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martedì 17 novembre 2015

ROBERTO DE MATTEI: "EURABIA E' IL NOME DI UN PROGETTO CHE SI PROPONE DI SPACCARE L'EUROPA"

(di Roberto de Mattei– pubblicato su Radici Cristiane – n.108 – ottobre 2015 )

 Papa Francesco, tornando dal suo viaggio in Corea l’8 agosto dello scorso anno, ha affermato che «siamo già entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli».

Guerra mondiale vuol dire guerra estesa a tutto il globo, a cui nessuna nazione, nessun popolo può sottrarsi. Ma si tratta di una guerra spezzettata, frammentata, perché i suoi attori non sono solo gli Stati, le superpotenze, come al tempo della guerra fredda. Allora guerra mondiale significava la minaccia di una guerra nucleare tra gli Stati Uniti e la Russia: una guerra tra due colossi che avrebbe inevitabilmente trascinato con sé le nazioni minori, che gravitavano nell’una o nell’altra zona di influenza. Oggi nessuna delle due superpotenze ha il potere di una volta.

mercoledì 30 settembre 2015

MAGISTERO CATTOLICO, CENTO DOMANDE SUL SINODO


http://www.corrispondenzaromana.it/ di Emmanuele Barbieri 

È di 790.190 firme il risultato finale della Supplica Filiale a Papa Francesco sul futuro della Famiglia consegnata in Segreteria di Stato il 29 settembre e presentata lo stesso giorno ai giornalisti in una conferenza stampa del prof. Tommaso Scandroglio, portavoce dell’associazione.

I firmatari chiedono a Papa Francesco di pronunciare «una parola chiarificatrice» per dissipare il «generalizzato disorientamento causato dall’eventualità che in seno alla Chiesa si apra una breccia tale da permettere l’adulterio – in seguito all’accesso all’eucaristia di coppie divorziate e risposate civilmente – e perfino una virtuale accettazione delle unioni omosessuali. Tutte pratiche, queste, condannate categoricamente dalla Chiesa come opposte alla legge divina e naturale».

venerdì 14 febbraio 2014

LE VOCI FUORI DAL CORO VENGONO ZITTITE? CERCARE LA VERITA' E DIFFONDERLA SARA' ANCORA POSSIBILE?

da http://www.corrispondenzaromana.it/



Il 13 febbraio Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, ha chiuso la rubrica “Radici Cristiane” che il prof. Roberto de Mattei conduceva dal 17 febbraio 2010, ogni terzo mercoledì del mese a Radio Maria. La ragione del provvedimento è l’articolo dello stesso de Mattei 2013-2014. Motus in fine velocior apparso su “Corrispondenza Romana” del 12 febbraio. Riportiamo di seguito lo scambio di corrispondenza tra padre Livio e Roberto de Mattei.

13 febbraio 2014 – Padre Livio Fanzaga al prof. Roberto de Mattei

sabato 28 settembre 2013

LA TV NON CI HA INFORMATO CHE ROMANO PRODI ERA PRESENTE A VALDAI ( RUSSIA ) ED HA PERSONALMENTE ASSISTITO AD UNA LEZIONE DI CRISTIANESIMO, DI TRADIZIONE, DI MORALITA' IMPARTITA NIENTEPOPODIMENO CHE DA VLADIMIR PUTIN, IL LEADER RUSSO NON SI E' VERGOGNATO DI PARLARE DI DIO E DI SPIRITUALITA'

Cosa ha detto Putin a Valdai 
da rischiocalcolato - Maurizio Blondet - 27 settembre 2013


Nota di Rischio Calcolato: Il seguente articolo del Direttore Blondet è una testimonianza di quanto sia manipolata e di basso livello l’informazione mainstream italiana, ogni anno a Valdai una città della regine di Novgorod (nordovest della russia) si riunisce il “Club di discussione Internazionale Valdai” una manifestazione culturale in cui leader ed esperti russi ed internazionali discutono del ruolo della Russia nel mondo, a questa edizione era presente per l’Italia l’ex presidente del consiglio Romano Prodi


Il presidente Vladimir Putin a Valdai il 19 Settembre 2013 ha pronunciato un discorso da brividi specie in rapporto alla mediocrità a cui siamo abituati da anni da tutti i leader politici occidentali.

E’ un “consueto” scandalo il fatto che da quel palco in Italia sia arrivato solo una battuta sui guai di Berlusconi e non l’enormità del pensiero del Comandante in Capo della seconda potenza militare al mondo.

