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martedì 25 marzo 2014

OBIETTIVO DEL NOSTRO PRESIDENTE, EUROPEISTA CONVINTO, LEGALIZZARE L'EUTANASIA IN ITALIA.....



tratto da http://www.lanuovabq.it/ di Tommaso Scandroglio 19.03.2014

Strategia che vince non si cambia. Uno dei mezzi che i radicali da sempre hanno usato per sdoganare alcuni “diritti civili” è quello dell’indagine conoscitiva per poi arrivare a dire: “Quanti aborti clandestini! Legalizziamo l’aborto. Quante giovani fanno uso di droghe! Legalizziamole. Quante coppie vanno all’estero per accedere all’eterologa! Legalizziamola”. A questo giochino – quasi sempre basato su dati mendaci - ovviamente non si sottrae nemmeno l’eutanasia. In una conferenza stampa tenuta ieri, l'associazione Luca Coscioni e il Comitato promotore EutanaSia Legale hanno annunciato l’avvio di una ricerca sul campo per verificare “come si muore in Italia” e - citando le parole di Marco Cappato - per spingere il Parlamento ad esaminare il progetto di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione della eutanasia per il quale l'Associazione ha raccolto 67mila firme autenticate''. Per l’occasione i radicali si sono fatti accompagnare dai familiari di personalità note che si sono uccise oppure hanno chiesto con successo l’eutanasia: Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Piergiorgio Welby e Lucio Magri. Non è mancato il vivente oncologo Umberto Veronesi il quale ha sentenziato che “abbiamo l'ovvio diritto di programmare la vita e anche il termine della vita''.

L’iniziativa ha trovato una sponda felice presso il Quirinale. Da lì il presidente Napolitano ha fatto sapere che ''il Parlamento non dovrebbe ignorare il problema delle scelte di fine vita ed eludere un sereno e approfondito confronto di idee sulle condizioni estreme di migliaia di malati terminali in Italia. 

giovedì 27 settembre 2012

SEGUE "DIMMI CON CHI VAI E TI DIRO' CHI SEI".... DIO QUESTO SCONOSCIUTO??? SI CERTO, SCONOSCIUTO A COLORO CHE NON LO CERCANO!!!




da corrispondenza romana

(di Alessandro Gnocchi – Mario Palmaro) “L’elenco dei partecipanti è impressionante”: così dice L’Espresso e, per una volta, non lo si può contraddire quando parla di questioni ecclesiali. Anzi, non si riuscirebbe trovare espressione più efficace di quella usata dal laicissimo settimanale romano per presentare la nuova iniziativa sorta sotto l’egida del Cortile dei Gentili guidato dal cardinale Gianfranco Ravasi.

Persino la gazzetta ufficiale dell’intellighenzia laica strabuzza gli occhi,anche se con compiacimento, e, a pagina 93 del numero 39, scrive proprio così: “L’elenco dei partecipanti è impressionante”. Non si può certo biasimare l’A.C.P. che sigla il pezzo, visto che poi spiega: “Da Susanna Camusso a Umberto Veronesi, da Massimiliano Fuksas a Gustavo Zagrebelsky, da Enzo Bianchi ad Alex Zanotelli. E poi Lucia Annunziata, Luigi Berlinguer, Franco Bernabè, Giancarlo Bosetti, Vincenzo Cerami, Ferruccio de Bortoli, Umberto Galimberti, Giulio Giorello, Ermanno Olmi, Ermete Realacci… Tutti riuniti ad Assisi, venerdì 5 e sabato 6 ottobre, per una nuova tappa del Cortile dei gentili, la serie di incontri per promuovere in tutto il mondo il dialogo tra cristiani e non credenti avviata dal cardinal Gianfranco Ravasi nel febbraio del 2011. Titolo della due giorni di Assisi ribattezzata “Cortile di Francesco”: Dio, questo sconosciuto”.

In effetti, il titolo pare azzeccatissimo. Tanto più se si scorre l’elenco dei partecipanti, di cui, a costo di infliggere una dura penitenza al lettore, conviene riportare la formazione al completo orgogliosamente fornita dal programma: “Eraldo Affinati, Lucia Annunziata, Luigi Berlinguer, Franco Bernabè, Enzo Bianchi, Giancarlo Bosetti, Luigino Bruni, John Borelli, Susanna Camusso, Aldo Cazzullo, Vincenzo Cerami, Lorenzo Chiuchiu’, Virman Cusenza, Ferruccio de Bortoli, Domenico De Masi, Massimiliano Fuksas, Umberto Galimberti, Stas’ Gawronski, Massimo Giannini, Giulio Giorello, Simon Hampton, Orazio La Rocca , Raffaele Luise, Monica Maggioni, Giuliana Martirani, Armando Matteo, Roberto Olla, Ermanno Olmi, Mario Orfeo, Moni Ovadia, Giuseppe Piemontese, Federico Rampini, Ermete Realacci, Giuseppe Virgilio, Umberto Veronesi, Gustavo Zagrebelsky, Alex Zanotelli”.

Uno splendido parterre che pare quasi l’elenco delle figurine di un gioco di società che potrebbe chiamarsi “Bravo chi trova il cattolico”. E invece è qualcosa di serio, di terribilmente serio. O “impressionante”, come si compiace L’Espresso. Tanto serio che la due giorni di Assisi si apre con un serissimo dialogo tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il cardinale Gianfranco Ravasi e si chiude con un dialogo tra il ministro Corrado Passera e, naturalmente, il cardinale Gianfranco Ravasi.

