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martedì 16 febbraio 2016

SE UN TEDESCO AFFERMA “Se io fossi un politico in Italia e messo davanti a un simile tipo di rischio d’insolvenza, vorrei tornare alla mia propria moneta al più presto possibile, perché questa è la sola via per evitare di finire in bancarotta”.COSA ASPETTANO I NOSTRI POLITICI????



Maurizio Blondet 16 febbraio 2016 2


Peter Bofinger (ultimo a sinistra),
Il tedesco è l’economista Peter Bofinger  uno dei cinque saggi del Consiglio Germanico dei consulenti economici. Ha scritto un rapporto di minoranza contro i quattro colleghi, i quali a loro volta hanno dato la loro autorevole manforte all’idea nuova di Weidman e di Schauble: le banche italiane dovranno essere obbligate per normativa europea a non detenere troppi Buoni del Tesoro, e dunque (s) venderli in fretta sui mercati. Il debito sovrano “non va più considerato interamente esente da rischio di default e completamente liquido”. Oggi, le banche possono mettere i titoli di Stato che detengono, proprio perché liquidi e sicuri, nella percentuale obbligatoria di riserve; li trattano insomma come contanti o attivi solidissimi. In tal modo, le banche danno una mano allo Stato che si indebita a meno, e dallo Stato ricevono liquidità a poco costo. E’ l’ultimo, estremo ricordo dell’antico “matrimonio” fra Bankitalia e Tesoro.

lunedì 11 agosto 2014

SACROSANTA VERITÀ



di Massimo Viglione 9 agosto 2014

Il 41% degli italiani ha votato un vuoto assoluto – il cui unico appeal è di far venire in mente i film di Pieraccioni – perché speravano nel “nuovo” che avanza e “rottama”. Ora dinanzi al primo fallimento tutti lo abbandonano, a partire dai giornali che lo hanno creato e gonfiato. Stupidamente così hanno prima creduto in un vuoto assoluto – il cui unico “merito” era aver preso per i fondelli gli italiani con 80 euro di mancia subito strappata dalle loro mani con nuove tasse – e stupidamente ora lo incolpano del disastro economico: Renzi non ha nessuna colpa e non ha nessun merito, come detto è un vuoto assoluto, un po’ simpaticone, stile berlusconiano. E, nella sua nullità, dinanzi al disastro anzitutto mediale degli ultimi giorni, ha pensato bene di dare subito ragione a Draghi, il quale ha proposto come soluzione alla crisi ulteriori cedimenti di sovranità da parte degli Stati alla UE.

mercoledì 30 luglio 2014

LA DISTRUZIONE DELL'ITALIA : LEGGIAMO CON ATTENZIONE, CON MOLTA ATTENZIONE E DIVULGHIAMO....

Il grande mutuo (Antonino Galloni, Editori Riuniti, Roma 2007) preannunciava l’imminente esplosione di un’imponente crisi finanziaria e di liquidità dopo l’inizio, anni prima, delle problematicità nell’economia reale. Quasi contemporaneamente, in epoca di grandi promesse europeiste al pubblico, un altro saggio, Basta con questa Italia (Marco Della Luna, Arianna Editrice, 2008), scritto nel 2007, anticipava che l’Italia, come sistema paese, con le sue aziende pubbliche e private meno competitive di quelle straniere, sottocapitalizzate, sotto finanziate, strozzinate, vessate da fisco e pubblica amministrazione, incapaci di significativi avanzamenti tecnologici, sarebbe stata rilevata dal capitale straniero, che la avrebbe riformata e gestita secondo i propri interessi, e certo non secondo quelli degli Italiani.
Esattamente questo sta avvenendo puntualmente e con la collaborazione della politica e delle istituzioni di questo paese nonché dell’Unione europea e della Banca centrale europea, che hanno creato ad arte le condizioni affinché ciò avvenisse. Queste condizioni sono essenzialmente una grave carenza di liquidità, che si pretende di combattere con misura fiscali e budgetarie che invece la aggravano, gettando il Paese nelle mani del capitalismo imperialista appoggiato dalla BCE.

venerdì 21 febbraio 2014

A CHI GIOVA NON FARE RICORSO ALL'ART.123 TUE? IL PROGETTO E' QUELLO DI ANNIENTARCI?!?!?!

di Marco Della Luna 20.02.14


PRESENTAZIONE


Quanto segue si basa su dati da tempo noti, circolanti e non controversi, anche da me riportati negli ultimi saggi.


