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martedì 20 gennaio 2015

"BEATI QUELLI CHE PUR NON AVENDO VISTO CREDERANNO" (Vangelo di Giovanni 20,29) MIRACOLO EUCARISTICO A BUENOS AIRES

IL SUBLIME MIRACOLO DELL'EUCARESTIA

Redazione La Madre della Chiesa

E’ troppo lontana da noi l’Argentina per conoscere un miracolo eucaristico che per qualche anno fu addirittura tenuto nascosto, perciò si deve a due australiani, il giornalista Mike Willesee e l’avvocato Ron Tesoriero, testimoni di quegli avvenimenti, se oggi possiamo raccontarvelo.



I fatti sono riassunti in un articolo a firma Fr. M. Piotrowski SChr, pubblicato sul sito Love one Another e noi, dopo una verifica attendibile, ve lo traduciamo il più fedelmente possibile, riportandone le parti essenziali.

L’affievolirsi della fede nella presenza reale di Cristo risorto nell’Eucaristia è uno degli aspetti più significativi della crisi spirituale. Gesù vuole rafforzare la nostra fede nella sua presenza eucaristica. Questo è il motivo per cui di volta in volta nella storia della Chiesa Cattolica ci dà segni-miracoli eucaristici che chiaramente sottolineano il fatto che Egli, il Risorto stesso, Signore nel mistero della sua divinità e umanità glorificata, è realmente presente nell’Eucaristia. Il miracolo eucaristico più recente riconosciuto dalle autorità della Chiesa si è verificato nel 1996 nella capitale Argentina-Buenos Aires.

L’Ostia consacrata diventa carne e sangue


Alle sette di sera il 18 agosto 1996, p. Alejandro Pezet stava celebrando la Santa Messa in una chiesa cattolica nel centro commerciale di Buenos Aires. Mentre stava finendo di distribuire la santa Comunione, una donna si avvicinò per dirgli che aveva trovato un’ostia gettata su un candelabro nel retro della chiesa. Corso fino al posto indicato, p. Alejandro vide l’Ostia profanata. Dal momento che non era in grado di consumarla, la mise in un contenitore di acqua e la ripose nel tabernacolo della cappella del Santissimo Sacramento.

Lunedì, 26 agosto, dopo aver aperto il tabernacolo, vide con stupore che l’Ostia si era trasformata in una sostanza sanguinosa. Egli informò il cardinale Jorge Bergoglio, che dette istruzione di farla fotografare da un fotografo professionista.

Le foto furono scattate il 6 settembre: esse mostrano chiaramente che l’Ostia, che era diventata un frammento di carne insanguinata, era cresciuta in modo significativo nelle dimensioni. Per diversi anni l’Ostia è rimasta nel tabernacolo e la faccenda è stata tenuta nel più rigoroso segreto.

Dal momento che l’ostia non aveva subito una decomposizione visibile, il cardinale Bergoglio decise di farla analizzare scientificamente.

Il 5 ottobre 1999, alla presenza dei rappresentanti del Cardinale, il dottor Castanon prese un campione del frammento sanguinante e lo inviò a New York per l’analisi. Poiché non voleva compromettere lo studio, volutamente non informò della sua provenienza il team di scienziati. Uno di questi era il dottor Frederic Zugiba, noto cardiologo e medico legale, il quale stabilì che la sostanza analizzata conteneva DNA umano.
Zugiba dichiarò: “Il materiale analizzato è un frammento del muscolo cardiaco trovato nella parete del ventricolo sinistro in prossimità delle valvole. Questo muscolo è responsabile della contrazione del cuore. Va ricordato che il ventricolo cardiaco sinistro pompa sangue a tutte le parti del corpo. Il muscolo cardiaco in esame è in una condizione infiammatoria e contiene un gran numero di globuli bianchi. Ciò indica che il cuore era vivo al momento del prelievo. La mia tesi è che il cuore era vivo, dal momento che i globuli bianchi, al di fuori di un organismo vivente, muoiono, perché hanno bisogno di un organismo vivente per sostenerli.
Quindi la loro presenza indica che il cuore era ancora vivo quando il campione è stato preso. Per di più, questi globuli bianchi sono penetrati nel tessuto, ciò indica che il cuore aveva subito un grave stress, come se il proprietario fosse stato picchiato duramente sul petto.”
Due australiani, il giornalista Mike Willesee e l’avvocato Ron Tesoriero, furono testimoni di questi test. Conosciuta la provenienza del campione, furono sbalorditi dalle dichiarazioni del Dr. di Zugiba. Mike Willesee chiese allo scienziato per quanto tempo avrebbero potuto restare vive delle cellule bianche di sangue qualora fossero appartenute ad un pezzo di tessuto umano che era stato tenuto in acqua.