Onore come sempre al Direttore Blondet che ha pubblicato i passi fondamentali del Discorso di Valdai, un discorso storico:

Questo post è tratto dalla rivista on-line EffediEffe sito di informazione a cui consigliamo caldamente un abbonamento (50€ spesi benissimo). 

Cosa ha detto Putin a Valdai

giovedì 22 agosto 2013

UNGHERIA, NAZIONE ORGOGLIOSA DELLE SUE RADICI CRISTIANE ...ALLA FACCIA DEI BUROCRATI ( NON ELETTI ) CHE CI RITROVIAMO IN EUROPA!!!

da ItalianiLiberi di Ida Magli 20.08.2013

Questo è il Preambolo della nuova Costituzione ungherese, molto osteggiata, come è noto, dall'Unione europea. Non c'è da meravigliarsene: lo spirito che l'anima è del tutto contrario agli intenti dissacratori dell'Europa che tende, anche se ancora non c'è riuscita, a eliminare gli Stati nazionali, l'amore per la patria, per la lingua, per la religione, per la storia di ogni singolo popolo per giungere a omologare tutti gli abitanti del continente in una massa informe, priva di sentimenti e di valori.
Gli Italiani Liberi si propongono di stringere dei legami di conoscenza e di solidarietà con l'Ungheria nella speranza che nasca finalmente, almeno fra alcuni dei paesi dell'Ue, la volontà di sottrarsi all'annientamento predisposto dai politici al servizio di Bruxelles, fra i quali eccellono i governanti italiani. L'Ungheria gode del vantaggio di non partecipare all'area euro, avendo conservato la sovranità monetaria, cosa che le ha permesso di recuperare in poco tempo un'economia in crescita e di rimborsare totalmente il prestito onerosissimo del Fondo monetario internazionale. 

domenica 18 agosto 2013

EGITTO, VITTIMA DELL' IRRAZIONALITA' DEI MITI POLITICI


di Antonio Socci 18 AGOSTO 2013 

Quanti sono anche da noi quelli che osannarono le cosiddette “primavere arabe” (la quasi totalità dei giornali) e pure quelli che hanno alimentato illusioni sui “Fratelli musulmani”. Ma nessuno farà autocritica.

E come al solito, anche in Egitto, in questi giorni, sono i cristiani che fanno le spese dello scontro. Pure se non c’entrano nulla, perché questa guerra sanguinosa è fra islamici: da una parte i Fratelli musulmani e dall’altra l’esercito di Al-Sisi, anch’egli musulmano convinto.

Decine e decine di chiese profanate, conventi e ospedali cristiani bruciati… Troppo spesso i cristiani sono capri espiatori di violenti scontri di potere altrui.

Del resto pure nell’Occidente che si vuole liberale spesso il discorso pubblico ama criminalizzare a vanvera la Chiesa e i cristiani facendoli bersaglio di disprezzo pregiudiziale e di una certa intolleranza.

lunedì 25 marzo 2013

UNGHERIA: RICEVO E PUBBLICO LA LETTERA DI UN AMICO UNGHERESE, NON E' CHE ALL'EUROPA DA FASTIDIO QUEL RIFERIMENTO ALLE RADICI CRISTIANE: "DIO BENEDICA GLI UNGHERESI" ???



Nuovo comunicato di un cittadino ungherese al popolo italiano
Nondiventeremocolonia.jpg

Gentili amici italiani,non é la prima volta che scrivo a voi italiani sull’Ungheria, spiegando tante cose ed anche ora scrivo a risposta di un’articolo che riporta falsitá e inesattezze sull’Ungheria. 

Viktor Orban.jpgIn Ungheria nel 2010 il partito Fidesz KDNP ha vinto con i 2/3 e questo risultato si trova molto di rado in Europoa.I socialisti e liberalisti ungheresi in modo subdolo reclamizzano in maniera negativa l’Ungheria,affermando forti falsitá all’estero (al parlamento europeo, all’Unione Europea, agli Usa e nei programmi) sul governo Fidesz e il capo  del governo Orbán Viktor.

