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sabato 5 giugno 2010

SOCCI CI RAMMENTA CHE ABBIAMO ANCORA "LA MEGLIO GIOVENTU' " TRASPARE LA FEDE DELL'UOMO NELLA SOFFERENZA PER LA FIGLIA CATERINA

Caterina a Loreto…

di Antonio Socci





la Santa Casa di Loreto



5 GIUGNO 2010 
La meglio gioventù è in cammino nella notte del nostro tempo. Sabato andrà a Loreto, verso la piccola e povera casa di Maria di Nazaret dove – con l’Annunciazione – sorse il sole che squarciò le tenebre delle nostre vite.
E’ uno spettacolo da non perdersi e i nostri media sicuramente lo perderanno.
La bella gioventù, migliaia di bei volti – l’anno scorso erano 60 mila (ripeto: sessantamila!) – in silenzio o in preghiera, sfileranno veloci nella notte fra il 12 e il 13 giugno nelle dolci campagne marchigiane verso l’abbraccio di colei che è eternamente giovane ed eternamente bella e che li aspetta, tutti, uno ad uno.
Sono le campagne di Giacomo Leopardi (Recanati e lì) e tutti questi giovani hanno nel cuore le grandi domande della sua poesia e quella sua nostalgia dell’Infinito. Che si è fatto Uomo.
Mia figlia Caterina ogni anno andava dalla Madre di Cristo, percorrendo nella notte i 32 chilometri che separano Macerata da Loreto, con i suoi amici universitari di Comunione e liberazione.
Quest’anno per la prima volta non ci sarà. Dal 12 settembre – quando il suo cuore si fermò – sta attraversando un’altra notte, ma siamo certi che anche questo cammino finirà in un bel mattino, fra le braccia della Madonna, dove tutti i destini e tutte le strade trovano la loro meta.
Lei che è la grande soccorritrice, la “Salus infirmorum” e che già ha protetto la vita di Caterina, quel 12 settembre, facendo di nuovo battere il suo cuore, la risolleverà.
Il caso vuole, peraltro, che il pellegrinaggio quest’anno si svolga proprio il 12 giugno, a nove mesi esatti dal dramma di Caterina. E che sia un sabato (giorno di Maria), come il 12 settembre, che il pellegrinaggio cominci a quella stessa ora in cui Caterina cadde “morta” in terra, le 20.30 e che sia la festa del Cuore Immacolato di Maria, al quale Caterina era affidata e al quale il Papa ha consacrato la Chiesa e l’intera umanità.
La consacrazione a Cristo
Quante volte, alla fine del lungo cammino, Caterina, a Loreto ha recitato, insieme a migliaia di amici, l’Atto di consacrazione che chiude il pellegrinaggio: l’ “Atto di Consacrazione della nostra vita a Cristo attraverso Maria, perché la Chiesa diventi sorgente di vita nuova per tutti i popoli”.
Ecco la preghiera che viene recitata dai 60 mila giovani:
“Maria, tu sei la Madre di Cristo, Madre della Comunione che Tuo Figlio ci dà, come dono sempre nuovo e potente, che è un gusto di vita nuova. Attraverso di Te noi perciò consacriamo tutto noi stessi, tutte le gioie e le sofferenze che Tuo Figlio sceglie per noi e la nostra stessa vita, affinché Tu diventi la Madre della Vita e Cristo doni a tutti gli uomini lo stesso gusto di vita nuova che ha donato a noi, Amen”.
Come non pensare che attraverso l’offerta delle loro sofferenze il Signore della storia salvi il mondo e riversi un fiume di benedizioni e di grazia sull’umanità smarrita?
E’ stato il Papa, in una sua enciclica, a ricordare che “è grazie a pochi sconosciuti che il mondo vive” e a Fatima – parlando di Giacinta e Francesco – ci ha indicato nella loro offerta di sé e della propria vita, la potentissima arma con cui Dio fa vincere l’amore sul Male che è scatenato nel mondo.
Così, anche se quest’anno a Loreto Caterina non ci sarà fisicamente, sarà portata nel cuore e nelle preghiere da tanti suoi amici che chiederanno alla Vergine di guarirla per farla tornare l’anno prossimo.
E arrivando si accorgeranno che Caterina (come ogni sofferente) c’è, misteriosamente, anche quest’anno, lì fra le braccia della Madonna, con la testa appoggiata al suo cuore….
In tanti ogni anno sono commossi da questo lungo fiume di giovinezza, da questo popolo in cammino.
E tanti, per vie sconosciute a noi, saranno colpiti, vedranno sorgere l’aurora della loro buia vita, grazie al sacrificio di chi si consacra a Cristo attraverso Maria e si offre per la salvezza del mondo. Perché è come offrirsi in riscatto per dei prigionieri, per liberare degli schiavi.
