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sabato 10 maggio 2014

C'E' DA INORRIDIRE OGGI COME ALLORA.....PERO', SO TUTTO SUI 7 FRATELLI CERVI E SCOPRO OGGI 7 FRATELLI GOVONI, PERCHE' NON SI E' FATTO UN FILM ANCHE SU QUESTI ULTIMI?

   
 di Alberto Fornaciari - 09.mag 2014




LE ATROCITA’ PARTIGIANE IN ITALIA


La maggior parte delle persone conosce poco o nulla di quella che negli anni 1943-1946 fu una vera e propria guerra civile italiana, con migliaia di morti, tra cui molti innocenti. Quelli che poi ne sono a conoscenza, sono convinti che se eccessi vi furono da parte delle formazioni partigiane, si trattò quasi sempre di regolamenti di conti, di ripicche verso chi, durante il regime fascista, aveva approfittato della camicia nera che indossava per prevalere in modo ingiustificato sul prossimo. In realtà, le cose andarono ben diversamente. Le fosse comuni, le foibe e buona parte degli omicidi portati brutalmente a termine dalle brigate di partigiani comunisti avevano lo scopo ben preciso di eliminare fisicamente i possibili avversari del comunismo di stampo sovietico che si voleva instaurare a guerra finita. Il fine ultimo e la causa di queste stragi non fu, dunque, la vendetta, ma il calcolo spietato di una minoranza che, accecata da un’ideologia di morte, giunse ad uccidere i sacerdoti solo perché tali, gli altri partigiani non-comunisti e persino i proprî compagni che non si allineavano ai dettami del Partito. Una pagina recente della nostra Storia che merita di essere conosciuta.

giovedì 8 novembre 2012

I 23 GIORNI DELLA CITTA DI ALBA, I NOSTRI VECCHI HANNO MOTIVO DI RIGIRARSI NELLA TOMBA SE BUTTANO LO SGUARDO SU QUESTA ITALIA!!!


Alba: dopo un rastrellamento fascista tre partigiani (i fratelli Menicatti) condotti alla fucilazione



il 7 novembre 2012 16:29 


«Il ricordo dei giorni che valsero ad Alba la medaglia d’oro di cui fregia il suo gonfalone non deve mai cessare. Tanti uomini e donne, giovani e anziani, combatterono e sacrificarono la loro vita per restituirci quella libertà di cui oggi godiamo. Non dimentichiamoli mai». Con queste parole il Sindaco di Alba, Maurizio Marello, invita alle celebrazioni dei 23giorni della Libera repubblica di Alba organizzate dal Comune in collaborazione con l’associazione Colle della Resistenza e la sezione albese dell’Anpi.

Sabato 10 novembre, alle 10, alla biblioteca del liceo classico “Govone”: Alba Zona Libera, 10 ottobre-2 novembre ‘44 eventi e circostanze a cura del professor Giuseppe Farinetti. Giovedì 22 novembre, alle 17, nella sala “Beppe Fenoglio”: presentazione del terzo itinerario del progetto Strade delle memorie partigiane, con letture e interventi musicali di Barbara Borra e Michele Settimo. Sabato 24 novembre, alle ore 10, sempre in sala “Beppe Fenoglio”: immagini e documenti inediti della collaborazione tra i partigiani delle Langhe e la missione alleata, a cura di Lorenza Balbo e Mario Renosio.

Tratto da Wikipedia

« Alba la presero in duemila il 10 ottobre
e la persero in duecento il 2 novembre
dell'anno 1944 »
(Beppe Fenoglio,  I ventitré giorni della città di Alba)

La Repubblica partigiana di Alba fu un'entità politicamente autonoma che ebbe esistenza breve (dal 10 ottobre al 2 novembre 1944) ad Alba, nell'Italia settentrionale e che si inserisce nelle cosiddette repubbliche partigiane, di cui la prima fu la Repubblica del Corniolo.
La Repubblica fu chiamata così per ricordare quella istituita da Napoleone dal 1796 al 1801 in Piemonte.
Sorta come presidio di resistenza locale contro il fascismo durante la seconda guerra mondiale, il 10 ottobre 1944 il 1º Gruppo Divisioni Alpine comandato da Enrico Martini "Mauri", occupa la città in pratica senza combattere. Le Brigate Garibaldi e le Brigate Giustizia e Libertà, si aggregano successivamente e nel momento del contrattacco delle forze nazifasciste partecipano alla battaglia per la difesa, che risultò inutile.
Le operazioni militari durante la guerra civile nella Repubblica di Alba e nella Zona Libera del Monferrato (estate-autunno 1944)

Nel 50º anniversario dei "23 giorni della città di Alba", il 31 ottobre 1994 è stato inaugurato il monumento realizzato dallo scultore Umberto Mastroianni, con la scritta:
« Il partigiano Johnny:"Johnny pensò che un partigiano sarebbe stato come lui, ritto sull'ultima collina, guardando la città, la sera della sua morte. Ecco l'importante: che ne rimanesse sempre uno. »
(Beppe Fenoglio)