Cerca nel blog

mercoledì 16 maggio 2012

TEMO CHE NIGEL FARAGE ABBIA RAGIONE......




Con i crescenti timori riguardo la stabilità dell’eurozona, l’Unione Europea si trova davanti al baratro. Ecco una intervista a Nigel Farage, in cui possiamo sentire la sua opinione riguardo la situazione. Farage sostiene, che nel giro di pochi mesi, si tenterà di imporre una dittatura in Europa.”Francamente, tutto sta cadendo in pezzi. E nel bel mezzo di questa baraonda, la signora Merkel se ne esce dicendo: ‘Il trattato fiscale non può essere rinegoziato, va mantenuto.’ Spero che questo sia uno dei rari casi di umorismo tedesco, perché la baracca non reggerà a lungo. “
Nigel Farage continua:
“Credo che l’euro e il sistema euro siano a conti fatti, la più profonda crisi che abbiamo visto. Siamo in un territorio totalmente inesplorato e caotico. Il controllo della palla è, per qualche motivo, in mano ai tedeschi. Visto che non sono stati in grado di imporre la disciplina hanno pensato che il tratto Merkozy (Trattato di Stabilità) risolvesse tutti i problemi, in questo modo la Germania, infatti, potrebbe dire: ‘Bene Grecia, devi andartene.’ Il fatto è, che una volta “eliminata” la Grecia, i pezzi del domino cominceranno a cadere e questo lo sappiamo benissimo tutti.
Dire che si tratta di un casino totale è quanto mai esatto. Non si possono avere le democrazie nazionali e questa nuova forma di governo economica e politica contemporaneamente. Sono già avvenute cose terribili. Il “sistema europa” si è già sbarazzato di due Primi Ministri, democraticamente eletti (Italia, Grecia).
Non possono però, al momento, senza imporre una dittatura totalitaria, bloccare le elezioni nazionali dei vari paesi….
Rischiamo che lo spread sui bond si alzi a livelli del tutto folli. Con le banche francesi e tedesche in grosse difficoltà. Sono tornato oggi a Bruxelles ed ho potuto osservare la paura nei volti dei politici. Sanno che questa “cosa” (l’UE) si è trasformata in un mostro.
Non ci sono ancora molte voci politiche che hanno il coraggio di dire: ‘Stiamo andando verso l’abisso, proviamo a cambiare direzione. Proviamo a fermare questa cosa pacificamente, prima che finisca in un disastro. ‘
Nella storia da sempre il sistema sostiene lo status quo dicendo:’ E’ l’unico sistema possibile, distruggetelo e finirà tutto.” Credo, tuttavia, che l’unico modo per salvarci da questa terribile spirale sia quello di eliminare pacificamente l’istituzione dell’Unione Europea prima che sia troppo tardi “.
Farage ha anche aggiunto: “E’ sorprendente. Mi riferisco al Parlamento europeo che si riunisce domani, il tema discusso sarà l’emergenza. Ma secondo voi, il signor Barroso, il Presidente della Commissione e il caro vecchio Herman van Rumpuy, il presidente europeo, saranno presenti?
No! Anche se i loro impegni fossero stati programmati, sicuramente nulla è più importante della partecipazione all’assemblea rappresentativa di circa mezzo miliardo di cittadini europei. Mettono la testa sotto la sabbia, per evitare di affrontare ciò che sta succedendo.
Quello che i simpatici ragazzi dell’Unione Europea tenteranno di fare nei prossimi mesi è instaurare, mentre la crisi peggiora di giorno in giorno, qualcosa di molto simile ad una dittatura. Non so, osservando l’umore dell’opinione pubblica, se anche questa volta riusciranno a farla franca … le somiglianze con gli anni ’30 sono piuttosto agghiaccianti… “

martedì 15 maggio 2012

MARCO DELLA LUNA:"QUESTO SISTEMA NON DA ALCUNA RAPPRESENTANZA AI CITTADINI"




“NOI CONTINUEREMO A MANGIARE SULLA SPESA PUBBLICA, PERCIO’ VOI DOVETE PAGARE SEMPRE PIU’ TASSE, ANCHE OLTRE IL LIVELLO ATTUALE (CA. 70% SULL’EMERSO, 50% SUL TOTALE)”.

Questo è il messaggio che la politica lancia al popolo con la beffarda spending review di 2,2 miliardi su circa 300 tra spesa per acquisti di beni e servizi e spesa per opere pubbliche – una spesa che è gonfiata grosso modo del 50%, ossia della quale politici e burocrati mangiano circa la metà. Che il gonfiaggio sia di quest’ordine lo dimostrano molti elementi: dalla pratica di moltiplicare il corrispettivo degli appalti in corso d’opera, a quella di moltiplicare il costo delle forniture ospedaliere di molte volte da Milano a Palermo). La politica non rinuncia a rubare e a sprecare perché quello è il suo guadagno e la sua fonte di mezzi per comprare consensi. Perciò parla di pagare le tasse come di un dovere assoluto, metafisico, indipendentemente dall’uso che la politica ne fa:

“DOVETE PAGARE LE TASSE ANCHE SE NOI LE USIAMO MALISSIMO E SE LE RUBIAMO”.

Se si andasse a sindacare come le spendono, altroché pagargli le tasse, li si toglierebbe in blocco dalle spese.

Lo Stato è l’azienda della partitocrazia, che attraverso di esso realizza i suoi profitti. Dal punto di vista dei politici, il conto dei profitti e delle perdite di questa loro azienda si presenta così:

A- RICAVI

Tributi

Sanzioni pecuniarie

Proventi da cessione di beni e servizi pubblici

[altri]

+ TOTALE RICAVI

B- COSTI PUBBLICI

Oneri finanziari

Costi legittimi: investimenti, spese sociali, spese nell’interesse del paese – per il personale, per acquisti di beni e servizi, per appalti

[altri]

C- COSTI POLITICI

Costi illegittimi: spese clientelari per comperare i consensi – investimenti, spese sociali, spese nell’interesse del paese – per il personale, per acquisti di beni e servizi, per appalti



A – B – C = UTILE INTASCABILE DAI POLITICI

+ Finanziamento pubblico dei partiti e dei loro organi di stampa

+ Proventi da corruzione

+ Regalie lecite

- Sopravvenienze giudiziarie (parcelle legali, pene pecuniarie, risarcimenti passivi)

TOTALE PROFITTI DEI POLITICI 
____________

E’ chiaro, dunque, che i partiti hanno interesse ad aumentare continuamente le tasse e le multe, mentre hanno interesse a diminuire la spesa utile per il paese, onde avere più soldi per comperare i consensi e più soldi da intascarsi personalmente. Il rischio di una condanna penale, per il politico, è semplicemente il rischio di impresa, il suo rischio professionale.

Come naturale, i partiti avversari si uniscono tra di loro nella difesa del loro reddito e potere. Niente è servito a cambiare le cose: non le riforme elettorali, non i cambi di maggioranza, non le indagini giudiziarie, non i partiti di protesta.

Ovviamente, questo sistema non dà alcuna rappresentanza ai cittadini. Quindi lo Stato che abbiamo, con le sue regole, le sue tasse, il suo esattore Equitalia è completamente illegittimo rispetto ai principi costituzionali.

Al contempo, lo spreco di circa 150 miliardi l’anno solo per i due capitoli di spesa suddetti impedisce di fare investimenti e di ridurre il debito pubblico, che esso stesso ha generato. La partitocrazia non rinuncerà mai a rubare, e neppure si lascia sostituire, quindi il paese è condannato.