Si sarebbe tentati di eccepire subito sul piano dottrinale, sul piano ecclesiale, sul piano culturale, sul piano formale e su svariati altri piani. Ma prima bisogna concedersi una spruzzatina di sana demagogia, un puf di quel censurare che piace tanto alla Chiesa che piace e dovrebbe trovare orecchie sensibili tra organizzatori e partecipanti dell’evento in questione, visto che si apprestano ancora una volta ad abusare di Assisi e del nome del Poverello. Insomma, quanto costa questa faraonica kermesse, nel cui programma c’è di tutto, persino un laboratorio di scrittura creativa, tranne una Messa? Chi paga? Con i soldi di chi? Il presidente Napoletano viene a spese del contribuente italiano, del cattolico che versa l’otto per mille o a spese proprie? E il ministro Passera? Ed Eraldo Affinati? E Lucia Annunziata? E tutti gli altri, in ordine alfabetico, fino ad Alex Zanotelli?

(......) Ma, purtroppo, non è questo l’aspetto più inquietante della vicenda. Il problema è un altro, ed è che ad Assisi ci si appresta a mettere in scena una nuova versione riveduta e aggiornata di quella teologia del dubbio che tanto aveva avuto fortuna grazie al cardinale Martini con la Cattedra dei non credenti. E non è un caso che, alla regia, ora vi sia un cardinale cresciuto alla scuola del martinismo come Gianfranco Ravasi. La matrice è evidentissima sin dalla pagina del sito del Cortile dei Gentili in cui si presenta l’iniziativa: “In occasione dell’Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI, il Cortile dei Gentili vuole raccogliere e dare forma al grido spesso silenzioso e spezzato dell’uomo contemporaneo verso un Dio che per un numero crescente di persone rimane un ‘Dio sconosciuto’.

martedì 25 settembre 2012

DIMMI CON CHI VAI E TI DIRO' CHI SEI...IMPARIAMO A RICONOSCERE DOVE STA LA VERITA'

Il Cortile dei gentili del card. Ravasi a Stoccolma


(di Fabrizio Cannone 25 settembre 2012) «Due giornate indimenticabili di rispettoso dialogo tra credenti e non credenti. Con queste parole potrebbe sintetizzarsi l’incontro del Cortile dei gentili che si è tenuto a Stoccolma il 13 e il 14 settembre, grazie alla collaborazione tra Pontificio Consiglio della Cultura, Ambasciata di Svezia presso la Santa Sede e due istituzioni locali, l’Accademia Reale delle Scienze e l’organizzazione giovanile Fryshuset»: così inizia l’ampia presentazione, curata dal gesuita Ulf Jonsson, della discutibile iniziativa “ecumenica” e “interculturale” (cfr. “Osservatore Romano”, 19 settembre 2012, p. 5).

Facendo seguito ad una pericope biblica, usata a suo tempo da Benedetto XVI, il cardinal Gianfranco Ravasi ha dato vita ad una sorta di istituzione stabile, il Cortile dei gentili appunto, quasi un nuovo coordinamento per il rilancio dell’ecumenismo, il quale ha già radunato i membri delle varie religioni ad Assisi, con l’insolita aggiunta, rispetto alle tradizionali assemblee ecumeniche, di esponenti dell’ateismo e del relativismo etico. “Sette rappresentanti molto noti della vita scientifica e culturale svedese hanno incontrato il cardinale Ravasi”: prolusioni di tendenza antropocentrica e laica, dibattiti sui diritti umani, sul rapporto tra religioni e violenza, etc. etc.

Certo nel mondo di oggi è importante per ogni cattolico discutere e confrontarsi con i milioni di cittadini che professano o l’ateismo esplicito o ancor più spesso lo scetticismo comune circa i valori fondanti della vita (famiglia, educazione, sessualità, moralità, etc.). Ma quale può essere il risultato pratico di questi incontri interculturali, se non la ricerca di ciò che unisce (atei e cristiani) a danno di ciò che divide (la fede, la morale, etc.) ? E se questo ne è il senso ultimo, ricercato da entrambe le parti, anche della parte cattolica, come può essere giustificato alla luce del mandato evangelico di «ammaestrare tutte le genti» ? Non si rischia forse nell’ambito di questi dialoghi di mettere tra parentesi la fede e la verità, nel tentativo di non dispiacere alla controparte? Ed è possibile amare il prossimo (non credente) escludendo a priori, come avviene in riunioni siffatte, la volontà di guidarlo verso l’unica via della salvezza?

Dopo la due giorni, il padre Jonsson ha voluto ringraziare l’ambasciatrice svedese presso la Santa Sede, Ulla Gudmundson, «per il successo avuto dall’iniziativa». Il successo, in un ambito come questo, dovrebbe consistere non nell’aver «parlato assieme», ma nell’aver detto le stesse cose, perché la verità è una. Ma quale successo ravvisare dal fatto per esempio che Ulf Danielsson, docente di astrofisica e Ingemar Ernberg, docente di biologia, entrambi dichiaratamente atei, hanno ammesso di non avere «la minima idea del perché le cose esistono» ? Ciò che è un puro rigetto della Parola di Dio (cfr.Gen. 1). E che dire dello scrittore P.C. Jersil «ateo impegnato» (!) il quale ha detto che «la mancanza di conoscenza scientifica non implica che vi sia spazio per le risposte religiose»?