Dati giuridici, quali l’art. 123 TUE che consente agli Stati dell’Eurozona di dotarsi di una banca statale e di usarla per finanziarsi presso la BCE ai tassi che questa pratica alle banche, cioè ora allo 0,25%; lo Stato italiano potrebbe così risparmiare circa 80 miliardi l’anno, ma non se ne parla nemmeno: combutta del silenzio tra mass media, istituzioni, politica. Segnalo che, contro la dolosa omissione governativa di questa soluzione, sto collaborando con l’amico Loris Palmerini (il primo, a mia conoscenza, che abbia segnalato la possibilità offerta dall’art. 123 TUE) alla redazione di una denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale.

venerdì 27 dicembre 2013

NIENTE OBBLIGO DI POSTA CERTIFICATA PER LE IMPRESE NON ATTIVE


a cura di: TuttoCamere.it  Venerdì 27/12/2013

L'obbligo imposto dal comma 2 dell'art. 5 della L. 17 dicembre 2012, n. 221, di conversione del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, non trova applicazione nel caso di imprese individuali che chiedono la cancellazione dal Registro delle imprese.
E' questo il parere espresso dal Ministero dello Sviluppo Economico nella circolare n. 3664/C del 2 dicembre 2013, emanata in risposta al quesito se l'obbligo di iscrizione dell'indirizzo PEC al Registro delle imprese da parte delle imprese individuali trovi o meno completa applicazione anche nel caso di imprese individuali in fase di cancellazione dal Registro delle imprese.
Da una attenta lettura del disposto di cui alla citata norma si ricava che, da una parte si esclude dall'obbligo "le imprese in stato di procedura concorsuale", e che dall'altra si richiede che le imprese siano "attive".
Ricollegando poi tale disciplina al disposto di cui all'art. 2196 del Codice civile si ricava inoltre che, al momento della richiesta di cancellazione dal Registro delle imprese, l'impresa individuale ha gia` cessato l'attivita` e che pertanto non possiede piu` il requisito di "impresa attiva", presupposto per l'applicazione della disciplina di cui al citato comma 2 dell'art. 5 della L. n. 221/2012.


mercoledì 23 ottobre 2013

A PROPOSITO DI MENZOGNE, ALCUNI BLOGGERS HANNO SMONTATE LE BUGIE DEI POLITICI DI TURNO, UN POST DA NON PERDERE!!!

 autori: bloggers italiani liberi e senza padroni 23 ottobre 2013


Premessa
In questi anni di crisi, oltre alle tasse e al disagio economico e sociale, c'è stata un'altra grande costante che ha tenuto compagnia alle nostre giornate, ai nostri momenti: la menzogna proferita in modo sistematico dai vari governi e dai politici di turno che, in maniera spudorata e vergognosa, hanno reiteratamente mentito e mistificato (e continuano a farlo) circa l'esatta situazione dell'economia e dei conti pubblici, in costante ed inesorabile deterioramento.
È' chiaro che tutto ciò incorpora evidenti elementi di criminalità, proprio perché tende ad alimentare false aspettative nei confronti degli agenti economici più deboli: i disoccupati con le loro famiglie e le imprese, prime vittime sacrificali di questa crisi.
Proprio per questo, insieme ad altri siti amici, tra i più seguiti in Italia di economia, tutti liberi e senza padroni, abbiamo pensato di lanciare, coralmente, tutti insieme, questo post divulgativo al fine di far ben comprendere l'esatto stato dei conti pubblici e dell'economia.
LA MENZOGNA

giovedì 17 ottobre 2013

IMPRENDITORI SUICIDI: QUANDO A FARLO E' UNA DONNA .....