Oasi
E’ stupefacente che vi siano luoghi al mondo dove dei giovani sono educati a questo slancio verso l’infinito, dove si innamorano della Bellezza e della Purezza abbracciandoli con la scelta di una vita eroica (l’umile vita quotidiana).
Il pellegrinaggio della tradizione cristiana da secoli esprime questa sapienza antica. Ci fa capire che la vita non è un girovagare senza meta, dove quindi i passi non hanno senso e non hanno valore e la vita è inutile.
No, la vita non è un vagare annoiato nella notte, ma è un camminare lieto e certo, assieme a dei fratelli, verso una casa, verso Casa. E’ un camminare nella notte verso l’alba di un abbraccio di Madre che ti aspetta.
Tradizione che rinasce
Questo pellegrinaggio cominciò nel 1978, anno dell’elezione di Giovanni Paolo II, su proposta di don Giancarlo Vecerrica, insegnante di religione, ai suoi studenti.
Don Giancarlo, che era il sacerdote di CL a Macerata, lo propose come gesto di ringraziamento alla Madonna alla fine dell’anno scolastico. Era un’antica tradizione che si era persa nel tempo, soprattutto in quegli anni Settanta.
La prima volta parteciparono in trecento, perlopiù di Macerata. Sembravano già tantissimi. Oggi superano sessantamila, da tutta Italia. E il 19 giugno 1993 il pellegrinaggio ha avuto addirittura la visita di Giovanni Paolo II che, alla partenza del cammino notturno, consegnando la Croce, lasciò ai pellegrini questo compito:
“Ora affido a voi, cari giovani, la Croce che vi farà da guida al vostro Pellegrinaggio al santuario di Loreto. Imparate dall’esperienza di questa notte a seguire, anche sulle strade del vostro quotidiano cammino, la Croce di Cristo, nella quale è salvezza, vita e resurrezione”.
Da quel giorno quella stessa Croce ogni anno sta in cima al pellegrinaggio che si conclude in un’atmosfera davvero commovente. L’anno scorso Caterina stava proprio dietro la Croce.
Il pellegrinaggio alla casa di Maria, fra i poveri mattoni dove lei ricevette l’annuncio dell’Angelo, dove il Verbo si fece carne e venne ad abitare fra noi, è antichissimo.
Nella parte della casa di Maria rimasta a Nazaret sono stati trovati antichi graffiti di pellegrini dei primi secoli, uno dei quali, sotto il disegno di una barchetta, recita: “Siamo venuti dalla Bella Ragazza”.
In effetti tutti coloro che, nelle apparizioni moderne, da Lourdes a Medjugorje, hanno visto Maria faccia a faccia, concordano nel testimoniare che si tratta di una bellezza sconvolgente, che non ha eguali sulla terra e che perfino le più famose bellezze celebrate dai mass media sembrano misere al confronto.
La bellezza della Vergine e la sua eterna giovinezza (nelle apparizioni è sempre una ragazza sui 18 anni) non ha un significato semplicemente estetico.
Lei, unica con Gesù a essere nella gloria col suo stesso corpo di carne, preannuncia così a noi l’eterna giovinezza a cui siamo destinati con la resurrezione.
Dicevo delle due parti di quella casa di Maria perché a Nazaret c’è ancora la grotta scavata nella roccia che costituiva una parte (è contenuta nella Basilica dell’Annunciazione).
Ma appoggiata alla pietra stava un piccolo locale in muratura che è quello che dal 1294 (dopo che i crociati furono sconfitti e cacciati) si venera a Loreto.
Scienza e miracoli
La tradizione dice che fu portata in Italia dagli angeli e si è pensato finora che sotto la leggenda vi fosse in realtà la potente famiglia Angeli – o De Angelis – che avrebbe organizzato il trafugamento e il trasporto della casupola.
Tuttavia gli studi tecnici sulla struttura e i materiali della casa, che confermano la compatibilità con una provenienza mediorientale e con l’epoca di Gesù, ultimamente hanno evidenziato che la casetta, che non ha fondamenta ed è appoggiata su una pubblica via, sopra un arbusto, mai sarebbe stata smontata e rimontata e alcuni dettagli della sua comparsa in quel luogo non sono compatibili con un trasporto umano per nave.
In fondo gli angeli esistono…
Quel che conta è che lì, fra poverissime mura, cambiò la storia dell’umanità e la vita di tutti. E lì sorge il sole.