La risposta del Dr. Zugiba fu che esse avrebbero cessato di esistere nel giro di pochi minuti. Il giornalista poi informò il dottore che il campione da cui era stato effettuato il prelievo era stato tenuto per un mese in acqua normale e poi, per altri tre anni, in un contenitore di acqua distillata e che solo dopo ciò era stato prelevato il campione per l’analisi.

Il Dr. Zugiba non era in grado di capire questo fatto, perché non esisteva una spiegazione scientifica su quanto gli veniva raccontato.

Solo allora Mike Willesee informò il Dr. Zugiba che il campione analizzato proveniva da un’Ostia consacrata (bianca, pane non lievitato), che si era misteriosamente trasformata in una sanguinante carne umana (in verità fu il Dott. Castanon a dare questa spiegazione al Dr. Zugiba, come si può ascoltare nel video che abbiamo allegato, ndr) . Stupito da questa informazione, il Dr. Zugiba rispose: “Come e perché un’Ostia consacrata avrebbe cambiato il suo carattere per diventare carne viva e sangue umano rimarrà un mistero inspiegabile per la scienza, un mistero del tutto al di là della mia competenza.”

(Il Dr. Zugiba raccontò anche al Dr. Castanon che, mentre lo studiava, il pezzo di cuore pulsava, al che Castanon lo informò che erano già trascorsi cinque anni dalla trsformazione dell’Ostia, ndr)

Solo la fede nell’azione straordinaria di un Dio fornisce la ragionevole risposta, la fede in un Dio, che vuole renderci consapevoli che Egli è realmente presente nel mistero dell’Eucaristia.

Il Miracolo Eucaristico di Buenos Aires è un segno straordinario attestato dalla scienza. Attraverso di esso Egli vuole suscitare in noi una fede viva nella sua presenza reale nell’ Eucaristia. Egli ci ricorda che la sua presenza è reale e non simbolica. Solo con gli occhi della fede lo vediamo sotto l’aspetto del pane e del vino consacrati. Noi non lo vediamo con gli occhi del corpo, dal momento che Egli è presente nella sua umanità glorificata. Nell’Eucaristia Gesù vede e ci ama e vuole salvarci.

In collaborazione con Ron Tesoriero, Mike Willesee, che in Australia è uno dei più noti giornalisti (si è convertito al cattolicesimo dopo aver lavorato sui documenti di un altro miracolo eucaristico) ha scritto un libro dal titolo Reason to Believe. In esso si presentano fatti documentati di miracoli eucaristici e altri segni di chiamata delle persone alla fede in Cristo che abita e insegna nella Chiesa cattolica.

Hanno anche fatto un film-documentario sull’Eucaristia basata in gran parte sulle scoperte scientifiche connesse con l’Ostia miracolosa di Buenos Aires. Il loro scopo era quello di dare una chiara presentazione della dottrina della Chiesa cattolica sul tema dell’Eucaristia. Hanno proiettato il film in numerose città australiane.