SALZANO (Venezia) — Prima di andarsene per sempre, ha preso carta e penna e ha scritto quattro lettere: una alla figlia, una a un amico, una alla sorella e l’ultima a un sacerdote, chiedendogli espressamente di leggerla al suo funerale. Appunti sparsi per spiegare le motivazioni di un gesto estremo: la donna, a quanto pare, era preoccupata per i debiti. Una «grave esposizione bancaria », come spiegano gli inquirenti. P.L., 53enne di Salzano, titolare di una agenzia di pratiche auto, la «Dauli» di via Roma a Spinea, si è uccisa nel bagno di casa ed è il primo caso di un’imprenditrice suicida in provincia.

lunedì 2 settembre 2013

NON PERDETEVI QUESTO POST, SOCCI IN UN ARTICOLO TOCCA TUTTI GLI ARGOMENTI: SPIRITUALITA', FAMIGLIA, POESIA, NATURA, ECONOMIA, POLITICA, AGRICOLTURA, ATTUALITA'


di Antonio Socci 2 SETTEMBRE 2013 


Un vino divino ci voleva, per festeggiare il compleanno di Michelle, il 17 gennaio scorso. Barack Obama, sotto anonimato, ha telefonato al “Caffè Milano” di Washington per far preparare la cena (pochi selezionati invitati: una ventina) e ha scelto lui il vino. Sapeva che in quel locale della capitale hanno proprio quello che lui e la first lady preferiscono.

Lo hanno già bevuto in passato al ristorante “La spiaggia” di Chicago che frequentavano abitualmente.

E’ uno straordinario bianco (ha detto un amico: “è il bianco che Obama predilige”). Si chiama “Costa di Giulia” ed è un’eccellenza del “Made in Italy”.

Ma da dove viene questa delizia? Cosa c’è dietro quel gusto che ha sedotto l’inquilino della Casa Bianca e la moglie?

martedì 9 luglio 2013

HANNO FATTO DI TUTTO PER DISTRUGGERE L'ECONOMIA ED ORA ECCO I RISULTATI E LE PREVISIONI DEL F.M.I PER IL 2014

Ma per Roma ci sarà un mini riscatto nel 2014, quando supererà Madrid. Rivisto al ribasso outlook Stati Uniti e Germania. Recessione Eurozona peggiora.


NEW YORK (WSI) - Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita sull'economia globale, incluse quelle sugli Stati Uniti. Di fatto, le previsioni sull'economia globale sono state tagliate sia per il 2013 che per il 2014 dello 0,2%.


Per l'anno in corso l'istituto di Washington prevede un rialzo del Pil del 3,1%, mentre per l'anno prossimo un'accelerazione al 3,8%. Riguardo agli Stati Uniti, anche in questo caso l'outlook è stato rivisto al ribasso dello 0,2%, esattamente all'1,7% per il 2013 e al 2,7% per il 2014.

Riguardo all'Italia, l'economia farà peggio di Spagna e Francia. Nel 2013 il Pil subirà infatti un calo -1,8% contro il -1,6% della penisola iberica. Nell'aggiornamento del World Economic Outlook, l'Fmi conferma quanto stimato nell'Article IV della settimana scorsa, quando ha rivisto al ribasso il pil italiano del 2013 di 0,3% rispetto all'outlook di aprile. Nel 2014, invece, l'Italia crescerà dello 0,7%, 0,2 punti percentuali in più rispetto alle previsioni di aprile.

giovedì 4 luglio 2013

MA SIETE SICURI CHE I SOLDI CHE TENETE IN BANCHE EUROPEE, SIANO VERAMENTE VOSTRI? SONO PIU' SICURI SOTTO IL VECCHIO MATERASSO!!