Adesso nel 2013 ci sono stati dei forti cambiamenti nelle leggi costituzionali ed ora in primavera i socialisti e liberalisti provano su questo punto a schiacciare e portare in cattiva luce il governo Fidesz.Voi italiani vi ricorderete che alla fine del 2011 i socialisti e liberalisti volevano far dimettere Orbán Viktor anche aiutati dall’estero (il Parlamento Europeo, dall’Unione Europea ,dagli Usa), Questo progetto non é andato a buon fine anche pur avendo avuto la forza dall’estero, e in questo periodo (nel 2011) il capo del governo ha subito molta pressione ma la popolazione ungherese in maniera esemplare é stata a fianco al suo governo il quale ha vinto per i 2/3 e vicino al suo capo del governo Orbán Viktor scendendo nelle strade e nelle piazze di Budapest con manifestazioni civili e spontanee chiamate „marcia della pace”. A Budapest c’erano piú di mezzo milione di manifestanti e piú di centomila persone che hanno assistito a tutto tramite i mass media. 
Persone solidali con il capo del governo,persone provenienti da tutta l’Ungheria e dall’estero (Lituania,Polonia,Italia,Germania). 
Io personalmente ho partecipato alla manifestazione e ho conosciuto persone straniere che si sono congratulate con noi ungheresi per come appoggiamo e siamo vicini al nostro governo.
I socialisti e liberalisti ungheresi e i socialisti e liberalisti stranieri che attaccavano il governo di Orbán Viktor cosí si sono indeboliti.
Oggi in primavera 2013 loro attaccano queste leggi costituzionali, attaccano in Ungheria le leggi costituzionali,il governo ungherese e Orbán Viktor.
L’Eu e gli Usa sono preoccupati per i cambiamenti delle leggi in Ungheria.
Adesso scrivo quali sono i cambiamenti delle leggi costituzionali che secondo loro non vanno bene. 

1-Questa legge non permette ai senzatetto di vivere per strada e nei posti pubblici,ma questa legge dice che il governo deve dare ai senzatetto un posto dove vivere.Questo é giá stato fatto a Budapest dove esiste anche in questa struttura il controllo medico.Questo esisteva giá negli anni tra il 1998 e il 2002 (governo Orbán Viktor),ma dopo nel 2002 i socialisti hanno vinto e il loro governo ha chiuso queste strutture ed i senzatetto si sono ritrovati per strada. 

2-Il governo vuole fare un contratto con gli universitari che studiano grazie al finanziamento 100% dello stato, i quali quando prenderanno la laurea e andranno a lavorare, per i primi dieci anni di lavoro se ne passano piú di cinque all’estero allora dovranno pagare l’aiuto ricevuto per studiare dallo stato.Questa migrazione dei laureati non é solo un problema ungherese ma anche di altri stati europei.Per esempio in Inghilterra e in Germania arrivano tanti dottori e infermieri dai paesi dell’est europa perché a loro volta hanno trovato dei posti vuoti dove i neo laureati inglesi e tedeschi a loro volta sono migrati in stati piú grossi.Nell’Unione europea c’é un programma simile per arginare questo problema. 

3-altri problemi 

-L’Eu e gli Usa dicono che questi cambiamenti di legge abbassano i poteri della corte costituzionale ma questo non é vero perché la corte costituzionale puó bloccare o modificare la legge. 

-anche riguardo il punto della famiglia ci fanno dei problemi.Il matrimonio puó essere svolto tra un’uomo e una donna, la base della famiglia é il matrimonio. 

Questi sono i cambiamenti che in tanti stati sono giá in uso. 

Il capo del governo Orbán Viktor in maniera chiara ha detto che l’Ungheria e il governo ungherese si attiene alle leggi europee, sempre é stato cosí e sará sempre cosí. Fino al 2010 esistevano delle leggi risalenti alla seconda guerra mondiale ’49 con stampo russo.Il primo gennaio 2012 sono diventate attive le nuove leggi che nel libro delle leggi fondamentali la prima frase d’inizio é ”Dio benedica gli ungheresi”.
Queste leggi fondamentali dimostrano in bel modo che la popolazione ungherese e il governo ungherese é aperta verso il cristianesimo e verso Cristo.
Io penso che questo dimostra che il governo ungherese e la popolazione ungherese sia e resti unita e questo é una cosa meravigliosa.
Vedete,su questi argomenti i socialisti e liberalisti ungheresi attaccano quí nello stato ungherese e anche all’estero e anche nelle organizzazzioni internazionali(EU,USA).
L’Ungheria é forte,indipendente e democratica e non conviene diffamarla.
Amici italiani!In Ungheria tra un anno ci saranno le elezioni politiche per il governo.Per questo i socialisti e liberalisti vogliono portare in cattiva luce attraverso tante cose di peso importante,mentendo,riportando falsitá alla popolazione.
La popolazione stará affianco al suo governo e al suo capo del governo Orbán Viktor.
Il sondaggio piú recente dimostra che il governo ungherese,il capo del governo Orbán Viktor é molto affiancato e solidale dalla popolazione.
Faremo di tutto per difendere il nostro governo e il nostro capo del governo dagli attacchi e dalle provocazioni.
Mi dispiace che spesso alcuni giornali italiani di centro e di destra, scrivono degli articoli con tante inesattezze sull’Ungheria e perché invece non riportano degli articoli positivi e veritieri sull’Ungheria.
Per esempio Orbán Viktor é stato lo scorso anno all’EPP per una conferenza e lí in quella occasione ha espresso delle belle parole per Berlusconi.
Ho letto degli articoli riportati dai giornali italiani dove scrivevano che in Ungheria esiste la dittatura.
Io come persona giovane ungherese, la mia compagna é italiana e che viviamo quí in Ungheria, con cuore sincero affermo fermamente che: 
"NON É VERO, NON ESISTE LA DITTATURA”.
L’Ungheria é uno stato libero con una popolazione fiera del suo stato, dove vivono e lavorano liberamente ungheresi e molti stranieri, anzi é ancora piú libera di tanti altri stati europei. Se volete vedere di persona l’Ungheria per provare, per capire come é l’Ungheria e di come si vive quí, volentieri posso aiutarvi in questo. 
Amici italiani,grazie per aver letto la mia lettera con il mio parere.
Vi auguro tante cose belle e positive a voi e all’Italia. 