La soluzione, in astratto, sarebbe una rivoluzione violenta che eliminasse fisicamente la partitocrazia assieme a tutti i suoi ausiliari, e creasse le condizioni sia per la democrazia che per la legalità e per lo sviluppo. Un terzo della popolazione dichiara di sperare nella rivoluzione.

La rivoluzione però non è possibile a causa dei caratteri della società italiana: mancano la fiducia sociale e la lealtà sociale necessarie per fare una rivoluzione, per costituire un movimento rivoluzionario. Per non parlare della mancanza di coraggio fisico e dell’inclinazione al servilismo infedele – altri due tipici tratti nazionali. E anche perché il ceto politico italiano è espressione della mentalità della popolazione generale.

Quindi, anche considerando i rapporti col contesto europeo e mondiale, l’Italia continuerà il suo declino più o meno rapido e più o meno sussultorio, e che i capitali stranieri potranno rilevarne i pezzi utili con gli avanzi commerciali accumulati, approfittando della crisi finanziaria irreversibile del paese.

La linea sostanziale della governance italiana, da molto tempo, è quindi quella di cavalcare questo processo e predisporne l’esito, nell’interesse del capitale straniero (soprattutto tedesco) che deve fare questo take-over dell’Italia, coniugando i suoi interessi con le forze reali italiane: partitocrazia, burocrazia, finanza, mafie.

Oggettivamente, sono gli interessi stranieri e quelli di queste forze a venire tutelati e promossi dalle scelte politiche, soprattutto degli ultimi anni: agevolazioni alle acquisizioni di aziende e servizi strategici da parte di capitali stranieri, aumento dei soldi per spesa partitocratica e burocratica (incluse le pensioni d’oro), politiche creditizie che soffocano la piccola imprenditoria italiana normale facendo largo a quella straniera e a quella mafiosa e alla grande distribuzione perlopiù straniera. Questi sono solo alcuni esempi generici, ovviamente.

Nel breve termine, queste politiche “europee” vanno a dissolvere il risparmio, il reddito e la piccola impresa nazionale, concentrando il denaro nelle mani di banche, assicurazioni, partitocrazia, mafie, così che questi soggetti potranno partecipare, assieme ai capitali stranieri, al take over del paese dopo il suo ormai non lontano collasso terminale.

Ecco spiegata la logica, perfettamente realistica, di politiche economiche altrimenti assurde e inspiegabili, portate tenacemente avanti, dal centro destra come dal centro sinistra, anche dopo il loro fallimento rispetto ai loro scopi dichiarati.

sabato 12 maggio 2012

MES O ESM , OGNI ITALIANO/A DOVREBBE SAPERE CHE COS'E!!!

12/05/12

Vale la pena di condividere questo post?


MES ESM trattato ratifica Fondo salva-stati Lidia Undiemi Claudio Messora Byolu Byoblu.com

Lidia Undiemi intervistata da Claudio Messora. Cos'è il MES (Esm in inglese) e perché bisogna agire subito.

Il MES (Esm in inglese) è il Meccanismo di Stabilità Europea. Il cosiddetto fondo salva-stati. Sembra una cosa buona, ma con il MES ci stiamo per indebitare di 125 miliardi di euro. 15 dovremo darli subito, e siccome non li abbiamo, dovremo fare nuovi debiti. Nuovi debiti significa nuovi interessi. Per cosa? Per essere “salvati”, nella malaugurata ipotesi dovessimo fallire. Ma come verremo salvati? Ci daranno semplicemente i soldi, un po’ come farebbe un’assicurazione a fronte del pagamento di un premio, al verificarsi di un sinistro? No, ce li presteranno. Nuovi debiti. Paghiamo 125 miliardi per avere la possibilità di farci prestare dei soldi a interessi elevati. Ve l’hanno mai raccontata così? Anzi: ve l’hanno mai raccontata in un qualsiasi modo?


Ma non finisce mica qui: chi deciderà quanti soldi dovremo versare e quando? Diciassette uomini: i diciassette ministri dell’economia di diciassette stati membri (quelli che ratificheranno il trattato). Il diciassette porta sfiga. Infatti, secondo il trattato, nessuno di questi 17 uomini potrà essere chiamato in giudizio per una qualsiasi delle decisioni che prenderà nell’ambito del MES. E neppure avremo la possibilità di visionare i documenti che al MES verranno prodotti. Una super organizzazione opaca pagata con i soldi dei cittadini, che deciderà se e quale stato avrà il diritto di indebitarsi ulteriormente, a suo insindacabile piacimento, e per quale ammontare, senza essere sottoposta a nessun procedimento di verifica e di controllo democratico. A che scopo tanta segretezza? A che scopo tutta questa impunità? E che senso ha farsi un’assicurazione solo per avere il permesso di farsi riempire di debiti?

Quando accendi un finanziamento sai quante rate dovrai pagare e quando scadrà l’ultima. Con il MES diamo un libretto degli assegni infinito e completamente in bianco. Il board dei governatori potrà infatti decidere in qualsiasi momento un aumento di capitale, che partirà con 800 miliardi, e gli stati membri dovranno corrispondere la loro quota parte secondo i tempi e le modalità stabilite di volta in volta, senza potersi opporre in alcun modo. Come non c’è modo di uscirne: se ratifichi il trattato, è per sempre.

Non solo, ma siccome non c’è limite al peggio, il MES potrà rastrellare i soldi necessari, all’occorrenza, presso la grande finanza internazionale. Per esempio la Cina o le grandi banche d’affari. In questo caso, il finanziatore esterno avrà il diritto di commissariare lo stato sovrano che beneficerà del prestito (cui, è bene ripeterlo, saranno applicati interessi elevati), che si ritroverà la Goldman Sachs o Hu Jintao in Parlamento ad approvare o respingere ogni decisione. E una clausola specifica prevede che nessun Governo successivo a quello che ha ratificato il trattato potrà disimpegnarsi, adottando una eventuale decisione di uscita. Stiamo per consegnare le chiavi di casa alla grande speculazione internazionale e per abdicare a qualsiasi principio democratico conquistato nel tempo. Per ogni generazione a venire, nei secoli dei secoli, amen.

Cosa dite, vale la pena di condividere questo post?

QUELLA LETTERA DELLA BCE MADE IN ITALY....