domenica 27 settembre 2009

ANTONIO SOCCI, LA LUCE NELLA SOFFERENZA ........ADERIAMO ALLE RICHIESTE DI UN PADRE: PREGHIAMO

antonio socciCate ha dato un segno, ma ha bisogno di aiuto

26 SETTEMBRE 2009 / IN ARTICOLI
Sono stato incerto se riferire questa cosa sul blog, ma penso possa essere utile per chiedere a tutti voi, amici miei, un aiuto particolare. Nel tardo pomeriggio del 24 settembre qualcosa è accaduto. E qualcosa di importante. Vi racconto istante per istante.
Io e Alessandra eravamo stati alla messa che si celebra ogni giorno alla 17 nella cappellina sottostante il reparto di Caterina, dove avevamo pregato con una certa angoscia nel cuore. La messa era iniziata con questa antifona d’ingresso: “Io sono la salvezza del popolo – dice il Signore – in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò e sarò il loro Signore per sempre”.
Quando siamo entrati nella sua cameretta abbiamo cominciato a carezzarla e parlarle dei suoi amici e di noi e di lei e il suo respiro si è fatto sempre più intenso, il cuore ha cominciato a galoppare, gli occhi non sembravano persi nel vuoto come qualche ora prima, lei appariva molto emozionata.
Le macchine stesse che fanno il monitoraggio del battito, della pressione sanguigna e del respiro hanno cominciato a suonare e ci siamo resi conto, con l’infermiere, che Caterina aveva riconosciuto le voci della mamma e del babbo e che capiva quello che le stavamo dicendo.
Così – ricordando che il passo fondamentale per l’uscita dal coma si ha quando il malato esegue un gesto richiesto – abbiamo cominciato a chiederle di stringere la mano di sua mamma che le teneva la destra. Abbiamo assistito a un enorme sforzo di concentrazione di Caterina, che è diventata rossa in volto, e con un’ulteriore intensificazione del battito cardiaco e del respiro, facendo enorme fatica ha infine eseguito quello che le avevamo richiesto.
Commossi, abbiamo esultato tantissimo, poi le abbiamo detto che era stata bravissima e di calmarsi e di lasciare e così lei ha fatto. Dopo mezzo minuto circa abbiamo riprovato – per verificare – e Caterina ha di nuovo ripetuto tutto. Così pure all’altra mano, la sinistra, che tenevo io.
La stessa cosa è accaduta un’oretta dopo con Stefano e Maria e anche loro hanno notato dall’espressione dei suoi occhi che proprio c’era Caterina, che era presente e si sforzava con grande fatica di farci capire che ci riconosceva e ci stava capendo. Addirittura commovente è stato il momento in cui è entrata una sua amica del coro che ha cominciato a cantarle una loro canzone “Give me Jesus” (Dammi Gesù) e ogni volta che cominciava a cantare Caterina si emozionava tanto che le macchine di misurazione cominciavano a suonare.
Abbiamo poi saputo dal medici che tutto questo si chiama “stati minimi di coscienza”, che è una cosa molto importante, ma che – per essere decisiva – dovrebbe stabilizzarsi e diventare ripetibile così da segnare l’uscita dal coma.
Per noi è un segno emozionante che la nostra bambina c’è, è presente e vuol riemergere. Allora vi chiediamo – con le mani giunte – se potete e volete, di pregare particolarmente con questa intenzione: che la Santa Vergine non lasci che sprofondi di nuovo, ma che torni prestissimo a riemergere quella coscienza e l’aiuti a stabilizzarsi almeno in quel livello, dal quale poi possiamo aiutarla con la riabilitazione a recuperare.
Non importa il tempo che ci vorrà a recuperare, con tutto l’amore l’aiuteremo. Ma questo passo è fondamentale. Noi continuiamo a chiedere al Signore il miracolo del risveglio e della guarigione completa subito, ma se quello che Lui vuole da noi è un lungo e paziente cammino di riabilitazione e un lungo abbraccio d’amore per arrivare alla guarigione completa, va bene. Però è necessario non fare passi indietro. Perciò abbiamo bisogno ancora una volta, come mendicanti (e ce ne scusiamo), del vostro aiuto, certi che le vostre e nostre preghiere, i vostri e nostri sacrifici, già stanno aiutando Caterina.