Forza Ungheria Forza Ungheresi 

Kovács András Ungherese 

Per contatti: bundi01@vipmail.hu


Lettera di Orban Viktor a Jose' Manuel Barros 

Gentile Sig. Presidente, 

in riferimento alla conversazione telefonica avuta oggi Ho apprezzato l'opportunita' di darvi personalmente informazioni sul processo ed il contenuto della modifica della legge fondamentale dell'Ungheria. 

Vorrei confermare il totale impegno del governo e parlamento Ungherese alla norme e regole europee. 

Vorrei anche assicurarvi che questo impegno e' stato e sta per essere riflesso in tutto il processo di adozione delle modifiche alla Legge Fondamentale. 

Sono convinto di poter contare sul Vostro sostegno personale e sulla cooperazione della Commissione Europea. 

Cordiali saluti 

Orban Viktor

http://orbanviktor.hu/attachment/0020/19321_jose_manuel_barroso_20130308.pdf

martedì 6 marzo 2012

IN OCCASIONE DELL' 8 MARZO UN AUGURIO A TUTTE LE DONNE.....E QUALCHE RIFLESSIONE!

8 Marzo 2012 “Giornata della Donna”. Centoquattro anni “legati” alla condizione femminile.

 



Non sono bene accertate le origini della “Festa dell’8 marzo”!

Forse la più attendibile è quella che risale al marzo 1908 quando le operaie dell’industria tessile Cotton di New York scioperarono per contestare le condizioni in cui erano costrette a lavorare.

Quel giorno il proprietario Mr. Johnson bloccò le porte della fabbrica, ma subito scoppiò un incendio e le 129 operaie, tra cui molte italiane, persero la vita mentre cercavano di difendere il loro diritto di lavoro, per un minimo di tutela e rispetto della loro dignità di persone umane e di lavoratrici.

Assumendo una importanza mondiale divenne, in seguito, denominata la “Giornata della Donna”, ulteriore occasione per far conoscere all’opinione pubblica ed alle Istituzioni i problemi della donna.

In Italia la celebrazione ufficiale della Giornata della donna, decisa dal Governo Andreotti nel 1979, è avvenuta a Roma al Palazzetto Venezia con il tema “Le donne nell’Europa per una uguaglianza reale” dalla genovese Onorevole Ines Boffardi Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM)“per la condizione femminile” (ex-Ministero per le Pari Opportunità), con l’incarico specifico di coordinare il servizio, è stato l’inizio della valorizzazione del cambiamento in continua evoluzione della nostra società, che passa attraverso il superare ruoli tradizionali, differenziati e specifici per i due sessi.

Mi rincresce dover dire, ma la verità è d’obbligo (ero Direttore di Sezione PCM e capo della segreteria), che nessun riferimento e da nessun Esecutivo sia stata ricordata l’Onorevole Ines Boffardi, la quale per prima ufficialmente in Italia ha iniziato con appassionata e responsabile dedizione quel lavoro importante e necessario teso a valorizzare anche istituzionalmente la donna, quale persona nella società e nelle Istituzioni.

Dati i tempi dell’epoca molto turbolenti del “femminismo” dove veniva “proclamato” che solo la donna doveva amministrare il “momento” della sua fertilità, maternità ed “uso” del proprio corpo, l’iniziativa governativa era finalizzata al precipuo ed incondizionato obiettivo del riconoscimento dei diritti della condizione femminile e della difesa etica della dignità della donna per quella che era considerata dimenticanza, emarginazione, abuso ed insensibilità.

