto tale. Insomma il reato di omofobia inciderà non poco sul diritto costituzionalmente riconosciuto di libertà di parola ed espressione.LEGGI TUTTO

martedì 14 maggio 2013

OMOSESSUALI, GIU' LE MANI DAI BAMBINI E DALLE SCUOLE!!!!!!!!!!!



di Tommaso Scandroglio 14-05-2013

Il documento “Verso una Strategia nazionale per combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” a firma del Dipartimento delle pari opportunità e del suo ufficio UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali),  il cui contenuto è stato qui sintetizzato dal Direttore l'11 maggio, presenta un’infinità di lati oscuri e inquietanti.


Uno dei tanti è dato dal fatto che il documento non nasconde il tentativo di attuare un vero e proprio golpe di Stato bianco. Ecco cosa si legge: l’intento della Strategia “nel contrasto alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere […] è, dunque, quello di contribuire alla attuazione di un piano di misure sul piano amministrativo, che, al di là di un quadro normativo incompleto, possa essere di supporto alle politiche nazionali e locali nella materia in questione nel rispetto degli obblighi assunti a livello internazionale ed europeo”. vale a dire che se una legge non c’è ancora che ad esempio legittimi i “matrimoni” omosessuali o che sbatta in galera chi pensa che l’omosessualità è condizione contro natura, ci penseranno gli enti locali – comuni, province, regioni - a “legiferare” attraverso il diritto amministrativo e la prassi. Ed infatti quali sono gli ambiti privilegiati in cui intervenire per diffondere la cultura “gender”? Scuola, lavoro, media e sicurezza-carceri. Esclusa l’area dei mezzi di comunicazione di massa, gli altri ambiti sono quelli che classicamente spettano come competenza alle amministrazioni locali.

Va da sé che tale strategia non può essere lasciata all’estro e all’arbitrio del singolo sindaco o del singolo presidente della regione: occorre coordinare gli sforzi. Ed ecco che veniamo a sapere che da tempo esiste “Ready”: una “rete nazionale delle pubbliche amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale ed identità di genere”. Trattasi di una pubblica amministrazione ombra, cioè sconosciuta ai più (e quindi non pubblica), una sorta di servizio segreto gender dedito alla cripto rivoluzione omosessualista. Una rete che agisce in modo carsico mentre l’etero signor Rossi è ignaro di tutto; ignaro, come vedremo tra qualche riga, che il proprio figlio dovrà giurare fedeltà ai “valori” gay e che avrà docenti abilitati all’insegnamento da associazioni omosessuali; ignaro che se dice una parola in più sull’omosessualità potrà essere denunciato sul posto di lavoro e magari perderlo; ignaro che non farà carriera dal momento che gli omosessuali saranno privilegiati perché discriminati.

Ma la rete Ready è solo uno dei tanti tentacoli di questa “gaia” piovra. Infatti si prevede l’istituzione anche di un “Tavolo di lavoro di coordinamento interistituzionale” il quale servirà come interfaccia tra le amministrazioni locali e ben sei ministeri, la Conferenza delle regioni e province autonome e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. E’ previsto inoltre un tavolo di lavoro con i sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Ugl) e con dieci sigle del mondo del lavoro: Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Coldiretti, etc. Si spera che ne facciano parte persino l’Ordine dei giornalisti e la Federazione Nazionale Stampa Italiana. Tutti sono coinvolti in questa rivoluzione di velluto e paillettes, anche i “centri scout, palestre, asl, Università della terza età e Università popolari”. Qui siamo al complotto per un nuovo ordine nazionale-europeo pan-omosessualista che non risparmia niente e nessuno.

Questa Spectre arcobaleno chiamata Ready forse ha già prodotto risultati notevoli. A lei potremmo addebitare l’istituzione in numerosi comuni italiani del registro per le coppie di fatto anche omosessuali; l’introduzione del doppio libretto, maschile e femminile, per gli studenti transessuali che frequentano il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi di Torino, di Bologna ed ultimamente di Padova; la possibilità che la compagna omosessuale della partoriente lesbica possa aver al polso un braccialetto con scritto non “padre” ma “partner”, come è avvenuto a gennaio presso l’ospedale di Padova; e l'introduzione del voto di genere nelle elezioni amministrative, già legge a Bologna e in Sicilia.

La cultura gender per mettere radici deve trovare terra buona e feconda. In questo senso gli adulti sono ormai una battaglia persa, “legati ad una cultura che prevede soltanto una visione etero normativa”, cioè imprigionati nell’idea retriva che un uomo possa e debba amare una donna e viceversa. Occorre invece intervenire – sempre muovendosi all’interno della Pubblica Amministrazione - sulle nuove leve, le quali sono sprovviste di filtri critici particolari. Ecco allora che la Spectre gay, come ogni servizio segreto che si rispetti, riesce ad inserire i propri emissari nei posti che contano ed infatti si prevede l’“accreditamento delle associazioni LGBT [lesbiche, gay, bisessuali e transessuali], presso il MIUR [Ministero per l’istruzione, l’università e la ricerca], in qualità di enti di formazione”. Detto in altre parole: le associazioni LGBT potranno entrare in classe per indottrinare i bambini e porre alcuni criteri di arruolamento del personale docente. Fuori gli omofobici quindi. Inoltre la formazione su queste tematiche rientrerà nel Piano nazionale di aggiornamento e si prevedono crediti formativi: quindi se lo studente non ripeterà a voce alta che è favorevole all’omosessualità non passerà l’anno.LEGGI TUTTO

mercoledì 8 maggio 2013

UNA LOBBY OMOSESSUALE CRESCIUTA ALL'INTERNO DELLA CHIESA.....