Lettera della Bce, la vera storia


Il Fatto Quotidiano Stefano Feltri | 12 maggio 2012

Basta leggere la lettera della Bce per capire che è stata scritta a Roma. Quella lettera è un passaggio politico di grande rilievo che entra nella sovranità di un Paese”, ha buttato lì l’ex ministro del Tesoro Giulio Tremonti durante la puntata di Servizio Pubblico di giovedì sera. “E qualcuno l’ha chiesta, dentro il governo e non solo, c’era un certo tifo per quel tipo di intervento a vari livelli. L’attuale presidente del Consiglio ha detto in Parlamento: ‘non starei in un governo che chiede una lettera’ e in modo inglese stava facendo capire che quella della Bce è stata richiesta da quello precedente”, allude, dice e non dice, ma Tremonti invita a rileggere la storia di quel documento che ha cambiato molto. Perché tutto cominciò da lì. E lì bisogna tornare ora che, dopo sei mesi, si può cominciare a guardare con l’oggettività della distanza alla nascita del governo Monti.
L’ultima chance per B.
La lettera della Bce, il programma di emergenza firmato da Mario Draghi e Jean Claude Trichet che ha prima accompagnato Silvio Berlusconi alla porta e poi ha dato le basi per l’azione dei tecnici. Nella vulgata giornalistica la lettera è diventata la condanna a morte del governo Berlusconi, secondo quanto ha ricostruito il Fatto Quotidiano, grazie al racconto di alcune delle persone coinvolte, quel documento era invece l’ultimo tentativo di rendere accettabile ai mercati un esecutivo screditato, ridimensionando la probabilità di una crisi politica che all’epoca, nell’estate 2011, poteva dare il colpo finale alle finanze del Paese.
Una lettura critica della storia della lettera deve partire dal 4 agosto, dalla conferenza stampa convocata a sorpresa in cui il governo Berlusconi ammette di dover riscrivere la manovra di luglio giudicata inadeguata dai mercati, anticipando al 2013 il pareggio di bilancio previsto in origine per il 2014 (ma con oltre 20 miliardi di interventi rinviati a dopo la fine della legislatura). I giornali liquidano come un “siparietto” l’educato ma violento dialogo tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti. Il ministro dell’Economia accenna ai contatti del governo avviati con diverse istituzioni finanziarie per discutere insieme le misure da adottare, e cita l’Ocse e il Fondo monetario internazionale, “Noi saremo attivi aprendoci al confronto con queste istituzioni internazionali”. Berlusconi lo interrompe aggiungendo: “Anche la Bce”. Tremonti lo guarda stupito, con l’espressione di chi pensava che il Cavaliere, alle prese in quel periodo con le vicende bunga bunga, avesse solo una vaga idea di cosa fosse la Banca centrale europea. “Credo sia molto importante, ma non coinvolgibile in questa fase”, precisa il ministro, pensando a quanto Francoforte tenga alla sua indipendenza dai governi e viceversa. E Berlusconi, sibillino: “Ma informabile sì”.
Il negoziato segreto.
Tremonti non insiste. Ma al ministro suona bizzarro: in quei giorni il Cavaliere è già un paria per i partner europei, Tremonti è rimasto l’unico ambasciatore del governo nei consessi internazionali, con una mossa di immagine e di sostanza ha appena avvicinato John Lipsky, allora vicedirettore generale del Fmi in procinto di lasciare il suo posto a Washington. Lipsky doveva diventare un super consulente, anello di congiunzione con il Fmi di Christine Lagarde che Tremonti aveva individuato all’inizio dell’estate come la sponda adatta nei mesi difficili dello spread. Invece sorpresa: Berlusconi trattava con la Bce di Mario Draghi, da sempre poco in sintonia con Tremonti (il cui ultimo libro, Uscita di sicurezza è un lungo atto d’accusa implicito a Draghi).
La lettera della Bce “arriva” al governo il 4 agosto (e, a quanto risulta al Fatto, è arrivata in simultanea a palazzo Chigi e al Tesoro). Raccontano diverse fonti, quel documento è stato elaborato più a Roma che a Francoforte e l’ordine delle firme in calce, Mario Draghi, Jean Claude Trichet, non è soltanto alfabetico. Certo, anche alla Bce ci sono monitoring team che sanno quanto via Nazionale delle cose italiane. E le richieste della lettera non erano molto diverse dai punti principali delle considerazioni finali di Draghi, a fine anno (e dalle richieste dei mercati). Ma il documento è frutto di un negoziato che si svolge a Roma. Ci ha lavorato l’altro cervello economico del governo berlusconiano, LEGGI TUTTO

NIGEL FARAGE: "DOBBIAMO SPEZZARE L'EUROZONA"



Nigel Farage  e' a favore dell'uscita del Regno Unito dall'Europa.
E' la fine del progetto dell'eurozona. 
La UE "Sta andando nella direzione sbagliata",
Ha detto che le misure di austerita' decise da Ue e Fondo Monetario Internazionale sono "barbare". 
Nigel Farage ha aggiunto: "Questa e' l'Europa unita del fallimento economico, della disoccupazione di massa e della non crescita",
"Dobbiamo spezzare l'eurozona, dobbiamo liberare i paesi del Mediterraneo". 
"Io non sono contro l'Europa, ma a favore di un'area di cooperazione economica e commerciale".

ALLE OCCHIAIE DI OGGI AGGIUNGEREI LA MIOPIA DI IERI.....





Voleva trasformare gli italiani, senza sapere che sarebbero stati gli italiani a estenuare lui

di Annalena Benini

Tratto da Il Foglio del 10 maggio 2012

Ci siamo abituati quasi subito alla mania dei presidenti per la giovinezza: i ritocchi di Silvio Berlusconi, le palpebre alleggerite di Nicolas Sarkozy, i capelli molto neri di François Hollande, l’imbellimento continuo di Barack Obama, i muscoli di Vladimir Putin. Deve avere a che fare con l’ottimismo: bisogna mostrarsi sempre smaglianti, o comunque avvolti da una speciale brillantezza, talvolta un po’ ridicola, che provi la superiore capacità anche fisica di reggere giornate infinite e grosse decisioni con grosse conseguenze senza borse sotto gli occhi. A Mario Monti, invece, ora la fatica si legge in faccia: in questi mesi di governo qualcosa è cambiato, e la parodia fondata sul robotismo dispotico del premier-preside, incantatorio e identico a qualunque ora del giorno e della notte (con le conferenze stampa sempre in seconda serata, quasi senza sbattere le ciglia, senza sbagliare una sillaba e senza perdere l’occasione di riprendere gli errori dei suoi ministri) è superata. Bisogna guardare le ultime apparizioni di Mario Monti per notare il cedimento al periodaccio, una diversa postura, un nuovo (più stanco) modo di difendere le posizioni del governo, di rinunciare alle battute secche e cattive.

Mentre il presidente del Consiglio spiegava sommessamente, seduto alla Commissione europea che alcune “conseguenze umane” non sono imputabili a chi sta cercando di fare uscire l’economia da questa crisi ma a chi questa crisi ha provocato (tutti hanno pensato ai suicidi, anche se Monti ha precisato che non intendeva affatto i suicidi, e subito si scatenava la guerra orribile delle accuse sui suicidi), era già un’altra persona, con gli occhi più infossati dietro gli occhiali, le pieghe intorno alla bocca più profonde: se non fosse una parola inutilizzabile e offensiva bisognerebbe dire che era più anziano. Invecchiato dalle responsabilità, diverse da quelle di un professore con il gusto per la bocciatura, logorato dalle necessità di smentire, precisare, difendersi dai falchi, guardarsi da chi sogna segretamente di liberarsi più in fretta di lui, ora che le elezioni amministrative hanno offerto nuove speranze.

Mario Monti porta in faccia il segno delle difficoltà, del caos che gli sta intorno, dei giornali che la mattina non gonfiano più, compatti, la sua autostima. Quando disse al Time che voleva “trasformare gli italiani” non sapeva che gli italiani molto più facilmente avrebbero trasformato lui. L’avrebbero stremato, almeno. Monti non è più il robot di Crozza, non è più un preside sentenzioso, è anche un po’ meno Margaret Thatcher nelle movenze (e non corre il rischio di cominciare a correre sul tapis roulant, ma questo dall’inizio). Quando disse “se il paese non si sente pronto per quello che noi riteniamo un buon lavoro potremmo anche non restare” era nel pieno dell’entusiasmo, della convinzione di fare le cose giuste ed esprimeva un senso sincero di superiorità. Adesso che l’umanizzazione è completata, forse è meno rasserenante ma più credibile l’immagine di un uomo preoccupato, provato dal compito che gli è stato affidato, segnato dalle cose che accadono e che fanno continuo riferimento alle sue decisioni. Se è vera la frase che l’ipercinetico, instancabile, caricato a molla Nicolas Sarkozy avrebbe pronunciato fra intimi, quella sul sottile piacere di lasciare tutte le grane a un altro e di rituffarsi nella vita vera, ci si chiede come possano, gli altri euforici potentissimi, avere anche la forza di stare tutto quel tempo davanti allo specchio a coprirsi le occhiaie.LEGGI TUTTO

FESTA DELLA MAMMA.....UN OMAGGIO ALLE MAMME DEI CARCERATI!!