Ma qual è la vocazione innata nella donna e quale è il ruolo in seno alla comunità umana non del tutto efficace ed efficiente nel mondo?

In ogni tempo essa ha contribuito ad una equilibrata crescita e conformazione dell’umana connivenza costituendo una ricchezza non solo nel focolare domestico, ma nell’intera società, restando pur sempre protagonista privilegiata del cambiamento in continua evoluzione della n/s società, dove si tenta ancora, oggi 2012, di distruggere il principio fondamentale della famiglia che è la cellula primaria e prioritaria della n/s società.

Bisogna ricordare donne con distinzioni manageriali molto bene operanti nel sistema economico, donne che devono affrontare problematiche intese con congiunti disabili fisici, handicappati psichici, in stato vegetativo, donne ancora oggi che si trovano senza adeguati specifici provvedimenti legislativi finalizzati ad alleviare le sofferenze dei loro cari fino alla fine della vita.

Anche il Santo Padre Benedetto XVI per il mese di marzo 2012 chiede ai fedeli di pregare per il riconoscimento del ruolo delle donne nella società (Intenzione - Lettera Pontificia all’Apostolato della preghiera).

Purtroppo si va instaurando un sconnesso relativismo del proprio io, una immoralità dannosa per le giovani generazioni, una cultura di delirio ed idolatria verso gli animali (che rispettiamo in quanto creature di Dio), ma che costituisce una nuova moralità che supera il centralismo dell’uomo e lo relega al di sotto del genere umano, il tutto in un petulante diverbio politico e tale da “scomodare” anche un ex Ministro della Repubblica Italiana “amica nella difesa degli animali”, “dimentica” dell’umanità, del rispetto, dell’individuo-persona, del mondo della sofferenza nella civile e cristiana ItaliaOgni amico dice “anch’io sono amico, ma c’è chi è amico solo di nome” (Bibbia – Libro del Siracide 37,1)

Desidero ancora ricordare l’On. Boffardi che ho sempre ammirato per la instancabile pazienza nella Sua azione, cattolicissima verso ogni persona, coraggiosa ferma decisa nella difesa e nella certezza del diritto naturale della donna, diventata non solo il simbolo del ricordo, ma anche quello della “rinascita” sociale.

Soprattutto di non vedere cadere taluni fondamentali valori etici e sociali che possono produrre un profondo divario tra situazioni legislative nel “problema donna” che resta, pur sempre, protagonista privilegiata del cambiamento in continua evoluzione della nostra società, dove si tenta, ancora oggi, di distruggere l’opera di questo “angelo della casa”, principio fondamentale della famiglia cellula prioritaria della n/s società.

Anche se si assiste ad una fragilità della famiglia, ad una comunità civile “bersagliata” da nuovi disagi sociali, la donna, la madre, la sposa compartecipi di responsabilità, sono sempre in grado di rispondere alle debolezze dell’etica rispettosa delle situazioni del quotidiano tendenti alla diminuzione del valore e delle modalità educative dirette alle giovani generazioni.

E’ opportuno ricordare madri, sorelle, giovani adolescenti vittime indifese quasi quotidianamente di violenze d’ogni genere, specialmente di stupri ricorrenti anche di gruppo, che lasciano nella “vittima” profondi solchi di natura psichica : comunque la famiglia ancora “tiene” e la donna merita il rispetto che sa dare al “focolare domestico”.

I popoli, specie quelli europei, vogliono restare un Continente aperto alla cultura, al sapere, al progresso sociale, alla famiglia, certezze che nella “Giornata della Donna” restano sempre la piattaforma propositiva di democrazia che non disattenda mai quei valori etici di pari opportunità, di rispetto e garanzia futura.

La Costituzione Europea, mi permetto ricordare, allontana le inquietudini e nel contempo traduce i dubbi e le attese dei cittadini, rafforzando la lotta contro l’esclusione sociale garantendo la protezione della famiglia nel Titolo 4°artt.93-94-95, il rispetto della persona e della salute umana di tutti ed in qualsiasi situazione, salvaguardando la non discriminazione di cui al Titolo 3° art .II-81,Parte 3° art. III-118,Capo 5° Parte 3° art. III-278.

Ma non si deve ignorare che esistono altre famiglie, e sono tantissime, dove insiste un malato in stato vegetativo, un malato psichico in cerca di una giustizia legislativa (da ben 34 anni), un disabile fisico che trova ancora “intralci architettonici” nelle strade delle n/s città e dei n/s paesi e dove tutti questi diversamente-abili “vivono” (mediamente) con euro 267,57 al mese, dove scarseggiano provvedimenti legislativi finalizzati ad alleviare le sofferenze anche quelle del fine vita.