"Europa-Vaticano tra Astinenza e Sodomia" PDF

Un file gratuito scaricabile e stampabile per sapere cosa è veramente la sodomia che infesta i vertici delle istituzioni. Una Raccolta di articoli di cronaca e di commento biblico ai segni dei tempi sulla centralizzazione perversa del potere mondiale.

UN'IMMAGINE CHE VALE PIU' DI MILLE PAROLE


domenica 5 maggio 2013

IL VOLTO SPORCO DELLA DIOCESI DI ROMA, LA BABILONIA DEI SETTE COLLI!!!

 
tratto da http://www.corrispondenzaromana.it (di Emanuele Barbieri) 

Uno dei problemi che Papa Francesco dovrà affrontare è quello dell’immoralità dilagante del clero che dalla periferia della cristianità giunge al cuore della Curia romana. La stampa laicista mette l’accento sul fenomeno della pedofilia, fingendo di ignorare che questo male affonda le sue radici nella piaga ben più vasta e ramificata della sodomia.





Due sacerdoti, l’italiano don Ariel Stefano Levi di Gualdo, che nel dicembre 2011 ha dato alle stampe la sua opera E Satana si fece Trino (Ed. Bonanno), e il polacco don Dariusz Oko, docente della Pontificia Università Giovanni Paolo II di Cracovia, che nell’estate del 2012 ha pubblicato Con il Papa contro la omoeresia (http://www.conciliovaticanosecondo.it/2012/12/22/con-il-papa-contro-lomoeresia/), hanno recentemente sollevato il dibattito sull’esistenza di una vera e propria lobby omosessuale che esercita, in maniera sempre più coercitiva, una forte influenza dentro la Chiesa, anche ai livelli più alti delle responsabilità ecclesiastiche. La piaga di quella che è stata definita omoeresia, omomafia, omosessualizzazione della Chiesa, è ormai nota e il problema comincia ad essere affrontato da diversi siti cattolici e da studiosi come lo psicologo Roberto Marchesini nella sua opera Omosessualità e Magistero della Chiesa (SugarCo Edizioni, 2013) in cui l’articolo di don Oko è riportato integralmente in appendice.

Lo scenario è nauseante, fatto di potenti intrecci che coinvolgono prelati e sacerdoti di dubbi costumi, seminari, abbazie, monasteri, dove è pacificamente praticata una vita sessuale tendente all’effeminatezza. In queste istituzioni, talvolta storiche, gli elementi sani rischiano di esser stritolati.

In questa situazione di drammatico degrado ecclesiale arrivano sempre più numerose le segnalazioni di seminari e case di formazioni dove si diffondono pratiche sessuali in grave e aperto conflitto con l’etica cattolica, tollerate se non favorite o perfino talora sollecitate dai superiori. Una fotografia della generale corruzione del clero ce la dà la diocesi di Roma, se è vero essa è immagine della Chiesa nella sua universalità. Il Vicario Generale di Sua Santità sembra voler dare di sé l’immagine di persona inflessibile su certi fenomeni, ma di fatto poi, stando a quanto narrano e documentano numerosi sacerdoti e seminaristi, le punizioni esemplari ricadano solo sui deboli, mentre i potenti godono di una impunità ai più alti livelli. In un suo editoriale del 14 gennaio 2013, il direttore della “Nuova Bussola quotidiana”, Riccardo Cascioli, solleva un quesito rimasto senza risposta: «Tutti ricordiamo anche l’inchiesta del settimanale “Panorama” nel luglio 2010 sulle notti brave di alcuni preti gay a Roma. Fu un’inchiesta che generò giustamente scandalo e il vicario della diocesi di Roma, il cardinale Agostino Vallini fece affermazioni durissime contro questi sacerdoti, invitandoli a uscire allo scoperto e abbandonare il sacerdozio: eppure non se ne è saputo più niente, non ci sono state sanzioni di alcun genere sebbene alcuni dei responsabili fossero identificabili» (http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-nemico–dentro-5591.htm).

Levi di Gualdo nel suo libro, che a distanza di oltre un anno dalla pubblicazione non è stato mai smentito, ricorda, da parte sua, una denuncia, da lui presentata contro la palese immoralità del parroco di una importante basilica romana. Il Vicario Generale per la Diocesi di Roma reagì dichiarando Levi di Gualdo persona non gradita nell’ambito pastorale romano e lasciando che il prete immorale rimanesse al suo posto. Episodio che il sacerdote ha nuovamente riferito di recente in un’intervista in cui dichiara, tra l’altro, che «nella Chiesa è in atto un golpe omosessualista» (http://www.lanuovabq.it/it/articoli-nella-chiesa–in-atto-un-golpe-omosessualista-5590.htm).