Pensieri davanti al carcere


(da avvenire di Marco Pozza)
Le contempli sotto la pensilina attonite e mute, coi loro fagotti di bucato profumato e qualche pacchetto di biscotti da recare oltre le sbarre. Senza trucchi o abiti ricercati, sotto il sole cocente d’agosto come sotto la nebbia padana d’inizio inverno. Quei figli che oggi stanno dietro le sbarre di un carcere sono usciti dal loro grembo: per il mondo sono delinquenti e briganti, per loro rimangono pur sempre figli da amare e custodire. Dietro le sbarre abitano i figli, davanti alle sbarre stazionano le loro madri, splendide donne capaci di rimettere in scena ogni primo mattino all’esterno delle carceri la riedizione di quella prima Madre sotto la croce. Stabat mater dolorosa: ieri, oggi e sempre. Le chiamano povere donne, di loro qualcuno s’intenerisce, qualche altro forse le prende sottilmente in giro: eppure non cambia nulla dentro quel cuore capace solo di amare a oltranza. Perchè una cosa è il delitto, altra cosa è l’uomo che lo compie. Il primo va condannato, il secondo va amato senza giustificarlo.

Anche in carcere si celebra la festa della mamma, di quelle splendide eroine che campeggiano statuarie fuori dalle sbarre per stringere una mano, carezzare la barba, baciare quel figlio del quale si prova evidente nostalgia. Le loro occhiaie stanche parlano di fatiche e lunghi viaggi, le loro rughe raccontano di notti insonni e pensieri vagabondi, nelle loro scarpe ci sono andate e ritorni senza più certezze. Sono donne speciali, le mamme dei carcerati, perché donne capaci di rimetterli al mondo due volte: la prima volta quando li fecero entrare in questo splendido palcoscenico dell’esistenza, la seconda volta quando, il giorno dopo un misfatto, si sono rimboccate le maniche e han trovato il coraggio di scendere pure loro negli inferi delle galere; per amare quei figli quando forse meno se lo meritavano. Loro hanno capito che è proprio quello il momento in cui hanno più bisogno.LEGGI TUTTO

MATRIMONI OMOSESSUALI IN USA? NON IN TUTTI GLI STATI: 31 SONO CONTRARI!!

11 maggio 2012



(su Vatican Insider del 10-05-2012) 
A Radio Vaticana il cardinale arcivescovo di New York e presidente dei vescovi degli Stati Uniti rivendica il diritto di non tacere sulla questione delle unioni

”Il matrimonio è solo l’unione fra un uomo e una donna. Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a parole o azioni che minerebbero questo istituto, pietra angolare della nostra societa”’.

Così il cardinale Timothy Dolan, presidente della Conferenza episcopale degli Usa e arcivescovo di New York, ha risposto alla posizione favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso annunciata ieri dal presidente statunitense Barack Obama.

Il presidente, ha precisato la Casa Bianca, ha parlato a titolo personale. Negli Stati Uniti, infatti, sono i singoli Stati a decidere sulla questione: in 31 Stati il matrimonio gay è illegale (il North Carolina ha votato a favore del divieto proprio ieri) mentre in 7 è possibile sposarsi tra persone dello stesso sesso.LEGGI TUTTO

IN CINA IL MINISTERO DELLA SANITA' TACE, COME NON PROVARE DISGUSTO ED INDIGNAZIONE???

8 maggio 2012



In 10 mesi vi sono stati 35 spedizioni di contrabbando per oltre 17 mila pillole. Tutte contengono carne umana al 99,7%. Ospedali cinesi rivendono feti abortiti e neonati morti per questa medicina alternativa che dovrebbe essere energetica e aiutare le prestazioni sessuali. In realtà le pillole contengono molti potenti batteri. Il silenzio del ministero cinese della sanità.

Seoul (AsiaNews) – I doganieri sudcoreani hanno fermato un traffico di pillole che contengono carne disidratata di feti o di bambini, considerate curative di ogni male. Il servizio alla dogana aveva scoperto il traffico già lo scorso agosto: da allora fino ad oggi sono state smerciate almeno 17451 pillole.

Le pillole, di provenienza dal nord della Cina, sono composte di carne di bambini morti o di feti che sono stati tagliati a pezzi, seccati in speciali forni e poi ridotti in polvere e mescolati con erbe per nascondere il loro contenuto. Il San Francisco Times afferma che un test compiuto sulla polvere delle pillole ha stabilito che esse sono composte al 99,7 % di carne umana. Il test ha potuto risalire anche al Dna e al sesso dei bambini da cui proviene la sostanza organica.

Secondo giornalisti coreani, che hanno investigato su tale traffico, gli ospedali cinesi rivendono bambini morti e feti abortiti alle compagnie farmaceutiche cinesi per preparare le pillole, considerate energetiche anche per prestazioni sessuali.

In realtà, secondo gli analisti, le pillole contengono un lungo elenco di batteri e sono pericolose, anche se finora non si conosce nessuno che sia stato colpito da malattie dopo averle ingerite.

Secondo le autorità coreane, i clienti del disgustoso traffico sono coreani-cinesi, che dalla Cina si sono trasferiti in Corea del Sud. Dall’agosto scorso fino ad oggi vi sono stati almeno 35 tentativi di importazione dentro il bagaglio o per corriere internazionale.LEGGI TUTTO

MASSIMO PANDOLFI INTRAVEDE UNA CRISI DI VALORI NEI TANTI SUICIDI DI QUESTI GIORNI, ROSARIO (ANONIMO) INVOCA LA PIETA'

Si uccidono in tanti, in troppi. Si uccidono tutti. Imprenditori, artigiani, poveretti. Stamattina si è gettato dal terrazzo della Regione Emilia Romagna Maurizio Cevenini, uno dei politici più popolari e umani di Bologna, di tutto il territorio, uno di quelli che mai e poi mai avresti potuto presentarlo come uno della Casta e non lo scrivo adesso perchè non c'è più. Ha lasciato una lettera: nelle prossime ore capiremo il perchè, o cercheremo di capire il perche, di questa sua tragica scelta.

C'è qualcosa di orrendo che sta ruotando attorno a questo stillicidio di suicidi e non c'entra, non può c'entrare (purtroppo, ahimè) solo la crisi economica, solo la depressione, solo chissà cosa. Temo che siamo di fronte a una gigantesca crisi di valori. Non sappiamo più chi siamo, per cosa siamo fatti, cosa vogliamo, dove andremo e allora anche il suicidio, il togliersi la vira, diventa un'opzione quasi normale, una delle tante opzioni che la vita ti pone di fronte. E' terribile. Riflettiamoci. E proviamo a scendere in corsa da quest'auto impazzita che non so bene dove ci stia portando.

Roberto

Cari Amici Miei,Facebook mi ha accompagnato e fatto ritrovare gente e amici che nella mia vita ho conosciuto di persona e che con alcuni di questi ho passato davvero delle belle giornate.