Sprint dell'Eurozona verso il fascismo finanziario


3 luglio 2013 (MoviSol) - Vi avevamo avvertiti, e il 26 giugno i ministri finanziari dell'Eurozona vi hanno trasformato da risparmiatore in finanziere d'assalto. Il nuovo meccanismo di "risoluzione bancaria" approvato dall'Ecofin introduce una svolta epocale, permettendo che i soldi dei risparmiatori siano usati per finanziare istituti in bancarotta. Il rapporto fiduciario banca-cliente non esiste più. Se finora i vostri soldi tenuti in un conto di risparmio o in un conto corrente erano sempre vostri, d'ora in poi non sarà più così. Li avete affidati a un investitore e la responsabilità sarà vostra se saranno persi in speculazione ad alto rischio.

Il principio della protezione del cittadino-risparmiatore è stato sostituito con quello della "protezione del sistema" come base fondamentale della politica. In alcuni casi, come in quello italiano, è stato espressamente violato un principio costituzionale.

mercoledì 3 luglio 2013

SI SONO ACCORTI CHE IL LIMITE DEL CONTANTE A 1000 EURO HA DANNEGGIATO LE AZIENDE ITALIANE! UN PO' TARDI VI PARE?

Finalmente (anche se troppo tardi) alcune "frange governative" colgono la vera essenza della nostra battaglia CONTANTE LIBERO... di Il Grande Bluff


E come spesso accade...la Blogosfera Indipendente (intendo quella competente e di qualità e non quella "impressionistica") dimostra di essere AVANTI e di avere spesso RAGIONE,
INCARNANDO ormai la vera informazione INDIPENDENTE vs. la DINSINFORMAZIONE-a-libro-paga-delle-lobbies....

Qualcuno si ricorda l'iniziativa CONTANTE LIBERO?
Quasi 100 blog la sostennero in contemporanea: ecco il MANIFESTO che raccolse quasi 14mila firme....
Il nostro fu un tentativo coraggioso (ma isolato&ghettizzato..) di andare oltre ALLE STRUMENTALIZZAZIONI della Lotta al Contante, sponsorizzata (guarda a caso...) dall'ABI
e fatta passare per una mega-arma contro l'evasione fiscale ed il nero (naturalmente non quello che conta veramento ovvero quello di Banche&Multinazionali...)
vedi miei post:

venerdì 28 giugno 2013

UNA DOMANDA, DOV'E' CHE TROVERANNO OCCUPAZIONE I 200.000 GIOVANI CON "IL PIANO LAVORO" DEL GOVERNO LETTA? SE LE IMPRESE LE AMMAZZI, DOPO, DOVE LI OCCUPI I GIOVANI????


di Matteo Rigamonti 14/06/2013 

Il tempo è scaduto, bisogna tagliare le tasse. Altrimenti i piccoli imprenditori spariranno. A confermare lo stato gravissimo dell’emergenza dovuta alla crisi e all’eccessivamente elevato livello di pressione fiscale sulle imprese italiane, che ormai supera il 70 per cento del reddito percepito, è Ivan Malavasi, presidente di Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. Dice Malavasi a tempi.it: «Il tempo è scaduto». Ora il governo Letta «deve prenderne atto e ripartire», avendo il «coraggio di scegliere quali sono le priorità» per il Paese

Malavasi, può un imprenditore vivere e lavorare in un Paese dove la pressione fiscale supera abbondantemente il 70 per cento del reddito?

Per farlo ci vorrebbe un eroe o forse un incosciente. Del resto, cosa può farci l’imprenditore? Quella fotografata dalla ricerca della Cna “Città che vai, tasse che trovi” non è che la situazione reale in cui si trova a dover operare un’impresa italiana con cinque dipendenti assunti a tempo indeterminato, di cui quattro alla produzione e uno come impiegato, per un costo complessivo degli stipendi di 165 mila euro e ricavi per poco meno di 400 mila euro.

E ce la fa?

sabato 22 giugno 2013

NON SI PUO' IMPEDIRE ALL' UOMO L'ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA

LA PRIMA URGENZA E' FERMARE LA DELOCALIZZAZIONE di Claudio Marconi 17 giugno 2013
Il Governo continua a " trastullarsi" con provvedimenti che servono a poco o nulla, e le aziende, quando non vengono svendute agli stranieri, delocalizzano.