Anche il sacerdote polacco Dariusz Oko è dello stesso avviso del confratello italiano ed a conferma di certe dinamiche scrive nel suo articolo: «Quando un vicario tenta di difendere i giovani dalle molestie sessuali di un parroco è proprio lui, e non il parroco, ad essere richiamato all’ordine, vessato ed infine trasferito. Per aver svolto con coraggio il proprio dovere costui si ritrova a vivere esperienze dolorose» (cit. pag. 13). Se questi fatti, diversi dei quali resi pubblici e ancora in attesa di smentita fossero veri, la situazione ecclesiastica di Roma e delle diocesi italiane è a dir poco spaventosa.

Quel che più impressiona è che tutti, pur sapendo, tacciono, persino dinanzi a una denuncia, giungendo all’aberrazione di punire l’innocente proteggendo il colpevole. Ma se Roma è paradigma della Chiesa universale, a Roma una realtà è più di ogni altra cartina di tornasole, l’Almo Collegio Capranica, conosciuto per essere il più antico e prestigioso Istituto di formazione sacerdotale dell’Urbe e dell’orbe, l’unico dipendente direttamente dalla Santa Sede che provvede alla nomina del suo rettore. Già negli anni ‘70 il periodico “Il Borghese” pubblicò un dossier sulla generale immoralità regnante in questo Istituto; dossier che costò la testa dell’allora rettore fatto vescovo. Sostituito il rettore e placate sul momento le acque, tutto tornò però presto tale e quale a prima.

L’ultimo tentativo di moralizzazione fu fatto nei primi anni 2000 con il rettorato di uno spigoloso sacerdote marchigiano, ora in servizio presso la Santa Sede, che cercò di portare un po’ d’ordine e decenza. Si dimise dopo meno di due anni, su pressione di certi ambienti curiali che non tolleravano il suo desiderio di far pulizia. La situazione, ad oggi, non sembra cambiata.

Questo Istituto è un paradigma perfetto: una facciata di aulica nobiltà fatta di secolari tradizioni e un dietro le quinte fatto di notti brave dei seminaristi che, una volta liberi e dismesso il clergyman d’ordinanza, possono entrare e uscire a tutte le ore del giorno e della notte. Quindi incontri particolari tra seminaristi, ma anche tra prelati più o meno potenti in cerca di compagnia. Amicizie molto intime tra alunni, sia seminaristi che sacerdoti, sono all’ordine del giorno fino alla costituzione di vere e proprie coppiette omosex, il tutto senza troppo bisogno di nascondere. All’interno di questo blasonatissimo seminario basta avere un po’ di confidenza con qualche seminarista per sapere chi è “fidanzato” con chi e quali siano i nomignoli al femminile con cui è chiamato questo o quel seminarista, questo o quel sacerdote.

Per giustificare questo stato di depravazione, chi governa questo microcosmo seminariale invoca il principio dell’autoformazione della Pastores dabo vobis (n. 69) e del Direttorio su La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana, stravolti però in senso tutto quanto liberal. Il documento Orientamenti e norme per i seminari (n. 73) riconosce sì come necessaria al processo formativo la capacità all’autoformazione del candidato al sacerdozio, ma non declinata secondo una prassi libertaria che finisce col farsi poi de facto libertina.

Se poi si considera che questo ambíto istituto è una vera e propria “fabbrica” di vescovi, nunzi apostolici e cardinali, come non rabbrividire? 
Si dirà: è un caso isolato dovuto a particolarissime condizioni. In realtà è molto di più: è un paradigma. Si tratta infatti del più antico e titolato istituto, direttamente dipendente dalla Santa Sede, preposto alla formazione sacerdotale. Non vogliamo generalizzare, ma viene da chiedersi: se tanta è la sporcizia nel collegio la cui direzione dipende immediatamente dalla Prima Sede, cosa accadrà negli altri dipendenti dalle sedi secondarie? Quella sporcizia denunciata dal cardinale Ratzinger durante la Via Crucis del 2005 sommerge la Roma dei seminari e dei collegi, a partire proprio dal più prestigioso ed esclusivo. Preghiamo dunque perché il nuovo Papa trovi la forza di iniziare la pulizia morale che tutti invocano dalla diocesi di cui, fin dal giorno della sua elezione, si è proclamato con fierezza vescovo. (Emanuele Barbieri)

sabato 4 maggio 2013

GIANFRANCO AMATO:"I RAPPORTI TRA CONVIVENTI OMOSESSUALI DEVONO TROVARE LA PROPRIA REGOLAMENTAZIONE NELL'AMBITO DELLE POSSIBILITA' CONCESSE DAL DIRITTO PRIVATO"

(di Gianfranco Amato su La Nuova Bussola Quotidiana 30-04-2013)

Il nostro ordinamento non contempla nessun riconoscimento giuridico pubblico alle unioni tra persone dello stesso sesso, in quanto tale forma di convivenza non appare idonea a creare quella «famiglia naturale» cui si riferisce espressamente l’art. 29 della Carta Costituzionale. Ne rappresenta un impedimento insormontabile la sua oggettiva sterilità e la sua inconfutabile impossibilità procreativa. Del resto, la società in ogni tempo e in ogni cultura tutela il matrimonio tra un uomo ed una donna, perché esso, ed esso soltanto, fondando la famiglia è in grado di garantire l’«ordo succedentium generationum».