Oggi sono estremamente triste,deluso,incazzato e chi più ne ha più ne metta!!!!!!
Ho passato la mia vita di lavoratore,ballerino,compagno di vita,sempre onestamente e sempre dando il massimo.
Da quando mi sono trasferito in Toscana, nel lontano anno 2000,le uniche gioie che ho avuto sono state il mio Lorenzo, Sabrina e ovviamente tutta la famiglia che comprende anche Sara e i vari animali domestici in giro per casa.
Ora credo che sia arrivato il momento più basso da quando mi sono trasferito a Firenze.Non mi piace fare la vittima,ma ho la sensazione fortissima che da un momento all'altro precipiti tutto.
Altra cosa che non farò mai,è suicidarmi per i debiti o perchè non riesco a trovare un lavoro.Restare da Luglio 2011 ad oggi senza un'entrata di un solo Euro è una cosa che non auguro a nessuno,anzi forse a qualcuno si,così capirebbe come non è concesso a nessuno decidere della vita delle famiglie!!!!!
Troppo facile lasciare a casa persone con famiglia a carico,solo perchè non Toscane o perchè l'apprendista costa meno.
Ho anche constatato che è inutile andare dal Sindaco per ben 3 volte,non per farmi dare soldi (non li vorrei mai,se non guadagnati),ma solo per chiarire che non posso pagare le tasse.
Inutile anche avere dei mutui per la casa,e poi rinunciare a tutto il resto,come ad esempio andare a mangiare un gelato con Lorenzo.
Stiamo vivendo proprio male,ma quello che mi rattrista di più è che la mia famiglia non possa vivere discretamente,senza contere i centesimini alla mattina per comprare il pane.
Dico una cosa alle banche,volete la mia casa? Prendetevela,mi levate certamente un pensiero enorme.Poi per mangiare e dormire ci si penserà,come si stà facendo da molto,troppo tempo.
Se qualcuno avrà avuto voglia di leggere questo mio sfogo,dico Grazie.


Rosario

La depressione non è una mancanza di valori, ma della salute psichica, perché di ciò si tratta, il suicidio non può di certo considerarsi un'espressione del libero arbitrio. 
Chi è affetto da simile affezione non è condannabile o criticabile perché non responsabile dell'incontrollabile istinto autolesionista che la "depressione maggiore" può provocare.
Chiaramente individui affetti da tali problemi, come antenne sensibili, risentono di tutto ciò che rappresenta turbamento o preoccupazione intorno a loro, ricavandone motivo di ulteriore sbandamento. 
Per i suicidi vittime di questo orribile male, ci vuole solo pietà. 








venerdì 11 maggio 2012

TEMPESTA MAGNETICA: QUELLA DELLO SCORSO 8 MARZO E' NULLA AL CONFRONTO....NON SI TRATTA DI SE MA DI QUANDO SI SCATENERA'


Percorso:ANSA.it > Scienza e medicina > News


Fotografata e anche 'ascoltata' la macchia AR 1476



(ANSA) - MILANO, 11 MAG - La grande macchia solare AR 1476, definita dagli esperti della Nasa come un vero e proprio mostro per le sue dimensioni, in questi giorni e' cosi' grande da essere visibile a occhio nudo e fotografata e il suo crepitio e' stato registrato. Al suo interno cova una quantita' di energia che a breve potrebbe dare vita alle piu' potenti eruzioni solari, quelle di classe X, con effetti anche sulla Terra. La macchia AR 1476 e' stata individuata dalla Nasa e ha un diametro pari a oltre 100.000 km.





SUNSPOT SUNRISE: Sunspot AR1476 è così grande, la gente se ne accorge, senza l'aiuto di un telescopio solare . Il colosso appare all'alba e al tramonto quando la luce del sole low-hanging è talvolta oscurata alla visibilità umana. Stefano De Rosa invia questa foto da Torino, Italia:

Questa mattina( 9 maggio 2012) la vista  maestosa delle macchie solari AR 1476 è stata grande quando il sole stava sorgendo accanto alla Basilica di Superga!" dice De Rosa.

mercoledì 9 maggio 2012

SUSCITA TENEREZZA LA TENACIA DEL PALADINO DEI PIU' DEBOLI, FRANCO PREVITE, DIVULGHIAMO AFFINCHE' LE SUE PAROLE NON CADANO NEL VUOTO!!

Dignità umana: è un umanesimo costituzionale ri-conosciuto dal Governo Monti e dall’ Unione Europea?


Nel mondo odierno dove è necessaria e prioritaria la ricerca del bene di tutti, dove in maniera vertiginosa si cambia opinione ad ogni piè sospinto, dove quell’umanesimo invocato vuole affermare la dignità degli esseri umani, dove quell’umanità implorante indica l’insieme di tutti: ebbene queste “doti” le troviamo nella solidarietà umana e nei giudizi morali? Forse!

Non si tratta di una questione di socialità, ma di cultura di sensibilità e tale da permettere a chiunque di acquisire nuove capacità, nuove sinergie, nuovi obiettivi e tra le sfide che la società impone, questa si domanda : è tutelata la sicurezza di tutti?

Quante riflessioni, quante domande, quanti interrogativi, quante motivazioni sempre più profonde emergono nella vita quotidiana dovute anche dalla crisi economica, ma soprattutto da quella morale che reca disagi, inquietudini sociali ed “altro”, portando a produrre più poveri, più diseredati, più indignati se non sapremo far valere, almeno per noi cristiani il principio evangelico nei Comandamenti della carità : “ama il prossimo tuo come te stesso” e per il laicato la salvaguardia “dei doveri inderogabili di solidarietà “ dell’altrui persona ( art. 2° della Costituzione).

L’umanità, la concordia, la pari dignità sociale, la moralità esistono? Mah! Siamo molto, molto, molto” dubbiosi!

Il dr. Nils Muiznieks neo “Commissario Europeo per i Diritti Umani” del Consiglio d’Europa, al suo insediamento avvenuto qualche giorno or sono, le Sue prime parole sono state: “Dobbiamo dedicare maggiore attenzione ai bambini, donne, anziani, disabili, che sono più esposti e più vulnerabili per i periodi di crisi economiche” e “ mi impegnerò per dare a loro una maggiore cautela e protezione dei loro diritti”.

Parole, parole, parole! Oh! quante ce ne vengono imperiose dalla Unione Europea ! Ma i fatti dove sono?

In Italia i “padri costituzionali” nello “scrivere” la Costituzione, in vigore dal 1° gennaio 1948, unirono e consolidarono i pensieri maturati nell’esperienza liberal-democratica e riuscirono ad andare oltre, in direzioni ed in principi oggi ancora validi (almeno per il momento!), garantendo le libertà tradizionali, facendo della Costituzione una legge superiore a quelle future, per evitare che con una legge ordinaria si potessero diminuire o violare i diritti di libertà dell’uomo, della dignità propria e della persona umana, oggi molto, molto, molto in pericolo!

Nel ri-conoscere i diritti “inviolabili” (art.2) dell’uomo ed il valore della “pari dignità sociale” (art. 3) della persona umana, si “incontrarono”, ripeto, i cattolici, i liberali laici e quelli di ispirazione marxista, per raggiungere in condizione di equità (anche fiscale) gli obiettivi dello Stato Sociale, consistente nella coscienza dei doveri pari a quella dei diritti, oggi alquanto precari, il cui adempimento è condizione necessaria, anche se non sufficiente, per corrispondere alle scelte dei costituenti.