L’8 marzo lo si deve festeggiare nella consapevolezza e nell’auspicio di una nuova società che attribuisca più valori umani ed etici nel “viaggio della vita” per un apporto profondo e ricco di solidarietà fra il genere umano.
Questo il  vero significativo ricordo della “Giornata della Donna”, nella consapevolezza e nell’augurio di un rinnovamento continuo della società verso valori umani e per il bene comune, certamente sempre auspicato.

sabato 19 dicembre 2009

IN EUROPA,CHIESE CON CAMPANILI OPPURE MOSCHEE CON MINARETI ????


UE: il futuro dell’Europa, nelle chiese o nei minareti?




Scritto da Administrator   

Sabato 19 Dicembre 2009 10:31

CR n.1122 del 19/12/2009 



Il cronista medievale Raul Glaber racconta che all’inizio dell’anno Mille, l’Europa andava coprendosi di un bianco manto di chiese. I campanili svettanti nei borghi e nelle città annunciavano una nuova primavera della fede. Sorgeva la grande Civiltà cristiana del Medioevo. Da allora, nel corso dei secoli, quelle chiese e quei campanili hanno segnato il paesaggio e lo spazio pubblico europeo. 



Il prof. Josef Weiler, un costituzionalista americano di religione ebraica, ricordando la storia biblica degli uomini che furono mandati a esplorare la Terra Promessa, scrive che quegli stessi uomini inviati oggi a «cercare» la Terra promessa d’Europa racconterebbero anche questo: «Che in ogni centro abitato, anche nel più piccolo, le tombe nei cimiteri recano iscrizioni diverse nelle lingue europee, ma hanno quasi tutte la stessa identica croce cristiana; a chi visiti un cimitero quella croce si ripresenta sempre uguale, immutabile anche nel tempo: è la stessa croce su una tomba del 1003, come su una del 1503, come su una del 2003. Racconterebbero poi che non esiste città o paese di una certa grandezza che non abbia almeno una chiesa cristiana, e a volte anche più d’una; se non altro nell’Europa occidentale, dove la libertà di religione non è una conquista recente, e ha permesso alla Cristianità di esprimersi nei secoli, anche attraverso la costruzione di chiese. In certi luoghi queste chiese possono anche rimanere vuote per la maggior parte dell’anno; ma sono là, spesso di una bellezza maestosa, spesso in posizione dominante nel cuore dello spazio pubblico» (Un’Europa cristiana. Un saggio esplorativo, BUR, Milano 2003, p. 42).



La croce, simbolo di identificazione della nostra civiltà, è oggi però messa in discussione dagli stessi europei. La Corte di Giustizia Strasburgo intima la rimozione dei crocifissi dagli spazi pubblici e giunte comunali, come quella di Lugo di Romagna, ne deliberano la scomparsa dalle lapidi dei cimiteri. Un progetto di legge dello stesso tenore è allo studio del governo belga per «non offendere i musulmani». 



Nell’Europa, stanca e svigorita dei nostri giorni, le croci vengono rimosse, le chiese si svuotano o vengono trasformate in alberghi, mentre spuntano sempre più numerose le moschee, all’ombra dei minareti. Le moschee e i minareti non sono elementi decorativi del paesaggio, ma espressione di una fede religiosa che si dilata nel nostro continente. «I minareti sono le nostre baionette, le cupole i nostri elmi, le moschee le nostre caserme e i credenti il nostro esercito». Così si esprimeva nel 1998 l’attuale premier turco Tayyp Erdogan citando un poeta musulmano. Non tutti gli svizzeri che hanno votato contro la costruzione di nuovi minareti in Svizzera conoscono questa citazione, ma non stupisce che essi considerino i minareti come simbolo di conquista religiosa e culturale. Il minareto (in arabo manar, il “faro”che proietta la fede) è la torre che propaga ai quattro punti cardinali la fede islamica. Accettare il minareto significa accettare ciò che dal minareto è inscindibile: la presenza del Muezzin che lancia il suo appello alla preghiera e alla conversione ad Allah. 



Il diritto di propagandare la propria fede è rivendicato dai musulmani in nome della “libertà religiosa”. Ma in nome della stessa libertà di religione i seguaci dell’Islam chiedono il rispetto della loro legge religiosa, che impone pratiche come la poligamia e proibisce ogni forma di “apostasia”, ovvero interdice l’abbandono dell’islamismo per convertirsi al Cristianesimo. Per i musulmani libertà religiosa significa dunque il diritto di convertire i cristiani all’Islam e il contemporaneo divieto di convertire i musulmani al Cristianesimo.