Un documento redatto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 3 giugno 2003 – a firma dell’allora Prefetto cardinal Joseph Ratzinger – intitolato Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persona omosessuali, contiene un’interessante osservazione sul punto. Affrontando il tema delle argomentazioni di carattere giuridico, in quel documento si sottolinea:

«Non è vera l’argomentazione secondo la quale il riconoscimento legale delle unioni omosessuali sarebbe necessario per evitare che i conviventi omosessuali perdano, per il semplice fatto della loro convivenza, l’effettivo riconoscimento dei diritti comuni che essi hanno in quanto persone e in quanto cittadini. In realtà, essi possono sempre ricorrere – come tutti i cittadini e a partire dalla loro autonomia privata – al diritto comune per tutelare situazioni giuridiche di reciproco interesse. Costituisce invece una grave ingiustizia sacrificare il bene comune e il retto diritto di famiglia allo scopo di ottenere dei beni che possono e debbono essere garantiti per vie non nocive per la generalità del corpo sociale».

Proprio qui sta il punto nevralgico della questione: i rapporti tra i conviventi omosessuali possono e devono trovare la propria regolazione nell’ambito delle possibilità concesse dal diritto privato. I giuristi sanno bene, peraltro, che praticamente tutti quei diritti generalmente invocati dai partner di una unione di fatto possono essere attivati tramite il diritto volontario e senza alcuna necessità di introdurre per via legislativa nuovi istituti.

E’ un falso problema, ad esempio, la questione successoria, in quanto attraverso il testamento è possibile trasmettere il proprio patrimonio a chi non avendo vincoli legali e/o familiari col testatore sarebbe escluso dalla successione legittima. Oggi nulla vieta, peraltro, al convivente omosessuale di ricorrere agli strumenti del diritto volontario stipulando una polizza assicurativa o una pensione integrativa a beneficio del partner, o stipulando un contratto di comodato d’uso vita natural durante, ovvero costituendo un usufrutto d’immobile.

E’ un falso problema il subentro nel contratto di locazione della casa di comune residenza, in quanto tale contratto può ben essere stipulato congiuntamente dai due partner, e in ogni caso già la giurisprudenza costituzionale è intervenuta riconoscendo il diritto di successione nel contratto di locazione a seguito della morte del titolare a favore del convivente (Corte Costituzionale sent. n. 404/1988). Così come è un falso problema la possibilità di visita in carcere del partner, oggi concessa anche ai conviventi grazie ad espresse disposizioni dell’ordinamento penitenziario (art. 18 della legge 26 luglio 1975, n.354, e art. 37 del regolamento di esecuzione D.P.R 30 giugno 2000, n. 230).

Per quanto riguarda le visite in ospedale oggi già quasi tutti i regolamenti interni dei nosocomi contemplano la possibilità di accesso ai conviventi. E’ un falso problema, inoltre, la risarcibilità del convivente omosessuale per fatto illecito del terzo (ad esempio in un incidente stradale), poiché la giurisprudenza ha ormai pacificamente riconosciuto tale diritto (Tribunale di Milano 12 settembre 2011, n. 9965), secondo il consolidato orientamento della Suprema Corte di Cassazione (Cass., sez. unite Civ., sentenza 26972/08, Cass. III sez. pen. n. 23725/08).

Numerose sono, del resto, le disposizioni normative che attribuiscono diritti specifici alle «persone stabilmente conviventi».

Basti citare, ad esempio, la possibilità di richiedere la nomina di un amministratore di sostegno (art. 408 e 417 c.c.), la facoltà di astensione dalla testimonianza in sede penale (art. 199, terzo comma, c.p.p.), la possibilità di proporre domanda di grazia (art. 680 c.p.), e così proseguendo.

La giurisprudenza riconosce, infine, la possibilità a conviventi omosessuali di stipulare, nell’ambito dell’autonomia negoziale disponibile, accordi o contratti di convivenza, purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico (art. 1322 del Codice civile) e non contrastino con norme pubbliche, l’ordine pubblico o con il buon costume. Si tratta in genere di accordi di natura patrimoniale che rientrano nella disponibilità delle parti (ad esempio la scelta e le spese per l’abitazione comune; la disciplina dei doni e delle altre liberalità; l’inventario, il godimento, la disponibilità e l’amministrazione dei beni comuni; i diritti acquistati in regime di convivenza, ecc.).