Nei Rapporti etico-sociali, quei “padri” sancirono che “ la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana” continuando a stabilire nell’art. 32“ la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività”. Ma è rispettata la dignità e la salute per tutti? Mah!

Il principio della conservazione della salute e la possibile guarigione della malattia resta pur sempre l’essenza che guida la quotidianità, il servizio, la missione del medico e della medicina nel limite etico del consesso umano, oggi purtroppo in evidente rilevazione,perché entrando in ospedale da sani non si debba uscire (a volte!) minati nel corpo e nello spirito.

Tutti sappiamo che le malattie abbisognano di cure adeguate e “tutela della salute” e fra quelle non si può dimenticare la malattia mentale, ambito sanitario, grave ed urgente piuttosto in ombra nella Sanità Italiana da ben 34 anni ed anche dal Parlamento Europeo,malattia che costituisce un grande disagio sociale, ”coperta” attualmente da un inverosimile silenzio da parte delle Istituzioni ed a volte, per non dire spesso, dai mass media!

“Rafforzare le leggi antidiscriminatorie per rispettare pienamente le norme europee ed internazionali”: aveva ancora una volta affermato prima delle dimissioni, il dr. Thomas Hammargerg ex- Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa.

La semplice considerazione della dignità umana, ci porta a pensare che non è sufficiente mettersi dalla parte di chi soffre ed essere promotore (a parole!) di salute, ma sembra essere necessario ed urgente una mobilitazione delle coscienze che dica non solo il considerare la disabilità fisica, ma dove è la malattia (anche quella mentale) che mina il corpo, come curarla e dove può essere ricercato il modo od i possibili piani terapeutici d’intervento per aiutare le famiglie coinvolte e succubi in queste difficoltà.

Occorre fermare quel virulento progetto di umanesimo superficiale varato con la legge 180, quella legge :

1.) che ha “ordinato”la chiusura di tutti gli ospedali psichiatrici, compresi anche gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari oggi più che mai alla ribalta della cronaca (ma la politica se ne ricorda solo ora dopo ben 34 anni?);

2.) che dal 1978 ha poco predisposto strutture consone alla cura, riabilitazione e reinserimento sociale del “malato”, determinando il passaggio dal concetto custodialistico a quello terapeutico, quindi problema sociale dove il “paziente” è stato assimilato all’emarginato, all’anziano non autosufficiente con tutte le lacune che da ben, ripeto, 34 anni lascia l’assistenza psichiatrica in balia di ambiguità, ivi compreso le famiglie e la pubblica opinione!

Occorre un utile intervento e lo “chiediamo” con Petizioni al Parlamento Italiano, soprattutto a quello Europeo, “suggerendo”che la UE adotti una Direttiva Comunitaria uguale e con tutta valenza nell’ambito dei 27 Stati della Unione Europea, compresa l’Italia.

L’aumento di efferati delitti ed uccisioni di bambini, donne e quanto avviene nelle famiglie e nella società odierna, comporta sgomento, apprensione, orrore. Questi crimini colpiscono gli innocenti e non si può che pensare che simili gesti possono essere solo dettati da menti psichicamente instabili, malate, tarate e dove sono necessarie interventi giuridici, sanitari, legislativi.

“E’ preoccupante, inoltre, il quadro della situazione inerente l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità mentale “ che l’OCSE (Organizzazione Cooperazione Sviluppo Economico) ha affermato nel dato contenuto nella ricerca a fine 2011.

Tutto questo si concretizza in un costo per l’Unione Europea pari a circa il 4% del PIL. (Tags: montesilvano, Ocse, Ufficio DisAbili, “Sich on the job? Myths and realities about mental health and work”)

Quanto sopra citato sono state le ri-motivazioni del n/s Ricorso n. 44330/06 del 2 novembre 2006 inoltrato alla “Corte Europea dei diritti dell’Uomo” (Sentenza del 4 dicembre 2008 - Strasburgo novembre 2006), contro la decisione della “CommissioneEuropea inerente la “incompetenza legislativa della UE nel settore della sanità pubblica compresa l’ambito della infermità mentale (prot.PS/rq [02 Com.PETI (2005)D1087] del 10 gennaio 2005 Commissioni per le Petizioni UE).

L’argomentazione indotta dalla “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” di Strasburgo, per la quale non esprimo alcun commento, ma solo considerare, fatto salvo, quello di riaffermare fra i tanti, che i diritti di ciascuno “uniti nella diversità” danno “uno spazio privilegiato della speranza umana” (Preambolo Costituzione Europea) e che “ogni persona ha diritto alla libertà ed alla sicurezza” (Titolo II art. II-66). E questo non si può negare a nessuno!

La Petizione n. 1003/2011 di “Cristiani per servire”, inviata in data 1 ottobre 2011 al Parlamento Europeo ai sensi del Titolo V° art. 104 della Costituzione Europea ed art. 227 del Trattato del Funzionamento della Unione Europea, in mancanza d’iniziativa verso la patologia mentale, in virtù del principio della sussidiarietà ho voluto di nuovo richiedere una specifica Direttiva Comunitaria, Normativa, Risoluzione, Provvedimento legislativo necessaria ai portatori di handicap psichici, uguale e con lo stesso trattamento per tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, quindi un modesto “suggerimento comunitario”, (e ne siamo orgogliosi per essere stati i primi in Europa fin dal 1999) , teso a sostenere queste normative con la Petizione n. 146/1999 (Prot CM/412554IT. doc PE 290.531 Commissione per le Petizione della Commissione Europea).

Ma la famiglia del “paziente” è sola?

Certamente, come pure i medici di famiglia “lasciati ad affrontare una vera emergenza”(come è evidenziato dal quotidiano e già sottolineato dal’11° Congresso Nazionale Società Psicopatologia avvenuto a Roma il 24-28 febbraio 2004).

Eppure anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità a partire dalla depressione, primo disordine funzionale della persona, considera la malattia mentale la seconda patologia del mondo e quindi di maggior rispetto ed intervento.

Sarebbe molto interessante capire perché non decolla quella legge-quadro di revisione auspicata dalla n/s Petizione n. 5 e 6 assegnata alla 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e n. 9 assegnata alla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e quali interessi personali, economici, ideologici, scientifici ecc. insistono e persistono nel vuoto legislativo. (Vedere documentazione e Petizione nel: n/s sito internet) http://digilander.libero.it/cristianiperservire.)

Occorre che i mass media non siano amplificatori di quanti e di coloro che gridano più forte nelle vie o nella piazze dei n/s paesi e delle n/s città, ma siano estensori, se il mondo politico tace, delle necessità prioritarie del mondo della sofferenza e della povera gente.

Tutti ci lamentiamo che il vivere odierno è sempre più difficile, ma nessuno ha il coraggio di ammettere che la causa delle nostre afflizioni sono da ricercare nella pretesa, tutta moderna e quasi quotidiana, di dare importanza soltanto a quello che ci fa egoisticamente comodo, trascurando l’urgenza e la gravità del presente e di quello che non si è fatto nel passato, quasi fossero “dimensioni” che non ci riguardano.

E’ quasi normale perdere la memoria, allontanando la speranza di coloro che attendono una soluzione al loro problema e quanti dovrebbero far funzionare le campane d’allarme, forse, si adeguano a questo modo di vivere, nonostante che la n/s Italia sta attraversando tra corruzioni, concussioni, malversazioni il periodo, forse, più torbido e più nero della n/s storia! (altro che 150 anni dell’unità d’Italia!).