Il termine “libertà religiosa” viene invece inteso in Occidente come “religione della libertà”, ovvero come primato assoluto della autodeterminazione dell’individuo e conseguente equivalenza di ogni religione. Ma qual è la religione oggi minacciata in Europa, quella dei musulmani o quella dei cristiani? La Corte di Strasburgo, che ha condannato l’esposizione pubblica dei Crocifissi, si pronuncerebbe contro la proclamazione della fede maomettana dalle torri dei minareti? Il Crocifisso non può essere esposto in una scuola a maggioranza cristiana, ma nelle stesse città in cui non può essere esibito il Crocifisso possono sorgere a volontà moschee e minareti. 



Qualcuno distingue tra minareti e moschee, definendo religiosamente aggressivi i primi e “pacifiche” le seconde. Si dimentica però che le moschee non sono solo luoghi di culto, ma hanno anche la funzione di propaganda della sharī’a, la legge islamica. L’associazione dei Fratelli Musulmani, ad esempio come ricorda Magdi Allam, «promuove l’islamizzazione della società a partire dal basso, tramite il controllo delle moschee, dei centri culturali islamici, delle scuole coraniche, di enti caritatevoli e di istituti finanziari. La tattica perseguita è quella di dar vita gradualmente a uno Stato islamico in fieri all’interno dello Stato di diritto» (Kamikaze made in Europe, Mondadori, Milano 2005, p. 22). Lo Sceicco Yusuf al Qaradawi, in una fatwa del 29 ottobre 2001, lo ha ribadito: «Da sempre la moschea ha avuto un ruolo nel jihad in nome di Allah, per combattere gli invasori, nemici di questa religione».



I Paesi islamici fanno parte di una “Conferenza Internazionale”, l’OCI, che raccoglie 57 Paesi di religione musulmana, uniti dalla consapevolezza di appartenere ad un’unica comunità di credenti, la Umma. Il fine dell’OCI è di propagare la sharī’a nel mondo e di difendere l’identità islamica dei musulmani che vivono ovunque, compresa l’Europa: quell’Europa che con la ratifica del Trattato di Lisbona espelle le radici cristiane della sua carta fondativa e apre la porta al reato di “islamofobia”.



Non ci si accusi di mancanza di carità nei confronti dell’Islam. Il rispetto per la dignità di ogni uomo, compresi i musulmani, non ci deve far dimenticare che uno solo è il vero Dio, quello che si è rivelato come uno e trino e che è morto sulla Croce per redimere i nostri peccati. Per questo il Cristianesimo, come ha spiegato Giovanni Paolo II in un discorso del 15 settembre 2002, «ha nella Croce il suo simbolo principale. Dovunque il Vangelo ha posto radici, la Croce sta ad indicare la presenza dei cristiani. Nelle chiese e nelle case, negli ospedali, nelle scuole, nei cimiteri la Croce è divenuta il segno per eccellenza di una cultura che attinge dal messaggio di Cristo verità e libertà, fiducia e speranza». Il messaggio di Cristo continua ad accendere i cuori degli europei? Il problema di fondo non sta nell’espansione dell’Islam, ma nella perdita da parte degli europei della fiamma dell’amor di Dio, della luce della fede e della forza invincibile della speranza.




giovedì 12 novembre 2009

RIDATECI L'EUROPA CHE VOGLIAMO

PETIZIONE/ Ridateci l’Europa che vogliamo

Renato Farina

giovedì 12 novembre 2009

 

 

 

La petizione qui pubblicata va stampata, diffusa, propagandata, firmata, spedita.

Amata, soprattutto amata. C’è dentro il respiro dell’Europa così com’è stata pensata dai suoi fondatori: un respiro oggi soffocato da un’istanza europea che fa torto proprio alla sua origine, come un figlio che uccida la madre. Senza quella croce non ci sarebbero né diritti umani, né Europa.

 

La petizione allora rappresenta il modo più semplice, chiaro, forte per far valere le ragioni della nostra libera volontà. Qualche volta il popolo ha diritto di ribellarsi, fa parte anche questo dei diritti umani. E la petizione è il modo più civile, ma non si sottovaluti alla lunga questo primato dato alle burocrazie rispetto alla volontà della gente.

