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domenica 2 dicembre 2012

BURATTINI E BURATTINAI.....



.ed ora ci manca solo Prodi al Quirinale

Con l’annuncio a sorpresa della nomina del canadese Mark Carney a Governatore della Bank of England, Goldman Sachs completa il proprio dominio, virtualmente su tutte le principali economie europee.

La nomina di Carney è stata una sorpresa solo per coloro che si aspettavano che l’incarico fosse affidato a Paul Tucker, attuale Governatore deputato della Bank of England; ma non per noi, dato che già ad aprile scorso avevamo previsto che Carney sarebbe stato scelto per tale incarico.

Carney ha un curriculum di 13 anni passati in Goldmam Sachs e puòvantare di aver preso parte alla crisi finanziaria russa del 1998, esasperata dalla Goldman Sachs che metteva in guardia la Russia mentre, contemporaneamente, giocava contro la capacità del Paese di ripagare il proprio debito.

La nomina di Carney giunge dopo 6 mesi dalla sua partecipazione alla riunione Bilderberg del 2012 a Chantilly – Virginia, USA – annuale ritiro riservato ad congrega di un centinaio dei più potenti ricconi al mondo che d’abitudine mostrano in tale occasione il loro potere regale.

Il Guardian riferisce che Carney è «decisamente sconosciuto fuori dai ristretti circoli dei banchieri centrali e dei regolatori finanziari, ed è per questo motivo che la sua nomina ha colto molti di sorpresa – Malcolm Barr della JP Morgan incluso – che consideravano Paul Tucker il sicuro vincitore».

Il fatto che Carney sia canadese è stata certo una sorpresa per molti, ma rimane comunque persona sottoposta alla Regina d’Inghilterra, che ne ha confermato l’incarico, dopo esserle stato raccomandato dal Primo Ministro David Cameron.

La presenza di Carney alla riunione Bilderberg di quest’anno lo ha senza dubbio aiutato ha raccogliere i favori dell’élite globalizzatrice e ad assicurargli la nomina a Governatore della BoE, così come ha già aiutato altri luminari a salire ad alti incarichi. È il caso di Herman Van Rompuy,scelto come Presidente dell’Unione Europea esattamente alcuni giorni dopo aver partecipato alla cena Bilderberg.

L’ascesa di Carney a capo della BoE è anche l’ultimo tassello del grande puzzle della scalata Goldman Sachs per il controllo virtuale di tutte le grandi economie del continente europeo.

Lo scorso anno, l’ex commissario europeo Mario Monti è stato scelto per rimpiazzare Silvio Berlusconi, il Primo Ministro italiano democraticamente eletto. Monti è consulente internazionale della Goldman Sachs, Presidente Europeo della Commissione Trilaterale – creatura di David Rockefeller – e membro emerito del Bilderberg Group.

Alessandro Sallusti , direttore del quotidiano italiano Il Giornale, commentava così: «Questa è proprio la banda di criminali che ci ha portato al disastro finanziario». [noi italiani sappiamo che fine gli stanno facendo fare per questo genere di dichiarazioni, ndt]

Analogamente, quando il Primo Ministro greco George Papandreou ha osato suggerire che il popolo greco potesse esprimere il proprio parere tramite referendum, si è ritrovato sostituito in pochi giorni da Lucas Papademos, ex vice-Presidente BCE, visiting Professor ad Harvard, ed ex-economista senior alla Boston Federal Reserve.

Papademos dirigeva la Banca Centrale greca proprio mentre supervisionava all’affare sui derivati concluso dal governo greco con la Goldman Sachs, affare che ha permesso alla Grecia di nascondere la vera dimensione del proprio colossale debito, conducendo quindi all’attuale crisi europea del debito.

Papademos e Monti sono stati piazzati con lo status di capi non eletti proprio perché, in questo modo – come ha fatto notare Stephen Faris sul Time Magazine – non sono direttamente responsabili verso il popolo. Una volta di più ecco quali sono le fondamenta dittatoriali ed anti-democratiche dell’Unione Europea. (Poco dopo, anche Mario Draghi – ex vice Presidente Goldman Sachs International – veniva nominato Presidente della Banca Centrale Europea).

All’inizio del crollo finanziario 2008, il Segretario del tesoro USA era un tale Hank Paulson – ex CEO della Goldman Sachs. Quando Paulson fu rimpiazzato da Tim Geithner, venne nominato consigliere capo Mark Patterson, lobbista per Goldman Sachs. L’attuale CEO Goldman Sachs Lloyd Blankfein ha visitato la Casa Bianca almeno 10 volte. La Goldman Sachs è stata il maggior finanziatore della campagna elettorale di Obama nel 2008.

Zero Hedge – che ha anch’esso aveva ben previsto la nomina di Carney alla BoE – fa osservare che: «È necessario comprendere una cosa soltanto: è Goldman Sachs che guida i giochi. Tutto il resto è secondario».

Come mostrato nell’immagine, le economie di Francia, Irlanda, Germania e Belgio sono anch’esse controllate da persone che hanno un legame diretto con la Goldman Sachs.