In particolare voglio trascrivere qui una segnalazione di Roberto Zandomeneghi che mi ha mandato alcuni brani sull’efficacia della preghiera di Don Didimo Mantiero che don Giussani ci ha fatto conoscere. Eccoli qua:
“Dio nella sua infinita perfezione ha quasi una debolezza: non sa resistere a chi fortemente prega”.
“Quando pregate, vi scongiuro, fatelo con fede vivisima”…”non importa che non vediamo i frutti della nostra preghiera, Dio è con noi e ci esaudirà”
“Il tutto fate con la più grande confidenza, come se aveste già ottenuto ciò che domandate”…”non resterete ingannati, ve lo assicuro”…”anche quando ci sembra di non essere esauditi, è allora che Dio ci sta preparando i più grandi favori”
(Citando San Giovanni): “Dinanzi a Lui è questa la sicurezza che noi abbiamo: qualunque cosa gli chiediamo conforme alla volontà Sua egli ci esaudisce. E se sappiamo che ci concede qualunque cosa gli domandiamo, sappiamo di avere già da lui quanto abbiamo richiesto”
E inoltre:CRISTO
“Gesù ci insegna a pregare fino a diventare seccatori. Come il richiesto finisce con il cedere [...] così Dio finisce per esaudire. [...] Dio cui parlate è lì e Vi ascolta. DiteGli tante cose. [...]. Non dubitate mai; una volta pregato, già ottenuto. Era così che i santi facevano miracoli”.
 ”La preghiera che scaturisce dalla fede incrollabile è la forza più grande a disposizione dell’uomo per cambiare il mondo”.
(da La “Dieci” di Don Didimo Mantiero a cura di Ludmila Grygiel, pp. 52-56).
Forza, amici miei !!!
MARIALe tante testimonianze che mi mandate dimostrano che quelle parole di don Didimo, che poi sono identiche a quelle pronunciate dalla Madonna a Medjugorje e da tanti santi, sono vere.
Me lo dimostra per esempio questa struggente testimonianza di una madre con cui ci identifichiamo totalmente:
 Caro Antonio, oggi ho letto Libero e subito mi sono letteralmente inginocchiata: ho detto un rosario per Caterina e ho aspettato pregando che si facessero le ore 15 per recitare la coroncina della Divina Misericordia per lei, nell’ora in cui la Divina Misericordia ama di più essere contemplata.
Credo fermamente che non sia “magia”, ma richiesta di miracolo e compassione al nostro Dio misericordioso  e alla nostra Madre, che è Consolatrice degli afflitti e Speranza di chi dispera. Anche io ho tre figli dell’età della tua e nel 1999 ho avuto in fin di vita la mia piccola…, ora ventenne. finita in rianimazione intubata per una conseguenza di una brutta influenza.
Quando ha avuto un arresto cardiaco e un blocco renale e i dottori hanno comunicato a me e a mio marito che non c’era speranza, mi sono strappata letteralmente i capelli dalla testa dal dolore, poi ho cominciato a pregare e con me tutti quelli che ci conoscevano, sino in America… I suoi compagni di 5a elementare entravano in chiesa e poi in classe!
Le ho fatto dare l’unzione del malato e ho iniziato a rendermi conto che forse il Signore la rivoleva davvero con sé. Credo di essere diventata “adulta”  nel momento che mi sono arresa e affidata totalmente a Lui e a Maria e riuscendo a dire “Sia fatta la Tua volontà” e questo l’ho detto non perché sono pazza, ma per Grazia, come se le cose vere che nella vita mi erano state dette, fossero ritornate a galla nel mio cuore.
Non è magia: dall’estrema unzione in poi la mia bimba ha ripreso piano piano a vivere. E’ guarita, per miracolo non ha riportato danni cerebrali nonostante la mancanza di ossigeno (pensa che ancora porta le cicatrici sulla carne di dove i tessuti stavano andando in necrosi – stava veramente morendo..).
Ora frequenta l’università e spesso, quando la guardo, penso alla nostra pochezza e a quanto siamo “dimentichi” della Misericordia nelle nostre giornate. Continuerò a pregare in ginocchio Maria e Gesù per Caterina e per te e tua moglie. Vicina nella fede.  
 Ed ecco un’altra bellissima testimonianza, di un’altra mamma:
  Carissimo Antonio,