 

Quando ci si ribella persino alle Alte Corti? Accade quando si sente conculcata la propria anima da un potere sentito come estraneo. È il nostro caso. La citata decisione della Corte europea dei diritti umani, che ha multato l’Italia perché espone i crocifissi sulle pareti delle aule scolastiche, pretende di estirpare dal petto la fotografia di chi ci è caro, il più caro di tutti. E lo fa in nome della giustizia, come nel nome della giustizia quel Tale fu messo in croce.

Un’assurdità che pretende di avere il sigillo della legalità più alta.

 

Per questo Cristiana Muscardini e Mario Mauro, del Pdl, e David Sassoli, del Pd, lanciano la petizione popolare perché sia restituito al popolo il diritto di essere se stesso, di poter scegliere i simboli in cui riconosce se stesso e la propria storia. I due eurodeputati hanno preso questa iniziativa dal luogo decisivo dell’Europa unita, là dove l’ideale europeo di democrazia ha i suoi rappresentanti eletti dai cittadini dei 27 Paesi. Non c’è bisogno di disquisizioni sottili. La petizione ha una eloquenza che non va addolcita o interpretata.

 

 

Di certo i diritti umani non possono più essere esclusiva prerogativa di magistrati che ragionano sulla base della loro ideologia, dove la libertà è intesa come appartenente al singolo individuo al quale viene assegnato il diritto di veto sui simboli di una società. Sarà interessante quando ci sarà qualcuno che si sentirà offeso dalla croce che dà forma e consistenza alle bandiere di molti Paesi europei, come la Svezia, la Danimarca. Tra i 47 Paesi del Consiglio d’Europa, su cui ha giurisdizione la Corte di Strasburgo, c’è la Svizzera che ha la croce in cielo, sulle ali degli aerei. Che si fa, li si abbatte?

 

E solo una piccolissima minoranza può sentirsi in realtà offesa da quella visione, ma lo fa perché odia la nostra stessa essenza europea. “Europa, ricordati il tuo battesimo”, ammoniva Giovanni Paolo II. Per questo chiedeva nella Costituzione la citazione delle radici cristiane, non per vuoto nominalismo, ma per lealtà verso noi stessi, e come garanzia perché non ce le strappino con le tenaglie dei falsi diritti umani, che da quel simbolo tra l’altro non possono prescindere.

 

Per rispettare il senso di fastidio di chi odia il nostro stesso cuore, va spogliata la nostra vita dall’icona di Cristo, lavare le nostre pareti dalla memoria? Bisognerebbe allora per coerenza purificare il panorama dalle croci, ripulire i quadri dei musei, i libri di arte, strappare dal petto le medagliette dei bambini e dei vecchi. 

Questo fa capire che razza di mondo assurdo, senza fremiti, senza passione e amore, si figurino come culla dei diritti questi magistrati la cui bilancia deve avergli schiacciato il cuore e la testa quand’erano piccoli.

 

Intanto mandiamo la petizione. Facciamoci sentire.


 

CROCIFISSO/ Il testo della petizione popolare al presidente del Parlamento europeo

Redazione
giovedì 12 novembre 2009

PETIZIONE POPOLARE AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

Il crocifisso va rispettato

Signor Presidente,

la recente sentenza della Corte europea dei diritti umani turba, inquieta e disturba la nostra coscienza di cittadini europei. Se l’Europa, con una sentenza del potere giudiziario, elimina il crocifisso, immagine dell’uomo-Dio in cui credono milioni di cittadini, dalle scuole, il nostro essere europei riceve un colpo mortale. Non potremmo più riconoscerci in un’Europa che cancella per via giudiziaria i valori ed i simboli che hanno contribuito a fare dei nostri Paesi ciò che essi hanno rappresentato per la civiltà universale.

Non siamo contro i valori rappresentati da altre visioni del mondo, ma desideriamo che la nostra cultura e le nostre tradizioni vengano rispettate e tutelate. Non possiamo accettare, come cittadini europei, che l’Unione mortifichi ed annulli le differenze. La nostra “differenza” va convintamene salvaguardata e l’iconografia che tradizionalmente esprime i nostri valori va assolutamente rispettata.

Il Parlamento europeo, che è l’espressione della volontà popolare, deve garantire il rispetto della nostra tradizione, altrimenti l’Europa sarebbe percepita soltanto come una organizzazione mercantile, senza anima e vuota di senso. Non erano queste le ragioni e le finalità che hanno spinto i Padri fondatori a dar vita alle Comunità europee.

Essendo un diritto umano anche quello che pretende il rispetto di sé, della propria storia, della propria cultura e della propria tradizione, facciamo appello alla sua autorità perché questo nostro diritto non venga così volgarmente calpestato.

Primo Firmatario : Cristiana Muscardini

Mario Mauro