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lunedì 17 novembre 2014

PATRIZIA STELLA " L’umanità non può più prescindere da Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, e dalla Chiesa voluta da lui,


tratto da http://www.riscossacristiana.it

Terza e ultima parte – di Patrizia Stella

Meglio agitarsi nel dubbio che riposare nell’errore (Manzoni)


per leggere la prima parte, clicca qui

per leggere la seconda parte, clicca qui 

Molte persone impegnate nel mondo socio-politico, preoccupate di come sta andando tutto alla deriva, compresa l’economia, ritengono inutili queste “diatribe” sul Papa, sulla Chiesa e sulla fede perché il vero problema a loro avviso, è anzitutto “umano”, cioè quello di salvare l’Italia dal crollo economico e morale attraverso mirate e opportune strategie socio-politiche e non religiose! Certamente è di basilare importanza l’aspetto umano, con tutte le scienze pedagogiche, sociali, politiche, ecc. perché è assurdo voler costruire la casa senza cemento e mattoni, però se ci illudiamo di costruirla senza l’aiuto di Dio, anzi rifiutandolo come fosse un intralcio ai nostri progetti, è come se usassimo cemento e mattoni di prima qualità, ma andassimo a porre le fondamenta sulla sabbia, per cui, come dice Cristo nel Vangelo, alle prime piogge, questa casa crollerà.

martedì 30 settembre 2014

DON LEONARDO HA INVITATO ROBERTO DE MATTEI: CONFERENZA SULLA LITURGIA DELLA CHIESA E NON SOLO.....



Nome del documento: Roberto De Mattei. Crisi della liturgia. Crisi della Chiesa.


Dimensione del documento: 48.93 MB
Data: 28. Settembre 2014
Descrizione:

Conferenza di Roberto De Mattei in onore del triduo in onore di san Michele arcangelo, anno 2014. La crisi della liturgia: sintomo della crisi della Chiesa? Venerdì 26 Settembre 2014

domenica 20 ottobre 2013

LE MASSE CATTOLICHE CONOSCONO I MISTERI DELLA LITURGIA DELLA MESSA ED I L SIGNIFICATO DI OGNI ATTO DEL SACERDOTE?




Presenza divina 11 Ottobre 2013

Proponiamo questa lettura tratta dall’ottima rivista mensile Presenza divina (che ringraziamo), che spiega soavemente come la ricchezza del culto cattolico, dei suoi paramenti come della sua liturgia (antica), siano un tesoro prezioso che veicola ben più alti doni spirituali, utili alla battaglia terrena in vista del premio finale. 

Per esprimere l’altissima dignità del sacerdote, San Francesco di­ceva spesso che se gli fosse capitato di incontrare un Sacerdote ed un Santo del cielo, avrebbe salutato prima il Sacerdote correndo a baciar­gli le mani (F.F. 790), ed ai suoi frati raccomandava di «chinare il capo davanti a loro e baciare le mani; se poi li vedevano a cavallo, esigeva si baciassero addirittura gli zoccoli del cavallo cui stavano in grop­pa» (F.F. 1468). Comandava tanta riverenza verso i Sacerdoti «non per loro stessi - diceva - ma per il loro ufficio di ministri del Santissimo Corpo e Sangue del Signore Gesù Cristo» (F.F. 194). Né gli Angeli, né i Santi del Paradiso, infatti, ebbero da Dio il potere di consacrare il Corpo e il Sangue di Gesù, di immolarLo sull’altare rinnovando il Sa­crificio del Calvario. Ogni volta che un Sacerdote si appressa all’altare per celebrare la Santa Messa, egli fa discendere Gesù dal Cielo, Lo tiene tra le sue mani, Lo immola sull’altare divenuto un vero monte Calvario. «L’umanità trepidi», esclama ancora San Francesco dinanzi a tanto mistero, «l’universo intero tremi, il cielo esulti, quando sull’al­tare nelle mani del Sacerdote è il Cristo, Figlio di Dio vivo» (F.F. 221). Poiché dunque nel Santo Sacrificio si compie lo stesso Sacrificio che Gesù compì sul Calvario offrendo Se stesso, vero Sacerdote, all’Eter­no Padre per mezzo dell’uomo che compie le funzioni di Sacerdote, la celebrazione richiede che «i calici, i corporali, gli ornamenti dell’al­tare e tutto ciò che riguarda il Sacrifìcio divino devono essere prezio­si» (F.F. 241).

giovedì 27 settembre 2012

MI CHIEDO DOVE CI STANNO PORTANDO CERTI SACERDOTI !!!





di Sandro Magister 26/09/2012

Proseguendo il suo ciclo di catechesi sulla preghiera, Benedetto XVI è passato oggi, mercoledì 26 settembre, dalla preghiera nella Scrittura alla preghiera nella liturgia.

Nella liturgia è Dio che “ci offre le parole”, ha detto il papa. “Noi dobbiamo entrare all’interno delle parole [liturgiche], nel loro significato, accoglierle in noi, metterci noi in sintonia con queste parole; così diventiamo figli di Dio, simili a Dio”.

Se dalla dottrina, però, si passa alla pratica, le cose cambiano. Si sa che vari preti hanno un concetto “creativo” della liturgia, nel quale gli attori e gli inventori sono loro.

In una parrocchia della Toscana, ad esempio, c’è un prete che fa e parla a modo suo, quando distribuisce la comunione. Evidentemente perché non crede nella presenza reale di Gesù nel pane e nel vino consacrati.

La cosa è arrivata all’orecchio del professor Pietro De Marco, che da Firenze ci ha trasmesso questo commento acuminato.

*

“IN MEMORIA DI CRISTO”

di Pietro De Marco

Mi raccontano, non senza preoccupata ironia, che un parroco di una diocesi toscana, noto per varie eccentricità, amministra l’eucaristia o, come dicono i messali, “presenta l’ostia” ai comunicandi, con le parole “In memoria di Cristo”, invece che con la vincolante ed essenziale formula: “Il corpo di Cristo”.

Poiché tale parroco ama dichiararsi un “professionista” ecclesiale, è certo che, da professionista, usa quella formula consapevolmente. Per esibire e trasmettere, senza timore, la sua negazione della presenza reale di Cristo nelle specie eucaristiche.

Ora, sull’evento “reale” della consacrazione non vi è alcuna incertezza nella “lex orandi”, cioè negli enunciati del canone liturgico. Non per nulla, dopo le parole della consacrazione, il sacerdote “adora subito l’ostia”. E altrettanto dovrebbero fare i fedeli, invece del disordine dei comportamenti attuali e specialmente dello stare in piedi suggerito da qualche liturgista.LEGGI TUTTO