Delocalizzazione è una bella parola che, tradotta, significa sempre meno lavoro in Italia, sempre più disoccupazione, sempre più vite grame ai limiti della minima sopravvivenza.

Ma perchè le aziende se ne vanno ? Non solo e non tanto per il costo manodopera, ma, sopratutto, per la burocrazia, per la pressione fiscale, e per una non-politica industriale.


Tanto per fare un esempio, in Austria, e non in Paesi come India,Cina, ect., si può aprire una Azienda in una settimana, quando vengono a fare i controlli vengono tutti insieme e non, come da noi, prima Inail, poi Usl, ect. che si rimpallano i problemi l'uno con l'altro, e la tassazione è al 25%.

Forse sarà per questo che l'Austria ha una disoccupazione tra il 5-6%, un debito pubblico del 60% sul PIL, ed una quantità innumerevole di aziende italiane che vanno a produrre in quel Paese. E potremmo continuare con molti altri.


mercoledì 12 giugno 2013

"CE LO CHIEDE L'EUROPA" RAGAZZI, NON BASTA PIU' FISCHIARE!!!


di: WSIPubblicato il 12 giugno 2013

Ministro subisce fischi e contestazioni dalla platea di Confcommercio: VIDEO. Capo del WelfareGiovannini: "Favoriremo imprenditori che assumono under 30". Nuove leggi e interventi a costo zero.

L'ex numero uno di Istat, Enrico Giovannini,
ora a capo del delicatissimo ministero del Lavoro.
ROMA (WSI) - Le imprese che assumono giovani devono ricevere "da subito" agevolazioni fiscali. Lo ha detto oggi il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato.

"O torniamo a dare opportunità a chi ha talento e voglia di fare, o non ci lasceremo alle spalle crisi. Dobbiamo mettere in moto da subito il vantaggio fiscale di decontribuzione per le aziende che assumono giovani in modo permanente", ha detto Zanonato intervenendo all'assemblea annuale diConfcommercio.

"Ormai è chiaro che la pressione fiscale che grava sui contribuenti è divenuta insostenibile", ha aggiunto il ministro. "L'Europa ci chiede di compensare le maggiori tasse introdotte su immobili e consumi con minori tasse sul lavoro e l'attività d'impresa. Dev'essere la strada maestra da seguire per il rilancio del mercato interno e deiconsumi".

lunedì 10 giugno 2013

GLI ARTICOLI DI MAURO BOTTARELLI DEGLI ULTIMI 30 GIORNI


07/06/2013 Mauro Bottarelli

06/06/2013 Mauro Bottarelli

04/06/2013 Mauro Bottarelli

31/05/2013 Mauro Bottarelli

ITALIA: LIBERALIZZAZIONI? PRIVATIZZAZIONI? CHI SARA' A PAGARE LA CONCORRENZA, FRA LE AZIENDE PRIVATIZZATE, SUPPOSTO CHE ESSA CI POSSA ESSERE?


da nobigbanks.it


La convinzione che la ripresa economica sia ostacolata dalle troppe regole è così radicata che non passa giorno che qualcuno invochi le famigerate Riforme strutturali, che poi sono liberalizzazioni e privatizzazioni in ossequio al dogma: più concorrenza alimenta il benessere e fa crescere il Pil.

Le riforme strutturali mirano per l’appunto ad aprire l’economia ai grandi capitali internazionali, alle bolle speculative in cerca di asset da fagocitare, per sfamare gli squali della finanza che devono rifinanziare i loro debiti da gioco con nuove attività e nuovi mercati.

