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martedì 6 novembre 2012

MEDIA AL SERVIZIO DI CHI? GIORNALISTI IMBAVAGLIATI?


By Manlio Dinucci
Global Research, October 30, 2012

Si dice che il silenzio è d’oro. Lo è indubbiamente, ma non solo nel senso del proverbio. È prezioso soprattuttto come strumento di manipolazione dell’opinione pubblica: se sui giornali, nei Tg e nei talk show non si parla di un atto di guerra, esso non esiste nella mente di chi è stato convinto che esista solo ciò di cui parlano i media. Ad esempio, quanti sanno che una settimana fa è stata bombardata la capitale del Sudan Khartum? L’attacco è stato effettuato da cacciabombardieri, che hanno colpito di notte una fabbrica di munizioni. Quella che, secondo Tel Aviv, rifornirebbe i palestinesi di Gaza. Solo Israele possiede nella regione aerei capaci di colpire a 1900 km di distanza, di sfuggire ai radar e provocare il blackout delle telecomunicazioni, capaci di lanciare missili e bombe a guida di precisione da decine di km dall’obiettivo. Foto satellitari mostrano, in un raggio di 700 metri dall’epicentro, sei enormi crateri aperti da potentissime testate esplosive, che hanno provocato morti e feriti. Il governo israeliano mantiene il silenzio ufficiale, limitandosi a ribadire che il Sudan è «un pericoloso stato terrorista, sostenuto dall’Iran». Parlano invece gli analisti di strategia, che danno per scontata la matrice dell’attacco, sottolineando che potrebbe essere una prova di quello agli impianti nucleari iraniani. La richiesta sudanese che l’Onu condanni l’attacco israeliano e la dichiarazione del Parlamento arabo, che accusa Israele di violazione della sovranità sudanese e del diritto internazionale, sono state ignorate dai grandi media.LEGGI TUTTO

martedì 18 settembre 2012

CRISTIANI IN SUDAN, DOMANDIAMOCI PERCHE' SONO STATI RISPETTATI PER MOLTI ANNI ED ORA VENGONO ATTACCATI.

da Corrispondenza Romana  18 settembre 2012


(di Davide Demichelis su Vatican Insider del 16-09-2012) 

Il Papa a Beirut parla di pace e di dialogo, ma nel Sudan del nord i pochi cristiani sono costretti al silenzio dopo gli attacchi dei fondamentalisti alle ambasciate tedesca, inglese e americana
Bocche cucite a Khartoum. I cristiani preferiscono non fare commenti, non esporsi a ritorsioni da parte del governo. Esprimere valutazioni sugli attacchi alle ambasciate tedesca, inglese e americana, avventurarsi in congetture sui mandanti e gli esecutori, può irritare la suscettibilità di politici e funzionari pubblici. E così, anche fra i missionari, la parola d’ordine è: silenzio.

I cristiani ed i loro luoghi di culto negli ultimi anni sono stati rispettati dalla popolazione, che al 95 per cento è di religione islamica. “I manifestanti hanno attaccato le ambasciate, non le chiese”, commenta un missionario, che chiede di non essere citato. “Ancora una volta, secondo me, la religione è stata strumentalizzata. Io da anni giro per le strade con il crocifisso al collo, eppure mai nessuno mi ha insultato né attaccato”.LEGGI TUTTO