A nulla vale, del resto, l’obiezione secondo cui limitare l’ambito di regolazione dei rapporti giuridici al solo diritto privato implicherebbe un onere di attivazione da parte dei conviventi omosessuali, che verrebbero così discriminati rispetto alle persone unite in matrimonio. A prescindere da quanto già evidenziato sul riconoscimento pubblico delle unioni omosessuali, ciò che fa specie è constatare come proprio i cultori dell’autodeterminazione e dell’autonomia della persona – fondamento del pensiero cosiddetto “laico” – siano i più accaniti sostenitori di tale obiezione. Per questo appare davvero paradossale che i propugnatori di una visione liberal del comportamento umano arrivino a chiedere insistentemente l’intervento dello Stato nella gestione dei rapporti privati, anziché invocare tutti quegli strumenti che consentono l’espressione della piena autonomia e della responsabilità dei singoli.

OGNI TRE PER DUE RISPUNTANO I GAY E I LORO DIRITTI CALPESTATI, COSI' DICONO LORO!!!!


tratto da http://www.repubblica.it

Il motivo scatenante sarebbe stata un'intervista a Repubblica: il presidente del Consiglio, nel corso del giuramento, aveva chiesto "sobrietà". Vendola: "La decenza è salva". Concia: "Vittoria delle rete". Ed è polemica anche su Beatrice Lorenzin per un vertice sulla sanità con i parlamentari del PdL del Lazio


ROMA - Niente deleghe per Pari opportunità, sport e famiglia per il sottosegretario Pdl alla presidenza del consiglio Michaela Biancofiore, dopo la polemica scatenata per le sue posizioni rispetto l'omosessualità. 


PERCHE' L' OMOSESSUALITA' VIENE PRESENTATA ALLE MASSE COME LA COSA PIU' NATURALE DEL MONDO???

http://www.corrispondenzaromana.it/ di Roberto de Mattei

Lo scorso 5 aprile le agenzie di stampa hanno riportato la notizia che Papa Francesco ha ribadito la linea di tolleranza zero di Benedetto XVI contro la pedofilia. Il tema è stato affrontato dal pontefice nell’udienza con mons. Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. In particolare, il Papa ha chiesto massima fermezza su misure di protezione dei minori, aiuto alle vittime, procedimenti contro i colpevoli e impegno delle conferenze episcopali per formulare e attuare le direttive in un campo tanto importante per la credibilità della Chiesa.
Nella Lettera ai cattolici di Irlanda del 19 marzo 2010, e in molte altre dichiarazioni, Benedetto XVI si era già espresso per una linea di estremo rigore contro gli abusi del clero, sottolineando l’urgenza di una riforma morale della Chiesa. Questa posizione ha suscitato, come è logico, un immediato consenso da parte dell’opinione pubblica e dei mass-media. Per le leggi e per il sentire comune di larga parte dei Paesi occidentali, la pedofilia è considerata, come lo stupro, un infamante delitto, non però a causa dell’immoralità dell’atto in sé, ma per la violazione che questi crimini comportano dei diritti, in un caso dei bambini e nell’altro caso delle donne. L’omosessualità  viene invece considerata un diritto che perfino i bambini dovrebbero essere educati a rispettare, in nome della assoluta libertà che essi avrebbero di poter scegliere il proprio “orientamento” sessuale.
Nulla viene dalla natura, tutto si fonda sull’autodeterminazione dell’uomo, e l’unico peccato consiste, secondo questa logica, nell’impedire all’individuo di seguire i propri istinti e le proprie tendenze. Nella prospettiva cristiana, al contrario, esiste una legge naturale, impressa a fuoco da Dio nella coscienza di ogni uomo. La violazione di questa legge naturale e divina costituisce un grave peccato, ovvero un allontanamento dell’uomo da Dio destinato ad avere catastrofiche conseguenze. Tutti i peccati mortali infatti, secondo il Catechismo della Chiesa, se non sono seguiti dal pentimento e dalla confessione, portano l’anima all’inferno, che è il luogo di ogni sofferenza eterna, a cominciare dalla più terribile, che è la privazione di Dio.
Per la morale cattolica l’omosessualità è un peccato altrettanto grave dello stupro e della pedofilia e alla pedofilia apre talvolta la strada. Il 12 aprile 2010, in una conferenza in Cile, riferendosi agli abusi imputati al clero, il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone aveva sottolineato l’esistenza di un legame tra omosessualità e pedofilia, precisando successivamente come ciò che viene chiamato pedofilia sia più spesso “efebofilia”, o “pederastia”, cioè l’attrazione omosessuale non verso i bambini, ma verso gli adolescenti. Il confine tra omosessualità, efebofilia e pedofilia, è insomma labile, per quanto le lobby omosessualiste respingano con sdegno l’accostamento tra pedofilia e omosessualità. Di certo, dal punto di vista della morale cristiana, la tolleranza zero va estesa anche alla omosessualità o sodomia, termine che indica, in senso lato, l’unione sessuale tra persone dello stesso sesso e che prende il nome dalla città biblica di Sodoma che venne distrutta da Dio per la perversione morale suoi abitanti (Genesi 18, 20; 19, 12-13; 19, 24-28).
Oggi, anche all’interno della Chiesa cattolica, si è diffusa una cultura relativista ed edonista ed esistono diocesi, seminari, collegi, istituti religiosi, in cui l’omosessualità, o almeno una tendenza omosessuale, è considerata come irrilevante dal punto di vista morale  e pacificamente tollerata. La situazione della diocesi di Roma portata alla luce da “Corrispodenza romana” è tristemente esemplare (http://www.corrispondenzaromana.it/category/chiesa-cattolica/).LEGGI TUTTO

FAMIGLIA CRISTIANA VIENE ANCORA VENDUTA NELLE CHIESE E NELLE PARROCCHIE??? MEGLIO NON COMPRARLA, QUALE ALBESE VI DICO: L'EDITORE OGGI E' BEN LONTANO DAL COMUNICATORE SAN PAOLO A CUI SI ISPIRAVA DON ALBERIONE!!!!