Molto interessante il pensiero, appropriato, presente, con ottima valutazione e descrizione“ L’onestà esprime sia il rispetto per se stessi, sia il rispetto per altri” ( 5 aprile 2012 - dr. Giorgio Gasperoni direttore “Voice of Peace“).

E’ veramente vergognosa questa n/s anomala situazione, della quale non ne vediamo l’uscita da quel tunnel tenebroso in contrasto con l’onestà, conformità delle n/s azioni, alle norme della giustizia, del dovere e della solidarietà !

Resta la residua speranza che ai fermenti evangelici (non quelli dettati dai finti cristiani) ed agli indirizzi sociali, si levi la voce forte e chiara in difesa della disabilità fisica, perché fra le patologie urgenti non può né deve essere “emarginata” anche la malattia mentale, che non può essere affrontata con una manciata di pillole o con provvedimenti legislativi che non hanno quantificato ed attuato organizzazione dei servizi fin oggi, ma con una alta proposizione che viene anche dal mondo medico poco “sentito” e poco “valutato” in questa materia.

Auspichiamo che le attuali situazioni, comportate dai recenti episodi di lucide follie avvenuti anche in Europa, siano un’occasione importante per il Governo Monti (lo farà il Governo ?) , per il Parlamento Italiano (lo farà il Parlamento Italiano?) per il Parlamento Europeo (lo farà il Parlamento Europeo?) per ridefinire il ruolo della psichiatria come specialità medica e con provvedimenti legislativi comunitari consoni alla realtà, con una moderna interpretazione dei diritti fondamentali dei cittadini, anche quelli affetti da patologie psicofisiche, della loro relazione con la società e per la salvaguardia della sicurezza di tutti i cittadini, oggi più che mai in grande difficoltà.

Che il Signore della Giustizia, della Misericordia, della Pace ci aiuti, ci protegga tutti.

Siamo veramente disorientati, oggi come non mai, Signori della Politica e Signor Presidente del Consiglio dei Ministri! 
Franco Previte

OSCAR GIANNINO: "...METTER MANO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI PER PAGARE 100 MILIARDI CHE LO STATO DEVE ALLE IMPRESE..."

Oscar Giannino  9 maggio 2012

Il primo turno delle amministrative italiane mi ha reso assolutamente felice. Ripeto as-so-lu-ta-men-te. Anche se i numeri economici da cui nasce mi rendono preoccupato e triste. Non capire che cosa esprimano quei numeri, e dunque restare stupiti dalle urne, è il segno che i vecchi partiti sono dei cadaveri. Dei tanti pensosi commenti preoccupati dell’antipolitica e del successo dei grillini, come di chi lo nega si chiami Napolitano o Ferrara, me ne rido e penso sia giusto farlo. Sarò urticante per i signori dei partiti attuali, ma chi mi legge qua credo non se ne stupisca, perché da moltissimo tempo ho spiegato come vedessi finito il vecchio centrodestra come il vecchio centrosinistra. Questa tornata amministrativa lo dichiara ufficialmente. La Seconda Repubblica è finita. Finalmente, dico io. Il motivo è francamente tanto oggettivo che sta nelle vite di noi tutti, qualunque sia il partito che in passato abbiamo votato o non votato.

Sta nel fatto che gli italiani negli ultimi sei mesi sono stati dolorosamente costretti – dopo aver tenacemente tenuto gli occhi chiusi per troppi anni facendosi convincere da politici irresponsabili – ad aprire gli occhi sulla realtà. Dopo aver tremato per sei mesi all’idea, dal giugno a novembre 2011, l’Italia potesse essere lei con la sua esplosione il detonatore dell’euro, oggi gli italiani si avviano a una perdita del Pil procapite del 2% e un calo dei consumi reali procapite del 3%, dopo anni di consumi zero seguiti all’altra botta del 2008-2009. Siamo a 22 punti di produzione industriale in meno rispetto ai picchi di metà 2007. Gli investimenti scendono dalla bassa media 2001-2007, pari a 21% di Pil ogni anno, verso quota 18% in questo 2012. La disoccupazione torna a due cifre, come all’inizio del 2001 prima del pacchetto Treu, ma con la differenza che oggi coi contratti atipici ci siamo giocati una generazione. La pressione fiscale sale di 5 punti di Pil rispetto a un decennio fa, e non è al 45% come dicono le statistiche ufficiali ma al 54% detraendo dal Pil ufficiale l’Italia in nero che le tasse non le paga, mentre la spesa pubblica sul Pil legale è al 60%.

A differenza del 2008-2009 quando la crisi colpì duramente le imprese che esportavano, oggi a essere in ginocchio, in preda a una moria che abbatte decine di migliaia di aziende, è il tessuto della piccola e piccolissima impresa che lavora per il mercato domestico: stremata dalle esose pretese fiscali di uno Stato ladro che non paga i suoi debiti commerciali e non compensa i crediti fiscali per oltre 100 miliardi di euro; dal credit crunch di banche che stanno a propria volta a redditività zero e con cinque mesi di depositi negativi; e dal fatto che tutti sono diventati cattivi pagatori. Di qui lo stillicidio quotidiano di piccoli imprenditori che s’impiccano e si sparano. Nel silenzio generale di politica e governo, che dovrebbero entrambi vergognarsi. Perché la responsabilità è di vent’anni di politica sbagliata – destra e sinistra – facendo sempre salire insieme spesa pubblica e tasse - ma anche oggi dell’algido governo tecnico in carica, che non riesce a capire che occorre immediatamente cambiare linea, metter mano a Cassa Depositi e Prestiti per pagare i 100 miliardi che lo Stato deve da anni alle imprese, e abbattere il debito pubblico privatizzando i mattoni di Stato, non continuano a pestare di tasse gli italiani, imposte dirette con le addizionali locali, imposte indirette con l’aumento dell’Iva, imposte patrimoniali con l’IMU e sui conti titoli.

Forse che non basta un bilancio così amaro e disastroso, per comprendere come e perché centrodestra e centrosinistra vengano giustamente fatti a pezzi nelle urne?

Naturalmente, le crisi dei diversi ceppi politici non sono eguali.

Ma chi può davvero stupirsi, che la Lega venga bastonata dopo quello che è successo intorno a Bossi, e che a salvarsi sia solo il bravo Tosi a Verona, che pure due mesi fa rischiava l’espulsione?

E che il Pdl di fatto non esista più sul territorio, perché semplicemente nessuno dei suoi vertici riesce ancora a dire che la lunga epoca di Silvio Berlusconi è fi-ni-ta, e se nel Pdl resta chi dice il contrario allora bisogna semplicemente andarsene, per cercare facce e idee com-ple-ta-men-te nuove?

Il Pd naturalmente dice che lui vince e la destra perde. Per carità, i suoi resti di consensi e dirigenze territoriali hanno una resilienza incomparabilmente maggiore alla volatilità evaporata del fenomeno berlusconiano. Ma Bersani e D’Alema si illudono, se pensano di essere gli Hollande nostrani. A Genova come a Palermo oggi, come a Milano e Napoli e Cagliari ieri, vincono sindaci che hanno fatto a pezzi i candidati Pd alle primarie. E che vengono scelti e stravotati proprio per questo. E tutti indicano al vecchio partito dal nome finto-nuovo alleanze e politiche diverse da quelle sin qui praticate e dichiarate da Bersani, analoghe a quelle della sinistra antagonista che ha fatto perdere 30 punti al Pasok in Grecia.