La proiezione ad Adelaide (in Australia, ndr.) ha attirato una folla di duemila spettatori. Durante il momento di commento e discussione, che ha fatto seguito alla riproduzione, un uomo visibilmente commosso si alzò annunciando che era cieco. Avendo appreso che si trattava di un film eccezionale aveva una gran voglia di vederlo. Poco prima della proiezione, aveva pregato con fervore Gesù di accordargli la grazia di vedere il film. Subito la sua vista gli è stata risanata, ma solo per i trenta minuti di durata del film. Al momento della sua conclusione, aveva di nuovo perso la capacità di vedere. La conferma è stata la sua descrizione dettagliata di alcune scene del film.

E’ stato un evento incredibile che ha toccato nell’intimo tutti i presenti.

Attraverso questi segni meravigliosi Dio chiama le anime alla conversione. Se Gesù fa sì che l’Ostia diventi carne e sangue visibile, un muscolo che è responsabile per la contrazione di un cuore umano, un cuore che soffre come quello di qualcuno che è stato picchiato duramente sul torace, se Lui fa queste cose, è al fine di suscitare e accelerare la nostra fede nella sua presenza reale nell’Eucaristia. Egli permette quindi di vedere che la Santa Messa è una ri-presentazione (vale a dire un’attualizzazione) di tutto il dramma della nostra salvezza: la passione di Cristo, la sua morte e risurrezione.

Gesù dice ai suoi discepoli: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete” (Gv 4, 48). Non c’è bisogno di cercare attivamente i segni meravigliosi. Ma se Gesù sceglie di darli a noi, allora ci conviene accettare con mitezza e cercare di capire ciò che desidera dire a noi attraverso loro. Grazie a questi segni molte persone hanno scoperto la fede in Dio, l’Unico Dio nella Santissima Trinità, che rivela il suo Figlio per noi: Gesù Cristo, che dimora nei sacramenti e che ci insegna attraverso la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa Cattolica.

Un mistero che supera la nostra comprensione

L’Eucaristia, la presenza reale della persona di Gesù risorto sotto le specie del pane e del vino, è una delle verità più importanti e più difficili rivelate a noi da Cristo. Miracoli eucaristici sono solo conferme visibili di ciò che Egli ci dice di se stesso, e cioè che Egli veramente ci dà il suo corpo glorificato e sangue come cibo e bevanda spirituale.

Gesù ha istituito l’Eucaristia, alla vigilia della sua passione, morte e risurrezione.

Durante l’Ultima Cena, Egli “prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò, e dandolo ai suoi discepoli disse: ‘Prendete e mangiate, questo è il mio corpo’. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro , dicendo: ‘Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti, in remissione dei peccati’ “(Matteo 26: 26-28).

Quando Gesù ha preso e ha dato agli apostoli il pane e del vino, Egli disse: “Questo è il mio corpo …. questo è il mio sangue” con il quale ha chiaramente detto che il pane e il vino che ha dato loro da mangiare e da bere erano veramente il suo corpo e il suo sangue e non una sorta di simbolo.

In precedenza, nel suo famoso sermone eucaristico riferita da San Giovanni Evangelista, Gesù disse ai Giudei: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui “(Gv 6, 53-56). Scosso dalle parole di Gesù , i Giudei dissero: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?” (Gv 6, 52). Molti dei discepoli di Gesù ‘sono stati scandalizzati. “Questa parola è dura” - hanno obiettato - ”Chi può accettarla?”

Sapendo che la verità dell’Eucaristia è stato uno shock e uno scandalo per molti dei suoi ascoltatori, Gesù non rispose ritraendo le sue parole, ma alzando la posta in gioco: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? E’ lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla. Le parole che vi ho dette sono spirito e vita ” (Gv 6, 62-63).

Qui Gesù va al cuore del mistero anticipando la glorificazione della sua umanità attraverso la Sua morte, risurrezione e ascensione. Egli darà la sua carne e il suo sangue come cibo e bevanda dopo l’Ascensione, cioè quando la Sua carne e il Suo sangue sono stati glorificati e divinizzati, perché, senza glorificarla, “la carne” infatti “non giova a nulla.”

Fr. M. Piotrowski SChr


Redazione La Madre della Chiesa
Video-conferenza del Dr. Castanon


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