Ecco come un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio diventa accettabile in un giornale che forse dovrebbe più correttamente chiamarsi Famiglia Pagana

tratto da http://www.amicideltimone-staggia.it di Mario Palmaro

"Mamma, mamma, che cos'è una lesbica?". La mamma di Pierino ha un attimo di smarrimento, vacilla, cerca di organizzare la risposta, ma per prima cosa chiede al suo bambino: "Dove hai sentito quella parola? Al telegiornale, a scuola o forse al campo sportivo?". "No mamma: l'ho letta su Famiglia Cristiana". Al che la povera genitrice corre in soggiorno a sfogliare la gloriosa rivista cattolica dal nome rassicurante. E qui la povera donna scopre, con sgomento, che Pierino dice la verità. Perché nel numero 2 di Famiglia Cristiana di quest'anno, 13 gennaio, sulla terza di copertina campeggia una pagina di pubblicità ideata dal Dipartimento delle Pari opportunità e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Una pubblicità nella quale si vedono le foto di tre sconosciuti, accompagnate dalla seguente didascalia: "alto", sotto il primo personaggio; "lesbica" sotto la seconda; "rosso" sotto al terzo, che ha effettivamente i capelli rossi. Segue slogan perentorio: "E non c'è niente da dire". Segue spiegazione per i più duri di comprendonio: "Sì alle differenze. No all'omofobia".
A questo punto io capisco benissimo che i lettori si stropicceranno gli occhi, e si metteranno a rileggere questo articolo dall'inizio, pensando di avere avuto un'allucinazione. Ma purtroppo è tutto vero: se portate in casa vostra Famiglia Cristiana, preparatevi a dover spiegare al pupo che cos'è una lesbica o un gay, preparatevi a tenere seminari serali per chiarire il concetto di omofobia, preparatevi a insegnare con pugno di ferro a tutta la prole, e ovviamente anche al genitore numero due (l'uso di parole come moglie o marito potrebbero essere considerate sintomo di omofobia), che intorno a questo tipo di diversità "non c'è niente da dire".
Ormai anche i più duri di comprendonio l'hanno capito: è partita la più colossale campagna mediatica, ideologica, politica e legislativa di tutti i tempi per trasformare a livello planetario ciò che è anormale in normale, ciò che non è naturale in naturale, ciò che non è fisiologico in fisiologico. Più o meno tutti sanno che la dottrina della Chiesa si oppone a questo disegno di pervertimento dell'ordine naturale. Più o meno tutti sanno che a un vescovo, quello di Trieste, è stato impedito di uscire di casa da un gruppetto di facinorosi semplicemente perché monsignor Crepaldi dice la verità intorno alla sessualità umana. Più o meno tutti sanno che queste sono le prime avvisaglie delle persecuzioni che i cattolici subiranno se non accettano supinamente di omologarsi al "pensiero gaio".
Dunque fa un certo effetto scoprire che un giornale formalmente cattolico come Famiglia Cristiana, per altro dietro compenso economico, metta in pagina una pubblicità che riassume proprio la "visione del mondo" dell'ideologia omosessualista.
Un'ideologia che per altro ha ben poco a che fare con le persone in carne e ossa che vivono questa condizione. Un'ideologia che persegue un obiettivo di tipo culturale e giuridico: eliminare le categorie uomo-donna e rimpiazzarle con un soggetto senza identità definita che trae la sua sessualità non dalla sua natura e dalla sua corporeità "data", ma dalla sua volontà arbitraria.
Qui non c'entra nulla il rispetto dovuto a ogni essere umano. Qui c'è in gioco la ragione: perché bisogna insultare la ragione per far credere che essere lesbica sia la stessa cosa che avere i capelli rossi o essere alto. Prima ancora che addentrarsi sul terreno accidentato del giudizio morale, qui si tratta di un banalissimo riconoscimento di un fatto antropologico: chiunque sa che i comportamenti o anche solo le tendenze che afferiscono alla sfera sessuale hanno un impatto sulla persona ben diverso dal colore dei capelli.
Ma se poi dal piano naturale ci spostiamo a quello soprannaturale, e ci lasciamo illuminare dalla Rivelazione e dalla dottrina cattolica, beh, allora l'infortunio di Famiglia Cristiana assume proporzioni imbarazzanti.
Che cosa penserebbe don Giacomo Alberione, fondatore della Società di San Paolo, imbattendosi in quella pubblicità dentro a una rivista del suo ordine religioso? Stiamo parlando di quel Beato Alberione che nel 1941, a proposito della "formazione dei nostri aspiranti alla vita religioso-sacerdotale" scriveva che "nei casi anormali di complicità con giovani, ragazzo o compagni, sarebbe follia tentare ancora una prova... anche perché i peccati contro natura, gridano vendetta presso Dio e privano di molte grazie". 
Davvero singolare: la rivista dei paolini che pubblica una pubblicità che comporterebbe la condanna come "omofobo" del loro stesso fondatore. Il quale – da vero cattolico – insegnava che si deve "combattere l'errore o il peccato, non l'errante o il peccatore". Ma che non avrebbe mai trasformato un disordine morale in una normalità per decreto statale, tanto per compiacere il peccatore. Né avrebbe usato le riviste del suo ordine – quelle che una volta si chiamavano "buona stampa" - come "taxi a pagamento" per idee contrarie alla dottrina cattolica e alla verità sull'uomo.
Senza dimenticare che don Alberione volle per la sua famiglia il nome dell'apostolo delle genti, quel Paolo di Tarso che nella prima lettera ai Corinti scrive questo terribile ammonimento: "Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio." Prima che nascesse il "politicamente corretto", si parlava così.
Insomma, quella pubblicità su Famiglia Cristiana è una brutta pagina di omologazione al pensiero unico dominante, è il simbolo dell'accettazione acritica di un messaggio che è sbagliato nei contenuti e nello stile, e – diciamocelo fuori dai denti – anche una brutta prova di cinismo verso il vasto pubblico dei propri lettori. Verso tutte quelle mamme di Pierino che una famiglia cristiana continuano a pensarla con marito, moglie e figli. E che hanno vissuto benissimo per decenni senza discettare di lesbiche, gay e omofobia.