Il gigante bancario internazionale, noto per la sua corruzione e l’insider trading, esercita (ora più che mai) una massiccia influenza praticamente su tutte le principali economie occidentali del pianeta.

Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Massimo Frulla, revisione di Lorenzo de Vita

Fonte > Infowars


giovedì 27 settembre 2012

GIA', I LEADER CATTOLICI TACCIONO! SALLUSTI ANDRA' IN GALERA ? FORSE SI FORSE NO ...




(di Monica Mondo su il Sussidiario del 26-09-2012) 
Caro direttore, che un giornalista non debba andare in galera per quel che scrive è cosa talmente ovvia che non varrebbe neppure la pena di discuterne. In un paese civile, il reato d’opinione prevede sanzioni pecuniarie, e libere opinioni a rettifica, in modo che i cittadini possano rendersi conto e decidere da che parte stare. E’ solo questione di buon senso, non è neppure il caso di scomodare la letteratura giuridica. Invece stiamo qui a esprimere sdegno e perfino qualche giustificazione all’assurda vicenda toccata al direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti. Oggi sapremo se la Suprema Corte rinvierà l’udienza e il verdetto, data la richiesta dei legali della difesa dell’imputato.
Mi vien da ridere a definirlo così. Siamo abituati a vederlo in televisione, Sallusti, conosciamo la sua indole testarda e irriverente, il carattere duro. Uno che non le manda a dire. Ma pensarlo in carcere per 14 mesi in quanto socialmente pericoloso è fantasia che neppure è balenata in mente ai suoi più acerrimi nemici politici. Infatti lo assolvono tutti, giudicando il suo caso un’opportunità per eliminare dal codice penale un reato di memoria fascista. Proprio tutti tutti no, in nome dell’uguaglianza davanti alla legge! Un criterio che, esulando dalla persona che hai di fronte, è talmente disumano da non meritare commenti. Se c’è stato reato per Guareschi, per Iannuzzi eccetera, solo per citare i nomi più clamorosi, perché non Sallusti? Ma perché se è follia, signori miei, che ci si fermi, e magari proprio a partire da Sallusti.

Follia il reato, follia l’ostinazione del giudice diffamato, dopo aver già chiesto e ottenuto un risarcimento pecuniario non indifferente. Cosa vuole dimostrare? Che l’odio non ha fine? Che la giustizia è una macchina stritolatrice? Lo sappiamo, ahinoi. Che i magistrati possono avere un potere enorme e pericoloso? Sappiamo anche questo. E speriamo che forte e chiara, senza esitazioni, si levi la voce del Capo dello Stato, capo del Csm, a giudicare impropria la decisione della Corte d’Appello, che aveva ritenuto il giornalista pericoloso e quindi punibile con la reclusione. A placare quel giudice sdegnato. Se invece l’offesa merita il carcere, che sia la più alta autorità a dichiararlo, e toccherà star bene attenti a quel che si dice e si scrive, in questa povera Italia. Basterebbe una parola. E pazienza se qualche magistrato o qualche penna del Fatto lo riterrà un intervento a gamba tesa. In certe situazioni anche l’acrimonia ideologica va messa da parte.

Ricordiamo poi che il direttore de Il Giornale ha avuto e ha il fegato di assumersi una colpa non sua. Paga e si offre a bella posta in pasto ai media, all’opinione pubblica per suscitare una reazione: si parla infatti di un articolo comparso cinque anni fa su una testata che allora dirigeva, a firma di un collega di cui non ha mai svelato il nome. E questo gli fa onore.

Che diceva mai l’articolo incriminato? E’ così terribilmente inverecondo da non poter essere ripreso e commentato dopo tanti anni? Si parlava del caso di una ragazzina, tredici anni, costretta da un giudice ad abortire, contro il suo parere, sotto responsabilità dei genitori. Una ragazzina finita sotto cure psichiatriche, per lo choc subito, dopo la morte del suo bambino. Nell’articolo si usava la mano pesante: indegno il giudice e, se mai esistesse ancora, meritevole della stessa pena inflitta a un innocente, cioè la morte. Mi pare evidente il carattere provocatorio di questa affermazione. La pena di morte nel nostro paese non c’è, almeno ufficialmente (certe vite in carcere sono una morte lenta), e i congiuntivi, i condizionali e i periodi ipotetici avranno pur un valore nella nostra lingua.

Si voleva suscitare scandalo, far riflettere su un abominio, nei pensieri dell’autore del pezzo. Una vita vale come un’altra vita. Sì, anche quella di un bambino mai nato. LEGGI TUTTO

APPROFONDISCI:

Così la sentenza del giudice Cocilovo venne trasformata in "aborto obbligato"

La ricostruzione della vicenda del febbraio 2007 che ha portato all'incriminazione di Sallusti. Una 13enne incinta e la madre separata si rivolsero al magistrato tutelare per interrompere la gravidanza. Poi il ricovero e il caso che esplode sulla stampa. E che "Libero" decide di trasformare in un "j'accuse"di VERA SCHIAVAZZI