purtroppo ho saputo solo oggi, da Radio Maria, di Caterina. Ho provato tanta compassione e dolore. Ho pensato a quando,  due anni fa, io e mio marito eravamo nella stessa situazione.
Il nostro figlio, allora di 18 anni, era ricoverato in rianimazione, dopo un terribile schianto con lo scooter. Era in coma, con il dente dell’epistrofeo rotto (fa parte della prima vertebra, quella che noi persone comuni chiamiamo ‘l’osso del collo’), un trauma cranico frontale, la mandibola divisa in due, una gamba rotta, oltre a tanti altri traumi in tutto il corpo.
Per lui non c’erano speranze: era praticamente morto, ma se fosse sopravvissuto per lui ci sarebbe stata una paralisi totale ed il respiratore. Quella notte è stata l’inferno, ma grazie al Signore, la fede ha immediatamente illuminato la disperazione. Ho affidato al Padre, per mezzo della Madonna, Suo figlio.
Gli ho detto che è una sua creatura, che Lui ha dato a noi per crescerlo e curarlo. L’ho ringraziato per aver avuto in dono questo Suo figlio. Gli ho detto che per me, prima di tutto, veniva la Sua volontà: se il Padre avesse voluto portarlo in Cielo, chiedevo per noi il dono della Fede, per poter continuare a vivere e per crescere l’altra nostra bambina.
C’è stata una enorme catena di preghiera che ha avvolto tutto il mondo, proprio quasi come sta avvenendo per Caterina. Gli amici stazionavano fuori dalla Rianimazione giorno e notte: a noi il compito di trasmettere loro la fiducia nel Padre che ci ama e ci salva.
Eravamo sempre sorridenti e fiduciosi nella disperazione: grazie a Dio abbiamo vissuto questa grazia enorme. Ci siamo sentiti amati, accolti e curati da tanti Buoni Samaritani! Io sentivo Maria e Gesù sempre di fianco a me, come non mai: la loro Presenza è stata fonte di gioia nel buio di quelle giornate.
Ai medici disperati io rispondevo con una totale fiducia nel loro lavoro, li incoraggiavo dicendo che stavo pregando per loro, per le loro mani, perché il Signore li guidasse nel far rivivere nostro figlio.
Non voglio dilungarmi: potrei stare qui ore a parlare!
Nostro figlio è stato operato, il neurochirurgo gli ha messo una vite di alcuni cm nel collo, il maxillofacciale gli ha sistemato la mandibola, il cervello appare alle lastre con tutti i danni subiti… ma LUI E’ PERFETTAMENTE GUARITO!!! Dopo soli due mesi dall’incidente è stato dimesso anche dalla Riabilitazione Intensiva, anche se pensavano che sarebbe stato un periodo lunghissimo.
E’ perfettamente normale in tutto e per tutto, e bellissimo come prima!!!!!
Mentre era ancora in coma, avevo mandato tramite una conoscente che stava venendo a Firenze per un incontro con Marjia, una sua foto, che è stata benedetta dalla Madonna durante l’apparizione, insieme alla foto della ragazza che era nella sua stanza, in coma stazionario, per cui non c’erano speranze di ripresa essendo ormai così da oltre due mesi. I genitori della ragazza avevano perso le speranze e la fede… Ebbene, il mattino presto, dopo l’apparizione, mentre ero lì a vegliare, la ragazza si è svegliata e mi ha parlato!!!!  Ora anche lei sta bene!
Antonio, non so perché ho sentito subito di doverti scrivere, così, di getto, senza pensarci troppo… forse perché ho provato il dolore indescrivibile tuo e di tua moglie, ho provato cosa significa dire “Signore, eccomi, prendi me!”. Forse perché desidero trasmettervi quanto è stata importante per me la certezza dell’amore del Signore, sempre.
Prego anche io per Caterina ogni momento, perché il Signore, Dio della vita, sia glorificato per tutto ciò che compie. Con tanto affetto e commozione,…
 Ringrazio dal profondo dell’anima chi mi manda queste testimonianze così confortanti e tutti voi per quello avete fatto e per quello che vorrete e potrete fare per aiutarmi a ottenere dalla Madonna la grazia per Caterina. Certi che Lei, Salus infirmorum, che ha fatto accadere quel segno il giorno dopo la Sua visita, alla stessa ora, ascolta, protegge e soccorre i suoi figli!
 Antonio Socci