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mercoledì 18 settembre 2013

PERCHE' IN TV NON SENTIAMO PARLARE DI : MONTE DEI PASCHI - BANCA CARIGE - BANCA MARCHE - CREDITO COOP.FIORENTINO??

Derivati: Banca Carige come MPS, ma la politica tace sul disastro sistemico.

da  NoBigBank  12 settembre 2013 
civati w la libertà
Per carità, non dubitiamo della buona fede dell’On. Giuseppe Civati (PD), ma queste sue parole pongono diversi interrogativi. Partiamo da quel che ha scritto sul blog
“Vorrei un partito che dicesse: non abbiamo una banca. A Genova mi hanno raccontato le ultime sulla vicenda controversa (eufemismo) della banca Carige. La politica molto (troppo) presente, gli affari e i pasticci senza controllo: una storia italiana, insomma. 
Mi piacerebbe che dessimo, d’ora in poi, un segnale, netto, di discontinuità: che dicessimo che vogliamo un partito che non ha una banca e non la vuole avere. E che fossimo noi i primi a voler chiarire situazioni che sono il principale ostacolo a qualsiasi progetto di cambiamento. Nella vita politica e amministrativa e, più in generale, in tutto il Paese.”
Come un disco rotto, il refrain è lo stesso: ci si affretta a dire che la causa della crisi di questo o quell’istituto bancario è da attribuirsi al vizio italico di aiutare gli amici degli amici, di commettere ruberie, così da attribuire responsabilità individuali, mai di sistema. 
Ma la verità viene a galla, c’è “Una mina-derivati nei bilanci di Carige. La Procura genovese ha avviato un’indagine sul caso della Banca Carige, finita sotto i riflettori dopo l’ispezione della Banca d’Italia” si legge su La Stampa. 


Banca Carige, prosegue l’articolo di Gianluca Paolucci, avrebbe in pancia dei “derivati «a leva» (a debito, ovvero con rischi di perdite superiori all’investimento) sui Titoli di Stato italiani sottoscritti dall’istituto. Posizioni pari a circa 7 miliardi di euro, scrive Bankitalia nella sua relazione. Tanto, per una banca che ha 26 miliardi di raccolta e 30 miliardi di impieghi. A fare la parte del leone come controparte è Deutsche Bank, istituto tedesco già coinvolto con Santorini nel caso di Mps.” 
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Ecco che si presentano le analogie con lo scandalo di Banca MPS che ha stipulato derivati con una controparte che di volta in volta ha nomi diversi: Nomura, Santander, Deutsche Bank…
Pippo Civati è al corrente di quanto sta accadendo?
Ha annunciato provvedimenti legislativi per rimediare all’arbitrio nell’esercizio del credito? No.
Ha però messo al punto 9 la separazione bancaria tra Le 10 cose da fare subito (e ora è subito) 
Che cosa aspetta l’On. Civati a firmare uno dei numerosi disegni di legge depositati in Parlamento per ripristinare la legge Glass-Steagall
Perchè non si impegna pubblicamente per mettere le proposte sulla separazione bancaria all’ordine del giorno per la discussione in Aula?
Eppure si legge ultimamente di scandali che vedono al centro tante banche esposte verso singoli debitori per importi rilevanti: Banca Carige appunto, Banca Marche commissariata, il Credito Cooperativo Fiorentino legato all’On. Denis Verdini, ma c’è pure Intesa Sanpaolo esposta verso il grande speculatore Romain Zaleski amico del banchiere Bazoli per miliardi euro!, poi naturalmente c’è Monte dei Paschi di Siena
Ci vuole la politica con regole e incentivi perchè le banche possano prestare all’economia reale e poi ci vuole una vigilanza seria. 
Non è che un politico può agire pilatescamente senza prendere iniziativa legislativa, altrimenti si finisce per ribadire il liberismo delle tre scimmiette: non vedo, non parlo, non intervengo.
Negli anni le banche si sono messe in pancia di tutto e di più, si comprendono le ragioni degli accantonamenti richiesti dalla vigilanza bancaria a copertura del rischio derivati, che di conseguenza porta a chiudere i rubinetti del credito. Allora si capisce perchè le banche evitano di prestare troppi soldi in giro, devono accantonare una quantità di capitale molto grande per coprire perdite potenzialmente disastrose.
Che cosa si tenta allora di fare? Il copione prevede nuovi capitoli da inventare per la distrazione di massa così da sviare l’opinione pubblica dalla ricerca delle cause prime della crisi bancaria.
Così Pd e Pdl si dividevano le nomine di Monte Paschi. I pm aprono un fascicolo sui rapporti tra banca e politica, si legge sul Corriere della Sera 
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Nel recente passato di questo amato Paese è accaduto che gli uomini che erano alla guida della vigilanza bancaria sono stati promossi ad incarico di prestigio, Draghi alla guida della BceTarantola alla guida della RaiSaccomanni dirige il Ministero del Tesoro.

Giuliano Amato, già senior advisor di Deutsche Bank in Italia, è stato appena nominato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Giudice della Corte Costituzionale.
Di Amato il citato articolo del Corriere della Sera scrive in proposito: “In uno stralcio di verbale reso noto qualche settimana fa, Fabio Ceccherini il presidente della Provincia di Siena dal 1999 al 2009, chiarisce che nel 2006, per le nomine di Mancini a presidente della Fondazione e Mussari a presidente della banca, di averne parlato «con CenniCeccuzzie con Franco Bassanini che era stato eletto nella circoscrizione di Siena e assieme all’onorevole Giuliano Amato erano quelli maggiormente attenti al territorio e alla banca. Ebbi colloqui anche con D’Alema che esprimeva perplessità sulla governance ».” 
Allora diciamo che si colpiscono le piccole banche e non si controllano le big?
Per porre fine alla influenza della grande finanza sulla politica, occorre fare quello che ha capito perfino l’ex CEO di Citi John ReedDobbiamo spezzare le grandi banche.
We Need To Break Up The Big Banks, riporta l’Huffington Post del 9 settembre 2013 http://www.huffingtonpost.com/2013/09/09/john-reed-break-up-banks_n_3893687.html
Ah, sempre all’ On. Civati che si duole spesso per la mancata elezione di Romano Prodialla presidenza della Repubblica, raccomandiamo la lettura della storia del Professore intorno alle privatizzazioni:
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no big banks
Salviamo la Gente. Riformiamo le Banche.

“La colpa, caro Bruto, non è nelle stelle, ma in noi stessi, se siamo schiavi”, dal Giulio Cesare di Shakespeare.
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