Mario Palmaro

martedì 23 aprile 2013

ALLORA.....VORREI CAPIRE DA CHE PARTE STA "QUESTA CHIESA"





DAL REVIVAL DI IDEE DEL PRIMO HITLERISMO ALLE LEGGI SULLE UNIONI GAY, “NON È GIUSTO CONTINUARE IN UN’EQUIVOCA TOLLERANZA”. NÉ PER I CATTOLICI, NÉ PER LE PERSONE RAGIONEVOLI

Luigi Negri
Arcivescovo di Ferrara – Comacchio



(Il Foglio del 19/04/2013) 
Carissimo direttore, poiché mi trovo quasi sempre d’accordo con le tue posizioni dal punto di vista cultural-politico, mi permetto di farti avere delle osservazioni che sento assolutamente necessario, in coscienza, formulare e pubblicare. Mi hanno indotto a questo anche due bellissimi articoli che ho letto recentemente sulla questione dell’assetto cultural- social-politico in questo momento tragicomico della nostra storia nazionale.

Uno è un articolo del professor Francesco Alberoni sul fanatismo devastante di certe posizioni politiche, che mi ha ricordato i tempi indimenticabili dei miei studi universitari, in cui l’allora giovane professor Alberoni ci insegnava i rudimenti della sociologia. E poi l’articolo molto acuto del professor Aldo Grasso con cui ho condiviso tanti anni di insegnamento in Cattolica.

Non voglio fare nessun intervento nell’ambito specifico dell’impegno dei laici, soprattutto dei laici che hanno deciso di partecipare attivamente alla vita delle istituzioni. Non tocca ai vescovi stabilire l’identikit del presidente della Repubblica e non tocca ai vescovi indicare le priorità di carattere politico in senso stretto, ma tocca ai vescovi intervenire sulle gravi vicende di carattere culturale che sono arrivate, nel nostro paese, a un livello di crisi che mi sembra senza ritorno.

(.....) Di fronte alla proposta di una vita socio- politica ridotta a posizioni teoriche demenziali, corredate da un linguaggio e relativi atteggiamenti dello stesso tipo, io mi sento di dire con tranquillità, almeno ai fedeli cattolici della mia diocesi, che non è possibile essere cristiani e contemporaneamente appoggiare a qualsiasi livello posizioni e scelte che sono evidentemente in contrasto con la concezione della vita che la chiesa, coerentemente, da duemila anni insegna. Se poi la novità è rappresentata, anche sul piano istituzionale, da disegni di legge che riguardano il riconoscimento civile delle unioni gay, il cambiamento a spese del Servizio sanitario nazionale del sesso, ci rendiamo conto da che parte va questa presunta novità.

martedì 15 gennaio 2013

CLERICAL-GAY,I SILENZI E LE BUGIE DELLA CHIESA


http://www.corrispondenzaromana.it
Dopo la recente intervista a Don Dariusz Oko e quella pubblicata da La Bussola Quotidiana a Gerard van den Aardweg, La Nuova Bussola Quotidiana continua la sua indagine sul tema della lobby gay all’interno della Chiesa con questa conversazione con don Ariel S. Levi di Gualdo, sacerdote romano che nel 2011 ha pubblicato per l’editore Bonanno il libro E Satana si fece Trino. Relativismo, individualismo, disubbidienza: analisi sulla Chiesa del terzo millennio. Il secondo capitolo di questo lavoro è interamente dedicato alla presenza omosessualista all’interno della Chiesa, e non sarà inutile ricordare che proprio alla vigilia di Natale, parlando alla Curia Romana, il Papa si è a lungo soffermato sulla grave minaccia per la Chiesa rappresentata dall’ideologia del gender.