Per queste ragioni vi proponiamo un paper di Claudio Giudici (ospite tv di Santoro a Servizio Pubblico) che è assai utile sia nell’illustrare la strategia delle privatizzazioni e liberalizzazioni degli Anni ’90, che nell’individuare le origini della difficoltà di tenuta del tessuto produttivo, con tanti sacrifici e sofferenze per famiglie e imprese.

sabato 8 giugno 2013

UN IMPRENDITORE: CI HANNO PRESO TUTTO, LA MIA VITA, QUELLA DI MIO PADRE.....

da Tempi.it di Chiara Rizzo

Lorenzo Maiolica, imprenditore di Salerno, racconta la sua battaglia contro l’accanimento di una procura che non voleva arrendersi neanche davanti ai verdetti della Cassazione

«Fino al 2003 eravamo un gruppo nella distribuzione di prodotti alimentari, a Salerno, che fatturava 80 milioni di euro all’anno e dava lavoro a 300 dipendenti. Siamo falliti per colpa di un’inchiesta giudiziaria che si è conclusa con il nostro proscioglimento totale e per colpa della testardaggine di un pm, un gip e un gup che, compatti, si sono considerati superiori persino a due sentenze della Cassazione». Così a tempi.it Lorenzo Maiolica, imprenditore, racconta la sua vicenda. «Un caso di malagiustizia» dice.

Ci parli della sua società.
Il gruppo si chiama Centro distribuzione Maiolica, è un’azienda nata da un market di piccole dimensioni, ma cresciuta esponenzialmente nel tempo. Negli anni Novanta ci siamo associati al gruppo Crai (nel cui Cda io stesso ricoprivo cariche importanti) poi nel 2003 siamo arrivati a 30 punti vendita di proprietà, altri 50 affiliati, 300 dipendenti e un fatturato annuo di 80 milioni di euro.

Poi cosa è successo?
A Salerno c’erano terreni industriali dismessi che potevano essere riqualificati. Il 18 novembre 2003, per desiderio di mio padre Antonio, che voleva un’area dove concentrare tutta la logistica per aprire una serie di attività, abbiamo firmato un atto di acquisto di 110 mila metri quadrati di terreno. Acquisto regolare presso un’immobiliare. Le aree avrebbero dovuto essere usate per farne un parco tematico marino, ma il progetto era fallito. La nostra idea era creare un polo agroalimentare e industriale con un grosso impatto a livello occupazionale: 400 unità lavorative in più. Invece – ne sono convinto – siamo finiti nel gioco di alcuni pseudo-imprenditori che speculavano su quei terreni. Il dato oggettivo è che in quel 18 novembre, nelle stesse ore in cui io firmavo a Salerno un regolare atto d’acquisto davanti a un notaio, a Roma si riuniva una conferenza dei servizi che concedeva a una cordata di imprenditori del bresciano il nulla osta alla realizzazione di una centrale termoelettrica sugli stessi terreni.

SVIZZERA, UN TIRO DALL'ITALIA, AD UN IMPRENDITORE ITALIANO PARE UN ALTRO MONDO....

da tempi.it di Matteo Rigamonti

In Italia, per 1.000 euro di salario corrisposti a un dipendente, bisogna spenderne altri 1.300 tra fisco e previdenza. Oltre confine la quota è di appena 200 euro

Il datore di lavoro italiano farà un salto sulla sedia quando scoprirà quanto pagano in tasse i colleghi Svizzera sugli stipendi dei dipendenti. «Per 1.000 euro di salario il datore di lavoro in Italia deve spenderne altri 1.300, qui appena 200». A spiegarlo è Gianluca Marano, quarantenne di Milano che nel 2008 ha aperto a Chiasso la Swiss valor advisory (Sva), una società di consulenza per gli imprenditori e i privati che vogliono aprire un’attività oltre il confine. Come è possibile? In Svizzera, spiega Marano a Panorama, che questa settimana dedica la copertina proprio agli italiani che vanno in Svizzera per lavorare, «la busta paga è molto semplice: ci sono il lordo, due voci per la sanità e la pensione, e il netto».

