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lunedì 10 giugno 2013

GLI ARTICOLI DI GIULIO SAPELLI DEGLI ULTIMI 30 GIORNI

04/06/2013 Giulio Sapelli

28/05/2013 Giulio Sapelli

21/05/2013 Giulio Sapelli

15/05/2013 Giulio Sapelli

10/05/2013 Giulio Sapelli

01/05/2013 Giulio Sapelli

martedì 24 gennaio 2012

LIBERALIZZAZIONI.......

Ecco i "poteri forti" salvati da Monti


Michele Arnese
lunedì 23 gennaio 2012

Mario Monti l’aveva detto: le liberalizzazioni scontenteranno di più il centrodestra, la riforma del mercato del lavoro scontenterà di più il centrosinistra. In effetti, le liberalizzazioni approvate venerdì scorso dal Consiglio dei ministri trovano più consensi nel Pd e nel Terzo Polo e più malumori nel Pdl. Il motivo è chiaro: professionisti, notai, avvocati, farmacisti e taxisti votano più Pdl e Lega che Pd.

Il presidente del Consiglio, quindi, aveva previsto le reazioni dei maggiori partiti. Scorrendo il decreto, però, gli stessi partiti si stanno accorgendo - senza dirlo troppo in pubblico - che Monti sembra non aver del tutto rispettato il suo annuncio di incidere su tutti i settori, compresi i colossi a partecipazione e a controllo statale.
Partiamo dalla rete del gas. Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, nel sintetizzare il decreto che era stato appena approvato in Consiglio dei ministri, venerdì sera è infatti partito proprio dal settore energetico per illustrare il provvedimento. Ma sbaglia chi pensa che l’Eni sia delusa eccessivamente dall’intervento dell’esecutivo. Il Cane a sei zampe temeva uno scorporo secco di Snam rete gas. Lo scorporo societario non c’è stato.
Infatti, la sancita separazione proprietaria riguarda l’intera galassia della quotata Snam, che si articola in quattro componenti tra cui Snam rete gas. Si dirà: il danno per il gruppo pubblico sarà quindi maggiore. Sbagliato. Certo, si vedrà di quanto l’Eni dovrà scendere in Snam e quanto incasserà dalla cessione. Ma i calcoli che ha già fatto l’Amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni sono eloquenti: l’Eni ha 26 miliardi di euro di debito. Di questi, 11 sono di Snam; per cui nel momento in cui Eni dovesse cedere Snam a 15 miliardi, il debito di Eni si ridurrebbe a circa 7 miliardi, consentendo nuovi investimenti al gruppo presieduto da Giuseppe Recchi. Ovviamente, andrà calcolato quanto perderà Eni di dividendi Snam, però va ridimensionata la certezza che il governo abbia penalizzato davvero, e pesantemente, il colosso energetico.
Anche i fuochi di artificio che si erano accessi, dopo la prima bozza del decreto in cui compariva lo scorporo della rete ferroviaria (Rfi) dal gruppo Ferrovie dello Stato alla diretta dipendenza del ministero dell’Economia, hanno lasciato spazio nel testo finale a una soluzione di compromesso che non ha fatto festeggiare troppo i privati di Ntv, la società di Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle che opererà nell’Alta velocità. Come e quando ci sarà la separazione proprietaria di Rfi lo deciderà l’Autorità delle reti e dei trasporti. D’altronde, dai dossier che le Ferrovie capeggiate dall’Amministratore delegato, Mauro Moretti, hanno fatto pervenire all’esecutivo si evince che pochissimi stati europei hanno adottato lo scorporo della rete. Insomma, il modello inglese auspicato da Ntv può attendere.LEGGI TUTTO

lunedì 2 gennaio 2012

LIBERALIZZAZIONI,PRIVATIZZAZIONI: UNA FRODE AI DANNI DEI CITTADINI !?!?!?



Privatizzazioni e liberalizzazioni: 

istruzioni per l’uso
Gianni Credit

lunedì 2 gennaio 2012











Anche nel giorno di Capodanno molti italiani hanno circolato per la rete autostradale, sborsando subito qualche euro in più di tariffa maggiorata in media del 3,1%. Di certo non saranno stati pochi quelli che hanno psicologicamente percepito il rincaro alla voce “austerità”: un effetto della manovra “salva-Italia”, come l’aumento delle rendite catastali ai fini della nuova Imu o quello previsto dell’Iva. L’adeguamento delle tariffe autostradali non è invece una “tassa” che s’incrementa per risanare le finanze pubbliche, né un “sacrificio” chiesto agli italiani per ridare sostenibilità al più ampio sistema-Paese, come la riforma previdenziale. L’aumento del pedaggio è invece un appesantimento del prezzo deciso da gestori privati in concessione, come la famiglia Benetton e i suoi soci in Atlantia, che si sono aggiudicati Autostrade per l’Italia una decina d’anni fa al culmine della stagione delle privatizzazioni.LEGGI TUTTO


La fase 2 di Britannia-Monti: liberalizzazioni e costi della politica per distruggere lo stato-nazionale.InGlass-Steagall su dicembre 30, 2011 a 1:56 PM

Così, la manovra Monti vorrebbe entrare nella sua fase 2. Ma di cosa si tratta veramente?
La prima mission del Governo Monti é consistita nello stabilizzare la situazione finanziaria italiana per impedire il crollo dell’euro, e conseguentemente impedire una reazione a catena capace di coinvolgere tutto il sistema bancario transatlantico.
A quale prezzo ciò sia avvenuto per i cittadini italiani, non é stato importante… e si é visto!
Il Governo doveva fare cassa e l’ha fatta aumentando la tassazione su tutti i beni(l’aumento delle accise sul carburante così come quello sull’Iva bastavano di per sé a rendere l’operato del Governo recessivo).
La Fase 2: patrimonializzare le banche a danno del tessuto sociale e produttivo del Paese
Ma é la seconda mission – quella che chiamano “fase 2″ – ad essere molto più pericolosa.
Essa, non é altro che la fase 2 dell’ Operazione Britannia!
Si tratterebbe cioè di quelle misure – dalle liberalizzazioni alle privatizzazioni – atte atrasferire nuovi asset dell’economia reale all’oligarchia finanziaria, agli squali della finanza, al sistema bancario nazionale ed internazionale.
Tutto ciò consentirà, di fatto, la patrimonializzazione di quel sistema bancario prossimo alla bancarotta. Ed è il sistema bancario è il vero responsabile dell’attuale crisi!Esso, infatti, necessita di dare solidità reale a degli attivi virtuali di bilancio sempre più disconosciuti dal “mercato”.
Gli squali della finanza – divenuti tali dopo l’eliminazione dello standard Glass-Steagall – vogliono procrastinare la loro esistenza a prezzo della distruzione di tutto il tessuto sociale e produttivo di intere nazioni.
Monti è il garante di questa operazione, ma anche il parafulmine di quel Passera che può agire indisturbato nel dietro le quinte.