Don Ariel, lei definisce la presenza gay all’interno della Chiesa una “Via crucis”. Perché?
Giusto precisare “all’interno della Chiesa”, perché non ho mai fatto battaglie contro i gay in quanto tali. Ho trattato sempre col massimo rispetto ogni persona con tendenze omosessuali che mi ha avvicinato. Alcuni mi hanno chiesto sostegno spirituale, altri si sono presentati al mio confessionale dal quale non sono mai usciti senza assoluzione. Compito mio è amministrare la grazia e il perdono di Dio. Molti i motivi e i condizionamenti socio-psicologici per cui i giovani del XXI secolo possono essere indotti a uno stile di vita che non amo definire «malvagio» o «disordinato». Preferisco la più paterna espressione di “stile di vita non cristiano”, memore che Gesù avverte: «I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio» (Mt. 21, 32). Per questo scrivo: «I gay sono compatibili col Paradiso, forse più ancora d’altri generi di peccatori tollerati spesso con grande diplomazia anche dalla migliore morale cattolica. Non lo sono però col sacerdozio, all’interno di un mondo al maschile composto di uomini ai quali è chiesto un equilibrio sessuale raggiungibile, ma non facile da raggiungere e mantenere» (E Satana si fece Trino, p. 221). Quando fui consacrato sacerdote il vescovo mi esortò: «Sii sempre te stesso». In che misura si può dire a un prete gay: «Sii sempre te stesso»? O si può forse impostare il ministero sacerdotale sulla finzione, la doppia vita? Pertanto, anziché camminare col Signore come i discepoli lungo la Via di Emmaus (Lc. 24, 13-35), i gay preti si troveranno in transito su una Via Crucis perenne e fine a se stessa che non li guiderà alla pietra rovesciata del sepolcro vuoto del Cristo, con grave danno a se stessi e alla Chiesa. Il tutto non perché sono persone con tendenze omosessuali alle quali perdono, grazia e salvezza non sono preclusi ma perché non possono essere liberamente e felicemente se stessi. Ecco allora che il gay prete, a differenza di quello laico, rischia di vedersi seriamente precludere il perdono, la grazia e la salvezza della propria anima.LEGGI TUTTO

venerdì 2 novembre 2012

LA COMUNITA' OMOSESSUALE NELLA CHIESA SI DIFENDE ED ATTACCA???



(2 novembre 2012 di Marco Tosatti su blog “San Pietro e dintorni”, La Stampa.it) Riportiamo alcuni brani di un lungo articolo di don Dariusz Oko, Dottore di ricerca del Dipartimento di Filosofia dell’Università Pontificia Giovanni Paolo II di Cracovia, su un tema scottante: e cioèl’omosessualità nella Chiesa.

Il suo testo è stato pubblicato su varie riviste, per ultima sulla prestigiosa rivista teologica tedesca “Theologisches”. “Da molte settimane in Polonia ha luogo un’accesa discussione sulla “omosessualità clandestina nella Chiesa” causata dalle dichiarazioni di don Tadeusz Isakowicz-Zaleski nel suo ultimo libro “Mi importa della verità”. Alcuni negano l’esistenza di questo mondo sommerso e divulgano tesi del tutto contrarie all’insegnamento della Chiesa; in entrambi i casi ciò non corrisponde al vero .

Vista la serietà del problema, mi sento in dovere di prendere la parola, perché anch’io vorrei la verità; ma soprattutto vorrei il bene, il bene fondamentale dell’uomo e della Chiesa, la comunione fondamentale della sua vita”. Scrive Oko : “Il dovere di prendere posizione sul problema dell’omosessualità clandestina nella Chiesa è legato al mio impegno nella critica filosofica dell’ideologia e della propaganda omosessuale (in breve omoideologia e omopropaganda), della quale mi occupo da tanti anni su richiesta e con l’incoraggiamento di molti cardinali e vescovi”. “Ho iniziato il mio lavoro come una lotta contro una mortale minaccia esterna al cristianesimo, ma poco, a poco ho scoperto che la divisione fra esterno ed interno non è così facile.

L’avversario non è soltanto all’esterno della Chiesa, ma è anche già ben radicato al suo interno, pur se spesso dissimulato come un “cavallo di Troia”. Il problema dell’omoideologia e dell’omolobby non esiste soltanto all’esterno della Chiesa, ma è ben presente anche al suo all’interno, dove l’omoideologia diventa omoeresia”. E continua: “Per prima cosa bisogna denunciare una menzogna generalizzata da parte dei mass media che parlano continuamente della pedofilia del clero, mentre il più delle volte si tratta di efebofilia, cioè una degenerazione che non consiste nella attrazione sessuale da parte di maturi maschi omosessuali per i bambini, ma per ragazzi adolescenti in età puberale. È una tipica deviazione legata all’omosessualità. LEGGI TUTTO