Il successo del movimento cinque stelle nasce di qui. Per conto mio non è solo più che comprensibile, ma anche benedetto. E’ l’unico – insieme ai radicali – che sul contributo pubblico ai partiti pratica un coerentissimo rifiuto e restituisce i soldi allo Stato. Il trio A-B-C è riuscito a non capire neanche che la vicenda Lusi e quella Belsito, mentre gli italiani sono in ginocchio per le pretese dello Stato, imponevano una drastica legittimazione morale e la rinuncia di almeno metà del contributo, visto che in 18 anni le cifre rendicontate sono di poco superiori a un quarto dei miliardi incassati.

Naturalmente, sono ragionevolmente certo che centrodestra e centrosinistra non tireranno affatto dal voto le conseguenze che sembrano inevitabili a me. Strattoneranno invece il governo Monti, facendo ballare ancor di più l’Italia mentre l’Europa impazzirà nel forte rischio che la Grecia esca dall’euro e i francesi respingano il fiscal compact, le banche spagnole esplodano e l’Italia a ruota. Nel Pdl i coraggiosi non abbondano, e troppi s’illudono di esser comunque salvati dalla scelta di chi considerano ancora leader, cioè Berlusconi. Il Pd dirà pensosamente che l’Italia e l’Europa vanno finalmente a sinistra, mentre invece il serio rischio è che entrambe vadano a ramengo. E brinderà naturalmente alla fine dell’età neoliberista, che in Italia non è sem-pli-ce-men-te mai esistita, visto che destra e sinistra hanno entrambe alzato spesa e tasse. Non abbiamo mai avuto né un Blair a sinistra né un Cameron a destra, in questo Paese.

Solo se Grillo andrà ancor più su nei sondaggi nazionali, forse qualcuno uscirà dal vecchio schema dei 18 anni alle nostre spalle. Altrimenti, ne sarà fatta giustizia elettorale dal basso, qualunque sia la data delle prossime politiche. Alle quali bisogna andare non con una legge proporzionale, ma semplicemente con partiti e alleanze diverse.

Per i liberali liberisti personalisti e sussidiaristi come me, c’è da gioire, e insieme non c’è molto da sperare. Tranne esser pronti a un’offerta politica diversa che ci consenta di testimoniare che l’Italia può crescere – e dico a cominciare dalla componente demografica, abbattuta per l’umiliazione della famiglia da parte del leviathano statuale tassicodipendente- solo con uno Stato radicalmente diverso. A governare saranno naturalmente con ogni probabilità altri, statalisti vecchi e nuovi. Ma chi non pensa che debba essere amaro e pieno di fatica, il cammino della redenzione e della rilegittimazione liberal-liberista dopo 17 anni di promesse vergognosamente tradite dal centrodestra berlusconiano, secondo me si illude della grossa.

OSCAR GIANNINO: "E' UN QUADRO TERRIBILE....."

Monti su imprenditori suicidi: in-com-men-ta-bi-le!

Morire Di Tasse - OSCAR GIANNINO DA NON PERDERE! DA NON PERDERE!!!!


Mi risulta incommentabile, il giudizio odierno espresso dal premier Monti sui suicidi ormai quotidiani, e più che quotidiani, tra piccoli imprenditori, commercianti, artigiani e partite IVA. Incommentabile perché su casi così dolorosi non voglio pronunciare parole aspre, come quelle che mi sono venute d’istinto dal profondo del cuore. Da due settimane animo su radio24 una campagna d’informazione sul tema, abbiamo aperto un indirizzo disperatimai@radio24.it, abbiamo ricevuto e riceviamo migliaia di lettere disperate per davvero, che descrivono non incalliti evasori, ma imprenditori travolti da pretesa fiscale in aumento verticale, banche che chiedono di rientrare sui fidi, Stato che non paga i suoi debiti e non compensa i crediti fiscali dopo aver preteso l’anticipo su Iva e Ires quando fatturi ma non incassi. E’ un quadro terribile, quello della frattura di continuità in atto nel capitalismo molecolare italiano. Mi e ci è sembrato giusto dare voce e orecchio a questo grido di dolore che resta senza risposta. E sono andato letteralmente fuori dai gangheri vedendo che non una sola parola dai vertici istituzionali del Paese è venuta venerdì, una parola di comprensione e sostegno al corteo silenzioso delle vedove e dei parenti dei suicidi, a Bologna. Ora Monti afferma che ai suicidi deve pensare chi non ha risanato il Paese. E’ pura polemica politica, da incallito uomo di livorosa fazione politica, non mi pare degna di un premier tecnico chiamato a risolvere l’emergenza. Berlusconi e il centrodestra hanno sicuramente tutta la pesantissima responsabilità di non aver fatto quel che si doveva, come destra e sinistra hanno condiviso la crescita verticale di spesa e tasse. Ma è chi rappresenta le istituzioni oggi, a non pronunciare una sola parola di solidarietà, e a non capire che i 100 miliardi di debito commerciale e di compensazioni fiscali che lo Stato deve alle imprese – 100 miliardi! – si possono saldare con titoli pubblici e anticipi bancari ricorrendo in garanzia prosoluto a CDP, che non fa deficit e debito pubblico aggiuntivo secondo i criteri europei. Questo è quanto occorrerebbe: su-bi-to!. Io ci aggiungerei anche un’idea simbolica, un memoriale italiano dedicato insimee agli impenditori suicidi, come a tutti i dipendenti che fanno la stessa cosa trovatisi senza lavoro, come a tutte le vittime da incidenti sul lavoro. Non capire che in gioco sono la solidarietà umana e la coesione sociale e nazionale, e limitarsi a dire che la colpa è di Berlusconi, è qualcosa che non mi sarei aspettato neanche dal più incattivito partitante in servizio permanente effettivo.


ED ECCO CHE HOLLANDE SI RIMANGIA LE PAROLE DI MARZO


Possibile intesa su allegato a Patto, scrive Chanard Enchaine'

09 maggio, 14:02


(ANSA) - PARIGI, 9 MAG - Il socialista Francois Hollande e' disposto a rinunciare a una rinegoziazione del trattato di bilancio Ue, il cosiddetto Fiscal Compact, accontentandosi di aggiungere un capitolo sulla crescita, una prospettiva che vede d'accordo anche il governo tedesco della cancelliera Angela Merkel. E' quanto afferma il settimanale satirico Le Canard Enchaine', sempre ben informato sui retroscena della politica francese, confermando cio' che nessuno nel campo di Hollande ha mai riconosciuto ufficialmente ma che gia' da settimane sembra essere la forma di compromesso piu' plausibile. Del resto lo stesso Hollande non aveva escluso una soluzione di questo tipo.


''Un voto a mio favore sara' un voto per rivedere il trattato imposto dalla Merkel'' aveva avvertito il primo marzo a Lione. 


Appena un mese piu' tardi, il 4 aprile, la road map del candidato socialista si limitava a ''modificare e completare il trattato di stabilita'' con un ''capitolo sulla crescita''. Una soluzione che sembra in sintonia con le esigenze di Berlino.

Tanto che domenica sera nel corso di un ricevimento all' ambasciata francese a Berlino dopo la vittoria di Hollande il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle si e' rivolto agli invitati dicendo che ora Francia e Germania ''lavoreranno insieme a (...) un capitolo sulla crecita''. Hollande e' atteso a Berlino il 16 maggio, subito dopo l'investitura ufficiale.