FISCO AMICO. Le tasse, in Svizzera, a seconda dei cantoni (gli italiani che decidono di emigrare preferiscono il Ticino, i Grigioni e il Vallese), vanno dal 20 al 25 per cento. «Un elemento molto attraente per chi, come gli italiani, paga il 50 per cento». Senza contare poi che mediamente il reddito disponibile per chi risiede in Svizzera, dopo aver pagato tasse, previdenza, assicurazione sanitaria e spese per la casa, varia dal 26 al 25 per cento. In Italia attualmente la quota di reddito disponibile è pari al 16 per cento. E l’Iva in Svizzera è all’8 per cento. Un terzo di quella italiana.

venerdì 7 giugno 2013

E' NECESSARIO PORSI UNA DOMANDA: QUANDO IN ITALIA NON CI SARANNO PIU' IMPRENDITORI A RISCHIARE CHI MANTERRA' IL CARROZZONE AMMINISTRATIVO? LA DOMANDA SE LA DEVONO PORRE ANCHE I PENSIONATI!





Il leviatano fiscale ha spaccato il paese in due: chi gode per la caduta del borghese e chi per la paura smette di investire. Drammatico appello di un avvocato e commercialista per l’amnistia e il condono



Gentile direttore, chi come me vive a contatto con le imprese prova il dolore, lo sgomento, di assistere a un paese che si divora nella lotta del tutti contro tutti. Lei ha presente cos’è divenuta oggi l’amministrazione finanziaria italiana? Un potere gigantesco, sfrenato, che infila nel burro della corrività italica la lama della propria cieca forza.

Sa quante aziende ogni giorno vengono vessate? E non è questione di aliquote. No. È questione di una legislazione ipertrofica, dedalica, scritta nei taxi, cialtrona. Ieri si licenziava la dichiarazione di una bella azienda che sta andando in malora perché nessuno più paga e le banche ormai chiedono il 10 per cento, e c’è una norma, piena di acronimi provinciali, che impedisce di dedurre gli interessi passivi se questi superano una quota del margine operativo lordo, cosicché quel 10 per cento diviene il 14 per cento. Pagare le tasse sulle perdite! Ma si rende conto?

E che dire di una serie di regole laterali, in materia di privacy, di antiriciclaggio, sicurezza sul lavoro, che appesantiscono oltre ogni dire la vita degli operatori, consegnando a chi controlla un potere tremendo? Le imprese soffocano sotto questa inutile burocrazia. Inutile, del tutto inutile. Anzi, peggio che inutile, mortale.

E i tribunali che dovrebbero difendere gli imprenditori dalla voracità di una pubblica amministrazione che se ne impippa del principio di imparzialità ma persegue per codice segreto, oscuro istinto di conservazione, la lotta contro il ceto produttivo (mors tua vita mea, pagami gli stipendi finché puoi, perché di questo parliamo), i tribunali arrivano sempre tardi e spesso giudicano distrattamente e male, o peggio son dalla parte delle “istituzioni”. Oggi l’amministrazione finanziaria dispone dell’arma nucleare dell’accertamento esecutivo: cioè tu paghi il 50 per cento delle imposte accertate subito, quando lo dico io, non quando lo dice il giudice terzo. Pazzesco.

Il mostro che è stato creato ormai non lo domina nessuno, non lo conosce nessuno. Ogni giorno semina morti, e la gente ha paura. Certo, genera lo spettacolo infame degli scandali, il velenoso spettacolo degli scandali di cui si nutre il ventre degli ignoranti: i Riva cui sequestrano tutto, mandando in malora la siderurgia italiana, i Dolce e Gabbana, cui danno di evasori, i Marzotto, cui danno di evasori, Berlusconi, ovviamente, e via continuando (e spesso, mi creda, è solo questione di arbitraria interpretazione di norme “in or out”). Per non parlare di quelli che tacciono, maledicono a denti stretti, pagano e dicono mai più, mai più in questo paese…

Il paese è spaccato da questo. Chi gode della caduta del borghese e chi ha paura, e non consuma, non investe, non scommette. Oggi fare l’imprenditore è il mestiere a maggior rischio di galera che ci sia, lo sa?

Ci vuole un atto di riconciliazione, un’amnistia e un condono. Dell’amnistia sa già lei. Io le dico che ci vuole soprattutto un condono tributario.

FIRMATO P. B. avvocato e commercialista in Milano